il teatro dei passi perduti

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il teatro dei passi perduti
Città di Chivasso
Assessorato alla Cultura
Associazione Culturale FORAVIA
il teatro dei passi perduti
stagione 2014 - XV edizione
Teatrino Civico
sabato 22 marzo 2014
Storie di Scorie
“il pericolo nucleare italiano: da Scanzano a Saluggia, da Caorso a Trino”
di e con Ulderico Pesce
Premio Legambiente 2005, Premio Franco Enriquez 2008, Premio Calandra 2008
sabato 29 marzo 2014
Assemblea Teatro
La bambina che raccontava i film
“il mito delle storie della scatola magica del cinema”
di Hernan Rivera Letelier
con Sonia Belforte, Pietro Del Vecchio e Valentina Virando
regia Lino Spadaro e Renzo Sicco
sabato 12 aprile 2014
SantiBrigantiTeatro
From Orlando to Santiago
“spettacolo-concerto sul cammino di Santiago de Compostela”
di e con Orlando Manfredi
musica dal vivo con Elvis. D’Elia, Stefano Micari, Andra Pacia Pagliardi e Duemanosinistra
con la collaborazione di Torino Spiritualità
sabato 24 maggio 2014
Teatro a Canone
Orazio – Vite Nude
“testimonianza danzata di un viaggio nella psichiatria italiana”
di e con Luca Vonella
Teatrino Civico di Chivasso – Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI :
Consorzio Formazione Canavese : 011/9113811
da lunedì a giovedì (ore 9 – 13 e ore 14 – 18) - venerdì (ore 9 – 13)
biglietti: intero Euro 12 – ridotto Euro 10 (soci Foravia, under 25, over 65)
inizio spettacoli : ore 21,00
il teatro dei passi perduti
stagione 2014 – XV edizione
Ulderico Pesce
sabato 22 marzo 2014
Storie di scorie
“il pericolo nucleare taliano: da Scanzano a Saluggia, da Caorso a Trino”
di e con Ulderico Pesce
Premio Legambiente 2005, Premio Franco Enriquez 2008, Premio Calandra 2008
“Storie di Scorie” racconta la vita di Nicola, figlio di un contadino del Metapontino,
in provincia di Matera, che per tutta la vita ha lavorato la terra. Nicola, invece, lavora come addetto
alle pulizie nel deposito nucleare della Trisaia di Rotondella, a due passi dalla masseria di famiglia
dove, negli anni ’60, arrivarono 84 barre di uranio radioattivo provenienti dagli USA delle quali,
64 sono ancora conservate nel deposito lucano, altre riprocessate, altre ancora sono stoccate nel
deposito nucleare della Casaccia a 25 chilometri a nord-est di Roma.
Nicola, avendo scoperto e denunciato incidenti ed illeciti da parte dell’Enea che gestisce il deposito,
viene licenziato. Senza lavoro, dopo un periodo di disperazione, si arruola nell’Esercito italiano e
viene portato nel Poligono sperimentale di Salto di Quirra in Sardegna dove, nei territori limitrofi,
le malattie tumorali sono aumentate in pochi anni del 15%.
Qui impara a “gestire” i proiettili all’uranio impoverito. Successivamente parte volontario per la
Bosnia dove respira polvere di uranio e si ammala. Tornato cerca un nuovo lavoro e viene assunto
come postino a tempo determinato a Saluggia, in provincia di Vercelli, la piccola casa che ha preso
in affitto, lungo le sponde della Dora Baltea, affaccia sul deposito nucleare del luogo.
A novembre del 2003 decide di tornare in Basilicata per partecipare alla protesta contro il decreto
314 emanato dal Governo, secondo il quale a Scanzano Jonico, a due passi dall’azienda agricola del
padre, dovrà nascere il deposito unico di scorie nucleari italiane.
Nicola sarà tra gli organizzatori della protesta contro il decreto e comincerà ad informare
la popolazione sul pericolo del deposito nucleare della Trisaia di Rotondella dove ha lavorato
per anni e nel contempo denuncerà la situazione di alto rischio in cui vivono oggi i depositi nucleari
di Saluggia (VC), della Casaccia di Roma, e le ex Centrali atomiche di Latina, del Garigliano (CE),
di Caorso (PC), di Trino (VC) e denuncerà infine l’elevata mortalità tra i soldati italiani
che sono stati in missioni di guerra tra i quali, secondo la Direzione della Sanità Militare,
si contano 2.500 ammalati e 216 morti.
il teatro dei passi perduti
stagione 2014 – XV edizione
Assemblea Teatro
sabato 29 marzo 2014
La bambina che raccontava i film
“il mito delle storie della scatola magica del cinema”
di Hernan Rivera Letelier
con Sonia Belforte, Pietro Del Vecchio e Valentina Virando
regia Lino Spadaro e Renzo Sicco
Visto che in casa il denaro andava a cavallo e noi a piedi, quando arrivava un film che a mio
padre sembrava bello, si mettevano insieme le monete a una a una, quanto bastava per un
biglietto, e mandavano me a vederlo. Poi, una volta tornata dal cinema, io dovevo raccontarlo
alla famiglia riunita al completo nel soggiorno.
Il Sud America ci ha insegnato, spesso, che realtà e fantasia hanno un confine davvero labile…
un filo che divide due mondi che spesso si mescolano. In un racconto si possono così incontrare
la storia centenaria di un paese nell’arido deserto, di una famiglia e delle sue avventure,
di rivoluzioni e di grandi sconfitte, e avere l’impressione di non capire bene se si tratti della verità
o di semplici parole.
Maria Margarita ha un dono, quello del raccontare, e la sua vita si snoda attraverso parole che
riportano alle miniere di salnitro come agli anni delle grandi star del cinema:
da Marilyn Monroe a José Alfredo Jiménez, re della musica e del cinema messicano.
Protagonista un’umanità variopinta, povera, ma mai arresa.
Una sola sala per le pellicole e un unico bazar: questo è il paese.
Ma in casa di Margarita non ci sono neppure i soldi per vedere gli spettacoli.
Così tra la durezza del quotidiano e l’immaginario dei film ecco nascere
il mito della “bambina che raccontava storie”,
almeno fino all’arrivo in paese di una nuova “scatola magica”.
Questo testo è un vero e proprio atto d’amore verso l’arte antica del raccontare e dell’ascoltare.
Parole desuete, in un mondo in cui social network e media mutano di mese in mese,
in cui le novità sono presto già “passate di moda”.
Il narrare torna protagonista e ricorda ciò che si è perso per strada…
la bellezza della parola e l’incredibile universo del cinema.
il teatro dei passi perduti
stagione 2014 – XV edizione
SantiBrigantiTeatro
sabato 12 aprile 2014
From Orlando to Santiago
“spettacolo-concerto sul cammino di Santiago de Compostela”
di e con Orlando Manfredi
musica dal vivo con Elvis D’Elia, Stefano Micari, Andrea Pacia Pagliardi e Duemanosinistra
con la collaborazione di Torino Spiritualità
Orlando Manfredi, cantautore e drammaturgo, in arte “Duemanosinistra”,
racconta il Cammino di Santiago di Compostela attraverso parole, immagini,
musiche, canzoni, composti appositamente per il progetto:
“From Orlando to Santiago. Scrivere canzoni, condividere il cammino”.
Il progetto, fare il Cammino da artista-pellegrino, scrivendoci sopra un disco e uno
spettacolo teatrale, ha popolato il web di filmati, incontri e canzoni,
dal 9 luglio al 18 agosto 2012, trascinando spettatori e creatore, insieme,
in una celebrazione in “real time” del cuore sociale del Cammino.
Nello spettacolo-concerto si parla del pellegrinaggio di un cantautore per sconfiggere
la Crisi Globale, con le canzoni!
E si scopre che il Cammino, in fondo, insegna da sé un’arte più grande:
l’arte dell’incontro.
Perché ci sono centinaia di motivi per farsela tutta a piedi.
Le ragioni di chi cerca, interroga, scappa, prega, in un mantra dei passi e delle cose
“essenziali”.
Una Spoon River dei vivi in movimento o il riassunto di una vita,
dove si parte piccini piccini e si finisce un po' più adulti.
“Mi chiederanno i motivi per cui ho fatto questo viaggio
e dirò probabilmente che sono motivi spirituali e artistici.
Ma potrei dire che il motivo sono io.
Come il motivo è ogni pellegrino.”
Orlando Manfredi
il teatro dei passi perduti
stagione 2014 – XV edizione
Teatro a Canone
sabato 24 maggio 2014
Orazio – Vite Nude
“testimonianza danzata di un viaggio nella psichiatria italiana”
di e con Luca Vonella
Questo spettacolo è il risultato di un lungo itinerario compiuto dal Teatro a Canone nelle strutture
dei servizi psichiatrici italiani. Gli spettatori si riuniscono in un cerchio che delimita lo spazio al
centro del quale, un attore, quasi danzando, rivive storie di disagio mentale. Una donna internata
riceve un “piccolo” dono straordinario all’interno del manicomio di Pergine. Un uomo si
incammina da Trento allo Stato Vaticano, in favore di tutti i poveri della terra. Un figlio cerca di
salvare la madre morente parlando con gli dèi e una donna manda in frantumi i suoi progetti di vita
per un esame non superato. Una terapeuta alle prese con un utente riottoso o un trent’enne in carico
ai servizi, capitato ad una lezione di danza-terapia. Storie diverse che mostrano altrettanti momenti
storici della psichiatria italiana e diversi approcci. Le fonti drammaturgiche di Orazio-vite nude
sono state proprio queste persone incontrate realmente tra il 2010 ed il 2011 da Luca Vonella. A
Trento ha vissuto 45 giorni all’interno di una struttura riabilitativa dell’Azienda Servizi Sanitari, per
provare uno spettacolo su Amleto la cui sostanza erano le vicende degli UFE (Utenti Familiari
Esperti). Gli UFE nascono dall’idea per cui colui che ha sofferto la malattia mentale ne è in un certo
qual modo un esperto. Testimoniano in giro per il mondo la propria “rinascita”. Forse, anche il
teatro può fare qualcosa contro lo stigma che ancora esiste intorno alla questione della malattia
mentale. Una questione anche culturale che coinvolge tutta la società.