1-5 - Documento senza titolo

Transcript

1-5 - Documento senza titolo
--- Storia di un vampiro --(Versione per tutti)
Fan-Fiction su Buffy The Vampire Slayer scritta da Kasumi-chan ( [email protected] ).
Tutti i personaggi di BTVS e Angel sono di proprietà di Joss Whedon, 20th century fox e di tutti gli
altri aventi diritto.
Questa storia inizia con la puntata “Il controllo” della quinta stagione, quando il Consiglio Degli
Osservatori manda una squadra a Sunnydale per verificare se Buffy è in grado di sconfiggere
Glory e per fornirle informazioni importanti riguardo la sua nuova nemica.
La fiction è una “What if”. Mi sono chiesta cosa sarebbe successo se Buffy si fosse alleata con i
Cavalieri di Bisanzio e avesse distrutto la Chiave, invece che morire per proteggere Dawn.
Inoltre, nonostante la fic sia incentrata sulla coppia Spike/Buffy, mi piace immaginare che Spike
possa aver avuto altre ragazze.
Nota bene: Ho ipotizzato che a questo punto del telefilm Joyce fosse già morta. Scrivere della morte
della madre di Buffy avrebbe appesantito la mia storia. Ritengo inoltre che questo argomento sia
stato reso perfettamente e in tutta la sua completezza nel telefilm. Quindi non era davvero
necessario metterci le mani.
Tenete a mente che a questo punto del telefilm, Dawn non sa ancora di essere La Chiave e che
Spike non ha ancora dichiarato il suo amore a Buffy.
Ringrazio la mia amata beta-reader Annalisa, che è stata disponibile a correggere anche questa
storia!  Ringrazio Paola per il suo appoggio e tutte le persone che la leggeranno e lasceranno un
commento!
Genere: Avventura, introspettivo, romantico
Rating: arancione (esiste un’altra versione integrale con scene VM18)
Iniziata nel corso del 2011
Capitolo 1
Spike scrutava i tre osservatori nella sua cripta, giunti per fargli delle domande sulla Cacciatrice. I
due uomini erano visibilmente terrorizzati: uno era armato di balestra e lo teneva sotto tiro mentre
l’altro tremava e reggeva un crocefisso davanti a lui. Solo la donna bionda era stranamente a suo
agio. (Nota dell’autrice: gran parte del dialogo che segue è una citazione di quello originale del
telefilm, copiato dai sottotitoli in italiano)
«Cosa volete da me?» Disse il vampiro, con il suo solito modo diretto.
«Sappiamo che lei aiuta la Cacciatrice. Vorremmo sapere in che modo.» Disse la ragazza.
«Le do una mano quando mi paga.»
«La paga?? - Chiese stupita – Le dà del denaro?»
«Preferisco il sangue di qualche vittima.»
«Sangue??»
«Solo se morirebbe comunque. A pensarci bene, è scandaloso. No? Io sono scioccato. La ragazza
perde smalto.»
«Trova che sia peggiorata nel lavoro?»
«Sì. La poveretta non riesce a tenersi un uomo. E questo la deprime. Qualche altra delusione e verrà
a piangere sulla mia spalla, credetemi.»
La ragazza era sempre più stupita. Era incredibile! Tutti gli amici di Buffy avevano cercato di farla
apparire al meglio, avevano coperto le sue debolezze, invece Spike la svergognava candidamente!
Si chiese perché si comportasse così.
«E’ questo che vuole? Credevo che volesse ucciderla. Lei ha già ucciso altre cacciatrici.»
Tutto ad un altro il vampiro si gonfiò il petto orgoglioso e sorrise.
«Ha sentito parlare di me?»
«Ho scritto la mia tesi su di lei.»
«Bene, bene. Sono lusingato. Dimmi, cocca, ora che siamo buoni amici, come sta andando la
cacciatrice? Bene? Voti alti in tutte le materie?»
«Molto dipenderà dall’esame di questa sera.»
«Esame di che tipo?»
«Non siamo qui per rispondere alle tue domande!» Disse uno degli uomini.
«Ma forse potreste farmi da cena…» Disse il vampiro, ammiccando.
«Non è bello che tu ti prenda gioco di loro.» Lo criticò la ragazza.
«Ma è così divertente! Puoi lasciarmeli qui un’oretta?»
Davvero non capiva se scherzava o parlava sul serio. Ma decise di fidarsi.
«Qui abbiamo finito. – La ragazza si avvicinò al vampiro e gli strinse la mano, davanti agli occhi
stupefatti dei colleghi - Piacere di averla conosciuta, Sig. William»
«Piacere mio, signorina.. ?»
«Mi chiamo Lydia. A presto.»
«Oh no, spero proprio di non vedervi mai più!»
La ragazza si accigliò un istante. Sembrava le dispiacesse la prospettiva di non rivedere il vampiro.
I tre osservatori uscirono dalla cripta e Spike si diresse verso il frigo, per prendersi una birra. Gettò
sul tavolo il biglietto che si era trovato in mano, dopo la stretta di mano di Lydia.
“Non dirmi che sta cercando un appuntamento... Dopotutto ha fatto la tesi di laurea su di me!
Chissà quante volte ha sognato di incontrarmi di persona…”
Sorseggiò la birra, fissando il pezzo di carta.
“Avanti, vediamo cosa c’è scritto.”
Come il ragazzo temeva, c’era appuntato un indirizzo e un orario, corredato da un “Ho bisogno di
parlarti” molto terrificante!
Il ragazzo alzò un sopracciglio.“Ci mancava solo la cotta di un’ammiratrice!”
***
Spike pensò che Lydia avesse trovato proprio una bella sistemazione temporanea a Sunnydale.
Viveva in una bella villetta con giardino, simile alla casa di Buffy.
Esitò, prima di suonare il campanello. “Forza ragazzo, – si disse – non hai nulla da perdere.
Magari rimedi anche un po’ di divertimento per questa notte. Spera solo che non sia una trappola
del consiglio!”
Lydia corse ad aprire.
«Ciao William, entra pure.»
«Oh. Non mi dai più del “lei”?»
«Naa.. Credo ti faccia sentire vecchio. E poi questa non è una visita ufficiale.»
«Meglio così. Odio quando mi si da del “lei”. E’ curioso che ti preoccupi che io mi senta vecchio!
Sai quanti anni ho, non è vero?» Il vampiro sorrise. Si stava divertendo a metterla in difficoltà. Un
tempo non troppo lontano, le ragazze come lei se le mangiava a colazione!
«Naturalmente. So tutto di te.»
«Ne dubito. Vedo che comunque il consiglio vi tratta bene.. Che bella casetta…»
«In verità il consiglio ci ha proposto di farci ospitare in una parrocchia. Non c’è posto migliore per
evitare i vampiri di Sunnydale. Per via di tutti quei crocefissi, sai… Ma io ho deciso che volevo la
mia privacy e le comodità, così ho preso in affitto questa casa con i miei soldi.»
«Per poterci invitare i vampiri di nascosto, immagino.» Gli occhi del ragazzo divennero una fessura.
«Può darsi.»
«Cosa vuoi da me, Lydia? Vuoi mettermi in guardia contro il consiglio? Stanno forse tramando
qualcosa contro di me?»
«Affatto. Il consiglio ti reputa inoffensivo da quando hai il chip, e confida nel fatto che la
Cacciatrice o il suo osservatore ti diano una lezione, se dovessi creare problemi.»
«E non ho intenzione di crearne… al momento.»
I due ragazzi si studiarono in silenzio per qualche minuto. Spike era disturbato dal modo in cui lo
fissava la ragazza, perciò si mise a guardarsi intorno per prendere tempo. Il suo sguardo era una
strana combinazione tra quello di una ragazza che se lo stava mangiando con gli occhi e quello di
una scienziata che stava studiando un interessantissimo reperto archeologico di un museo!
«Posso offrirti qualcosa da bere?» Gli chiese.
«Bella domanda da fare ad un vampiro succhia-sangue!»
«Ho recuperato qualcosa che potesse piacerti, nel caso fossi venuto. Ho sangue di maiale, di lontra,
di lupo e persino di canguro. Una rarità dall’Australia!»
«Mi stai prendendo in giro?? Non sarai mica entrata di nascosto in uno zoo a fare un prelievo a tutti
gli animali?!»
«Ma va!»
«E allora ti sei portata questa roba da Londra? Come hai fatto per i controlli in aeroporto? Ti sei
spacciata per una veterinaria? E hai girato per ore con tutte queste sacche di sangue in borsa?! Roba
da non credere! Sei proprio matta da legare!»
«Li abbiamo requisiti ad un tizio, che gestiva un locale per vampiri in Inghilterra. Qui non ho
contatti per recuperare questo genere di cose.»
La ragazza era visibilmente offesa. Si era presa tanto disturbo e lui la stava prendendo in giro come
un bastardo! Ma lo scopo di Spike era proprio quello di sembrarle il più disgustoso possibile, così
ne sarebbe rimasta delusa e avrebbe indirizzato da un’altra parte le sue attenzioni. Verso un ragazzo
normale e vivo, magari.
«Quindi non vedevi davvero l’ora di incontrarmi di persona. Non è vero?»
«Sì. Desideravo tanto incontrati e parlare con te. Non hai idea di quanto io…»
«Ti sbagli! Tu speravi di incontrare il personaggio dei tuoi stupidi libri dell’orrore e hai letto troppi
romanzi di vampiri! Sono una specie di idolo, per te? Vuoi un autografo? La verità è che tu hai
costruito nella tua mente un personaggio leggendario, basandoti sulle cronache dei libri. Ma la
realtà è ben diversa. Io non sono una persona da ammirare o da voler conoscere. Io sono un
assassino e un mostro! Perciò è meglio che tu non abbia niente a che fare con me.»
«Tu non capisci! Provengo da una famiglia di osservatori e so perfettamente cosa è un demone e
quanto sia pericoloso! Quando ero piccola, le fiabe della buonanotte che mi leggeva mia madre non
erano “Cappuccetto rosso” o “La bella addormentata”, ma le cronache della vita di vampiri e del
modo in cui aveva aiutato ad uccidere questo o quel demone! E io, invece di restare impressionata
da quei racconti, ne ero affascinata!»
«Bloody Hell! Sei così maledettamente ossessionata da me!»
«Io sono innamorata di te!»
«Ma come diavolo fai a dire una cosa del genere, se oggi è il primo giorno che mi vedi di persona e
che mi parli? Tu sei innamorata dell’idea che ti sei fatta di me, non di me. E’ una cosa così
romantica e platonica, lo ammetto, ma è assolutamente malsana! E se te lo dico io, che sono il re
delle ossessioni malsane, fidati!»
«William, ascoltami. Mi sono documentata su tutto quello che ti piace, persino su come devono
essere le donne per piacerti. Io posso fare qualsiasi cosa per te ed essere quello che vuoi. La mia
felicità sarà renderti felice. Permettimi di farlo!»
Lydia gli stava consegnando il suo cuore e il suo corpo su un piatto d’argento.
«Io… ammetto di essere molto tentato… ma…»
Il ragazzo si passava una mano sui capelli nervosamente, cercando di non cedere.
«Puoi anche mordermi, se ti va…»
La ragazza si avvicinò al vampiro e scostò il colletto della camicia, ma lui indietreggiò.
«No! Tu non hai idea di cosa… »
«Ti sbagli di nuovo.» Disse la ragazza, invitandolo a guardare meglio il suo collo. Spike aguzzò la
vista e notò delle piccole cicatrici circolari.
«Devi essere pazza!» Esclamò il vampiro, dirigendosi a lunghi passi verso la porta.
«Promettimi almeno di pensare alla mia proposta. Sai dove abito e hai il mio invito ad entrare,
perciò… fai ciò che vuoi.»
Spike camminava a lunghi passi, dannatamente su di giri. Era dovuto scappare via, prima che la
situazione gli sfuggisse di mano! Lydia lo aveva sorpreso e lo tentava molto. Era combattuto sul da
farsi. Dopotutto, cosa ci sarebbe stato di male ad approfittarsi di lei? Lei lo voleva, accidenti se lo
voleva! E lui non era il tipo che si faceva tanti problemi, quando una donna lo desiderava. Anche al
costo di calpestare i suoi sentimenti, come aveva fatto molte volte con Harmony.
Però una vocina nella sua coscienza gli suggeriva che non era giusto approfittare di quella ragazza.
Ricordò con ribrezzo di come Angelus amava trascinare verso le tenebre e verso la perdizione le
ragazze innocenti, come aveva fatto con Drusilla. Spike non era mai stato così.
Cercò più in profondità dentro se stesso e lesse due cose che non gli piacquero. Prima di tutto la sua
debolezza. Gli faceva piacere che lei lo vedesse come una specie di idolo e aveva paura che se lo
avesse conosciuto meglio, ne sarebbe rimasta delusa. Ripensò alla sera in cui aveva raccontato
orgoglioso a Buffy di come aveva ucciso due Cacciatrici e lei gli aveva detto brutalmente che era un
essere inferiore. Era stato così mortificante!
Era bello sapere che, da qualche parte, una persona lo ammirava per quello che era e non pensava a
lui come ad un mostro. Non voleva rovinare questa cosa.
In secondo luogo, lo spaventava la consapevolezza che l’unica che amava e desiderava veramente
era Buffy. E sapeva benissimo che non aveva speranze con lei! Quindi sarebbe stato da pazzi
negarsi qualsiasi divertimento, in attesa che la signora Cacciatrice aprisse gli occhi su quello che si
stava perdendo. “Vaffanculo, Buffy! - Pensò – Io me ne sto qui a farmi tutte queste seghe mentali e
magari tu te ne stai da qualche parte a divertirti!”
Capitolo 2
Il Consiglio aveva rivelato a Buffy tutto quello che sapeva di Glory e la ragazza aveva avuto tutta la
notte e tutto il giorno seguente per digerire le informazioni e organizzare il da farsi. Aveva passato
molto tempo ad allenarsi nella palestrina del negozio di arti magiche, per cercare di sfogare la
tensione che la attanagliava.
Era giunta la sera e Buffy se ne stava in piedi, pensierosa. Fissava un punto imprecisato del
pavimento della palestrina, cercando di trattenersi dal piangere. Sembrava che il peggio non avesse
mai fine e stava diventando davvero troppo anche per lei.
La malattia e poi la morte di sua madre, una sorella adolescente e una casa da gestire da sola, il suo
ragazzo Riley che l’aveva tradita con delle vampirette da quattro soldi e poi l’aveva lasciata, con la
consapevolezza che non era in grado di tenersi un uomo e che stava diventando fredda e distaccata
come il marmo, e poi la ciliegina sulla torta, un nuovo nemico che si era rivelato una fortissima Dea
demoniaca! La sua vita stava crollando inesorabilmente. Ma nonostante si sentisse veramente uno
schifo, bisognava andare avanti, continuare a lottare. E ora doveva prendere una delle decisioni più
difficili della sua vita.
Giles entrò nella stanza, indovinando i suoi pensieri. Le si avvicinò e la strinse in un abbraccio
paterno, cercando di confortarla e darle la forza per affrontare tutto quello che le stava accadendo.
«La prego signor Giles, mi dica cosa devo fare!»
«Buffy, sono enormemente dispiaciuto per tutto quello che stai passando. Vorrei poterti aiutare e
dirti quello che è giusto, ma in questa situazione non c’è un giusto e uno sbagliato. Perderai e
guadagnerai qualcosa, in entrambi i casi. Spetta a te decidere cosa fare con Dawn. E purtroppo hai
poco tempo per dare una risposta al Consiglio.»
«La vita di mia sorella, in cambio della vita di molte persone.»
«Però sai che non è veramente tua sorella.»
«Sì che lo è! Lo è, per me! Dentro le sue vene scorre il sangue dei Summers!»
«Hai sentito quello che hanno detto i monaci. Anche i Cavalieri di Bisanzio sono stati molto chiari.
La Chiave non deve assolutamente cadere nelle mani di Glory! Va protetta a tutti i costi, oppure va
distrutta. Glory è un Dio, è qualcosa che noi non siamo in grado di affrontare. Non possiamo
immaginare cosa accadrebbe se aprisse quel portale ultra-dimensionale! Cosa arriverebbe nel nostro
mondo. Senza contare tutte le persone che continua ad uccidere per poter mantenere la sanità
mentale in questa dimensione!»
«E’ davvero troppo forte e io non ce la faccio a proteggere la Chiave da lei.»
«E allora non possiamo rischiare. La Chiave va distrutta.»
La ragazza ripensò a qualche settimana prima, quando Glory aveva mandato una creatura infernale
dall’aspetto di serpente a cercare la Chiave. Lei l’aveva fermata e uccisa per un pelo, prima che
informasse la Dea. Ci era mancato davvero poco. Stavano camminando sul filo del rasoio. Valeva la
pena mettere in pericolo l’intera umanità, quando bastava semplicemente sacrificare una sfera di
energia?
«Va bene, faremo l’incantesimo.»
«Vedrai che quando Dawn tornerà al suo stato naturale, sarà molto più facile da accettare.»
La ragazza e il suo padre putativo si sciolsero dall’abbraccio e camminarono insieme verso il salone
principale del Magic Box, dove i sette rappresentanti del Consiglio attendevano la loro decisione.
«Faremo l’incantesimo per far tornare la Chiave al suo stato naturale e poi la distruggeremo.»
Le parole di Buffy furono accolte con unanimi cenni di assenso.
«Hai scelto la cosa giusta.» Disse il membro più alto in grado, il sig. Quentin Travers.
«Contatterò subito i monaci per predisporre tutto.» Disse un osservatore.
«Posso sapere come avverrà?» Chiese la Cacciatrice.
«Dawn tornerà ad essere pura energia e verrà racchiusa in un apposito contenitore. Consegneremo il
contenitore ad una persona di strettissima fiducia, che lo nasconderà e lo porterà in un luogo
consacrato, dove un gruppo di potenti stregoni farà un rito per distruggerla. Questo è quanto.»
«Bene. Allora, se per oggi è tutto, noi andiamo.» Disse Giles, cogliendo la necessità di Buffy di
andare a casa e riposarsi.
«Ho ancora un ultimo favore da chiederti, Giles.»
«Chiedi pure, Quentin.»
«Il nostro gruppo di osservatori ha bisogno di discutere alcuni dettagli tecnici e mi chiedevo se
saresti così cortese, da farci usufruire ancora di questo posto per qualche ora.»
«Ma certamente, fate con comodo. Vi lascio una copia delle chiavi.»
Il proprietario del Magic Box ed ex bibliotecario del liceo di Sunnydale squadrò il gruppo di noiosi
e quadrati intellettuali inglesi, prima di andarsene. Il gruppo era composto da un signore sulla
sessantina, Quentin per l’appunto, altri quattro uomini e due donne. I quattro uomini, di cui uno di
colore, sprigionavano paura da tutti i pori. La donna mora non aveva fatto altro che starsene zitta e
preparare e servire il the, tant’è che Giles si chiedeva se era il suo unico compito. L’altra donna
invece, una giovane e graziosa ragazza bionda, sembrava molto acuta. Peccato che nascondesse la
sua bellezza e femminilità dietro quegli occhiali, i capelli raccolti in quell’antiquato chignon e quel
tailleur così severo.
Giles era certo che l’aurea da saccente di ciascuno di loro era inversamente proporzionale alla
capacità di gestire un demone. Inoltre odiava i loro metodi, così inclini al ricatto, a far rischiare la
vita alle cacciatrici con inutili prove e a dare ordini senza sporcarsi mai le mani. Tuttavia, come i
loro studi erano fumo senza una preparazione atletica e la forza di una cacciatrice, era vero che
anche le capacità di una cacciatrice erano fumo senza le conoscenze racchiuse nei libri e nelle loro
teste. Dovevano scendere a patti e il lavoro di ognuno di loro compensare quello dell’altro.
***
Buffy raggiunse la sua casa a piedi e vide la luce accesa all’interno. Come promesso, i suoi amici la
stavano aspettando e avevano tenuta compagnia a Dawn. Si sentiva a pezzi, ma doveva
assolutamente recuperare un aspetto dignitoso.
“Ce la puoi fare Buffy, sii forte.” Si disse.
Con riluttanza provò a sorridere, ma fu colta dallo sconforto. “Come farò a portare una maschera
per tutto il tempo? A fare finta di essere serena e di avere tutto sotto controllo?”
Voleva non dover mentire ai suoi amici e alla sorella. Prese alcuni respiri profondi e girò la chiave
nella toppa.
«E’ arrivata Buffy, finalmente! - Disse Willow, andando incontro alla sua migliore amica – Com’è
andata? Ancora test?»
«Ti hanno messo in difficoltà?» Chiese timidamente la dolce Tara.
«Abbiamo parlato di strategie, principalmente. E di come proteggere Dawn.»
«Io non ho bisogno di protezione! Non sono una ragazzina!» Disse stizzita la sorella.
«DAWN!» Tuonò la Cacciatrice, le mani sui fianchi.
«Sono stanca che tutti mi trattiate come una sciocchina e che mi teniate all’oscuro di quello che
succede!»
«Succede che il consiglio, Giles e io pensiamo che tu sia in pericolo, perché sei la persona più
vicina a me e guarda caso anche la più indifesa. Glory può farti del male e usarti contro di me. Per
questo mi hanno proposto di affidarti ad una persona di loro fiducia, che ti nasconda in un posto
sicuro. Ma prima dovremo fare un incantesimo di protezione, in modo che Glory non riesca a
trovarti.»
«Oh sì Dawn, è davvero la cosa migliore che Buffy possa fare per te.» Commentò Xander.
«Sono un intralcio? E’ questo che stai cercando di dire?»
«No, anzi, tu sei MOLTO importante. Per me, per tutti noi. Ma io non sono in grado di proteggerti
da sola e tu non ti rendi conto di quanto Glory sia pericolosa.»
«Buffy ha ragione.» Dissero in coro Willow e Tara, sorridendo poi per aver pensato esattamente la
stessa cosa, nello stesso momento e con le stesse parole. Erano deliziose, così unite e innamorate.
«Buffy ha sempre ragione – Aggiunse Xander – Fidati.»
Buffy si avvicinò a Dawn e la abbracciò con forza, quasi da impedirle di respirare.
«Ti voglio bene, Dawn.» Disse, con un filo di voce.
«E’ davvero necessario?»
«Sì. Non c’è davvero altra soluzione.»
«Allora va bene.»
Buffy sciolse l’abbraccio e guardò la sorella negli occhi.
«Sorellona… Hai gli occhi lucidi.»
«E’ stata una decisione sofferta, credimi. Non volevo separarmi da te, in questo momento. Non
dopo che la mamma ci ha lasciate. Sarò con i miei amici, è vero, ma tu sei l’unica cosa che mi resta
della mia famiglia.»
«Oh Buffy, vedrai che come al solito troveremo un modo per fermare i piani del Big Bad e
riabbraccerai presto la tua adorabile e rompiscatole sorellina!» Disse Willow, spargendo manciate
di ottimismo.
«Un poco di sano ottimismo, ecco quello che ti serve! – commentò Xander – Stai diventando
musona e depressa come Angel! Quel ragazzo ha davvero avuto una brutta influenza su di te!»
«Xander ha ragione! – disse Willow – Non frequentare mai più vampiri depressi con un anima,
promettimelo!»
«Ok, ci proverò!» Disse Buffy e finalmente un sorriso si dipinse sul suo bel viso.
***
Lydia tornò a casa a tarda notte. Era stata molte ore in riunione con gli altri membri del consiglio,
per parlare dell’incantesimo, e non vedeva l’ora di farsi un bel bagno e rilassarsi un po’. Gli altri
osservatori erano capaci di discutere all’infinito su una manciata di piccoli dettagli e lei si annoiava
a morte. Quello che a lei piaceva era studiare i demoni e le loro usanze, e in particolare le gesta dei
vampiri. Le discussioni fino a tarda notte sulla scelta di un tipo di recipiente piuttosto che un altro o
sugli anni di invecchiamento di una certa erba per renderla più efficace, non facevano per lei.
Stette un buon quarto d’ora immersa nell’acqua, ad occhi chiusi, con la stupenda sensazione del
liquido caldo sulla pelle. Aveva versato alcune gocce di un’essenza rilassante sull’acqua, per fare
dell’aromaterapia. In quanto studiosa dell’occulto, credeva nella potenza dei cristalli, delle pietre e
delle piante. Credeva avessero un’importante influsso sulle persone.
Dopo aver fatto il bagno, uscì dalla vasca e avvolse il corpo con un grande asciugamano. Poche
cose potevano darle quella sensazione fantastica di appagamento. Ora ci voleva un buon libro e poi
a nanna. Rimpianse di aver lasciato la sua gatta dai genitori a Londra. Una mano sul libro e un’altra
ad accarezzare la gatta che dormiva al suo fianco sul lettone, e sarebbe stata la serata perfetta!
Ma salendo le scale verso le camere al piano di sopra, fu invasa da una sensazione spiacevole.
Sentiva una presenza in casa. Percorse il corridoio lentamente senza accendere la luce e attraversò
la porta aperta della camera da letto. Osservò la finestra aperta.
Nella penombra c’era un vampiro biondo che stava fumando una sigaretta.
«Hai cambiato idea?» Disse Lydia, avvicinandosi al ragazzo.
Spike la guardò senza dire una parola, soffiando fuori il fumo della sigaretta.
“Dio quanto è sexy!” pensò la ragazza. Fece alcuni passi verso la sua direzione, per poter guardare
bene i suoi lineamenti spigolosi e i suoi occhi azzurri illuminati dalla luce della luna piena.
“Decisamente sexy.”
Il ragazzo gettò il mozzicone fuori dalla finestra, poi si volse di nuovo verso Lydia. Lei fece
scivolare giù l’asciugamano e rimase completamente nuda davanti a lui. Spike si avvicinò e le
sollevò il viso con una mano. Si osservarono occhi negli occhi per qualche istante, poi lui le catturò
le labbra in un intenso bacio. Quello che ne seguì, rese quella notte la più bella della vita
dell’osservatrice.
Capitolo 3
Qualche giorno più tardi, mentre la Scooby-gang era alle prese con il robot di Warren, Buffy e
Dawn erano state portate da Giles in un luogo sacro per fare l’incantesimo. Warren aveva costruito
una versione artificiale della fidanzata perfetta, ma se ne era presto stufato e l’aveva abbandonata. Il
robot lo stava cercando disperatamente, mettendo a soqquadro tutta Sunnydale!
«Un vecchio monastero? Non vorrai mica nascondermi qui? Perché impazzirei di certo! Chissà che
vecchie mummie abitano questo posto raccapricciante!» Disse Dawn.
«Vecchie mummie con grandi poteri mistici, sembrerebbe. - commentò Buffy – Ma avrai un intero
battaglione di Cavalieri per proteggerti!»
«Cavalieri per proteggere una bellissima principessa indifesa, come nelle fiabe?»
«Certo Dawn! E poi alcuni di loro sono veramente carini!»
«Accidenti! Perché non mi ci avete portato prima?!»
Giles scambiò con Buffy uno sguardo compiaciuto, mentre Dawn correva già verso l’entrata
dell’edificio.
«Ha visto? C’è voluto poco!»
«Speriamo che non crei problemi.»
Il capo dei monaci e Quentin accolsero i nostri, seguiti da un gruppo di giovani in toga che
attorniarono Dawn.
«Perché mi osservano tutti come se fossi un extraterrestre?» Chiese Dawn, in evidente imbarazzo.
«Seguitemi. Vi mostrerò la stanza dove soggiornerà la signorina.»
L’edificio aveva una pianta ottagonale ed aveva un grande cortile interno, dove stavano riposando i
cavalli dei Cavalieri di Bisanzio.
«Cosa ti sembra?»
«Non lo so Buffy… Sembra un posto fuori dal tempo. Credo che mi annoierò un sacco. Scommetto
che non hanno nemmeno la tv!»
«No, credo proprio di no. O forse sì? Giles, lei cosa ne dice? Persino lei ha una tv in casa!»
Giles, Quentin e il capo del monastero le precedevano di alcuni metri ed erano molto concentrati in
una conversazione sull’architettura dell’edificio, ispirato chiaramente al modello dei monasteri
medioevali europei.
«In ogni caso mi sono portata dietro un sacco di libri e riviste, per allietare queste giornate di
prigionia...»
Buffy si fermò e si appoggiò ad una colonna, in preda ad un piccolo giramento di testa. Una voce
che vorticava e sibilava nella sua mente “La stai tradendo! La stai portando al patibolo dalla porta
di servizio!”
«Tutto bene, sorellona?»
«NO.»
Dawn si oscurò in volto e continuò a camminare in silenzio.
Cosa le stava accadendo? Quando si era trasformata in una viscida bugiarda? Si sentiva orribile.
“E’ necessario mentire alle persone più care” si convinse. “Per il bene di tutti. Ma sto così
male…”
Scendere a compromessi era necessario, ma le bugie… Le bugie ti inquinano da dentro, ti
avvelenano poco a poco. E la maschera di “Buffy perfetta, forte e allegra” iniziava a cedere…
«Quando si farà l’incantesimo?» Chiese Buffy con voce dura, per sapere quando sarebbe finita la
sua recita.
«Questa sera. Abbiamo già preparato tutto.» La informò il capo degli osservatori.
«Così sarò al sicuro, giusto? Glory non potrà localizzarmi?» Disse Dawn.
«Glory non potrà più farti del male.»
«Bene. Spero solo che alla fine non mi dimenticherete qui, così presi dalla guerra con questa Dea
demoniaca.»
«Ehi!»
«Potresti approfittare della situazione, per liberarti per sempre della tua sorellina rompiscatole.
Scommetto che l’hai pensato, vero?»
Un lampo di orrore attraversò gli occhi di Buffy.
«Ehi, stavo solo scherzando!»
«Non è bello scherzare su certe cose…»
«Sei così acida e depressa ultimamente, Xander ha ragione!» Sentenziò Dawn, mettendo il muso.
«Tu non puoi capire che cosa sto passando!»
«Ok Buffy, scusa se non sono una cacciatrice come te e non posso aiutarti a portare il peso del
mondo!»
Dawn davvero non capiva. Era così giovane e non aveva idea di cosa riservava il mondo. Di quanto
fosse difficile viverci. E non valeva la pena di passare gli ultimi momenti litigando con lei, perciò
smise di darle corda. Però Dawn aveva ragione. Il malessere che la invadeva, tutta quella
responsabilità sulle sue spalle, la stava trasformando in un essere incapace di provare emozioni.
Stava diventando dura, acida e permalosa oltre ogni maniera. Veramente intrattabile. Si rendeva
conto di questo, ma non sapeva proprio come uscirne.
***
I monaci fecero accomodare Dawn al centro di un cerchio dipinto di rosso sul pavimento, poi si
disposero ai lati del salone, dove già attendevano i cavalieri di Bisanzio. Cinque stregoni deposero
diversi vasi coperti vicino alla ragazza e ricoprirono i cinque angoli del pentacolo che era racchiuso
nel cerchio. Dawn non osò immaginare che ingredienti ci fossero all’interno.
Quentin, Giles e Buffy seguivano tutto con molta attenzione.
«Ti invochiamo, o Thorgerd, potente Dea della divinazione. Ti chiediamo umilmente di accettare
questi doni e di ascoltare le nostre richieste.»
Gli stregoni gettarono alcuni amuleti sul pavimento, all’interno del cerchio.
«Thorgerd, che ci hai mostrato il futuro e indicato la via per fermare i piani della Dea Glorificus,
mostraci la vera forma della Chiave mistica!»
Gli stregoni gettarono su Dawn una polvere dorata, che si trasformò in pioggia luminescente. Subito
dopo un vento caldo avvolse la ragazzina si creò una spirale di luce. La luce divenne man mano
sempre più forte e accecò i presenti. Buffy strinse la mano di Giles, per trarne coraggio.
Uno degli stregoni aprì il coperchio del vaso più grande e la luce venne risucchiata all’interno.
Subito lo richiuse e recitò sottovoce una formula magica per sigillare il contenitore. Dopodichè pose
il vaso al centro del cerchio, dove Dawn era sparita assieme alla luce, e prese per mano gli altri
stregoni.
«Ora reciteranno una formula in latino per nascondere la Chiave agli occhi di Glory.» Spiegò Giles.
Alla fine della formula, il contenitore venne cosparso con gli intrugli contenuti negli altri due vasi,
poi avvolto in un panno nero e legato con una corda. Infine uno stregone lo prese in mano e lo
consegnò a Quentin.
«Ne abbia cura.»
«Certamente. Lo farò custodire da una persona di grandissima fiducia.»
Giles guardò Buffy, che se ne stava con gli occhi sbarrati come catatonica.
«Buffy?! Tutto bene?»
«E’ diventata energia sotto ai miei occhi. Non posso crederci.» Disse la ragazza con un filo di voce.
«Quentin, ora che succederà?» chiese l’ex osservatore.
«La Chiave sarà al sicuro, fino a che non ci sarà l’allineamento planetario per poterla distruggere. Il
mio compito qui è quasi giunto al termine. Lascerò due dei miei uomini, Lydia e Nigel, a
controllare la situazione qui a Sunnydale e io me ne tornerò a Londra con il resto del gruppo.»
«Bene. Buffy, vuoi restare qui per la notte come Quentin, oppure vuoi che ti riaccompagni subito a
casa?»
Buffy non proferiva parola e teneva lo sguardo perso nel vuoto.
«Credo che starai meglio a casa tua.»
Giles salutò e ringraziò i monaci e le altre persone che avevano preso parte all’incantesimo, poi
portò Buffy a casa.
***
L’ex osservatore giunse davanti alla casa della ragazza e spense il motore. Prima di farla smontare
dall’auto, cercò di rassicurarla ancora una volta, sottolineando che aveva davvero fatto la cosa
giusta.
«Sono confusa, Giles. Ho bisogno di un po’ di tempo per assimilare tutto quello che mi è capitato
quest’anno. »
«Sono accaduti degli eventi che ti hanno segnata nel profondo. Io credo che tu possa prenderti
qualche giorno di riposo. Se Glory dovesse farsi viva, mi metterò in contatto con te.»
«Sento il bisogno di starmene da sola.»
«Io credo tu abbia bisogno del conforto dei tuoi amici. E’ sbagliato affrontare questo momento
chiudendoti in te stessa.»
«Loro mi ricorderebbero continuamente i miei problemi e mi chiederebbero di Dawn. Non ce la
posso fare in quel modo! Devo staccare completamente, per non diventare matta. In questo
momento non sono assolutamente in grado di affrontare né le domande dei miei amici, né un
gruppo dei demoni.»
«E così sia. Cerca solo di non fare qualcosa di stupido.»
«Come?»
«Sai cosa intendo. Quel genere di cose che si fanno, quando si passano dei brutti momenti. Intendo
farsi del male o fare piccole pazzie, di cui poi ci si pente.»
«Prendersi un’ubriacatura colossale, per esempio?»
«Più o meno.»
«Ne avrei un gran bisogno…»
«Peggiorerebbe solo le cose, lo sai. Cerca di tenerti occupata in qualcosa, così da non pensare al
resto.»
«Ricevuto.»
«Vuoi che avvisi i tuoi amici che è andato tutto bene e Dawn è al sicuro e che hai bisogno di
startene un po’ da sola?»
«Sì, la prego! Faccia questo per me!»
«Stai calma Buffy, ci penserò io. Vedrai che riuscirai a superare tutto questo, come sempre. Sei una
delle donne più forti che abbia mai conosciuto! Sono veramente orgoglioso di te. Ho totale fiducia
in te.»
«La ringrazio… - disse Buffy, cedendo alle lacrime – Buonanotte Signor Giles.»
Capitolo 4
La notte seguente, in un’altra bella casa a Sunnydale, due ragazzi giacevano abbracciati sul letto.
Lydia accarezzava il corpo nudo di Spike e si beava della sua presenza, ma non poteva fare a meno
di chiedersi perché non l’avesse fatta totalmente sua.
«Perché non mi hai morso?» Gli chiese a bruciapelo.
Il vampiro la guardò, continuando ad accarezzarle la spalla.
«Perché non ce n’era bisogno.»
«Bugiardo.»
«Avevo già cenato.» Le sorrise.
«Adorabile bugiardo.»
La ragazza ricambiò il sorriso, ma subito dopo divenne seria e si scostò da lui.
«Ti ho dato tutta me stessa, ma tu non hai voluto cogliermi.»
«Io non ti ho promesso niente, Lydia. Non ti ho promesso amore eterno e non ti ho mai detto che
ero tuo o che tu fossi mia.»
«E non sai quanto questo mi faccia soffrire! Stringerti tra le mie braccia, esserti tanto vicina e non
possederti. E’ come se tu con la testa fossi da un’altra parte. Sei distaccato.»
Spike sbuffò e si alzò dal letto, andando a cercare i vestiti.
«Aspetta!» Lo scongiurò la ragazza.
«Hai ragione, non dovrei essere qui.»
«Resta con me un altro po’, ti prego. Da un momento all’altro il consiglio potrebbe richiamarci e
dovrò tornare in Inghilterra. Vorrei continuare a vederti, fino a che sarò qui a Sunnydale.»
«E Glory? Ve ne andate lasciando Buffy nella merda?» “C’è sempre Buffy nei suoi discorsi, che
rabbia!” Pensò Lydia.
«Abbiamo quello che cerca Glory e lo renderemo inutilizzabile. Così sarà sconfitta.»
«La famosa Chiave? L’avete trovata?» Spike era stranamente interessato a quella faccenda.
«I monaci l’hanno resa umana e l’hanno mandata alla Cacciatrice sotto forma di sorella, per
assicurarsi che la proteggesse e nascondesse.»
«Dawn?!»
«Esatto.»
«Tutto questo è assurdo!»
«Non hai idea di cosa si possa fare con la magia.»
«Ma Buffy lo sa?»
«E’ stata lei a scoprirlo e ci ha informati.»
«E la piccola come l’ha presa?»
«Lei non lo sa.»
«Mio Dio… E come renderete inutilizzabile la Chiave? Le farete un incantesimo per annullare il
suo potere?»
«Una cosa del genere.»
Spike era turbato. Era la prima vera emozione che mostrava quella sera e accidenti, era
preoccupazione verso quella maledetta Buffy e sua sorella! Lydia era furiosa!
«Porca miseria! Sai solo preoccuparti per la Cacciatrice e sua sorella! Se solo sapessi quello che
Buffy le sta facendo, cambieresti idea su di lei!»
«Cosa vuoi dire?! Cosa le starebbe facendo?»
«O meglio, cosa sta permettendo che le facciano.»
«Spiegati meglio!»
«La Chiave è pura energia e Glory la sta cercando per aprire un portale che le permetterà di tornare
nella sua dimensione demoniaca. Purtroppo questo collegamento infra-dimensionale è a doppio
senso e se aperto, permetterà a qualsiasi demone infernale di arrivare nel nostro mondo. L’unico
modo per evitare che questo accada, è distruggere la Chiave!»
«Stai dicendo che per rendere inutilizzabile la Chiave, dovrete distruggerla?!»
«Sì. E Buffy ha acconsentito. Ha preso la decisione alcuni giorni fa. Proprio ieri ha consegnato
Dawn ai monaci ed è stato fatto l’incantesimo per riportare la Chiave nella sua forma originale. Ora
la Chiave è tornata energia e giace in un vaso sigillato.»
«Stai scherzando?! Buffy non farebbe mai una cosa del genere a sua sorella!»
«E invece sì. E ora dimmi, cosa pensi di lei?»
Spike era sconvolto. Non poteva davvero credere che Buffy permettesse che si uccidesse sua
sorella! Ma si trattava del bene dell’umanità, contro la vita di un solo essere umano. Un essere
umano che non doveva nemmeno esistere! Glory era davvero troppo forte e Buffy non sarebbe stata
in grado di fermarla in altro modo.
«Penso che abbia messo l’interesse di tutta l’umanità davanti al suo interesse personale. E io
l’ammiro profondamente per questo, perché non ne sarei mai capace. Le cacciatrici hanno sempre
sacrificato la propria vita e la propria famiglia per il bene dell’umanità. Penso anche che in questo
momento stia malissimo, che odii se stessa e la sua missione. E io non posso sopportare di sapere
che sta soffrendo! Devo vederla, devo andare da lei!»
Il ragazzo finì di vestirsi e si volse verso la ragazza sul letto.
«Addio Lydia. Lo sapevi che non avrebbe funzionato tra di noi. Spero solo di averti reso felice per
qualche notte.»
Scavalcò la finestra e scomparve nel buio.
«Se solo tu capissi… che sono state le notti più felici della mia vita.» Disse la ragazza con un filo di
voce. Sapeva che il vampiro l’aveva sentita, con il suo udito sviluppato.
***
Spike pensò di cercare Buffy al Magic Box, che era il posto di ritrovo preferito del gruppo.
Raggiunse il negozio di corsa e si fiondò all’interno.
«Ehi!» Disse ansimando, cercando con lo sguardo la Cacciatrice.
«Cosa vuoi Spike?» Chiese Xander, con malcelato disturbo.
«Perché lo aggredisci sempre così, Xan?» Disse in sua difesa Willow, a cui in fondo stava simpatico
e sapeva che stava cercando di essere una persona migliore, da quando gli avevano impiantato il
chip.
«Willow, lo stai difendendo? E’ Spike! E’ cattivo, maleducato, inaffidabile, insopportabile e pure
morto e vampiro. Oltre che ex psicopatico pluri-omicida. Nel caso tu te ne fossi dimenticata!»
«Sto cercando Buffy.»
Giles alzò gli occhi dal libro che stava leggendo.
«Lasciala in pace. Sta passando un brutto periodo e vuole stare da sola.»
«La cerco proprio perché ho saputo cosa le è successo e volevo parlarle.»
«Tu non sai nulla. E ti ripeto di lasciarla stare.»
«L’uccellino mi ha detto di Dawn, di cosa le hanno fatto. Voglio sapere come sta Buffy.»
«Cosa è successo a Dawn?!» Chiese Tara.
Un lampo attraversò gli occhi di Giles.
«Aspetta un attimo, chi diavolo… ti ha detto queste fandonie?- Chiuse il libro e lo posò sul
bancone. -E’ il caso che tu e io parliamo a quattrocchi. Seguimi.»
I due inglesi entrarono in una stanza nel retro del negozio, dove gli altri non potevano sentirli.
«Chi diavolo ti ha dato certe informazioni? Cosa sai di preciso?»
«Uh, dalla tua reazione, scommetto che loro ne sono all’oscuro.»
«Esattamente. Perciò vedi di tenere la bocca cucita. Allora, cosa ne sai?»
Il tono dell’uomo era molto duro. Considerava il vampiro come una minaccia. In difesa di Giles,
bisogna dire che una volta aveva tentato di fidarsi di Spike e gli aveva pure chiesto di entrare nel
loro gruppo, ma lui aveva rifiutato e li aveva pure traditi, alleandosi con il loro nemico Adam e
mettendoli uno contro l’altro.
«So che Dawn è la Chiave che permetterebbe a Glory di ritornare al suo mondo. Così è stato deciso
di chiuderla in un ovetto Kinder, per nasconderla da lei.»
«Ascolta Spike… Sarò sincero. Buffy è a casa sua e non vuole vedere nessuno. E’ molto giù di
morale. Non posso impedirti di andare da lei perché so che quando ti metti una cosa in testa, è
pressoché impossibile farti cambiare idea. Però, se hai un po’ di sale in quella zucca, vorrei che tu
capissi che lei ha bisogno di stare tranquilla. Non è il momento di andare a romperle le scatole.
Potrebbe girarle storto e farti diventare polvere una volta per tutte, se mi capisci. Non è dell’umore
adatto a sopportarti. Se hai delle informazioni che potrebbero aiutarci, le puoi dire a me.»
I due uomini si guardarono per un attimo in silenzio. Giles cercava di capire cosa stesse passando
per la testa di Spike. Quel vampiro era lunatico e misterioso e non sapeva davvero cosa aspettarsi da
lui! Un giorno voleva uccidere Buffy e il giorno dopo voleva aiutarla.
«Gliele dirò di persona.» disse infine il vampiro e uscì dal negozio a lunghi passi, facendo frusciare
il lungo spolverino in pelle.
Spike raggiunse a piedi la casa di Buffy e bussò alla porta, senza ottenere risposta. Restò quindi in
ascolto e con sollievo colse dei rumori quasi impercettibili al piano superiore. Doveva essere in
camera sua. Decise di arrampicarsi e guardare all’interno.
Allora la vide. Se ne stava rannicchiata sul pavimento, la schiena appoggiata al letto. Gli armadi
erano aperti e sul letto giacevano mucchi di biancheria e di vestiario, come se stesse preparando
delle valigie.
Il ragazzo bussò sul vetro della finestra. Lei alzò con difficoltà il viso dalle ginocchia e si volse
nella sua direzione. Il viso era stravolto ed era chiaro che avesse pianto molto. Se Spike avesse
avuto ancora un cuore funzionante, in quel momento gli si sarebbe fermato. L’aveva già vista in una
situazione simile, per la verità, quando avevano diagnosticato il tumore a sua madre. Lei decise
comunque di andargli ad aprire.
«Che cosa vuoi?» Chiese brusca, come faceva sempre con lui.
«Dove te ne vai?» Il tono di Spike invece era molto tenero e comprensivo.
«Non sono cose che ti riguardano.»
«Certo che sì! Come tuo acerrimo nemico, devo sapere sempre dove sei! Anche solo per romperti
un po’ le scatole…» Rispose lui, cercando di farla sorridere.
«Come al tuo solito…»
«A parte gli scherzi. So tutto di Glory, di Dawn e dell’incantesimo che avete fatto per farla tornare
ad essere quello che era.»
«Chi…»
«Non posso dirti come sono venuto a saperlo. Però sono venuto qui per chiederti se posso fare
qualcosa per te. Per farti stare meglio.» Era serio ora.
Passò un interminabile momento di silenzio, poi la ragazza alzò lo sguardo verso di lui.
«Uccidimi» Disse con filo di voce.
«Che cosa?! Sei impazzita?»
«Mi avevi fatto una promessa che quando non ce l'avessi più fatta a sopportare il peso di tutto e
avessi desiderato la morte, tu saresti stato lì a tutti i costi e avresti messo fine alle mie sofferenze.
Perciò fallo! Meglio per mano tua che per mano del primo demone cretino che mi prende alla
sprovvista.»
«Tu… non ragioni!»
«Uccidimi!»
«Non posso!»
«Ti prego!»
«Ti ho detto che non posso!»
«Perché?!»
«Perché io ti amo!»
Buffy lo guardò sorpresa. Più incredula che sorpresa, in verità.
«Ecco, l'ho detto.»
«Cosa?! Che vai dicendo?»
«Questa cosa sconvolge più me che te, credimi. Ma non posso farci nulla.»
«E' uno scherzo?»
«Affatto.» disse il ragazzo, volgendo lo sguardo all’esterno. Come se cercasse qualcuno che gli
suggerisse una spiegazione.
«Insomma... Ci siamo fatti la guerra per tutto questo tempo, e ora tu... No. Non ci credo. Sarà una
delle tue fissazioni perverse da vampiro. Una cosa tipo "Chissà come deve essere farlo con una
cacciatrice?". Qualcosa di cui vantarsi con gli amici al tavolo del bar!»
«No, Buffy. Quello che provo è autentico. E' qualcosa che mi brucia dentro, che mi consuma. Però
io non pretendo niente da te e so quello che tu pensi di me. Mi basta solo starti vicino ed aiutarti.»
Se quel momento nero della sua vita era già stato scritto nel destino, se capitava tutto secondo un
piano preciso, la presenza di Spike era una variabile che sfuggiva a quel meccanismo e poteva
cambiare le carte in tavola a suo favore. Buffy non sapeva ancora come, ma lo percepiva.
«Va bene. Ho bisogno di andarmene da Sunnydale per un po’. Mi troverò un appartamento e un
lavoretto per mantenermi, così mi terrò occupata. Puoi accompagnarmi in auto?»
«Sì, certo. Dove ti porto?»
«Pensavo a Roseville*. Due ore di macchina da qui.»
«Quando vuoi partire?»
«Al più presto. Anzi, visto che non devo attendere domani per il pullman, direi subito.»
«Come vuoi. Lasciami il tempo di andare a prendere l’automobile e tornare qui. Hai già finito le
valigie?»
«Praticamente sì.»
«Bene,»
«Bene.»
«A dopo.» disse il vampiro, calandosi dalla finestra.
* Nota dell’autrice. Roseville esiste veramente e si trova a est di Sunnydale. Non ci sono motivi
particolari perché io abbia scelto proprio questa città, guardando la mappa della California. Mi
suonava bene il nome 
Capitolo 5
«Qui va bene. - Disse Buffy, indicando un motel che si intravedeva poco più avanti. – Passerò qui la
notte.»
Spike fermò la macchina nel parcheggio del motel e la ragazza scese a chiedere se avevano una
stanza libera. Nell’attesa, aprì il cassetto porta-oggetti e diede un sorso all’inseparabile bottiglietta
di whisky. Buffy fu di ritorno poco dopo.
«Ho preso una singola. La stanza è da quella parte.»
«Ti aiuto a scaricare le valigie.»
Quando ebbero finito di portare i bagagli in camera, Spike si accese una sigaretta.
«Come mai hai scelto proprio Roseville?»
«Quando ero adolescente, avevamo un parente che viveva qui. Perciò ho avuto modo di venire un
po’ di volte e conoscere il posto. Inoltre significa qualcosa per me, mi ricorda chi sono. Se avessi
scelto una città sconosciuta a caso, sarei stata completamente persa.»
«Tu vuoi perderti, è per questo che sei fuggita da Sunnydale.»
«Perdermi solo un po’. Per ritrovare me stessa.»
«Ragionamento strano. Però ha un senso. E quanto pensi di stare qui?»
«Quanto basta. O fino a quando Giles e i ragazzi non avranno bisogno di me. Domani cercherò un
appartamento e un lavoro.»
«Cerca anche di divertirti un po’... Ti farà bene.»
«Non credo che avrò voglia di uscire la sera… Sono abbastanza giù di morale e poi qui non ho
amici.»
«Potrai sempre fartene.»
«Beh… Grazie per il consiglio e … grazie di tutto.»
«Stammi bene.»
Il vampiro dai capelli ossigenati gettò il mozzicone a terra e si diresse verso l’automobile.
«Spike! Aspetta!»
«Sì?»
«Puoi stare con me, stanotte?»
Il ragazzo parve assai stupito da quella richiesta. Aveva sentito bene?
«D-Dormirai sul divano. E’ solo per avere un po’ di compagnia.» Precisò la ragazza leggermente a
disagio, temendo di essere fraintesa.
«Certo. Prendo una cosa in auto e arrivo.»
La stanza era economica e non molto grande. C’era a malapena un letto singolo, una scrivania, un
armadio e il famoso divano dove avrebbe dormito Spike, che aveva l’aria di essere un posto
maledettamente scomodo per dormire. Una porta dava su un piccolo bagno con doccia.
Appena la porta fu chiusa, Spike si mise le mani in tasca e iniziò a guardarsi intorno, meditabondo.
Il dubbio che Buffy ci stesse provando con lui lo stava consumando. L’unico modo per essere certo
delle sue intenzioni sarebbe stato quello di tentare un approccio, ma sapeva che se la forzava, se
solo anticipava i tempi, avrebbe rovinato per sempre l’occasione migliore.
E non valeva davvero la pena di rovinare l’occasione di starle così vicino, a causa dei suoi pruriti
sessuali. Lui l’amava veramente e non era solo una questione fisica. Avrebbe fatto la parte della
spalla su cui piangere per giorni, se lei ne aveva bisogno.
Eppure le sarebbe bastato un cenno, e lui sarebbe stato ai suoi piedi. Chissà se lei se ne rendeva
conto. Quell’odore meraviglioso, il suo odore, era tutto intorno a lui e gli stava dando alla testa.
Gli bastò osservare il collo di Buffy per qualche secondo, che lei espose in un gesto spontaneo,
sistemandosi i capelli, per far vacillare il suo autocontrollo. La sua parte demoniaca stava cercando
di emergere, reclamando il corpo e il sangue della Cacciatrice.
Accidenti, doveva calmarsi immediatamente o l’avrebbe spaventata. E si sarebbe beccato un bel
paletto nel cuore, probabilmente.
«Io esco un po’. Ho bisogno di sgranchirmi le gambe e di prendere un po’ d’aria.» Disse.
Diede un’occhiata alla reazione di Buffy a quell’annuncio, pronto a cogliere delusione o sollievo.
Ma lei appariva impassibile. Dolorosamente impassibile.
Uscì dunque, e si fece una lunga camminata. Non aveva perso l’abitudine di girovagare di notte, da
quando non andava più a caccia di esseri umani.
Al suo ritorno trovò Buffy ancora sveglia che guardava la televisione. Le tenne compagnia
guardando insieme un vecchio film in bianco e nero e poi si misero a dormire nei posti assegnati.
Lei era stata taciturna e assente per tutto il tempo. Chiusa ermeticamente. Svuotata.
***
La mattina successiva Buffy andò a pagare il conto e chiese se poteva portare via una coperta, che
avrebbe pagato a parte. La coperta sarebbe servita a Spike per uscire dalla camera alla luce del
giorno. Per la macchina naturalmente non c’erano problemi: aveva i vetri oscurati e l’aveva usata
spesso per viaggiare di giorno.
Il vampiro accompagnò la ragazza fino al centro di Roseville e fermò l’auto in un vicolo un po’
nascosto, per non dare nell’occhio.
«Ci siamo.»
«Volevo ringraziarti per essere restato. Mi hai reso le cose meno difficili.»
Spike pensò che fosse solo una frase di cortesia. Non sembrava che la sua presenza le avesse
giovato, la notte prima. Non sopportava di vederla così giù di morale, ma non sapeva cosa dirle per
farla stare meglio. Non era bravo con le persone, decisamente.
«Sarebbe bello vedere un viso familiare, qui a Roseville, – continuò Buffy - mentre rimetto assieme
i cocci di quel che resta di me.»
«Potresti chiedere a Willow di raggiungerti. Non è la tua migliore amica?» Suggerì Spike, iniziando
a pensare sinceramente che la Rossa fosse più adatta di lui ad aiutarla.
«Sì, ma… Adesso sta con Tara e non voglio separarle. E poi non voglio essere commiserata dai
miei amici. Oltre al fatto che dovrei continuare a mentire su Dawn. Con te invece non devo mentire,
né far finta di stare bene. Quindi… Potresti rimanere tu.»
«Mi vorresti con te?» chiese incredulo.
La ragazza quella notte aveva ripensato a quando il vampiro le aveva detto di amarla. Si era chiesta
se fosse stata davvero la cosa giusta, avergli chiesto di fermarsi per la notte. Sapeva che i vampiri
erano molto istintivi. Però Spike si era comportato da gentiluomo ed aveva guadagnato la sua
fiducia. L’aveva sentito rigirarsi spesso nel divano, ma non aveva osato mai lamentarsi per il fatto
di essere scomodo. Le era persino dispiaciuto di averlo sempre giudicato male. Meritava una
chance, dopotutto.
«Divideremo l’appartamento.»
«Però non ho i soldi per dividere le spese…»
«Potresti trovarti un lavoro.»
«Un lavoro?! Non ho mai lavorato in vita mia!»
«Ho trovato! Potresti fare il buttafuori in un locale! Lavoreresti di notte e sei abbastanza forte per
farti rispettare. Inoltre mi faresti entrare gratis! Perciò cerca di trovare un bel locale alla moda!»
L’improvviso entusiasmo della ragazza lo colpì. Era davvero un’altra persona, rispetto al giorno
prima. Non si era reso conto dell’importanza che aveva avuto per lei il suo tacito sostegno.
«C’è solo un piccolo problema: il chip. Non posso picchiare le persone.»
«Allora trova un locale per soli demoni.»
«Sei sicura che sarebbe un locale in cui vorresti entrare gratis?»
«Mmhh, non saprei!»
«Comunque, penso che tu saresti più adatta a un lavoro del genere! Io le creo le risse, non le
fermo!»
«In effetti… Ma, tornando a noi. Resterai?»
«Parlavi seriamente? Vuoi davvero che divida con te l’appartamento?»
«Sì.»
Il ragazzo non poteva crederci. Come poteva aver cambiato così radicalmente atteggiamento nei
suoi confronti?
«E’ ok. Però ho bisogno di vestiti di ricambio. Mentre tu cercherai un appartamento che faccia al
caso nostro, io farò un giro al centro commerciale.»
«Al centro commerciale? Di giorno??»
«Certo! I centri commerciali sono fantastici, perché sono al coperto! Tutte le luci sono artificiali.
Arrivo al parcheggio sotterraneo dal tunnel fognario, e da lì le scale mobili mi portano direttamente
dentro la struttura.»
«Non ci avevo mai pensato. Credevo che i vampiri si limitassero a rubare i vestiti alle loro
vittime...»
«Credo che proverò tutti gli indumenti del negozio, ma alla fine sceglierò qualcosa di attillato e
nero. Come al solito.»
«Hai un guardaroba mono-cromatico, in effetti.»
«Il nero è sexy e smagrisce.»
«Come se ne avessi bisogno! Sei magro come un chiodo!»
«E tu invece, sei pronta per andare lì fuori da sola?»
«Stamattina mi sento più serena, persino un po’ ottimista. Però mi mancano gli stimoli. Non posso
farlo per rendere orgogliosi i miei genitori, perché mio padre è come se non esistesse e mia madre è
morta. Non posso farlo per prendermi cura di mia sorella, perché non esiste più. Un fidanzato? Non
sono capace di tenermelo. Dovrei tenere duro per gli amici e per aiutare gli altri, ma inizia a
fregarmene ben poco. E vogliamo parlare del lavoro di cacciatrice? Morto un demone, ne salta fuori
un altro. Fermi un'apocalisse e dopo qualche mese ne sta per accadere un'altra. Non è mai finita. E
stessa cosa per la prescelta. Morta una cacciatrice, se ne fa un'altra. Per cosa devo darmi tanto da
fare?»
«Accidenti, non essere così catastrofica!»
«Vedo te per esempio, e mi chiedo come mai, dopo tutti questi anni, sei ancora felice di stare su
questo mondo. Non ti ha ancora stancato?»
«Al contrario. Non ne ho mai abbastanza.»
«Quando eri cattivo, avevi uno scopo. Ma ora? Non puoi essere veramente cattivo, ne veramente
buono. Dove trovi la forza per andare avanti e perché lo fai?»
«Perché ne vale la pena. E hai ragione, sono a cavallo tra due mondi. Appena mi hanno impiantato
il chip, desideravo morire. Volevo impalettarmi da solo! Chiedi a Xander e a Willow, se non ci
credi! E poi... beh... ho trovato dei nuovi motivi per cui vivere. E ho capito che, dopotutto, essere un
demone “innocuo” non era così male.»
«Io…ti invidio. Nonostante tutto quello che ti è capitato, nonostante tu sia morto da più di cent'anni,
sei più vivo di me! Magari potessi provare anche io lo stesso ardore! Mi sento così arida, da quando
è morta mia madre…»
«Vorrei tanto poterti aiutare... Vorrei che tu provassi un decimo di quello che io provo per…»
«Allora aiutami a provare qualcosa!» Disse Buffy disperatamente, quasi fosse un ordine.
I due ragazzi si guardarono negli occhi, intensamente, come mai avevano fatto prima. Se il vampiro
avesse potuto respirare, avrebbe preso un respiro profondo. E se avesse avuto un cuore, avrebbe
battuto talmente forte da rompergli il petto.
Si avvicinò e le sollevò il viso con una mano. Rimase a fissarla, mentre i loro volti erano a una
decina di centimetri di distanza. Poteva udire il cuore di lei che batteva all’impazzata. Aspettava
solo un cenno, per andare oltre. Sapeva che il bacio avrebbe cambiato tutto tra di loro e voleva
essere sicuro che lei lo volesse quanto lui. Che fosse pronta per quel passo.
«Forse è meglio che vada.» Disse lei infine, tirandosi indietro.
Aprì la portiera e uscì, visibilmente imbarazzata.
«Aspetta!»
«Spike, lasciami andare…»
«Volevo solo dirti… per dopo, insomma. Mi troverai un isolato più indietro, dove c’è quel grande
magazzino abbandonato.»
«Sì. Ci vediamo più tardi.»
Spike rimase a fissarla mentre si allontanava con passo deciso. “Mancava veramente poco.” Pensò.
Buffy camminava velocemente, malcelando la tensione che la stava avvolgendo.
“Mio Dio! Volevo che Spike mi baciasse! Lo volevo veramente! E desideravo che mi prendesse, che
facessimo l’amore selvaggiamente! Che mi succede? Avrò la febbre?! Mi ha fatto andare via di
testa, accidenti! Perché all’improvviso mi fa questo effetto?”
I passanti la guardavano incuriositi e si chiedevano il motivo della sua vistosa agitazione.
«Ha bisogno di aiuto?» Chiese una simpatica vecchietta.
«Io, ehm.. No! Cioè, sì!»
«Come dice?»
«Sono appena arrivata e sto cercando un appartamento in affitto. Sa indicarmi dove posso trovare
un’agenzia?»
«Certo, signorina. Le mostro subito. Ma cosa le succede? Sembra così strana.»
«Eheheh! Non si preoccupi… Sa, i giovani… Hanno mille cose per la testa!»
«Anche io sono stata giovane, sa! - Disse la signora, strizzandole l’occhio – A me può dirlo!»
Buffy arrossì vistosamente.
«Non credo che sia il caso.»
«Ho lavorato fino a qualche anno fa, di sera, come cameriera in un locale. Di solito tengono solo
ragazze giovani, ma io ormai conoscevo tutti e sono sempre stata una persona spiritosa, perciò
lavorai là per molti anni. Si può dire che ero un’attrazione del locale. E ne ho viste di tutti i colori,
mi creda. I giovani si confidavano spesso con me e mi raccontavano i loro problemi.»
«Beh… Uno dei miei problemi attuali è trovare un lavoro. Se conoscesse per caso qualcuno che
cerca una ragazza per qualsiasi cosa, anche per fare le pulizie…»
«Tesoro, posso provare a chiedere nel locale dove lavoravo. Penso che sarebbe più divertente di
pulire i gabinetti, no?»
«Certamente! Anche se mi adatterei a tutto, in questo momento.»
«Lascia fare a me.»
«Non so come ringraziarla, signora. Mi sta aiutando moltissimo!»
Buffy sorrise in modo sincero. Finalmente si sentiva viva.
Spike aveva ragione: ne valeva la pena. Ed era stato grazie a lui, inaspettatamente, che aveva
ritrovato la grinta.