monografia utilità

Transcript

monografia utilità
Persone all’opera
Una storia imprenditoriale di successo.
Dieci anni di vita e di crescita aziendale,
di persone all'opera,
per dare un contributo al bene comune.
l caffè è gratis. Anche i succhi di
frutta e le bibite nel frigo. E c’è
un armadietto pieno di snack e
dolciumi a disposizione dei dipendenti. Negli uffici milanesi di Utilità
spa, azienda di trading che vende
energia elettrica e gas naturale a
una clientela business, si respira
un bel clima. Esattamente dieci
anni fa si affacciava sul mercato liberalizzato in seguito ai due decreti che portano i nomi degli allora ministri Pier Luigi Bersani per
il settore elettrico (Dlgs 79/99) ed
Enrico Letta per quello del gas
(Dlgs 164/00).
I
un deterrente più che giustificato.
Inoltre, se si fosse deciso di cambiare, c’erano nomi più blasonati
(Edison, Eni) che nel frattempo
erano entrati nel libero mercato a
cui eventualmente rivolgersi. Non
bastava una legge a trasformare
automaticamente un regime vincolato fino al giorno prima in un sistema aperto a più concorrenti il
giorno successivo. Insomma, era
una strada tutta in salita. «Il 15 dicembre 2000 firmammo l’accordo con Enel Trade - ricorda
Mario Saporiti, presidente di Utilità nonché fondatore della stessa
insieme a Paolo Colombani ed
Ezio Nocera -. Dal primo gen-
L’inizio dell’avventura
La data ufficiale di costituzione di Utilità è il 16 marzo
2000. Alla fine di quell’anno, il 15 dicembre, per
una serie di circostanze
fortuite, i fondatori del
nuovo soggetto economico si ritrovarono per le
mani la bellezza di 300 milioni di metri cubi di gas da
vendere a partire dal primo
giugno 2001. I clienti non
c’erano ancora e quelli potenziali
(piccole e medie imprese) non conoscevano la possibilità di poter
scegliere un fornitore diverso rispetto agli ex-monopolisti. E anche sapendolo erano ovviamente
restii all’idea di dover abbandonare la sicurezza di un marchio
come Snam - sinonimo di azienda
statale - per passare nelle braccia
di perfetti sconosciuti. Tanto più
che il gas, come l’energia elettrica, per una azienda rappresenta
un bene primario che garantisce
la produzione stessa e il rischio
solo ipotizzabile di interruzione
della sua disponibilità rappresenta
2
All’inizio del 2000
Utilità si affaccia sul
mercato liberalizzato
dell’energia per
diventare un partner
delle pmi, rispondendo
alla loro esigenza
di risparmio dei costi
energetici
naio 2001 eravamo già a caccia di
clienti». Ogni tanto, fra loro tre, ci
si ricorda del momento in cui fu
necessario scrivere il proprio
nome su quel contratto per il
quale Enel Trade inizialmente
avrebbe richiesto una fideiussione
di undici miliardi di lire. Ma la
mano allora non ebbe alcun tremore. Mario Saporiti oggi confessa candidamente: «Forse eravamo un po’ incoscienti. Però
indubbiamente, a pochi mesi dal
decreto Letta, fu un colpo di fortuna e una grande opportunità».
Incoscienti sì, ma non sprovveduti. Saporiti, prima di dare vita a
Utilità, era stato direttore generale
della Compagnia delle
Opere (Cdo), associazione
a cui attualmente aderiscono circa 35 mila pmi. E
proprio per conto della
Cdo si era fatto promotore
di una iniziativa che rispondesse al bisogno di risparmio energetico da parte
delle aziende associate. Si
chiamava “servizio energia”
e rientrava tra le convenzioni che permettevano di
incidere su alcune forniture aziendali, in particolare nel campo delle
public utilities. Si trattava di una
consulenza gratuita che consentiva di verificare la possibilità di
economizzare sulla bolletta dell’energia elettrica soltanto cambiando il tipo di contratto. In quegli
anni, infatti, chi superava la potenza assegnata era costretto a
pagare penali molto salate. Il “servizio energia” era nato per ottimizzazione questo tipo di consumo. In un software elaborato
ad hoc, venivano inserite le fatture
dei consumi elettrici pagate dall’azienda nel corso di un anno. Si
veniva a conoscenza così degli
eventuali superi di potenza. A quel
punto l’impresa poteva richiedere
al fornitore di aumentare, o comunque di adeguare, i kilowatt
impegnati. Solo con questo procedimento, migliaia di aziende diminuirono anche del 30% i propri
costi energetici.
Dalla richiesta di monitorare le bollette si passò ben presto a quella
di attingere alla materia prima, di
agire cioè anche sul fronte degli
approvvigionamenti.
Strada aperta dopo la liberalizzazione del settore energetico introdotta nel 1999/2000 con i decreti
Bersani e Letta. Per renderla praticabile era necessario però creare
una sorta di gruppo d’acquisto meccanismo già ampiamente rodato in altri settori - che comprasse all’ingrosso per poi ridistribuire al dettaglio ai componenti
stessi del gruppo. Con beneficio
della singola azienda che, da sola,
non sarebbe stata in grado di
usufruire dei vantaggi di un mercato aperto ottenendo il miglior
prezzo. Anche perché la liberalizzazione dell’energia elettrica, nella
sua fase iniziale, contemplava soltanto grandi clienti, con consumi
di almeno 9 milioni di kilowattora,
ben al di là di quelli di una piccola
o media impresa. Utilità nasce per
questo motivo. Con l’ipotesi di costituire dei consorzi che potessero
aggregare diversi soggetti economici trasformandoli in un unico
grande cliente. Nasce soprattutto
come interlocutore che si pone a
metà strada tra i produttori di
energia elettrica, da una parte, e il
mondo delle pmi, dall’altra. In realtà poi, come si è visto poc’anzi,
le prime forniture riguarderanno le
partite di gas e solo successivamente, a partire dal 2003, anche
l’energia elettrica.
«L’idea chiara fin dall’inizio - sottolinea Mario Saporiti - è stata di
avviare qualcosa non tanto per far
contenti i nostri azionisti, quanto
per portare il maggior vantaggio
possibile alle imprese. Una delle
caratteristiche che ci ha sempre
contraddistinto è quella di non
avere come obiettivo esclusivo
l’utile della nostra società, ma
piuttosto di recare un beneficio
vero a valle, alle aziende che facevano parte di questo gruppo
d’acquisto».
A Saporiti, Colombani e Nocera,
diventato nel frattempo amministratore delegato, si aggiungono
ben presto altri, che lavorano tuttora per Utilità: Giovanni Mezzanzanica, Emanuele Nahmias, Maurizio Rampinelli,
Maurizio Giacometti, Matteo
Alesani, Davide Spreafico, Iolanda Mazzoleni ed Enrico
Pennisi. Per alcuni di loro è stato
il primo lavoro, per altri è stata
l’occasione per maturare competenze in un settore totalmente
nuovo. In tempi successivi si
sono poi aggiunti Guido D’Auria, che segue la parte legale, Elisabetta Lovati in amministrazione ed Elisa Tomasini per la
contabilità.
Chi è Utilità
Utilità spa è una società di
trading che da dieci anni
vende energia (sia
termoelettrica sia “pulita”, cioè
proveniente da fonti
rinnovabili) e gas naturale a
una clientela formata da
piccole e medie imprese,
trader, grandi aziende,
commercianti, professionisti,
artigiani, condomini e pubblica
amministrazione. Nata nel
2000 per offrire un servizio di
consulenza rivolto
principalmente alle pmi ai fini
dell’ottimizzazione dei costi
energetici, è diventata col
tempo fornitore alternativo alle
società ex-monopoliste.
Utilità non possiede centrali di
produzione, ma acquista
energia elettrica e gas naturale
in Italia e all’estero, sia da
società produttrici sia in borsa,
e li rivende al cliente finale.
Attualmente distribuisce a più
di 4.000 clienti 550 milioni di
metri cubi di gas e circa 700
milioni di kilowattora di energia
elettrica.
Con un fatturato che si aggira
intorno ai 200 milioni di euro,
dà lavoro a 24 persone.
Da manager a
imprenditore (e viceversa)
Dopo pochi anni, Utilità si guadagna sul campo la reputazione di
azienda affidabile e incontra l’interesse di molte aziende sempre
meno diffidenti nei confronti dei
nuovi operatori del mercato energetico liberalizzato, un mercato la
cui conoscenza si diffonde anche
al di fuori della cerchia ristretta
degli addetti ai lavori. Del resto,
non dovendo cambiare contatore
né rete, ma soltanto tipo di con3
tratto e fornitore, diventa premiante la reale convenienza del
passaggio dall’uno all’altro. Utilità
però non si monta la testa e non
lancia campagne di acquisizione a
tappeto. Preferisce conoscere
bene le proprie aziende clienti. In
questo è aiutata dal riferimento al
mondo associativo della Compagnia delle Opere, a cui offre la sua
consulenza e i suoi servizi, seppure non in maniera esclusiva. In
alcuni casi arriva a consigliare
contro il suo stesso interesse il
potenziale consumatore. Gli suggerisce, se del caso, di non cambiare contratto perché andrebbe a
spendere di più. È una eventualità
che può accadere e che dipende
dall’andamento del mercato in cui
le offerte sia di energia elettrica
sia di gas sono legate a indici di
aggiornamento soggetti ai cambi,
al prezzo delle materie prime, ai
derivati del petrolio.
«Non abbiamo mai detto a qualcuno di venire con noi - ci tiene a
precisare Saporiti - dandogli poi
condizioni peggiori di quelle che
aveva. Cosa che invece in questo
settore succede con offerte tal-
4
Nel 2007 Utilità si
trasforma, da
semplice rivenditore
commerciale, in
trader a tutto tondo
sulla filiera completa.
L’arrivo di Corrado
Danesi apre una
nuova fase di sviluppo
volta poco chiare. I grandi produttori e importatori hanno soprattutto il problema della quotazione in borsa. Il cliente è
funzionale principalmente a questo scopo e la parte commerciale
si modula su questo obiettivo. Se,
invece, l’obiettivo è quello di portare un vantaggio all’utente finale,
gli utili possono anche essere inferiori. E noi abbiamo nel Dna il
desiderio di dare il maggior beneficio possibile ai nostri clienti».
È per continuare su questa strada
che Utilità nel 2007 fa un salto in
avanti, e da reseller, diventa trader a tutto tondo sulla filiera completa. Da semplice rivenditore
commerciale, che procacciava un
cliente a cui poi il fornitore, oltre
alla materia prima, dava anche il
servizio di dispacciamento e trasporto (o di logistica nel caso del
gas), si trasforma in azienda che
gestisce anche la parte finale,
contatore compreso, intensificando i rapporti con chi si occupa
di questi aspetti, come ad esempio Terna, Snam Rete Gas e Stogit, la società che cura lo stoccaggio del gas. A seguire questo
nuovo corso viene chiamato
l’anno dopo Corrado Danesi,
come secondo amministratore
delegato. Manager con una lunga
esperienza nel settore energia, inizialmente nella primissima direzione commerciale di Edison dedicata al Libero Mercato, e poi nel
gruppo Eni con il ruolo di responsabile marketing di EniPower e di
responsabile sviluppo e gestione
vendite small customers di Eni
Gas & Power, Danesi al suo arrivo
preme l’acceleratore su questa
nuova politica strategica. «Il vero
core business di Utilità è la commercializzazione di energia elettrica e gas - spiega -, quindi arricchire la parte sulla gestione diretta
vuol dire avere delle opzioni in più
come presenza sulla filiera. E non
soltanto per un discorso di remunerazione, ma anche di sviluppo
interno della società. Gestire direttamente le logistiche, infatti, vuol
dire crescere professionalmente
in termini di know-how». Non a
caso alle 14 persone presenti in
azienda fino al 2007, se ne affiancano altre che provengono dal
comparto come, ad esempio,
Massimo Lo Schiavo per lo sviluppo commerciale, Andrea
Soccodato per il reporting e la
fatturazione, Barbara Magno per
la fatturazione, Veronica Totti per
il marketing, Gianluca Bacchetta per la logistica. Si sono
poi aggiunte le giovani Valentina
Rossi e Letizia Arienti nella
parte commerciale, fino ad arrivare alle attuali 24 persone.
Ma che cosa spinge un dirigente
di esperienza ad abbandonare un
“transatlantico” come Eni per salire a bordo di una piccola “barchetta” - se paragonata ai giganti
dell’energia
come
Utilità? «Ho sposato l’iniziativa imprenditoriale di Utilità sicuramente
affascinato dalle persone che avevano tirato su questa azienda - risponde Danesi -, un’azienda che
conoscevo molto bene anche attraverso accordi commerciali che
avevamo fatto ai tempi in cui ero
in Eni. Ho immaginato che qui si
potesse realizzare quella piccola
parte di spirito imprenditoriale che
ho sempre avuto. Tant’è che ho
interpretato da subito la mia mission come il tentativo di coniugare
la forza imprenditoriale di Utilità
con metodologie di gestione
aziendale tipiche di società di
grandi dimensioni». Sono nate
così, nell’ultimo anno e mezzo,
l’unità operazioni e processi,
l’unità trading, quella commerciale
e l’unità marketing, nonché le attività di risk management che monitorano prodotti fortemente legati
alla volatilità dei prezzi e al cambio
euro-dollaro. Una sintesi, tra la
storia imprenditoriale di Utilità e
certe specializzazioni proprie di imprese più corpose, che innanzitutto ha coinvolto il personale: da
una parte, tutti coloro che sono
approdati in tempi recenti a Utilità,
provenienti da contesti strutturati
caratterizzati da procedure standard e differenti gradi di responsabilità, che sono stati chiamati ad
acquisire un spirito imprenditoriale
inedito; dall’altra, gli storici “ra-
Utilità vista dall’esterno
intervista ad Angelo Zaccari, Executive Vice President Mercato
Italia di Eni Gas&Power
La conoscenza tra Angelo Zaccari, manager
di lungo corso ed Executive Vice President
Mercato Italia di Eni Gas&Power, e Utilità risale
a circa otto anni fa. «All’epoca - racconta Zaccari - lavoravo per un’altra azienda primaria del
settore energetico. Ho conosciuto Utilità
come competitor sul campo».
Ma può esserci competizione tra soggetti
economici di dimensioni tanto diverse?
«Certamente Utilità era un nuovo attore del
mercato che si poneva come partner energetico per i clienti».
Qual è, secondo lei, la caratteristica principale di questa
azienda?
«Utilità è le persone che ci lavorano. Questo è uno degli elementi distintivi che la caratterizzano».
Che cosa vuol dire la coincidenza dell’azienda con le persone?
«È una compenetrazione tra azienda e persone, o risorse umane. Ma
credo che il termine “persone” sia più corretto, in questo caso. È un
elemento che li differenzia: la puntualità, la rapidità, la qualità professionale del gruppo che man mano si è ampliato. Ho sempre avuto
l’impressione che questo fatto fosse all’origine della capacità di saper
costruire un rapporto molto aperto, leale e trasparente con i clienti».
C’è qualche episodio che può citare in tal senso?
«Nelle prime fasi della liberalizzazione mi sono trovato in situazioni in
cui pur offrendo condizioni economiche più interessanti, il cliente sceglieva ugualmente di approvvigionarsi da Utilità».
Come mai?
«Allora, specialmente i clienti medio-piccoli, in particolare le partite
Iva, favorivano la possibilità di avere risposte immediate. E questo era
prioritario anche rispetto al vantaggio economico, peraltro marginale.
Una caratteristica a cui le aziende grandi in quel periodo erano meno
attente. L’essere orientati al cliente, tailor-made in un certo senso,
aveva e ha invece una valenza strategica».
E oggi? Che cosa si è aggiunto a questa caratteristica?
«Mi risulta che sia anche particolarmente sensibile alla sostenibilità
ambientale. Credo che sia stata tra le prime nel settore a portare questo tema sul mercato. E poi rimane una costante: quando ci si siede
intorno a un tavolo con Utilità, se c’è un problema, lo si risolve sempre».
5
Un’azienda a emissioni zero
Uno degli ultimi fronti di impegno di Utilità è quello
della sostenibilità ambientale sul quale, per prima,
ha deciso di dare il buon esempio. Infatti, grazie alla
collaborazione con una società specializzata, ha
misurato le emissioni generate dalla propria attività
d’impresa. Il calcolo, eseguito tramite metodologie
riconosciute a livello internazionale, ha dato un
risultato (tecnicamente carbon footprint) espresso in
tonnellate di CO2. Allo scopo di compensare queste
emissioni, Utilità ha aderito a un progetto CDM
(Clean Development Mechanism) di riforestazione
nella Repubblica Democratica del Congo, promosso
dalla Fondazione Avsi insieme a istituzioni
congolesi. L’attenzione alle tematiche ambientali
rientra anche fra le offerte che Utilità riserva ai suoi
clienti. In particolare:
Doppio Zero CO2
Consiste nella fornitura per 12 mesi di energia
“verde”, prodotta cioè da fonti rinnovabili e
certificata Recs International. Il “doppio zero” si
riferisce alla compensazione in due fasi delle
emissioni di CO2 dell’azienda cliente. Nella prima
fase verranno annullate le emissioni CO2 dei soli
consumi energetici; nella seconda, opzionale, tutte
6
le restanti emissioni prodotte dall’attività
imprenditoriale. L’attività di compensazione avviene
con l’adesione al suddetto progetto di riforestazione
promosso dalla Fondazione Onlus Avsi
(www.avsi.org), cui Utilità ha aderito.
Attività Zero CO2
È rivolta alle aziende che hanno un contratto di
fornitura di energia elettrica con altri operatori, ma
sono interessate alla compensazione volontaria
delle proprie emissioni di anidride carbonica.
Possono, in una prima fase, analizzare la propria
“impronta ambientale” e, successivamente,
decidere di compensare le emissioni rilevate.
Evento Zero CO2
Le aziende e le pubbliche amministrazioni che
vogliono compensare l’impatto ambientale di
congressi, concerti, manifestazioni e business
meeting possono aderire a questa proposta
commerciale che bilancia l’impatto causato
sull’ambiente e favorisce un ritorno di immagine.
Tutte e tre le proposte contemplano il rilascio
gratuito di un kit di comunicazione esclusivo che
darà visibilità all’impegno ambientale del cliente
aiutandolo a distinguersi dai suoi competitor.
gazzi” presenti fin dagli esordi, ai
quali è stato richiesto di potenziare
e diversificare le rispettive competenze professionali. In un travaso
continuo, fra i due gruppi, di rigorosa attività di budgeting e forecast, riunioni informali, capacità di
analisi e fiuto per gli affari.
La rapidità che vince
in un mondo che cambia
Degli operatori nati all’indomani
della liberalizzazione dell’energia
elettrica e del gas, Utilità è rimasto
fra i pochi ad aver conservato la
propria indipendenza senza essere
assorbito dai grandi gruppi, pur
avendo dal 2005 come azionista di
minoranza al 35% Edison. Questo
è avvenuto per due motivi: primo,
perché, a differenza di altri, è sempre stata ben presente su tutt’e
due le commodity, energia elettrica
e gas; secondo, perché l’idea di
partenza non è stata quella di entrare in un nuovo settore avendo
già in mente la quotazione in borsa
o la rivendita remunerativa del
proprio capitale a un colosso.
L’arrivo di Corrado Danesi, alla fine
del 2008, è coinciso con uno dei
momenti storici più difficoltosi nell’economia dell’ultimo cinquantennio. Sul versante energetico il
2009 ha registrato un calo dei consumi paragonabile a quello dei periodi postbellici. Tuttora ci troviamo
in una situazione di sovraccapacità produttiva di energia elettrica.
«Di fronte a un vistoso calo dei
prezzi di fornitura - dice Danesi -,
dipendente dai costi variabili dei
combustibili, gas in primis, ma
anche degli altri combustibili utilizzati per l’energia elettrica, essersi
trovati pronti con un’unità trading
evoluta ha permesso di approvvigionarci anche dai cosiddetti mercati organizzati: Borsa elettrica,
Msd-Mercato del servizio di dispacciamento, Mte-Mercato elettrico a termine. Con il risultato di
una maggiore rapidità rispetto alla
classica contrattazione bilaterale e,
quindi, di margini superiori».
“Rapidità” è la parola giusta per
affrontare i mutamenti avvenuti in
questi dieci anni di mercato liberalizzato. È cambiato, ad esempio,
il potere contrattuale degli attori
sulla filiera, con uno spostamento
progressivo della capacità negoziale dai produttori ai venditori,
cioè a chi ha in mano il consumo
finale.
In
questo
modo,
un’azienda di piccole dimensioni
con una vocazione soprattutto
commerciale può vantare un ruolo
di player fondamentale.
In uno scenario siffatto, Utilità si è
posta nel 2010 alcuni obiettivi su
un orizzonte temporale di 15
mesi: crescita in entrambe le
commodity, sia in termini di volumi (attualmente sono 550 i milioni di metri cubi di gas distribuiti
e circa 700 milioni i kilowattora di
energia elettrica fornita), sia riguardo al numero di clienti (a oggi
più di 4.000 partite Iva); sviluppo
nella gestione del dispacciamento
e della logistica; ampliamento
dell’impegno sul fronte della sostenibilità ambientale (su cui è già
attiva con un progetto di riforestazione che interessa la Repubblica Democratica del Congo) e
dell’efficienza energetica; perfezionamento nel servizio ai clienti.
L’anno scorso, in coerenza con
questi obiettivi, è stato rilasciato il
nuovo sito web (www.utilita.com)
che permette al navigatore di entrare in rapporto con l’azienda in
maniera semplice e diretta sia per
quanto attiene l’accesso a molteplici servizi sia per sottoscrivere
l’ultima offerta di Utilità dedicata
proprio al canale web. «Il target
sono le piccole e medie imprese
con consumi inferiori ai 100 mila
kWh/a - chiarisce l’amministratore
delegato -, gli studi professionali,
7
i piccoli artigiani che in questo modo hanno una facile
lettura del loro unico prezzo
applicato alle forniture indipendentemente dalle fasce
di prelievo. È ancora una
nicchia di mercato, però
sono consumatori “evoluti”
che vanno alla ricerca su
Internet della migliore offerta. Sul lato dei servizi
molte delle azioni che il
cliente prima poteva compiere
contattando il call center, ora
sono possibili collegandosi al nostro sito. Un mondo considerato
da sempre push, in cui cioè il canale di vendita tradizionale degli
agenti ha sempre fatto la parte
del leone, che adesso però inverte la tendenza, diventando pull
e andando sul Web a cercare ciò
di cui ha bisogno. Per il momento
Utilità non è interessata al mercato
domestico, il cosiddetto “residenziale”, una fetta di quei 30 milioni
di contratti che comporta, oltre
alla fase di acquisizione del
cliente, l’onere di una gestione capillare dello stesso, con il rischio di
rendere un servizio di scarsa qualità se non dotati di strutture e
processi adeguati. Sta pensando
tuttavia di affacciarsi a questo
mercato considerando solamente
alcuni specifici profili ai quali proporrà un’offerta mirata entro la
fine del 2010.
«La cosa che più mi soddisfa,
dopo questo anno e mezzo di lavoro - dichiara Corrado Danesi -,
sono le relazioni con il mondo
esterno, competitor compresi.
Una serie di relazioni con gran
parte degli operatori italiani e stranieri in cui domina la stima reciproca».
8
«Tutto quello che si fa
può avere una ricaduta
buona su chiunque. E
allo scopo concorrono
tutti, ognuno con la
propria parte»
Impresa e bene comune
Come si valorizza il capitale
umano? Caffè, bevande e biscotti gratuiti sono indicatori di
uno stile, di come viene concepita la persona che lavora in
un’impresa. Ma ci sono anche
altri segnali più eloquenti che
consentono di farsi un’idea. Ad
esempio, la ripartizione degli utili
aziendali. L’ultimo bilancio di Utilità, il cui fatturato supera i 200
milioni di euro, si è chiuso come
di consueto in attivo, nonostante
il periodo di crisi. Una parte del
margine è stata distribuita in
forma di bonus tra tutti i dipendenti e i collaboratori. Da dove
nasce questo tipo di scelta? «Nasce dall’idea di “opera” - replica
Mario Saporiti -, anche se difficilmente la si abbina all’attività di un
imprenditore». Infatti, il concetto di
opera solitamente fa venire in
mente le organizzazioni
non profit, le associazioni,
le istituzioni caritatevoli. «In
realtà - continua Saporiti si potrebbe dire che non
c’è differenza tra impresa
profit e opera in senso
stretto. O meglio, la differenza non è tanto in quello
che si fa, quanto nel motivo per cui si fa qualcosa».
Esiste il mercato, esiste la
concorrenza e per poter stare in
piedi ogni azienda deve realisticamente farci i conti. In un oceano
infestato da squali - come
spesso viene rappresentata
l’arena economica -, i pesciolini
tonti hanno i giorni contati. «Ma la
questione non sta nello stare al di
fuori delle logiche di mercato,
perché altrimenti l’imprenditore
chiude. Sta nel fatto che il proprio
lavoro serve non soltanto ad accumulare denaro e potere: può
portare un beneficio a tutti, dal
proprietario ai dipendenti fino ai
clienti. In altre parole, può contribuire al bene comune. Cioè: tutto
quello che si fa, in qualche modo,
può avere una ricaduta buona su
chiunque. E allo scopo concorrono tutti, ognuno con la propria
parte».
Le parole del presidente di Utilità
non cercano di mitizzare una storia imprenditoriale di successo,
ma illustrano da quale ipotesi ha
preso le mosse, dieci anni fa, e
continua ancora oggi «questa
modalità di lavorare in base alla
quale chi lavora porta il suo contributo ed è contento, per quanto
possibile, di quello che fa».
Dieci anni di vita e di crescita
aziendale, di persone all’opera,
sono lì a testimoniarlo.
UTILITÀ SpA - Sede Legale e Operativa: Via A. Canova, 19 - 20145 Milano (Mi)
Fax. + (39) 02 31.03.47.205 - www.utilita.com