Parlare di sè. Gli adolescenti si raccontano.

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Parlare di sè. Gli adolescenti si raccontano.
Maria D’Angelo
Parlare di sè.
Gli adolescenti si raccontano.
Prof.ssa Maria D’Angelo – Project work per il Corso di Perfezionamento “Emozioni, corpo e mente nelle nuove
strategie educative di insegnanti, educatori ed educatrici professionali”, Università degli Studi di Firenze, 7/5/ 2012
INDICE
1. DENOMINAZIONE DEL PROGETTO
2. PREMESSA
3. INTRODUZIONE
4. DESCRIZIONE DEL PROGETTO
5. FINALITA’
6. OBIETTIVI
7. COLLOCAZIONE TEMPORALE, DURATA DEL PROGETTO E IMPEGNO ORARIO DI
ALUNNI E DOCENTI
8. REQUISITI D’ACCESSO
9. FASI DEL PROGETTO
10. METODOLOGIA
11. VALUTAZIONE DELL’ESPERIENZA
12. ALLEGATI
13. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Prof.ssa Maria D’Angelo – Project work per il Corso di Perfezionamento “Emozioni, corpo e mente nelle nuove
strategie educative di insegnanti, educatori ed educatrici professionali”, Università degli Studi di Firenze, 7/5/ 2012
DENOMINAZIONE DEL PROGETTO
Parlare di sé. Gli adolescenti si raccontano.
PREMESSA
L’idea di svolgere questo lavoro con i miei alunni della classe prima scientifico mi è venuta
leggendo gli appunti presi durante la lezione della Prof.ssa Caterina Benelli, sabato 18 marzo,
presso la sede del corso di perfezionamento, in via Laura, a Firenze.
L’argomento era: “Le valenze formative dell’autobiografia nelle emergenze sociali”.
Il mio coinvolgimento è stato totale, soprattutto nella parte finale della lezione quando abbiamo
realizzato un’esperienza laboratoriale che ha coinvolto tutte le persone presenti.
Mentre parlavamo delle strade che avevamo già percorso nella nostra vita e dei momenti importanti
e li indicavano sopra una spirale che si apriva e si allargava fino a toccare la nostra vita attuale, è
nato dentro di me un pensiero. Non ne ero ancora consapevole ma stavo già preparando una
esperienza di laboratorio da realizzare con i miei alunni adolescenti.
Poi ho letto un paio di libri di Duccio Demetrio consigliati dalla docente (sono citati nella
bibliografia) e ho cercato del materiale in Internet per capire di più, approfondire e accumulare idee,
notizie, esperienze, anche curiosando in quello che altri hanno fatto prima di me.
Ho riportato nella sitografia tutti i riferimenti ai luoghi dove ho trovato qualcosa.
La legge sulla tutela della privacy mi ha creato qualche problema che ho superato quando ho deciso
che tutto il materiale prodotto avrebbe riportato soltanto il nome del ragazzo e non il cognome;
inoltre ogni scheda prodotta dagli alunni sarebbe rimasta nascosta tra le mie cose e non mostrata al
resto della classe, a meno di un esplicito consenso (o richiesta) da parte dell’alunno.
Prof.ssa Maria D’Angelo – Project work per il Corso di Perfezionamento “Emozioni, corpo e mente nelle nuove
strategie educative di insegnanti, educatori ed educatrici professionali”, Università degli Studi di Firenze, 7/5/ 2012
INTRODUZIONE
L’intento di questo progetto è di far uscire i ragazzi dal proprio “guscio” e dar loro un’opportunità
per guardare a sé e alla propria storia attraverso la condivisione di emozioni scatenate dai ricordi.
Per gli adolescenti le pratiche autobiografiche rappresentano un esercizio di approssimazione
all’adultità, diretto ad interrogare e a progettare se stessi e sono volte ad una finalità educativa e
anche auto-educativa (sitografia, 2).
L’utilità dell’uso del metodo autobiografico nelle pratiche educative scaturisce in modo evidente
dall’attenzione a come l’individuo, raccontandosi, costruisce l’immagine di se stesso, degli altri e
del mondo in cui vive, attraverso procedimenti cognitivi ed emotivi che ci dicono molto di più di
quanto effettivamente il narratore esponga.
“Il pensiero autobiografico è quell’insieme di ricordi della propria vita passata: belli, brutti, di ciò
che si è stati e si è fatto. E’ una presenza che, ad un certo punto della nostra vita diventa costante,
entra a far parte della nostra esperienza umana ed intellettuale, diventando un luogo interiore di
benessere e di cura. Mentre ci rappresentiamo e ci raccontiamo, ci riprendiamo tra le mani, ci
prendiamo in carico e ci assumiamo la responsabilità di tutto ciò che siamo stati o che abbiamo
fatto e non possiamo che accettare. Il racconto sistematico di sé porta ad uno stato di benessere;
quando ripensiamo a ciò che abbiamo vissuto è come se creassimo un altro da noi, che ripercorre il
nostro cammino, diventando spettatori della nostra vita.” (bibliografia, 2).
“Dal punto di vista psicologico, parlare e scrivere sono attività molto diverse. Spesso la
conversazione può essere un po’ disordinata, disorganizzata, spesso caotica. Al contrario, la
scrittura favorisce la creazione di una storia e di una struttura che aiutano a capire cosa è successo e
a trovare una soluzione. In breve, la conversazione può aggravare il senso di confusione , mentre la
scrittura offre un approccio più sistematico e orientato alla soluzione”(bibliografia, 3).
Inoltre la capacità di ascoltare degli insegnanti è fondamentale. Non si può parlare dell’altro, parlare
all’altro, occorre ascoltare l’altro e non può esserci educazione senza ascolto. E’ necessario che
l’altro ci parli e ci sveli il racconto della sua vita. Può essere un sogno, un gioco, un desiderio, un
ricordo ….. Il racconto delle proprie esperienze permette il confronto di tante realtà e i vari punti di
vista permetteranno uno scambio di valori culturali (sitografia, 1).
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strategie educative di insegnanti, educatori ed educatrici professionali”, Università degli Studi di Firenze, 7/5/ 2012
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Questa breve esperienza di laboratorio coinvolge un gruppo di adolescenti di quattordici anni che
compongono la classe prima liceo scientifico. L’attività è svolta da 26 alunni normodotati ( 8
femmine e 18 maschi) e un alunno con disabilità che dovrà essere seguito nello svolgimento del
breve lavoro dal proprio insegnante di sostegno.
La scheda di lavoro viene consegnata ad ogni alunno e il lavoro deve essere svolto individualmente
a casa e, poi, in laboratorio.
Si tratta di preparare una presentazione in Power Point, un software che gli alunni hanno appena
imparato ad usare con competenza, con un numero di tre o quattro slide con testo, immagini e,
eventualmente, musica. Tra gli strumenti a loro disposizione in laboratorio c’è anche uno scanner
per digitalizzare le fotografie nel caso che l’alunno volesse integrarle nella presentazione.
E’ stato fissata una scadenza dopo 15 giorni ma è dinamica. La visualizzazione dei lavori preparati
sarà su base volontaria. Il lavoro finale andrà inviato per e-mail, come allegato, alla casella di posta
della professoressa.
Alla fine dell’esperienza sarà chiesto agli alunni di compilare un questionario di fine esperienza, in
forma anonima.
Per favorire la riproducibilità dell’esperienza tutto il materiale prodotto sarà, alla fine, raccolto e
registrato in un CD utilizzando solo il nome proprio degli alunni.
FINALITA’
Le finalità sono le seguenti:
• far riflettere gli alunni sulle esperienze del passato per conoscere meglio se stessi e
migliorare le capacità comunicative e relazionali nel momento della condivisione,
• avviare gli alunni adolescenti alla produzione di documenti autobiografici.
OBIETTIVI
Gli obiettivi sono i seguenti:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
accrescere l’autostima,
sviluppare la riflessione autobiografica,
valorizzare le esperienze e il vissuto degli alunni,
sperimentare nuove modalità di lavoro coinvolgenti e motivanti,
far riguadagnare agli alunni un narcisismo primario, disperso o mai nato, nella dignità
dell’uso della prima persona,
raccogliere riflessioni e pensieri da condividere,
dare l’avvio alla costruzione di un processo di autoconsapevolezza lungo il tragitto del fare e
del pensare,
creare un gruppo coeso ed uno spazio sicuro dove relazionarsi ed esprimere se stessi
(bibliografia 4)
sviluppare la conoscenza di se stessi e del rapporto con gli altri (bibliografia, 4).
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COLLOCAZIONE TEMPORALE, DURATA DEL PROGETTO E
IMPEGNO ORARIO DI ALUNNI E DOCENTI
L’attività qui proposta può essere svolta all’inizio del secondo quadrimestre, entro il mese di
febbraio, in un periodo in cui il carico scolastico per gli alunni (compiti a casa, interrogazioni,
verifiche in classe) è più leggero in quanto sono state appena consegnate le pagelle del primo
quadrimestre.
Complessivamente il progetto per l’allievo corrisponde ad un impegno di:
• 4 ore a casa ( impiegate nella fase di riflessione, progettazione e realizzazione della
presentazione in Power Point)
• e 2 ore in laboratorio a scuola (per la messa a punto finale della presentazione con la
eventuale introduzione di fotografie e la facoltativa proiezione del lavoro svolto davanti
all’intera classe).
L’insegnante-formatore e l’assistente di laboratorio saranno impegnati in laboratorio per aiutare gli
allievi a risolvere piccoli problemi tecnici nella fase di messa a punto delle presentazioni.
E’ anche possibile prevedere un supporto peer to peer da parte degli alunni che hanno già finito nei
confronti di quelli che, invece, devono ancora terminare il lavoro e sono in difficoltà.
REQUISITI D’ACCESSO
ABILITA’:
a)
b)
c)
d)
saper usare lo scanner per digitalizzare le fotografie,
saper usare Internet a livello elementare per poter accedere alle immagini,
saper costruire una semplice presentazione con Power Point,
saper usare la posta elettronica.
CONOSCENZE:
a) conoscere le caratteristiche del programma Power Point,
b) conoscere le modalità di utilizzo dello scanner,
c) conoscere come si invia un file in allegato ad un messaggio di posta elettronica.
FASI DEL PROGETTO
A) Presentazione della scheda sull’autobiografia alla classe e spiegazioni.
B) Creazione a casa della presentazione.
C) Messa a punto della presentazione in laboratorio (con introduzione di fotografie e
musica).
D) Invio del lavoro per e-mail alla professoressa.
E) Visione (facoltativa) della presentazione insieme all’intera classe con il proiettore
nell’aula del laboratorio informatico.
F) Compilazione del questionario anonimo di fine esperienza.
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METODOLOGIA
Si prevede di usare:
a) Lezioni frontali,
b) Lezioni partecipate,
c) Supporto “peer to peer” (da parte degli alunni che hanno già finito nei confronti di quelli
che, invece, devono ancora terminare il lavoro e sono in difficoltà),
d) Consultazione e download di materiale in Rete (immagini, GIF, fotografie, altro).
VALUTAZIONE DELL’ESPERIENZA
La valutazione dell’esperienza si svolge in due momenti:
• Revisione degli elaborati in forma privata (professoressa e allievo) o condividendoli con
l’intera classe se l’autore lo consente.
• Somministrazione del questionario di fine esperienza (allegato alla fine di questo
documento).
ALLEGATI
Sono allegati:
- la scheda di lavoro sull’autobiografia e
- il questionario di fine esperienza.
BIBLIOGRAFIA
(1) D. Demetrio, “Il gioco della vita, kit autobiografico”, casa ed. Guerini (1997)
(2) D. Demetrio, “Raccontarsi: l’autobiografia come cura di sé”, Raffaello Cortina ed. (1996)
(3) R. Wiseman, 59 secondi. Pensa poco cambia molto, casa ed. Ponte alle grazie (2009)
(4) A. Mannucci, Bastano due ali per volare, casa ed. ECIG (2011)
SITOGRAFIA
1. http://www.istituto-meme.it/pdf/tesi/Silvestri-2010.pdf
2. http://www.scuolab.it/main/files/projects/attachments/1200/relazione_finale_sandre.pdf
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Informatica al liceo scientifico delle scienze applicate - Power Point
Scheda sull’autobiografia
Tema: Raccontare di sé
Lavoro individuale da svolgere a casa e inviare per e-mail alla Prof.ssa ([email protected])
entro il 10 maggio 2012
Descrizione del lavoro individuale da preparare a casa
Racconta un momento della tua vita in cui sei stato:
. particolarmente
felice,
t
. oppure particolarmente riste,
. oppure che ti ha cambiato la
vita.
Prepara una presentazione in Power Point con tre o quattro diapositive e aggiungi
una musica scelta con cura.
Ricordati di mettere immagini (a tua scelta).
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Informatica al liceo scientifico delle scienze applicate - Power Point
Questionario di fine esperienza
Tema: Raccontare di sé
Rispondi brevemente alle seguenti domande:
1. Di quale ricordo hai parlato nella presentazione?
………………………………………………………………………………………………..
2. Era un ricordo felice o triste oppure cos’era?
………………………………………………………………………………………………..
………………………………………………………………………………………………..
3. Nei giorni successivi alla preparazione della presentazione ti sei sentito più in pace con
te stesso cioè più sereno o contento perché avevi parlato di qualcosa di “tuo”?
………………………………………………………………………………………………..
4. Vorresti continuare a parlare e scrivere di te e dei tuoi ricordi con un’altra esperienza,
magari l’anno prossimo?
………………………………………………………………………………………………..
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