Newsletter 02 - L`avete fatto a me
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Newsletter 02 - L`avete fatto a me
L'Avete Fatto a Me Onlus Medici, infermieri, psicologi, educatori e amministrativi per la Formazione del personale locale a Sud del Mondo. Anno 7, n. 2 Newsletter marzo - aprile 2010 SEMINARIO sabato 13 marzo 2010 “IL DIALOGO INTERCULTURALE” via Copernico 5, Milano Sala Conferenze Vismara, cortile interno MATTINA ore 10 –13 Ore 10,00: saluti del Presidente dr. Marco Goglio presentazione video associazione Ore 10,30: “ Il dialogo interculturale, passato, presente e futuro: il caso Madagascar” (dr.ssa Rosalba Terranova, medico, neuropsichiatra, Presidente Fondazione Cecchini Pace – Psicoterapia Transculturale). Ore 11,30: Ore 12,00: coffee break proiezione video progetto sanitario in Ghana chiusura intervento e dibattito Ore 13.00: pranzo: catering ecosolidale (costo 10€), confermare in segreteria. POMERIGGIO ore 14 – 16 Ore 14,00 Ore 15,30 Ore 16,00 Ore 16,15 “Dialogando di, a, da, in, con…il progetto” Cameroun Guinea Conakry Perù R.D. Congo (Mambasa, Kisangani e Kinshasa) attività 2009 e programmi 2010; proposta seminari di formazione anno 2010; bilancio 2009 e previsione bilancio 2010; saluti don Antonio Novazzi (Direttore ufficio Missionario Diocesi Milano). iscrizioni al seminario e al catering tel 02 67070557 e.mail: [email protected] Associazione L’Avete Fatto a Me Onlus Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] Dona il 5 per Mille Per donare il 5x1000 ad Associazione L’Avete Fatto a Me Onlus: nella tua dichiarazione dei redditi, nel riquadro “a sostegno del volontariato…” firma e inserisci il nostro C.F. : 97367340151 grazie Mille Da Mekele….. La nostra socia la Dr.ssa Federica Dassoni è ritornata in missione a Mekele in Etiopia…… Muzey. Muzey ha 10 anni. Un bimbo straordinario, vivace e pieno di vita; inutile dire che e’bellissimo! Non fosse per quella massa bitorzoluta... un pallone da football, che ha sul lato sinistro del collo; per cui indossa sempre una sciarpa o un asciugamano, che si avvolge come un foulard. Muzey e’arrivato all’ ospedale a settembre; l’esame citologico parlava chiaro: linfoma di hodgkin, un tumore dei linfonodi. Ce l’ha da circa 5-6 anni e ormai e’talmente grande che rende difficili i movimenti del collo; anzi, cresce a vista d’occhio. Ora si sta propagando anche nel torace e addome. A Mekele non ci sono cure. Anche se ci fossero nella capitale, la famiglia e’poverissima, vivono in un piccolo villaggio sperduto dal nome impronunciabile e non potrebbero permettersi neanche il viaggio per arrivarci. Che fare? Dopo avere fatto tutti gli esami che abbiamo a disposizione (semplici esami di routine e radiografia), ecco che inizia la ri- cerca di qualche via per mandarlo in Italia. Inizio a chiedere a medici, professori, associazioni, ma sembra che organizzare una cosa del genere sia un’impresa complicatissima oltre che costosissima; chi si farebbe carico di tutte le spese? E chi si prenderebbe la responsabilità di curarlo? Ma ecco che un giorno, quando ormai mi ero rassegnata, arriva la dritta giusta, da un carissimo amico cooperante che lavora a Mekele: c’e’una associazione che si occupa proprio di accogliere in Italia i bambini che devono essere operati! sono specializzati nell’organizzare tutto e sostenere le spese di cure, vitto e alloggio. E’l’associazione Kim, si trova a Roma e fa un’attività meravigliosa. Bimbi non curabili nei paesi di origine vengono ospitati, portati in ospedale e seguiti per tutto il periodo della convalescenza. Meraviglioso, non ci posso credere; proprio quando stavo per gettare la spugna! Bisogna Associazione L’Avete Fatto a Me Onlus Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] solo aspettare che la commissione medica dell’ospedale valuti il caso e decida se può essere curato o no. Grazie Muzey, grazie Tekea. Nonostante che in ambasciata ci abbiano fatto impazzire, speriamo che riusciate a partire...in tempo. Dopo solo un paio di settimane, a tempo di record, il caso è già stato accettato! Ora sono tornata a Mekele...già mi mancate. Incredibile... ma adesso, dopo la gioia iniziale, inizia il calvario per procurarsi tutti i documenti necessari per fare il visto. Questa sì che e’un’impresa titanica...ogni volta che si torna in ambasciata ne chiedono di nuovi. E non si rendono conto che il padre sta a due giorni dalla capitale, in un villaggetto sperduto dove i documenti vengono scritti a mano perché computer e stampanti non sanno cosa siano... e ovviamente non vengono accettati! Mamma e bimbo li mandiamo subito ad Addis. Li ritrovo nella casa della nostra associazione, lismas, quando mi devo fermare in città per una settimana. Siamo a gennaio. Quando torno a casa dal lavoro, alla sera, ritrovo mamma e bimbo, cerco di fargli imparare un po’di inglese e qualche parola di italiano, disegnamo, giochiamo, sentiamo musica tigrina, guardiamo la cartina geografica per vedere dov’e’l’Italia (all’inizio non hanno idea neanche di dove siano Europa e Africa...), guardiamo foto fatte a Mekele e a Roma. La mamma, Tekea, si preoccupa per il cibo che troverà in Italia: niente injera e berbere’...e teme che mangeranno carne di cane o di asino (voci che corrono sui cinesi...); quando riceve conferma che si mangia carne di mucca e che in Italia cè il caffè(!) si risolleva subito di morale! Muzey invece chiede se in Italia ci sarà una palla per giocare; gliene ho presa una, piccolina, ad Addis e l’ha usata così tanto che dopo neanche un giorno era già totalmente sgonfia! Insomma abbiamo passato dei momenti indimenticabili. 4 febbraio 2010 Sono partiti!!! Ecco come è andata... Muzey e mamma (che parlano solo la lingua tigrina e nella capitale non si capiscono con la gente) assieme al nostro collaboratore etiope, erano stati un po’ di volte al Consolato Italiano di Addis Abeba per chiedere il visto, e ogni volta venivano loro richiesti dei nuovi documenti. Durante la mia settimana nella capitale, sono stata con loro all’ufficio visti e il responsabile ha ancora chiesto altri documenti che non erano stati portati. Me li sono scritti per non sbagliare. Il papà del bimbo (che stava al villaggio e che abbiamo contattato fortunosamente attraverso un parente che ha il telefono ma sta in un altro paese), si è scapicollato per fare i documenti richiesti e per arrivare ad Addis dopo 2 giorni di viaggio, appena in tempo per portarli il giorno prima della partenza prevista, per ritirare il visto. I biglietti aerei erano già stati fatti. Il giorno prima della partenza, come previsto, vanno tutti in ambasciata a consegnare i documenti. Io sono a Mekele; squilla il telefono. E’ Yemane, che affranto mi comunica che il gentile signore ha richiesto un nuovo documento: Associazione L’Avete Fatto a Me Onlus Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected] un certificato di malattia dal nostro ospedale di Mekele! Non un certificato qualsiasi, ma uno speciale che richiede la firma di 3 medici contemporaneamente... Avrei dovuto trovare 2 medici subito (era pausa pranzo, l’ospedale deserto) e spedire il certificato ad Addis e poi in ambasciata entro 4 ore. Impossibile. Neanche con il teletrasporto! L’unica soluzione era chiamare subito l’associazione per spostare il biglietto aereo! Eravamo a terra; tutte le speranze, la corsa del padre…che bastardi. L’avessero detto quando ero presente, il padre avrebbe portato il certificato con sé!!! A casa, racconto l’accaduto al responsabile della nostra associazione Iismas, che combinazione era a Mekele e stava per partire dopo 2 giorni. Ed ecco che gli viene un’idea geniale. ...piccolo Muzey, sarà la prima cosa che farò quando tornerò in Italia! Non so descrivere quella sensazione…forse è stata la telefonata più bella che abbia mai ricevuto. Federica Dassoni VISITATE IL NOSTRO SITO www.lavetefattoame.org Mi dice: “tu adesso hai un paziente che si chiama Ambasciatore d’Italia ad Addis Abeba. Io ho il suo numero: chiamalo!” Detto, fatto. Risultato: dopo 2 ore ci hanno consegnato il visto!!! Con la promessa che avremmo spedito il certificato entro 2 giorni… Quando ho chiamato Yemane per comunicargli la notizia…! che gioia…abbiamo riso per mezz’ora… La sera, squilla il telefono: Yemane. Rispondo, ma anziché la voce del nostro responsabile, sento la vocina squillante di un bimbo: “how- are- you? I- am- fine!”. Cavolo, non me l’aspettavo… Muzey! …riprendendo l’unica frase di italiano che gli avevo insegnato, gli dico: “ciao,come stai?” Sento in sottofondo la voce bassa di Yemane che suggerisce…poi: “bine, grazie!” poi ancora una voce che suggerisce… e poi: “see you in Italy!” Associazione L’Avete Fatto a Me Onlus Medici e Operatori socio-sanitari per la Formazione a Sud del Mondo Via Copernico, 7 - 20125 Milano telefono-fax 0267070557; e-mail: [email protected]