rassegnastampa - Coldiretti Torino

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rassegnastampa - Coldiretti Torino
rassegnastampa
quotidiana
20 aprile 2010
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coldiretti
❚ NEWS COLDIRETTI PIEMONTE Coldiretti
Piemonte pronta al dialogo con la nuova
Giunta regionale
in provincia
❚ LA STAMPA Sull’altare della carne il bolluto sposa il kebab
❚ LA STAMPA Villastellone – Presenza di
sostanze inquinanti nei pozzi
agricoltura
❚ LA NUOVA ECOLOGIA Patate bollenti
❚ IL GIORNALE Eurodeputati del Pdl contro gli Ogm, ma a Galan piacciono
❚ FINANZA&MERCATI Ogm, Galan conferma lo stop, ma senza bloccare la ricerca
❚ CORRIERE DELLA SERA La caccia più
libera, no da 28 deputati del Pdl
❚ LA STAMPA Contro la caccia 30 ribelli
nel Pdl
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Coldiretti Piemonte
Comunicato n° 24/2010
COLDIRETTI PIEMONTE PRONTA AL DIALOGO CON LA NUOVA
GIUNTA REGIONALE
Coldiretti Piemonte porge al nuovo Assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto i più
fervidi auguri di buon lavoro. Ad oggi dobbiamo dare atto dicono, Paolo Rovellotti e Bruno
Rivarossa, rispettivamente presidente e direttore Coldiretti Piemonte, al presidente Cota di
aver sicuramente individuato una persona competente. Ora occorre realizzare le enunciazioni e
gli obiettivi annunciati precedentemente. In particolare la valorizzazione della produzione
agroalimentare Piemontese, concretizzare la tracciabilità dei prodotti agricoli anche quando
sono trasformati, dichiarare l’origine degli stessi per garantire al consumatore un acquisto
consapevole, in altre parole attuare un progetto di filiera per le imprese ed il territorio.
Inoltre sul piano prettamente agricolo occorre dare concreta attuazione al Piano di Sviluppo
Rurale anche attraverso la semplificazione delle procedure.
Su questi argomenti di base, Coldiretti ribadisce la disponibilità al dialogo e al confronto
costruttivo con la nuova Giunta Regionale e con l’Assessore all’Agricoltura in particolare modo.
Torino, 19 aprile 2010
con invito alla divulgazione
Ufficio stampa Coldiretti Piemonte
piazza san carlo, 197 - 10123 torino - tel. 011.5622800 - fax 011.537017
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20 Aprile 2010
CAVOUROPERATORI SODDISFATTI PER L’ALTO NUMERO DI PRESENZE DI TURISTI E DI GOURMET
Sull’altare della carne
il bollito sposa il kebab
È un successo la manifestazione nata tra le polemiche
[FIRMA]DEVIS ROSSO
CAVOUR
Vittorio Castellani, in arte Chef Kumalè, l’aveva detto fin dall’inizio: «L’integrazione si fa a tavola». E così è stato. La
cucina, turca, piemontese, argentina o marocchina, ha messo tutti d’accordo e nella settimana che Cavour ha dedicato
alla carne piemontese, c’è stato spazio per il kebab e gran bollito.
Messe da parte le polemiche, nate per il malcontento di allevatori e macellai che si sono visti la mucca di razza
Piemontese improvvisamente colorata con arabeschi orientali sul manifesto della rassegna, e sfociata anche nelle aule
della politica che conta, c’è stato spazio solo per la buona cucina. Oltre 1700 le persone che sabato sera e domenica
scorsa hanno preso d’assalto l’ala comunale e degustato il kebab preparato rigorosamente con le carni di Piemontese
acquistate a Cavour.
«Le polemiche degli ultimi giorni mi avevano stupito - ha detto Demir Ergulu, il kebabbaro turco protagonista a Cavour invece la vetrina di Cavour è stata fantastica. In poche ore ho servito oltre 250 chilogrammi di carne, quattro spiedoni. E
ho ricevuto i complimenti della gente, è stata un'esperienza interessante». Soddisfatti anche Mohamed Drhourhi,
ristoratore marocchino che sotto l’ala ha presentato tajine e brik merguez e gli argentini che hanno invaso la piazza con i
profumi di parrillada e choripan.
«Abbiamo dimostrato l'eccellenza e la versatilità della carne piemontese - ha spiegato il sindaco Piergiorgio Bertone Era una scommessa, accettata dai ristoratori e da Castellani. Il risultato è stato sorprendente. I numeri hanno dimostrato
che “Cavour città gastronomica” non è solo uno slogan ma un marchio vincente». Accantonato il kebab, domenica è
stata la volta del gran bollito. E mentre in piazza erano in molti a chiedere ancora alla reception: «dove si mangia il
kebab?» il Palasport ha accolto oltre 400 persone per la cena che ha concluso la manifestazione. In tavola la «Locanda
la Posta», che ha curato il catering, ha portato oltre 100 chili di bollito, e mezzo quintale di carne cruda. Anche qui si
sono viste le stesse scene della Tettoia del gusto, con la gente in coda, piatto alla mano, in attesa di assaporare la carne
di Cavour. «Il bollito è stato protagonista anche in settimana - spiega Giovanni Genovesio, titolare della Posta - È stata
numerosa la clientela che, approfittando dei menù proposti dai ristoranti, ha degustato bolliti e altri piatti della tradizione
culinaria locale». A questi numeri si aggiungono le 600 persone che hanno visitato le aziende agricole, le 200 che hanno
preso parte alle officine gastronomiche sulla carne di Kumalè e dei macellai locali, le migliaia che hanno girovagato tra
stand e bancarelle nelle due domeniche.
Soddisfatti anche i macellai «Non solo perché c'è stato un aumento delle vendite - spiegano - ma anche perché la
clientela ha chiesto, si è informata, ha voluto conoscere i tagli di carne acquistati». Insomma: anche la cultura si fa a
tavola.
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20 Aprile 2010
VILLASTELLONEL’ANALISI DEI TECNICI DEL NOE SVELA LA PRESENZA DI SOSTANZE INQUINANTI
Con un’ordinanza
il sindaco ha imposto
per scopi alimentari
l’uso dell’acquedotto
“Ma non ci sono problemi per gli impianti della potabile”
[FIRMA]FEDERICO GENTA
C’è ferro, manganese e perfino arsenico nelle acque dei pozzi che gli abitanti di Villastellone usano tutti i giorni per
irrigare giardini e campi. L’allarme è stato lanciato dall’Asl dopo i prelievi effettuati dall’Arpa e dai carabinieri del Noe. Il
sindaco Davide Nicco è corso ai ripari con un’ordinanza che vieta di bere acqua che non proviene dall’acquedotto. E
nega ogni possibilità di utilizzo per i pozzi, al momento soltanto due, dove è stata riscontrata una dose di veleno
superiore ai parametri di legge.
In città si cerca di non drammatizzare, ma la faccenda è seria. Nell’ottobre del 2008 alcuni cittadini si erano rivolti a
Legambiente, insospettiti da una strana sostanza che vedevano affiorare dai loro secchi. Una chiazza oleosa, che faceva
la sua comparsa solo alcune ore dopo che il liquido aveva raggiunto la superficie. Una macchia che poi si cristallizzava,
per depositarsi sul fondo, assumendo la forma di una melma rossastra.
«Già negli Anni 90 diversi studi confermavano una presenza fuori misura di ferro e arsenico nelle falde del paese conferma Lillo Clementi, responsabile locale di Legambiente -. Questo è dovuto alla conformazione del terreno,
prevalentemente sabbioso e permeabile, che favorisce il passaggio di questi materiali».
Nel novembre dello stesso anno anche l’Autorità sanitaria si è mobilitata perché venissero svolte indagini più
approfondite. Queste si sono concretizzate nel maggio del 2009, quando sono stati effettuati dei prelievi a campione su
tre pozzi: in via Carignano, via Lunga e via Cossolo. I risultati non lasciano spazio a dubbi. Ferro e manganese superano
anche di dieci volte i valori limite per le acque potabili. Fatta eccezione per il centro storico, è stata evidenziata una
presenza eccessiva di arsenico, di 22 microgrammi per litro contro i 10 consentiti.
«Non è il caso di creare allarme: l’acqua del rubinetto non è interessata da questo problema, e basta lavare le verdure
per eliminare i depositi ferrosi» spiega Diego Lucco, assessore all’Ambiente. «Abbiamo consigliato a tutti di fare verifiche
sui propri pozzi, in modo da verificare la presenza di arsenico».
Ma quanti sono i pozzi che sarebbe meglio far controllare? Nel censimento del 2005 il Comune ne aveva contati un
centinaio, ma i bene informati sono convinti che il numero di quelli abusivi non sia inferiore. E l’analisi dell’acqua può
costare a un privato anche 400 euro.
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