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PIONIERI CONTRO IL CLIMA CHE CAMBIA sdVision 2 obiettivi comuni ERLING KAGGE ESPLORATORE POLARE Nel 1990, Erling Kagge è stato il primo a raggiungere il Polo Nord senza il supporto di slitte, cani o di un team esterno. Nel 1993 è stato il primo nella storia a guadagnare da solo a piedi il Polo Sud. L’anno dopo, nel 1994, ha conquistato la cima dell’Everest. Ha così soddisfatto la sua personale ambi- “ L’IDEA DI CAMBIARE IL MONDO PUÒ FARCI SENTIRE A DISAGIO E IN PERICOLO. MA È FORSE PIÙ RISCHIOSO RIMANERE PASSIVI ” zione di essere il primo esploratore ad aver raggiunto i tre poli della Terra. Ha attraversato a vela l’Atlantico due volte, doppiando Capo Horn in direzione dell’Antartide e delle Isole Galapagos. Per le sue brillanti avventure, Erling Kagge ha ottenuto fama e riconoscimento. Dopo la spedizione al Polo Sud, è stato l’uomocopertina del Time che lo ha descritto come eroe moderno capace di andare oltre i limiti dell’esplorazione umana. Il National Geographic lo ha definito un “tipo tenace” e Die Welt un “uomo coraggioso”. L’Equipe ha scritto che Erling Kagge “ha fatto l’impossibile con classe e discrezione”. Oggi è soprattutto la sua filosofia di vita, maturata sfidando la sorte negli ambienti naturali più avversi, a renderlo un maestro di consapevolezza per il grande pubblico. “Può sembrarci al tempo stesso sgradevole e pericoloso cambiare il nostro mondo. Ma è forse più rischioso restare passivi… In futuro i nostri rimpianti saranno le opportunità che non abbiamo colto, l’iniziativa che non abbiamo avuto, tutto quello che non abbiamo fatto”, ha scritto nel suo recente libro Philosophy for Polar Explorers. Oggi, il cambiamento del clima globale e la ricerca di soluzioni per ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente è una delle sfide principali che i popoli della Terra si trovano ad affrontare. Come fare? Il punto di vista del “pioniere” Kagge può darci la chiave di lettura. Erling, lei sta cercando di diffondere la sua filosofia da esploratore polare nella speranza di aiutare gli uomini e le donne di qualsiasi età a trovare il loro Polo Nord, il loro Everest, il loro sogno. Ritiene che gli uomini e le donne del pianeta possano sentirsi responsabili nel fare qualcosa nella vita di tutti i giorni per ridurre l’effetto serra? Siamo in grado di identificare la lotta contro i cambiamenti climatici con il nostro Polo Nord? Sì. Lei, io e chiunque altro possiamo aiutare a trovare la soluzione. Insieme. Ma facendo questo dobbiamo seguire il nostro percorso individuale, dobbiamo cercare il nostro vero Polo. Ho fiducia in ogni essere sdVision 3 intervista umano, nella nostra volontà di sopravvivere e di fare dovremmo modificare nella nostra vita di tutti i giorni? del bene. So che questa è una visione ottimistica, ma Ho incontrato molte persone nel mondo, e la mia non credo a grandi riforme ottenute con la forza. Mi personale esperienza mi porta a concludere che la magrendo conto di essere un semplice amateur in questo gioranza di noi si sottovaluta e sottovaluta soprattutto campo, ma sono convinto che la volontà di cambiare la possibilità concreta di fare la differenza. In effetti è e il supporto alle riforme necessarie debbano venire molto facile accontentarsi di pensare che i problemi dal modo di sentire profondo di ciascuno di noi. Se esistano prima di tutto nel sistema che ci circonda e tutti noi, come individui, seguissimo la tesi esposta da che abbiano ben poco a che fare con ciascuno di noi. Tony Blair l’anno scorso, sarebbe davvero una brutta Dobbiamo modificare questa convinzione. L’apatia e la notizia per il mondo. Mi spiego. Blair negatività sono i due primi comportaha affermato che, a causa del promenti che dobbiamo modificare nella gressivo incremento delle emissioni nostra vita di tutti i giorni. Quando generate dalla Cina, gli effetti beneavremo fatto questo, ci verrà naturaLA MAGGIOR PARTE DI fici della riduzione delle emissioni le comportarci in modo compatibile NOI SI SOTTOVALUTA E di anidride carbonica da parte del con il nostro ambiente. Se noi, come NON RIESCE A VEDERE Regno Unito verrebbero annullati individui, avremo cura e fiducia nelin soli due anni di ulteriore crescita LA SUA CAPACITÀ DI FARE la nostra capacità di determinare il dell’economia cinese. Personalmencambiamento, faremo sicuramente LA DIFFERENZA. APATIA E te credo nell’approccio opposto: ciatutto il necessario per usare in modo NEGATIVITÀ SONO I DUE scuno ha il dovere di fare la sua paroculato le risorse naturali, la biciPRIMI COMPORTAMENTI te. Sva marga: segui il tuo cammino. cletta invece dell’auto, abbassare DA MODIFICARE Quando ero bambino, e più taril riscaldamento, spegnere la luce, di, quando ho deciso di fare l’esplocondividere un’auto collettiva, usaratore polare, mi è stato detto “è re il trasporto pubblico, comperare impossibile”. Nei fatti la frase “è impossibile” è tra i prodotti e automobili a basso impatto ambientale e luoghi comuni più diffusi dei nostri tempi.”È imposcosì via. L’elenco delle nostre possibili scelte eco-comsibile fare la differenza”. “È impossibile salvare il piapatibili è infinito. Non dico che sarà facile per nessuno neta”. Ma dobbiamo ricordare che una cosa impossidi noi. La vita in realtà è difficile e solo chi è in grado bile è solo un’ipotesi. L’imprevedibile, in realtà, capita di assumersi volontariamente una responsabilità è vein continuazione a tutti noi. Se qualcuno dice che un ramente libero. Quando mi volto indietro e ripenso alla cambiamento importante è impossibile e io dico che mia vita e alle mie scelte, come esploratore e come paè possibile, probabilmente abbiamo ragione entrambi. dre di tre figlie, capisco che sono state sempre le alternative più difficili a darmi le soddisfazioni più grandi. In che modo ciascuno di noi potrebbe contribuire a combattere la produzione di gas serra? Quali comportamenti Qual è la sua idea sul futuro dell’innovazione tec- “ ” Erling Kagge in viaggio verso il Polo Sud sdVision 4 obiettivi comuni Monte Everest, 8.850 metri di altezza, una vera battaglia mentale per chi lo affronta nologica e sulla sua capacità di promuovere cambiamenti sociali ed economici per uno sviluppo più sostenibile nelle parti più ricche e più povere del mondo? Il Progetto Manahattan, che iniziò negli Stati Uniti nel 1939 e portò alla costruzione della prima bomba atomica, è un chiaro esempio di come imponenti sfide tecnologiche possano essere vinte nel momento in cui la società senta l’importanza di dedicare alla soluzione di un problema una parte significativa delle sue risorse intellettuali ed economiche. Trovare le risposte tecniche alle sfide poste dal riscaldamento globale non può certamente essere più scoraggiante di quanto potesse essere figurarsi il primo uomo sulla luna negli anni Sessanta. In quegli anni, quella prospettiva era sicuramente proiettata molto avanti rispetto alla realtà, ma ha avuto come risultato di dare forma al futuro e al mondo attuale. Ha scritto recentemente che essere oggi un esploratore è diverso da quello che fu per alcuni esploratori polari leggendari come Roald Amudsen, Ernest Shackelton e Gorge Mallory, i primi a raggiungere il Polo Sud e la vetta dell’Everest. Gli esploratori di oggi vivono un po’ sulle loro spalle. E tuttavia lei dice anche che parte dell’esperienza è la stessa: al mattino fa freddo come allora, l’avventura è sempre alzarsi all’ora giusta e riuscire a mettere un piede davanti all’altro, la grande sfida sta ancora nel coraggio di fare tutto questo. Allo stesso modo, noi tutti, oggi, stiamo fronteggiando alcune criticità non dissimili da quelle affrontate durante la rivoluzione industriale, quando nuove tecniche di produzione si sono rese indispensabili per garantire uno sviluppo economico diffuso. Perciò, da un lato, stiamo tutti anco- ra seduti sulle spalle di Adam Smith, ma dall’altro stiamo avviando un cambiamento che sia in grado di ridurre la nostra impronta sulla natura. Ce la possiamo fare? Come ideologo dell’economia del libero mercato, Adam Smith ci sta ancora accompagnando. I veri imprenditori prosperano nel cambiamento perché stimola la ricerca di nuove soluzioni, di nuove modalità di produzione, e perché crea nuovi mercati. Su un punto del pensiero di Adam Smith si può essere quasi tutti d’accordo ed è la capacità del mercato di far emergere nuove domande e di generare, conseguentemente, nuove risposte. Le sfide che noi oggi affrontiamo a causa del cambiamento del clima “Se tu dici che è impossibile e io dico che è possibile, probabilmente abbiamo ragione entrambi” sdVision 5 intervista globale dovrebbero essere apprezzate da chi fa impresa. È una straordinaria opportunità per ottenere al tempo stesso grandi ritorni economici e soluzioni di importanti criticità ambientali. Adam Smith, che è stato prima di tutto un filosofo morale, sosteneva l’interesse personale mentre considerava immorale l’egoismo. Nel caso del riscaldamento globale, Adam Smith avrebbe argomentato che l’interesse personale dell’imprenditore include necessariamente l’interesse della società di preservare l’habitat e di proteggere le specie. Questo è un punto su cui decisamente imprese e movimenti ambientalisti dovrebbero stare dalla stessa parte. Adam Smith è stato veramente frainteso. Mi domando se il motivo di ciò stia nel fatto che la destra lo ama senza averlo letto, mentre la sinistra lo guarda con sospetto semplicemente per- “Una delle cose più importanti è alzarsi al mattino” Raggiungere con gli sci il Polo Sud in solitudine significa fare tesoro di quello che hai, accettare le tue debolezze e fare il meglio in tutte le cose sdVision 6 obiettivi comuni ché piace alla destra, evitando comunque di leggerlo. Quale dovrebbe essere, secondo lei, il ruolo delle politiche pubbliche nella lotta ai cambiamenti climatici? Ha un messaggio specifico per i nostri politici? Il mio messaggio ai politici è di lasciare da parte la politica. Nessuno può avere l’ultima parola sul cambiamento del clima, ma la lotta contro il riscaldamento globale è una fantastica opportunità per unire e non per dividere i cittadini e i Paesi del mondo. A fine Ottocento, il filosofo Thorstein Veblen, nel suo libro The Theory of the Leisure Class, ha coniato l’espressione “consumo cospicuo” e cioè eccessivo. Sprecare risorse e denaro è un modo per i privilegiati di mettere in mostra la loro superiorità. Le persone di questo tipo sono aumentate molto dai tempi di Veblen, e il consumo eccessivo è diventato un’abitudine in molte parti del mondo. Sono convinto tuttavia che oggi ci troviamo di fronte a un cambiamento di fondo sulla Terra, o almeno in vaste parti di essa: il risparmio e la conservazione, piuttosto che lo spreco, orienteranno lo stile di vita di un numero crescente di cittadini nel mondo. Si può esprimere la propria superiorità rifiutando il superfluo. Questo cambiamento è già iniziato tra la gente. La politica è rimasta un po’ indietro, ma sta cercando di recuperare terreno. Credo nella forza di questo cambiamento per due ragioni. Prima di tutto, considerando i problemi che ci troviamo oggi a fronteggiare, questa nuova tendenza è diventata necessaria. Si tratta poi di un cambiamento che non è stato imposto alla gente dall’alto. Al contrario, sono i politici che cercano di stare al passo con i nuovi stili di vita espressi dagli elettori. In futuro ci aspettiamo che le politiche pubbliche offrano alla gente più incentivi per ridurre le emissioni di carbonio secondo modalità il più possibile coerenti con i bisogni individuali e collettivi. Esplorare significa pensare in avanti e lasciarsi alle spalle le proprie paure. Siamo tutti esploratori nella nostra mente, e credo fermamente nella capacità di ogni essere umano di muoversi nella direzione giusta. È un po’ come il vecchio detto: chi ha un perché per vivere, è in grado di sostenere quasi sempre anche il come vivere. “In generale non è facile essere coraggiosi” Il cambiamento del clima è una della maggiori minacce ambientali, sociali ed economiche che ci troviamo oggi ad affrontare nel mondo. Durante l’ultimo secolo, la temperatura media della superficie della Terra è aumentata di circa 0,6° centigradi. Il riscaldamento del clima ha interessato gli emisferi Nord e Sud e gli oceani. Il riscaldamento globale che si è verificato negli ultimi 50 anni è attribuibile principalmente alle attività umane e in particolare alla combustione delle fonti fossili di energia* e alla deforestazione*, entrambi responsabili delle emissioni di anidride carbonica o biossido di carbonio* (CO2), il principale gas a effetto serra. Durante i 150 anni dell’era industriale, la concentrazione in atmosfera di anidride carbonica è aumentata del 31%. Prima della Rivoluzione Industriale, i livelli di anidride carbonica in atmosfera erano di circa 280 parti per milione in volume (ppmv). I livelli attuali ammontano a circa 370 ppmv. La concentrazione di CO2 nella nostra atmosfera è oggi la più alta degli ultimi 420.000 anni e probabilmente degli ultimi 20 milioni di anni. Nel quarto ed ultimo Assessment Report del 2007, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) prevede che le temperature medie globali della superficie terrestre aumentino da 1,1° a 6,4° centigradi entro la fine di questo secolo. Questo incremento della temperatura globale costituisce una seria minaccia per l’umanità e per le altre forme di vita sulla Terra. Il cambiamento del clima sta già determinando rilevanti impatti ambientali, economici e sociali. Si prevede che i costi di questi impatti saranno elevati e che potranno aumentare se non verranno avviate azioni appropriate per contrastare l’effetto serra. Un esempio degli impatti già evidenti è stata la scarsità di neve della stagione invernale 2006 nelle stazioni sciistiche europee. Anche la terribile ondata di caldo dell’estate 2003 rientra tra le situazioni che, secondo gli esperti, potranno rappresentare un effetto tipico e frequente del cambiamento climatico. Durante quel periodo, più di 20.000 persone sono morte prematuramente in Europa per l’effetto combinato dello stress da calore e del maggiore inquinamento atmosferico da ozono e da polveri. Il Sud Europa ha subito incendi boschivi di ampie dimensioni e gli agricoltori europei hanno perso più di 10 miliardi di Euro per i danni alle colture. È stato anche registrato un aumento delle catastrofi naturali. Si prevede inoltre che il cambiamento del clima produrrà impatti gravi su alcuni ecosistemi, determinando la scomparsa di alcune specie e habitat. La produzione mondiale di cibo probabilmente diminuirà, si potranno diffondere alcune malattie infettive come la malaria e il dengue, mentre la scarsità d’acqua diventerà un problema serio in molte regioni della Terra. Nel corso degli ultimi 30 anni, l’estensione dei ghiacci del Mar Glaciale Artico si è ridotta di circa il 7% e lo spessore del ghiaccio è diminuito di circa il 40%. Entro il 2100, si attende un aumento del livello dei mari tra 9 e 88 cm., se non saranno ridotte drasticamente le emissioni di gas serra. Questo fenomeno potrebbe sommergere intere isole come le Maldive e numerose regioni costiere come il Bangladesh lungo il delta del Gange. Avremo probabilmente temperature massime più alte, ondate di caldo più frequenti, un aumento dell’aridità estiva con incremento del rischio siccità e incendi o, in altre regioni, un aumento delle precipitazioni, delle tempeste e delle possibili inondazioni. Eventi, questi, che possono generare ulteriori “effetti secondari” come conflitti locali, povertà, fame e migrazione. (*) Leggi la definizione nell’ABC della Sostenibilità a pagina II. sdVision 7