Lo scenario europeo delle PMI Prof ssa Elisa Rita Ferrari Prof.ssa
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Lo scenario europeo delle PMI Prof ssa Elisa Rita Ferrari Prof.ssa
Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche Corso di Laurea in Economia e Direzione Aziendale ECONOMIA DELLE AZIENDE DI PICCOLA E MEDIA DIMENSIONE A.A. 2012 - 2013 Lo scenario europeo delle PMI Prof ssa Elisa Rita Ferrari Prof.ssa SME’s vs SMB Il concetto giuridico che ricorre maggiormente in riferimento alle imprese di minori dimensioni è quello di piccola o media impresa. La definizione di PMI – traduzione letterale della locuzione inglese Small and Medium-sizes Enterprices (SMEs) – è diffusa soprattutto nell’Unione nell Unione Europea e nelle organizzazioni internazionali (Banca Mondiale, Nazioni Unite, WTO). In altri Paesi extra-Ue invece è usata la sigla SMB – Small and Medium Medium-sized sized Business. Business Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 2 Valore giuridico della definizione La Commissione europea ha invitato gli Stati membri, la Banca Centrale Europea per gli investimenti e il Fondo europeo d'investimento chiedendo loro di applicare una definizione comune delle microimprese, delle piccole e delle medie imprese. Tuttavia gli Stati e i due istituti finanziari non hanno l'obbligo di () attenersi a tale definizione (!). La conformità alla definizione è invece obbligatoria, in materia di aiuti pubblici, se si desidera beneficiare di un trattamento di preferenza rispetto alle altre imprese e tale trattamento è disciplinato dalla normativa comunitaria. La definizione è vincolante anche in materia di attuazione di fondi strutturali europei e di programmi comunitari. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 3 La definizione di PMI La definizione di PMI è di tipo essenzialmente strumentale e dettata da esigenze contingenti. contingenti Il legislatore g ha sempre p avuto la necessità di individuare chiaramente – senza margini di discrezionalità – i soggetti a cui riferire i singoli provvedimenti normativi in modo da poter raggiungere i specifiche ifi h finalità. fi lità Ne deriva che i parametri utilizzati sono esclusivamente quantitativi, in quanto facilmente misurabili e sottoponibili a controllo. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 4 La 1ª Raccomandazione 96/280/EC In ambito europeo, nel 1996 fu adottata una prima Raccomandazione - 96/280/EC – con la quale ll’UE UE, al fine di coordinare efficacemente gli interventi comunitari con le p a vari livelli nazionali,, fornì una iniziative intraprese definizione di PMI basata sull’adozione di 4 parametri: - numero di dipendenti - fatturato - totale di bilancio - requisito di indipendenza Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 5 La 2ª Raccomandazione 2003/361/EC La normativa comunitaria e, di riflesso anche la normativa italiana identificano ll'appartenenza italiana, appartenenza alla categoria "piccole piccole e medie imprese" attraverso tre criteri: 1)) il numero di dipendenti p ((requisiti q di struttura); ) 2) il fatturato o il valore attivo patrimoniale (requisiti economici e finanziari); 3) il requisito i it dell'indipendenza d ll'i di d economica i ( (requisiti i iti di capitale). E' importante sottolineare che per definire una soglia dimensionale i tre requisiti vanno valutati in modo "cumulativo", nel senso che almeno due devono rientrare nelle soglie stabilite. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 6 Numero di dipendenti “In primis” è importante stabilire come si calcola il numero dei dipendenti; esso fa riferimento a U.L.A. (unità lavorativa anno). Per U.L.A. si intende il numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno, anno mentre i lavoratori a tempo parziale rappresentano frazioni di U.L.A. Sono considerati dipendenti occupati gli iscritti nel libro matricola dell'azienda con l'esclusione dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria. Qualora l'impresa occupi: tra 0 e 49 U.L.A. U L A è considerata piccola, piccola tra 50 e 249 U.L.A. media, oltre 249 U.L.A. ggrande. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 7 I criteri sui valori di bilancio I criteri di fatturato annuo e totale di bilancio possono essere alternativi fra di loro nel senso che è sufficiente che un’azienda rispetti un solo parametro per poter essere inserita in una delle due categorie di piccola o media impresa. In ogni caso prevale sempre il parametro che consente all'impresa di essere inserita nella categoria più bassa. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 8 Fatturato annuo Per fatturato annuo, come indicato nella voce A1) del conto economico ex art.2425 art 2425 del Codice Civile, Civile si intende ll'importo importo netto del volume di affari comprendente le vendite e le prestazioni di servizi che costituiscono l'attività ordinaria dell'impresa, diminuito di sconti ed abbuoni concessi alle vendite, dell'IVA e delle altre imposte direttamente connesse con la vendita. • • • I limiti di fatturato sono: piccole: fatturato annuo non superiore a 10 milioni di Euro; medie: fatturato annuo non superiore a 50 milioni di Euro; grandi: fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro; Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 9 Totale di bilancio • • • I limiti dell'attivo patrimoniale sono i seguenti: Micro: Attivo patrimoniale non superiore a 2 milioni di Euro Piccole: Attivo ppatrimoniale non superiore p a 10 milioni di Euro. Medie: Attivo patrimoniale non superiore a 43 milioni di Euro. • Grandi: Attivo patrimoniale superiore a 43 milioni di Euro. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 10 Requisiti quantitativi in sintesi TIPO OCCUPATI FATTURATO (MILIONI DI €) TOTALE DI BILANCIO Media < 250 e <- 50 Oppure (MILIONI DI €)) <- 43 Piccola < 50 e <- 10 Oppure <- 10 Micro < 10 e <- 2 Oppure <- 2 Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 11 Autonomia requisito “qualitativo” La definizione di PMI distingue tre tipi di imprese: - impresa autonoma, - impresa partner, - impresa collegata, a seconda d del d l tipo ti di relazione l i i cuii sii trovano in t rispetto i tt add altre lt imprese in termini di partecipazione al capitale, diritti di voto o di esercitare un influsso. influsso Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 12 Impresa autonoma Si tratta della situazione più ricorrente, ricorrente ovvero di tutte le imprese che non appartengono a nessuno degli altri due tipi di imprese (partner o collegate). Un'impresa si definisce autonoma se: - non possiede partecipazioni del 25 % o più in un'altra impresa; - non è detenuta d t t direttamente di tt t all 25 % o più iù da d un'impresa 'i o da d un organismo pubblico, oppure congiuntamente da più imprese collegate o organismi pubblici pubblici, a parte talune eccezioni; - non elabora conti consolidati e non è ripresa nei conti di un'impresa che elabora conti consolidati e quindi non è un'impresa collegata. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 13 Impresa partner Si tratta di imprese che intrattengono relazioni di partenariato finanziario significative con altre imprese, senza che l'una eserciti un controllo effettivo di diretto o iindiretto di sull'altra. ll' l Si definiscono "partner" p le imprese p che non sono autonome,, ma che non sono nemmeno collegate fra loro. Un'impresa U 'i è definita d fi it "partner" " t " di un'altra ' lt impresa i se: - possiede una partecipazione compresa tra il 25 % e meno del 50 % in tale impresa; p - l'altra impresa detiene una partecipazione compresa tra il 25 % e meno del 50 % nell'impresa richiedente; - ll'impresa impresa richiedente non elabora conti consolidati che riprendono ll'altra altra impresa e non è ripresa tramite consolidamento nei conti di tale impresa o di un'impresa ad essa collegata. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 14 Impresa collegate Le imprese collegate fanno economicamente parte di un gruppo che controlla direttamente o indirettamente la maggioranza del capitale o d i diritti dei di itti di voto t (anche ( h grazie i add accordi di o, in i taluni t l i casi, i tramite t it persone fisiche azionisti), oppure ha la capacità di esercitare un influsso dominante su un un'impresa. impresa. Si tratta quindi di casi meno frequenti e che si distinguono di solito in modo molto chiaro dai due tipi precedenti. Per evitare alle imprese difficoltà di interpretazione la Commissione europea ha definito questo tipo di imprese riprendendo, le condizioni indicate dal Consiglio sui conti consolidati. consolidati Di solito un un'impresa impresa sa subito di essere "collegata", collegata , poiché è già tenuta a titolo di tale direttiva ad elaborare conti consolidati, oppure è ripresa tramite consolidamento nei conti di un'impresa che è tenuta ad elaborare conti consolidati. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 15 Le PMI: una galassia eterogenea Le PMI costituiscono all’interno dell’UE la stragrande maggioranza i d ll impresa, delle i nonché hé una primaria i i risorsa i occupazionale. La loro prevalenza nel settore manifatturiero è pari a circa 2,3 milioni di unità, ed anche se sono profondamente diffuse in tutto il territorio europeo, le PMI italiane sono circa il doppio di quelle della Francia e più del doppio di quelle di Germania, Spagna Regno Unito. Spagna, Unito Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 16 Le PMI e lo scenario europeo 2007-2012 È interessante osservare questo universo in tre fasi: - pre crisi - durante la crisi - post crisi Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 17 Le PMI: la fase pre-crisi Nel periodo 2000-2007 si è registrato a livello europeo un generale incremento del numero di piccole imprese. Tale crescita si lega agli sviluppi della globalizzazione commerciale i l e finanziaria fi i i che, h i i insieme aii constanti t ti e repentini sviluppi tecnologici, ha significativamente ampliato le opportunità pp disponibili p per le PMI. p La frammentazione del processo produttivo delle grandi, sempre più delocalizzato, delocalizzato ha facilitato lo sviluppo di piccole realtà le quali, da un punto di vista organizzativo sono riuscite a coniugare: - specializzazione produttiva; - buone competenze tecniche; - massima flessibilità. flessibilità Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 18 Le PMI e la crisi Con la crisi globale del 2008 le PMI sono state particolarmente colpite dalla congiuntura sfavorevole, poiché più esposte dei grandi gruppi agli effetti negativi. Le cause della L d ll maggiore i vulnerabilità l bilità sono: - le minori dimensioni; - la mancanza di diversificazione p per la concentrazione in nicchie; - la struttura finanziaria più debole; - la ridotta disponibilità di figure professionali altamente specializzate. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 19 Le fasi della crisi nelle PMI 1. Caduta degli scambi e della domanda che, interessando alcuni settori e grandi aziende, hanno travolto le PMI (crisi dell’industria automobilistica). 2 R 2. Rallentamento ll t t circolante. d li degli scambi bi = di i diminuzione i d denaro 3. Contrazione vendite + ritardo nei pagamenti = crisi di liquidità acuita dalla stretta creditizia (credit crunch) delle banche. banche 4. Assenza di liquidità in un momento in cui era necessario sostenere le attività. Dissesti industriali e cessazione di attività Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 20 Effetti della crisi La crisi esercita un duplice effetto: strutturale nazionale. Diviene Di i quindi i di necessario i promuovere all contempo: t - un’azione strutturale, diretta specificamente a colmare gli svantaggi gg p per le PMI,, politiche “su misura” per i singoli Paesi, rivolte a risolvere problematiche e criticità nazionali. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 21 Il recupero di importanza delle PMI L’importanza delle PMI nel tessuto produttivo, competitivo ed occupazionale dell dell’UE UE ha fatto sì che esse siano divenute un riferimento nelle politiche comunitarie, sempre più orientate a rafforzarne la competitività e ridurre id i nodi di critici iti i nella ll crescente t competizione ti i globale. l b l La Commissione Europea p nel 2008 è intervenuta con lo SBA – Small Business Act – un quadro operativo strategico a favore delle PMI tuttora in revisione. revisione Obiettivo primario dell’iniziativa è la creazione di un contesto favorevole alle PMI, che deve anzitutto rispondere al principio del “pensare in piccolo”. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 22 I 10 p principi p dello SBA per p l’Europa p I. Creare un contesto favorevole per le imprese e gratificante per lo spirito imprenditoriale II II. Offrire Off i una seconda d possibilità ibilità iin ttempii rapidi idi aglili iimprenditori dit i onesti ti che h abbiano bbi sperimentato uno stato di insolvenza III. Formulare regole conformi al principio “Think Small First” IV. Rendere le pubbliche amministrazioni permeabili alle esigenze delle PMI V. Adeguare l’intervento politico pubblico facilitando la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici VI. Agevolare l’accesso al credito delle PMI e sviluppare un contesto giuridico ed economico che favorisca la puntualità dei pagamenti nelle transazioni commerciali VII. Aiutare le PMI a beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico VIII. Promuovere l’aggiornamento delle competenze ed ogni forma di innovazione IX. Permettere alle PMI di trasformare le sfide ambientali in opportunità X. Incoraggiare e sostenere le PMI perché beneficino della crescita dei mercati 23 Interventi anticrisi dello SBA Gli interventi anticrisi possono essere ricondotti a 5 principali ambiti di intervento: sostegno ai mercati, sviluppo delle competenze e innovazione; aiuto nell’accesso al credito e ai finanziamenti; creazione di una regolamentazione più snella ed efficace; sviluppo dell’imprenditorialità; misure per l’occupazione e politiche sociali. I primi quattro punti sono il dettato dello SBA. L’ultimo punto interessa invece ogni “sistema Paese” e le specifiche ricadute sociali e occupazionali dell’attività imprenditoriale. I risultati delle azioni intraprese sono documentati in schede informative – denominate Fact Sheet - redatte dall dall’Unione Unione Europea per il monitoraggio sull’attuazione dello SBA. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 24 Sostegno ai mercati, sviluppo delle competenze e innovazione Gli interventi a supporto del mercato prevedono misure per incrementare le vendite, vendite favorendo rispettivamente: i consumi con: maggiori investimenti in spesa pubblica (sanità, educazione, tecnologie innovative, infrastrutture); riduzione fiscale; rimborso delle tasse profit profit-insensitive insensitive (IVA); aumento della liquidità delle imprese con riduzione dei ritardi della PA; - l’assistenza per l’internazionalizzazione delle imprese con: supporto finanziario all export; all’export; organizzazione fiere ed eventi promozionali; offerta di servizi informatici; creazione i di network t k d’impresa. d’i Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 25 Accesso al credito Tra gli interventi più significativi ricordiamo: la BEI nel periodo 2008-2011 ha predisposto 30 miliardi di euro per sostenere interventi pubblici a favore del credito; ricapitalizzazione del sistema bancario per aumentare le politiche di finanziamento alle PMI; meccanismo di conciliazione e risoluzione delle controversie per tutelare l’occupazione e la continuità aziendale. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 26 Semplificazione delle norme e delle procedure Tutti gli Stati hanno cercato di ridurre gli oneri b burocratici ti i e snellire lli lla regolamentazione. l t i È certamente l’obiettivo p più complicato p da raggiungere gg g (si pensi ad esempio alle procedure fallimentari che risultano ancora troppo lunghe.) Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 27 Stimolo all’imprenditorialità Gli ambiti di intervento principali sono: - aiuto economico per avvio o riapertura di un’impresa, p , soprattutto p orientati a soggetti gg p più “vulnerabili” quali giovani, donne, ….; - sostegno formativo per l’apprendimento tecniche di gestione della propria impresa; - promozione della cultura imprenditoriale mondo scolastico ed universitario. Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari di nelle 28 Supporto all’occupazione Gli interventi a supporto dell’occupazione si propongono di mantenere t gli li i investimenti ti ti effettuati, anche per poter rispondere ad un’auspicata p ripresa p del mercato e della domanda. - Riduzione del prelievo fiscale o dei contributi sociali - Estensione di alcuni ammortizzatori sociali (cassa integrazione g o riduzione delle ore lavorate)) - Fondi strutturali UE a sostegno ad investimenti di lungo periodo in innovazione e progresso tecnologico Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 29 Situazione Italia Mercato&Innovazione - Internazionalizzazione: più giorni degli altri per esportare t - Grado di istruzione terziaria inferiore in relazione alle competenze ed all’innovazione - Minore volontà alla cooperazione tra aziende - Inferiore l’utilizzo del mercato elettronico - Poco sfruttamento delle tecnologie pulite Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 30 Situazione Italia Credito e finanziamenti Valori sotto la media europea a causa di: - Ritardi medi nei pagamenti - Sottocapitalizzazione delle imprese - Difficoltà di accesso ai finanziamenti Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 31 Situazione Italia Regolamentazione Valori sotto la media europea a causa di: - costi troppo elevati per l’avvio di un’impresa e per l’attuazione dei contratti e/o alla / scarso sostegno g riapertura di attività da parte di imprenditori reduci da precedenti difficoltà; - grandi difficoltà negli appalti, per mancanza di: riduzione dei tempi pagamento p di p g facilitazione alla partecipazione delle PMI maggiore trasparenza più ampia concorrenza. concorrenza Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 32 Situazione Italia Imprenditorialità L’Italia risulta il Paese dove il desiderio di lavoro autonomo t è più iù alto lt di quello ll degli d li altri lt i Paesi P i europei. Purtroppo non esistono – fino ad ora – adeguate politiche di sostegno all’imprenditorialità Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 33 Situazione Italia Misure sociali Nonostante esistano delle differenze tra i vari Paesi, nessuno trascura t lle politiche liti h di tale t l ambito. bit L’Italia ha maggiormente gg preferito le p p politiche di CIG,, per preservare le competenze all’interno delle imprese. Tale obiettivo è stato perseguito negli altri Paesi attraverso la riduzione dell’orario di lavoro. Manca in Italia un’adeguata politica di cuneo fiscale Economia delle Aziende di Piccole e Medie dimensioni – A-A- 2012-2013 – Prof.ssa E.R.Ferrari 34