Il cugino Giunta «Lo scandalo non è colpa mia
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Il cugino Giunta «Lo scandalo non è colpa mia
Codice cliente: 3648517 GIOVEDÌ 9 MAGGIO 2013 LA GAZZETTA DELLO SPORT 47 NUOTO IL CASO DELLA COPPIA D’ORO italia: 52555357545056 Le novità L’ordine di Lucas: siate professionisti STEFANO ARCOBELLI Fattore Giunta. La relazione sentimentale tra Federica Pellegrini e Filippo Magnini continua in una sorta di stand-by: ieri a Narbonne è stata la giornata forse più difficile per l’assedio mediatico che è montato intorno ai due campioni, dopo l’ammissione della crisi: ma i due, a meno di altri colpi di scena, continueranno gli allenamenti vicini fino al 24 maggio, giorno di rientro a Verona dove la coppia e il preparatore atletico Matteo Giunta vivono insieme da settembre (nella casa di lei). Adesso anche Philippe Lucas ha appreso che i due campioni si trovano moralmente in ambasce ma li ha invitati a comportarsi da professionisti, mentre Giunta sta cercando di gestire ogni momento senza urtare le sensibilità di Fede e Filo. Obiettivo: salvare il salvabile, rimettere insieme i cocci della liaison. E’ un impegno non facile, che Federica sta apprezzando molto, dando per scontato che pure Filippo — qualcosa di più di un cugino visto come ha tirato dentro Matteo nel sodalizio —, ne stia apprezzando il ruolo di terzo convitato finito puntualmente nel mirino di chi sospetta che dietro la crisi ci sia una nuova sbandata di Fede. «Pur comprendendo che esse- re personaggi accende i riflettori anche quando non vorremmo — fa Fede —, in questa fase non intendiamo commentare le nostre vicende personali. Affronteremo eventuali problemi come coppia e saremo noi a stabilire quando dare eventuali notizie. Notizie che al momento non esistono». E su Twitter: «Matteo? E’ un grandissimo professionista. Non inventiamo cavolate». Aggiunge Filippo: «Mi dispiace stia venendo fuori questo putiferio per delle foto che non dicono niente (relative all’incontro di Pesaro con l’ex fidanzata Cristiana, ndr) e che non farebbero finire una storia d’amore. Io e Federica siamo in un momento difficile, ma ora non ne vogliamo parlare». « Se Filippo e Federica dovessero lasciarsi, lei da preparatore da quale parte starebbe? «Io sono sempre chiaro con i ragazzi o i gruppi che alleno. Spero che questa eventualità non si verifichi, ma se accadrà ne parleremo e si valuterà il da farsi. E’ la loro storia ma non posso accettare che la serenità minata si rifletta sugli allenamenti. Già prima di accettare l’incarico sapevo che tra due fidanzati ci sarebbero potuti essere degli alti e bassi e dei litigi, è la normalità. La serenità mentale è fondamentale, la chiave di tutto. Fortunatamente in Francia percepiamo questo caos in una forma attutita». © RIPRODUZIONE RISERVATA «Io la causa della crisi tra Fede e Filo? Non scherziamo. Se avessi una storia con lei sarebbe osceno e scandaloso, mi dà fastidio il solo fatto che qualcuno possa pensarlo». Matteo Giunta, cugino, coetaneo e concittadino di Magnini, nonché preparatore della coppia più seguita del nuoto, si è trovato suo malgrado al centro di un triangolo rosa che si affretta a smentire. Ma i contorni sono già pesanti. «Sta ai protagonisti della vicenda non credere a queste idiozie, e a Filippo e Federica non passa nemmeno nell’anticamera del cervello dar peso a certe voci. Io sono sereno, però la questione è esplosa e dà fastidio. Non c’è niente di vero, ve lo dico col cuore in mano, tra me e Federica non c’è niente, né ci sarà qualcosa in futuro. Rifletteteci: se fosse così, come potrei lavorare con loro due?». Tornerete insieme da Narbonne? «Tre settimane e torneremo a Verona. Viviamo nella stessa casa, in camere separate!». Tra i due in acqua come va? Federica Pellegrini, Matteo Giunta e Filippo Magnini (dietro) Pure fantasie, insomma? E su queste foto nel centro di Pesaro tra Filippo e la sua ex Cristiana in Mercedes? «Mi ha dato molto fastidio: Filippo non è stato fotografato mentre usciva dalla casa della ex, è stato un incontro casuale e per nulla compromettente, un semplice saluto. E’ solo una scocciatura per me e per le persone interessate». Così Magnini, Giunta e la Pellegrini nel primo giorno di allenamenti La questione è esplosa e mi dà fastidio: non c’è niente e lo dico col cuore in mano MATTEO GIUNTA PREPARATORE-CUGINO FILO Il cugino Giunta «Lo scandalo non è colpa mia» CAMILLA CATALDO PESARO È un’idiozia pensarlo: osceno se mi fidanzassi con lei, non potrei lavorare coi due MATTEO GIUNTA PREPARATORE-CUGINO FILO Futuro Il futuro immediato lascia aperte, però, alcune questioni, a cominciare dal ritorno di entrambi in nazionale in prospettiva Mondiali: e se la storia tra i due si spezzerà, Filippo tornerà a Pesaro o resterà a Verona per farsi seguire dal cugino? In questo senso, a doversi sdoppiare, almeno fino a fine stagione, sarebbe appunto il preparatore atletico. Un lavoro non facile, ma neanche impossibile: ecco perché il confronto a muso duro tra i due campioni resta ancora aperto. Il nuoto salverà l’amore o l’affonderà definitivamente? Il preparatore: «La crisi Magnini-Pellegrini non dipende da me, con Fede non ci sarà mai niente» « Sviluppi sulla crisi? «Che tra Filo e Fede sia un perio- do di "basso" è vero ma non voglio entrare nel merito di un rapporto che non mi riguarda. Se li vedo poco sereni per via di un articolo, mi girano le scatole. E poi le cose tra loro non vanno così male come si vuole far credere. Il mio consiglio è stato quello di non dar peso alla faccenda ma l’eco è ampia, la gente li chiama di continuo e non è un modo di lavorare sereno. Mi hanno raccontato che nel gossip si vuole spesso creare una notizia che non c’è. Non si fa così». «Già in inverno ho passato due settimane qui per prendere i primi contatti con Lucas: dopo la prima parte di preparazione a Verona (sempre in contatto con Philippe), ora siamo in Francia per chiarire ogni aspetto in vista dei Mondiali. Dopo Barcellona si deciderà cosa fare la prossima stagione. Fede tornerà a Narbonne, Filippo non ha sciolto le riserve». Il 7 maggio avete festeggiato insieme i 31 anni che lei ha compiuto. «Lo abbiamo passato in tranquillità, a letto presto perché alle 7 i ragazzi si allenano. Abbiamo cenato in albergo e concluso la serata con una torta con le candeline e il coro di tanti auguri! Non siamo attori, non recitiamo, c’è davvero un bel rapporto tra noi». © RIPRODUZIONE RISERVATA ATLETICA DOMANI IN QATAR PARTE LA DIAMOND LEAGUE Borsi, una fiammata a Doha per arrivare a Mosca L’ostacolista laziale contro le americane per centrare il 12"94 che vale i Mondiali DAL NOSTRO INVIATO ANDREA BUONGIOVANNI DOHA (Qatar) Li hanno caricati su un pullmino e, incuranti di caldo (36˚), afa e umidità, li hanno portati a visitare una mostra. Quattro campioni olimpici di Londra 2012 (il triplista Christian Taylor, le velociste Shelly-Ann Fraser e Allyson Felix e la lunghista Brittney Reese) si sono così trovati al cospetto della loro storia. Perché la mostra, non esaustiva ma ben curata, racconta passato e presente a cinque cerchi. Per i quattro un modo diverso per respirare l’aria pesante di Doha e della Diamond League 2013, al via domani sera in Qatar. La medaglia Di quella storia, pensando al futuro, vogliono entrare a far parte anche i due azzurri annunciati in gara, in saltatore in alto Marco Fassinotti e l’ostacolista Veronica Borsi. E’ in particolare quest’ultima che, al momento, accentra attenzioni. Il bronzo che sta per diventare argento conquistato poco più di due mesi fa agli Euroindoor di Göteborg sui 60 hs, con tanto di record italiano migliorato dopo 19 anni (7"94), proietta la 25enne romana di Bracciano in una nuova dimensione. «Per me — dice — in realtà è cambiato poco o nulla. Se non che ho ancora più motivazioni e voglia di fare, tanto che ogni tanto il mio allenatore Vincenzo De Luca mi chiede di non esagerare. Anche il mio gruppo alla Farnesina, del quale fanno parte le quattrocentiste Flavia Battaglia e, saltuariamente, Chiara Bazzoni, ha acquisito fiducia. E circa il colore della medaglia, non ne faccio una malattia. L’importante è essere salita su quel podio». La vicenda è nota: la vincitrice, la turca Nevin Yanit, insieme alla connazionale Cakir Alptekin, oro olimpico dei 1500, è al centro di un pesante caso-doping (la sua federazione, ieri, ha parlato di un integratore inquinato) e presto per lei scatterà una squalifica che cancellerà anche i suoi risultati recenti. «I sospetti — ammette Veronica — c’erano. Se la sospenderanno, non dovremo più fare i conti con qualcuno che barava». La gara La finanziera, intanto, domani si metterà alla prova al cospetto di un cast d’eccezione, composto da sei statunitensi (dalla Harper alla Wells, dalla Jones alla Harrison) e dalla britannica Porter. «A fine mar- Veronica Borsi, 25 anni, a sinistra in gara con la turca Yanit REUTERS «Ho tanta voglia dentro di fare bene e il mio allenatore mi dice di non esagerare» zo — racconta — mi sono dovuta fermare un paio di settimane per un’infiammazione ossea al piede destro e siccome dopo la rottura del tendine d’Achille sinistro dell’ottobre 2005 di infortuni seri me ne intendo, non ho preso rischi». Golden Gala «Ho fatto magnetoterapia, laser e Tecar, ho corso nell’acqua e sull’erba. Ho recuperato, ma sono in ritardo e "sporca" tecnicamente, soprattutto nell’approccio al primo ostacolo. Ma ho poco da perdere e imparerò sin dal riscaldamento». Il mirino è puntato più avanti. «Dopo anni da spettatrice — sorride — il 6 giugno dovrei avere una corsia al Golden Gala. Correre all’Olimpico sarà un’emozione unica. Mamma Giusy, che è giudice, gestirà l’uscita dalla call-room e papà Adelmo, mio coach fino all’ottobre 2010, soffrirà in tribuna. Potrebbe essere la prima occasione per inseguire il 12"94 che vale il minimo per i Mondiali di Mosca. Poi punterò sui Giochi del Mediterraneo». La specialità, grazie anche a Marzia Caravelli e a Micol Cattaneo, in Italia è in fermento: occorre dimostrarlo pure sui palcoscenici più prestigiosi. © RIPRODUZIONE RISERVATA