Psyquésofia: the boy behind the prince
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Psyquésofia: the boy behind the prince
Psyquésofia: the boy behind the prince Sulla comprensione del progetto Psyquésofia "Wow! tutto molto bello nel tuo space. Le tue foto mi attraggono, i tuoi testi mi incuriosiscono, le tue canzoni, l'aspetto grafico. Ma non ho ben capito cosa fai di preciso, e non ho ben capito cosa significa. Potresti spiegarmelo?" Questo commento riassume il contenuto di tanti commenti che ho ricevuto sul mio profilo MySpace negli anni, come in altri social network in cui ho avuto un account. Questi commenti mi hanno rivelato che molte volte i miei lavori sul mio space non sono stati compresi, a livello di contenuto e a livello di forma. Nonostante io credessi di aver lasciato sufficienti informazioni discorsive e logiche da poter essere compreso anche senza un mio ulteriore intervento diretto. Continuando a condividere i miei lavori con la credenza di essere capito, o di poter essere capito senza ulteriori azioni, sono rimasto spesso stupito nell’accorgermi che la realtà non era come credevo. Stupito e confuso. Per schiarire la mia confusione mi concentrai su ciò che sapevo con certezza. Due cose: 1. c'era una richiesta di comprensione da parte di alcune persone. 2. il mio obiettivo di comunicare qualcosa non era riuscito. Ciò che non sapevo con certezza era se la causa del fallimento del mio obiettivo di comunicare fosse dovuta al mio modo di comunicare o al modo di interpretare dei fruitori, oppure se fosse dovuta a entrambi, e se quest'ultimo fosse stato il caso in quale quantità l'effetto fosse dovuto da me o dai fruitori. In attesa di risposte, mi focalizzai su ciò che potevo cambiare del mio modo poiché ne avevo un controllo diretto, al contrario dell'interpretazione dei fruitori. Così ho sentito il desiderio di soddisfare la richiesta di comprensione delle persone che mi contattavano. Pensai che questo mio desiderio completasse il mio obiettivo di produrre opere. Come se ci fossero delle tappe psicologicamente necessarie per me: 1. ideazione 2.produzione 3.postproduzione 4.veicolazione 5.comprensione Delle tappe di cui non ero totalmente consapevole, perché essendo nascoste le stavo scoprendo gradualmente. Mi sono detto : mi spiego una volta per tutte e risolvo il problema! Come? Esplicitando TUTTO ciò che non è evidente di quello che faccio. E una volta fatto così non avrò più bisogno di faticare ogni volta a scriverlo in tempo reale a qualcuno. Rischiando di dimenticare tante cose che mi piacerebbe far sapere, ed evitando di sentirmi condizionato dalle mie reazioni emotive. Allora mi sono annotato tutte le reazioni delle persone, per scoprire cosa non era evidente a loro. E ho scritto delle spiegazioni unite graficamente alle foto. Ma ho trovato un problema nato dalla messa in pratica di questa mia soluzione al mio desiderio di spiegarmi completamente : “Lo capisci solo tu quello che spieghi, fai qualcosa di più semplice e breve”. Quest'affermazione/consiglio citata riassume due problemi che ho incontrato nel soddisfare il mio desiderio di spiegarmi: 1. La noia per lunghezza delle spiegazioni. 2. L'incomprensione delle spiegazioni. Ho quindi constatato che molte persone non leggono in generale perché non capiscono quel che leggono. E ho dedotto che non hanno letto neanche ciò che io ho scritto anche per questo motivo. Dunque sono stato fermo per del tempo. 1. ideazione 2.produzione 3.postproduzione 4.veicolazione 5.comprensione a. Richiesta di comprensione da parte di alcune persone. b. Mio obiettivo di comunicazione non riuscito c. Ipotesi di soluzione nella spiegazione d. Noia e incomprensione delle spiegazioni Per risolvere il problema della comprensione ho tentato di usare un linguaggio più parlato che letterario. Per risolvere il problema della lunghezza ho tentato di costruire frasi più brevi, scegliendo le parole più sintetiche. Tuttavia, sono finito a scrivere ulteriori informazioni. Perché ho trovato difficoltà a descrivere in poche parole, tutto quello che ho fatto, allo scopo di esaurire tutti i dubbi delle persone che mi hanno contattato. Ho così risolto la mia difficoltà aggiungendo informazioni, ma non ho risolto il problema principale. Perché risolvendo questa mia difficoltà in questo modo si era creato un secondo problema : le persone non avevano voglia di leggere tutte quelle informazioni. Perciò mi sono posto l'obiettivo di scrivere qualcosa di breve e comprensibile. Ma quando ho rimandato alle spiegazioni postate sul mio blog mi sono sentito dire : "me lo scrivi qui in sintesi?". Mi sono detto, sarà una questione di tempo. Ogni giorno qualcuno mi farà notare qualcosa che non capisce e qualcosa che lo affatica per la sua lunghezza e io correggerò. E un giorno arriverò alla forma migliore. Tuttavia mi sono sentito frustrato dall’inutilità della mia fatica per risolvere il mio problema di comunicazione con gli altri in modo definitivo. Perché pur correggendo ogni giorno la forma della spiegazione del mio progetto, in modo che fosse meno lunga e meno difficile da comprendere, ci sono state sempre persone che non avevano voglia di leggere, e persone che pure leggendo non capivano, o esprimevano un pensiero contrario ai principii in base ai quali ho preso le mie scelte fotografiche, ma senza confutazioni razionali, ma in base a reazioni emotive come se tutti i giudizi soggettivi fossero non discutibili. Non ho mai finito di correggere. Non è mai arrivato il giorno in cui avrei ottenuto la forma migliore. Ho difficoltà con la sintesi perché essendo incompleta, non corrisponde alla realtà, e temo che attiri persone che non sono realmente interessate nel comprendere ciò che ho fatto. Dunque, non corrisponde a ciò che io desidero: far conoscere le verità sul mio progetto a chi è interessato a conoscerle. Ma quello che ho capito con l’esperienza è che anche alle persone che si mostrano interessate non importa capire completamente quello che faccio. La richiesta di comprensione non è approfondita, ma superficiale. Non hanno avuto uninteresse profondo neanche le mie partner. Ho compreso che importa principalmente, e a volte solo a me stesso, essere compreso profondamente. È un mio problema, perché un mio desiderio. Dunque, sono arrivato alla conclusione che non posso arrabbiarmi o lamentarmi o pretendere che le persone cerchino di capire se non hanno interesse. Devo adattarmi, e fare in modo che mi capiscano anche senza un impegno forte da parte loro. Perciò ho tentato di smettere di sentirmi arrabbiato nei loro confronti per la mancanza di voglia di non leggere ciò che scrivo. Mi sono impegnato ad accettare per il mio benessere il dato di fatto che a molte persone va bene restare in superficie. La completezza è un'utopia per molte persone. Fuggono l'analisi. Si deliziano con la sintesi. Posso fornire la sintesi che preferisco. Purché rapida e indolore. In un altro caso, ho constatato che le persone che mi avevano dichiarato di aver letto le mie spiegazioni e aver capito le mie produzioni, e inoltre, averle apprezzate, facendomi complimenti, avevano una interpretazione molto soggettiva delle mie opere. Anche in contrasto con le mie intenzioni. Questa foto la feci una sera prima di uscire di casa per andare a svagarmi un pò. Il mio scopo era semplicemente quello di registrare un aspetto del mio viso che mi era piaciuto, dovuto al trucco sugli occhi, e all'acconciatura che mi ero fatto, per avere foto di me interessanti da vedere e mostrare per identificarmi e apprezzare il mio aspetto. Sono quatro scatti fatti con in mano la fotocamera puntata su di me. L'autofocus ha messo a fuoco il mio viso. Il piccolo flash integrato sulla fotocamera ha schiarito il mio viso. Con il software ho unito i quattro scatti, ho sfumato le divisioni, e ho tolto il colore. Fine. Ho ricevuto commenti del tipo : - BELLISSIMO!!! questo set mi piace da morire!!! - che belle... le mie preferite!!! ;-) - Questa mi trasmette tanto..complimenti! - molto sexy queste =D la terza a destra è bellissima - grande! - confermo, la terza è ipnoticamente affascinante.. - ......interessante questa metamorfosi....... - the prince and the beast, spettacolare, :* - BELLISSIMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!BRAVO - Al di là del fatto che erano complimenti destinati al mio aspetto in quelle foto, e ad esaltare il mio ego, quindi fatti per darmi piacere, e quindi posso solo ringraziare per questo. Mi ha stupito il merito che mi si è attribuito nell'aver realizzato questa foto. Per altre foto che ci ho messo non solo due giorni di lavoro tra realizzazione fotografica e postproduzione, ma anche quattro anni di ricerche e cambiamenti, e l'impegno per trovare il soggetto, spiegarli tutto ciò che avevo creato, trovare pose giuste, non ho ricevuto un quantità elevata di meriti, anzi, molte censure e molte critiche. Il fatto che questa foto può “trasmettere tanto” come è scritto in uno dei commenti, mi fa ricordare ciò che lo scrittore Chuck Palahniuk ha fatto dire a uno suo personaggio nel romanzo Diary: “A quello che non conosci puoi dare qualsiasi significato”. Credo sia per questo che le persone preferiscono opere alle quali si può dare una interpretazione aperta. Perché possono dargli l'interpretazione che più li soddisfa. Allora, oltre al problema della mancanza di voglia nel leggere, per lunghezza e difficoltà di comprensione, è sorto un nuovo problema per me : come si fa a capire se una persona che ha letto e visto ha capito veramente? Si può dire che qualcuno comprende X se reagisce appropriatamente ad X. E per “reazione” si intende, se dichiara di pensare, sentire, volere, o compie qualcosa di appropriato. Così mi accorgo che la persona non ha capito. Non è appropriato chiedermi di produrre foto in modo da far risultare il soggetto una principessadiabolica, perché principessa e regina sono profondamente diverse nella mia poetica. Eppure mi è stato chiesto da una fotomodella professionista, alla quale avevo spiegatto tutto. In effetti, ho notato che la maggior parte delle ragazze, oggi vogliono sentirsi così. Principesse-diaboliche, aggressive, forti, stronze, ma belle, sensibili, e amate. Vogliono la perfezione. Indipendenza e bellezza. Lei aveva questo interesse e ha interpretato nel modo più soddisfacente per sé le mie opere, travisandole completamente. Quindi è stata comunque una frustrazione per me ricevere i suoi complimenti, perché sono stati causati da un motivo non attinente alla realtà, non attinente poiché l’interpretazione era sbagliata, e dunque essendo un caso, non ho avuto il merito di quel complimento. Infatti, alcuni mi hanno detto che apprezzerebbero se io lasciassi una interpretazione libera, e altri che le mie opere dovrebbero necessariamente avere una interpretazione libera per essere migliori di quello che sono. Tuttavia, io non voglio fare opere astratte nelle quali chiunque può vederci qualsiasi cosa del suo passato riportato alla memoria in base allo stato emotivo in cui si trova fruendo una mia opera. Inoltre, sono convinto che con un po' di sforzo le persone possano comprendere il reale significato. Questi due motivi quindi mi portano a pensare che non sia necessario che io rinunci a fornire una interpretazione. A scuola ho passato gli anni a farmi torturare dalle professoresse per comprendere e ricordare ogni minimo dettaglio di un quadro, il significato storico, personale, metaforico. Perché non posso aspettarmi che le persone non si sforzino? Tuttavia è necessario che io lasci un margine di mistero, perché esso è utile a suggestionare la mente e incidere nella memoria le mie opere. Una libertà naturale d’interpretazione ce l’hanno già le mie opere. Perché non posso impedire alle menti delle persone di errare, o di andare contro le mie intenzioni involontariamente o volontariamente. E inoltre non posso realizzare una immagine in modo completamente razionale, con un valore oggettivo e spiegabile, perciò ci saranno sempre degli elementi che non hanno un perché logico, ma emotivo e quindi interpretabile più liberamente. Inoltre, interpretare soggettivamente le mie opere può crearmi dispiacere per semplici fraintendimenti casuali. Ad esempio, a volte capita che qualcosa non piace semplicemente perché lo si interpreta in un modo diverso da come si dovrebbe interpretarlo. Quindi comparteciperei a farmi del male. E questo è un dispiacere verso il quale sono spesso costretto a rimanere passivo e ricordare che quella persona mi ha detto che non gli piace, perché non riesco a spiegarmi. La persona mi dice, è quello che sento. Come se non si potesse discutere. Ed è frustrante. Quindi disapproverò, anche dicendoglielo direttamente, chi commenterà e giudicherà senza informarsi, perché ho deciso che vorrei fare pensare delle cose precise e pertinenti, togliendomi l’aspettativa di essere letto e compreso nel modo giusto. Accetto che possa non accadere. Perché non ho il potere di evitarlo. Perciò questa mia descrizione non mi salverà dalle persone che hanno scarsa intelligenza, ne da quelle che seguono le loro sensazioni irrazionalmente, ne da quelle che per sadismo vogliono farmi un torto, ma con esse mi renderà sicuro di aver fatto il possibile e che i rimproveri che mi faranno non saranno legittimi. Con quelle che invece sapranno ascoltare potrò ragionare e arrivare a comprendere per lasciarmi correggere nel caso io abbia sbagliato. E non voglio giocare la mia vita a discutere davanti a un pc. Perciò non accetterò di discutere su cose che si possono leggere e comprendere senza il mio intervento diretto. Dunque non ammetto che non ci si sia informati prima di giungere a conclusioni. Le spiegazioni dei miei lavori sono facilmente reperibili sul web. Fornendo questa spiegazione i miei fruitori hanno la possibilità di scegliere se comprendere o no. Perciò mi impegno a: 1. stimolare la voglia di leggere. 2. controllare se ciò che ho scritto viene compreso. Ma per il resto lascerò le cose come stanno. Perché non posso farci nulla. Una volta ho ricevuto un messaggio dall'attore Filippo Timi : "Dimmi di più di te. Non capisco cosa fai di preciso. E mi capita spesso sul web." Così come tante altre persone mi hanno detto : "non capisco se fai il fotografo, se fai il grafico, se pubblicizzi qualcosa". Ho notato come una incapacità a pensare che io possa fare tutte le cose citate. Una concezione specialistica che si aspetta una sola produzione, e si disorienta davanti a uno space carico di produzioni diverse tra loro. Immagini, musica, grafica, scrittura, video. Su questo non posso farci niente. Procedure per costruire le opere di Psyquésofia e descrizione di ciò a cui si riferiscono le opere di Psyquésofia Ho regole diverse per ogni rappresentazione del mio progetto. Ci sono delle categorie generiche di cui tre nascono dalla rappresentazione del PrincipePoveroSperanzoso. Un adulto affetto da nevrosi infantile. Tipo di personalità: Principe-PoveroSperanzoso. Effetto percettivo (del principe): Principessa-SperanzaMagica/Melancholia. regina) Punto di vista filosofico (del principe): Lady-Compassione. Momenti (del principe): Armonia, disarmonia, manutenzione. Tuttavia rappresento anche altre due personalità: Re-SenzaSperanza, Lord-Devoto. L'adulto e il genitore. Il motivo per cui le rappresento è che sono la soluzione alla nevrosi infantile del Principe-PoveroSperanzoso. Dunque, tutto il progetto PsyquésofiA nasce dall'esistenza del Principe-PoveroSperanzoso. Prince-PoorHopeful (Principe-PoveroSperanzoso): è la rappresentazione di un adulto con una personalità infantile. L’essere iperprotetto o trascurato dalla famiglia impedisce in lui l’attivazione della personalità adulta che in uno stato naturale di insegnamento alla lotta autonoma per la sopravvivenza e dimostrazione di fiducia nella riuscita si attiva alla fine della adolescenza. Perciò continua a comportarsi come nel periodo in cui egli era non autosufficente, e bisognoso di assistenza, quindi di coccole. Dalla paura cronica dell’assenza di una metà femminile che soddisfi il suo bisogno d’amore come lo soddisfaceva sua madre, con totale dedizione, il corpo subisce dei cambiamenti tossici. sintomi: insicurezza, ansia, depressione, bipolarità (sindrome ansioso-depressiva), angoscia, attacchi di panico, comportamenti maniacali e fobici, somatizzazioni (distonia neurovegetativa, insonnia, perdita dell’attenzione per debito di sonno, impotenza sessuale, dermatiti, dolori muscolari, inappetenza, anoressia, bulimia, astenia, affezioni cardiache e circolatorie, colite, ulcera duodenale, stitichezza). Quando vive una situazione soddisfacente con una persona la sua percezione subisce l’effetto principessa. Quando vive una situazione insoddisfacente la sua percezione subisce l’effetto regina. Princess-MagicHope / Principessa-SperanzaMagica Significato attribuito all'oggetto percepito di donatrice di felicità incondizionata Rappresenta, in modo metaforico e semplificato, una percezione falsata di una ragazza della quale si è innamorati, dalle caratteristiche soddisfacenti per i propri bisogni infantili. Questra rappresentazione ha lo scopo principale di prendere consapevolezza del processo inconsapevole e distaccarsene attivando la personalità adulta e poi genitoriale. si può chiamare effetto p. (principessa) cause reali esterne alla mente: La soddisfazione per almeno un momento delle sue esigenze di tenerezza, sicurezza, protezione e sopravvivenza da parte di una ragazza (azioni, parole, toni di voce, pensieri). Soddisfazione che conferma ed esalta il proprio ego di cui necessita per impedire la depressione e il conseguente suicidio inconscio ( malattia fisica, trascuratezza) o conscio. Teoria del processo mentale: Il cervello sovrappone senza la consapevolezza dell’ego, tre livelli percettivi mentali sulla percezione sensoriale di una ragazza reale nell’ambiente esterno alla mente. 1. una forma ideale di come dovrebbe essere la partner. (principessa) 2. contesto emotivo (bisogno d’amore) 3. la propria percezione di sé (autoimmagine di bambino). Così, il sentire l’innamoramento fa pensare all’emisfero cerebrale razionale che se esso c’é nel corpo deve esserci una causa reale. Perciò il processo inconscio bypassa la verifica della ragione, la quale lo conferma convincendo il soggetto percipiente (principe-speranzoso) che lei ripeterà le azioni soddisfacenti il bisogno di chiusura dai pericoli del mondo, per tutta la vita, sostituendo il ruolo di madre salvatrice e soddisfatrice sensoriale che non c’é. Effetti ricercati: l’adattamento del corpo in uno stato di intenso benessere (sollievo, felicità, sicurezza) che ha la funzione di motivare alla relazione (innamoramento idealizzato magico) e assicurarsi la soddisfazione delle necessità psicologiche della propria personalità dalle caratteristiche infantili. Effetti indesiderati: Questa percezione legittima l’esaltazione delle emozioni portando alla confusione della propria percezione della realtà con la realtà, facendo perdere il contatto mentale generico con la realtà (nevrosi), e provocando una dipendenza patologica a quella figura che provoca continue sofferenze, poiché continuamente lei dimostra di non essere quello che si pensa lei sia. disperazione quando c’é l’abbandono. Con conseguente paura delle nuove relazioni intime. sintomi verificabili dell’effetto: A. Eguaglianza “Lei = Donatrice di felicità fissata nello spazio-tempo 24 su 24” dunque sovrastima e piacere infondato. B. Dipendenza dalla sua presenza, dalle sue azioni, parole per essere sereni. L'illusione di aver trovato una principessa accade per la natura della percezione umana, che è prevalentemente mentale, e quindi ha la possibilità di sovrapporre l'irrealtà alla realtà. Se percepisco una ragazza questa percezione è composta da tre subpercezioni: A) la percezione della ragazza come si presenta a me oggettivamente: oggetto percepito (perceived object); B) la percezione della reazione emotiva che io ho nei confronti della ragazza: contesto percettivo (perceptual context); C) la percezione di me stesso attraverso la mia autoimmagine: soggetto percipiente (perceiving subject); La quarta è la somma di tutte le percezioni. L'intero processo percettivo (perceptual process). Nello stato comune della percezione ordinaria l'oggetto principale della percezione è la ragazza. In tale percezione sono tuttavia sempre presenti anche il contesto percettivo, o reazione emotiva, e la percezione dell'Io. Ma non siamo coscienti di questi livelli, perché sono come trasparenti alla percezione, se il fuoco dell'attenzione è fissato sull'oggetto percepito. Tuttavia questo condizionamento determina un significato all'oggetto percepito. Il significato dell'oggetto consiste infatti nel rapporto che il soggetto istituisce con l'oggetto in funzione del contesto, e la consistenza oggettiva gioca un ruolo minore, anche perché è già in partenza condizionata dalla traduzione dei segnali elettrochimici rilevati dai sensi. Non in tutti i casi il significato attribuito da un soggetto a un oggetto è reale, cioè non sempre corrisponde alla reale consistenza dell'oggetto. Nel caso in cui ci ritroviamo una autoimmagine infantile, ovvero caratterizzata dalla non autosufficienza, e dal bisogno di affetto che assicura la protezione, l'assistenza e le coccole, e incontriamo una ragazza che soddisfa per un momento le nostre attenzioni, il significato che ci viene naturale attribuirle è quello di salvatrice e risolutrice di problemi che producono sofferenza, colei che prende il primo posto (principessa = primus capere) tra tutte le persone della nostra vita, perché ci permette di sentirci felici. Dunque si perde il contatto con la reale persona, perché si regredisce, e i nostri bisogni da bambini diventavano desideri e domande al nostro genitore, che quando non c'era diventava un simbolo astratto, che non ci faceva sentire persi anche se fisicamente separati. Nel caso in cui incontriamo invece una ragazza che non soddisfa nessuna nostra esigenza, questo ci crea problemi e sofferenza relativamo al nostro bisogno insoddisfatto. Non sappiamo come risolverli e la nostra percezione subisce l'effetto Q. Queen-NoLove / Regina-SenzaAmore Significato attribuito all'oggetto percepito di pericolo e aggressione Rappresenta in modo semplificato la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato emotivo operata dal cervello del principe, che può comparire quando l’effetto p. Viene deluso dalla negazione del suo bisogno d’amore. effetto r. (regina): è un adattamento psicofisico utile alla sopravvivenza della personalità con caratteristiche dell’età infantile, perché nega l'esistenza di una ferita dell'ego. Sintomi: 1. odio, causato dal pensarsi vittima di una crudeltà che comporta continui shock emotivi (paura di essere usato, trascurato,rifiutato, abbandonato) per le azioni della ragazza che negando le richieste d’amore, producono una lesiva sofferenza che il principe non è capace di interrompere poiché fortemente attratto e dipendente da lei. 2. Giudizio negativo delle sue azioni e affermazioni ( violente, animali, fredde, volgari, egoiste e intenzionalmente malefiche). per legittimare le proprie emozioni, dimenticare il problema e regredire. “non ho bisogno di te”, la quale fa dedurre che lei sa risolvere da sola i suoi problemi e non dipende dalla presenza del principe per la soddisfazione dei suoi bisogni. “nessuno è speciale più degli altri” e sa persuadere chi non è per primo interessato, aggiungendolo alla sua collezione di piaceri, e aver la libertà di non tornare mai più, o di far sesso con altri, anche in orgie, di voler essere scopata come una prostituta e non come una fidanzata. 3. Rimproveri e rinfacciamenti, per far fare alla ragazza quello che vorrebbe lui attraverso la forza costrittiva e latente del senso di colpa. conseguenze negative: Non riuscendo ad accettare quello che ha trovato, il rifiuto deprime il suo ego e questa ferita provoca una ossessione presente anche nel sonno. conseguenze positive: egli ha un distacco affettivo a causa del fatto che non si può essere innamorati di qualcuno che non soddisfa nessuno dei propri bisogni ma di cui si ha paura. Il bisogno di sopravvivenza del proprio ego avvia la costruzione di una nuova personalità, dalle caratteristiche simili a quelle di chi ha provocato lo schok. Poiché non puoi aver paura di qualcuno che è uguale a te, perché sai dominarlo. E nel momento in cui riesce ad accettare questa esperienza scopre di essere stato vittima del suo sentirsi principe, poiché per natura la sua sofferenza è solo un suo problema di cui gli altri si possono disinteressare. ---------dopo tanti shock subiti per certe affermazioni, certe proposte, certi punti di vista, modi di reagire, modi agire, menzogne, violenze, nuovi per la mia esperienza e non accettabili, con una mia ex ragazza, mi provocarono talmente tanta tensione da finire in un incubo in cui in un città pericolosa, rinchiuso in un castello mentre tentavo di fuggire tutti i servi di una regina volevano uccidermi, ma lei in cambio di totale asservimento mi avrebbe risparmiato la vita. Sognai che mi prese in braccio e mi portò in alto al castello percorrendo le scale, poi piangendo telefonai alla "mia ragazza" e poi fotografai Alizee con quest'idea. La Regina è una rappresentazione della nuova percezione che può comparire quando l’effetto p. svanisce. O a contatto con una ragazza con delle caratteristiche della cultura postmoderna. Individualismo e materialismo. Che il principe non sa gestire. effetto r. (regina): è un adattamento psicofisico utile alla propria sopravvivenza. sintomi: odio causato dai continui shock emotivi per le azioni della regina, conseguente distacco emotivo a causa del fatto che non ci si può innamorare di qualcuno che non soddisfa nessuno dei nostri bisogni. perdita di dipendenza psicologica e fisica. Queste sofferenze troppo grandi da accettare provocano una ossessione la cui energia dirompente viene incanalata nella costruzione di una nuova personalità, dalle caratteristiche simili a quelle cha ha provocato lo schok. Poiché non puoi aver paura di qualcuno che è uguale a te perché sai dominarlo. Lei non ha bisogno del principe, e dunque non ha interesse nel risolvere i suoi problemi per ottenere qualcosa in cambio, non ha interesse a fare scelte morali. Lei vuole aggiungerlo alla sua collezione di piaceri, e aver la libertà di non tornare mai più. Lei desidera la libertà, e l’egoismo è la chiave del suo piacere, e nell’orgia si sente realizzata. Nel momento in cui osserviamo le nostre reazioni sensoriali, emotive, e ascoltiamo i nostri pensieri, giudicando il modo in cui pensiamo che la nostra immagine sia in quel momento, ovvero che ruolo ha, sottomessa, indifesa ecc... spostiamo il fuoco dell'attenzione sul processo percettivo e smettiamo di essere dominati dagli altri livelli, quindi operiamo un distacco dall'oggetto, e l'oggetto non può più farci male, perché riusciamo ad accettarlo così com'é. Il corpo, fatto di carne e sangue, non può essere controllato direttamente, non è in nostro potere. Sia in senso di attrazione sessuale, si in senso di affezione sentimentale. Ma c'è un modo indiretto per controllarlo e padroneggiarlo : il respiro. Una foto permette un distacco utile per contemplare cosa ci attrae, cosa ci spaventa, e allenarsi a essere capaci di scegliere quando aderire a ciò che ci fa sentire il corpo e quando non aderire sulla base del nostro benessere e del benessere sociale. Lady-Compassion / Lady-Compassione significato attribuito all'oggetto percepito di arricchimento intellettuale, emotivo e fisico dal quale non può dipendere la propria serenità La Lady è una rappresentazione della percezione corretta di un essere umano, sessualmente e affettivamente corrispondente al principe. La personalità maschile è diventata adulta perché la rassegnazione gli ha permesso di accettare la legge di natura che rende l’egoismo di fondamentale importanza per l’esistenza di ognuno e della propria felicità, e che ne impedisce la completa eliminazione. E ora sa compiere il proprio dovere in accordo con questa legge di natura. Inoltre è consapevole che tutti gli esseri umani sono soggetti alla sofferenza e che questo è il motivo per cui le loro azioni possono ferirci, e questo gli permette di amare gli altri con la stessa intensità con cui ama se stesso, accettandole così come sono, e difendendosi quando oltrepassano il limite per il proprio benessere. Sa cercare continuamente un equilibrio tra forze opposte. Dunque il suo sentimento è quello di lasciare libera la persona di soddisfare i propri bisogni egoici, e di darle le possibilità di modificare le sue passioni negative che possono ferirci, attraverso l’uso volontario del pensiero. L’unione fisica è devozione e senza attaccamento, poiché egli ha acquisito la consapevolezza che il corpo verrà dissolto nella morte, e non potrà mai essere posseduto. Non cerca la bellezza della partner come strumento di esaltazione del proprio ego per essere stato scelto proprio da lei, che ha rifiutato tutti gli altri. Perché sa che la bellezza è una sventura per chi non ce l'ha, e che è la stessa sofferenza che lo porterebbe a ricercarla, creando una spirale infinita. Una insegnante d’amore, che rinforza i nostri pensieri corretti e punisce i pensieri scorretti. Le esperienze che hanno prodotto il progetto e il mio modo di produrre immagini (poetica): La voglia di fotografare soggetti nacque quando stavo scrivendo un romanzo. Loves(wr)onG. Titolo tratto dalla canzone "lovesong" dei cure. Il personaggio, una ragazza emotivamente fragile, Yde, subiva un forte cambiamento. Cambiando di nome, d'aspetto, di valori. Cheril Blossom Girl. Lessi una intervista su un blog, di una suicide girl, Nana, ora Nana-RapeBlossom. Ed era così che vedevo il mio personaggio. Comportarsi come lei. Così mi creai un account su MySpace per parlarle. Seguendo gli aggiornamenti dei suoi lavori, mi appassionai ai suoi fotografi, e agli artisti che lei stimava. Così nacque in me il desiderio di creare foto con lei come soggetto, e iniziai a studiare, e mi comprai una fotocamera. Ma la voglia di fare un mondo mio nacque quando conobbi una ragazza di Bologna, e cioè prima di incontrare Nana. La mia prima storia nata nel virtuale. Mi chiamava principe, ed ero innamorato, felice, estasiato. Ma quando sparii per un pò e vidi che ci stava provando col mio migliore amico capii che era tutto finto. Principe Ney era un ossimoro, per manifestare il mio dispiacere per non essere stato un vero "principe". L'idea delle principesse nacque in seguito. La fotografia diventò un lavoro nonostante non fosse tra i miei progetti. Volevo laurearmi in filosofia. E fotografare solo per passione. Quando morii mia nonna, con la quale ero cresciuto, i miei genitori mi misero ansia dicendomi che dovevo sbrigarmela da solo in tutto da quel momento in poi. Così mi venne l'ingenua idea di ricavare un guadagno da quello che avevo imparato a fare. In seguito ho desiderato una agevolazione nel trovare soggetti e fondi per il progetto. Faticare di meno. Perché è stato molto faticoso, a volte doloroso, a volte pericoloso lavorare con soggetti fotografici. Ritardi agli appuntamenti, appuntamenti rimandati all'ultimo, appuntamenti in cui non ci si è presentati senza avvisare, e senza contattarmi più per settimane. È capitato che una ragazza si proponesse come soggetto per la queen-NoLove, e io avessi accettato, e avessi detto di aspettare il tempo di organizzarmi. Sono passati alcuni mesi e l'ho ricontattata per scattare. Mi ha risposto che sinceramente ci aveva riflettuto e non se la sentiva. Il che implica che prima non ci avesse riflettuto. Avere una aspettativa disattesa è sempre frustrante. Oppure peggio ancora, scattare durante il set, e dopo pentirsi di averlo fatto, e chiedermi restrizioni, o di non usare il set. Mi è capitato di dover buttare via un set fatto dopo un viaggio di quattro ore di andata e quattro ore di ritorno di treno. E accumulato tutto questo dolore, diventato frustrazione, e poi depressione, ho sentito di non volere tutto ciò. E mi sono chiesto cosa volessi fare invece che fare quello. Qualcosa che non mi desse stress. Ho pensato, magari eseguire ordini senza creare qualcosa di personale può essere meno stressante. Eppure le mie esperienze fotografiche di esecuzioni sono state molto stressanti. In discoteca o facevo in modo che le persone guardando le foto pensassero che quella fosse una discoteca molto frequentata, riprendendo le parti della discoteca in cui c'era la folla, scegliendo tagli fotografici con meno spazio possibile attorno al soggetto, e facendo tanti scatti per dare il senso che ci fosse talmente tanta gente, talmente tanti momenti che fosse necessario fare tanti scatti, era per me frustrante. Dovevo accettare inquadrature che non mi piacevano, dovevo riprendere folle che non m'interessavano, dovevo tenere un ritmo frenetico, e dovevo rispondere alle persone che mi chiedevano aggressivamente e contemporaneamente foto, e a volte dovevo rispondere anche di no, perché il mio obiettivo primario era il mostrare la folla. Quindi ho pensato che nell'eseguire e basta, per lavoro, non sempre avrei avuto meno pressione. Inoltre soddisfare il mio ego è sempre stato importante. Benché molti fotografi cerchino assistenti per la postproduzione, soprattuto quando la quantità di foto da postprodurre è elevata, non cerca un fotografo creativo, cercano un esecutore. Questo mi ha portato a isolarmi, evitando di lavorare come dipendente di qualcuno. E nel fare tutto da solo, ho capito che per prima cosa non volevo far dipendere la mia felicità dalla riuscita dei miei lavori per me o per gli altri. Ma dalla mia serenità di vivere ogni momento fino alla morte. Producendo opere da collegare a tutte le altre già prodotte per il mio progetto creativo ( Ney : Prince / Anghelion o PsyquésofiA ) mi sono impegnato a rispettare alcune regole formali e alcuni principii che le hanno fatte funzionare nel modo giusto, risolvendo certi problemi che si creano nel soddisfare alcune mie esigenze creative. Caratteristiche estetiche ricorrenti nelle mie opere. Avendo notato che un certo stile ripetuto in diverse opere veniva maggiormente apprezzato, ho pensato di ripetere delle caratteristiche in tutte le mie opere. Poi sono finito ad utilizzare la ripetizione in modo funzionale al contenuto che volevo comunicare. Queste caratteristiche me le sono scritte, divise in tabelle, perché sono moltissime, e posso dimenticarmele, soprattutto preso dall'istinto di fotografare semplicemente ciò che mi piace e come sento che mi piace. Lo trovo necessario per almeno quattro motivi : 1. voglio esprimere concetti. 2. lavoro con dei soggetti con una personalità, interessi e rifiuti. 3. ciò che produco ha tra i suoi scopi quello di essere fruito da persone che reagiscano in un dato modo alle cose. 4. ciò che produco ha un costo economico. Come sono arrivato a queste regole? Avevo desiderio di far comprendere il contenuto delle mie foto. Dunque ho dovuto fare attenzione a ciò che mi permette di far comprendere i concetti nelle mie opere alle persone, ciò che mi permette di collaborare con le persone e che mi cerchino loro per agevolarmi la ricerca, ciò che mi permette di far vedere le mie opere alle persone e quindi ciò che fa desiderare loro vederle, e poter guadagnare abbastanza per ripagare le spese o investire soldi per il progetto. Ho iniziato a sperimentare utilizzando un atteggiamento pubblicitario: esaltare le qualità estetiche. Ombre delicate. Decorazioni gradevoli. Pose plastiche. Luci intense. Colori d'impatto emotivo. Serie La puerta del cielo La maggior parte degli esperimenti che ho apprezzato molto nel farli e nel vederli fatti, non li considero più parte del progetto Psyquésofia. Li ho raccolti sotto il nome di Lost experiments. Poi ho aggiunto dei significati. La foto con la quale avevo esaltato le qualità estetiche di alcune ragazze diventava il simbolo dell'atto di innamorarsi. E dunque finivo col nominarle principesse nella casella del nome della foto. "principe azzurro" è una denominazione consolidata nella cultura popolare dal classico della Disney Cenerentola del 1950. Ed era stato anche il modo in cui ero stato chiamato in un'esperienza sentimentale negativa. Ma alle immagini mancava qualcosa per renderle più autonome. Se cancellavo il nome principessa dalla casella di testo, come poteva una persona pensare che quella ritratta rappresentasse una principessa? Così acquistai una coroncina da principessa di quelle che si usano a carnevale, e la feci indossare ai soggetti. Ma le immagini che avevo prodotto per comunicare tutto questo processo erano ambigue. In alcune sembravano possedere delle caratteristiche sadiche, tristi, egoiste quando in verità avevo capito di voler descrivere l'estasi dell'innamoramento. Le ombre di molte foto erano avvolgenti, gli sguardi spenti, riflessivi, bassi. I corpi fragili, talmente fragili da non poter donare felicità a qualcun altro, ma richiederla. Tutto ciò mi piaceva, e aveva un largo seguito di apprezzatori e apprezzatrici, ma mancava di una caratteristica: la capacità di esprimere come mi sentivo. Il piacere per la bellezza femminile riuscivano a esprimerlo, l'interesse per i loro sguardi e simbolicamente per la loro mente risucivano a esprimerlo. Ma volevo esprimere quella sensazione di gioia di vivere immensa depressa dalla disillusione per non aver realmente trovato che si pensava di aver trovato. Perciò, tentai ad andare oltre alle quotidiane immagini introiettate nella memoria attraverso le pubblicità. Continuai a tener conto delle qualità estetiche, ma invertii il significato positivo in un significato negativo. E attraverso la foto mi liberavo dell'idea di una ragazza, idea chiamata principessa, uccidendola. Elementi come gli scotch biadesivi neri sui capezzoli sapevo che comunicavano un senso di aggressività contrario all'innamoramento. Ma con questi elementi uniti ad altri come la coroncina voleva significare il doppio aspetto della principessa. Apparentemente donatrice di felicità, ma realmente donatrice di disillusione, aspettative disattese, solitudine, sofferenza. Tuttavia le persone univano tutte e non facevano distinzione. Ciò che era importante era la qualità estetica di ciò che vedevano. Bella/Brutta. Mi piace/Non mi piace. E infatti per non farmi fraintendere dai contatti di Myspace, msn, facebook, che credevano volessi rappresentare lo stereotipo/archetipo di ragazza perfetta, le chiamai Principessa-Sogno (PrincessDream) poi Principessa-Speranza e poi Principessa-SperanzaMagica. Perciò tentai di separe i concetti a livello estetico. Dunque, per agevolare la comprensione di concetti ho deciso di usare una iconografia consolidata nella cultura in cui vivo o delle metafore consolidate o degli stereotipi. Conservai lo stile pubblicitario anche per avere la possibilità di collaborare con le persone. Vedevo che funzionava, perché rendeva i miei lavori distinguibili. Ho constato che essere distinguibile dagli altri è sinonimo di valore per la concezione comune. E se hai valore vieni cercato, e rispettato. Quel rispetto che ho desiderato quando c'é stato un appuntamento non rispettato o un ripensamento doloroso. In genere, si è stimolati ad aver bisogno di essere distinguibili perché c'é molta consapevolezza di come sono le altre persone sul pianeta, spesso simili tra loro, spesso simili a noi. Consapevolezza di avere le stesse idee di tante altre persone, di avere gli stessi gusti, di avere la stessa sensibilità, di avere gli stessi problemi, gli stessi vantaggi e svantaggi, le stesse conoscenze culturali. La connessione di una gran quantità di persone rende consapevoli di non essere unici, e di non essere gli unici a emozionarsi per qualcosa, o gli unici a pensare una certa idea. Perciò conta molto l'originalità dell'idea, e spesso chi ha questo tipo di valore viene cercato e finanziato. Dunque, ho pensato di crearmi un valore personale. Come? La conoscenza. Se nessuno mi conosce come può apprezzare il mio valore? Internet è un buon mezzo per farsi conoscere. Per questo motivo ho messo molto impegno nel disegnare una interfeccia interessante su MySpace. Ma ho constatato che il fatto che le mie foto emozionassero, interessassero, fossero utili, non era sufficiente. Nessuno si sarebbe chiesto da dove vengono, non sarei stato agevolato perché le persone non cercherebbero di collaborare con me, sarei stato anonimo, perché nel web si prende, senza pensare come ci è arrivata quella cosa a quell'indirizzo internet. Inoltre, questa indifferenza nei confronti dell'autore di immagini è amplificata dal periodo sovraffollato in cui produco, nel quale nessuno può ricordarsi di una persona in particolare se non gli entra nella memoria attraverso forti scariche emotive e ripetute, o attraverso un legame, anche solo ideale. Dunque ho pensato che per essere distinguibile e di conseguenza avere un valore personale, nel momento in cui le foto vengono viste e confrontate con le opere di altri autori, dovrebbero essere ricollegabili al mio stile, e alla mia interpretazione del mondo. Per poi essere apprezzate per la loro diversità con le altre, quindi avere una identità, e degli elementi emozionanti che incidano il ricordo nella memoria. Come fanno le pubblicità. Emozionano e si ripetono per crearsi uno spazio nella memoria delle persone. Quindi in che modo ho ottenuto un lavoro originale? Seguendo delle regole per ogni foto, incentrate sulle qualità estetiche. Illuminazione, colori, soggetti, abbigliamento, pose. E scartando quei risultati che non le rispettano, o non le rispettano sufficientemente. Tuttavia, è stato molto difficile ottenere risultati originali. Ho scartato tantissime foto che mi davano piacere guardarle, perché non erano funzionali ai miei scopi. Ho resistito al piacere di far foto per il solo piacere di farle. È stato un dispiacere. Inoltre, dopo aver faticato nello scartare e nel resistere alla soddisfazione di un certa foto, quando avevo deciso che un certo risultato andava bene, altre persone lo avevano utilizzato. Perché idee simili possono venire a tantissimi esseri umani in posti diversi del mondo. Perciò ho deciso di concentrarmi di più sulla originalità della unione di elementi e tecniche, sulla composizione, e non soltanto nella ricerca di elementi originali. Quindi quello che conta di più per me è l'effetto finale. Anche se l'opera non è tecnicamente esatta come l'avrei voluta realizzare, o non è così originale come l'avrei voluta realizzare. Gli elementi originali, devono essere oggettivamente riconosciuti. Ed è il processo che mi provoca più tensione, poiché è una vera impresa, ed è un lavoro molto limitante e ossessivo. Infatti, stranamente evito di guardare le opere degli altri fotografi. Mi si rimprovera di ciò. Perché lo stereotipo di un fotografo inserito nella società vuole che esso sia informatissimo sugli altri. O come fa a distinguersi? Inoltre ho introdotto il logo. Che all'inizio era un cuore di metallo spezzato, poi ho aggiunto una katana e delle ali, e poi è diventato un rondone stilizzato con gli occhi tristi. Tuttavia, poiché si può interpretare il mio desiderio di distinzione pensandolo in modo estremo, voglio dissuadervi dall'interpretare il mio volermi distinguere come fosse una distinzione totale. Io intendo distinguermi con equilibrio. Sarebbe controproducente distinguermi totalmente. Sarei un alieno, e un alieno fa paura, e non avrebbe vantaggio. Perché da un valore massimo passerei a non avere più nemmeno un valore minimo. b.Facilitare la comprensione. Veicolando un messaggio la cui forma interessi a conoscerlo, e faciliti la sua comprensione. c.Evitare associazioni che per puro caso avverso abbassano il valore di una mia opera. Esempio: Se la nokia ha fatto una pubblicità con un concetto simbolizzato in un certo modo, tutti assoceranno una mia immagine a quella pubblicità. Questa associazione creerà divertimento e mancanza di valore. "Sembra quello, sembra quell'altro". Per le persone una cosa che ha valore non deve sembrare niente. (Il che mi ricorda la caratteristiche peculiare femminile di non voler mai essere comparate alle altre per essere sempre diverse. Caratteristica che le rende tutte uguali). Tantomeno non deve sembrare una cosa commerciale. Poiché il commerciale è etichettato come antispirituale e antiumano. Nonostante tutti non facciamo altro che vivere per fare commercio. Dopo aver comprato una t-shirt rosa con su stampato il volto del cantante Robert Smith dei cure, con un colore rosso, il rosa divenne il colore che più utilizzavo. La ritenevo una scelta ambigua quella di usare rosa e rosso per una t-shirt di un cantante dark. Io stesso iniziai a vestirmi di rosa e rosso, unendoci qualcosa di nero. La prima occasione che mi ha permesso di definire molto di più l'estetica delle principesse è stato quando ho iniziato a sperimentare l'estetica del loro contrario: le regine. Il rosa shocking completamente illuminato. La pelle bianca. Il senso di asettico e freddo. La posa sessualmente provocante. Il seno nudo completamente illuminato. Oggetti non quotidiani a ripetere il colore rosa onnipresente. Una finta gonna, fatta per far vedere tutto ciò che in genere nasconde una gonna. Una finta t-shirt che mostra tutto. Una bocca che comunica quell'estasi non rilassata ma tesa di una eccitazione sessuale. Un soggetto non canonico. In questo modo avevo capito che le principesse non erano così. E avevo capito che le regine erano più simile alla foto fatta ad Alizee. Perciò i colori, il tipo di pose, gli oggetti, l'illuminazione che avevo usato con questa foto diventò quello delle regine. Esaltai la definizione dei contorni, dei rilievi sulla pelle , della saturazione di colori forti come i capelli, lo smalto, gli accessori, e lo sfondo, e dasaturai la pelle, rendendola spenta, mostrai la vagina, il sedere, i capezzoli colorati di nero o rosso, quando rappresentai le regine, mantenendo tutto a fuoco, e abbassai al minimo la definizione dei contorni delle principesse, sfocando il più possibile i bordi della foto, pervadendo sempre di più di bianco e di celeste le principesse. Ho iniziato a scegliere così soggetti non canonici per le regine e soggetti canonici per le principesse. Credo che la differenza tra un soggetto canonico e uno non canonico sia determinata ciò che la pubblicità ci ha abituati a pensare sia canonico e non canonico. Nel settore della moda e della pubblicità importante l’aspetto fisico – bellezza – ma anche la riconoscibilità del soggetto con tratti fisici e particolarità che attirino l’attenzione. Il canone classico del bello, quello che la tv e le riviste patinate ci propongono resta il metro di paragone che usano molti sogetti per autocriticarsi prima di proporsi a vari casting. Caratteristica principale è la giovane età. La richiesta è molto diversifica a seconda del lavoro o del servizio fotografico richiesto. Solitamente le macro categorie sono: • Modella per sfilata: i campionari degli stilisti vanno dalla taglia 38 alla 42. Altezza minima richiesta 1,76 m fino ad un massimo circa di 1,85 m. Forme proporzionate e non vistose, fisico asciutto. • Modella per cataloghi: i campionari per gli showroom vanno dalla taglia 40 alle 42. Altezza minima richiesta è solitamente 1,70 m, comunque solitamente viene uniformata con le altre modelle presenti. • Modella per intimo o moda mare: fisico formoso e ben proporzionato con minimo una terza di seno o comunque una seconda abbondante. Disinvoltura e sensualità. • Hair Model: l’altezza non è importante ma può capitare la richiesta minima di 1,64 m. • Fotomodella pubblicitaria: è il settore più competitivo, poiché non sono richieste specifiche particolarità se non la grande espressività del soggetto • Fotomodella glamour: fisico ben proporzionato e formoso, sensualità e disinvoltura. • Fotomodella per parti del corpo: indispensabile avere occhi, labbra, mani, gambe e piedi molto belli. Mercato molto settoriale. • Fotomodella per nudo artistico: molto simile al glamour, l’altezza non è indispensabile. In seguito è nata la figura del Re-SenzaSperanza. Rappresenta un modello inconscio di evoluzione dalla personalità infantile alla personalità adulta. Che deve essere adatto al soggetto, perciò deve appartenere necessariamente al suo ambiente culturale, ma deve essere anche capace di impressionare sufficientemente l'inconscio del fruitore, e per impressionare l'inconscio del fruitore deve essere una immagine suggestiva. Può provenire dalla vita reale, o dal mondo virtuale. In questo caso ho usato simboli come il pipistrello del personaggio cinematografico e fumettistico Batman. Il quale da bambino m'impressionò molto, e per molto tempo. Problemi relativi al gradimento delle rappresentazioni Per il fatto che il soggetto non fosse canonico ho ricevuto alcune critiche. Ad esempio, una critica che mi colpì fu:"sembra che ha due prosciutti al posto delle gambe". Trovo che non essendo inevitabile perché costruita attraverso l'abitudine e l'influenza del pensiero degli altri questa esclusività del diritto di poter apparire data a soggetti femminili che rispettano i canoni sia ingiusta e fonte di sofferenza per i soggetti e per i fotografi: I soggetti che sentendosi inadeguate non posano, o che sentendosi adeguate vengono rifiutate. I fotografi che non trovando soggetti sicuri non canonici non possono fotografare, o vengono rifiutati perché secondo certi punti di vista devono necessariamente scegliere tra fotografare certi corpi o certi altri, in modo da trasmettere un chiaro gusto e non un gusto opposto. Un problema che si può attribuire a questo modello dominante è il non poter fotografare con serenità qualsiasi tipo di corpo o viso, ma doverlo fare analizzando la corrispondenza al modello delle caratteristiche del corpo o viso da fotografare. Poiché alcuni soggetti per mantenere un certo tipo d'immagine nelle menti dei fruitori evitano in modo ossessivo di mostrare qualsiasi caratteristica del loro aspetto che ritengono sia un difetto, o che ritengono che il modo ritenga si una difetto, impedendo la visione della propria immagine così com'é. Non per tutti i soggetti è così. Ci sono persone che si fanno fotografare così come sono e persone che non lo fanno. Nel caso in cui l'obiettivo è quello di fotografare qualcuno così com'é il problema si risolverebe dunque trovando la persona che si fa fotografare così com'é. Ma trovare questi soggetti è molto difficile, e inoltre implica l'esplicitare chiaramente che il corpo verrà ritratto con tutte le sue caratteristiche visibili. Questa implicazione nel momento in cui non ci si pone il problema dei difetti perché non si da un significato negativo a certe caratteristiche del corpo si può tralasciare, si può quindi non pensare che sia necessario compiere certi passaggi intermedi prima di arrivare a concordare il set fotografico e quindi pagarne le conseguenze col soggetto che scopre di dover mostrare il suo corpo così com'é nel momento del set o alla visione delle fotografie. Sono felice che certe star veicolino l'idea di una bellezza alternativa che non predomini sull'altra bellezza canonica già esistente, ma che abbia pari opportunità di essere mostrata. Perché esse hanno il potere di influenzare velocemente gli schemi mentali delle persone. Come la rockstar Beth Ditto pubblicata nuda sulla copertina di alcune riviste, o il fenomeno delle Suicide Girls. Tuttavia queste pari opportunità vengono negate da molte persone, e questi rimangono fenomeni rari e fortemente contrastati, con etichette del tipo : "alternativa alla bellezza". L'affermazione "è brutto" può somigliare a “non mi piace” ma sono linguisticamente due affermazioni differenti, e hanno conseguenze diverse. mi è capitato di sentirmi dire "tutte le ragazze che hai fotografato sono cesse". Questa non è solo una espressione emotiva, poiché si usa il verbo essere. Spesso lo si usa attribuendogli un significato soggettivo e non oggettivo, per l'ignoranza della differenza tra queste due affermazioni. Perciò nel momento in cui tento di comprendere cosa intende l'autore di tale affermazione e vengo a scoprire che è una sua sensazione privata comprendo l'errore e non la considero una offesa. Tuttavia il non offendermi non elimina tutti i problemi causati dalle conseguenze di un tale pensiero. Le persone ritenute brutte soffrono per non potersi mostrare, e io soffro per non poterle fotografare a causa della loro vergogna che li porta a nascondersi. Per seconda cosa, se l'aspetto dei soggetti nelle mie foto fosse oggettivamente brutto, perché sono obbligato da qualche legge civile, o morale, a ricercare una estetica bella e oggettiva? Teoricamente non lo sono. Ma poiché dipendo dai soggetti da fotografare e dalle persone che mi danno lavoro, divento obbligato dalle opinioni di molte persone. Tuttavia il problema del canone estetico è un problema che già in tanti stanno affrontando, perciò è meno scioccante e quindi meno problematico rispetto al problema della sessualità. Infatti il fattore con più grandi e invasive problematiche non era la bellezza del soggetto, ma la visibilità delle zone sessuali, in particolare i genitali femminili e ancora di più maschili. Se col termine "sessualità" ci si riferisce agli aspetti psicologici, sociali, culturali del comportamento sessuale umano, mentre col termine "attività sessuale" ci si riferisce più specificatamente alle pratiche sessuali vere e proprie. Nelle foto delle regine il problema era il vedere la sessualità mostrata attraverso l'esposizione delle parti sessuali di un corpo, sia che siano usate dal soggetto visto per la ricerca del proprio piacere oppure per una conoscenza, una contemplazione, una ammirazione della sua forma da parte dell'osservatore. Un problema che si estendeva dall'opera a me. Tra me e i fruitori delle foto. Tra me e il mio ambiente sociale. Tra me e le partner che ho avuto. Più in particolare il problema era relativo alla visione delle zone sessuali di qualcuno a parenti, amici, fidanzati, insegnanti, datori di lavoro. Tantè che una volta pubblicarono delle foto delle regine su di un magazine online e taggando uno dei soggetti sul famosissmo social network facebook il suo fidanzato mi scrisse pubblicamente "ritardato togli il tag di "(soggetto delle foto)". E in seguito a questo messaggio del ragazzo parlato col soggetto delle foto che mi ha ripetuto più volte di averle creato dei problemi, senza rispondere alla domanda di chi le avesse creato problemi (suppongo il ragazzo). Mi ha detto esplicitamente che su facebook ci sono i suoi parenti, i suoi amici, i suoi genitori, i suoi insegnanti e non voleva sapessero di queste foto. Davo per scontato non fosse un problema, poiché non mi era stato detto di non dover fare questa cosa, e non era stato un problema l'aver taggato gli altri soggetti della foto. Perciò dopo aver cancellato tutte le sue foto, decisi di scrivere chiaramente nella liberatoria che tra gli usi c'era quello di linkare siti in cui avrei caricato o sarebbero state caricate le foto scattate, e se questo uso veniva accettato o no dal soggetto. La visione da parte di estranei era decisamente meno problematica per i soggetti. PROBLEMI NELLA RAPPRESENTAZIONE DELLE ZONE SESSUALI DI UN CORPO Tra i fruitori delle mie opere c'é stato chi si è sentito estasiato, commosso, eccitato, rinfrescato, compreso, confortato, aiutato ma anche chi si è sentito mancato di rispetto, chi offeso, chi discriminato, chi in pericolo, chi geloso, chi invidioso. Nonostante tutte queste conseguenze non fossero state da me perseguite volontariamente. Ad esempio. Alcune delle partner con le quali ho condiviso dei periodi della mia vita hanno avuto paura della possibilità che ci fosse un'altra a occupare il loro posto fisico, o la mia mente. E con le mie parole, non sono quasi mai riuscito a dissolvere le loro paure. Perché erano radicate nella memoria e dunque nell'inconscio e il dialogo agisce sulla parte razionale degli esseri umani. Questo fenomeno indesiderato da me, è diventata una fonte di sofferenza ricorrente, che non riuscivo a eliminare. Il motivo per cui queste situazioni mi procuravano sofferenza era dovuto al bisogno dell'approvazione di quelle persone che avevo, e il motivo per il quale sentivo necessario essere approvato da certe persone era che dalla loro approvazione dipendeva la loro la presenza nella mia vita, senza la quale finivano con l'allontanarmi, smettere di cercarmi, o col rompere la promessa d'amore, o la mia sopravvivenza nella società, poiché mi negavano l'amicizia, il lavoro, l'aiuto, la condivisione di conoscenze, attività necessarie per poter essere integrato e soddisfatto all'interno della società. Questo contrasto tra me e quell'insieme di fruitori che rifiutavano le mie opere ma anche la mia persona, nella confusione più totale del perché non riuscissi a evitare tale contrasto l'ho ricondotta a un mio fallimento e infine a un mio malfunzionamento psicologico, ed ha provocato in me vergogna per i miei desideri, e le azioni volte a soddisfarli, e dispiacere nel non essere riuscito a comunicare il mio amore, fino a provocarmi una sofferenza cronica, poi superata con l'autoconsapevolezza che le mie paure di non poter rimanere da solo senza soffrire e deperire erano infondate, e le affermazioni e percezioni dei fruitori erano infondate. Credo sia necessario fare un esempio poiché ho notato che in pochi si rendono conto della difficoltà di affrontare le conseguenze di fare foto di nudo esplicito con un messaggio aggressivo. L'ho notato quando è stato detto: "allora le faccio anche io le foto se fotografo una tipa nuda, che ci vuole?". Esempio di fonte di sofferenza: Un anno dopo aver scattato delle foto a una ragazza che interpretava la Queen-NoLove, e averle usate per l'esposizione nel web e in alcune mostre, lei mi chiede di toglierle dal web e usarle solo nelle mostre perché così si sarebbe riparata dal pericolo che le vedessero suo padre, i colleghi del nuovo lavoro inerente alla medicina, il suo fidanzato. Io nonostante lei avesse firmato una liberatoria fotografica ho deciso di toglierle questa sofferenza prendendomi la sofferenza di dovermi distaccare d a delle foto alle quali tenevo molto perché realizzate bene. Alcuni giorni dopo accadde questo: Soggetto delle foto: Ciao Io: ciao Soggetto delle foto: Scusa se ti disturbo, non sono (nome soggetto delle foto) sono (nome del suo ragazzo) il suo ragazzo Forse ti ha parlato di me l'altra sera sono entrato con il suo facebook ed ho visto il vostro scambio di email cosi le ho chiesto spiegazioni riguardo queste foto di cui si parlava e lei, presa dai sensi di colpa me le ha fatte vedere da quello che ho capito tu ancora ne possiedi una copia sul tuo computer con cui fai le mostre no? mi chiedevo se fossi cosi gentile da eliminarle Io: ciao (nome soggetto). (nome soggetto delle foto) sa che mi stai scrivendo? Soggetto delle foto: si naturalmente Io: allora ne parleremo io e lei. Soggetto delle foto: Bhe visto che ha già ricevuto un netto "no" da te penso che sia il minimo parlarne con me adesso Io: da me ha ricevuto quello che lei mi ha chiesto, nonostante io non fossi in dovere di farlo, le ho fatto un piacere. quindi non so perché mi dici che ha ricevuto un netto no. Soggetto delle foto: Si ma come ho già spiegato il problema non è tanto il fatto che tu abbia eliminato o no le foto da Facebook o da qualsivoglia altro sito il problema persiste fin quando tu fai mostre con quelle foto Io: ho capito correttamente cosa mi hai chiesto, e per questo motivo ne parlerò con (nome soggetto delle foto). Soggetto delle foto: Allora non è vero che hai capito correttamente, elimina quelle foto. da quello che sò (nome soggetto delle foto) ha firmato una liberatoria può aver firmato quello che vuole per me non cambia assolutamente nulla faccio partire una causa se non le elimini e sopratutto se non smetti di mostrarle al pubblico che fai non rispondi? hai deciso di parlare solo in presenza del tuo avvocato? ok abbiamo appurato che sei un codardo sappi in ogni caso che se non cancelli quelle foto ti denuncio e giuro che ti aspetto sotto casa e ti faccio ingoiare il computer e tutte le foto del cazzo poi ha continuato via mail: "e poi brutta testa di cazzo, visto che sosteni di aver eseguito ciò che (nome soggetto delle foto) ti ha chiesto, forse non ti sei accorto di avere ancora sue foto sul blog splinder che, oltre tutto, appaiono su google immagini se si digita il tuo nome. Ti dò dieci secondi per toglierle, dopodichè ti rovino: come prima cosa domani mattina chiamo l'avvocato e ti faccio spiegare che la tua liberatoria è carta da culo, poi se non ti sbrighi a cancellare tutto, ti vengo a cercare e te le faccio ingoiare le foto ." Decisi di far conoscere al mondo queste mie emozioni di sofferenza, poiché ritenevo ingiusto il modo di trattare le mie opere, e ingiusto l'agire per limitare la mia soddisfazione, la quale se non raggiunta porta all'infelicità, e per questo è un diritto. Decisi di far conoscere le mie emozioni di sofferenza al mondo autoscattandomi una foto con una maschera con su disegnata una espressione accentuata triste, ispirata al video musicale della canzone push the limits del progetto di Michael Cretu chiamato Enigma. Pensando che poiché la maschera è un viso, e in genere le persone impostano il loro viso in modo da non far intuire le loro emozioni negative, questa impostazione metaforicamente è una maschera di forza, coraggio, ottimismo, felicità. Io avevo lasciato che il mio volto corrispondesse al mio stato emotivo, e questo era un problema per gli altri e per me. Avevo sbagliato volto. The wrong mask Mi è venuto spontaneo di risolvere la vergogna con la rabbia verso chi mi faceva vergognare. E mi ha dato un senso di potere momentaneo. Una volta calmato ho pensato che queste situazioni fossero il risultato delle mie azioni che hanno stimolato i loro punti deboli, e per questo motivo loro hanno tentato di farmi del male. Quindi, abbiamo cooperato a farmi del male. Io stimolando, loro reagendo. Inoltre non tutti i soggetti che ho fotografato, ne tutti quelli che si prestano a tali foto agiscono così. Infatti, c'é chi mi ha detto e ha esposto ad altri questo suo pensiero: "Io faccio foto nuda perché se mi tolgo i vestiti sono cosi', sono nata cosi', e se apro le gambe e'perche'le posso aprire,e se faccio la porca e'perche'lo sono. Non c'e'nulla dietro. Lo faccio perche'm va'e non fingo,ogni fotografo e'una persona ed ogni persona e'diversa e guarda il mondo nella sua maniera, quindi..ogni foto e'diversa. Poi dipende dai gusti, a me piacciono ben pochi ora,pero'..insomma.. i problemi sono altri no? sono foto e sono corpi! Tutto qui". Quindi ho pensato di aver compartecipato a quella mia sofferenza anche avendo scelto male il sogetto. Un finto adulto e sicuro di é invece che un vero adulto e sicuro di sé. Prevalentemente i problemi nei soggetti che desideravano partecipare al progetto con foto di nudo esplicito erano i genitori per un fatto assistenziale prevalentemente di tipo economico, perché perdendo la loro approvazione avrebbero perso la loro assistenza economica e materiale, svelato dall'affermazione "vivo ancora a casa con i miei, non posso fare quello che mi pare" per aver caricato una foto non censurata su facebook dato che non mi era stato mai detto di non poterlo fare. Il fidanzato per un fatto affettivo, gli amici per un fatto di integrazione sociale, i parenti perché rappresentano un pericolo alla necessità che i genitori non sappiano nulla. Scegliendo certi soggetti ho dunque fatto parte di questi meccanismi complessi e ho intrapreso una strada problematica e insicura, tuttavia non sapendolo. Perché hanno nascosto questi meccanismi anche a me, finquando ho compiuto qualcosa che usciva fuori dai loro schemi protettivi. Tuttavia il mio stimolare ferite e paure degli altri non era tra i miei obbiettivi. Il mio scopo era quello di esprimere le mie ferite e paure fornendo un punto di vista che concernesse una possibilità alternativa alla sofferenza attraverso l'accettare le situazioni e quindi avere potere sui propri punti deboli. E dunque, anche se mi si era presentato il risultato delle mie azioni, non ho giudicato legittima la reazione di tali persone, perché estremamente egoista. Non credo neanche sia giusto e utile lasciare soli gli altri a risolvere i loro problemi emotivi, ma non è censurando che pensato di poterli aiutare. Ma con alcune persone sia la rabbia, che la disapprovazione, che l'autoincolparmi hanno fallito l'obiettivo di ristabilire serenità in me. Le mie partner. Perché avevo bisogno della loro presenza, e reagire arrabbiandomi alimentava la loro spinta ad allontanarmi, disapprovando in silenzio alimentava la mia rabbia, autoincolparmi per sostituirmi a loro che non riuscivo a modificare mi portava a modificare me stesso, ma sentirmi insoddisfatto. Perciò ho provato a venire incontro alle loro esigenze di sicurezza. Diminuendo i set. Parlandone di meno, con meno entusiasmo. Oppure coinvolgendole nel processo. Ma queste azioni per sanare certe ferite da me stimolate non sono mai bastate. Loro mi dicevano che anche se le amavo, e dimostravo loro quest'amore, rimaneva la possibilità che io potessi compiere certe azioni, come il tradimento. Quindi rimanevo con la sofferenza di alcune rinunce, la frustrazione per aver fallito con azioni propositive, e il senso di colpa e la vergogna per essere e sentirmi in un certo modo, e l'impotenza di risolvere tutto ciò. C'é chi mi ha dato la colpa di non riuscire a risolverla a causa di una mancanza di sicurezza, e dunque si è complicata. Mi sono vergognato di vergognarmi dei miei desideri. In momenti di grave sofferenza sono finito col pensare che gli unici modi di risolvere questo mio problema fossero, smettere di aver bisogno di chiunque o smettere di fare certe foto. Ho dovuto scegliere se pagare il prezzo di soddisfare il mio desiderio di fotografare anche parti sessuali di un corpo, oppure rinunciarci per non pagarne il prezzo. Per scegliere ho dovuto dunque valutare il prezzo confrontandolo col guadagno. I contro della scelta di continuare a condividere certe foto sono: 2. Posso ricevere commenti di insulti, o di derisione quando posto o linko foto. 3. Si sparge velocemente la voce che ho fatto qualcosa di immorale. 4. I soggetti delle foto possono essere colpevolizzati da amici o fidanzati. 5. L'etichetta negativa produce timore anche in chi non ti conosce. 6. Altri fotografi possono vantarsi di non far foto di nudo. 7. Le persone possono decidere di non considerare la mia capacità di fare foto diverse ignorando quelle che ho fatto nel momento in cui scoprono che ne ho fatte di nudo esplicito. 8. Posso attirare persone unicamente interessate all'eccitamento sessuale che fanno commenti facendo prevalere il proprio egoismo su due persone che hanno un ego, l'autore e il soggetto della foto nel caso sia uno solo. Ho preso la scelta di continuare, ma poi ho preso la scelta di smettere, e poi ho ripreso la scelta di continuare. Forse così ho perso credibilità, verso le persone che hanno seguito i miei aggiornamenti, ma dovevo esaurire le emozioni dalle quali ero stato dominato, prendendomi i miei tempi. Così ho iniziato a riflettere sul significato dato alla visione del corpo. E mi sono accorto che oltre a essere vietate ai minori, certe foto sono non ufficialmente vietate ai fidanzati. Ci sono moltissime persone che tentano di emarginare o cancellare certi fenomeni in cui si condividono foto di nudo, o di rapporti sessuali, o video in cui sono corpi nudi, o corpi impegnati in un rapporto sessuale. Si dovrebbe capire il motivo per cui molte personee disprezzano questi materiali e perché tentano di impedire la loro condivisione. Chi crede che questo materiale produca sofferenza alle persone o modifichi la società in modo negativo. Stesso soggetto, stesso abbigliamento, posizioni diverse, ed ecco che la foto diventa pericolosa. È pensiero comune che solo la seconda foto possa stimolare reazioni sessuali sia in maschi che femmine, anche se la prima può avere le stesse conseguenze. Il corpo non è visibile, ma per una persona fidanzata con qualcuno che soffre se diamo attenzione a qualcun'altro o se guardiamo qualcun altro, può diventare un pò problema più o meno grave in base al caso. L'esistenza di una fonte del piacere sessuale è suggerita dall'espressione e dalla posizione delle mani. Il messaggio è indiretto. Questo rimane un problema delle coppie. Ma quando il messaggio diventa diretto il problema si estende alle altre persone dell'ambiente sociale in cui vivo. Amici, conoscenti, datori di lavori, parenti. Il capezzolo è sempre accuratamente coperto nella vita di tutti i giorni. La sua vista infatti scatena un senso di trasgressione delle tacite regole dell'apparire nella società: non mostrare zone erogene. Essendo una zona erogena può scatenare impulsi sessuali alla sua visione, ma può anche non scatenarli. Se i capezzoli sono coperti, ma c'é un simbolo che indica non solo il piacere, ma ciò che procura il piacere, in questo caso il coltello che indica indirettamente un pene in erezione, la foto è accettata all'interno di uno stile estetico provocante e trasgressivo. I glutei sono una zona ancora più pericolosa dei capezzoli. Sono la zona in cui può avvenire il rapporto sessuali, e inoltre sono la zona in cui avviene la defecazione. Ma finquando sono visti di profilo, nella loro sinuosità e morbidezza, la foto può essere accettata in un contesto opportuno. Basta girare di pochi centimetri il sedere verso l'obbiettivo che si può intravedere l'interno e l'altro gluteo, e l'impatto visivo e concettuale cambia. Diventa una foto volgare, esplicita. Se c'é una mano che tocca quelle zone, indicando un senso di piacere, diventa una foto vietata. L'ano è il punto più vietato in assoluto. Se la foto è frontale, ed è visibile la vagina, ma la postura del soggetto è armonica, e le sue forme sono risaltate da ombre morbide, in un contesto di foto di nudo la foto è accettata. Se è direttamente visibile il sedere e l'ano, la foto è vietata. Se nella foto il soggetto è privo di senso di carnalità, di passione che bolle nella carne, ma è semplicemente nudo, la foto può essere accettata. Se viene rappresentata la masturbazione, e dunque il desiderio che si sente nella carne, la foto è vietata. Da questo si deduce che ciò che viene rifiutato è un aspetto dell'essere umano : il suo desiderio genitale di piacere non accompagnato dall'affettività, che avviene su zone in cui passano feci e urine, dall'odore spiacevole, e quindi rifiutato. Lo stesso sentimento di rifiuto che il Principe-Speranzoso rappresenta, e lo porta a percepire la presunta principessa in Regina SenzaAmore. Di conseguenza, si può dedurre che la regina SenzaAmore, è la rappresentazione simbolica del rifiuto di un aspetto dell'essere umano, quell'aspetto che viene rifiutato nella rappresentazione stessa, e dunque è la rappresentazione di ciò che hanno sentito e sentono le persone che hanno rifiutato il modo in cui è stata composta la mia fotografia. Come uno specchio delle loro emozioni. Addirittura anche solo l'informazione veicolata attraverso il linguaggio e non l'immagine può essere pericolosa. All'entrata di un blog può apparire: "Attenzione! Stai per entrare in una sezione del forum di Girlpower che tratta di tematiche inerenti alla sfera sessuale. Sono argomenti che potrebbero urtare la tua sensibilità o essere inadatti per la tua età, dunque il servizio è consigliato ad un pubblico adulto. " Trovo una mentalità non diretta una mentalità che allontana dal benessere. Perciò alla domanda "allora le faccio anche io le foto se fotografo una tipa nuda, che ci vuole?" si può rispondere: ci vuole da sopportare e gestire le insicurezze dei soggetti, dei loro fidanzati, dei loro genitori, dei loro amici, dei fruitori delle foto, delle loro rivali. Inoltre, un paesaggio, un oggetto, dei colori possono essere piacevoli, attraenti e interessanti quanto una tipa nuda in base allo stato emotivo di chi fotografa, quindi la difficoltà potrebbe essere la stessa. Il giudizio di merito o di demerito è emesso dallo stesso soggetto sulla base della regola morale della società cui appartiene (è quindi storico e soggettivo). L'azione giudicata meritoria, ponendo l'individuo in armonia con la società, comporta uno stato di relativa sicurezza (non aggressione da parte dell'ambiente sociale), cioé di abbassamento della tensione, e quindi di esaltazione dell'io; l'azione giudicata demeritoria, ponendo l'individuo in conflitto con la società, comporta uno stato d'insicurezza (possibile aggressione da parte dell'ambiente sociale), cioé d'innalzamento della tensione, e quindi di depressione dell'io. Essendo coscienti di questo processo psicologico, le persone che non vogliono che certe persone facciano certe foto lo usano per inibire l'azione dei soggetti. In una società ideale in cui ci sono pari opportunità di apparire per donne con un aspetto canonico, donne con un aspetto non canonico, uomini con un aspetto canonico e uomini cono un aspetto non canonico, e la possibilità di mostrare le zone sessuali senza provocare ira di massa, e paura di non essere amati ma usati, aggressioni verbali e fisiche, e resistenze politiche, vincoli lavorativi, e l'individualismo è ridotto e quindi anche i pensieri che esso produce che implicano separazione: avidità, avarizia, ira, antipatia, biasimo, sospetto, disistima, malevolenza, odio, a favore di un comunismo che implica pensieri di unione: generosità, simpatia, ammirazione, fiducia, stima, benevolenza, amore...in cui si da spazio agli altri di soddisfare le proprie esigenze fisiche, emotive ed intellettuali, le persone si sentirebbero meno insicure nei confronti del mondo, e certe foto non sarebbe un problema, così certe persone che in un mondo come quello attuale non fanno certe foto o fanno certe foto di nascosto o le fanno e poi cercano di nasconderle spaventate dalle reazioni del loro ambiente sociale che pensavano di controllare, le farebbero liberamente. Le cose non stanno così. Come posso fare per cambiarle io da solo? Ho tentato di veicolare il più possibile le mie foto e i miei scritti, ma ho notato che le persone non vogliono chiedersi il perché delle cose. Perché un medico non può far foto erotiche? È forse meno bravo se le fa? "Non voglio farmi domande su tutto. Tanto non si va da nessuna parte. Non puoi cambiare il mondo. Sono cose troppo profonde e complesse per poter trovare risposte" mi è stato risposto. Ho pensato che forzare i dialoghi, insistere, rompere le palle fosse l'unica soluzione. Ma avrei potuto perpetrare questo comportamento solo se non avessi sentito un senso di colpa nel forzare qualcuno a fare qualcosa che non voleva, trovare risposte a certe domande. Ci tengo a sapere di non aver fatto del male a nessuno. Per questo continuo a dispiacermi quando qualcuno sceglie volontariamente di provocarmi una offesa, una ferita. Perché vorrei che considerassimo gli sconosciuti non come persone che non valgono nulla, delle quali non ci si può fidarmi e di cui niente di ciò che dicono ci deve colpire. Vorrei che li considerassimo parte della nostra esistenza. E continuo a pormi come modello, dato che mi aspetto che gli altri facciano come me. Perciò il problema rimane il come trovare un soggetto che si presti per foto del genere. Le professioniste in ambito fotografico, chiamate "fotomodelle" vanno analizzate attentamente per non credere reale ciò che non lo è. Una fotomodella che ha scattato per conto di chi è nel mercato affermato, "pubblicazioni per Vogue", può venire seguita da una agente, e dunque non si può chiedere direttamente alla modella di farsi fotografare ascoltando una sua personale risposta. Sarà l'agente ad accettare e rifiutare la proposta in base a quanti vantaggi ne può trarre. Una fotomodella con esperienza da professionista ma che non ha intermediari e si propone attraverso il suo sito internet o account di community per fotografi e modelle, può decidere autonomamente se accettare o rifiutare la proposta. Ma tale modella può valutare i vantaggi che ne trae dal far foto in senso di visibilità e remunerazione. Alcune decidono di trarre dal fare le modelle il denaro necessario per vivere e dunque rifiutano sistematicamente tutte le richieste di posare in modo gratuito. Quindi in alcuni casi se non si ha visibilità e non si hanno abbastanza soldi il set non si fa. La modella può attendere che i fotografi la ingaggino per dei lavori pagati, oppure può chiederlo dicendo di aver voglia di farsi fotografare, ma raramente accade che il fotografo aspettando di fotografare venga pagato. La maggior parte delle modelle che hanno soldi in più oltre a quelli che devono spendere per i propri bisogni, pagherebbe solo nomi importanti come David La Chapelle. Ci sono gli altri casi in cui la modella si presta gratuitamente. Quest'azione viene etichettata col nome "time for cd" sintetizzata con l'acronimo TFCD. MIEI POSIZIONI nei confronti di affermazioni accanite : Quando ho iniziato a fare foto non immaginavo potessero produrre conseguenze molto forti e condizionanti a livello sociale. In seguito, con tutti i vari casi fotografici che ho vissuto, ho scoperto l'enorme potere dell'immagine, di tutti i tipi, sulla mente delle persone, sui loro pensieri, e sulle loro emozioni. Potere sia positivo che negativo. E di conseguenza, perché tutti noi identifichiamo la causa di quello che sentiamo con gli stimoli che il nostro cervello ha usato per provocare tali emozioni e non col nostro cervello come la scienza spiega, ho realizzato l'esistenza di una quantità vasta di conseguenze che le immagini possono avere sul suo autore. E ho capito che tutto ciò che facciamo nella nostra vita, privata o pubblica, viene testato in base a delle regole di integrazione sociale per evitare danni alla società. Una volta che la nostra azione riceve il bollino di origine controllata possiamo sentirci liberi di agire senza temere conseguenze negative. Per rendere più concrete le esperienze negative di cui parlo ne elenco le principali : Il fatto che le nostre azioni finiscono per identificare chi siamo per tutta la vita, in ogni momento, nella rappresentazione del mondo delle persone. Minacce di isolamento. Rottura di amicizie (Fatto reale: “non puoi uscire col nostro gruppo perché non capiamo il motivo per cui fai tutte queste foto alle ragazze. è strano”). Percosse (Fatto reale: “se non cancelli le foto della mia ragazza (consenziente) ti faccio vedere la mia forza da giocatore di Rugby”) Passaparola denigratorio (Fatto reale: “sta attenta, quello lì fa film porno!” cosa mai successa). Pregiudizio (Fatto reale :“Non possiamo affittarti il nostro magazzino se fai foto a ragazze”. Fatto reale 2 : Il palazzo in cui facevo foto è stato messo sotto sorveglianza dalla polizia perché al primo piano c'erano movimenti sospetti e io all'ultimo facevo foto e avendo un nome straniero e portando molte ragazze sono stato identificato come possibile causa dei movimenti al primo piano) Persecuzione : (Fatto reale : commenti a catena da alcune persone su quasi tutte le foto “lo scotch nero dovrebbe metterselo sulla faccia invece che sui capezzoli” “la regina delle troie invece che la principessa” “dove l'hai trovata questa all'obitorio? È anoressica”. “mi sono sempre chiesto se fai foto per un senso d'arte o per la figa? Perché l'impressione che mi dai dalla quantità delle ragazze è che tu lo faccia per la figa ed è squallido”). Dunque, per essere integrati bisogna avere una identità accettabile. Compiendo tutte quelle azioni che si devono compiere e non fare tutte quelle azioni che non si devono fare, perché così si costruisce l'identità, attraverso un'insieme di idee nella mente delle persone su come sei e su come dovresti essere per essere accettato. Le identità non accettabili vengono punite per qualcosa che hanno fatto o per qualcosa che non hanno fatto, ma tra le due è sempre maggiormente probabile essere puniti per qualcosa che si fa, perché quello che non si fa è intangibile e bisogna rifletterci per esserne consapevoli, e riflettere non è un piacere per molti. Quindi, compiendo molte attività diverse tra loro, sono esposto a più probabilità di essere punito. Tuttavia la società non può essere completamente omologata, ed esistono minoranze che hanno una rappresentazione di come dovrebbero essere le cose diversa. Ed è grazie a loro che continuo. Gli strumenti di punizione: Il senso di colpa lo metto al primo posto. È quello più usato dalle religioni. L'emarginazione è uno degli strumenti base che la società usa per mantenere un equilibrio, e un ordine. Poi esistono altri strumenti che agiscono autonomamente all'interno della mente delle persone come la vergogna e il senso di inadeguatezza, il ricatto, la minaccia, e l'aggressione. Per questo motivo la nostra identità è così importante vivendo in una società. Le persone lavorano ogni giorno per ottenere ciò che crea una identità accettabile, e per eliminare ciò che la impedisce. Il fallimento nonostante il proprio impegno crea frustrazione. E questo porta perpetuare il meccanismo in modo automatico, e a processi di odio e vendetta. Una persona che fatica per cambiarsi, non ammette che ci sia un'altra persona che rimane con i suoi difetti senza cambiarsi. La deve sputtanare. Cosi pareggia il conto. Ho scoperto che disegnare una ragazza nuda, e fotografarla, sono atti completamente diversi, e ne ho compreso il motivo. Nel primo caso nessuno mi avrebbe accusato di essere o un puttaniere, o un represso, o un deviato, o un maschilista o un consumista, un superficiale. Nel secondo caso si, perché le foto vengono scambiate con la realtà, come un atto presuntuoso di interpretare, manipolare o sostituire la realtà, una cosa non mia, che è anche degli altri, che non posso toccare per un divieto morale. Ho sempre disegnato sin da piccolo. E spesso ho rimpianto di non aver continuato così. Un disegno fatto un pò male o che non ha successo. Semplicemente non piace. Nessuno ti verrà a dire che è un atto pericoloso per la società. Tuttavia esiste la pornografia virtuale, che punisce anche chiunque possieda materiale pornografico minorile virtuale, ( e quindi non pedo-pornografico, cioè di bambini, ma adolescenziale, dai 14 anni in su ) ossia materiale contenente immagini virtuali realizzate sottoponendo a tecniche di elaborazione grafica immagini di minori o parti di esse e facendo così apparire come vere situazioni non reali. Quindi è il concetto in sé che destabilizza, e un concetto non può destabilizzare la materia, il corpo, non direttamente. Un concetto destabilizza la mente, e più specificatamente, la parte mentale che riguarda i concetti : i sistemi di idee. I concetti che minano il sistema sociale in cui si vive vengono eliminati. E siamo indottrinati sin da piccolo a questo lavoro di rifiuto di certi concetti. In tutti noi c'è una continua lotta tra lo schierarsi e l'unirsi con gli altri. Ogni giorno, in ogni ambito. Da queste due forze opposte nascono tutte le affermazioni che mi sono state dette. E non posso evitarle. Non finirà mai. Perché questa è la struttura del nostro vivere. Molte persone mi dicono che certi commenti servono per IL MIO BENE, IL BENE DEL SOGGETTO, IL BENE DELLA Società E, IL PROPRIO BENE. In seguito a vari esaurimenti nervosi in conseguenza al considerare centinaia di opinioni diverse e spesso opposte, e al continuo stravolgere della mia poetica e delle mie idee alla ricerca dell'accettazione universale, mi sono deciso a indagare sui miei valori in modo definitivo e chiaro, confrontandomi con i motivi e le opinioni di chi ha fruito dei miei lavori in 4 anni di attività, per ottenere una sicurezza che potesse evitarmi di soffrire nuovamente per l'emarginazione, che a quanto ho capito è inevitabile con chi è sordo alla ragione. Ringrazio chi vuole aiutarmi nel mio processo di miglioramento, perché ci sono delle regole che tutti possono informarmi di aver infranto se io non me ne accorgo, perché sono regole universali. E posso non accorgermene, perché sono tendenzialmente emotivo. Il paradigma dal quale non si può sfuggire nel giudizio negativo degli altri è “non puoi fare qualcosa se non sai farla, o se non sai farla abbastanza bene, o se non sai farla bene”. Parafrasando : non si può creare tutto quello che vogliamo senza dissenso. Gli esercizi non possono essere pubblicati, le prove, le cose non finite. Io ho scelto di farlo, nonostante questo paradigma, e sono andato incontro ai giudizi negativi. Ad esempio quando traduco in inglese le frasi da inserire nelle mie foto, se sbaglio la grammatica, poiché ancora non ne ho piena padronanza. O ciò che riguarda l'illuminazione. Io non sono perfetto in tutte le cose che faccio. E dovrei fare un minicorso per ogni minima parte che mi serve per esserlo e poi fare, quindi attendere 5 o 10 o 20 anni e poi fare, ma quello che voglio è imparare giorno dopo giorno. E perfortuna c'è sempre qualcosa che nota i miei errori. Il premio, il divertimento per me devono essere immediati, sia per le foto, per la scrittura, e questo può combaciare con il correggermi. Un errore non compromette il valore di una azione. Come Tarantino ha raccontato del suo percorso, il miglior modo per imparare per lui è stato quello di scendere in campo direttamente. Perciò approvo solo chi critica per insegnarmi, qualcosa che è oggettivamente insegnabile. Non posso aspettare anni per godere di quello che faccio. non trovo giusto chi mi dice che ora sto imparando, e devo fare soltanto quello, senza cercare soddisfazioni. Voglio avere soddisfazioni immediate e non soltanto sacrificio. Al di là di accettare gli aiuti devo proteggere la mia mente distinguendo tra aiuti, e armi egoistiche mascherate da opinioni, strumenti di manipolazione mentale, e falsi aiuti in buona fede causati da convinzioni errate. Le convizioni errate, a volte non dipendono nemmeno da noi, ma dall'influenza degli altri. Che siano le persone con le quali studiamo, lavoriamo, usciamo. O che siano i media, e il web. Sottoposto alla continua ripetizione dei conetti, una persona assimila associazioni e significati come propri, e viene limitato dal Controllo Sociale nel metterli in discussione. Tende a frequentare ambienti che rispecchiano quelle idee, ad evitare quelli che forniscono punti di vista differenti e alternativi, a costruire la propria esistenza e le proprie percezioni di se stesso e della realtà secondo i parametri e criteri assunti. E quando tali premesse vengono messe in discussione, si scopre spesso pronto a lottare per mantenerle. È il cosiddetto indottrinamento. Come qualcuno che studia la bibbia ed essa agisce da sola dentro di lui, senza il bisogno che ci sia qualcuno a sanzionarlo, punirlo, fargli recitare le ave maria. È lui stesso a sentirsi in dovere di rispettare quello che è finito dentro se stesso. E non percepisce più la differenza tra pensieri falsi e pensieri veri. C'è solo quello che ha imparato. Dico strumenti di manipolazione mentale perché poi io standoci molto male mi sento consigliare da chi dice di volermi bene di rinunciare a pubblicare i miei lavori apertamente, così da togliermi pensieri, stress. Le persone al perché hai commentato così a volte mi hanno risposto “perché tu l'hai caricata, perché tu hai taggato la foto” come se fosse inevitabile commentare in questo modo se vedi un qualcosa che non ti piace. Io non so spiegarmi il perché sia inevitabile per certe persone. Ma di solito me lo dico tra me e me oddio che roba che è questa foto. Non lo vado a scrivere. Perché lo scopo di scrivere sarebbe quello di dichiarare di non volerla vedere. Bisogna davvero capire cos'è una opinione, non si può pensare che tutto sia una opinione. Forse lo si pensa perché appunto non si conosce il significato dell'opinione, ed essendo una grande scatola ci si mette dentro di tutto, qualsiasi frase, e non solo giudizi, diventano una opinione. Ad esempio, la proposizione : “Le strisce pedonali accecano i passanti con il loro bagliore bianco”. Si può dire perché diventa una opinione. Sul web è abituale sfogare la noia schierandosi tra gruppi, noto ogni giorno che si questiona anche sul modo di scrivere uno stato di un social network come Facebook. Si questiona sul look degli altri, si questiona su tutto. Si ha tempo per farlo deduco. Ed è veramente dannoso questo modo di approcciarsi agli altri. Forse questo è il pericolo da temere per la società. Dunque, do tutto il mio dissenso alle persone che mi vengono contro volontariamente per fini personali. E rispondo loro. Ma rispondo anche quando trovo il giudizio sbagliato. Facendo ciò mi creo un problema, perché se io rispondo appropriatamente e con dovizia di particolari le persone hanno la tendenza a pensare che faccio il cazzone. Forse succede perché non lo fa nessuno. E ciò che non fa nessuno è ritenuto anormale. E dunque non credibile. Sbagliato. Insisto sulla tolleranza. Non voglio suscitare sofferenza negli altri, al massimo una irritazione che li costringa a cercare la verità. Riguardo a temi come la libidine, la volgarità, la pornografia, l'illusione d'amore, l'egoismo, la ricerca della perfezione attraverso il nascondere i difetti. Tuttavia può produrmi moltissima sofferenza il vedermi rifiutato, io come persona, per delle azioni che compio. Mi riduce drasticamente questo modo di approcciarsi : persona = una azione. Vorrei ricordare a chi finisce davanti a una delle mie immagini che ho iniziato tutto ciò perché volevo fare un po' di foto per puro piacere, e mi sono ritrovato a sentirmi obbligato a fornire un servizio all'umanità. Chi non prova piacere nella fruizione dei miei lavori non è obbligato a sentire di doverlo dire. Ho dei concetti in quanto a cosa è una opinione, un parere espresso, ai miei lavori e cosa non lo è. "è brutto" "è bello" "non è fatto bene" "è fatto male" "è meglio così" "è giusto" "è sbagliato" Vorrei sottolineare la relatività di queste espressioni. Sono proposizioni vere solo in relazione a un metro di misura. Qualcosa è brutto solo in relazione al metro di misura che stabilisce cosa è bello. Qualcosa non è fatto bene solo in relazione al metro di misura che stabilisce cosa non è bello. Qualcosa è giusto o sbagliato solo in relazione al metro di misura che stabilisce cosa lo è e non lo è. Io ho i miei metri come voi. Per annullare i miei dovete dissuadermi con dei ragionamenti intelligenti. Non è necessario aggredire, usare sensi di colpa, evidenziare debolezze, per comunicare che i nostri metri non sono compatibili. Un personalissimo "non mi piace ciò che fai, perché va contro ciò che invece piace a me" o il contrario, è perfetto per le mie esigenze. State sicuri che così non vi romperò mai il cazzo. E non farò nulla che vi procuri sofferenza. La spiegazione, il perché, il principio o principii in base ai quali siete arrivati alla conclusione che mi esponete, sono importanti per me. Trovo utile un mi piace, anche senza spiegazione, e non utile un non mi piace, senza spiegazione. Perché psicologicamente rafforza il mio ego e mi dona l'energia per continuare ad affrontare tutte le difficoltà che il caso mi mette costantemente davanti. Un non mi piace e basta, è inutile per il mio percorso, e lo cancello. Il rosso su questa foto non mi piace, perché da piccolo/ sono stato violentato/a da un uomo vestito di rosso. Non mi dà fastidio, perché non stai attribuendo la caratteristica del "non essere piacevole" a quello che ho fatto, ma a ciò che ti ricorda. E va bene. Anche questo non è utile, ma almeno non è debilitante. Di seguito sono riportate tali convinzioni e i motivi per cui non attribuisco ad esse un valore di verità. La mia intenzione è anche quella di cambiare le idee di tante persone, per farle smettere di manifestare tanto odio, paura, ed eliminare tante punizioni. Ma so che non potrò mai vincere completamente, e che dovrò unirmi a chi è più forte di me: 1. “non mi piace” variante non esplicita “mi crea ilarità” “mi disgusta” Esprimere le proprie emozioni, piacevoli o spiacevoli, può essere una azione benefica per chi lo fa, dunque credo che sia giusto poterglielo permettere se esse non creano sofferenza in un'altra persona. È importante precisare il limite alla libertà d'espressione emotiva poiché la richiesta di poter esprimere il proprio dissenso nella società è spesso più frequente di quella di esprimere la propria armonia, e crea un senso negativo generale. Tanté che è stato creato il pulsante “non mi piace” o “non mi piace più” nei social network, che all'inizio della loro creazione non era presente, forse perché ritenuto meno costruttivo e benefico del pulsante “mi piace”. C'è anche una classifica in base alla quantità dei mi piace e dei non mi piace. Mi chiedo a chi serva sapere una tale informazione? Il non mi piace non può essere confutato, se detto soltanto per il desiderio di empatia dell'altra persona, poiché interpretato in questo senso non è una proposizione, cioè una affermazione sulla realtà vera o falsa, o giusta o sbagliata, ma è una espressione di uno stato d'animo, sul quale uno può mentire o dire la verità ma non ha attinenza con la realtà e non si dovrebbe dire che è giusto o sbagliato, ma o comprendere il piacere dell'altro e goderne o comprendere la sofferenza dell'altro e stargli vicino. Chi scrive “vi siete mangiati il cervello” o “te sei bevuto il cervello”, in modo ancora più forte nel suo dialetto, a chi ha dichiarato “mi piace” non dovrebbe confutare questa affermazione come se fosse una proposizione vera o falsa, sta compiendo una azione di aggressione emotiva. Quando quel “non mi piace” non è composto da sole tre parole, ma si inizia a comunicarlo implicitamente mi sorge sempre il dubbio se sia una espressione neutra verso le persone oppure volta a distruggere. Se quel “non mi piace” mi arriva via sms dalle 1 di notte alle 5 del mattino, mi chiedo, perché è un bisogno così forte da sovrastare quello del proprio sonno e disinteressarsi del sonno del destinatario del messaggio? 1."è amorale" confutazione: Metto al primo posto, tra tutte le critiche che mi si possono fare, quella di essere amorale, poiché da questa derivano tutte le altre. Amorale in senso ampio, non solo che non corrisponde alla moralità di qualche gruppo sociale, ma anche che non rispetta il principio di responsabilità che recità, ognuno deve agire rispondendo agli effetti che provoca sugli altri. Tuttavia possiamo fare male agli altri anche se non abbiamo l'intenzione. Poiché gli altri possono essere eccessivamente sensibili, o ipocriti e fingersi offesi per farci fare quello che vogliono. Si pensa che chi è un personaggio pubblico, che si vede in tv o sul web, debba fare molta attenzione a rispettare certe regole morali, poiché può condizionare le altre persone. Quindi, data la mia piccola, ma esistente, notorietà, mi viene spesso accusata la mancanza di valori morali nel fotografare il corpo nudo, più raramente il viso di qualcuno, nella scelta delle pose che esaltano il valore sessuale. Mi spiego la motivazione con diverse cause : 1. La differenza discriminante e negativa tra essere e apparire. 2. La famosa battaglia per la parità tra i sessi. 3. La paura e il rifiuto dell'egoismo. A. La differenza discriminante e negativa tra essere e apparire La differenza discriminante e negativa tra essere e apparire che vige nella morale attuale è un errore logico. Ciò che appare può essere in modo diverso. Ma ciò che è diviene continuamente, e quindi rimane un concetto astratto l'essere immutabile. Ognuno di noi è privo di un sé permanente. Gli stati d'animo, le idee, i ricordi cambiano quanto cambia il nostro corpo. Quello che rimane uguale a sé stesso è la propria autoimmagine, come fosse la propria fotografia di sé. Senza di quella ci sentiamo persi, e forse questo è il motivo per cui diamo tanta importanza all'immagine. Tuttavia si intende l'essere come qualcosa che possiamo verificare durante il presente, e per molto tempo. Esempio : Io ho un brufolo, o dei brufoli, per circa un mese. Cancellandoli mostro quello che non sono. Baro. Perché affermo “A me non vengono mai i brufoli”. Se mostro quello che sono. Non baro. È legittimo. Tuttavi bisognerebbe rispondere alla fatidica domanda . Chi sono? Hai sempre i brufoli o non li hai mai? Dato che nessuno non ha mai avuto un brufolo e nessuno ha sempre un brufolo, per par condicio, il viso umano non dovrebbe essere ritratto. Trovo inoltre una ipocrisia nel fatto che mi si è rimproverato di nascondere i difetti. Ma quando non si riesce ad accettare un proprio difetto, cosa si fa? Lo si nasconde, anche semplicemente non evidenziandolo, non uscendo di casa, lo si nasconde. Oppure si lavora per modificarlo. Palestra, make up, occhiali da sole, chirurgia. Quindi vedo solo ipocrisia in una tale affermazione. Il ragionamento per cui “l'essere e buono e l'apparire è cattivo” viene veicolato spesso dai media come controtendenza alla pubblicità e alla speculazione economica con la quale essi però esistono. Ipocrisia anche qui. Ma si finisce per confondere l'azione politica con la vera natura delle cose. Sono d'accordo sull'effetto malefico dell'uso del sesso, e dell'immagine per fottere la mente, mentre sorridiamo e ci eccitiamo. Ma è da relativizzare. Non è il sesso che è malefico, ma l'uso, quindi non è l'immagine sessuale malefica, ma l'uso. E spesso questo concetto diventa uno strumento egoistico da parte delle ragazze che per il puro interesse di sentirsi diverse e migliori, decidono di “essere” per poter dire alla società che loro sono, e non appaiono, diventando così persone che vogliono far apparire di essere. B. La famosa battaglia per la parità tra i sessi. Non è che se fotografo una donna svestita in una posa eccitante per un uomo (ma anche per una donna omosessuale, questo non viene mai considerato) le donne e le ragazze nel mondo diventano automaticamente oggetti senza diritti. Quella donna che si fa fotografare non è indifesa e quindi non è usata. Si è usati quando non c'è la volontà di fare qualcosa. Eppure trovo molte persone che non riescono a concepire la possibilità che si possa fare con piacere e giustamente, quindi la scartano a priori. Lo fa perché costretta, per soldi, perché stupida, perché cattiva. Con queste opinioni si tolgono dalla mente la possibilità che si possa farlo per piacere e che vada bene così. Sono le donne che si identificano in lei a sentirsi usate, perché loro non ci riuscirebbero. Potreste dire che posso influenzare la mente delle persone a considerare le donne e le ragazze come degli oggetti sessuali. Che cosa significa “considerare”? Avere un modello mentale della realtà per cui ci si aspetta che accadrà qualcosa. Esempio: Io ho voglia di far sesso. Mi aspetto che la donna che mi attrae apra le gambe, me lo succhi, faccia quello che voglio per soddisfarmi, senza che io mi sia prima impegnato a soddisfare le sue esigenze. Questo caso non è un caso di maschilismo. Poiché il Maschilismo è una cultura che descrive la superiorità fisica e intellettuale dell'uomo sulla donna, ma che non giustifica l'egoismo dell'uomo. Infatti questo NON è UN PROBLEMA DI SESSO, ma di personalità. Poiché questa azione denota egoismo. Ed è una possibilità, e non un carattere permanente insito nel genere sessuale al quale si appartiene. E le donne non possono essere egoiste? Posso citare una casistica infinita di ragazze che sono state egoiste con me. Quante donne mi hanno detto : “se fossi un uomo starei sempre col pisello in mano”. Perciò non solo non è maschilismo, ma chi dice una cosa del genere è sessista! In questo caso, femminilista. (il che è sempre un pregio, sembra) Proprio per questo fraintendimento è stato inventato il Mascolinismo che intende analizzare, comprendere e valorizzare il genere maschile eliminando ogni discriminazione di tipo sessista. Quindi...essere accusato proprio IO di questo mi fa ridere. Perché conosco la mia storia, e posso raccontare che ho sempre cercato che ci fosse amore, ideale, e mi sono sempre sentito dire che questo era patetico, da bambini. Fu proprio la mia ragazza a dirmi, “tu sai fare l'amore e non sai fare sesso. Io voglio essere scopata come se fossi una prostituta e non come fossi la tua ragazza”. Ma al di là di quello che realmente sento io. La lotta per la parità tra i sessi in ambito estetico è superata da molto, infatti oggi c'è la disparità dell'uomo nei confronti della donna in ambito estetico. Io non riesco a trovare soggetti maschili, soprattutto per foto di nudo, e non sono riuscito a trovare fotografi che mi fotografassero, perché uomo. C. La paura e il rifiuto dell'egoismo L'egoismo è criticato perché spaventa. Una persona egoista può non soddisfare i nostri desideri e disinteressarsi dei nostri problemi. Ma l'egoismo non è il fare male direttamente e intenzionalmente. E la colpa esiste solo quando l'atto malefico è intenzionale. L'egoismo fa parte delle necessità umane, è il livello di intensità che lo tramuta in una azione sadica. Poiché tutti per aver voglia di vivere abbiamo bisogno di sentire il proprio ego esaltato al punto giusto. Solo quando queste sensazioni superano una soglia distruttiva e autodistruttiva diventano malefici. Dall'egoismo scambiato per uno stato sempre sadico possono essere mosse accuse e giudizi su tutto ciò che comporta. Narcisismo, egocentrismo, esaltazione, libidine. Ma sono tutte parole abusate, e non usate nel loro reale significato. Ad esempio il narcisismo reale è un disturbo della personalità, e non banale egoismo per il piacere del proprio aspetto che toglie il piacere per l'aspetto degli altri. Il narcisismo a cui comunemente ci si riferisce invece non è un male in sé, come non lo è l'egoismo, come non lo è la libidine. Infatti lo si critica non come una sofferenza della persona che “lo possiede”, ma come una scelta deleteria per gli altri. Il narcisismo è collegato all'egoismo. I social network sono usati per condividere emozioni. Quindi rientra perfettamente il caricare foto che ci danno emozioni. Ed è ipocrita il fatto che la gelosia, il voler possedere i sentimenti e le azioni dell'altro, per poterle limitare e decidere, sia esaltata e giustificata. Poiché ricattare qualcuno dicendogli, se parli con questa ragazza, se la guardi, se le rispondi, io non ti considero più, a causa della gelosia, è un atto egoistico, e spesso viene considerato come una dimostrazione d'amore. Perché più si tiene ai propri bisogni affettivi, più si è egoisti e gelosi, e più si vorrà possedere l'altro, e più l'altro si sentirà desiderato, e più si sentirà soddisfatto perché anche egli ha bisogno di una sicurezza, e cosa meglio del desiderio egoistico dell'altro? Oltre a questo mi viene accusato di rendere diseguali le persone, di fare discriminazione, di compiere un atto antidemocratico. La foto di un volto comunica a molte persone “questo volto è più importante degli altri volti”. Ma va analizzata questa comunicazione. Perché la foto non è senziente, e non ha una intenzione se non ce la metto io. • La superiorità Il giudizio sul senso di superiorità che esprimono certe persone è ancora più aspro e peggiore rispetto a quello sull'egoismo, perché viene considerato un atto sociale e politico deleterio per gli altri e per se stessi, poiché si pensa sia dovuto a una percezione non corretta della realtà, in cui invece nessuno è più speciale di un altro. Esempio: Se una persona racconta dei momenti della propria vita, in un blog pubblico, o se ci inserisce una sua foto, o se elenca i suoi successi, per il fatto che è pubblico, le persone vorranno far valere la credenza che “tutti siamo uguali in quanto a valore”, e dunque la vita di ognuno non deve prevalere, ma deve essere nascosta conformandosi a questa verità. Credo che questo pensiero automatico derivi dalla struttura della nostra attenzione. Quando siamo attenti a un oggetto singolo, il resto è sfocato. Se io chiedo di fare attenzione a qualcosa chiedo implicitamente di non fare attenzione a tutto il resto. Ma questo pensiero/emozione è condizionato da tre fattori: A. Il proprio interesse a essere superiori, o non essere inferiori. B. I modelli culturali con i quali impariamo a interpretare le situazioni. 1.realtà come proprietà pubblica. 2.modello democratico in cui ci hanno detto di vivere. 3.il modello culturale della celebrità che riteniamo l'unico legittimo. 1.Realtà come proprietà pubblica. Si pensa che la realtà sia pubblica, perciò certe cose che fanno parte della realtà non si possono possedere privatamente. Si astrae talmente tanto dalla realtà fino credere che certi atti siano di proprietà pubblica e non possano essere usati privatamente senza rispettarne le regole connesse. Esempio: l'atto del cotonarsi i capelli. Ho fatto esperienza di ragazze che si sono offese nel sapere che questo atto veniva compiuto da ragazze con ideali diversi, e poiché casualmente essendo più conosciute creavano uno stereotipo del significato di quell'atto del tipo: cotonarsi i capelli : fare la scene queen. Robert Smith che si cotonava i capelli non voleva conformare le persone, e affermava anche che era infastidito dal fatto che tante persone si cotonassero i capelli per somigliare a lui. Perché accade questo? Perché abbiamo bisogno di identificarci con dei simboli, dei ruoli e dei significati. 2.modello democratico in cui ci hanno detto di vivere. Viviamo in democrazia secondo la quale dobbiamo pensare che siamo tutti uguali. Sentirsi superiori viene giudicato un atto ribelle nei confronti della legge. Una volta semplicemente perché mi ero tinto i capelli e avevo fatto un'acconciatura diversa mio zio (che i capelli non li ha), mi disse, ma tu non sei uguale a tutti gli altri? Perché ti fai i capelli diversi?... un pensiero di una irrazionalità tossica, poiché costruito con regole logiche. Se mai dicessi, “questo volto è più importante degli altri volti” il principio in base al quale lo direi sarebbe la mia reazione emotiva, sarebbe una affermazione relativa a me. Ed è ovvio. Eppure, per quelli che mi scrivono, non è un atto antidemocratico che io abbia preferenze, gusti e reazioni emotive. È necessario. Eppure leggo “ma come vi conciate, sembrate dei clown, sembrate dei travestiti, fate ridere, ma non vi vergognate?”. Questi non sono consigli, non sono giudizi neutri. Non sono frasi per far del bene alle persone alle quali sono rivolte, per correggerle, e migliorarle. Sono un modo per sminuire l'importanza che essi danno a sé stessi. Un modo per fottere la loro mente. Perché una persona dovrebbe darsi meno importanza? Perché dando importanza a se stessa potrebbe toglierla agli altri, soprattutto a quelli che hanno bisogno di riceverla. Esempio: se a me non interessa ricevere importanza e riconoscimento da te, perché dovrei venirti a dire che “sembri un clown con quel make up, e fai schifo”? La persona che riceve tali accuse magari in quel modo trova tante persone a cui piace. E perché certe persone giudicano negativamente la persona che usa quel make up e le persone a cui piace quel make up? Perché esse, con la loro adesione, tolgono importanza a qualcosa che hanno le persone che le giudicano negativamente. Quindi è un fatto personale. Questo bisogno di avere valore è alimentato anche dal concetto di celebrità attuale. Prima di internet nessuno poteva condividere la propria immagine con una quantità così vasta di persone. Solo le celebrità, attraverso i media tradizionali. Quindi, l'atto del condividere la propria immagine è ancora collegato all'atto della celebrità che la condivide col mondo. E solo la celebrità è legittimata a farlo per quel tipo di modello di vita. Perché essa è considerata ideale, irreale. Ma bisogna cambiare sistema d'idee, poiché la tecnologia e lo stile di vita è cambiato. Nella superiorità rientra anche la giustizia. Tutti vogliono far parte dell'insieme delle persone giuste. Se assumi una caratteristica legata al concetto di puttana, devi essere trattata come le regole tacite dicono che vanno trattate le puttane. Con insulti, emarginazione, violenze. Ho visto donne appartenenti all'insieme delle non puttane urlare a donne avvisandole di fare schifo e che dovevano smettere di fare schifo. Sei orrida. Nasconditi. Vergognati. Sopprimiti. O augurare la morte a queste persone. Per queste persone è un gusto deprimere certe persone, le diverte. È divertente in sé la cosa. Chiunque da ragione a una persona del genere viene definito traviato, e si risolve il problema del contraddittorio. Gli si chiude la bocca. Definirsi con un nome serve a rendere il proprio valore intoccabile. Non avrebbe senso la lotta per avere valore se non ci fosse qualcuno col quale confrontarsi. Faremmo quello che ci piace per noi stessi e non per avere valore. Le ragazze che hanno caratteristiche coincidenti con il canone di bellezza prevalente e attuale POSSONO mettere in imbarazzo chi non corrisponde a questo canone. Ma personalmente io non escludo nel dal mio affetto, ne dalla mia attrazione sessuale. queste altre ragazze, quindi non dovrebbero prenderla come un affronto personale. Spesso sulle mie censure scrivo frasi volte a mettere di fronte al problema di accettazione di se stessi senza invidia degli altri. Le immagini, soprattutto le immagini in movimento, quelle dei film, delle pubblicità, dei cartoni animati, possono indurre le persone ad assumere comportamenti senza un ragionamento critico. Ciò mi dispiace, e lo affronto parlandone molto, scrivendone molto, e fornendo la guida scritta alla filosofia dietro le mie immagini, attraverso il Vanghelion. A livello estetico la caratteristica dell'immaginazione come elemento più stimolante dell'eccitazione, dell'intravisto, è relativa. L'uomo si eccita visivamente, magari la donna immaginando, ma l'uomo vedendo. E nel momento in cui la usano tutti questa, soprattutto perché è più comoda e semplice, dato che non rischi di ricevere critiche, diventa la normalità, e non è più uno stimolo. Faccio entrambi i tipi di foto, e non mi metto i paraocchi. Soprattutto perché molte mie foto sono delle provocazioni soprattutto intellettuali, ma per sapere questo devi sapere la mia storia. Facendo ciò che faccio da più di tre anni ho notato che stare nel 2009 non vuol dire nulla in quanto a tabù. Ci sono mille tabù. la tristezza, il sesso, la bellezza maschile, la sessualità adolescenziale, la vecchiaia. e piano piano sto cercando di esprimere il mio punto di vista estetico su tutte questi temi in cui mi imbatto nella vita. E nella maggioranza di casa m'imbatto col concetto di sessualità. Il mio interesse L'interesse è sempre visto come egoismo al di fuori dell'ambito professionale, dove l'interesse è alla base del motivo per cui se deve pagare qualcuno con i soldi che abbiamo ottenuto lavorando. Egoismo nell'uso del soggetto. Far interpretare un ruolo senza rendere conto delle abitudini, dello stile di vita, dei valori del soggetto viene considerato come un mio atto egoistico. Ma io considero un atto egoistico il pretendere che io esprima la personalità del soggetto procurandogli un piacere senza un compenso. 4. Il merito Tra i motivi del giudizio di amoralità c'è la rappresentazione senza difetti dell'aspetto delle ragazze che fotografo. Le persone mi dicono, se una non ha realmente smagliature, nei, rughe, asimmetrie, sproporzioni, cellulite, strabismi ecc... allora è legittima la sua bellezza. Se nella foto appaiono belle in seguito al fotoritocco non è legittima. Ma che merito hanno le persone di essere belle? Ci sono nate. E che mancanza di merito ci sarebbe nel truccarsi, o fotografarsi in modo di migliorarsi per quel breve momento se non c'è merito nell'essere belli? In questo modo le persone istituiscono un potere alla bellezza stereotipata molto forte, perché discriminano chi non ce l'ha. E istituiscono una identità tra la foto e la realtà. Dimostrata da tantissimi comportamenti che vedo. Un esempio è che scatto una foto a una persona, la foto diventa di proprietà di quella persona per il suo punto di vista, anche se l'ho fatto per un favore. Quindi l'altra persona può avanzare pretese su un oggetto che è di sua proprietà. Se io la voglio cancellare non voglio dargliela questo diventa un comportamento scorretto, scorretto semplicemente perché è interessata nel possedere una sua immagine. Ma in verità, la fotocamera appartiene a me, e l'azione è stata fatta da me, dunque sono io il proprietario della fotografia. Inoltre istituiscono una discriminazione negativa tra naturale e artificiale, che è un errore logico dovuto a non considerare che l'artificiale nasce dalla natura. Esiste la natura che crea la materia pensante che è l'essere umano il quale crea l'artificialità, che non è una cosa malefica in sé. Il cosiddetto miglioramento dell'aspetto, che in questo caso significa, assomigliare al massimo grado a un modello di riferimento di bellezza, non è dato solo dal fotoritocco. Anzi, il fotoritocco è l'ultimo di un lungo processo. 1. l'alimentazione del soggetto che determina il tenore della propria pelle. 2. la cura del corpo del soggetto attraverso esercizio fisico, palestra. 3. l'uso dei cosmetici atti a curare e conservare la salute della propria pelle, capelli, unghie e altro. 3. il tipo di obiettivo fotografico usato. 4. Il tipo di lampade usate per l'illuminazione. 5. La scelta della posizione delle lampade. 6. La scelta dei modellatori di luce. 6. La scelta della regolazione della fotocamera. 7. Il make-up, che è legittimato per via dell'uso quotidiano di ogni donna nel mondo. 8. l'hair style. 9. l'espressione in quel momento del soggetto. 10. la posa che ha in quel momento. Solo all'ultimo, il fotoritocco. Che si abolisca solo l'ultimo processo, ovvero il fotoritocco secondo me significa qualcosa. Succede la stessa cosa con la chirurgia estetica. Ha a che vedere con il prestigio sociale. L'immagine è uno status symbol. Quando possiedi una foto ritoccata è considerato un barare, e stai cercando di guadagnare potere senza meritartelo realmente, e una persona che ha scelto di non farlo è svantaggiata e per questo può sentirsi frustrata, questo è il vero problema morale che affligge le persone che mi criticano la scelta del fotoritocco. 2."è scandaloso" confutazione: il significato originale della parola scandalo indicava azioni o discorsi che davano cattivo esempio, e dunque azioni da incolpare. Ma la colpa esiste soltanto quando si compie il male verso gli altri intenzionalmente, e se la sofferenza provocata agli altri è data da cause esterne e non dalla sua mente. E dunque non c'è nessun cattivo esempio nelle mie opere. Non c'è l'intenzione. Per quanto riguarda la nudità esplicita dei corpi, non sento la legittimità di farmi scandalizzare, di farmi sentire in colpa, di farmi vergognare, da alcuni dei fruitori dei miei lavori, perché non do valore di verità alle convinzioni che mi vengono poste per convertirmi alle loro credenze che mi farebbe scandalizzare, sentire in colpa, vergognare. L'interpretazione è responsabilità delle persone che interpratano, o dei genitori che curano i bambini. I quali fino ai 12 anni hanno bisogno di essere controllati nell'uso del web, e ricevere tante risposte per poter accumulare conoscenze giorno dopo giorno, soprattutto riguardo al sesso. Quasi nessun genitore lo fa, per paura. Ma non per questo devo autocensurarmi. Lo schock che possono provare tutti gli altri è uno schock nevrotico che cercano ancora un genitore negli altri, e insisto infatti sui contenuti espliciti nelle mie foto per far accorgere le persone di ciò. Proprio perché anche io avrei voluto accorgermene a 14 anni e non oltre i 18 per accettarlo totalmente a 22. Inoltre ci sono tantissime contraddizioni tra le norme di chi gestisce il web. Se vai su youporn sta a te la scelta e non al gestore del sito, di vedere i video e farne ciò che vuoi. Lui ti invita a non vederli se non hai 18 anni. Devi scegliere tu, enter o leave. Puoi postare video di youporn sulla bacheca di facebook. Oppure per pubblicizzare una discoteca in fallimento si chiama una pornostar del calibro di Brigitta Bulgari (che io adoro, ed ero lì per ingaggiarla per un mio set fotografico) si spoglia totalmente nuda, facendo eccitare maschi e femmine, minorenni. In una discoteca di dove mi trovo, Terni, come l'abacab. Dove ci sono quasi al 90% minorenni. Su facebook invece ci tengono alla sicurezza che ciò non accada. O forse alla sicurezza che non possano essere condannati per nulla. Ma se loro scelgono questa politica non vuol dire che sia una regola naturale, ma solo una regola di convenienza per loro. Così come su MySpace. Le norme generiche e semplicistiche della moralità sono relative all'epoca storica, infatti va considerata la loro storia. In ambito di sesso tutti sanno che la religione cristiana ha influenzato queste norme. 3. "è perverso" confutazione: mi viene detto che questa attività è sintomo di una devianza, da parte mia e del soggetto. Da parte mia perché il provare piacere nel guarda il corpo nudo di una ragazza non mi porta a soddisfare i miei istinti sessuali in modo reale. Da parte della modella perché il farsi guardare non la porta a essere soddisfatta realmente. Io credo invece che sia un modo molto efficace per non essere costretti a cercare costantemente il consumo fisico, e quindi ritrovarsi a desiderare persone che non si possono avere. Anche nella coppia, può eliminare il bisogno di tradire. Io personalmente non provo nessun desiderio di possedere e tentare di consumare un atto sessuale con chi fotografo. L'eccitazione che posso provare se il soggetto è bravo e se la foto è venuta come desideravo è di tipo visivo. 5."non è arte" confutazione: Per prima cosa confuto la legittimità del tono autorevole e assoluto con il quale mi viene detto. Perché potrebbe avere una legittimità di rimprovero questa proposizione? Chi può dire che sono obbligato a fare arte perché l'ho fatta alcune volte? Se io volessi fare pura estetica aconcettuale, o pornografia? Eppure ho spesso avuto esperienze di essere intrappolato in una definizione. Se faccio una cosa, le persone tenderanno a pensare che io farò quella cosa. Un tempo leggevo sempre, leggevo anche il vocabolario, e conoscevo più definizioni e termini dei miei compagni di classe superiore, ero diventato un vocabolario umano da consultare per il loro punto di vista, perché qualche volta avevo spiegato una definizione. Quando qualcuno non capiva una parola si girava verso il mio banco e chiedeva, a volte anche la professoressa d'italiano mi chiedeva cosa significasse una parola. Il fenomeno strano è che quando non sapevo rispondere si infastidivano. "Che leggi a fare se non sai rispondere?" mi chiedevano. E vedo che questo fenomeno accade anche nelle altre attività. Quando ci sono feste, lauree, compleanni, omicidi, chiedono sempre a me di fare foto. Perché io sono il fotografo. Per seconda cosa, se mi si dice una tale cosa per puro gusto di catalogazione, e per discutere su tale catalogazione, dobbiamo capire che cosa è l'arte. Quando ero a Bologna, e studiavo filosofia, ovviamente frequentavo il corso di storia della fotografia. Beh non tanto ovviamente, ma lo frequentavo. Una volta chiesi al professore. Ma cos'è l'arte? lui mi rispose, "è quello che la maggioranza delle persone dice essere arte". Tuttavia moltissime persone dice "non tutto è arte", quindi intendono dire che ci sono delle caratteristiche intrinseche agli oggetti e alle costruzioni che le rendono arte. Secondo il dizionario HOEPLI l'arte è il "modo di operare secondo determinati studi, metodi, esperienze, abilità acquisite." E questo basta per far rientrare quello che faccio nell'ambito dell'arte. Il critico Gérard Genette spiega il principio che può giustificare una definizione superficiale del dizionario sopracitato. Egli afferma che l'arte è tutto ciò che è fatto con l'intenzione di suscitare una reazione estetica, e con estetica non si intende bella, ma sensoriale, perché gli oggetti possono comunque suscitare reazioni estetiche senza perseguire quella reazione, cioè in modo casuale. Ma questa classificazione è strumentale, se ci servisse di dire in che direzione opero si potrebbe dire arte per darne l'idea. Il significato con il quale viene intesa la parola arte da chi mi rimprovera di non farla è di tipo valutativo, come dire "quella è arte minore, talmente minore che non la voglio chiamare arte". Credo che quello che faccio possa essere valutato come più o meno complesso di qualcosa che è stato già fatto o che si farà, ma questa valutazione non giustificherebbe comunque l'autorità con la quale mi si vuole far cambiare lo stile o il contenuto con cui faccio certe cose. Perché sarei costretto a confrontarmi con gli altri artisti passati e futuri per far qualcosa che mi da piacere? sarei obbligato a autocensurare praticamente tutte le mie produzioni, tutte le mie foto, scritti, canzoni, grafiche, a criticare ogni mia cosa. Cosa che in molti fanno con sé stessi, molti che vorrebbero fare creazioni, e vedo anche la sofferenza che si procurano, la profonda insicurezza sul proprio valore nei confronti degli altri, e la voglia di criticare chi non si autocritica quanto loro. Io non ho nessuna voglia di confrontarmi con l'arte da 10mila anni fa ad oggi, sarebbe un processo nevrotico, e a volte impossibile perché spesso la diversità nel genere dell'opera con opere di genere diverso impedisce di confrontarle attraverso un giudizio di valore assoluto. Mi confronto solo con alcuni artisti che stimo, e le persone che mi seguono, ma se questo diventa deleterio per il mio benessere, e lo è diventato nella ricerca del continuo miglioramento e perfezione per sentirmi finalmente felice per aver fatto in modo che non ci sia nessuno a dire "non va bene", non voglio farlo. Questo, secondo me, spiega bene la motivazione per cui mi si obbliga a prendere in considerazione se quello che faccio sia arte o no. Per un problema di integrazione sociale. Ho iniziato per puro piacere, e non vedo il motivo per cui debba continuare come missione sociale per fornire altre opere al mondo. Allora perché mi viene detto con tale modo? perché ci sono degli interessi dietro. L'opera artistica porta prestigio sociale. E queste persone sentono minacciato il loro prestigio se apparentemente vedono che il mio si eleva, è un meccanismo quotidiano. Si sparla degli altri per diminuire il loro valore sociale e aumentare il proprio. Come quando si parla di sesso, e le donne possono chiamare zoccola un'altra donna per distinguersi da essa ed abbassare il suo valore sociale. Terza cosa. Qual'è l'utilità di sapere se qualcosa è arte o no? perché c'è la convinzione che l'arte sia utile al nostro benessere. Quindi nel momento in cui mi si dice così si vuole anche dire che quello che ho prodotto non fa bene. Il che è assurdo. Dunque fornisco la descrizione di quello che per me sarebbe il modo giusto di rapportarvi. Molti non lo seguiranno, molti non lo leggeranno, molti faranno il contrario per il piacere di contraddirmi, alcuni mi capiranno. 6. “è eccessivo” variante “è troppo” Il seminudo, il nudo parziale, il nudo implicito, le metafore, sono spesso utilizzate come compromesso percezione 1.la propria vergogna. 2.le conseguenze sociali di tale azione. 3. il bisogno di farsi desiderare, e scoprendosi si perdono i poteri del lasciare nascosto qualcosa che si mostrerà solo a chi si meriterà di guardare in base alle azioni che saprà compiere per arrivare allo scopo. 4. La paura di essere trascurati interiormente, di essere usati, si pensa che un uomo o una donna guardandoci nudi possano essere eccitati e compiaciuti al di là della nostra bellezza oggettiva, e delle bellezza oggettiva della foto. Nonostante si debba discutere su cosa sia l'oggettività. E si dovrebbe anche capire qual'è il metro per dire quando è eccessivo qualcosa. Di solito, il metro è personale. Ma trovo ingiusto quando si voglia far passare per universale qualcosa di personale. 7. “non è interessante” In un certo mi si dice che è troppo trasgressivo ciò che faccio con le queen, è eccessivo. E per questo sbagliato, o semisbagliato. In un altro momento mi si dice che il nudo non è più trasgressivo poiché è una pratica comune. Come se il fatto che sia comune sia una connotazione di poco valore. Quando il mio interesse principale non è distinguermi dagli altri. Quello è un interesse strumentale. Mi serve per avere più commissioni che mi possono dare soldi. Per essere cercato e fare collaborazioni per il mio progetto. E per ricevere qualche complimento che mi motiva a sopportare le fatiche. 8. “Ti piace la figa” confutazione: Si, tanto, grazie per avermelo ricordato. Non l'ho scelto io, ma la mia natura, e non è fuori dalla norma l'intensità con la quale mi piace, anzi, per gli standard è sotto la norma, e non è legittimo cercare di farlo diventare un senso di colpa, con nessuno. C'è chi mi dice che far foto a ragazze nude è sintomo di repressione sessuale. Ma se si preoccupano così tanto che io scopi realmente, e credono che io sia represso, sono felice se le ragazze che mi dicono questo me la danno o se i ragazzi che mi dicono questo mi portano una loro amica che me la da. Però ho come l'impressione che nessuno dei due lo farà, perché non è nel loro interesse togliermi la repressione, se è vero che ce l'ho. Eppure così facendo il problema della repressione lo risolverebbero, e non gli darebbe più fastidio. Ma ovviamente è un altro modo per soddisfare un qualche interesse. A entrambi, maschio/femmina, può interessare abbassare il mio valore e alzare il proprio, represso = debole, tu debole = io sono forte. Per sentirsi diversi, ma nel senso di migliori, speciali. Alla donna interessa eliminare un altro uomo che la spaventa, perché potrebbe farsela senza poi promettergli amore per tutta la vita. All'uomo interessa eliminare un altro uomo perché gli toglie le prede, sia in senso sessuale che affettivo. 9. “È pornografia” A parte che non ho capito perché mi si sta sempre dire quello che è o non è quello che faccio. Come se mi si volesse informare di qualcosa che non ho la capacità di verificare. Parafrasando : “Attenzione Ney, non ti sei accorto che è porno, sono venuto qui ad informarti!” Cmq può essere! A volte suono pezzi rock, a volte suono pezzi new age con la mia chitarra. A volte faccio foto stile pubblicitario, a volte fotografo particolari, a volte faccio foto oscure, a volte rosa shocking, a volte erotiche. Potrei farne anche porno! Credo che mi darebbe soddisfazione se lo darebbe anche ai soggetti. Ma non credo di averle fatte. Distinguere i due generi serve a?... ritrovare meglio le mie foto in un archivio quando si fanno ricerche per generi? Non sbagliarsi quando si fanno i complimenti perché a quelle porno non si possono fare? Non sbagliarsi ad esporle in gallerie d'arte? (ci si sbaglia facilmente suppongo). Cmq, in particolare una persona mi ha detto che le mie foto erano porno. Ed era uno che si era scopato due tra le ragazze che ho fotografato. Non so se c'è correlazione tra le due cose. In un monologo nel film di Milos Forman Larry flint - oltre lo scandalo. "Proviamo a riflettere. L'omicidio è un reato. Ma se fate una fotografia a qualcuno nell'atto di commettere un omicidio vi mettono sulla copertina di newsweek, e magari vi danno anche un premio Pulitzer. Invece, il sesso, non è reato. tutti continuano a farlo. tutti voglio continuare a farlo. eppure, provate a fare una foto di due persone colte nell'atto sessuale, o una foto del corpo nudo di una donna. vi mandano in prigione. E allora io ho un messaggio per tutti voi buoni cristiani di saldi principii morali, che protestate perché i seni e le vagine sono osceni. Ehi!!! non prendetevela con me, prendetevela con il fabbricante; Gesù ci ha detto: non giudicate! Ma siccome io so che voi giudicate lo stesso,allora giudicate saggiamente, con gli occhi aperti! Che cosa considerate osceno? Quello?.. O questo…….? Politici e demagoghi amano ripetere,che il materiale esplicitamente sessuale corrompe la gioventù di questo paese! Eppure essi frodano,ingannano e scatenano guerre spaventose. Io credo che la vera oscenità sia nell’inculcare ai nostri giovani. che il sesso é male e brutto e immorale! E che invece è morale ed eroico,andare a spargere le proprie viscere ed il proprio sangue nei più spaventosi massacri, in nome dell’umanità! Con tutti i tabù che accompagnano il sesso, non c’è da stupirsi se abbiamo i problemi che abbiamo, se siamo aggressivi e violenti e compiamo genocidi! Ma allora fatevi questa domanda: Cos’è più osceno, il sesso o la guerra?." 10. “è volgare” variante di “è osceno”. la prima volta che mi sono sentito dire questa cosa riguardo alle foto fu da una ragazza che avevo appena fotografato per guadagnare un po' di soldi per fare la spesa. Lei mi aveva chiesto foto fashion, beauty, che esaltassero la sua bellezza estetica. I suoi capelli, le sue labbra, la sua pelle...ecc... Chiesi : perché? Perché quella ragazza indossa tre cinte una sopra l'altra, calze a rete, scarpe rosse, trucco pesante, e quindi è eccessiva. Dunque per lei era volgare ciò che è eccessivo. Una volta ero con una ragazza, camminavamo su di un marciapiede. Mi disse : devo pisciare. Io dissi, beh cerchiamo un bagno. No devo pisciare ora. Si tirò giù pantaloni e mutande e pisciò davanti a me. Vidi l'urina scenderle dalla vagina con la luce dei lampioni della strada che ne esaltava la liquidità. Lo sentii volgare, e mi chiesi perché. Perché era inusuale e riguardava le cosiddette “parti intime” che sono spesso sporcate da urina e feci. Ho pensato. È per questo. L'urina e le feci non piacciono a nessuno, se non ai malati. Ma in natura non abbiamo queste restrizioni, perciò è una convenzione sociale. Immagino che le regole nella società abbiano uno scopo utile alla società. Tuttavia nella maggioranza dei casi, sono inutili. Il semaforo è una convenzione. Se è la fine del mondo, e ci sono solo io e un miliardo di zombie, e mi trovo in auto e vedo un semaforo rosso, non mi fermo. Anche se mi hanno insegnato che ci si deve fermare davanti a un semaforo rosso. Il contesto è diverso. Quella ragazza aveva soltanto me davanti, e io non avevo motivo di provare turbamenti nel vederla pisciare. Il fatto che io non lo vedevo spesso, o che forse, non lo avevo mai visto, era un problema mio. 11. è “offensivo” Come può qualcosa offendere una persona anche se non la ritrae, non parla di lei, non si riferisce a lei? Perché il proprio aspetto sembra non essere soltanto proprio, ma appartenente un po' a tutti. L'aspetto di un essere umano di sesso femminile, quando è fuori di casa sua, appartiene anche agli altri esseri umani di sesso femminile secondo molte persone, soprattutto secondo quelle di sesso femminile. La causa di questa appartenenza è l'“identità della donna”. Cos'è l'identità della donna? Un concetto astratto, col quale una donna si immagina, e si da un senso, poiché non esiste una sola identità che unisce tutte le donne. Molte donne si sentono rappresentate, “dipinte”. Che cos'è la rappresentazione? Raffigurazione attraverso segni, simboli o parole di entità concrete o astratte. Per rappresentazione nelle arti figurative si intende un'immagine nata dalla mente creativa che, tramite qualsiasi tipo di tecnica, architettonica, scultorea, pittorica o altro mezzo, si fa oggetto per essere comunicata a terzi. Come un pittore, un illustratore che fa ritratti di una donna sola che metaforicamente simbolizza tutte le donne. E vogliono protestare per poter essere rappresentate in modo diverso. Quindi chi si offende pensando che la propria identità è in pericolo crede a qualcosa di non attinente alla realtà. L'offesa per essere legittima deve basarsi su qualcosa di reale. 1. Quando c'è l'intenzione di manipolare le menti delle persone per fargli compiere atti a vantaggio di chi compie questa manipolazione, perché è una azione reale che può avere un effetto reale, e non un concetto astratto. Ad esempio la pubblicità, che vende prodotti o servizi che non hanno nulla a che fare con l'aspetto femminile, con la sua capacità seduttiva, con la sua funzione sessuale. 2. L'esposizione ripetuta di certi atteggiamenti, accompagnata da apprezzamenti, può condizionare i gusti e giudizi degli altri. In una rete pubblica può condizionare anche i gusti dei minorenni. Ma poiché delle foto a fine ludico o creativo pubblicate sul web, o in gallerie d'arte, non sono a scopo pubblicitario, non rientrano in questo caso. Può essere offensivo anche sentirsi dire che avere dentro di sé il piacere di fotografare o contemplare un corpo nudo, o atti erotici, sia sintomo di perversione e malattia, si sia maiali, in sintesi : maschi. E se uno cerca di spiegare un pensiero differente, questo pensiero può essere respinto dicendo: “non puoi capire perché sei un maschio”. Aiutare le “donne malate” Le immagini non sono solo immagini per molte persone ma anche specchio dei comportamenti. Queste persone possono dedurre dalle immagini, la categoria morale di appartenenza del soggetto ritratto (troia, viziata, superficiale, vuota, sottomessa...), attingendo a un vasto archivio mnemonico di luoghi comuni: “se uno si modifica fisicamente (make-up, chirurgia, fotoritocco) per lui è importante solo l'estetica.” Ragionamento superficiale, poiché una persona può averci messo tutta la vita a cambiare la propria personalità ma questo lavoro non si vede come con le labbra e gli zigomi rifatti. Un soggetto cosmeticamente modificato, chirurgicamente modificato o informaticamente modificato è un baro. Bara su quello che realmente ha. Per quale motivo viene dato del baro a chi non usa soltanto l'aspetto che veramente ha senza make up, chirurgia e fotoritocco? Perché mette in svantaggio nella lotta al possesso della bellezza per chi non ha usato make up, chirurgia, e fotoritocco. Perché il make-up, la chirurgia, il fotoritocco hanno in sé caratteristiche di bellezza. E la bellezza è potere nelle società occidentali. Quindi è problema di potere. Con quale scopo viene dato del baro a chi non usa soltanto l'aspetto che veramente ha senza makeup, chirurgia e fotoritocco? Per isolarlo e fargli passare la voglia di farlo in modo da fargli fare ciò che si vorrebbe facesse. paesaggio della coscienza. idea di donna contraffatta, irreale. Sorgono alcune domande per chiarire i motivi e gli scopi di tutto ciò: 1. Perché molte donne si sentono rappresentate da alcune donne? 2. Perché molte donne vogliono essere rappresentate in modo diverso? 1. Si da per scontato che qualcuno capisca il perché ci si senta rappresentati da altre persone dello stesso genere sessuale, o non ci si senta rappresentati, quando invece una persona può considerare una persona particolare del suo stesso sesso una possibilità tra le tante di essere. “noi non ci sentiamo così. non siamo plastificate dalla chirurgia plastica. siamo belle perchè lo siamo naturalmente. ci accettiamo per quello che siamo. abbiamo ancora la vulnerabilità del nostro volto.” Voi. Perché tutte non dovrebbero usare la chirurgia plastica? Perché tutte dovrebbero accettarsi e non volere qualcosa di diverso? Perché tutte dovrebbero mostrare la vulnerabilità del proprio volto? Forse per il proprio benessere. Tutte le azioni che facciamo dovrebbero essere in funzione del nostro benessere. E perché provoca malessere quel tipo di rappresentazione? Perché se non corrispondono a quel canone estetico non hanno certi vantaggi. Molti uomini non si sentono rappresentati dai ballerini in calzamaglia in TV, ne dai seduttori professionisti nei talk show. C'è chi non la guarda per nulla la tv. Perciò si dovrebbe cercare un contatto con la realtà e distinguere tra i problemi personali e i problemi pubblici. La visione di qualcosa diventa un problema personale, quando sia ha un problema con sé stessi, riguardo alla propria immagine. Dovrebbe esserci spazio per tutti e anche giustizia per tutti. Cioè non si dovrebbe ingannare il cervello altrui attraverso mezzi quasi sempre efficaci come la sessualità ma non attinenti al prodotto o al servizio venduto, e non si dovrebbero quindi avere vantaggi immeritati, si dovrebbe difendere la libertà di truccarsi molto o non truccarsi per niente, rifarsi chirurgicamente o non rifarsi niente. si dice che la donne (la donna) proposte/a alla visione delle persone assecondi i presunti desideri sessuali maschili. ma alcuni maschi sono omosessuali, e alcune donne sono omosessuali e hanno desideri sessuali verso le donne dello stesso tipo di quelli degli uomini eterosessuali. di questo non si parla. inoltre i desideri maschili sono presunti (poiché non a tutti gli uomini eterosessuali piacciono tutte le donne proposte dalla tv). ridotta ad oggetto sessuale in cui non è chiesta la competenza. le donne che fanno tutto ciò sono considerate malate. non riescono ad accettare se stesse. e sono schiave dei gusti maschili. eppure potrebbe anche essere che non accettano di non avere un potere sulle persone. e che sfruttano al massimo questo potere che sono riuscite a utilizzare. ma non è l'unico potere che le persone sfruttano. il potere della voce. il potere delle parole. dell'intelligenza con la quale sono usate. il potere dei vestiti. il potere economico. il potere emotivo. tuttavia se una donna sfrutta il potere della propria seduzione è peggio degli altri. per accettare tale affermazione la si dovrebbe dimostrare. sfruttare i propri poteri è barare. barare [ba-rà-re] v.intr. (aus. avere) [sogg-v] 1 Non rispettare le regole di un gioco 2 estens. Avere un comportamento ingannevole quando ho visto le foto di Danilo Pasquali in cui Clara era con un uomo, e il braccio di un altro uomo (lo stesso fotografo). ho avuto paura che una donna potesse ferirmi desiderando un altro, facendo finta di amarmi, e poi abbandonarmi. ed estendendo le idee, che fosse talmente distaccata e indipendente, da potermi rifiutare in generale. senza usarmi neanche. e ho provato rifiuto e rabbia. era un mio problema. anche una mia soggettiva interpretazione della cosa. 12. “non è fotografia” Ho notato che ogni disciplina ha dei modelli di realizzazione. Ovvero, con le conoscenze di quella disciplina si possono produrre infinite cose, ma solo alcune saranno prodotte, in base a dei modelli consolidati. Credo che a questi modelli chi ne fa uso si attacca moltissimo, e che non rispettarli provoca un senso di ingiustizia, in due sensi. Personale e sociale. Personale perché le persone tendono a sentirsi stimate e rispettate attraverso le loro attività. Sociale perché le persone hanno paura di essere emarginate e quindi aiutano a rafforzare le idee correnti, poiché diventano il metro di misura della qualità del lavoro realizzato. Infatti ogni nuovo modo di fare quella cosa per essere accettato deve venire testato e compreso per molti anni, e solo chi è capace di trovare dei compromessi può venire integrato in quell'ambito. Che sia la fotografia, il cinema, la letteratura, l'architettura. Solo alcune cose possono rientrare in questi schemi. E la definizione linguistica della disciplina condiziona il modo in cui ci sentiamo di fronte a qualcosa. Io credo che ciò che va bene per l'arte possano non andare bene per la vita. E rinnego il pensiero che una immagine per il semplice fatto di esistere, anche sul web, possa veicolare un'idea che possa condizionare negativamente le persone nei loro desideri. Ad esempio, nel desiderare ciò che hanno visto. Perché come diceva Hannibal Lecter “desideriamo ciò che vediamo tutti i giorni”. Io non credo che le immagini possano avere un così grande potere di condizionamento se non c'è una intenzione dietro, una vera e propria campagna pubblicitaria. Duchamp prese degli oggetti prodotti con alcune tecniche che avevano uno scopo e tolse a quegli oggetti al loro scopo, ma questo non credo che aumentò le richieste di cessi al contrario. Il problema è che nel pensare queste cose siamo condizionati dalla pubblicità, il mercato, e tutto ciò che a che fare col denaro sono demonizzati. E questo si può percepire in qualunque cosa che ne abbia a che fare, a parte il metterli in tasca. Questo fu uno dei motivi per cui scelsi di non proseguire gli studi in ambito pubblicitario dopo il diploma professionale e andare a studiare filosofia, per cui tutti avrebbero convenuto nel valore umano di tale impegno. Uno dei motivi per cui si difendono questi schemi è perché ci si identifica in essi e ci si sente gratificati soltanto quando il nostro lavoro produce qualcosa che corrisponde il più possibile a questi schemi. Il diffondere nuovi schemi mette in crisi i singoli individui poiché perdono potere, dato che ogni cosa che gli esseri umano percepiscono può condizionare la loro mente. Usando la fotografia come strumento di erotismo, si pensa che le persone siano condizionate a usare la fotografia più in quel modo che in un altro se ne vedono molte. E le persone cercano di difendere altri modelli. Tuttavia a me non interessa cercare di sperimentare cosa può fare la luce sulle superfici e basta. Mi è stato detto "tu sei più un grafico che un fotografo". Non mi ero posto il quesito, perciò in quel momento non sono riuscito a capire se ciò che mi era stato detto corrispondesse alla realtà o no. La prima sensazione che ho provato era di negazione. No, non è vero. Non sono più grafico che fotografo. So essere fotografo quando mi serve, e credo che il prevalere di un mio ruolo dipenda da fattori casuali, ma preferisco guardare foto che grafiche. Tuttavia questa informazione sulla mia preferenza non dovrebbe condizionare ne il giudizio critico ne le emozioni del fruitore dei miei lavori. 12. “è fuoriluogo” mi sono sentito dire che nei social network, o siti di condivisione video non si possono stimolare sensazioni erotiche. Che queste sensazioni devono essere stimolate da siti a parte, specifici. Mi sono osservato e ho visto che la mia natura non mi dice di censurarle. Perciò mi sono chiesto : per quale motivo tutte le altre sensazioni possono essere stimolate e quelle erotiche no? Secondo per due motivi: 1. La religione. 2. La fobia sociale delle malattie psichiche e fisiche sessuali. Incollo un articolo inerente: “L'idea base religiosa in tutte le religioni patriarcali è la negazione dei bisogni sessuali. Non esistono eccezioni, se lasciamo da parte le religioni primitive che erano sessuo-affermative e in cui religione e sessualità erano ancora una unità. Nel passaggio dall'organizzazione sociale del diritto naturale e del matriarcato al patriarcato e quindi alla società patriarcale divisa in classi, l'unità fra culto religioso e culto sessuale si disgregò; il culto religioso divenne l'opposto di quello sessuale. Con questo il culto sessuale cessò di esistere per cedere il posto alla inciviltà sessuale dei bordelli, della pornografia e della sessualità sotterranea. Non vi è bisogno di ulteriori motivazioni per spiegare che nel momento in cui l'esperienza sessuale non costituiva più un'unità con i culti religiosi, ma il loro opposto, l'eccitazione religiosa doveva diventare contemporaneamente un surrogato dell'atto del piacere perduto, socialmente positivo. Soltanto questa contraddizione dell'eccitazione emotiva religiosa, cioè che essa è contemporaneamente anti sessuale e un surrogato sessuale, fa comprendere la forza e la tenacia delle religioni. La struttura affettiva dell'uomo veramente religioso può essere descritta brevemente come segue: biologicamente egli è soggetto agli stati di tensione sessuale allo stesso modo degli altri uomini ed esseri viventi. Ma egli, acquisendo le idee religiose sessuo-negative e in particolar modo la paura della punizione, ha perso qualsiasi capacità di tensione e soddisfacimento sessuale naturale. Egli soffre dunque di uno stato di eccitazione organica cronicamente iperteso che egli è costretto a dominare in continuazione. Non solo non riesce a raggiungere la felicità in terra, ma la stessa felicità, piuttosto, non gli sembra nemmeno desiderabile. Poiché egli si attende la grazia nell'aldilà, si convince di essere incapace di raggiungere la felicità su questa terra. Ma poiché egli è un essere vivente biologico che non può in alcun modo rinunciare alla felicità, alla distensione e al soddisfacimento, egli cerca la felicità illusoria che riescono a dargli le tensioni religiose di pretensione, cioè le correnti ed eccitazioni vegetative somatiche che noi conosciamo. Egli procederà dunque con i suoi compagni di fede a fondare organizzazioni e a creare istituzioni che gli allevieranno questo stato dì tensione e a mascherare contemporaneamente la sua vera natura. L'oscurità mistica della chiesa intensifica l'effetto di una sensibilità, già orientata in senso sovrapersonale, verso la propria vita interiore e verso i suoni di una predica, di un coro, eccetera, fatti su misura per eccitare appunto tale sensibilità. L'uomo religioso è in realtà diventato impotente, poiché ha perso sia la capacità di raggiungere la felicità che l'aggressività nei confronti delle difficoltà della vita, in seguito alla repressione della sua energia sessuale. Più è impotente, e più deve credere a forze soprannaturali che lo sorreggono e lo proteggono. Perciò comprendiamo che in certe situazioni egli può sviluppare una incredibile forza di convinzione, persino di coraggio passivo che non teme la morte. Egli attinge questa forza dall'amore verso la propria convinzione religiosa, che, come sappiamo, viene sorretta dalle eccitazioni organiche di piacere. Naturalmente egli crede che questa forza venga da « Dio ». Il suo desiderio di Dio e verso Dio in realtà è dunque il desiderio che deriva dalla sua eccitazione sessuale di pre-piacere che esige di essere liberata. La liberazione non può essere nient'altro che la liberazione da tensioni organiche insopportabili che possono essere piacevoli solo fino a quando non si potranno fondere con una immaginaria unione con Dio, cioè con il soddisfacimento e la distensione. La tendenza di persone fanaticamente religiose ad infliggersi autolesioni, a compiere azioni masochiste ecc. conferma quanto abbiamo detto. La clinica sessuo-economica riuscì infatti a dimostrare, che il desiderio di essere picchiati o le autopunizioni nascono dal desiderio pulsionale di raggiungere una distensione senza averne colpa. Non esiste una tensione organica che non produca rappresentazioni di essere picchiati o torturati non appena la persona in questione si sente incapace di provocare da sola la distensione. Questa è la radice dell'ideologia passiva di sofferenza di tutte le vere religioni. Dalla reale impotenza e sofferenza organica nasce il bisogno di trovare una consolazione, un sostegno e un appoggio dall'esterno, soprattutto contro le proprie pulsioni malvage, contro ciò che vengono chiamati « i peccati della carne ». Se persone religiose, con il concorso delle loro immaginazioni religiose, vengono a trovarsi in uno stato di forte eccitazione, con l'eccitazione organica aumenta anche lo stato vegetativo di eccitazione che si avvicina a un soddisfacimento senza in realtà arrivare a una distensione organica. Sappiamo, per aver curato preti malati, che al culmine degli stati religiosamente estatici avvengono molto spesso eiaculazioni involontarie. Il normale soddisfacimento orgastico viene sostituito da un generale stato di eccitazione organica che esclude il genitale e che provoca, contro la propria volontà, come per caso, uno stato di disten sione parziale. Il piacere sessuale era inizialmente e in modo naturale il bene, il bello, la felicità, ciò che legava l'uomo con la natura in generale. Con la disgregazione del sentimento sessuale e religioso il sesso doveva diventare il maligno, l'infernale, il diabolico. Ho cercato in altra sede di spiegare come nasce e si manifesta la paura del piacere, cioè la paura dell'eccitazione sessuale. Riassumendo brevemente: gli uomini che sono in capaci di distensione alla lunga devono avvertire le eccitazioni sessuali come angosciose, opprimenti, distruttive. La eccitazione sessuale infatti è distruttiva e angosciosa se non vi è distensione. Vediamo dunque che l'idea religiosa della sessualità come una forza distruttiva, diabolica che porta alla rovina, affonda le sue radici in reali processi organici. Ora l'atteggiamento nei confronti della sessualità diventa per forza ambivalente. Valutazioni tipicamente religiose e morali, come «buono» - «cattivo» - «celeste» - «terreno» « divino » - « diabolico », ecc. diventano, da un lato simboli del soddisfacimento sessuale, e, dall'altro, simboli della relativa punizione. Il profondo desiderio di liberazione, conscio a livello di « peccato »,inconscio a livello di tensione sessuale, è contemporaneamente respinto. Gli «stati religiosi estatici non sono nient'altro che stati di eccitazione sessuale del sistema nervoso vegetativo che non possono mai essere soddisfatti. L'eccitazione religiosa non è comprensibile e quindi neanche superabile senza comprendere la contraddizione che porta in sé. Essa non solo è antisessuale, ma è essa stessa altamente sessuale. Essa non solo è morale, ma è contemporaneamente profondamente contro natura, non igienica in senso sessuo-economico. In nessuno strato sociale vi sono tanti casi di isteria e di perversioni come negli ambienti della chiesa ascetica. Da questo però non si deve trarre la conclusione sbagliata di dover trattare queste persone come criminali pervertiti. Da conversazioni avute con persone religiose risultò che insieme al rifiuto della sessualità esiste in esse anche una buona comprensione del loro stato. Queste persone sono come tutti gli altri uomini scisse in una personalità ufficiale e in una personalità privata. Ufficialmente considerano la sessualità come un peccato, ma privatamente sanno benissimo che non possono vivere senza i loro soddisfacimenti sostitutivi. Vi sono persino molti che sono ben disposti nei confronti della soluzione sessuo-economica della contraddizione fra eccitazione sessuale e morale. Essi comprendono, quando si riesce a stabilire un contatto con loro, quando non li respingiamo, che quello che essi descrivono come legame con Dio non è altro che il reale legame con il generale processo naturale, che il loro Io è una parte della natura. Come tutte le altre persone si sentono come un microcosmo nel macrocosmo. Bisogna ammettere che la loro profonda convinzione ha un nocciolo autentico, che ciò che essi credono è realmente vero, cioè la corrente vegetativa del loro corpo e l'estasi in cui possono cadere. Il sentimento religioso è particolarmente autentico nelle persone appartenenti agli strati sociali più poveri. Esso diventa falso solo perché rifiuta la propria origine e il soddisfacimento inconsciamente desiderato mascherandolo davanti a se stesso. Questo genera l'atteggiamento di artificiale bontà nei preti e nelle persone religiose. Questa spiegazione è incompleta. Ma sostanzialmente possiamo affermare riassumendo: 1. L'eccitazione religiosa è una eccitazione vegetativa e sessuale, mascherata. 2. Con la mistificazione dell'eccitazione la persona religiosa nega la propria sessualità. 3. L'estasi religiosa è un surrogato dell'eccitazione orgastica vegetativa. 4. L'estasi religiosa non genera una distensione sessuale, ma tutt'al più una stanchezza muscolare e spirituale. 5. Il sentimento religioso è autentico sul piano soggettivo e motivato fisiologicamente. 6. La negazione della natura sessuale di questa eccitazione determina una falsità caratteriale. I bambini piccoli non credono in Dio. La fede in Dio si ancora regolarmente in loro solo quando devono imparare a reprimere le loro eccitazioni sessuali quando si masturbano. In tal modo acquisiscono la paura del piacere. In quel momento cominciano a credere veramente in Dio, a sviluppare la paura di lui e non solo a temerlo in quanto onniscente e onnipresente ma contemporaneamente ad appellarsi a lui come protettore contro la propria eccitazione sessuale. La funzione dell'elusione della onania provoca tutto questo. L'ancoramento delle idee religiose avviene quindi nella prima infanzia. Ma queste idee religiose non potrebbero legare l'energia sessuale nel bambino se non si riallacciassero alle figure reali del padre e della madre. Chi non onora il padre, commette peccato, in altre parole, chi non teme il padre e cede al proprio piacere sessuale, viene punito. Il padre vivo, severo, che proibisce, è il rappresentante di Dio in terra e il suo esecutore materiale nell'immaginazione del bambino. Anche se il rispetto del padre viene a cadere in seguito alla scoperta delle sue debolezze e delle sue insufficienze umane, tuttavia il padre continua ad esistere nella figura mistica, astratta di Dio. Così come l'autorità patriarcale si richiama a Dio intendendo però la reale autorità paterna, così in realtà il bambino si richiama al padre reale quando dice « Dio ». Nella struttura del bambino l'eccitazione sessuale, l'idea di padre e l'idea diDio costituiscono naturalmente un'unità. La possiamo constatare concretamente nei pazienti che abbiamo in cura sotto forma di crampo muscolare genitale. Regolarmente con lo scioglimento del crampo nella muscolatura genitale scompare l'idea di Dio e la paura del padre. Il cram- po genitale rappresenta quindi non solo Pancoramento fisiologico strutturale del timore religioso, ma crea contemporaneamente la paura del piacere che diventa il nocciolo di ogni morale religiosa.[...] Ancoramento della religione attraverso la paura sessuale La religiosità sessuo-ostile è un prodotto della società patriarcale autoritaria, in cui il rapporto padre-figlio che troviamo in ogni religione patriarcale è soltanto il contenuto necessario, socialmente determinato, dell'esperienza religiosa; ma questa stessa esperienza nasce dalla repressione sessuale del patriarcato. Il servizio in cui si mette la religione col passare del tempo, il rapporto fra ubbidienza e rinuncia nei confronti dell'autorità, è esso stesso una funzione secondaria della religione. Essa può poggiare su una base solida: sulla struttura modificata, in seguito alla repressione sessuale, dell'uomo patriarcale. La viva fonte dell'atteggiamento religioso e il perno di ogni dogma religioso è la negazione del piacere carnale: questo appare in modo particolarmente chiaro in due religioni: nel cristianesimo e nel buddhismo.[...] La proibizione di toccare gli organi sessuali non sarebbe efficace se non fosse avvallala dall'idea che Dio vede tutto, e che si debba essere «buoni» anche quando i genitori si allontanano. [...] Nell'idea di Dio appare in modo oggettivato la propria coscienza, l'ammonimento o la minaccia interiorizzata dei genitori e degli educatori. Questo è un dato di fatto acquisito dalle ricerche scientifiche; è un po' meno chiaro il fatto che la fede e il timore di Dio siano una eccitazione energetica sessuale che hanno mutato obiettivo e contenuto. Il sentimento religioso sarebbe di conseguenza identico a quello sessuale, tranne che è pieno di contenuti mistici e psichici. In base a questo si può com prendere il ritorno dell'esperienza sessuale in numerosi esercizi ascetici, come per esempio nella illusione dì molte monache di essere le spose di Cristo; probabilmente sviluppano raramente simili idee fino alla coscienza genitale e imboccano quindi altre vie sessuali, come per esempio il martirio masochista.[...] Già nel bambino viene ancorata in modo tipico la paura religiosa. La paura sessuale svolge il ruolo centrale di intermediario nell'ancoramento dell'ordine sociale autoritario nella struttura dei bambini[...] La contrapposizione fra «animale» e «uomo dello spirito» è orientata nel senso della contrapposizione fra «sessuale» e «spirituale»; è la stessa antitesi che invariabilmente costituisce la base di tutta la filosofia naturale teosofica. Fino ad ora è rimasta inattaccabile perché la sua base, la negazione del sesso, non venne mai attaccata.[...] La mistica religiosa contrappone dunque una forza pulsionale sessuale contro l'altra. Essa stessa si serve di meccanismi per raggiungere i suoi obiettivi. Questi impulsi, sessuali non-genitali, da essa messi in parte in moto e in parte sviluppati al massimo, determinano in seguito la psi cologia di massa dei seguaci: masochismo morale (molto spesso anche un inequivocabile masochismo corporeo) e ubbidienza passiva. “ Se una persona crede che io abbia errato delle azioni a livello tecnico o di idealizzazione, sono ben contento che me le faccia notare, spiegandomi il perché, e magari proponendomi la soluzione corretta, perché così mi fa crescere. Se una persona si limita a dire che qualcosa che ho fatto è fatto male, ma non spiega il perché, non lo accetto come aiuto, ma lo interpreto come un tentativo di deprimermi. Tecnica: Davanti a una fotografia rispetto a un video, poiché statica, puoi passare minuti e minuti a osservare e riosservare tutte le zone dell'immagine che vuoi, quindi la fotografia permette una conoscenza più analitica. In un video possiamo perderci degli interi fotogrammi, e guardare solo velocemente l'insieme dell'immagine, perché cambia tutto continuamente. Una delle possibili cause della nostra cecità al cambiamento è fisiologica e dipende dal nostro apparato visivo. Approssimativamente battiamo le ciglia 20-30 volte al minuto, e ognuno di questi eventi dura dai 300 ai 400 millisecondi. Tanto potrebbe bastare perché non ci si accorga di un cambiamento periferico del campo visivo che accada proprio in quel brevissimo lasso di tempo. Con molta fatica nell'osservare i dettagli e l'abitudine a questa fatica, ho trovato piacere nel dare sempre più importanza ad essi. Questa consapevolezza che la foto è un qualcosa dove puoi sostare minuti, e guardare tutto, senza farti sfuggire niente, ha cambiato il mio modo di guardare il campo visiva da fotografare, guardare lo scatto realizzato, e il mio modo di usare il software per la modifica delle foto. La postproduzione attraverso il software mi aiuta nella produzione di composizioni nuove e visualizzazioni non realizzabili con altri strumenti. Va specificato che postproduzione e fotoritocco non sono sinonimi, poiché il concetto di postproduzione non si identifica soltanto nel fotoritocco. Poiché il fotoritocco è l'agire sugli elementi della fotografia, e la postproduzione è l'agire sugli elementi presenti nella fotografia ma aggiungendo altri elementi che non fanno già parte della fotografia scattata. La fotografia è la tecnica di scrivere con l'impressione della luce. Io parto dalla fotografia, ma poi sulle foto ci metto anche le parole che escono dalla bocca, che non si impressionano con la luce, o corna e code fatte di linee sottili. Mi sono formato come grafico pubblicitario, e non ho lavorato con la pura fotografia. Quindi, la postproduzione consiste nel comporre immagini gestendo i pixel. E faccio così perché m'interessa la percezione visiva e ciò che la condiziona e aumenta la sua soggettività. Dunque, m'interessa la percezione attraverso il pensiero. Che è quella che prevale in tutti gli esseri umani. M'interessa la percezione attraverso il pensiero e i suoi effetti sulla mia felicità, e su quella degli altri. La cui ricerca ci accomuna tutti. Anche i masochisti, poiché facendosi male cercano piacere. Do valore al processo digitale anche perché credo che il valore delle fotografie classiche sia tramontato. Perché sono state inventate macchine nuove che hanno eliminato una parte del lavoro del fotografo, inteso come colui che produce una fotografia e la vende a un cliente che non sa produrla. Come è tramontata la prospettiva tempo fa attraverso il 3D. Un cliente non compra più una fotografia intesa come riproduzione della realtà. E quindi il fotografo non è più una figura professionale necessaria. Perché sa riprodurla anche la fotocamera che può comprarsi a un costo molto basso. “l'intelligente ed evoluto Modo Guida [...] fornisce al fotografo, passo dopo passo, le istruzioni su come modificare le impostazioni della fotocamera. È anche possibile visualizzare diverse immagini d'esempio, che mostrano i risultati ottenibili da ogni impostazione. Ciò significa non solo ottenere l'immagine desiderata con semplicità, ma anche comprendere il modo con cui si arriva al risultato: così facendo sarà possibile ampliare anche la propria competenza tecnica”. La parte del lavoro del fotografo che è rimasta e che avrà ancora valore è la produzione delle idee, che è una parte base che si ritrova in tantissimi mestieri, la creatività. Nonostante anche essa sia svalutata, poiché la creatività è onnipresente. Almeno secondo il pensiero delle persone estranee alla produzione fotografica. Forse perché i prodotti di consumo digitalizzabili, soprattutto a livello intellettuale, sono svalutati. Moltissime persone li rendono potenzialmente scaricabili dal web in modo gratuito, inoltre sono attività ampiamente praticate. E quando qualcosa è facilmente reperibile perde di valore. Una fotocamera viene spesso comprata perché ci si possono fare degli autoscatti per rendersi interessanti. I videoclip dei matrimoni sono fatti con le stesse tecniche e qualità dei videoclip musicali di MTV. Il livello si è omologato e tutto ciò è diventato abitudine e normalità. Ho visto un bambino di 6 anni scattare una foto attraverso un cellulare con flash integrato e fotocamera da 10 megapixel. Mi sono quasi sentito stupido ad aver comprato la mia fotocamera. Volendo poi, può caricare la foto su myspace, e postprodurla col programma di fotoritocco fornitissimo di strumenti che fornisce MySpace, compresi i livelli di photoshop, e così farsi pubblicità. Audio, video, immagini, testi. Non hanno più un valore economico legittimo per la testa delle persone. Infatti i fotografi campano con i corsi e i workshop. Spiegazioni, teoria, idee. Ed è sempre il video che ha più spazio. Perché vende più news. E io voglio arrivare anche alle persone che vedono la produzione fotografica dall'esterno. Quelle che non danno un forte valore alle fotografie. Non per ottenere pubblicità. Ma perché m'interessa che le persone riflettano, in modo che le cose cambino. E non lo trovo sufficiente limitarmi alla pura fotografia. Almeno, non in tutti i casi. Tuttavia, nel caso delle Regine e dei Re questo obiettivo ha un prezzo da pagare. Più aumenta il numero di persone che vengono a contatto con le mie opere più probabilità ho di incontrare quelle che disprezzandole cercheranno di impedirmi di farle tentando di deprimere i miei desideri con commenti acidi, insulti, e creando gruppi di isolamento, a volte subdolo e a volte esplicito. In alcune tipologie di foto ho deciso di usare formati inusuali rispetto al rettangolo : cerchio, quadrato e rettangolo più allungato, stile 16:9 del cinema. Senza preoccuparmi di rispettare le idee consolidate su cosa è una fotografia. La tecnologia è una caratteristica diffusa in tutte le parti del mondo. La differenza la fa il contenuto insieme alla forma. Il mio è un modo di rappresentare che vuole usare gli stereotipi strumentalmente e non per dichiarare che il mondo è come questi stereotipi, e quindi rimanerne libero. L'uso della parola nelle immagini Fra le funzioni essenziali che la parola assume in rapporto alle immagini c'é quella di ridurre le ambiguità di cui le immagini possono essere portatrici. Una volta, una ragazza che conosco, vide l'immagine di una Regina-SenzaAmore che si versava della birra sulla vagina, con occhi chiusi e bocca spalancata. Lei disse che stava facendo così perché soffriva ed era disperata. Così aggiunsi una frase che usciva dalla bocca del soggetto, che dichiarava che il soggetto godeva del proprio corpo ed era affettivamente indipendente dagli altri. Mi accorsi quindi che la parola su di una immagine può dire: più di quel che dicono le immagini; la stessa cosa che dicono le immagini; meno di quel che dicono le immagini; può mantenere anche una sua autonomia, arrivando anche a contraddire ciò che le immagini dicono. La scelta delle parole quindi è per me molto ricercata. A volte ho inserito citazioni di frasi che mi sono state dette da ragazze con le quali ho avuto relazioni sentimentali, perché conoscendo bene la mia reazione, potevo lavorare al significato dell'immagini in modo approfondito. Libero anche da perbenismi, utili alle persone che non vogliono vedere al di là dei loro soldi e delle loro fortune. Soprattutto con le regine, per le quali rappresento situazioni di dominio e potere, sessuale e affettivo, difficili da accettare. O con le lady. La cui bellezza non canonizzata è difficile da accettare. Le regole oggettive che cerco di rispettare sono leggi scientifiche della percezione, della fotografia, e uso regole non scritte degli stereotipi e dei modelli della cultura, delle mode, sempre in modo strumentale e non fine a sé stesse. Credo che il giudizio estetico dipenda dalla soddisfazione dei nostri bisogni e desideri. Se ci soddisfa diciamo : è bello! se non lo fa : è brutto! e quindi penso sia legittimo lasciar agire l'irrazionalità che è in me, lasciando qualche elemento privo di una risposta a un perché, e che si possa distinguere dal giudizio tecnico. L'aspetto irrazionale è quello che mi porta in contatto con gli altri, poiché è un qualcosa di comune a tutti gli esseri umani, per somiglianza biologica. Visualizzo concetti attraverso espressioni del volto, gesti, pose, oggetti e abbigliamenti. Concetti di dipendenza, debolezza, egoismo o i loro opposti. Praticamente arrivo a questa rappresentazione eliminando la spontaneità del soggetto, poiché mia creazione cerebrale, ma non il caso, ad esempio col movimento dei capelli, del corpo in aria, evitando la registrazione della realtà così come arriva alla fotocamera, quindi non è per me sufficiente produrre qualcosa che sia piacevole per il mondo. Per comporre queste foto mi servo dell’estetica codificata glamour, fashion e dark-goth, aggiungendo elementi attraverso la postproduzione, e spesso rendendo irreale la percezione della pelle, in una perfezione sottomessa a delle regole culturali. Questa estetica, la scelta dei contenuti, mi serve per rappresentare l’idealizzazione fatta da una personalità infantile, nella nostra società postmoderna che si contraddice nel fornire una miriade di possibilità di relazioni sessuali/affettive, poiché è estremamente collegata e sovraffollata, senza permettere agli individui di crearsi una personalità adulta, necessaria per vivere le relazioni a breve termine. Poiché questi individui o non avendo mai soddisfatto il proprio bisogno d’amore, per l'assenza dei genitori, sostituiti un tempo dalla tv e oggi da internet, o non avendo mai lottato per qualcosa da soli perché iperprotetti da tutto ciò che i genitori possono ottenere con i soldi, continua a ricercare e proiettare questo suo bisogno di sicurezza della propria immagine su un volto, in questo caso femminile, perché riferito a me stesso, che ho vissuto sulla pelle quest'esperienza. Gli oggetti sono sempre stati molto importanti per me. Dalla t-shirt rosa di Robert Smith, alla katana, al pipistrello di batman sulla cintura. Ora vedo che la katana è quasi dappertutto tra le foto delle fotomodelle sul web o dei fotografi, e anche il pipistrello di batman anche se più raro, e sto cercando di sostituirli come simboli. A livello intellettuale hanno come scopo principale il riflettere un mio pensiero psicofilosofico, sul mondo e la mia vita, che per somiglianza umana tra me e tutto il mondo, diventa un pensiero valido anche per gli altri. Questa mia psicofilosofia è in costante costruzione e correzione. Poiché deriva da elementi della mia vita in continuo movimento: le mie esperienze, familiari, e relazionali, passate e presenti, e le riflessioni puramente mentali sulle dinamiche sociali, prevalentemente affettivo-sessuali, razionalizzate da conoscenze scientifiche storicamente registrate, da ogni persona che mi contatta, e da ogni sua singola frase che può colpirmi. Raccolgo tutte le riflessioni sulle mie esperienze e le informazioni sulla loro possibile razionalizzazione in un testo che ho intitolato Vanghelion : Appunti scientifici per bambini senza guida, di oltre 200 pagine, disponibile gratuitamente sul mio MySpace, come similitudine tra la bibbia cristiana, o qualsiasi testo religioso, e il personale diario in cui si riflette da soli per capire la vita, di qualcuno che vuole farsi da solo le proprie credenze e preghiere, che vanno a modificare se stesso nel profondo, nel buio di quando si chiudono gli occhi, dal pensiero al corpo, e quel qualcuno è il personaggio astratto, intravisto nelle mie immagini, che ho creato sulla base di me stesso : Prince / Anghelion. Infatti il vanghelion lo trovate incompleto e pieno di errori, perché è come un diario formato dalle esperienze della vita, che sono casuali, perché non seguono le conseguenze logiche della ragione umana, lo correggo giorno dopo giorno, in base a nuove esperienze che confutano vecchie deduzioni e verità. Rimarrà gratuito, perché il mio merito è solo quello di mettere insieme informazioni e tradurle in una mitologia visiva fatta di principi, principesse e regine. Si può dire che somiglia a un saggio/manuale. A livello personale è crearmi piacere attraverso molteplici situazioni : 1. La gestione dei miei stati d'animo. Incanalare la mia energia reattiva alle situazioni della mia vita producendo un'opera attraverso queste regole, permettendo di dominare indirettamente miei stati interiori, esprimendoli in qualcosa di non pericoloso, qualcosa di distaccato, rinchiuso in un mezzo. è una vocazione, che consiste nella continua ricerca di un equilibrio interiore che non potrà mai essere statico e stabile. Dunque, il primo scopo della mia creatività a cui do forma è terapeutico, per me e per i fruitori. Tutti vivono esperienze e hanno delle reazioni per queste esperienze. Io ho deciso di trasformare le mie reazioni in qualcosa di percepibile e comprensibile. Risolve molte mie sofferenze, vedere una situazione, un fatto, una caratteristica che mi ha provocato sofferenza, o piacere che poi ha portato a dipendenza, visualizzata su un supporto esterno alla mia memoria, distaccata dalla mia mente e dalla mia storia. Mi fa sentire un osservatore esterno e quindi non coinvolto da quella sofferenza. Perciò non è pertinente chiedermi "qual'é la foto che ti rappresenta di più?". Perché tutte le mie foto rappresentano esperienze diverse non separabili, e nessuna più importante dell'altra. Perché io non sono una persona delineata, uguale a se stessa nel tempo e permanente. Ho una personalità diversa per ogni situazione. Attraverso la visione e la contemplazione dell'aspetto. Adoro il corpo femminile, e adoro sapere che non mi eccito, non ho bisogno di toccare, baciare, penetrare, se non voglio, e che una ragazza non ha dominio sulla mia volontà col suo aspetto, se decido di non permetterglielo tenendo presente che è lei ad avere vantaggi e non io. Perché non posso possedere la sua bellezza. Praticare queste attività può indurmi all’analisi di ciò che può attrarmi, condizionarmi, rovinarmi, o migliorarmi attraverso la visione di qualcosa che sintetizza gli elementi fondamentali di ciò che scatena in me delle emozioni affettive e sessuali. E alla comprensione di come agire su ciò che origina le mie sensazioni per controllarle indirettamente. Riflettere sui processi che producono la sofferenza affettiva, relativamente all’innamoramento, esteriore, di una sensualità o di una dolcezza, o conseguente all’immaginazione di qualcuno che non si vive realmente. COME USO IL WEB Uso il web per mostrate tutte queste attività, ricevere opinioni, scartando quelle che ritengo inutili, e pubblicizzando i miei progetti creativi e la mia professione. è semplice. Io pensavo fosse semplice capirlo anche senza che io lo spiegassi esplicitamente. Cerco sempre di entrare in chat con i contatti nel mio space. Molti infatti, pur non sapendo nulla di me pensano a priori che io non rivolgerò mai nessuna parola a loro. E che li aggiungo solo per vantarmi del numero di contatti. Anzi, credo che dedico troppo tempo alla comunicazione con le persone nel web. Anche perché la mia intenzione è parlare dei miei lavori, o delle cose della vita inerenti ai miei lavori. Se poi capita che quel giorno, o in quel momento c'è qualcos'altro di cui si vuole parlare. Un forte dolore, o una forte gioia, mi piace ascoltare, e condividere anche le mie. Ma spesso le persone mi prendono come punto di riferimento. Cercandomi a qualsiasi ora del giorno e della notte anche al cellulare. E di tutto si parla tranne che dei miei lavori. Anzi, capita che ad alcune persone facciano schifo e provino odio nei confronti di quello che faccio, ma vogliano comunque condividersi con me, e io non possa mai parlare dei miei lavori. Situazioni che ritengo strane e non piacevoli. Molte persone nel web mi scrivono dicendo che ho fatto in modo di risollevarle con ciò che ho scritto, di aiutarle a trovare soluzioni nuove, o di chiarire formalmente ciò che avevano già intuito, o di farle innamorare delle persone che ho fotografato (cosa che non vorrei, dato che non auguro a nessuno di innamorarsi), questo mi fa sentire utile. In più mi piace confrontarmi, e conoscere le storie altrui per ampliare la mia visione di ciò che accade nella vita. Una volta, Filippo Timi, mi scrisse, dicendomi : dimmi di più. non capisco cosa fai di preciso. così come tante altre persone non riesco a capire se stai pubblicizzando qualcosa, se sei un fotografo, se sei un grafico. In tutte queste persone vedevo un desiderio di definirmi in uno o più aggettivi. Nel mio space inserisco tre tipi di produzioni diverse. Non vedo perché fare questo debba disorientare e adirare. Neytiquette : Rapporto tra me e i fruitori dei miei lavori: Invito le persone che vengono in contatto con me di rispettare il mio concetto di relazione interpersonale via internet. Mi piacerebbe che le persone smettessero di dirmi "ho solo detto la mia opinione!" una volta che io li contraddico. Perché anche io "ho solo detto la mia opinione!" una volta che ho risposto loro. Ma è palese e privo di utilità dirlo. E poi lo si dice spesso per dirmi di non continuare a parlare. Ho fatto una lista di tutti i messaggi inviatemi per fottermi la mente, consapevolmente o no, e ho risposto a ognuno. è venuto fuori un testo troppo lungo da inserire in questo poste. Allora ho raccolto le note in un pdf, e ogni volta che riceverò un messaggio che vuole fottere la mia mente rimanderò a tali note. Testimonianze di chi ha fruito il progetto PsyquésofiA 22/12/2010 "Ciao, una mia cara amica mi ha inviato la storia evolutiva del povero principe in messaggero, e mi ci rispecchio benissimo, siamo molto simili noi 2 , grazie di aver composto quelle cose. È il pensiero più bello che ho letto in tutta la mia esistenza, grazie davvero mi sta dando molta forza per andare avanti." 21/12/2010 "Ho letto tutto mi sono sentita tanto coinvolta, mi sono sentitata te.... mi rispecchiavo un po' in tutto quello che dicevi di provare. e la frase che mi ha colpita di più è stata: "Ma sapevo che quest'esperienza del dolore per la delusione mi aveva fatto perdere la verginità del mio cuore, che era l'aspettativa irreale di un amore incondizionato e permanente." ho pianto tanto leggendo, anche nella parte in cui il principe gliela leccava alla regina, e piangeva pensando alla principessa.... pensando all'affetto perso...e anche quando si chiedeva il perchè tra simili ci si comprenda ma non per questo ci si ama. Ci sono tantissime persone come me, come te, più sensibili e spesso il destino le fa incontrare... io poi la maggior parte di queste le ho conosciute grazie a internet. Poi ho letto il vanghelion e purtroppo trovo ancora difficoltà a capirlo, però penso che sia un po' il mezzo per arrivare alla perfezione, forse. Io mi chiedo però e mi dico a me stessa... io non potrei agire come ha agito la falsa principessasperanzaMagica. non potrei promettere l' eterno perché per principio credo che l' eterno non esiste. ma non ho mai detto un "mi dispiace" per chiudere, non ho mai risposto in quel modo, sono sempre stati gli altri ad abbandonarmi, sentendosi inferiori a me... non ero solo io il problema. Io se non amassi più qualcuno, sarei capace giustificare quell'assenza di amore, sarei capace di dare delle risposte. Non riesco a spiegarmi e non so accettare come un legame vero e profondo di amicizia e di amore possa cambiare all'improvviso. Io mi sono ritrovata nel vivere in un' immagine impressa nei ricordi e a proiettarla sulla realtà come il principe. ma è impossibile che da questo modo di vedere la realtà tu sia passato subito a capire di vedere le cose come stanno seriamente. pure io lo vedo. quelli che tu dici che fanno "allenamento" secondo me non la vedono, perchè è un dono che pochi hanno e pochi hanno in parte probabilmente... un' arma a doppio taglio. quelli per me non fanno "allenamento" quelli sono 8 su 10 ignoranti, stupidi e quindi felici. i restanti 2 riescono a godersi la vita senza porsi troppe domande, senza pensare troppo e senza autodistruggersi come faccio io, come hai fatto tu e come hanno fatto altre persone simili che conosco. Il punto è che tutto quello che hai scritto è verissimo. TUTTE le persone che hanno questi problemi in comune non hanno un buon rapporto con i genitori, hanno avuto problemi gravi in passato, separazioni ecc. Ma quindi a chi dare la colpa, a loro? anche loro sono umani. Non so se considerare questo fatto come una disgrazia o come una fortuna.... quando sto davvero male oltre a sentirmi tutte le senzazioni da te descritte, ho più ispirazione a fare tutto. Disegnare, scrivere... e ho un terribile bisogno di ballare e cantare (cosa che non posso fare purtroppo) tu dirai che posso farlo almeno un po' che ne so in casa, in disco... ma non è che mi appaga. mi appagano i video, molto anche se non sono perfetti... anche se non so cantare anche se so fare soltanto la voce da cristina d' avena e ballo come una deficiente, eppure io sto bene. forse saprei come stare bene sola, ma non mi è concesso purtroppo. tu stai bene con le foto, ne sono sicura e per non ferire potresti non farle.... io trovo sbagliato questo. ogni volta che mi è stato chiesto di non fare qualcosa (video per esempio) ho sempre lasciato, forse non ci tenevo... ma chi non sa accettarmi così non ha il mio amore quindi non è stato difficile distaccarsi. Quindi devo essere felice di stare male? perchè mi porta all' ispirazione e voglia di reagire più forte? tante volte sono disperata come in quegli stati che hai descritto, la maggior parte, ma nei casi più gravi come oggi... non so, mi ripiglio. ma mi ripiglio senza un vero e proprio motivo, mi ripiglio con la speranza di trovare un ambiente come dici tu migliore. ma le speranze hanno servito solo a fare del male, quindi? anche io ho invidiato quelli che facevano allenamento. li vedevo così felici... e ogni volta che mi dicevano che dovevo rilanciare altre volte i dadi... non mi interessava perchè sapevo sarebbe andata a finire sempre nello stesso modo. tranne una volta, questa volta. non credo nel "per sempre" e nel mettere su famiglia, sono valori che non ho... perchè non li ho mai visti da sempre. infatti per questo non provo desiderio di sposarmi e non ho molto senso materno... odio i bambini. per questo non voglio farne e voglio adottarne se un giorno mi sentirò pronta a dare il mio amore materno a dei figli. perchè mettere a questo mondo orribile e crudele altre persone destinare a soffrire... anche quelli che fanno allenamento soffrono e muoiono, solo in modo diverso. ma da una persona come me nascerebbe soltanto un altra persona insofferente come me. perchè non dare una vita migliore a chi è nato senza colpe che non ha colpe per essere nato in quelle situazioni... perchè non pensare a quei bambini prima di tutto? io non sarei una buona madre. il fatto è che io... io con chi non amo posso essere una regina, penso che dalle descrizioni sono un conflitto tra una principessa e una regina... ma non potrei mai essere una lady. penso che potrei essere o nero o bianco... io mi chiedo tante volte se trovassi davvero qualcuno che come me sogna di poter trovare qualcuno che ha lo stesso bisogno... che non devo essere sempre io infine a essere schiava dei miei sentimenti.... io ormai ho preso il brutto vizio forse di preferire SEMPRE IN OGNI CASO stare con la persona amata, a qualsiasi altra cosa. tempo fa, quando avevo anche io una migliore amica anche se lei non mi considerava tale, non lo pensavo affatto.... poi ho visto che lei stessa mi ha abbandonata per stare con la SUA persona amata e ho pensato che infine TUTTI fanno così perchè è naturale. Odio sentirmi dire un "mi dispiace ma BLA BLA BLA" le responsabilità di quello che si fa sono proprie OK ma se fai qualcosa alla persona amata... non è che dici soffri tu non io. NON E' CHE SE NON LA AMI PIU' SEI GIUSTIFICATO. io nn ho mai smesso di amare nessuno in questo modo. ora realizzo di aver inseguito per 2 anni ciascuno due amori platonici che non mi hanno dato altro che illusioni. uno della persona completamente sbagliata per me, e uno di una persona troppo presa da altro per accorgersi di me, ora ho vissuto e penso di avere amato qualcuno che inizialmente, mi sentivo male a non amare. ma li era l' inizio e non gli dicevo mi dispiace... gli dicevo perchè non lo amavo. quindi se sono davvero una principessa forse troverò un principe esattamente come? o forse non sono davvero una principessa. forse dovrei essere io a diventare il principe. perchè ho notato che le persone fanno prima a dimenticare quello che hanno dato che quello che hanno ricevuto. quindi se fossi io a fare il principe...sarebbe diverso. io diventerò una persona migliore. forse c'è un principe come me che ha bisogno di una persona come me.... per colpa di tutto questo perchè negarglielo se questa persona c'è.. è che non c'è la siccurezza quindi per prevenire bisogna o essere prudenti o evitare di essere alla ricerca del principe. io ho sempre cercato di essere prudente... sento di avere un peso enorme sulle spalle.. quello di avere perso la magia di ogni cosa e di non aver fatto nessuna esperienza veramente bella con nessuno. nemmeno un amore finito male ma solamente con ricordi che posso davvero dire belli... almeno "l' ho fatto con chi amavo e con chi mi amava" almeno in quel momento, in quel ricordo. Io non ho nemmeno quello. Io ho baciato per la prima volta uno che non amavo e non mi piaceva... poi ho fatto soltanto brutte esperienze e ogni prima esperienza è stata brutta tranne forse qualcosa, ma forse. quindi neanche ricordi belli di efussioni posso avere. nemmeno quelli... devo perdere la speranza? devo continuare ad essere debole e ad avere la forza di combattere? io involontariamente senza saperlo poco tempo fa ho fatto lo stesso ragionamento che fa il principe-speranzoso. quelli che fanno allenamento non subiscono tutto il dolore che provoca debolezza a me... se io lo sto sopportando nonostante lamentele e sto tirando avanti, sono più forte di loro quindi anche se sono debole, sono io la più forte. in ogni caso, davvero tanto bello. me lo salvo sul pc. oggi mi sono sentita gli occhi lacrimare varie volte al solo pensiero che c'era qualcuno che si è commosso a sentirmi piangere.... mi sono sentita un po' come una scena di v for vendetta.... mah, continuo a ripristinarmi, non so bene per quale motivo...ma ho una forza più forte della mia debolezza che mi dice di farlo. per combattere e non arrendermi mai di fronte a nulla. continuerò sempre a dirti grazie perchè nella tua sfortuna di essere e aver provato sofferenze simili almeno puoi aiutare chi ha provato le stesse cose.... ciao" 2/09/2010 "credo di aver compreso meglio tutto quello che non potevo nemmeno lontanamente immaginare...........io ti seguivo solo tramite le foto a dire il vero...........non mi ero mai andata a leggere i ritratti psicologici delle categorie dei soggetti. Devo dire che mi hanno colpita, poi vbb io sono particolarmente affascinata da tutto ciò che è psiche, sensi, istinti, emozioni.........è una parte del mondo che mi attira non idifferentemente. E' un'ora buona che mi chiudo a leggere le descrizioni e le storie dei personaggi....... ed è bello che tu abbia creato questa sorta di dimensione amplificata delle emozioni x esprimere il tuo ego e quello che provi. E' un tipo di fotografia della quale non avevo mai nemmeno sospettato l'esistenza........in un certo senso tu tendi a dare una spiegazione ed a razionalizzare sentimenti e sensazioni positivi e negativi che siano....mal nel farlo è come se gia mettessi in conto che non è possibile farlo poichè ciò che l'istinto ci ispira è nel suo profondo indominabile........e combatterlo nn servirà mai a nulla......possiamo solo esternarlo, ritrarlo....e godere del suo fascino individuale benefico o malefico che sia. Non avevo mai letto i tuoi lavori in questa chiave......e sicuramente nella mia visione avrò toppato qualcosa (lo metto in conto) visto che a quanto pare questa dimensione emozionale è alquanto vasta e complessa....... Ma sinceramente non mi identifico per niente col ruolo della queen nolove........forse mi piacerebbe da una parte poter essere così, vorrebbe dire che non soffrei di certo per amore......mi limiterei esclusivamente ad appagare continuamente il mio ego.....i miei piaceri, tratterei gli uomini come giocattoli dei miei desideri proibiti.... è una visione molto libera.......ma limitata nella sua libertà dall'assenza del sentimento d'amore vero.......ed io mio malgrado sono un'eterna sognatrice romantica, anche volendolo non riuscirei mai a riproporre quegli sguardi ammiccanti, quelle pose provocanti......che invitano come ad un'automercificazione del proprio corpo. Non è una critica ai nudi, affatto.......non ho nulla contro i nudi (eccetto il fatto k nn avendo mai posato prima, farlo la prima volta da nuda x me potrebbe essere alquanto traumaticoXD...ma questo è un mio limite) e non penso affatto che tu sia un mercificatore di corpi femminili haha ci mancherebbe.....penso solo che hai inventato un personaggio molto profondo, realistico ed interessante nelle sue componenti psichiche......peccato non faccia per me:( Le tue foto insegnano credimi.......solo un cieco o un superficiale e tradizionalista potrebbe guardarle e giudicarle semplicemente "volgari" o "oscene"........Forse la maggior parte.......ma finchè ci sarà anche una piccola parte per la quale vale la pena lottare e trasmettere noi stessi non sarà inutile. Oggi forse ho imparato un nuovo modo di concepire l'espressione fotografica in se.....e sicuramente mi è servito x ampliare le mie vedute.......e perciò ti ringrazio." 10/05/2010 "conosco da un pò di tempo la tua attività di fotografo, ma non avevo visto mai il tuo myspace, congratulazioni, il fenomeno p (principessa) esiste, davvero, mentre leggevo tutto ciò che esso comporta mi ci sono ritrovato, ho provato esattamente tutto ciò che descrivi per la persona che di più ho amato in vita mia, se può essere chiamato amore, o meglio ossessione... congratulazioni ancora, so che magari hai molte persone che ti scrivono complimenti e cose,ma lo faccio uguale,perchè l'apprezzamento conta " Il costo energetico: Come tutte le cose che si fanno nella vita quotidiana. Invece che prendere drink nei locali, guardare la tv (che non possiedo più dal 2006 anni) fumare canne in compagnia, ho bisogno di soddisfarmi riuscendo a trasformare i miei sentimenti, emozioni in qualcosa di visibile, apprezzabile, comprensibile, e per qualcuno utile. Questa attività a differenza delle precedenti è anche più costosa, in molti sensi. A livello economico, le attrezzature, gli abiti, il make-up, le location, la manutenzione. A livello di relazioni con le persone, ho dovuto imparare a non farmi fottere la mente, perché alle persone piace il fatto che io stia ad ascoltarle, e che risponda a tutti i messaggi, e quando non lo faccio perché ho anche altro da fare tentano di punirmi in modo che io senta il bisogno di tornare ad ascoltarle per togliermi il senso di colpa. l'invidia, l'emarginazione per esposizioni fuori dalla norma, la messa in discussione della propria moralità. E vorrei farlo per puro piacere personale, il che significa non preoccuparmi della società, ma non potrei permettermi di farlo. Servono soldi e un minimo di reputazione. Dunque la mia intenzione è di colmare con l'aiuto delle persone con le quali collaboro, e con chi ne fruisce, le impossibilità che ho per produrre certe creazioni visive, in cambio del mio lavoro. Prince / Anghelion Un rettangolo più allungato rispetto al formato fotografico per la regina, per dare una sensazione di dinamismo, e cambiamento, instabilità, libertà, insicurezza. Poiché la regina è una volontà egoistica e non da nessuna sicurezza al principe bambino.Inoltre un rettangolo orizzontale molto allungato stile cinema, da un senso di narrazione. E la regina appunto essendo cambiamento è storia. Dall'illusione della principessa, all'illusione della regina, all'insegnamento della lady, all'amore disinteressato con i principi dello stesso sesso. Ispirato da una frase nel film fight club "siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne. un'altra donna non è quello di cui abbiamo bisogno!" ho marcato la personalità fatta di amore solidale-empatico e non sessuale, che il principe acquisisce dopo tutte le sue esperienze. Non mostra amore per ottenere qualcosa in cambio come una transazione commerciale, un cambiamento di concetto, e una rivendicazioni dei diritti maschili. La donna da schiava ha lottato per la parità dei sessi nell'ultimo secolo, oggi c'è la disparità nei confronti dell'uomo. La donna, centro dell'immaginario, viene privilegiata in tutte le attività ludiche, e scelta nella maggior parte delle attività lavorative prevalentemente per la sua immagine. Non è una sensibilizzazione alle relazioni omosessuali, nonostante sia a favore di una certa sensibilizzazione, e può essere letto anche in questo senso. Ma è una espressione di un mio stato d'animo rispetto a miriadi di situazioni vissute con le donne, che mi hanno talmente stancato da voler dire in modo astratto, ora passo ad altro. Una metafora. Comprensibile soprattutto da chi mi conosce, poichè sono etero, e non avrei nessun interesse baciare un altro uomo con la lingua. Infatti il bacio è puramente provocativo, perché lo trovo necessario nel mio paese e nella mia epoca storica. Il significato reale è il contesto. Dunque non m’interessa, in questo tipo di foto, rappresentare dettagliatamente la personalità del soggetto, è più importante l’immagine che ne viene fuori. Il soggetto è un collaboratore/trice alla realizzazione dell’immagine. per arrivare al cuore della maggior parte delle persone competo con ciò che attira loro l’attenzione, e dunque compio una ricerca per venire a conoscenza di cosa compone ciò che attira l’attenzione delle persone. La scelta dei soggetti è molto soggettiva, nonostante io tenga conto dei canoni estetici dominanti, soprattutto per le principesse, poiché deve essere facilmente comprensibile che sono idealizzazioni perfette. Altezza, magrezza, simmetria, pelle liscia. Con le queen invece mi permetto di mostrare smagliature, lividi, occhiaie, seni piccoli, e poca altezza. Nonostante ciò la bellezza estetica che possono provarne è ugualmente intensa. I bisogni rimangono uguali in ogni cultura, e al primo posto la paura di perdere tutto, e quindi il bisogno di sicurezza. Per quanto riguarda i desideri che sono le motivazioni per cui esistono le culture, non esistono desideri di massa nella nostra epoca, ma tanti piccoli gruppi che condividono desideri privati, e mi rivolgo particolarmente al web. Desideri di sensazioni forti, provocate dai videogame, droghe leggere e pesanti, alcol, sesso, tv, sport. Siccome la cultura è formata e condizionata dall’economia, che è il mezzo che prima di tutti arriva alle persone cambiano la loro idea su cosa è la felicità, utilizzo le tecniche dell’industria culturale che ho imparato nei miei studi da professionista della pubblicità per veicolare qualcosa di creativo e personale, che spesso è opposto ai valori individualisti e capitalistici della cultura dominante. La mia estetica si rifà molto agli anni '70 '80, e all’estetica dei videoclip musicali o dei booklet degli album di band come i The Cure, i Cocteau Twins, ma anche gliEnigma, e i Prodigy di un'epoca successiva. Hanno tutte a che fare con la mia evoluzione affettiva poiché sono derivati dalla vicinanza coni miei fratellastri, soprattutto il mio fratellastro maschio, quando faceva il dj e mi permetteva di ascoltare certe sonorità nella sua camera piena zeppa di poster dei Cure, Madonna, Depeche Mode, il corvo. Ogni volta che entravo lì legavo musica e immagini, ed era andare in un altro mondo, forse un mondo che potevo comprendere e dominare, quindi migliore di quello reale che vivevo, ed è così che si è formato il mio gusto. La mia sorrellastra mi ha dato la passione per le parole, studiava lingue e mi correggeva sempre tentando di farmi capire il significato di ogni parola. Così l'unione di musica, immagini e parole la devo a loro. L’interesse per la scienza e la logica spiegata da Piergiorgio Odifreddi che ho conosciuto durante gli studi di filosofia a Bologna. La filosofia buddhista. A scrittori come Chuck Palahniuk e psicologi come Giulio Cesare Giacobbe, col quale ho intrapreso la psicoterapia evolutiva e cominciato la ricerca estetica della mia personalità cibernetica PrinceAnghelion. Una personalità che unisce elementi apparentemente opposti, che riflette il mondo attuale, il quale si muove per associazioni, e frammenta la propria natura in molte personalità diverse descritte ed esposte in social network diversi fotografia, grafica, musica, scrittura, video, performance, in modo che i fruitori del web possano scegliere solo ciò che vogliono, come al supermercato. Ma l'artista che ho preso più di tutti come modello è Michael Cretu, fondatore degli Enigma, e il mio progetto non è assolutamente quello di fare soltanto foto, e spero che un giorno potrete sapere qual'é. Lista delle mie canzoni preferite: cocteau twins is the cure for this enigma La musica, come tanti miei coetanei, ma non così tanti come io desideravo, mi ha profondamente cambiato. Ha cambiato le mie giornate. Le ha condizionate. A volte negativamente, a volte positivamente. Queste sono alcune canzoni preferite che hanno influito sul mio lavoro. Ho tentato di metterle in ordine di importanza per me, o meglio, di piacere. Ma poi ho visto che alcune avevano lo stesso valore, anche se fondamentalmente diverse. Perciò non ci sono rimasto troppo tempo sopra a ordinare la lista. Underwater – Elisabeth Fraser + Moses (Spaceland remix) – Elisabeth Fraser + Summerhead – Cocteau Twins + Trust - The Cure + Treasure hiding - Cocteau Twins + Hurt - Johhny Cash + Right where it belongs - Nine Inch Nails + Soot and stars - Smashing Pumpkins + Another Day - This mortal coil feat. Elizabeth Frazer + Hurt - Nine Inch Nails + Hope there's someone - Anthony and the Jhonson + Paul's song - Bullet + Mad world - Gary Jules + Le comptine d'un autre eté, l'apres midì – Yann Tiersenn– Alice – Cocteau Twins + Round – Cocteau Twins + Stand inside your love Smashing Pumpkins + La puerta del cielo – Enigma + The Same parents – Enigma + Beyond the invisible – Enigma + Why – Enigma + Gravity of love – Enigma + Push the limits – Enigma + Sadness – Enigma + The same parents – Enigma + T.N.T. for the brain – Enigma + Shadows in silence – Enigma + Almost full moon – Enigma + Traces (light and weight) – Enigma + sitting on the moon - Enigma + Lovesong – The Cure + Cherry Coloured-Funk – Cocteau Twins + Close your eyes – Chemical Brothers + Playground love - Air + This love - Craig Armstrong & Elizabeth Frazer + I'll take the rain – R.E.M. + A boy I never knew – The Cure + Lost – The Cure + Going nowhere – The cure + Plainsong – The Cure + A thousand hours + Bloodflowers – The Cure + A boy I never knew – The Cure + Disintegration – The Cure + How beautiful you are – The Cure + Johnny Cash - The mearcy seat (cover) + I see the darkness – Johhny Cash – One – Johnny Cash (cover) - The man comes around – Johnny Cash + If you could read my mind – Johnny Cash + Solitary man – Johnny Cash + Hung my head – Johnny Cash + Apart – The Cure + A night like this – The Cure + All I want – The Cure + Lullaby – The cure + Serpentskirt – Cocteau Twins + Underneath the stars – The Cure + Purr la perla – Violet Indiana + Killer eyes + Love – john lennon + Magic - Ben Folds Five + What sound - Lamb + Siouxsie & the Banshees - Happy house + Love will tear us apart - Susanne and the magical Orchestra + Winter - Tori Amos (to Lucia)+ Transmit liberation – Single cell orchestra + Sad eyes - Bruce Spreengsteen + La ritournelle Sebastien Teller + The mercy seat - Johnny Cash + Eden - Hooverphonic + I grieve - Peter Gabriel + Weeping rock, rock - Mùm + Wear your seat belt - Cliff Martinez + Another day – This mortal coil (with Fraser)+ Alone in kyoto - Air + The heart asks pleasure first the promise - Michael Nyman + Love song for my mom - Moby + Massman - Philip Glass + Karma police - Radiohead + Under the milky way - The Church + Unfinished simpathy - Massive Attack + Roads - Portishead + At least we tried - Moby + She makes me wanna die - Tricky + Dust in the wind - Kansas + The car chase – A beautiful mind - Wonderwall - Oasis + Mr.Jones - Counting Crows + Placebo - Running up that hill (cover) + Andarsene così - Baustelle + Fast car – Tracy Chapman + Day to end - Dark Tranquillity + Hyper-ballad - Bjork + Your blue room - U2 + Heartbeats - José González + Wonderwall - Cat Power + One of these morning - Moby + Streets of philadelphia - Bruce Spreengsteen + The sound of silence - Simon&Garfunkel + Solitary man - Johnny Cash + Annarella - CCCP + The drugs don't work - The Verve + Wicked games - Chris Isaac + Beautiful friend - The Cranes + Human interest - Hooverphonic + Sacrifice - Sinead O'Connor + Smoke - Natalie Imbruglia + Fade to black - Metallica + Letting the cable sleep - Bush + Everything zen - Bush + Struggle for pleasure - Soft Verdict + High hopes - Pink Floyd + Angelene - P.J. Harvey + If you could read my mind - Johnny Cash + The chemical between us - Bush + Green grass of tunnel Mùm + Bring it on - Nick Cave + Lamb of god - Marylin Manson + Decades - Joy Division + The hungry ghost – The Cure + Pain in any language – Apollo 440 + Amatevi – Agricantus + Follow the map – Mono + Secret Stair part 1 - Mike Paradinas + Swimming horses - Siouxsie and the Banshees + The last day on heart - Marylin Manson + How to fight loneliness - Wilco + I was hoping – Alanis Morisette + Carmina Burana "Oh fortuna" - Carl Orff + Dies irae - Giuseppe Verdi + No good (start the dance) – Eternal – Nacho Sotomayor + Silent spring – Massive Attack (with Fraser) + Age of love – Sven Vath + Swords – Leftfield + Prodigy + No fate - Dj Tiesto - Iron Man – Black Sabbath + Your favourite toy – Michael Cretu + The power from the planet X – Afrika bambaataa – Break&Enter – The Prodigy – Warrior dance – Prodigy – Thunder – Prodigy – The kill – Dresden dolls All'inizio di questo percorso Robert Flower mi è stato molto amico e mi ha dato qualche consiglio/informazione. L'influenza dovuta alla continua visione delle sue foto mi ha aiutato a trovare lo stile per le principesse, laccato, che calca il fashion, il beauty. Con gli altri fotografi non ho avuto bei rapporti. Soprattutto perché controllavano periodicamente gli aggiornamenti delle mie foto senza dire niente, e improvvisamente comparivano foto ugali nelle loro gallerie. Soprattutto nella mia città natale, Terni. L'influenza dalla continua visione delle foto di Andrea Simoncini Gibson e Danilo Pasquali mi hanno aiutato a delineare uno stile efficace per le regine. Nell'iperrealismo e l'estrema cura del dettaglio con Andrea, e nella esplicita esposizione dei fatti, tradotta nella mia poetica nella provocazione e nella forzatura delle difese psicologiche di chi ha paura dell'assenza di affetto, cioè il mio personaggio infantile, il principe, in Danilo. Per quanto riguarda le collaborazioni dei soggetti, ho dovuto accettare delle verità che facevo fatica ad accettare: 1. se le foto sono per arte devo pagare con chi lavora con la sua immagine, devo passare tramite il suo manager, perchè non ha più il diritto di far foto per puro piacere, senza uno scopo economico, se sono per commercio potrebbero pagare loro, ma in verità dal loro punto di vista mi fanno un favore e quindi tutto gratis. 2. le foto che faccio con loro valgono in base a quanto si sentono fighe, tanté che non conta chi le fa, e possono rifarle cambiando qualcosa con altri fotografi. Dopo quattro anni non sono ancora riuscito ad accettare che funziona nel modo contrario in cui penso sia logico. Secondo la mia logica se è arte non paga nessuno il servizio, perché dovrebbe essere un piacere per entrambi, ma si pagano i materiali per ottenere il risultato. --------Progetti laterali: Dal 2007 anni porto avanti un progetto performativo. Un evento fotoaudioespressivo. Dreamdark for a princess. Il nome DreamdarK nasce dall’unione dei generi dream-pop e dark-rock che mi hanno formato e continuano a condizionare il mio modo di sentire gli eventi. Inoltre rimanda a una teoria psicologica secondo la quale certi traumi insuperabili possono essere superati attraverso l’immaginazione ripetuta di un evento positivo che sarebbe dovuto accadere in passato al posto di quello che ha causato il trauma, n modo che la ripetizione inganni il cervello e l’immaginazione diventi indistinguibile dal vero ricordo. A sostegno di ciò, certi esperimenti estetici sono ispirati a un film di David Lynch (strade perdute) nel quale un personaggio afferma che è legittimo ricordare il passato in modo diverso da come è realmente accaduto. Ci sono tanti motivi per cui faccio quello che faccio, e tanti altri per cui vorrei farlo in modo diverso. Uno dei motivi per cui lo faccio è che è così curioso e strano vedere le reazioni delle persone. Mi sorprende tantissimo, ricevere ogni sorta di messaggio, dalle persone più diverse. Mamme, fidanzati di soggetti fotografati, cugine, attori, cantanti, scrittori. Ognuno con qualcosa di diverso, e con un mondo diverso di verità diverse, che spesso non sono verità. Tutte queste reazioni a ciò che faccio spesso mi confermano di aver capito molte cose sulle abitudini mentali delle persone. --Al di là dei miei progetti per passione, studio e mi occupo di fotografia a livello commerciali in ambito di ritrattistica, fashion e band musicali. Riguardo alle foto che produco con la mia creatività, mi pongo alle persone con le quali vengo a contatto prima con un principio morale, e poi con un principio economico. L'aiuto per le spese. Il sostegno morale per la marea di aggressioni psicologiche volte a bloccare la mia attività. La gelosia di partner. L'invidia di conoscenti, amici e parenti.La repulsione morale. Il pregiudizio. Tutto questo con l'acquisto dei file digitali che vendo solo ai soggetti, o le stampe, o le t-shirt da me elaborate, o i libri di raccolta foto. Mi servono per sostenere questo mio progetto.