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PARTE III
CAPITOLO 2
L’età della polis
Il teatro tragico
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Religiosità mediterranea e religiosità indoeuropea
O
ltre a ricondurre l’origine del tragico al
conflitto fra due civiltà, Untersteiner ritiene
che esso abbia concretamente trovato espressione
nella tragedia quando le riforme politiche attuate
ad Atene prima da Dracone e poi da Solone e da
Clistene crearono una frattura all’interno della
primitiva compattezza del genos, facendo
esplodere il conflitto fra gli antichi dèi ctoni, che di
esso erano garanti e protettori, e il nuovo ordine
statale, di cui erano espressione le nuove divinità
olimpiche.
L’
evoluzione sociale contribuisce, dunque, ad accentuare i contrasti provocati dall’urto, senza sintesi pacificatrice e definitiva, di due religiosità antitetiche, col
risultato di insistere su problemi religiosi ampliandoli in
questioni anche etiche e politiche. L’interferenza del fenomeno sociale entro quello religioso può essere avvertita notando le conseguenze del fatto che gli Indeuropei
portarono con sé, nella loro invasione verso il sud, una
civiltà a fondamento patriarcale. L’individuo greco «emergente con orgoglio dalla barbarie, prossimo a volersi amministrare laicamente e a prendere coscienza di se stesso di fronte ai suoi simili, anche di fronte alle forze estreme della vita, sentiva il bisogno di far prevalere le forze
della mascolinità. Perciò si risolve contro la supremazia
delle dee-madri cretesi», preferendo le dee vergini, le
parthenoi, le quali non sono altro che una trasposizione
di un aspetto della grande divinità femminile – la sua autonomia di dea «non sposata» rispetto al paredro in quanto «la natura si rinnova, cioè, dato il sesso femminile si
rifà vergine», dotata della «suprema autonomia» – in un
atteggiamento etico, negatore della originaria esuberante fecondità. L’epoca di transizione «ha inventato», conforme a questa mentalità rivoluzionaria, «lo strano mito
della nascita di Atena, figlia senza madre». [...] Le donne colpevoli Fedra, Elena sono preferite alle madri.
Nel contrasto fra mondo maschile e mondo femminile, determinato dal cozzo di due civiltà, fermenta un
grave problema, quello dei diritti dell’uno e dell’altro,
che dovrà sboccare in una situazione tragica. Il mondo
M. Casertano G. Nuzzo
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Storia e testi della letteratura greca
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SPAZIO CRITICO-INTERPRETATIVO
della donna non si può sopprimere: prorompe sempre
con le sue esigenze. [...]
Ne seguì la non conciliabile coesistenza di divinità
appartenenti a un mondo e all’altro, a quello femminile,
mediterraneo e a quello maschile indeuropeo. [...]
L’intreccio delle civiltà, sotto l’egida delle manifestazioni religiose che riassumono e cristallizzano le idee che
lo svolgersi dei miti sottintende, porta con sé quale conseguenza terrificante e feconda, il contrasto e la contraddizione entro il dominio degli stessi miti che sono la
creazione originale degli Indeuropei e che hanno fatto
degli Ellèni un popolo di spiritualità inimitabile. [...]
Il grande evento che, certo, favorì il sorgere della tragedia attica fu la frattura che la legislazione di Dracone
operò entro l’unità gentilizia (gevno"), unità di origine preellenica [...]. Solone [...] completò l’opera, dando un colpo mortale ai vincoli che stringevano inesorabilmente gli
appartenenti a un medesimo gevno". [...] L’azione che rese del tutto possibile e, direi quasi, fatale la chiarificazione di quella categoria metafisica, che è il “tragico”, fu determinato dalla riforma clistenica, che mediante l’istituzione dei demi attici la ruppe completamente con la comunità statale, fondata sui legami di sangue. Tutta la vita viene politicizzata e il fatto politico costituisce, ormai,
il nuovo legame fra i cittadini; ciò portò ad una contrapposizione decisa fra gli dei ctonici, propri del mondo gentilizio e gli dèi rappresentanti dell’ordine dello stato. [...]
Nelle Eumenidi1 il contrasto dei due mondi è nettamente delineato, nelle opposte rappresentazioni dei rapporti fra uomo e donna, padre e madre. «Mentre le dee
si richiamano al legame di sangue che unisce figlio e madre, in opposizione al marito (cfr. vs. 605, 606, 608)»,
Apollo contrappone questa sua teoria che ci porta all’opposizione essenziale di una concezione maschile e di una
femminile del mondo.
[M. Untersteiner, Le origini della tragedia, Milano 1941, pp. 131-132 e
345-346]
1. Tragedia di Eschilo, dove si narra dell’assoluzione di Oreste dall’accusa di matricidio, e della trasformazione delle Erinni (divinità orrifiche
preposte alla punizione dei colpevoli di reati di sangue) in Eumenidi («Benevole»).
© 2011 G. B. Palumbo Editore