Il Vescovo a Pizzighettone: «L`unità pastorale sia un laboratorio di

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Il Vescovo a Pizzighettone: «L`unità pastorale sia un laboratorio di
Il Vescovo a Pizzighettone:
«L'unità pastorale sia un
laboratorio di comunione»
Un’unità pastorale che sia anzitutto un «laboratorio di
comunione» e che contagi tutta la diocesi perchè l’anno
prossimo molte altre parrocchie saranno interessate a questo
nuovo assetto ecclesiale che investe sulla collaborazione
stretta al di là dei campanili. Il vescovo Antonio conta molto
sui sacerdoti e i fedeli delle cinque parrocchie di
Pizzighettone – S. Bassiano, S. Patrizio in Regona, Beata
Vergine del Roggione, S. Rocco e S Pietro in Gera – che da
domenica 4 settembre camminano più speditamente insieme sotto
la guida di tre nuovi parroci: il moderatore don Andrea
Bastoni e quelli in solido don Attilio Spadari e don Gabriele
Battaini. Il primo era già presente in Pizzighettone nella
veste di collaboratore, gli altri due invece giungono
rispettivamente da Soresina e da Covo.
Il rito di ingresso, semplice e solenne, partecipato da
centinaia di persone – molti hanno seguito da un teleschermo
allestito nella sala del Consiglio comunale – ha avuto inizio
sul sagrato dell’antica e insigne chiesa di San Bassiano. Qui
il vescovo è stato accolto dalle note del Corpo Bandistico
Pizzighettonese diretto da Alberto Spelta. L’abbraccio
caloroso con i tre nuovi parroci ha sciolto fin da subito la
tensione per una giornata che certamente resterà nella memoria
dei pizzighettonesi, compresi i più giovani: folta la schiera
degli animatori del Grest con la tipica divisa, a loro il
compito di indirizzare i fedeli delle altre comunità,
soprattutto di Covo e Caravaggio intervenuti in massa.
Dalla
casa
parrocchiale
è
poi
partita
la
processione
introitale aperta dai ministranti guidati dall’ormai ex
vicario don Andrea Lamperti Tornaghi che settimana prossima si
trasferirà a Pandino. Seguivano i sacerdoti concelebranti: il
vicario zonale don Pietro Samarini, il missionario
pizzighettonese padre Claudio Marinoni, il parroco di
Soresina, don Angelo Piccinelli e l’arciprete di Paderno
Ponchielli nonchè direttore del nostro portale, don Claudio
Rasoli.
Sul portale della parrocchiale, accanto al gonfalone comunale,
Luca Moggi, giovanissimo primo cittadino, ha dato il benvenuto
al Vescovo e ai nuovi sacerdoti. «Grazie Eccellenza per averci
donati questi nuovi pastori. Vi accogliamo come padri, come
guide e come fratelli, vi chiediamo di sostenerci
continuamente nella fede, nella speranza e nella carità:
aiutateci a vivere in comunione con Dio e tra di noi». E poi
ancora: «Desidero fin da oggi dichiarare il mio personale
impegno e quello dell’intera amministrazione comunale a
renderci disponibili con spirito di servizio e incondizionata
collaborazione a tutte quelle iniziative religiose, sociali e
aggregative che vorrete mettere in campo. Ci anima la
consapevolezza di essere stati tutti chiamati a rendere un
servizio alla nostra comunità con senso di responsabilità e
del dovere. Tuttavia sappiamo quanto scarsi e limitati siano i
mezzi che abbiamo a disposizione
e questo senso di
limitatezza dovrebbe indurci a sentire come urgente e
impellente il bisogno di collaborare con chi è quotidianemnte
impegnato a conseguire il bene comune e voi indubbiamente
appartenete a questa categorie». Moggi ha infine ricordato la
figura di San Vincenzo Grossi nato a Pizzighettone e
battezzato proprio nella chiesa di San Bassiano.
Saluto del sindaco Moggi
Mons. Napolioni e i nuovi parroci hanno poi fatto il loro
ingresso accolti da una chiesa straripante di persone e resa
ancora più solenne da un tripudio di fiori rossi, gialli e
bianchi. Ad impreziosire la celebrazione i canti polifonici
del coro interparrocchiale diretto dal maestro Marco Molaschi
e accompagnato oltre che dall’organo anche da due fiati.
Dopo il saluto liturgico da parte del Vescovo, il vicario
zonale, don Samarini, ha dato lettura del decreto di
costituzione della nuova unità pastorale con la nomina dei tre
nuovi parroci. Al termine don Bastoni ha asperso l’assemblea
con l’acqua benedetta in ricordo del Battesimo e ha incensato
la mensa eucaristica, centro della vita della comunità.
Quindi Giancarlo Bissolotti, a nome del Consiglio pastorale
unitario ha espresso il saluto delle cinque comunità
pizzighettonesi. «Oggi presentiamo a Lei e ai nuovi parroci il
nostro quotidiano camminare, la gioia di appartenere a Cristo
e la soddisfazione di poter fare tutto insieme. Certo, a Lei
come a loro, non nascondiamo le fatiche e le difficoltà, le
incompresioni e i “passi lenti” ma, siatene certi, c’è sempre
in ciascuno di noi, un cuore innamorato che palpita e una
grande amore per le nostre comunità». E citando una canzone di
Marco Mengoni, Bissolotti ha così concluso: «Questo rito sia
per noi l’occasione di comporre nuovi spazi e di far nascere
straordinari desideri, che sanno di bene perchè originati nel
bene e per il bene delle nostre comunità e della nostra
diocesi, desideri che ci richiamano a tornare all’essenziale e
che fanno dell’essenziale la nostra ragione di vita».
Saluto di Giancarlo Bissolotti, rappresentante del Consiglio
pastorale interparrocchiale
Nell’omelia mons. Napolioni ha iniziato ringraziando cinque
preti che, con il loro sì, hanno reso possibile la ripartenza
delle comunità pizzighettonesi, ma anche l’esercizio del
ministero episcopale: don Enrico Maggi e don Andrea Lamperti
Tornaghi che hanno iniziato a dissodare il terreno per
costituire l’unità pastorale e le nuove guide don Bastoni, don
Spadari e don Battaini. Un sì, non ha nascosto il Vescovo, che
per molti è stato portatore di sofferenze e lacerazioni, ma
che trova il suo senso ultimo in quell’amore a Cristo che
sovrasta ogni altro amore: «È bello amare una comunità – ha
spiegato il presule – ma non bisogna mai chiudersi dentro un
frammento. Vince chi è più libero, meno attaccato, più pronto
ad amare e a fidarsi di Cristo».
Il Vescovo, rivolgendosi ai nuovi sacerdoti, ha chiesto di non
difendere le prerogative di ogni singola parrocchia, ma di
andare incontro ai volti concreti delle persone. Da qui
l’appello a lavorare insieme, a fare dell’unità pastorale un
laboratorio di comunione, dove gli ultimi e i più fragili
godono di una attenzione in più.
Il ricordo non poteva poi non andare a San Vincenzo Grossi, ma
anche a madre Teresa che proprio in quelle ore veniva
canonizzata da papa Francesco in piazza San Pietro: «La nostra
pastorale – ha commentato mons. Napolioni – sia caratterizzata
dalla maternità e dalla paternità di Dio che si preoccupa di
chi è scartato dalla società».
Infine l’invito tratto dal salmo a saziarsi fin dal mattino
dell’amore del Signore e ad esultare e gioire insieme tutti i
giorni per le sue meraviglie.
Omelia di mons. Napolioni
Inaspettatamente al termine delle preghiera dei fedeli il
Vescovo ha chiesto al Signore che la nuova unità pastorale
contagi tutta la diocesi dato che nel prossimo anno l’intero
territorio cremonese sarà interessato alla costituzione di
nuove e più intense collaborazioni tra parrocchie.
La celebrazione è poi continuata con la liturgia eucaristica e
i riti di comunione. Solo al termine, prima della benedizione
episcopale, ha preso la parola don Bastoni per i
ringraziamenti. A tratti commosso il nuovo moderatore ha
espresso gratitudine a Dio, al Vescovo, alle famiglie di
origine, alle comunità servite in questi anni di ministero e
ai fedeli delle cinque parrocchie pizzighettonesi. Brevemente
hanno poi salutato anche don Spadari e don Battaini.
Il saluto dei Parroci
Quindi la famiglia Foglia, a nome di tutti, ha donato ai tre
sacerdoti una tovaglia, simbolo di fraternità: chiaro l’invito
a vivere nella comunione prima tra presbiteri e poi con i
fedeli laici.
Intervento della famiglia Foglia
Al termine della Messa le firme da parte dei testimoni, uno
per ciascuno delle cinque comunità: Benito Massari (Regona),
Martina Fregoni (Roggione), Miriam Capelli (Gera – S. Pietro),
Carlo Morresi (Gera – S. Rocco) e Antonino Passalacqua
(Pizzighettone).
Poi per tutti l’appuntamento è stato nella casamatta 26 per un
momento conviviale di festa al quale non si è sottratto il
vescovo Antonio.
Photogallery
Dalle 21, quindi, all’oratorio di Regona (dove nel pomeriggio
ha preso ufficialmente avvio la Festa dell’Oratorio, che nei
giorni successivi coinvolgerà anche le altre località
pizzighettonesi) sarà proposto “PartyAmo!”, lo spettacolo
d’animazione ideato e animato da Stefano Priori, musicato e
cantato da Marco Bonini, con il coordinamento di Sonia
Ballestriero: si tratta della vicenda di un viaggiatore
improbabile che coinvolge il pubblico quali compagni ideali di
un viaggio verso una meta non ben definita.
Biografia dei sacerdoti
Don Andrea Bastoni è nato a Cremona il 31 marzo 1972 ed è
stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997 mentre risiedeva
nella comunità di Piadena. Dal 1997 al 2001 è stato studente a
Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia fondamentale e
in Liturgia. Dal 2001 al 2010 è stato vicario a San Bernardo
in città, mentre dal 2010 al 2014 è stato vicario a
Caravaggio. Nel 2014 la nomina a collaboratore delle
parrocchie di Pizzighettone, Regona e Roggione. Ora mons.
Napolioni lo ha nominato parroco in solido e moderatore della
nuova unità pastorale costituita dalle comunità di “S.
Bassano” in Pizzighettone, “S. Rocco” e “S. Pietro” nella
frazione di Gera, “S. Patrizio vescovo” in quella di Regona e
“Beata Vergine del Roggione”.
Don Gabriele Battaini è nato a Treviglio il 13 luglio 1970 ed
è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000 mentre risiedeva
nella comunità di Caravaggio. È stato vicario a Mozzanica dal
2000 al 2006. Nel 2006 il trasferimento, sempre in qualità di
vicario, a Covo. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in
solido dell’unità pastorale di Pizzighettone.
Don Attilio Spadari è nato a Castelleone il 23 settembre 1958
ed è stato ordinato il 23 giugno 1984. È stato vicario a S.
Imerio in città (1984-1988), Caravaggio (1988-1994), San
Sigismondo in città (1994-1996). Dal 1996 al 2000 è stato
amministratore parrocchiale di Gera di Pizzighettone, mentre
dal 2000 al 2005 è stato parroco di Formigara e Cornaleto. Dal
2005 al 2014 ha ricoperto l’incarico di collaboratore
parrocchiale a Caravaggio. Da allora è stato collaboratore
parrocchiale a Soresina. Ora mons. Napolioni lo ha nominato
parroco in solido dell’unità pastorale di Pizzighettone.
Il saluto dei nuovi parroci sul giornalino parrocchiale
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di
coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano
salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal
vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce
e rinasce la gioia”.
Saluti a voi! Noi tre sacerdoti, don Andrea, don Attilio e don
Gabriele, stiamo per iniziare un cammino insieme e proseguiamo
o stiamo per iniziare un cammino con le comunità della Beata
Vergine del Roggione, di S. Bassiano in Pizzighettone, di S.
Pietro e S. Rocco in Gera, di S. Patrizio in Regona; anche le
comunità sono chiamate a proseguire un cammino insieme,
iniziato da qualche anno. Le parole iniziali dell’Esortazione
Evangelii Gaudium (citate all’inizio dell’articolo)
richiamano, con l’essenzialità e la chiarezza tipiche di papa
Francesco, l’origine, la direzione, il fine del nostro
camminare insieme: aiutarci e sostenerci nell’incontro con il
Cristo vivente. E’ questo il cuore pulsante delle comunità
cristiane, irrorato da una Parola che ci chiama costantemente
a uscire da noi stessi e dalle nostre prospettive a volte
troppo umane; tonificato dai sacramenti che rendono vicina a
noi la perenne vitalità del dono di Cristo; capace di
dilatarsi in scelte e stili di carità. Cercare di tenere
presente, come comunità cristiane, quale sia l’origine, la
direzione e il fine consente di sperimentare l’ariosità e la
freschezza che promana dalle parole del papa.
Presentandoci a voi, vorremmo brevemente soffermarci sulla
missione che il Vescovo ci ha affidato e che troviamo
delineata nel decreto della nostra nomina: “Nell’intento di
avviare un’esperienza di collaborazione fraterna tra
sacerdoti, già raccomandata dal Concilio Vaticano II, i
Parroci concorderanno la concreta organizzazione dell’attività
pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo
coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d’insieme,
tenendo in debito
pastorale”.
conto
anche
le
esigenze
della
zona
“Nell’intento di avviare un’esperienza di collaborazione
fraterna tra sacerdoti”. Il Vescovo ci chiama ad una missione
affascinante e difficile: vivere una collaborazione fraterna;
è più che un semplice rapporto professionale, si tratta di
cercare uno stile che sia quello dell’unità e della
condivisione, facendosi carico, prima ancora che del lavoro
pastorale, della vita stessa dei confratelli, sostenendosi
nella fede e nel ministero. Il pensiero del Vescovo è
estremamente chiaro: la ricerca di unità che viene chiesta
alle comunità cristiane non può che partire dall’unità tra i
sacerdoti. Tutti e tre sappiamo quanto sia evangelica questa
prospettiva, ma anche quanto sia alta ed esigente: il nostro
“sì” al Vescovo implica la conversione quotidiana, per uscire
dai noi stessi, staccarsi dalle abitudini personali, dalle
proprie personali sicurezze, dalle prospettive e dalle
convinzioni individuali per entrare nella logica evangelica:
farsi carico della vita dell’altro, così come è, con la
bellezza dei suoi pregi, ma anche con il peso dei suoi
difetti. Un lavorio su se stessi che chiede di mettere
continuamente al centro il Signore, simile a quello che
avviene nella quotidianità della vita delle famiglie, ma che
per noi sacerdoti è un po’ nuovo. Nel tempo, consapevoli dei
nostri limiti, proveremo a far sì che la fraternità
sacerdotale si incarni in scelte e gesti concreti. Non
vogliamo predefinire tempi ed esiti: partiamo, vediamo dove il
Signore ci vorrà man mano condurre. Questo “uscire da sé”,
questo “esodo” che da sempre il Signore chiede alla Chiesa e
ai credenti va ben oltre le risorse e le capacità umane: ci
vuole la Grazia. Perciò, sin dall’inizio, ci siamo affidati
alle vostre preghiere e vi chiediamo di continuare a pregare e
di pregare tanto per noi.
“I Parroci concorderanno la concreta organizzazione
dell’attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un
progressivo coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino
d’insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della
zona pastorale”. Dallo stile di fraternità chiesto ai
sacerdoti sgorga, nelle parole del Vescovo, uno stile di
condivisione e di corresponsabilità che, a cascata, dovrebbe
riverberarsi su tutta la comunità cristiana: sulla comunità
delle Suore Figlie dell’Oratorio, presenza che tutti dobbiamo
essere ben contenti di avere, stimare e valorizzare (secondo
la vocazione che è loro propria); sugli organismi di
partecipazione (Consiglio pastorale unitario e Consigli affari
economici), come pure sui collaboratori in ogni ambito di vita
parrocchiale e su tutti i fedeli.
Il Vescovo ha ribadito la scelta che le cinque parrocchie di
S. Bassiano in Pizzighettone, Beata Vergine del Roggione, S.
Pietro e S. Rocco in Gera, S. Patrizio in Regona costituiscano
una Unità pastorale. Siamo ben consapevoli che non basta un
decreto vescovile a creare un cammino d’insieme tra le
parrocchie, e nemmeno un progetto disegnato a tavolino. La
Diocesi intera si interrogherà, nei prossimi mesi, su quale
sia il significato e il valore delle Unità pastorali, su come
si possano articolare al loro interno, quali forme concrete
possano assumere. Pensiamo che le parole del Vescovo intendano
avviare un processo del quale non ci sentiamo di predefinire
tempi, forme, modi: sarà importante, come comunità cristiane,
prima ancora di pensare a delle forme o a delle iniziative
concrete, domandarci insieme, preti, suore e laici quali siano
gli elementi di unità tra le parrocchie, quali siano gli stili
che sostengono un cammino unitario, quali le forme che
consentono di valorizzare al meglio i doni che l’azione dello
Spirito ha suscitato nella vita delle comunità, quali i tempi
e i modi di presenza dei preti, ma anche come i laici (giovani
compresi) possano maturare una corresponsabilità secondo lo
Spirito della Chiesa.
Siamo tutti ben consapevoli che la sfida posta davanti a noi è
affascinante e ardua: un po’ come per il popolo d’Israele
appena uscito dall’Egitto, sperimenteremo la tentazione del
ritorno ad un passato che ci appare più rassicurante rispetto
ad un cammino che percepiamo incerto e faticoso. Come il
popolo di Israele, sperimenteremo la tentazione della
lamentela e della spinta a tornare indietro. La assumiamo come
propria di un popolo che, insieme, è chiamato a percorrere un
esodo certamente non facile e scontato, che impegnerà in un
discernimento comunitario (che non dovrà essere guidato dai
criteri umani o da pregiudizi e visioni parziali, ma dai
criteri del Vangelo) in modo che il cammino unitario di queste
parrocchie sia il più possibile nella linea della condivisione
e della corresponsabilità tra preti, suore, laici. Ma la
strada, da percorrere, insieme, sostenendoci, con pazienza,
facendoci carico gli uni degli altri, mettendoci in gioco e in
dialogo, è chiaramente e inderogabilmente indicata: è proprio
quella dell’Esodo, dell’uscita da sé; vale per il singolo
credente, come per le comunità cristiane. Anche questo cammino
che si profila è ben oltre le capacità e le bravure o le
lentezze di noi umani: serve che la Grazia ne guidi i passi.
Al di là dei progetti, dei calcoli, delle strategie e delle
valutazioni umane, dovremo quindi essere attenti a fidarci
dell’azione di Dio che guida la storia, cogliere ciò che lo
Spirito opererà e da Lui lasciarci condurre. Ci affidiamo, per
questo all’intercessione dei Santi patroni delle nostre
comunità.
All’inizio del nostro cammino insieme, oltre che affidarci
alle vostre preghiere, vi chiediamo anche di avere pazienza
con noi e ci scusiamo in anticipo per lentezze o dimenticanze
che potremo fare e per i disagi che ciò potrebbe suscitare. Ci
affidiamo alla vostra comprensione.
Grazie per questo come per la vostra accoglienza e buon
cammino a tutti!
don Andrea, don Attilio, don Gabriele
Biografia dei sacerdoti
Don Andrea Bastoni è nato a Cremona il 31 marzo 1972 ed è
stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997 mentre risiedeva
nella comunità di Piadena. Dal 1997 al 2001 è stato studente a
Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia fondamentale e
in Liturgia. Dal 2001 al 2010 è stato vicario a San Bernardo
in città, mentre dal 2010 al 2014 è stato vicario a
Caravaggio. Nel 2014 la nomina a collaboratore delle
parrocchie di Pizzighettone, Regona e Roggione. Ora mons.
Napolioni lo ha nominato parroco in solido e moderatore della
nuova unità pastorale costituita dalle comunità di “S.
Bassano” in Pizzighettone, “S. Rocco” e “S. Pietro” nella
frazione di Gera, “S. Patrizio vescovo” in quella di Regona e
“Beata Vergine del Roggione”.
Don Gabriele Battaini è nato a Treviglio il 13 luglio 1970 ed
è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000 mentre risiedeva
nella comunità di Caravaggio. È stato vicario a Mozzanica dal
2000 al 2006. Nel 2006 il trasferimento, sempre in qualità di
vicario, a Covo. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco in
solido dell’unità pastorale di Pizzighettone.
Don Attilio Spadari è nato a Castelleone il 23 settembre 1958
ed è stato ordinato il 23 giugno 1984. È stato vicario a S.
Imerio in città (1984-1988), Caravaggio (1988-1994), San
Sigismondo in città (1994-1996). Dal 1996 al 2000 è stato
amministratore parrocchiale di Gera di Pizzighettone, mentre
dal 2000 al 2005 è stato parroco di Formigara e Cornaleto. Dal
2005 al 2014 ha ricoperto l’incarico di collaboratore
parrocchiale a Caravaggio. Da allora è stato collaboratore
parrocchiale a Soresina. Ora mons. Napolioni lo ha nominato
parroco in solido dell’unità pastorale di Pizzighettone.
Il saluto dei nuovi parroci
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di
coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano
salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal
vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce
e rinasce la gioia”.
Saluti a voi! Noi tre sacerdoti, don Andrea, don Attilio e don
Gabriele, stiamo per iniziare un cammino insieme e proseguiamo
o stiamo per iniziare un cammino con le comunità della Beata
Vergine del Roggione, di S. Bassiano in Pizzighettone, di S.
Pietro e S. Rocco in Gera, di S. Patrizio in Regona; anche le
comunità sono chiamate a proseguire un cammino insieme,
iniziato da qualche anno. Le parole iniziali dell’Esortazione
Evangelii Gaudium (citate all’inizio dell’articolo)
richiamano, con l’essenzialità e la chiarezza tipiche di papa
Francesco, l’origine, la direzione, il fine del nostro
camminare insieme: aiutarci e sostenerci nell’incontro con il
Cristo vivente. E’ questo il cuore pulsante delle comunità
cristiane, irrorato da una Parola che ci chiama costantemente
a uscire da noi stessi e dalle nostre prospettive a volte
troppo umane; tonificato dai sacramenti che rendono vicina a
noi la perenne vitalità del dono di Cristo; capace di
dilatarsi in scelte e stili di carità. Cercare di tenere
presente, come comunità cristiane, quale sia l’origine, la
direzione e il fine consente di sperimentare l’ariosità e la
freschezza che promana dalle parole del papa.
Presentandoci a voi, vorremmo brevemente soffermarci sulla
missione che il Vescovo ci ha affidato e che troviamo
delineata nel decreto della nostra nomina: “Nell’intento di
avviare un’esperienza di collaborazione fraterna tra
sacerdoti, già raccomandata dal Concilio Vaticano II, i
Parroci concorderanno la concreta organizzazione dell’attività
pastorale delle Parrocchie, cureranno un progressivo
coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino d’insieme,
tenendo in debito conto anche le esigenze della zona
pastorale”.
“Nell’intento di avviare un’esperienza di collaborazione
fraterna tra sacerdoti”. Il Vescovo ci chiama ad una missione
affascinante e difficile: vivere una collaborazione fraterna;
è più che un semplice rapporto professionale, si tratta di
cercare uno stile che sia quello dell’unità e della
condivisione, facendosi carico, prima ancora che del lavoro
pastorale, della vita stessa dei confratelli, sostenendosi
nella fede e nel ministero. Il pensiero del Vescovo è
estremamente chiaro: la ricerca di unità che viene chiesta
alle comunità cristiane non può che partire dall’unità tra i
sacerdoti. Tutti e tre sappiamo quanto sia evangelica questa
prospettiva, ma anche quanto sia alta ed esigente: il nostro
“sì” al Vescovo implica la conversione quotidiana, per uscire
dai noi stessi, staccarsi dalle abitudini personali, dalle
proprie personali sicurezze, dalle prospettive e dalle
convinzioni individuali per entrare nella logica evangelica:
farsi carico della vita dell’altro, così come è, con la
bellezza dei suoi pregi, ma anche con il peso dei suoi
difetti. Un lavorio su se stessi che chiede di mettere
continuamente al centro il Signore, simile a quello che
avviene nella quotidianità della vita delle famiglie, ma che
per noi sacerdoti è un po’ nuovo. Nel tempo, consapevoli dei
nostri limiti, proveremo a far sì che la fraternità
sacerdotale si incarni in scelte e gesti concreti. Non
vogliamo predefinire tempi ed esiti: partiamo, vediamo dove il
Signore ci vorrà man mano condurre. Questo “uscire da sé”,
questo “esodo” che da sempre il Signore chiede alla Chiesa e
ai credenti va ben oltre le risorse e le capacità umane: ci
vuole la Grazia. Perciò, sin dall’inizio, ci siamo affidati
alle vostre preghiere e vi chiediamo di continuare a pregare e
di pregare tanto per noi.
“I
Parroci
concorderanno
la
concreta
organizzazione
dell’attività pastorale delle Parrocchie, cureranno un
progressivo coinvolgimento delle cinque Comunità in un cammino
d’insieme, tenendo in debito conto anche le esigenze della
zona pastorale”. Dallo stile di fraternità chiesto ai
sacerdoti sgorga, nelle parole del Vescovo, uno stile di
condivisione e di corresponsabilità che, a cascata, dovrebbe
riverberarsi su tutta la comunità cristiana: sulla comunità
delle Suore Figlie dell’Oratorio, presenza che tutti dobbiamo
essere ben contenti di avere, stimare e valorizzare (secondo
la vocazione che è loro propria); sugli organismi di
partecipazione (Consiglio pastorale unitario e Consigli affari
economici), come pure sui collaboratori in ogni ambito di vita
parrocchiale e su tutti i fedeli.
Il Vescovo ha ribadito la scelta che le cinque parrocchie di
S. Bassiano in Pizzighettone, Beata Vergine del Roggione, S.
Pietro e S. Rocco in Gera, S. Patrizio in Regona costituiscano
una Unità pastorale. Siamo ben consapevoli che non basta un
decreto vescovile a creare un cammino d’insieme tra le
parrocchie, e nemmeno un progetto disegnato a tavolino. La
Diocesi intera si interrogherà, nei prossimi mesi, su quale
sia il significato e il valore delle Unità pastorali, su come
si possano articolare al loro interno, quali forme concrete
possano assumere. Pensiamo che le parole del Vescovo intendano
avviare un processo del quale non ci sentiamo di predefinire
tempi, forme, modi: sarà importante, come comunità cristiane,
prima ancora di pensare a delle forme o a delle iniziative
concrete, domandarci insieme, preti, suore e laici quali siano
gli elementi di unità tra le parrocchie, quali siano gli stili
che sostengono un cammino unitario, quali le forme che
consentono di valorizzare al meglio i doni che l’azione dello
Spirito ha suscitato nella vita delle comunità, quali i tempi
e i modi di presenza dei preti, ma anche come i laici (giovani
compresi) possano maturare una corresponsabilità secondo lo
Spirito della Chiesa.
Siamo tutti ben consapevoli che la sfida posta davanti a noi è
affascinante e ardua: un po’ come per il popolo d’Israele
appena uscito dall’Egitto, sperimenteremo la tentazione del
ritorno ad un passato che ci appare più rassicurante rispetto
ad un cammino che percepiamo incerto e faticoso. Come il
popolo di Israele, sperimenteremo la tentazione della
lamentela e della spinta a tornare indietro. La assumiamo come
propria di un popolo che, insieme, è chiamato a percorrere un
esodo certamente non facile e scontato, che impegnerà in un
discernimento comunitario (che non dovrà essere guidato dai
criteri umani o da pregiudizi e visioni parziali, ma dai
criteri del Vangelo) in modo che il cammino unitario di queste
parrocchie sia il più possibile nella linea della condivisione
e della corresponsabilità tra preti, suore, laici. Ma la
strada, da percorrere, insieme, sostenendoci, con pazienza,
facendoci carico gli uni degli altri, mettendoci in gioco e in
dialogo, è chiaramente e inderogabilmente indicata: è proprio
quella dell’Esodo, dell’uscita da sé; vale per il singolo
credente, come per le comunità cristiane. Anche questo cammino
che si profila è ben oltre le capacità e le bravure o le
lentezze di noi umani: serve che la Grazia ne guidi i passi.
Al di là dei progetti, dei calcoli, delle strategie e delle
valutazioni umane, dovremo quindi essere attenti a fidarci
dell’azione di Dio che guida la storia, cogliere ciò che lo
Spirito opererà e da Lui lasciarci condurre. Ci affidiamo, per
questo all’intercessione dei Santi patroni delle nostre
comunità.
All’inizio del nostro cammino insieme, oltre che affidarci
alle vostre preghiere, vi chiediamo anche di avere pazienza
con noi e ci scusiamo in anticipo per lentezze o dimenticanze
che potremo fare e per i disagi che ciò potrebbe suscitare. Ci
affidiamo alla vostra comprensione.
Grazie per questo come per la vostra accoglienza e buon
cammino a tutti!
don Andrea, don Attilio, don Gabriele