stagione n° 94
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stagione n° 94
IL NEVAIO Periodico semestrale della UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI Sezione di Treviso ANNO LVI n. 2 Secondo semestre 2015 STAGIONE N° 94 La Presidente Ebbene sì l’8 gennaio 2016 sulla torta ci saranno 94 candeline, e allora ci interroghiamo sulla validità degli schemi collaudati negli anni. Cosa vuol dire fare agonismo con l’U.O.E.I. TREVISO ASD, una società che ha sposato La “Carta dei Diritti del Bambino nello Sport” dell’UNESCO dichiara che il bambino ha diritto di divertirsi e a giocare come un bambino e ha diritto anche a non essere un campione! Vuol dire scegliere tra l’agonismo giusto e quello sbagliato. È “sbagliato” l’agonismo che usa di metodi di formazione sportiva che non coltivano e a volte addirittura mortificano le potenzialità della mente con la specializzazione precoce, la richiesta di pronte e fedeli esecuzioni, con pressioni costanti e difficilmente tollerabili, con il divieto di sperimentarsi al di fuori di schemi fissi, con la condanna dell'errore e il ricorso a metodi a volte privi di strumenti scientifici moderni. E allora abbiamo scelta la strada che abbina la voglia di divertirsi come dei matti e di godere di emozioni ed ambienti naturali unici e fantastici, il divertimento è ancora più bello se vissuto assieme. Con lo staff di tecnici e preparatore ci proponiamo di promuovere un insieme di attività che permetta a bambini, giovani e meno giovani di vivere appieno l’esperienza della montagna sciando meglio ed in sicurezza. Il primo obiettivo è quindi apprendere la tecnica e la sicurezza con il divertimento e la gioia di sciare, ma anche misurarsi con se stessi e con gli altri. Partecipare alle gare da grandi emozioni ed è un’esperienza di forte valore formativo, se improntata a lealtà e fair play. In questo progetto a lungo termine si colloca la sinergia avviata con altri club per garantire così a chi ha voglia di crescere riservando allo sci agonistico una parte della propria vita un supporto lungo tutto il percorso, in un ambiente sereno e amichevole. U.O.E.I. TREVISO ASD non è solo sci, ma anche nuoto, e quindi: Convinti che il nuoto sia lo sport che può essere la base della preparazione di vita ma che permette allo stesso tempo di divertirsi come dei matti e di godere di emozioni ad alto contenuto di adrenalina. Sport individuale e di squadra insieme. Raggiunto l’obiettivo di apprendere la tecnica non rimane che sfidare il cronometro. Ecco quindi raggiunta una delle finalità dello statuto dell’Associazione pubblicato sul sito ovvero “la realizzazione nelle forme più convenienti all’interesse dei soci, di iniziative atte all’apprendimento e all’affinamento delle varie discipline sportive”, non per nulla tra gli scopi vi è “C) organizzazione di gare sportive di ogni genere”. Se ben gestito, lo sport agonistico può avere dei risvolti positivi in termini di impegno, disciplina, amore per la competizione, desiderio di vincere con la propria squadra. Perché l’essenza dell'agonismo non è vincere la partita, è praticare la partita (in senso lato). A questo punto non resta che lasciare le pantofole e il telecomando ed infilare la porta … IL BELLO DELLO SGUARDO DA FUORI Il Direttore È sempre stato, e scommettiamo pure: sarà sempre così. Per una semplice ragione, una sola: che così siamo fatti. Osservare qualcosa che non ci riguarda per niente, quindi come da lontano e,appunto, da fuori, per caso o per scelta, può diventare un prezioso passatempo. Freud e Jung potrebbero costruirci sopra un mare di considerazioni. Ma ahimè, le circostanze mettono a disposizione soltanto la divertita curiosità del direttore del Nevaio per tutto ciò che è, cioè per la straordinaria avventura che senz’ombra di merito o (di colpa ) ci è dato di vivere, e chiamiamola, se vi va, vita. Guardare da fuori ciò che ti passa davanti agli occhi vuol dire in primo luogo godere la totale libertà dell’indifferenza, o di sentirti diverso, quindi sicuramente migliore, e comunque libero di giudicare, di apprezzare o disprezzare, o irridere, o immaginare altre scelte, senza che nulla e nessuno possa contraddirti, o peggio che peggio,portarti al cimento della realtà. Un esempio di sentore casereccio? Ecco l’Uoei, le sue iniziative, la sua Presidente, e nel conto aggiungi per soprammercato il Nevaio. Per chi giri al largo e tiri via, bello magari dirne bene. Altrettanto o più dirne corna. E nell’agone della vita politica, sempre tempestoso. Chi non è al potere dispone (verbalmente) di tutte le mirabolanti e salvifiche soluzioni per i problemi che travagliano il Paese. Sentenziando, appunto, dal di fuori. Oggettivamente, parrebbe. Peccato che l’oggettività non esista neanche nei libri, giacché quello che guarda irrimediabilmente è un soggetto, con i suoi valori. Il nevaio ATTIVITÀ STAGIONE 2015 / 2016 COMPRENSORI 7 NOVEMBRE presentazione squadre 5 DICEMBRE APERTURA STAGIONE PECOL 12 & 13 DICEMBRE PROVA PRIMA NEVE CONVENZIONE: STAGIONE: 28.11.15 al 07.04.16 2015/2016 ADULTI SENIOR JUNIOR BAMBINI BAMBINI* SINGOLI 39,00 36,00 24,00 17,00 0,00 GRUPPI 31,00 31,00 24,00 0,00 0,00 Discesa e Snow a Pecol / Fondo a Palafavera Tutti i bambini possono provare i primi passi con i maestri – ore 10.30/12.30 9 GENNAIO / 10 GENNAIO 2016 Inizio corsi scuola sci e snow ore 10.00 13 FEBBRAIO / 14 FEBBRAIO 2016 COMPRENSORIO CONVENZIONE: solo con gruppi organizzati min. 10 ‐ STAGIONE: 28.11.15 al 07.04.16 2015/2016 ADULTI SENIOR JUNIOR BAMBINI SINGOLI 35,00 35,00 25,00 20,00 Inizio secondo ciclo scuola sci e snow 20 MARZO 2016: PECOL DI ZOLDO 94ª EDIZIONE GARA SOCIALE COMBINATA SCI/TORTE LE NOSTRE PROPOSTE: PER IMPARARE COMPRENSORIO Descrizione Contributo CONVENZIONE: Corso sci bambini 5 lezioni 3 ore € 195.00 * Corso bambini senza trasporto € 185.00 * Corso adulti 5 lezioni 3 ore € 210.00 Corso adulti senza trasporto € 200.00 Corso snowboard 5 lez. 3 ore € 230.00 Pullman 5 uscite € 90.00 Pullman uscita singola € 20.00 STAGIONE: 28.11.15 al 07.04.16 2015/2016 ADULTI SENIOR JUNIOR BAMBINI ALTA STAGIO. 41,00 36,50 28,50 20,50 STAGIONE 35,50 32,50 25,00 17,50 PRESTAGIONE 32,50 29,50 23,00 16,50 CATEGORIE SKIPASS Bambini: nati dopo il 28‐11‐2007 Junior: nati dopo il 28‐11‐1999 Adulti: nati dal 29‐11‐1950 fino 28.11.1999 Senior: nati prima il 28‐11‐1950 Bambini: skipass gratuito fino a 8 anni Per ottenere lo SkiPass scontato presenta alla cassa del comprensorio convenzionalo la tua TESSERA SOCIALE UOEI. (potrà essere richiesto un documento d’identità) CONVENZIONI PER NOLEGGIO ATTREZZATURA: ‐ PER I CORSI DI SCI ‐ PER I CORSI DI SNOWBOARD ‐ PER ATTIVITÀ AGONISTICA pagina 2 * è prevista una riduzione per i fratelli PER ATTIVITÀ AGONISTICA Descrizione Contributo Superbaby solo il sabato 3 ore € 600.00 Superbaby completo € 800.00 Baby (anni 2006‐2007) € 1.000.00 Cuccioli / Ragazzi / Allievi * € 1.300.00 Giovani * € 1.300.00 Giovani Circuito FIS JUN ** € 2.000.00 Giovani Selezione Maestri € 600.00 * è prevista una riduzione per i fratelli ** è previsto un incentivo a fine stagione in base alle gare effettuate. Il nevaio ORGANIZZAZIONE Gare 2015/16 COS'È IL NORDIC WALKING 27 dicembre 2015 – Trofeo Babbo Natale - Pecol di Zoldo Il Nordic Walking è un nuovo modo di praticare sport in modo facile, poco costoso e divertente per sposare uno stile di vita sano e attivo. Si pratica all'aria aperta, fa bene alla circolazione ed al cuore, rafforza braccia e spalle, tonifica i glutei, gli addominali e migliora la postura della schiena. Il Nordic Walking si può praticare in montagna, al mare, nelle città e nei parchi, durante tutto l'anno; grazie alle sue caratteristiche è consigliato a persone di tutte le età, sia per benessere e fitness ma anche per sport e riabilitazione. 06 gennaio 2016 – Trofeo Autodrive - WM Elevatori GS + SL - Passo Rolle 10 gennaio 2016 – Trofeo Provincia di Treviso - Trofeo Maschio - Pecol di Zoldo 20 gennaio 2016 – Notturna Autodrive Memorial Piovesan GS + SL - Pecol di Zoldo 17 febbraio 2016 – Notturna Autodrive Memorial Piovesan GS + SL - Pecol di Zoldo 21 febbraio - Lattebusche - GP Ascotrade Gigante - Pecol di Zoldo 28 marzo 2016 – Gara Sociale - Pecol di Zoldo I TRE LIVELLI DI PRATICA : BENESSERE, FITNESS, SPORT Prevedono gradi di intensità progressivi che possono variare dalla camminata tranquilla ad un livello aerobico impegnativo, fino alla proposta di metodi di allenamento a secco rivolti agli sportivi. BENEFICI 1. Fa perdere peso ed è efficace circa il 45% in più di una camminata normale. 2. È un movimento completo che coinvolge il 90% della nostra muscolatura. 3. Migliora la postura ed ottimizza il metabolismo, prevenendo, riducendo o risolvendo i dolori alla schiena. 4. Migliora la capacità aerobica. 5. Riduce le sollecitazioni sulle articolazioni grazie all'uso dei bastoncini. 6. È un ottimo allenamento cardiocircolatorio e riduce i fattori di stress e depressione. CORSO DI GINNASTICA DOLCE Nella palestra della S. M. “A. Serena” Dal 5 ottobre 2015 al 30 aprile 2016 Martedì e venerdì dalle 18,00 alle 19,00 Informazioni ed iscrizioni in sede,. CORSO DI GINNASTICA PRESCIISTICA CORSI I corsi si terranno il martedì e il giovedì dalle ore 19,00 alle ore 20,30. Il corso base prevede 6 lezioni per un costo complessivo di 50,00 € più la quota associativa. L'abbigliamento è molto semplice: -Pantaloncini e maglietta -Scarpe da ginnastica. I bastoncini verranno forniti dall'istruttrice. Per ulteriori informazioni: Istruttrice Camilla Fregonese Cell: 348 8062478 - Mail: [email protected] Nella palestra della S. M. “A. Serena” Dal 5 ottobre 2015 al 31 marzo 2016 Presciistica: martedì e giovedì - primo turno: dalle 19,00 alle 20,00 - secondo turno: dalle 20,00 alle 21,00 Intensiva: lunedì e mercoledì dalle 19,00 alle 20,00 pagina 3 Il nevaio QUANDO LE DOLOMITI PARLAVANO INGLESE Quando mai accadde qualcosa del genere? È la domanda che ti salta in testa a proposito di questo titolo decisamente provocatorio. Del resto, nella coda della provocazione c’è dell’altro, quando si voglia affermare che le Dolomiti sono nate nell’Ottocento, cioè ieri. Ma allora dove diavolo stavano prima? Bando agli scherzi. Le Dolomiti erano sicuramente dove si trovano oggi. Solo che si chiamavano semplicemente montagne, ovvero Sassi, tanto per capirsi, e la gente del luogo, pastori e cacciatori, le riconoscevano con i nomi, per noi oggi pittoreschi, evocanti il passaggio del sole e delle ombre, e quindi le ore del giorno: Sass de les Nu, Sasso delle Dieci, Sass de le Doudesc, ovvero con posticce denominazioni ispirate ai supremi principi della vita semplice, che sono quelli della pratica utilità. A nascere in elegante veste di “Dolomiti”è stata una faccenda un po’ laboriosa e poco pacifica. In effetti, una sorta di parto serotino multietnico, un padre francese e un altro inglese, se non che questo ultimo non fu solo, per cui l’attuale confuso liquido modello familiare, per certi aspetti si proponeva già nell’Ottocento. Il francese, dunque. Marchese de Dolomieu, si chiamava Deodato Guy Silvan Tancredi Gratet e niente altro, i suoi lo riconoscevano subito. Nato nell’Isère, 1750, studioso di rocce e vulcani, che lo portarono a lunghi viaggi - tra l’altro fu in Egitto con la spedizione napoleonica - nel 1789, viaggiando attraverso il Tirolo e il Veneto, raccolse alcuni campioni di roccia poi analizzati da Theodore de Saussure e chiamati, appunto, dolomia. Il neologismo rimase per oltre un secolo sconosciuto ai più, comunque galleggiante tra le carte di naturalisti, botanici, geologi. A portarlo alla luce ecco i due padri inglesi, Josiah Gilbert e Georges Churchill, gentiluomini vittoriani colti, amanti del bello, magnificamente provveduti di pecunia, finissimo artista il primo, scienziato il secondo, entrambi innamorati - sia adoperato pure l’abusato “perdutamente” - delle nostre montagne, percorse e ripercorse nel 1861, poi nel 1862 e infine nel 1863, in carrozza e a piedi, accompagnati dalle rispettive signore. Nel 1864, a Londra, Gilbert e Churchill pubblicano insieme un libro destinato a grande fama col titolo “The Dolomite moutains”, quasi l’atto di battesimo delle nostre montagne. Ma la Golden Age dolomitica nasce, per convenzione, l’anno 1857, con la fondazione a Londra dello Alpine Club, primo dei mille e mille club alpini che nei decenni successivi si diffonderanno al di qua e al di à dell’Atlantico. Il 1857 è l’anno in cui John Ball, irlandese dalle straordinarie qualità umane scientifiche diplomatiche e alpinistiche, sale per primo il Pelmo, lasciando il proprio nome a quel “passo del gatto”, o di Ball, che ancora oggi sgomenta i meno arditi. Da John Ball a Gilbert e Churchill, le Dolomiti vedranno un’interminabile legione di camminatori e alpinisti inglesi, per vivere, secondo l’etica e l’estetica della loro cultura, ciò che Leslie Stephen definirà “un nuovo gioco”. Immagine tratta da Internet: http://www.skiforum.it/pics/419-pala-campanili-val-di-roda-sass-maor-cimerlo.jpg pagina 4 Lucio Polo Il nevaio SALUTO A PIOVESAN Mi viene difficile pensare che ci sia qualcuno nell’ambito dello sci, del nuoto, dell’UOEI o dello sport in generale che non abbia conosciuto Sergio Piovesan, così come mi viene difficile pensare che Sergio non sarà più presente nei parterre di gara, siano essi sulla neve o in piscina, ad incitare, controllare, organizzare. Capita, nella vita, di dover dare degli addii a persone care e, spesso, ci si sente di doverli salutare in modo che la persona venga ricordata per sempre. Lodare pubblicamente un defunto e rassicurarlo pubblicamente che sentiamo la sua mancanza è l’espressione comune del nostro onesto rimpianto; nella inconsapevolezza di cosa sia la morte. È fin troppo evidente negli occhi di chi è presente oggi invece quanto tutti noi sentiremo la sua mancanza. Parlare di una persona come Sergio Piovesan è complicato e semplice allo stesso tempo; complicato perché sembra che le parole usate siano banali, semplice perché basta usarne poche: fede, solarità, cordialità, modestia, ricchezza interiore, amore, amore a piene mani per i suoi affetti, la moglie, i figli, il genero, gli adorati nipoti. Mi piace ricordare di Sergio quel gran signore dal parlare pacato e saggio, dal cuore sempre pronto a donare, incrollabile nella fede e nei suoi valori che sono stati il cardine della sua vita e che ha trasmesso con tenacia alla sua famiglia, agli amici grandi e piccini e a quanti hanno condiviso un pezzetto del suo percorso. Era sorprendente: capace di noleggiare un gatto delle nevi per portare alla “sua belva” (Gabriella) un fiore al cancelletto di partenza prima di una gara di sci. O lasciare un biglietto di saluto sul parabrezza dell’auto dei figli o degli amici. Era memorabile: non dimenticava ne’ una ricorrenza ne’ un numero di telefono, il pettorale di un atleta o il codice di una gara. Era un entusiasta: di quell’entusiasmo dei bambini che sognano e che fanno diventare i loro sogni una méta da raggiungere. E vi puntano dritto incuranti delle convenienze e delle convenzioni, convinti di poter raggiungere la propria méta per il solo fatto di averla sognata. E così organizzava e dava vita sempre a nuovi eventi sportivi per mettere in evidenza i talenti contro il cronometro. Era vulcanico, generoso e coinvolgente: nell’ideare, organizzare e portare a compimento i “suoi” fiori all’occhiello la scuola di sci per i bambini – tutti – che hanno voluto provare a scivolare sulla neve partendo dalla città, anche senza avere ne’ genitori sportivi ne’ disponibilità economiche. Quanti ricordi si affacciano dietro gli occhi dei presenti. Occhi impauriti la prima volta che hanno visto il piattello di uno skilift in Piancavallo e poi occhi pieni di gioia quando hanno accarezzato sogni di gloria su un gradino del podio. Mai dimentico degli ultimi, quelli che faticavano il doppio, perché piccoli (Cagarozzi e Slavine), perché diversamente abili, perché poco inclini al gesto sportivo. Era agonista: prima come atleta nel pattinaggio negli anni, poi come giudice di gara nel circuito bianco dello sci alpino, come dirigente di società e accompagnatore nella compagine cittadina dell’UOEI. Era sempre presente: quando da Piancavallo, in Val Senales, al Passo del Tonale, Pecol di Zoldo, Nevegal o Piazza San Leonardo o Porta S. Tommaso ti sentivi apostrofare con un “A’reo” sapevi che era lui. Ciao Sergio, quante vite hai toccato e quanto amore hai saputo suscitare intorno a te! Noi continueremo a camminare nei tuoi passi, tracciati sulla terra a volte amara, ti ricorderemo sempre nei nostri pensieri e ti ritroveremo in Gabriella, Patrizia, Alessandro, Stefania, Giovanni ed Edoardo che tanto ti hanno amato. Cinzia Bonetto NOTE DI VITA ASSOCIATIVA Il 13 giugno sono nate Anna e Marta Gardin, nipoti del socio Renzo Zorzi. Doppietta di nipotini per i soci Loredana e Salvatore Orlando: Il 6 luglio è nato Leonardo, figlio di Samantha e Massimiliano Orlando; L’11 luglio è nato Riccardo, figlio di Rolando Quaglio e Silvia Orlando. Ci hanno lasciato Il 19 giugno Sergio Piovesan. Il 18 ottobre Valter Giarduz. Le nostre felicitazioni per i lieti eventi ed il cordoglio per le scomparse. pagina 5 Il nevaio VECCHIO SARÀ LEI! E PER PIACERE, MI CHIAMI OVER-OVER A chi frequenta, come allievo o come docente, la variegata galassia delle cosiddette Università (dell’Età Libera, degli Adulti, della Terza Età, e chi altre ne conosca aggiunga) non sfuggono l’evoluzione in atto da qualche anno riguardo la vitalità di queste libere associazioni culturali. In primo luogo, l’imprevedibile moltiplicazione e diffusione di simili istituzioni nel territorio. La città, parrebbe, ha concluso il suo millenario viaggio di faro e polo di attrazione culturale, capace di rivaleggiare, da sempre, con la reggia e le sontuose residenze dell’aristocrazia. Ciò, per la semplice e bellissima ragione, che la cultura oggi vive, anzi prospera al di fuori delle vecchie mura urbane. Un segno tra i molti - vedi lo auditorium, la biblioteca, i servizi sociali, i collegamenti stradali e ferroviari, le manifestazioni sportive e culturali vere e proprie - lo dà proprio questa specie tutta nuova di Università. Ogni piccolo centro vuole e impara ad organizzare la propria. Predispone i programmi, sceglie gli insegnanti, le materie di studio, le lezioni, i laboratori di musica, di scrittura, d’arte, le visite a città, a mostre d’arte, a manifestazioni ritenute di interesse generale. Due o tre volte la settimana, gli iscritti si ritrovano come a scuola. Senza Mandi, Valter alcun obbligo, questa volta, e con entusiasmo e la curiosità, il piacere di imparare che lascia spesso stupiti gli insegnanti. Ma un altro cambiamento, rispetto agli anni passati, colpisce, ed è l’età dei frequentanti: sempre più elevata. I capelli tutti bianchi, i sessant’anni di una volta sono i settanta, gli ottanta e più di oggi, lo stereotipo del vecchio è andato in crisi, al suo posto vengono avanti quelli che si dicono gli over-over, che un tempo sono stati - scrive la dottoressa Vera Schiavazzi - “la meglio gioventù” e sono decisi a restarlo. “I vecchi italiani sono preparati a non mollare nulla, né la carriera, dove sono disponibili (spesso di contraggenio) a fare solo un po’ di spazio ai figli, né i viaggi, né le amicizie, né l’amore.” Questa generazione sta mille volte meglio dei propri genitori e nonni, ha buttato alle ortiche i pregiudizi, si è scrollata di dosso polverose credenze, crede sempre più nella vita, nel presente, e a differenza degli inumani tagliagole del califfato, gli disturba assai dover congedarsi prima o poi da questa valle di lacrime. Sopra tutto non gli va di essere guardato, considerato e chiamato dagli altri “vecchio”. Giustamente i ragazzi evitano in bus di offrirgli il posto, se l’altro non lo chiede. Perché, appunto, non è un vecchio, ma semplicemente, e modernamente, un over-over. Lucio Polo (over-over, naturalmente) “Che i fulmini della felicità, serenità e salute si accaniscano su di te e la tua malapianta del sorriso mai ti abbandoni”. Questo è un messaggio di auguri natalizi inviatomi nel 2010. Con questo si potrebbe sintetizzare il carattere di un personaggio estroverso e generoso fino all’estremo. Dimenticare le innumerevoli escursioni in montagna o a Trieste che era la sua seconda città di elezione sarebbe una semplificazione. Ora, come succede, si va avanti con i ricordi. La lunga malattia, consapevole della sua gravità, lo ha snervato nonostante il suo carattere forte lo abbia sorretto fino all’ultimo. Sintetizzare una vita è un fatto che non renderebbe tutti i suoi risvolti, perciò non mi resta che dirti “mandi, Valter”. Carlo Alfieri pagina 6 Il nevaio MA DOVE XEO EL BAMBINEO ? Dal divano guardavo compiaciuta il mio albero addobbato con gingilli, ceramiche e ciondoli in legno provenienti da mezza Europa: Delft, Garmish, Bruges, Colonia, dai nostri luoghi di montagna, da Gubbio, Roma e Napoli. Le luci al led abbagliavano. A lato, su un mobile, un piccolo presepe, intimo per la semplicità e il calore che mi dava. Dopo qualche minuto ho chiuso gli occhi e ho cambiato secolo. Natale del ’62. Non stavo più nella pelle! Ero nata a Roma ma i miei genitori erano veneti e il nostro cuore era lì. Quell’anno avevano deciso di passare il Natale proprio nella famiglia a cui ero più legata, quella di zia Agnese, in un paesino del trevigiano. Eravamo partiti un giovedì mattina e mezza Italia era nel gelo. Tutti i paesetti che attraversavamo raccontavano il Natale. Quel profumo, che penetrava nei polmoni, di camini e stufe accese, luminarie nelle strade e alberi sui balconi. All’imbrunire, macchie di luci dagli Appennini fino alla pianura. Una gioia per gli occhi. Dagli zii c’era trambusto ed eccitazione. Era una casa colonica con un grande portico dove, sotto la scala di legno che portava alle camere, padroneggiava un grande albero con tante candeline appena accese: luce tremula, flebile ma vibrante. Addobbi che non avevo mai visto: piccoli angeli bianchi rosa e celesti fatti ad uncinetto, stelle e cuoricini con perline colorate infilate a mano, caramelle legate a due a due ed altri ninnoli in legno. Avevo undici anni ma ero incredula come un cieco che all’improvviso acquista la vista. Mio zio trafficava intorno al presepe mettendo le ultime statuine che aveva intagliato e dipinto. Federico, il figlio più piccolo saltellava intorno a tutti chiedendo: “Ma dove xeo el bambineo?”. Nessuno pareva dargli retta. Intanto il profumo della polenta sul calderon di rame ci chiamava a tavola. Il giorno dopo giravo per casa e per il paese come se vedessi per la prima volta quei posti dove avevo trascorso tante estati. Tutto era nuovo: il frinire delle cicale, il calore dell’estate, i carri con i buoi, pieni di erba spagna, che tornavano dai campi, avevano lasciato il posto alla neve, al coro dei bambini che nell’asilo provava i canti natalizi, a chi usciva dai pochi negozi avvol- gendosi nelle sciarpe fino agli occhi e infilandosi i guanti di lana grezza. Tornando a casa m’era venuto incontro Federico: “Go vardà anca prima! Ma dove xeo el bambineo?”. Avevo provato a dirgli che sarebbe nato dopo due giorni, ma era corso in casa. La sera della vigilia, come tutti in paese, c’eravamo incamminati verso la chiesa, colpiti da fiocchi di neve gelida: migliaia di aghi che si infilavano nella pelle. E dopo la messa, tutti da “i Stradiotto” a bere vin brulé e cioccolata calda. Tornando a casa Federico aveva cominciato a correre fino a casa e poi era tornato indietro gridando “El ghe xe! El xe nato!”. Eravamo tutti davanti al presepe e Federico all’improvviso era corso su per le scale tornando, dopo un po’, con un guantino di lana in mano che aveva posato dolcemente sopra il bambinello. Non soddisfatto aveva preso guanto e bambinello cominciando a trafficare tra lo stupore di tutti e, finalmente contento, aveva messo il fagottino sulla mangiatoia dopo aver infilato la statuina nel dito medio del guanto, lasciando fuori solo la testa: “Cussì el sta al caldo poareto! Xe fredo qua fora!” Anna Maria Moro Prossimi al S. Natale ed al Capodanno 2016, la redazione de Il Nevaio e la direzione della Uoei porgono a tutti i Soci ed alle loro famiglie i migliori auguri di BUONE FESTE! pagina 7 Il nevaio NEVAIO CULTURA APPARIRE PER ESSERE Divertente, istruttivo, buon argomento di riflessione e conversazione soffermandosi, all’alba del 5 novembre scorso, attorno allo scintillante negozio di abbigliamento piovuto dalla Svezia a Treviso city, angolo di via Roma via Diaz, da ore assediato da allegri nugoli di fanciulle più o meno in fiore insieme a scampoli di mascolina gioventù, tutti in fremente attesa dell’apertura del varco per precipitarsi ad accaparrarsi i capi di moda (e di giusta taglia) al prezzo di tre per uno, come da tam tam diffuso urbi et orbi. Del resto, così a Venezia, Calle Vallaresso, semi ostruita al passaggio nel cuore della notte dall’accalcarsi di altra gioventù. Ora, nei giorni seguenti, lo sprovveduto che candidamente ha cercato lumi interpellando un commesso d’alto rango, colto e spiritoso, si è preso più o meno del babbeo. -Ma lei dove vive? Lei non è mai stato un figlio dei fiori anni 60, e neanche un punk: si vede si vede. Dai favolosi blue jeans stracciati lei e quelli come lei si tengono alla larga, voi non avete capito che è stata proprio la moda, i reggiseno al vento, a distruggere i tabù, a ribellarsi al vecchiume, le gambe nude di Mary Quant, i camicioni colorati, i capelli lunghi, i Beatles, peace and love, tutto questo e altro vi hanno fatto rinascere in un altro mondo. Ma occorreva mostrarsi. Apparire, caro signore, ecco quello che occorreva e quello che conta oggi mille volte più di ieri, con i mezzi telematici che ci ritroviamo a cliccare. -Ma scusi – è stata la flebile obiezione – e allora l’essere, ciò che uno è, secondo lei non conta? - Che siamo tanti, dietro e dentro quello che si vede, noi stessi non sappiamo né quanti né quali. Un secolo fa lei Machiavelli l’avrà studiato,immagino. Io no, però so di Machiavelli un detto, e per il mio mestiere mi basta: “Ognuno vede quello che pare, non quello che è” - Con tutto il rispetto per quello del Principe, una cosa del genere mi pare insostenibile. - Allora si tenga forte e mi spieghi di quel perfetto americano bravissimo e stimatissimo studente che ad un tratto stende a fucilate quattro marines, o di quella parigina diciassette anni appena che esce di casa per la spesa, sparisce per ricomparire mesi dopo tra i ranghi del Califfato, e di quell’impeccabile prelato vaticano gay del coming out proprio in vista del Sinodo. Chi l’avrebbe immaginato? Sempre le imprevedibili facce dell’apparenza che a volte nascondono, a volte trasformano letteralmente l’essere. E vuole il mio parere sui meccanismi del cambiamento? Io penso che siano le circostanze, cioè la situazione, il luogo, il chi abbiamo di fronte e il perché, l’espressione il linguaggio l’aspetto dell’altro, lo stato d’animo, l’umore il tempo che fa e altro ancora. Metta tutto in pentola, una bella mescolata ed il nostro comportamento in quel particolare momento, forse per la prima e anche per l’ultima volta. Che ne dice? -Mi fa pensare. Ci penserò. -Ma intanto ridiamoci su: veda un po’ dove diavolo - L’essere? Quale essere. siamo finiti, partendo dalla - Quello che si è, intendo. battaglia dei ragazzi per -Ah! Lei crede che ognuno di noi sia davvero uno, inchiodato per tutta la vita ad un’unica identità? Potrà andar bene per l’anagrafe comunale. Ma la realtà è tutta un’altra storia, glielo dico io. apparire à la page! Lucio Polo E cioè? IL NEVAIO periodico semestrale della UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI SEZIONE “C. CABBIA” Viale Terza Armata, 1 - 31100 TREVISO tel/fax 042 255 058 e-mail: [email protected] www.UOEI.it Anno LVI n° 2 - secondo semestre 2015 Autorizzazione Tribunale di Treviso n° 79 del 20.02.1954 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TREVISO — In caso di mancato recapito restituire all’Ufficio di Treviso CPO detentore del conto per la restituzione al mittente, previo pagamento resi. Direttore responsabile: Lucio Polo Impaginazione grafica: Ennio Barbarotta pagina 8 Redazione: C. Alfieri, E. Barbarotta, L.Polo Stampa: TREVISOSTAMPA S.r.L. Villorba (TV) tel. 0422 440200