EUFORIA PER UN SEGGIO A METÀ!

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EUFORIA PER UN SEGGIO A METÀ!
FLP Affari Esteri
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EUFORIA PER UN SEGGIO A METÀ!
All’ONU l’Italia ha vinto. Sì, ha vinto un seggio a metà, dopo la figuraccia per essersi fatta soffiare dalla Svezia il
posto cui anelava ardentemente. Ha ottenuto un seggio, per così dire, monochiappa: una vittoria
incommensurabile della diplomazia italiana, secondo il ministro Gentiloni che, evidentemente, si accontenta
di poco. Ma chi ha mandato il Ministro allo sbaraglio assicurando il presunto successo di un’azione
diplomatica rivelatasi fallimentare! Dopo mesi e mesi di preparazione, di consultazioni, di avvicendamenti di
riunioni e di coordinamento, abbiamo vinto un anno nel Consiglio di Sicurezza a metà con l’Olanda. È questa la
vittoria dell’eccellentissima amministrazione?
Ci saremmo aspettati, dopo gli altisonanti preamboli che si sono susseguiti in questi mesi, forse qualcosa di
più di questa vittoria ben più che mutilata. Le aspettative, soprattutto, si erano notevolmente alzate visto
l’impressionante schieramento di uomini e mezzi messi in campo.
Ci chiediamo, a questo punto e considerato il risultato scadente, se era davvero necessario dispiegare intere
divisioni e battaglioni, con una non indifferente spesa pubblica, visto che a pagare sono i contribuenti, per
portare a casa un risultato del genere! Era necessario istituire il posto di “inviato speciale”, con conseguenti
viaggi e rimborsi, prebende e diarie, allo scopo di conseguirci qualche mese nella stanza dei grandi, per poi
tornare da dove siamo venuti? Un inviato speciale per negoziare un risultato simile era davvero necessario? (Il
nostro inviatissimo, molto speciale, Sua Eccellenza S. avrà forse maggiore successo al SNDMAE?). Del resto,
non crediamo sia nemmeno corretto scaricare la colpa sui vari “franchi tiratori” internazionali, quanto
piuttosto su un’amministrazione che - non ci stancheremo mai di ribadirlo - dovrebbe fare piazza pulita di
sprechi, clientelarismi e tanti altri vizi del passato per fare e urgentemente e finalmente spazio al merito, alla
trasparenza, e all’efficienza della gestione amministrativa.
Come diceva un filosofo tedesco, la diplomazia non è una scienza su cui tutti possono dire la propria, ma è
piuttosto una tecnica. Ci chiediamo, senza la presunzione di fornire una risposta, che tutti possono trarre da
sé, se la tecnica sia stata conforme, in questo caso, allo stato dell’arte. Perché altrimenti bisognerebbe avere
l’umiltà di fare un po’ di autocritica, e capire che, di questi tempi, è ormai necessario ripensare
l’Amministrazione su nuove basi, rimettendo mani e testa anche ai testi sacri (leggasi DPR 18), bibbia
farnesiana). Così che magari le vittorie del futuro non siano solo a metà, non siano di facciata, e non siano
trovate pubblicitarie, che peraltro costano non poco al contribuente, ma magari possano essere anche vittorie
vere. Vittorie innanzitutto per l’interesse nazionale, di cui l’Italia avrebbe ora tanto bisogno, e non per quello
di pochi, sempre gli stessi.
Roma, 5 luglio 2016
UFFICIO STAMPA
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