testi beato - Comune di Potenza
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testi beato - Comune di Potenza
La città pronta all’accoglienza “Voi concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). Le parole dell’Apostolo Paolo, rivolte ai cristiani di ogni tempo, acquistano un significato più vero per noi, mentre accogliamo in città le sacre spoglie del Beato Bonaventura da Potenza. Vivere nella stessa città in cui nacque il Beato, costituisce un richiamo forte per la Chiamata alla santità che il Signore, nella Sua infinita misericordia, rivolge a tutti. Essere familiari di Dio è una grazia inestimabile che comporta l’imitazione dell’Amore di Cristo ogni giorno. Venerare il corpo di un Beato significa, poi, credere che l’Amore “che move il sole e le altre stelle”, può diventare, come insegna il nostro Beato, vita quotidiana, nell’umiltà e nella semplicità del cuore. “Bisogna tornare ad amare ogni giorno”, scriveva nella sua ultima e-mail, Angelo Frammartino, il volontario ucciso a Gerusalemme. Una città, che si riconosce nel Beato Bonaventura, orienta quindi, tutte le istituzioni verso la pace, la giustizia e la solidarietà. Essa pone termine all’antica difesa dei privilegi di pochi, ricchi o potenti, per dedicarsi totalmente, alla promozione della dignità, che ha sempre contrassegnato il popolo lucano. L’inizio del nuovo percorso sarà, certamente, la difesa del diritto alla vita per i più poveri e la costruzione assidua del diritto al futuro per le famiglie e per i giovani. L’Arcivescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo La devozione di Potenza capoluogo da 200 anni Il popolo potentino è orgoglioso di celebrare il ritorno delle sacre spoglie del beato Bonaventura nella città che Gli diede i natali. Nell’anno che segna il Bicentenario di Potenza capoluogo di Basilicata, con questo evento che coniuga religione e cultura, la città vuole manifestare il proprio attaccamento e la propria devozione al suo Santo figlio. Tutta la vita del Beato è stata contraddistinta dall’amore gratuito e totale verso il prossimo, amore che può e deve essere l’esempio al quale tutti dobbiamo tendere. Auspichiamo che la fede e l’entusiasmo dell’intera città siano di buon auspicio per una rapida e positiva chiusura del processo di canonizzazione. Il Sindaco, Vito Santarsiero Dopo 44 anni l’evento si ripete Fra' Bonaventura da Potenza, al secolo Carlo Antonio Gerardo Lavanca, nato a Potenza e battezzato nella Cattedrale della città, dopo una vita tutta spesa nell'area della costiera amalfitana a servizio di Dio e dei fratelli, logorato dalle fatiche, chiudeva gli occhi a questa vita nel convento francescano di Ravello il 26 ottobre 1711. Sessantaquattro anni dopo, Pio VI ne proclamava la beatificazione in S. Pietro, il 26 novembre 1775. Partito giovane da Potenza per andare in convento, non vi aveva fatto mai più ritorno. Solo nel 1962 Potenza lo rivedrà, accogliendone solennemente in cattedrale le spoglie mortali. Il vescovo monsignor Bertazzoni volle, e riuscì a ottenere, che dal 2 al 9 settembre 1962 la venerata reliquia, pellegrina in terra lucana, fosse esposta nella cattedrale di S. Gerardo, dove il Beato era stato battezzato il 4 gennaio 1651. L'evento vide avvicendarsi, nella venerazione della reliquia del santo concittadino e nell'accoglienza della Parola di Dio e dei sacramenti, una commovente folla di pellegrini: fu per la città e diocesi un vero "corso di esercizi spirituali" in preparazione spirituale alla imminente celebrazione del Concilio Vaticano II che fu aperto a Roma il 12 ottobre di quello stesso anno e al quale monsignor Bertazzoni partecipò come Padre Conciliare. Oggi la tomba del Beato, nella chiesa conventuale di S. Francesco affacciata su Ravello sull'incantevole golfo di Amalfi, è meta del devoto pellegrinaggio del popolo potentino che vi si reca ogni anno col Sindaco a offrire l'olio che alimenta perennemente la lampada votiva sulla tomba del santo concittadino. Dopo 44 anni, le sacre spoglie del Beato tornano a Potenza. L'augurio è che questo evento risvegli la fede e rinnovi nella giustizia, nella legalità e nella solidarietà il volto cristiano del capoluogo. don Gerardo Messina Potenza e il suo figlio più illustre Lo storico potentino Emmanuele Viggiano nelle sue Memorie storiche della città di Potenza , pubblicate a Napoli nel 1805, dopo aver scritto degli uomini illustri della città: poeti, avvocati, scrittori, gentiluomini, così concludeva: “Or io alla fine reputo; che frai cennati Valentuomini luogo distinto aver debba un altro Potentino uomo, che le scienze, e i posti umani non curando, sua vita visse di celestiale dottrina sempre pascendosi. Fu questi Bonaventura Frate Conventuale nato nel 1651, il quale agognò alla Cristiana perfezione ed al difficile adempimento de' doveri tutti del suo Istituto; lo che il fece caro a Dio, ed agli uomini nel corso di sua vita mortale; e lo ha fatto indi degno della venerazione sugli altari”. E il Responsorio dedicato al Beato recita: “Per te Potenza cingesi di gloria e di decoro”. La nostra città ha sempre conservato la memoria e l'affetto per il suo cittadino Carlo Antonio Gerardo Lavanca, figlio di umili genitori: mastro Lelio di professione sarto e Caterina Pica. “Non fate nessun conto di me, - soleva dire fra' Bonaventura, - perché sono figlio di un povero cusitoriello. I miei parenti sono tutti poveri, e le mie nipoti si sono maritate con le elemosine dei buoni cristiani”. Testimonianze del suo culto sono date dagli appelli sacri dei vescovi potentini dell'ottocento, dal recupero della casa natale trasformata in cappella, realizzato da mons. Ignazio Monterisi, dalle iniziative promosse e sostenute dal Servo di Dio mons. Augusto Bertazzoni e, non ultima, dalla volontà di mons. Giuseppe Vairo d'intitolare la prima parrocchia al mondo al Beato Bonaventura da Potenza. Ed è qui doveroso non dimenticare il lavoro compiuto dai religiosi della chiesa di San Francesco e dalle sue fraternità del Terz'Ordine Francescano che hanno vivacizzato il culto al Beato a partire dagli anni '50, quando sotto la guida di padre Eugenio D'Acunti, si giunse ad istituire nel 1958 l'annuale offerta dell'olio che alimenta a Ravello la lampada dinanzi alle spoglie del Beato al cui nome, qui a Potenza, sono stati intitolati una scuola, una strada ed una piazza, oltre al vico in cui è la casa natale e che è stato anche teatro dell'episodio più raccapricciante dell'epica giornata del 18 agosto 1860 ed ha visto nascere gli artisti Antonio, Michele e Vincenzo Busciolano e il regista Giandomenico Giagni che titolò la sua prima raccolta di poesie proprio "Vico San Bonaventura al tramonto". Non è pertanto a caso, che nell'iscrizione sulla campana dedicata al Beato Bonaventura, posta nel 1956 sul campanile della cattedrale di San Gerardo si è voluto efficacemente consacrare il ricordo del "potentino più illustre" così: “Quando l'eco dei monti riecheggerà questi rintocchi, richiami ai fedeli del beato Bonaventura la sublimità delle vette, perché sappiano affrontare le difficoltà della vita. Cantino i Potentini con le armoniose corde del cuore la cara e indimenticabile memoria del loro concittadino, e preghino affinché egli conservi sempre la gente lucana integra nella vita e pura da ogni colpa”. Possano dunque, tutti i Potentini sparsi nel mondo, sull'esempio del nostro santo concittadino che consacrò la sua vita all'ubbidienza alla volontà di Dio e all'amore incondizionato al prossimo, essere dovunque testimoni dell'amore di Dio e operatori di carità verso i fratelli. Fernando Porcella Supplica al Beato Bonaventura O Beato Bonaventura, che nell'esercizio eroico di ogni virtù e specialmente dell'obbedienza, sapesti elevarti seraficamente fino a Dio e chinarti apostolicamente su ogni fratello indigente che incontrasti sul tuo terreno cammino, ascolta dal Cielo quanti anche oggi t'invocano con fede viva ed operante. Con quanta generosa premura corresti dietro ai traviati e ai peccatori, guidasti verso l'alto i fedeli e gli innocenti, soccorresti i poveri e i bisognosi, guaristi i sofferenti e gli infermi, incoraggiasti e consolasti quanti a te si avvicinarono per le loro molteplici necessità spirituali e materiali. Con quale abbondanza di grazie e di favori celesti Iddio ascoltò la tua preghiera, umile e pia, ma ardente e penetrante, per il tuo immenso amore a Gesù nell'Eucaristia e per la tua tenerezza filiale verso la Vergine Immacolata. Ora ecco che anche noi ci rivolgiamo a te e ti preghiamo di ottenerci dal Signore le grazie di cui abbiamo bisogno... Avvalora e vivifica con il tuo paterno amore e patrocinio le nostre ferventi suppliche; a te ci affidiamo completamente, mentre per la tua valida intercessione attendiamo, con ogni umiltà e fiducia, che Dio le accolga ed esaudisca. O Beato Bonaventura, ripeti oggi per noi il tuo sollecito intervento, affinché scossi, ammaestrati e consolati dai tuoi prodigi, noi sappiamo vivere con maggiore impegno e fedeltà i nostri doveri cristiani e con quanti ti conoscono possiamo ringraziare, benedire e glorificare il Signore, sempre misericordioso e mirabile, specialmente nelle opere benefiche dei suoi Santi. Amen. La Sua Parrocchia Il 28 ottobre 1986 il vescovo Vairo istituisce canonicamente la nuova parrocchia del Beato Bonaventura da Potenza nel rione Malvaccaro. Il 26 ottobre 1997, giorno della memoria liturgica del beato Bonaventura, il cardinale Roger Etchégaray, Presi-dente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, benedice la prima pietra, alla presenza dell'arcivescovo Appignanesi e dell’allora Ministro provinciale padre Francesco Nolè, oggi vescovo. Il 17 giugno 2000 il vescovo Appignanesi consacra la nuova chiesa dinanzi a una folla di potentini e residenti. Oggi la Parrocchia, unica in Italia a essere intitolata al Beato Bonaventura, è affidata a Padre Cosimo Antonino dei Frati Minori Conventuali. Preghiera alla Santissima Trinità per ottenere la canonizzazione del BEATO BONAVENTURA Santissima Trinità, noi Ti lodiamo Ti ringraziamo e Ti benediciamo per tanti doni e grazie concesse al Beato Bonavetura, Ti preghiamo di manifestare in Lui la potenza del Tuo amore e la grandezza della Tua misericordia, concedendoci la grazia della sua canonizzazione che tanto ardentemente Ti domandiamo Massime del Beato “Amiamo e temiamo Dio nostro padre non da servi, ma da figli” “Speriamo in Dio, fidiamo in Dio, Iddio provvederà” “Chi ha fede è onnipotente e ottiene da Dio ciò che vuole”