paleodiet

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paleodiet
LO STATO DELL’ARTE
Dott. Alexander BERTUCCIOLI
Biologo nutrizionista perfezionato in nutrizione in
condizioni fisiologiche
Chimico farmaceutico ind. Prodotti Salutistici
Membro FIF – AIFeM – AIPT – AWI
FIF ANNUAL CONVENTION
BOLOGNA 28 – 10 – 2012
Use only that which works, and
take it from any place you can
find it
Truth has no path.
Truth is living and,
therefore, changing
Bruce Lee (27/11/1940 – 20/07/1973)
 La PALEODIET, riproporre il tipo di alimentazione
precedente la scoperta dell'agricoltura, avvenuta circa
10.000 anni fa.
 Si stima che per circa due milioni di anni, gli uomini
trassero sostentamento da caccia, pesca e raccolta di
vegetazione spontanea
 Il razionale della PALEODIET è che a livello genetico e
fisiologico l'uomo non ha subito grossi mutamenti dal
paleolitico ad ora
 1975 Il gastroenterologo Walter L. Voegtlin propone un’alimentazione
di tipo “paleolitico” per implementare lo stato di salute.[6] Pubblica
The Stone Age Diet: Based on in-depth Studies of Human Ecology e Diet
of Man,[5] dove sostiene che l’essere umano è un carnivoro e
l’alimentazione paleolitica era ricca in grassi e proteine con una piccola
quota glicidica.[28][29] Tratta con questo approccio colite, morbo di
Crohn, sidrome del colon irritabile e difficoltà digestive.[30][31]
 1985, S. Boyd Eaton e Melvin Konner, pubblicano su New England
Journal of Medicine,[32] un articolo sull’alimentazione paeolitica che
desta l’attenzione della classe medica [33]
 1988 S. Boyd Eaton, Marjorie Shostak e Melvin Konner pubblicano un
testo,[34] dove propongono un alimentazione strutturata sulla base di
quella del tardo paleolitico, sia per la suddivisione dei nutrienti che per
l’esclusione degli alimenti non presenti nell’alimentazione
paleolitica.[28][35][36]
 1989, Gli stessi autori pubbliano un nuovo testo sul’alimentazione
Paleolitica.[37][38]
 1989, Lo scenziato svedese, Staffan Lindeberg professore associato alla
Lund University, Sweden, studia sulla Trobriand Islands (Papua New
Guinea ) la popolazione non civilizzataKitava, osservando l’assenza di
patologie quali infarto, ischemie, diabete, obesità e ipertensione.
 1990 Numerosi nutrizionisti [43][44][45] iniziano a proporre il ritorno a
un’alimentazione paleolitica .[7] mediante libri [46][47][48] e siti internet [49]
[50][51] [52] dove promuovono le proprie indicazioni [53][54][55][56][57] e
propongono un approccio paleolitico all’alimentazione moderna [46][58][59]
 1993,[39] Il Kitava Study ha portato a numerose pubblicazioni che
correlano la dieta occidentale a un grande numero di patologie 40]
 2003, Lindeberg pubblica in svedese un testo scientifico-medico sul
soggetto .[41]
 2010, Il libro viene aggiornato, rivisto e pubblicato in inglese, generando
un grande interesse sia tra gli addetti ai lavori che nella popolazione
“laica” in quanto provvede più di 2000 referenze scientifiche
sull’alimentazione paleolitica e sulla relazione esistente tra alimentazione
occidentale e patologie.[42]
 Dal 1990, numerosi medici e nutrizionisti hanno
proposto il ritorno a un alimentazione Paleolitica o
Pseudo-Paleolitica .
 Eades, Michael R. & Eades, Mary Dan (2000). The Protein Power Lifeplan.
New York: Warner Books. ISBN 0-446-60824-6.
 Atkins, Robert C. (1999). Dr Atkins' New Diet Revolution. Vermilion. ISBN
0-09-188948-0
 Worm, Nicolai (2002) (in German). Syndrom X oder ein Mammut auf den
Teller. Mit Steinzeit-Diät aus det Wohl stands Falle. Lünen: SystemedVerlag. ISBN 3-927372-23-4.
 Richards, Michael P. (December 2002). "A brief review of the archaeological
evidence for Palaeolithic and Neolithic subsistence". European Journal of
Clinical Nutrition 56 (12): 1270–78. doi:10.1038/sj.ejcn.1601646. PMID 12494313
 Hanno pubblicato diversi libri in merito
Audette, Ray V.; Gilchrist, Troy; Audette, Raymond V.; & Eades, Michael R. (November
23, 1999). NeanderThin : Eat Like a Caveman to Achieve a Lean, Strong, Healthy
Body. New York: St. Martin's Paperbacks. ISBN 0-312-97591-0.
 Cordain, Loren (2002). The Paleo Diet: Lose Weight and Get Healthy by Eating the
Food You Were Designed to Eat. New York: Wiley. ISBN 0-471-26755-4
 Cordain, Loren & Friel, Joe (2005). The Paleo Diet for Athletes: A Nutritional
Formula for Peak Athletic Performance. Rodale Books. ISBN 1-59486-089-0

 E altrettanti siti internet

Wiss, Don. "Paleo Diet". The Paleolithic Diet Nutrition Page..
http://wayback.archive.org/web/*/http://www.paleodiet.com/

Lindeberg, Staffan. Paleolithic Diet in Medical Nutrition.
http://www.staffanlindeberg.com/Home.html.

Cordain, Loren. "The Science of Healthy Eating". The Paleo Diet.
http://www.thepaleodiet.com/.

James, Abel. "Is The Paleo Diet Too Extreme? What if I Don’t Want to be a Caveman?".
The LeanBody Lifestyle.
http://www.fatburningman.com/is-the-paleo-diet-too-extreme-how-isthe-fat-burning-man-different/
 Vogin, Gary (2000). "Eating Like a Caveman". WebMD.





http://www.webmd.com/diet/features/eating-like-caveman. Retrieved
August 3, 2008
Burfoot, Amby (February 11, 2005). "Should you be eating like a Caveman?".
Runner's World.
http://www.runnersworld.com/article/0,7120,s6-242-303-307-90480,00.html.
Shreeve, Jimmy Lee (August 16, 2007). "The Stone Age Diet: Why I Eat Like a
Caveman". Independent UK.
http://www.alternet.org/health/59864. Retrieved January 19, 2008.
Tuttle, Erica (September 4, 2000). "Revolutionary Evolutionary Diets".
FindArticles.
http://findarticles.com/p/articles/mi_m1571/is_33_16/ai_65091766.
Retrieved January 19, 2008.
Cordain, Loren. "A Sample of Paleo Recipes". The Paleo Diet. Archived from the
original on January 11, 2008.
http://web.archive.org/web/20080111024136/http://www.thepaleodiet.com/
nutritional_tools/recipes.shtml.
Lindeberg, Staffan. "Frequently Asked Questions: What can I eat?". Paleolithic
Diet in Medical Nutrition.
http://www.staffanlindeberg.com/Food.html. Retrieved January 19, 2008.
 Alimenti quanto più possibile vicini allo stato naturale:
carne meglio se di animali selvatici o allevati bradi
senza l'utilizzo di granaglie; pesce, preferendo il
pescato, frutti di mare, crostacei, molluschi, uova,
frutta e verdura, scelta tra i prodotti di stagione,
moderate quantità di frutta secca. L'unico olio
consentito è l'olio extravergine d'oliva.
 Le percentuali di macronutrienti, non vengono fissate
in modo preciso: viene fornito un range: le proteine
rappresentano dal 20% al 35% delle calorie, i grassi dal
30% al 60% ma anche 80% o oltre per alcuni soggetti, i
carboidrati dal 20% al 35% delle calorie.
 Le percentuali dei macronutrienti vanno riviste
sostanzialmente per gli sportivi a seconda dei casi ed a
seconda dello sport praticato
 Tutto quanto non era disponibile nel Paleolitico e che
dunque risulta estraneo allo sviluppo geneticofisiologico umano :
 i cereali e i loro derivati
 i legumi
 il latte e i suoi derivati
 tè, caffè, cacao, vino, aceto e sale
 Olii di mais e semi
 Margarina
 Si introducono con l'alimentazione elevate quantità di
vitamine e cofattori vitaminici, minerali,
antiossidanti, (frutta, verdura e carni)
 L'eliminazione degli oli di semi e il consumo abituale
di pesce azzurro permette di raggiungere un buon
equilibrio tra acidi grassi omega-3 ed omega-6, si
stima che nel Paleolitico tale rapporto fosse 1:1
 L'abbondante consumo di verdura e frutta e
l'esclusione di cereali e latticini** produce nel corpo
un ambiente alcalino, con effetti protettivi per le ossa
e la salute in genere.

Studio su 9 volontari sani: 3 giorni dieta abituale, 7 giorni di una dieta di transizione, 10 giorni di
Paleodiet, Risultati: Regolarizzazione pressione arteriosa e tolleranza al glucosio, diminuzione
secrezione di insulina e riduzione insulinoresistenza, miglioramento profilo lipidico. Assenza di perdita
di peso
Frassetto LA, Schloetter M, Mietus-Synder M, Morris RC, Jr., Sebastian A: Metabolic and physiologic improvements from consuming a paleolithic,
hunter-gatherer type diet. Eur J Clin Nutr 2009.

Studio su 13 pazienti affetti da diabete di tipo 2 (10 uomini e 3 donne) sottoposti per 3 mesi a
alimentazione Paleolitica. Risultati: Migliora il controllo glicemico e riduce numeorsi fattori di rischio
cardivascolare
Jönsson T, Granfeldt Y, Ahrén B, Branell UC, Pålsson G, Hansson A, Söderström M, Lindeberg S. Beneficial effects of a Paleolithic diet on cardiovascular
risk factors in type 2 diabetes: a randomized cross-over pilot study. Cardiovasc Diabetol. 2009;8:35

Studio su 29 pazienti post infartuati 15 sottoposti a Dieta paleolitica e 14 a Dieta mediterranea per 12
settimane. Risultati: a parità di calorie la dieta paleolitica ha un effetto saziante maggiore della dieta
mediterranea
Jonsson T, Granfeldt Y, Erlanson-Albertsson C, Ahren B, Lindeberg S. A Paleolithic diet is more satiating per calorie than a Mediterranean-like diet in
individuals with ischemic heart disease. Nutr Metab (Lond). 2010 Nov 30;7(1):85

Studio realizzato su 24 suinetti suddivisi in 2 gruppi rispettivamente sottoposti a alimentazione ricca in
cereali o ad alimentazione paleolitica. Risultati: valutato a 17 mesi il gruppo in alimentazione paleolitica
ha mostrato una maggiore sensibilità all’insulina, minori livelli di proteina-c reattiva e più bassa
pressione ematica.
Jonsson T, Ahren B, Pacini G, Sundler F, Wierup N, Steen S, Sjoberg T, Ugander M, Frostegard J, Goransson Lindeberg S: A Paleolithic diet confers
higher insulin sensitivity, lower C-reactive protein and lower blood pressure than a cereal-based diet in domestic pigs. Nutr Metab (Lond) 2006, 3:39.

Studio su 29 pazienti affetti da diabete di tipo 2, 14 sottoposti a paleodiet e 15 a dieta mediterranea.
Risultati: dopo 12 settimane Paleodiet migliora la tolleranza al glucosio indipendentemente dlla
riduzione della circonferenza addominale
Lindeberg S, Jonsson T, Granfeldt Y, Borgstrand E, Soffman J, Sjostrom K, Ahren B: A Palaeolithic diet improves glucose tolerance more than a
Mediterranean-like diet in individuals with ischaemic heart disease. Diabetologia 2007, 50(9):1795-1807.

Studio su 10 Aborigeni diabetici della comunità Mowanjum normalmente alimentati con dieta
occidentali riportati per 7 settimane a una dieta da cacciatore-raccoglitore Risultati: perdita
media di 8 kg e miglioramento dell controllo glicemico
O’Dea K: Marked improvement in carbohydrate and lipid metabolism in diabetic Australian aborigines after temporary reversion to
traditional lifestyle. Diabetes 1984, 33(6):596-603.

Lo studio ha valutato 20 soggetti in salute sottoposti a 3 settimane di paleodiet relativamente ai
principali fattori di rischio cardiovascolare Risultati: 14 soggetti hanno terminato lo studio
riportando una diminuzione dei principali fattori di rischio. Peso -2.3 kg, BMI - 0.8,
circonferenza vita - 0.5 cm
Osterdahl M, Kocturk T, Koochek A, Wandell PE: Effects of a short-term intervention with a paleolithic diet in healthy volunteers. Eur J Clin
Nutr 2008, 62(5):682-685.

Lo studio ha valutato 1209 soggetti dividendoli in 3 gruppi: 1) low-protein and low-glycemicindex diet; 2) low-protein and high-glycemic-index diet; 3) high-protein and low-glycemicindex diet; 4) high-protein and high-glycemic-index diet: 5) control diet. Risultati: 773 soggetti
hanno terminato la fase di bilanciamento a basse calorie (800) e sono stati divisi nelle suddette
categorie, tra questi 548 hanno portato a termine lo studio. E’ stato dimostrato come dopo 26
settimane un modesto aumento nel contenuto proteico e una modesta riduzione dell’indice
glicemico facilità la compliance e il mantenimento della perdita di peso
Larsen TM, Dalskov SM, van Baak M, Jebb SA, Papadaki A, Pfeiffer AF, Martinez JA, Handjieva-Darlenska T, Kunešová M, Pihlsgård M,
Stender S, Holst C, Saris WH, Astrup A; Diet, Obesity, and Genes (Diogenes) Project. Diets with high or low protein content and glycemic
index for weight-loss maintenance. N Engl J Med. 2010 Nov 25;363(22):2102-13

Studio analogo in ambito pediatrico 827 ragazzi tra 1 5-18 anni valutati con le stesse modalità
dello studio precedente. Risultati: 465 hanno portato a termine lo studio dimostrando come
l’approccio high-protein and low-glycemic-index sia stato efficace nel prevenire l’obesità
Papadaki A, Linardakis M, Larsen TM, van Baak MA, Lindroos AK, Pfeiffer AF, Martinez JA, Handjieva-Darlenska T, Kunesová M, Holst C,
Astrup A, Saris WH, Kafatos A; DiOGenes Study Group. The effect of protein and glycemic index on children’s body composition: the
DiOGenes randomized study. Pediatrics. 2010 Nov;126(5):e1143-52
RAZIONALE SIMILE MA NON STRETTAMENTE IN PALEODIET!!!
 Dieta iperproteica; in realtà non limita i carboidrati, consiglia
solo di consumarli ingerendo frutta e verdura e non cereali e loro
derivati.
 Mancanza di calcio per l'esclusione dei latticini. Molti latticini
benché ricchi di calcio sono molto acidificanti e dunque ne
rendono difficoltosa l'assimilazione oltre ad alterarne l'equilibrio
con il magnesio
 Nel tempo è possibile che ci siano state modificazioni riguardo al
patrimonio genetico umano, per cui l'uomo si sarebbe adattato
al consumo di latticini e/o di cereali.
 CONSIDERARE IL DIFFERENTE MECCANISMO ADATTATIVO
RISPETTO AI PROCARIOTI DIFFERENZIAZIONE E
SPECIALIZZAZIONE
 L’opinione di numerosi nutrizionisti e antopologi è piuttosto controversa in merito
1)Nestle, Marion (May 1999). "Animal v. plant foods in human diets and health: is the historical record unequivocal?".
Proceedings of the Nutrition Society 58 (2): 211–18. doi:10.1017/S0029665199000300. PMID 10466159.
2)Cannon, Geoffrey (June 2006). "Out of the Box". Public Health Nutrition 9 (4): 411–14. doi:10.1079/PHN2006959.
3)Milton, Katharine (2002). "Hunter-gatherer diets: wild foods signal relief from diseases of affluence (PDF)". In Ungar, Peter S.
& Teaford, Mark F.. Human Diet: Its Origins and Evolution. Westport, CT: Bergin and Garvey. pp. 111–22. ISBN 0-89789-736-6.
http://nature.berkeley.edu/miltonlab/pdfs/humandiet.pdf.
 Alcuni esperti del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE DEL REGNO UNITO
ritengono che ci si trovi di fronte a un fenomeno legato più alla moda che a reali
effetti salutistici.
Caveman fad diet". http://www.nhs.uk/news/2008/05May/Pages/Cavemanfaddiet.aspx.
 Diversi autori ritengono che se le società di cacciatori-raccoglitori non hanno
sviluppato le"malattie della civiltà" è da attribuirsi in prevalenza a fattori quali
ridotto intake calorico, durata della vita media più breve ecc.. Alcuni ricercatori
contestano la stretta applicazione della logica evolutiva all’alimentazione
1)Milton, Katharine (March 1 2000). "Hunter-gatherer diets—A different perspective". The American Journal of Clinical
Nutrition 71 (3): 665–67. PMID 10702155. http://www.ajcn.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=10702155.
2)Elton, Sarah (2008). "Environments, Adaptation, and Evolutionary Medicine: Should We Be Eating a Stone Age Diet". In
Elton, Sarah; O'Higgins, Paul. Medicine and Evolution: Current Applications, Future Prospects. London: Taylor and Francis. pp.
9–34. ISBN 978-1-4200-5134-6. http://books.google.com/books?id=KTGLA0E1m0YC&pg=PT27.
3)Ströhle, Alexander; Wolters, Maike; Hahn, Andreas (January 2007). "Carbohydrates and the diet–atherosclerosis connection—
More between earth and heaven. Comment on the article 'The atherogenic potential of dietary carbohydrate'". Preventive
Medicine 44 (1): 82–4. doi:10.1016/j.ypmed.2006.08.014. PMID 16997359.
4)Nestle, Marion (March 2000). "Paleolithic diets: a sceptical view". Nutrition Bulletin 25 (1): 43–7. doi:10.1046/j.14673010.2000.00019.x.
 Viene pure contestata la capacità di fornire realmente effetti salutistici
non causando effeti negativi sulla salute. Altri ritengono che questi
approcci non sono tali da rispecchiare con precisione le caratteristiche
delle antiche diete paleolitiche
1)Milton, Katharine (March 1 2000). "Hunter-gatherer diets—A different perspective". The American Journal of Clinical
Nutrition 71 (3): 665–67. PMID 10702155. http://www.ajcn.org/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=10702155.
2)Elton, Sarah (2008). "Environments, Adaptation, and Evolutionary Medicine: Should We Be Eating a Stone Age Diet". In
Elton, Sarah; O'Higgins, Paul. Medicine and Evolution: Current Applications, Future Prospects. London: Taylor and
Francis. pp. 9–34. ISBN 978-1-4200-5134-6. http://books.google.com/books?id=KTGLA0E1m0YC&pg=PT27.
3)Ströhle, Alexander; Wolters, Maike; Hahn, Andreas (January 2007). "Carbohydrates and the diet–atherosclerosis
connection—More between earth and heaven. Comment on the article 'The atherogenic potential of dietary
carbohydrate'". Preventive Medicine 44 (1): 82–4. doi:10.1016/j.ypmed.2006.08.014. PMID 16997359.
4)Nestle, Marion (March 2000). "Paleolithic diets: a sceptical view". Nutrition Bulletin 25 (1): 43–7. doi:10.1046/j.14673010.2000.00019.x.
 Nel 2011 una classifica pubblicata da U.S. News & World Report, stilata
da un panel di 22 esperti ha preso in considerazione 24 approcci
dietetici classificati per effetti salutistici. La paleodiet(considerata con
il 23% di carboidrati) si è classificata 24th out of 24. Gli esperti si sono
dichiarati in disaccordo con questo approccio dietetico sotto tutti gli
aspetti. Tuttavia uno dei membri del panel sostiene che una vera
Paleodieta (ricca in carni magre e in piante selvatiche) potrebbe avere
ripercussioni salutistiche molto interessanti ma che molto
difficilmente attualmente sarebbe possibile riprodurla.
"Best Diets Overall". U.S.News & World Report. 2012. http://health.usnews.com/best-diet/best-overall-diets.
Secondo Alexander Ströhle, Maike Wolters e Andreas Hahn, del Dipartimento di Scienze
degli Alimenti presso l'Università di Hannover, l'affermazione che il genoma umano si è
evoluto nel corso del Pleistocene (un periodo da 1808000 a 11550 anni fa) si basa su un
inadeguato approccio all’evoluzione gene -centrico. Essi sostengono che l'evoluzione degli
organismi non può essere ridotta al livello genetico a un diretto rapporto mutazionegenotipo-fenotipo.
 Essi hanno inoltre messo in discussione l'idea che 10.000 anni sono un periodo di tempo
insufficiente a garantire un adeguato adattamento ai cambiamenti alimentari. Gli alleli che
conferiscono tolleranza al lattosio sono aumentati in Europa solo poche migliaia di anni
dopo l’introduzione dell’allevamento, sono inoltre stati osservati recenti aumenti nel
numero di copie del gene per l'amilasi salivare.

Ströhle, Alexander; Wolters, Maike; Hahn, Andreas (January 2007). "Carbohydrates and the diet–atherosclerosis connection—More between earth and
heaven. Comment on the article 'The atherogenic potential of dietary carbohydrate'". Preventive Medicine 44 (1): 82–4. doi:10.1016/j.ypmed.2006.08.014.
PMID 16997359.
Gray, Russell D. (2001). "Selfish genes or developmental systems?". In Singh, Rama S.; Krimbas, Costas B.; Paul, Diane B.; & Beatty, John. Thinking about
Evolution: Historical, Philosophical and Political Perspectives. Cambridge: Cambridge University Press. pp. 184–207. ISBN 0-521-62070-8.

Con riferimento alla Wilson (1994), [82] Ströhle et al. sostengono che "il numero di
generazioni di una specie vissute nel vecchio ambiente era irrilevante, e che la risposta al
cambiamento del contesto di una specie dipenderà dalla ereditabilità dei tratti, l'intensità
della selezione e il numero di generazioni su cui agisce la selezione ". [83] Se la dieta di
agricoltori neolitici fosse stata in disaccordo con la loro fisiologia, si sarebbe comunque
creata una pressione selettiva per il cambiamento evolutivo. Gli esseri umani moderni,
come gli europei, i cui antenati sono sopravvissuti con diete agrarie per 400-500 generazioni
dovrebbero essere in qualche modo adeguatamente adattati ad esso.
Wilson, David S. (1994). "Adaptive genetic variation and human evolutionary psychology". Ethology and Sociobiology 15 (4): 219–35. doi:10.1016/01623095(94)90015-9.
Kopp, Wolfgang (January 2007). "Reply to the comment of Ströhle et al". Preventive Medicine 44 (1): 84–5. doi:10.1016/j.ypmed.2006.09.003.

Mähner et al. (2001) e Ströhle et al. (2006), Ströhle et al. affermano che un fattore dietetico è
funzionale per l'organismo solo quando c’è 'adattamento genetico'. Quindi, un nuovo fattore
alimentare è disfunzionale in sé quando non c‘è adattamento evolutivo ad esso.
Mahner, Martin; & Bunge, Mario (2001). "Function and functionalism: a synthetic perspective". Philosophy of Science 68 (1): 75–94. doi:10.1086/392867.
http://grupobunge.wordpress.com/2006/08/07/function-and-functionalism-a-synthetic-perspective-parte-1/.
Ströhle, Alexander; & Hahn, Andreas (2006). "Evolutionary nutrition science and dietary recommendations of the Stone Age—The ideal answer to present-day
nutritional questions or reason for criticism? Part 1: Concept, arguments and paleoanthropological findings" (in German) (PDF). Ernährungs-Umschau 53 (1): 10–
16. http://www.dr-moosburger.at/pub/pub058.pdf. Abstract (in English)

Katharine Milton, professore di antropologia fisica presso l'Università di Berkeley, ha contestato la
logica evolutiva su cui si basa la dieta paleolitica: mette in discussione la premessa che il metabolismo
degli esseri umani moderni deve essere geneticamente adattato alle condizioni alimentari del
Paleolitico.
Milton, Katharine (2002). "Hunter-gatherer diets: wild foods signal relief from diseases of affluence (PDF)". In Ungar, Peter S. & Teaford, Mark F.. Human Diet: Its
Origins and Evolution. Westport, CT: Bergin and Garvey. pp. 111–22. ISBN 0-89789-736-6. http://nature.berkeley.edu/miltonlab/pdfs/humandiet.pdf.
Milton, Katharine; & Demment, Montague W. (1 September 1988). "Digestion and passage kinetics of chimpanzees fed high and low fiber diets and comparison
with human data" (PDF). Journal of Nutrition 118 (9): 1082–88. PMID 2843616. http://jn.nutrition.org/content/118/9/1082.full.pdf+html.
Milton, Katharine (June 1999). "Nutritional characteristics of wild primate foods: do the diets of our closest living relatives have lessons for us?" (PDF). Nutrition 15
(6): 488–98. doi:10.1016/S0899-9007(99)00078-7. PMID 10378206. http://nature.berkeley.edu/miltonlab/pdfs/nutritionalchar.pdf.
Milton, Katharine (1999). "A hypothesis to explain the role of meat-eating in human evolution" (PDF). Evolutionary Anthropology 8 (1): 11–21.
doi:10.1002/(SICI)1520-6505(1999)8:1<11::AID-EVAN6>3.0.CO;2-M. http://nature.berkeley.edu/miltonlab/pdfs/meateating.pdf.
Milton, Katharine (2000). "Back to basics: why foods of wild primates have relevance for modern human health" (PDF). Nutrition 16 (7–8): 481–83.
doi:10.1016/S0899-9007(00)00293-8. PMID 10906529. http://nature.berkeley.edu/miltonlab/pdfs/backbasics.pdf.

Le evidenze suggeriscono che la dieta degli esseri umani dell'Età della Pietra includeva, in qualche
modo, gli amidi più o meno raffinati e cereali che sono esclusi dalla dieta paleolitica. Ci sono prove
che le società paleolitiche operavano trasformazione di cereali per uso alimentare, almeno fin dal
23000 o 30.000 anni fa, e forse già 105000 o 200.000 anni fa.
Piperno, D; Weiss, E., Hols, I., Nadel, D (2004). "Processing of wild cereal grains in the Upper Paleolithic revealed by starch grain analysis". Nature 430 (7000):
670–673. doi:10.1038/nature02734. PMID 15295598. http://anthropology.si.edu/archaeobio/Ohalo%20II%20Nature.pdf.
Aranguren, B; Becattani, R., Lippi, M.M., Revedin, A (2007). "Grinding flour in Upper Palaeolithic Europe (25 000 years bp)". Antiquity 81: 845–855.
Revedin, Anna; Aranguren, B; Becattini, R; Longo, L; Marconi, E; Lippi, MM; Skakun, N; Sinitsyn, A et al. (2010). "Thirty thousand-year-old evidence of plant food
processing". Proc Natl Acad Sci U S A 107 (44): 18815–9. doi:10.1073/pnas.1006993107. PMC 2973873. PMID 20956317.
http://www.pnas.org/content/early/2010/10/08/1006993107.
Julio Mercader (2009) 'Mozambican Grass Seed Consumption During the Middle Stone Age', Science, 18 December 2009.
Murphy, D (2007). People, Plants and Genes: The Story of Crops and Humanity. Oxford: Oxford University Press. ISBN 0-19-920713-5.