FEDRA di Seneca Traduzione di Edoardo Sanguineti
Transcript
FEDRA di Seneca Traduzione di Edoardo Sanguineti
FEDRA di Seneca Traduzione di Edoardo Sanguineti Roma TEATRO VALLE 12 gennaio 1969 Cooperativa Teatro Stabile di Roma Fedra Teseo Ippolito La Nutrice Coro Il messaggero Lilla Brignone Gianni Santuccio Massimo Foschi Anita Laurenzi Mariano Rigillo Marzio Margine Costumi Enrico Job Musiche Vinko Globokar Regia Luca Ronconi Fedra Ronconi rappresentò Fedra di Seneca con “gelida correttezza”. Un grande scivolo bianco ghiaccio, riempiva quasi per intero lo spazio scenico e lasciava in vista sullo sfondo l’arco e la parete di fondo del Teatro Valle, accuratamente imbiancati. Sullo scivolo si aprivano buche quadrate, nelle quali a figura intera si ergevano i personaggi. Non era menzionato il nome dello scenografo e alcuni, come anche il critico Elio Pagliarani, asserirono che la scena fosse derivata da uno schema analogo di Svoboda.“Il motivo per cui sul programma non figura il nome dello scenografo, – affermò Luca Ronconi in una lettera pubblicata su Paese Sera, il 20 gennaio 1969 – è che il praticabile su cui si svolge lo spettacolo è frutto di una collaborazione tra me, Enrico Job e Renato Morozzi; e non va considerato come una vera e propria scena, ma un semplice elemento strutturante la regia posto sul palcoscenico nudo del Teatro Valle” (n. d. r.). “Costumi di Enrico Job: bello quello di Teseo, un mantello che muovendosi mostra nervature come le ali di un’aquila o di un pipistrello” (Elio Pagliarani, ‘Fedra’ muore di noia, Paese Sera, 13 gennaio 1969). “... ho applaudito anch’io all’inizio dello spettacolo quell’abbagliante bianco, su cui spiccavano le sagome dei corpi, nei severi costumi di Enrico Job, e pian piano mi sono distratto a guardare il giocattolo scenico, la magica apertura dei canali di comunicazione tra una buca e l’altra” (Giorgio Prosperi, Gelida correttezza della ‘Fedra’ di Seneca, Il Tempo, 13 gennaio 1969). “Nella scena nuda, al posto del normale palcoscenico, si alza un alto piano obliquo, bianchissimo e levigato, rotto soltanto in cinque punti da cinque piccole buche gradini distanti l’una dall’altra, in cui si trovano per tutta, o quasi, la durata dello spettacolo i cinque attori” (Franco Quadri, La politica del regista, Il Formichiere, Milano, 1980). 46 Ronconi’s representation of Seneca’s Phaedra was “icily correct”. A big, icy-white slide almost filled the whole stage, leaving the arch and back wall of the Teatro Valle visible in the background. Square holes opened up on the slide, out of which the characters raised themselves to their full height.There was no mention of the name of the set designer, and some, including critic Elio Pagliarini, maintained that the set had been derived from an analogous set of Svoboda’s. “The reason why the name of the set designer does not appear on the programme”, stated Luca Ronconi in a letter published in Paese Sera on 20 January 1969, “is that the moveable platform upon which the play is acted is the fruit of collaboration between myself, Enrico Job and Renato Morozzi; it should not be regarded as a real set, so much as a simple element structuring the direction, placed on the naked stage of the Teatro Valle” (ed.). “The costumes are by Enrico Job: Theseus’s is nice, a cloak that, when he moves, reveals fine bone-like joints resembling the wings of an eagle or a bat” (Elio Pagliarini, ‘Fedra’ muore di noia, Paese Sera, 13 January 1969). “.. I too applauded the dazzling white at the beginning of the play, out of which popped the outlines of bodies, in Enrico Job’s severe costumes, and gradually I let my mind wander in contemplation of the stage toy, the magic opening of channels of communication between one hole and another” (Giorgio Prosperi, Gelida correttezza della ‘Fedra’ di Seneca, Il Tempo, 13 January 1969). “On the naked set, in place of the usual boards, there is an oblique, raised platform, very white and polished, broken only at five points by five small trapdoors, equidistant from one another, in which the five actors stand for the whole, or most, of the duration of the play” (Franco Quadri, La politica del regista, Il Formichiere, Milan, 1980). Coro Teseo Messaggero Ippolito 47