Doc 03 - psychiatry.univr.it

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Doc 03 - psychiatry.univr.it
Invited Paper
L’impatto sulla letteratura internazionale della produzione
scientifica dei ricercatori italiani, nelle discipline «psichiatria»
e «psicologia». Una valutazione bibliometrica
The impact on the international literature of the scientific production of Italian researchers,
in the disciplines «psychiatry» and «psychology». A bibliometric evaluation
GIORGIO BIGNAMI1, GIOVANNI DE GIROLAMO2, GIOVANNI A. FAVA3,
ALBERTO GASTON4, PIER LUIGI MOROSINI2, PAOLO PASQUINI5,
VINCENZO PASTORE6, MICHELE TANSELLA7
1
Laboratorio di Fisiopatologia d’Organo e Sistema, Istituto Superiore di Sanità, Roma
2
Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, Istituto Superiore di Sanità, Roma
3
Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna, Bologna
4
Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Età Evolutiva, Università di Roma “La Sapienza”, Roma
5
Dipartimento di Epidemiologia e Psicologia Clinica, Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IDI-IRCSS, Roma
6
Dipartimento di Salute Mentale, AUSL 6 di Livorno, Livorno
7
Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sezione di Psichiatria, Università di Verona, Verona
RIASSUNTO. Scopo — Presentare i risultati di un’analisi bibliometrica intesa a valutare l’impatto, nella letteratura internazionale, del contributo dei ricercatori e delle istituzioni italiane nelle aree disciplinari “psichiatria” e “psicologia”. Metodo
— L’analisi è stata effettuata utilizzando un database dell’Institute for Scientific Information (ISI). Il database comprende tutti i lavori scientifici che abbiano avuto come autore o coautore almeno un ricercatore operante in Italia e che siano stati pubblicati tra il 1981 e il 1998 nelle riviste di psichiatria e psicologia incluse nello Science Citation Index (SCI) e/o nel Social
Science Citation Index (SSCI). Sono stati presi in esame i lavori italiani e gli autori italiani più citati, le istituzioni scientifiche
italiane più produttive, le riviste scientifiche più utilizzate dai ricercatori italiani. Risultati — Le pubblicazioni nell’ambito della neuropsicologia, psicofarmacologia e psichiatria biologica sono risultate essere le più citate. Questa predominanza si riflette
anche sugli autori più citati, con l’inserimento tuttavia di discipline come la psicologia clinica e l’epidemiologia psichiatrica.
Le quattro università italiane più produttive risultano essere quelle che possiedono, oltre che una facoltà medica, anche una facoltà di psicologia. Il Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry e Psychopharmacology sono le due riviste maggiormente utilizzate dai ricercatori italiani. Conclusioni — I risultati di questo studio forniscono importanti indicazioni sulla ricerca italiana in psichiatria e in psicologia. A livello generale emerge l’utilità che questo tipo di dati può rivestire per identificare i lavori che hanno avuto un maggiore impatto (ad esempio, per un Ente che eroghi dei finanziamenti) e gli autori più citati (per una valutazione comparativa). A livello più specifico, emergono le aree ed i gruppi di ricerca più consolidati in ambito internazionale e quelli suscettibili di ulteriore crescita.
PAROLE CHIAVE: bibliometria, citazioni, impatto, psichiatria, psicologia.
Indirizzo per la corrispondenza: Professor M. Tansella, Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sezione di Psichiatria, Università
di Verona, Ospedale Policlinico, 37134 Verona.
Fax: +39 – 045-500.873
E-mail: [email protected]
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
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G. Bignami et al.
SUMMARY. Objective — The aim of the study was to present the results of a citation analysis concerned with the impact
of Italian researchers and institutions in psychiatry and psychology upon the international scientific community. Method —
The analysis has been performed using a database of the Institute for Scientific Information (ISI). All scientific papers which
were published between 1981 and 1998 in psychiatric and psychological journals included in the Science Citation Index (SCI)
and the Social Sciences Citation Index (SSCI) were considered. The most cited Italian papers, authors and institutions are reported, as well the most frequently utilised journals. Results — Publications concerned with neuropsychology, psychopharmacology and biological psychiatry were the most cited. This prevalence also affected the ranking of the most cited authors, even
though, in this case, research groups in disciplines such as clinical psychology and epidemiological psychiatry appeared to be
strong. The four most productive Italian Universities were characterized by the presence of both a School of Medicine and a
School of Psychology. The Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry and Psychopharmacology were the most frequent vehicles of scientific communication. Conclusions — The results entail important implications for Italian research in psychology and psychiatry. On a general level, these analyses appear to be helpful for monitoring scientific production by granting agencies and for comparing different individual researchers. On a more specific level the analysis has identified the leading trends in research of Italian psychiatry and psychology.
KEY WORDS: citation analysis, impact, psychiatry, psychology, research trends.
Ricevuto il 28.11.1999 - Accettato il 29.12.1999.
INTRODUZIONE
Per quanto riguarda le discipline mediche, psicologiche e sociali i criteri bibliometrici si basano sui lavori
scientifici inclusi nel SCI (Science Citation Index) e nel
SSCI (Social Sciences Citation Index), due catalogazioni che comprendono riviste scientifiche “di qualità” che,
tra l’altro, utilizzano, tutte, il sistema dei referee per la
selezione dei lavori da pubblicare, tra quelli inviati. Tali
riviste, che pubblicano prevalentemente in lingua inglese, riescono con la suddetta selezione a soddisfare specifici criteri di serietà scientifica, riservando lo spazio disponibile (che è sempre limitato ed è particolarmente conteso nelle riviste più importanti e prestigiose) ai migliori
tra i lavori inviati (che sono tanto più numerosi quanto
più prestigiosa è la rivista in questione). Delle 4500 riviste incluse nel SCI e nel SSCI circa 3000 possono essere
considerate riviste biomediche (Garfield, 1996b).
I dati contenuti nelle pubblicazioni dell’ISI fanno riferimento non solo ai lavori che sono pubblicati, ma anche al loro “destino” (il numero di citazioni che questi
lavori ricevono negli anni successivi). Il rapporto tra numero delle citazioni e numero dei lavori pubblicati è definito come “fattore d’impatto”. Il termine “impatto”, in
relazione al conteggio delle citazioni, fu usato per la prima volta da Garfield nel 1955, mentre il termine impact
factor è apparso per la prima volta nel 1963, sul volume
del Science Citation Index che riportava i dati delle pubblicazioni del 1961 (Garfield, 1996b).
L’analisi delle citazioni, che ha caratteristiche diverse in base al tipo di problema che si considera, permette di confrontare la produttività scientifica di diverse nazioni, Università, gruppi di ricerca ed anche di singoli
L’approccio bibliometrico
Negli ultimi anni hanno acquisito sempre maggiore
importanza i criteri bibliometrici per la valutazione della produttività scientifica. L’utilizzazione di questi criteri è resa possibile dalla disponibilità di un database,
creato e gestito dall’Institute for Scientific Information
(ISI) di Philadelphia, che comprende informazioni relative ai lavori che appaiono su circa 16000 pubblicazioni, tra riviste scientifiche internazionali, libri ed atti di
congressi, nelle diverse aree scientifiche, comprese le
scienze sociali, quelle umanistiche e le arti. La parte principale di questo database è quella relativa a circa 8000
riviste scientifiche. Tale numero è enorme, visto che è
stato dimostrato che un numero relativamente ridotto di
riviste pubblica la maggior parte dei risultati scientifici
importanti e significativi. Questo principio è noto come
la legge di Bradford (Garfield, 1979). Analisi recenti hanno confermato che 150 riviste pubblicano la metà di tutti i lavori citati ed un quarto di quanto è pubblicato e che
2000 riviste comprendono circa il 95% dei lavori citati
e l’85% dei lavori pubblicati (Garfield, 1996a). Ciascuna rivista, prima di essere inclusa nel database dell’ISI,
deve passare attraverso un processo di selezione che tiene conto di diversi parametri “di qualità”. Maggiori
informazioni al riguardo possono essere trovate sul sito
Web dell’ISI (www.isinet.com/shatshot/essays/easy9701.html), alla voce The ISI Database: The Journal
Selection Process.
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L’impatto sulla letteratura internazionale della produzione scientifica dei ricercatori italiani
ricercatori. I dati, con le opportune correzioni, permettono anche di valutare il ruolo specifico delle singole riviste scientifiche nel panorama della ricerca, ruolo espresso mediante l’impact factor (Fava, 1996a). Istituzioni di
vario tipo (governative, di ricerca, universitarie, fondazioni, industrie private) si rivolgono all’ISI per effettuare
analisi che possano monitorare la produttività scientifica di Istituti o Dipartimenti universitari, di ricercatori attivi sia in ambito universitario che industriale, di gruppi di ricerca, ecc. (Garfield, 1992a). L’ISI può anche aiutare, su richiesta, una singola Università o industria ad identificare i ricercatori più promettenti e rispondenti a specifiche esigenze, tra i quali operare una scelta (ad esempio,
nel processo di selezione del personale da assumere o dei
progetti di ricerca da finanziare), che tenga conto anche
di questi, oltre che di altri fattori. Questo sistema è frequentemente utilizzato negli Stati Uniti, in quanto il costo di queste analisi è irrisorio in rapporto ai rischi di un
“investimento sbagliato”. Anche nel nostro paese la nuova formulazione delle norme per il reclutamento dei ricercatori e dei professori universitari di ruolo pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale del 6 luglio 1998 fa riferimento
(art. 2) all’utilizzazione “di parametri riconosciuti in ambito scientifico internazionale” per le valutazioni comparative. Al momento, tuttavia, non esistono contratti di consulenza tra l’ISI e il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (Bayers, 1999).
Scopo di questo lavoro è presentare i risultati di un’analisi bibliometrica intesa a valutare l’impatto nella letteratura internazionale del contributo dei ricercatori e delle istituzioni italiane, nelle aree disciplinari “psichiatria”
e “psicologia”.
METODO
L’analisi del contributo dei ricercatori italiani, che fa
parte di un’attività di monitoraggio della produzione scientifica italiana nelle due aree summenzionate, è stata stimolata dalla discussione sui problemi degli accreditamenti
che ha avuto luogo nel Comitato Scientifico del Progetto Nazionale Salute Mentale (PNSM) dell’Istituto Superiore di Sanità. Allo scopo è stato utilizzato un database appositamente preparato da Nancy Bayers dell’ISI
nel primo trimestre del 1999. Il database comprende tutti i lavori scientifici che abbiano avuto come autore o
coautore almeno un ricercatore operante in Italia e che
siano stati pubblicati tra il 1981 e il 1998 nelle riviste di
psichiatria e psicologia incluse nel SCI o nel SSCI (alcune riviste, com’è noto, sono incluse in entrambi gli
elenchi). Le riviste sono quelle incluse sotto le voci “Psychiatry” e “Psychology” nei “Current Contents-Social
and Behavioral Sciences”, “Psychiatry” e “Clinical psychology” nei Current Contents-Clinical Medicine, “Neurosciences e Behaviour” nei Current Contents-Life Sciences. Come detto nell’Introduzione queste voci comprendono praticamente tutte le riviste internazionali più
accreditate e diffuse, sia nell’ambito della psichiatria e
dei suoi settori (nosografia, psicopatologia, psicofarmacologia, epidemiologia, ecc.) che della psicologia e dei
suoi settori (sperimentale, evolutiva, sociale, applicata,
clinica, ecc.). Esse comprendono anche numerose riviste meno accreditate, spesso con basso impact factor, e
ne escludono altre, secondo criteri di inclusione/esclusione che nella vasta fascia intermedia tra “eccellenza”
e “credito zero” non possono essere interamente oggettivi. Tuttavia questa distorsione di selezione, riguardando pubblicazioni che hanno un peso limitato sui risultati quantitativi basati sulla conta delle citazioni, appare
scarsamente rilevante rispetto ad altre, sulle quali si tornerà in sede di discussione.
Nella tabella I abbiamo riportato alcune delle riviste
da noi considerate. Si tratta delle prime 30 tra quelle per
le quali l’ISI ha calcolato un fattore di impatto e che sono incluse, nelle categorie “Psychiatry” e “Psychology”,
nel Journal Citation Reports. Esse sono elencate, in tabella I, in ordine decrescente di fattore di impatto.
La selezione degli articoli, basata sull’affiliazione de-
L’IMPATTO DELLA RICERCA
SCIENTIFICA ITALIANA NELL’AMBITO
DELLA PSICHIATRIA E DELLA PSICOLOGIA
Utilizzando il database dell’ISI relativo a tutte le riviste scientifiche di psicologia e psichiatria comprese in Current Contents-Social and Behavioral Sciences (19811996), Fava & Montanari (1998) hanno analizzato il contributo della ricerca italiana. Per quanto riguarda la psichiatria, l’Italia è al nono posto per numero di lavori e al
dodicesimo per impatto, mentre, per quanto riguarda la
psicologia, l’Italia risulta all’undicesimo posto per numero
di lavori e al decimo per quanto riguarda l’impatto. Le
posizioni dell’Italia sono dunque piuttosto modeste, ma
in linea con l’impatto della ricerca scientifica italiana, che
è decisamente insoddisfacente (Fava, 1996b). Basti pensare che soltanto in sei delle 93 discipline scientifiche
presenti nel database dell’ISI l’Italia ha un impatto superiore a quello della media mondiale (Fava & Montanari, 1998). Da questi dati complessivi non è possibile
tuttavia desumere il contributo delle singole istituzioni
nel quadro generale, né quello dei singoli ricercatori.
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Tabella I. - Le prime 30 riviste di psichiatria e psicologia incluse nel Journal Citation Reports elencate in ordine di Impact Factor (1998).
L’elenco completo delle riviste presenti nel database utilizzato è disponibile su richiesta.
N°
PSYCHIATRY
IMPACT FACTOR
N°
PSYCHOLOGY
IMPACT FACTOR
1.
Archives of General Psychiatry
9.40
1.
Psychological Review
8.24
2.
American Journal of Psychiatry
5.94
2.
Annual Review of Psychology
6.39
3.
Journal of Clinical Psychopharmacology
5.34
3.
Psychological Bulletin
6.35
4.
Molecular Psychiatry
4.76
4.
Cognitive Psychology
3.74
5.
Schizophrenia Bulletin
4.45
5.
Journal of Memory and Language
3.51
6.
Dementia
4.15
6.
Psychological Medicine
3.12
7.
Journal of Clinical Psychiatry
4.07
7.
Psychosomatic Medicine
3.05
8.
Journal of the American. Academy of Child
and Adolescent Psychiatry
8.
Cognitive Neuropsychology
2.90
3.73
9.
British Journal of Psychiatry
3.50
Journal of Experimental PsychologyLearning, Memory and Cognition
2.84
10.
Psychological Medicine
3.12
10.
Neuropsychologia
2.61
11.
Psychosomatic Medicine
3.05
11.
Psychophysiology
2.43
12.
Psychopharmacology
3.03
12.
13.
Journal of Neurology, Neurosurgery
and Psychiatry
Journal of Experimental PsychologyHuman Perception and Performance
2.41
2.94
13.
Psychotherapy and Psychosomatics
2.10
14.
Psychopharmacology Bulletin
2.59
14.
Quarterly Journal of Experimental Psychology 1.95
15.
Schizophrenia Research
2.50
15.
Journal of Studies on Alcohol
1.89
16.
Biological Psychiatry
2.40
16.
Neurobiology of Learning and Memory
1.84
17.
Pharmacopsychiatry
2.30
17.
Biological Psychology
1.80
18.
American Journal of Orthopsychiatry
2.27
18.
Journal of Comparative Psychology
1.74
19.
Psychotherapy and Psychosomatics
2.10
19.
Developmental Psychobiology
1.60
20.
Journal of Neuropsychiatry and Clinical
Neurosciences
20.
Psychosomatics
1.54
1.70
21.
Perception and Psychophysics
1.41
21.
Addiction
1.62
22.
Journal of Sport and Exercise Psychology
1.38
22.
Journal of Child and Adolescent
Psychopharmacology
1.61
23.
Journal of Clinical and Experimental
Neuropsychology
1.36
23.
Journal of Affective Disorders
1.59
24.
Developmental Neuropsychology
1.36
24.
Psychiatric Services
1.57
25.
25.
International Clinical Psychopharmacology
1.57
Journal of Experimental Psychology
(Animal)
1.27
26.
Acta Psychiatrica Scandinavica
1.56
26.
Journal of Gerontology (Psychology)
1.22
27.
Psychosomatics
1.54
27.
28.
Experimental and Clinical
Psychopharmacology
Quarterly Journal of Experimental
Psychology
1.22
1.51
29.
Drug and Alcohol Dependence
1.48
Zeitschrift fur Psychosomatische
Medizine und Psychologie
1.21
30.
Psychiatry Research
1.42
29.
International Journal of Psychophysiology
1.15
30.
International Journal of Eating Disorders
1.14
9.
28.
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
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L’impatto sulla letteratura internazionale della produzione scientifica dei ricercatori italiani
gli autori, non poteva (e non voleva) comprendere quelli pubblicati da ricercatori di nazionalità italiana operanti
all’estero, a meno che essi non avessero scritto il lavoro in collaborazione con istituzioni italiane. Sono stati
esclusi dal database anche i lavori scientifici di tipo psichiatrico e psicologico pubblicati in riviste non appartenenti al campo specifico (ad esempio, le riviste di medicina generale o specialistica e quelle multidisciplinari) e le citazioni relative. Questo criterio può ovviamente aver penalizzato alcuni ricercatori (ad esempio, quelli attivi in ambito psicosomatico) che pubblicano i loro
lavori psichiatrici e psicologici su riviste di medicina generale o specialistica. Può aver escluso anche una rilevante quota di citazioni che, anche se apparse su riviste
come Psychosomatic Medicine e Psychotherapy and
Psychosomatics (riviste incluse nel nostro database), sono relative ad articoli pubblicati su riviste che non appartengono alle aree psichiatrica e psicologica. Alcune
di queste riviste, come il New England Journal of Medicine, il JAMA, il Lancet, il British Medical Journal,
sono di grande prestigio. Ulteriori valutazioni che tengano conto anche di quelle riviste e di quelle citazioni
da noi escluse potranno essere fatte in futuro, in quanto
l’ISI è in grado di fornire l’elenco delle citazioni complete di ricercatori individuali, segnalati in modo specifico.I dati disponibili sono stati analizzati secondo le procedure correntemente utilizzate dall’ISI e con la consulenza e supervisione di Nancy Bayers. Il tipo d’analisi
ricalca quella pubblicata da Garfield (1992b) sulla ricerca
psicologica relativa al periodo 1986-1990.
Sono stati presi in esame:
1.I lavori italiani più citati;
2.Gli autori italiani più citati;
3.Le istituzioni italiane scientificamente più produttive;
4.Le riviste scientifiche più utilizzate dai ricercatori
italiani.
a molti altri. Per l’analisi che si riferisce ai lavori più citati abbiamo utilizzato un criterio restrittivo: il primo autore doveva essere italiano (questo criterio non è stato
poi applicato a successive analisi relative ad autori, istituzioni e riviste). La tabella II riporta le indicazioni dei
20 lavori italiani più citati (numero minimo di citazioni
= 70). Vengono riportate le citazioni effettive e quelle
attese. Quest’ultimo parametro si riferisce al numero medio delle citazioni che ha ricevuto un lavoro dello stesso tipo (rassegna, articolo, editoriale, ecc.), pubblicato
nella stessa rivista, nello stesso anno. Il parametro di citazioni attese è molto più preciso dell’impact factor, che
non tiene conto del tipo d’articolo. Quest’elenco, tuttavia, è fortemente discriminante a favore degli articoli più
datati e degli autori meno giovani, essendo ovvio che un
articolo uscito nel 1984 ha maggiore possibilità di essere citato rispetto ad uno del 1994. Infatti, tutte le prime
20 pubblicazioni (tranne la dodicesima) sono uscite negli anni '80. Si può notare la preponderanza dei lavori di
neuropsicologia (12 dei 20 e 7 dei primi 10). La psicofarmacologia (6) e la psichiatria biologica (2) completano il quadro. Sono queste le aree più fertili della ricerca italiana? Anche se analizziamo i lavori più citati
per ogni singolo anno il quadro non si modifica sostanzialmente (tabella III). Sono la neuropsicologia, la psicofarmacologia e la psichiatria biologica a dominare il
campo, con un’unica “intrusione” della psicologia clinica nel 1996.
Un altro modo di guardare alle pubblicazioni con maggiore impatto nell’ambito scientifico internazionale, riguarda la loro inclusione negli hot papers dell’ISI. Con
questo termine si indicano i lavori che, subito dopo la
loro pubblicazione, si distinguono per l’alto numero di
citazioni. Solo cinque lavori italiani sono stati inclusi,
tra il 1981 ed il 1998, fra gli hot papers dell’ISI. Essi
sono elencati nella tabella IV. Questi lavori riguardano
la neuropsicologia (2), la psicofarmacologia, la psicosomatica e la psicologia clinica. Ricordiamo che non necessariamente gli hot papers sono i lavori che vengono
successivamente più citati; infatti i due hot papers del
1995 non sono stati poi quelli più citati di quell’anno
(tabella IV).
RISULTATI
I lavori italiani più citati (1981-1998)
Un singolo lavoro può essere esclusivamente italiano
(nel senso precedentemente definito) o può risultare dalla collaborazione di ricercatori sia italiani sia stranieri.
In quest’ultimo caso il contributo del/dei ricercatore/i italiano/i può essere variabile: da primo autore (con una ricerca quindi presumibilmente svolta in Italia, ovvero svolta all’estero, ma con un distacco solo temporaneo dall’istituzione italiana d’appartenenza) a coautore accanto
Gli autori italiani più citati
Il database permette di identificare gli autori italiani
più citati nelle riviste di psichiatria e psicologia. In teoria è possibile calcolare anche l’impatto, cioè il rapporto tra citazioni e numero di lavori. Questo è tuttavia un
parametro non utilizzato, in quanto penalizza gli autori
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G. Bignami et al.
Tabella II. - I lavori italiani più citati (1981-1998) tra quelli pubblicati su riviste di psichiatria e psicologia incluse nel SCI e/o nel SSCI.
Ranking
Citazioni effettive
Citazioni attese
Lavoro
1
190
92
Borsini F, Meli A: Is the forced swimming test a suitable model
for revealing antidepressant activity? Psychopharmacology 94: 147, 1988
2
137
33
Rizzolatti G, Riggio L, Dascola I, Umiltà C: Reorienting attention across the
horizontal and vertical meridians. Neuropsychologia 25: 31, 1987
3
126
30
Sartori G, Job R: The oyster with 4 legs. A neuropsychological study on the
interaction of visual and semantic information. Cognitive Neuropsychology
5: 105, 1988
4
118
52
Vallar G, Baddeley A: Fractionation of working memory. Journal of Verbal
Learning 23: 151, 1984
5
106
23
Carboni E, Acquas E, Leore P, Di Chiara G: 5HT3 receptor antagonists block
morphine–induced and nicotine–induced reward. Psychopharmacology 97: 175,
1989
6
103
18
Placidi GF, Lenzi A, Lazzerini F, Cassano GB, Akiskal HS:
The comparative efficacy and safety of carbamazepine versus lithium.
Journal of Clinical Psychiatry 47: 490, 1986
7
101
32
Bisiach E, Vallar G, Perani D, Papagno C, Berti A: Unawareness of disease
following lesions of the right hemisphere. Neuropsychologia 24: 471, 1986
8
101
101
Vallar G, Perani D: The anatomy of unilateral neglect after
right-hemisphere stroke lesions. Neuropsychologia 24: 609, 1986
9
99
23
Silveri MC, Giannotti G: Interaction between vision and language in
category specific semantic impairment. Cognitive Neuropsychology 5: 677,
1988
10
92
27
Bisiach E, Capitani E, Luzzati C, Perani D: Brain and conscious representation of outside reality. Neuropsychologia 19: 543, 1981
11
87
26
Basso A, Capitani E, Laiacona M: Progressive language impairment without
dementia. Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry 51: 1201, 1988
12
84
35
Di Chiara G: The role of dopamine in drug-abuse. Drug and Alcohol
Dependence 38: 95, 1995
13
81
33
Vallar G, Baddeley A: Phonological short-term store, phonological processing and sentence comprehension. Cognitive Neuropsychology 1: 121, 1985
14
80
22
Carli M, Samanin R: Potential anxiolytic properties of 8-hydroxy-2-(di-n propylamino) tetralin, a selective serotonin 1A receptor agonist.
Psychopharmacology 94: 84, 1988
15
80
26
Mennini T, Garattini S, Caccia S: Anoretic effect of fenfluramine isomers
and metabolites. Psychopharmacology 85: 111, 1985
16
79
13
Vita A, Sacchetti E, Valvassori G, Cazzullo CL: Brain in schizophrenia.
Acta Psychiatrica Scandinavica 78: 618, 1988
17
75
33
Tassinari G, Aglioti S, Chelazzi L, Marzi CA, Berlucchi G: Distribution of
the visual-field of the costs of voluntarily allocated attention and of the
inhibitory effects of cover orienting. Neuropsychologia 25: 55, 1987
18
74
29
Gentilini M, Nichelli P, Schoenhuber R, Bortolotti P, Tonelli L, Falasca A,
Merli GA: Neuropsychological evaluation of mild-head injury. Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry 48: 137, 1985
19
73
34
Kemali D, Del Vecchio M, Maj M: Increased noradrenalin levels in CSF and
plasma of schizophrenic patients. Biological Psychiatry 17: 711, 1982
20
70
26
Gentilini M, De Renzi E, Crisi G: Bilateral paramedian thalamic artery
infarcts. Report of 8 cases. Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry
50: 900, 1987
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
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L’impatto sulla letteratura internazionale della produzione scientifica dei ricercatori italiani
Tabella III. - I lavori italiani più citati, tra quelli pubblicati su riviste di psichiatria e psicologia incluse nel SCI e/o nel SSCI. Per ciascun anno di pubblicazione, negli anni compresi tra il 1981 e il 1996, è stato selezionato il lavoro più citato.
Anno
Numero di citazioni
Citazioni attese
Lavoro
1981
92
27
Bisiach E, Capitani E, Luzzati C, Perani D: Brain and conscious representation of
outside reality. Neuropsychologia 19: 543, 1981
1982
73
34
Kemali D, Del Vecchio M, Maj M: Increased noradrenalin levels in CSF and plasma of schizophrenic patients. Biological Psychiatry 17: 711, 1982
1983
64
22
Baggio G, Ferrari F: The role of dopaminergic receptors in the behavioral effects
induced by lisuride in male rats. Psychopharmacology 80: 38, 1983
1984
118
52
Vallar G, Baddeley A: Fractionation of working memory. Journal of Verbal
Learning 23: 151, 1984
1985
80
26
Mennini T, Garattini S, Caccia S: Anorectic effect of fenfluramine isomers and
metabolites. Psychopharmacology 85: 111, 1985
1986
103
18
Placidi GF, Lenzi A, Lazzerini F, Cassano GB, Akiskal HS: The comparative
efficacy and safety of carbamazepine versus lithium. Journal of Clinical Psychiatry 47: 490, 1986
1987
137
33
Rizzolatti G, Riggio L, Dascola I, Umiltà C: Reorienting attention across the
horizontal and vertical meridians. Neuropsychologia 25: 31, 1987
1988
190
92
Borsini F, Meli A: Is the forced swimming test a suitable model for revealing
antidepressant activity? Psychopharmacology 94: 147, 1988
1989
106
23
Carboni E, Acquas E, Leore P, Di Chiara G: 5HT3 receptor antagonists block morphine–induced and nicotine–induced reward. Psychopharmacology 97: 175, 1989
1990
66
21
Rossi A, Stratta P, Dalbenzio L, Tartaro A, Schiazza G, Dimichele V, Bolino F,
Casacchia M: Reduced temporal lobe areas in schizophrenia. Biological Psychiatry 26: 61, 1990
1991
57
20
Marzi CA, Bisiacchi P, Nicoletti R: Is the interemispheric transfer of visual information asymmetric? Neuropsychologia 34: 4, 1991
1992
57
21
Berti A, Rizzolatti G: Visual processing without awareness. Journal of Cognitive
Neuroscience 4: 345, 1992
1993
51
15
Catalano M, Nobile M, Novelli E, Notheum M, Smeraldi E: Distribution of a
novel mutation in the first axon of the human dopamine D4 receptor gene in psychotic patient. Biological Psychiatry 34: 459, 1993a
1994
67
8
Frisoni GB, Calabresi L, Geroldi C, Bianchetti A, D’Acquarica AL, Govoni S,
Sirteri CF, Trabucchi M, Franceschini G: Alipoprotein-e- epsilon 4 allele in
Alzheimer’s disease and vascular dementia. Dementia 5: 240, 1994
1995
84
35
Di Chiara G: The role of dopamine in drug-abuse. Drug and Alcohol Dependence
38: 95, 1995
1996
33
4
Fava GA: The concept of recovery in affective disorders. Psychotherapy and
Psychosomatics 65: 2, 1996
che pubblicano anche tipi di lavori (come recensioni, lettere o brevi editoriali, che per lo più vengono spesso scritti su invito dell’Editor della rivista, dunque rappresentano un implicito riconoscimento di autorevolezza scientifica), che hanno minore possibilità di essere citati.
La tabella V indica i 100 autori italiani più citati, con
accanto la loro più recente affiliazione scientifica. Il numero più alto di citazioni è attribuito ad un neuropsicologo (Vallar), seguito da uno psicologo clinico (Fava) e
da uno psichiatra (Maj). Gli altri autori appaiono netta-
mente più staccati. La classifica conferma in generale il
forte peso di sub-aree come la neuropsicologia, la psicofarmacologia e la psichiatria biologica, mentre minore impatto hanno discipline come la psichiatria epidemiologica e sociale. E’ da notare che nella classifica compaiono anche autori le cui ricerche non si svolgono
esclusivamente nell’area psicologica e psichiatrica, ma
in aree affini come la neurologia e la farmacologia. Sono inoltre presenti anche due ginecologi (F. Facchinetti
e A.R. Genazzani) con pubblicazioni in ambito psicoso-
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
17
G. Bignami et al.
Tabella IV. - I lavori italiani inclusi dall’Institute for Scientific Information (ISI) fra gli hot papers, nel periodo 1981-1998.
Anno
Citazioni
effettive
Citazioni
attese
Lavoro
1987
137
33
Rizzolatti G, Riggio L, Dascola I, Umiltà C: Reorienting attention across the
horizontal and vertical meridians. Neuropsychologia 25: 31, 1987
1988
126
30
Sartori G, Job R: The oyster with 4 legs. A neuropsychological study on the interaction of visual and semantic information. Cognitive Neuropsychology 5: 105, 1988
1995
39
15
Piccinelli M, Pini S, Bellantuono C, Wilkinson G.: Efficacy of drug treatment in
obsessive-compulsive disorders. British Journal of Psychiatry 166: 424, 1995
1995
28
9
Fava GA, Freyberger H, Bech P, Christodoulou GN, Sensky T, Theorell T, Wise
TN: Diagnostic criteria for use in psychosomatic research. Psychotherapy and Psychosomatics 63: 1, 1995
1996
33
4
Fava GA: The concept of recovery in affective disorders. Psychotherapy and
Psychosomatics 65: 2, 1996
matico. In questi casi è evidente che i lavori presenti costituiscono solo una parte della loro produzione scientifica, in grado comunque di sopravanzare quella di molti altri ricercatori attivi in ambito strettamente psicologico e psichiatrico. Questa classifica è indipendente dalla posizione degli autori nelle pubblicazioni.
Ciascuno dei 100 autori italiani più citati nelle riviste
di psichiatria e psicologia può essere attribuito, in base
ai suoi interessi scientifici prevalenti, oltre che alla sua
formazione professionale, ad una sub-area di ricerca
(psichiatria, psicologia clinica, psicologia generale, ecc.).
E’ ovvio che tale attribuzione, in particolare per i ricercatori che operano in aree o sub-aree di confine, quindi
in qualche modo sovrapponibili, è, almeno in parte, arbitraria. Essa tuttavia può essere utile per avere un’idea
della distribuzione, tra varie sub-aree, della produttività
scientifica misurata con il criterio delle citazioni sopra
specificato.
La tabella VI riporta la percentuale dei 100 ricercatori italiani della tabella V che appartengono a ciascuna
delle sub-aree da noi utilizzate nella classificazione. Come si può vedere quelli più rappresentati sono gli psichiatri (34%), seguiti dai neurologi (16%) e dai neuropsicofarmacologi (15%).
Abbiamo anche analizzato che cosa succede ai 20 più
citati, qualora noi consideriamo solo le pubblicazioni in
cui compaiono in prima posizione e che quindi presumibilmente riflettono sia l’originalità del contributo che
il maggior impegno (tabella VII). La classifica cambia
notevolmente: Vallar perde il primato e molti altri autori (Cassano, Umiltà, Smeraldi, Casacchia, Bellodi, ecc.)
scendono di molte posizioni. Questo evidenzia come siano possibili (all’interno però di una linea d’eccellenza)
modifiche considerevoli in rapporto ai criteri utilizzati.
Le istituzioni italiane scientificamente
più produttive
La tabella VIII riporta le istituzioni italiane che hanno prodotto più citazioni nelle aree della psichiatria e
della psicologia. Anche se è l’Università di Padova ad
aver prodotto il numero più alto di lavori, è quella di Milano ad aver ottenuto il numero più alto di citazioni. E’
riportato anche l’impatto medio per un lavoro prodotto
dalla singola istituzione. Occorre tuttavia sottolineare che
l’impatto non è attendibile per le Università o le istituzioni scientifiche che abbiano prodotto meno di 100 lavori. Con questa precauzione, suggerita dall’ISI, si può
osservare come sia l’Università di Cagliari ad avere
l’impatto più elevato, seguita da Parma, Milano, Modena, Bologna, Napoli e Verona. Questi dati però possono
essere fortemente influenzati da ricercatori individuali
che vi operano. Ad esempio, senza le pubblicazioni rispettivamente del secondo e del terzo autore in tabella
V, le Università di Bologna e di Napoli scendono, la prima a 1524 citazioni e a 267 lavori (impatto ridotto da
7.36 a 5.71) e la seconda a 890 citazioni e a 162 lavori
(impatto ridotto da 7.30 a 5.49) e così via.
Le riviste scientifiche più utilizzate
dai ricercatori italiani
La tabella IX riporta le riviste più utilizzate dai ricercatori italiani per la pubblicazione dei loro lavori, nell’ambito della psichiatria e della psicologia. Si nota una
netta prevalenza del Journal of Neurology, Neurosurgery
and Psychiatry e di Psychopharmacology. I lavori italiani in queste riviste generano un alto numero di cita-
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
18
L’impatto sulla letteratura internazionale della produzione scientifica dei ricercatori italiani
Tabella V. - Gli autori italiani più citati (nel periodo 1981-1998) sulle riviste di psichiatria e psicologia incluse nel SCI e/o nel SSCI.
Ranking
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
48.
49.
50.
Numero
di citazioni
1247
1214
1044
849
818
703
638
588
561
560
557
525
519
508
480
479
475
474
462
427
426
416
407
402
399
383
365
361
346
343
341
341
332
332
330
329
327
317
314
307
301
295
294
292
277
273
273
270
265
265
Autore
Sede
di lavoro
Vallar G
Roma
Fava GA
Bologna
Maj M
Napoli
Cassano GB
Pisa
Umiltà C
Padova
Smeraldi E
Milano
Casacchia M
L’Aquila
Rossi A
L’Aquila
Bellodi L
Milano
Perani D
Milano
Di Chiara G
Cagliari
Faravelli C
Firenze
Stratta P
L’Aquila
Rizzolatti G
Parma
Kemali D
Napoli
Castellano C
Roma
Tansella M
Verona
Bisiach E
Torino
Perugi G
Pisa
Puglisi-Allegra S Roma
Gainotti G
Roma
Garattini S
Milano
Samanin R
Milano
Grandi S
Bologna
Cabib S
Roma
Silveri NC
Roma
Brambilla F
Milano
Borsini F
Milano
Manfredi M
Brescia
Scarone S
Milano
Capitani E
Milano
De Leo D
Padova
Alleva E
Roma
Trabucchi M
Roma
Gessa GL
Cagliari
Meli A
Firenze
Cazzullo CL
Milano
De Renzi E
Modena
Job R
Padova
Papagno C
Milano
Parmigiani S
Parma
Berardelli A
Roma
Basso A
Milano
Vita A
Milano
Nicoletti R
Urbino
Musetti L
Pisa
Pirozzi R
Napoli
Scotti G
Bosisio
Carboni E
Cagliari
Marzi CA
Verona
Numero
di lavori
Ranking
41
105
103
97
60
83
59
66
76
22
24
36
49
23
43
41
61
19
38
50
35
18
17
34
47
26
15
15
19
56
22
49
41
48
21
9
39
15
27
20
42
12
18
33
19
23
14
10
5
18
51.
52.
53.
54.
55.
56.
57.
58.
59.
60.
61.
62.
63.
64.
65.
66.
67.
68.
69.
70.
71.
72.
73.
74.
75.
76.
77.
78.
79.
80.
81.
82.
83.
84.
85.
86.
87.
88.
89.
90.
91.
92.
93.
94.
95.
96.
97.
98.
99.
100.
Numero
di citazioni
262
262
262
261
255
251
250
248
247
246
244
244
243
243
238
237
237
235
235
234
230
226
222
222
221
221
218
217
213
212
211
211
210
208
206
203
203
201
198
193
192
190
184
183
183
181
180
180
179
178
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
19
Autore
Berti A
Laiacona M
Riggio L
Caprara GV
Starace F
Inghilleri M
Gasperini M
Perna G
Lugaresi E
Tabossi P
Abruzzese M
Altamura AC
Bressi S
Invernizzi G
Mennini T
Dallolio R
Gandolfi O
Gentilini M
Sartori G
Battaglia M
Macciardi F
Sacchetti E
Birbaumer N
Dimichele V
Catalano M
Montanaro N
Nichelli P
Tondo L
Viviani P
Bellantuono C
Caccia S
Favale E
Gallucci M
Cappa SF
Vallortigara G
Musicco M
Villa G
Ladavas E
Laviola G
Placidi GF
Facchinetti F
Fazio F
Bianchetti A
Genazzani AR
Tassinari G
Marazziti D
Acquas E
Semenza C
Pallanti S
Zoccolotti P
Sede
di lavoro
Milano
Verona
Parma
Roma
Napoli
Roma
Milano
Milano
Bologna
Trieste
Milano
Milano
Milano
Milano
Milano
Bologna
Bologna
Modena
Padova
Milano
Milano
Brescia
Padova
L’Aquila
Milano
Bologna
Modena
Cagliari
Milano
Verona
Milano
Genova
Roma
Modena
Udine
Milano
Roma
Bologna
Roma
Pisa
Modena
Brescia
Brescia
Modena
Bologna
Pisa
Cagliari
Padova
Firenze
Roma
Numero
di lavori
8
18
9
52
17
8
28
33
16
22
21
30
12
33
7
16
16
6
20
30
27
21
35
22
17
12
19
15
11
17
6
17
11
22
36
10
8
18
21
14
22
18
27
18
13
55
3
48
19
20
G. Bignami et al.
Tabella VI. - I 100 autori italiani più citati (nel periodo 1981-1998)
nelle riviste di psichiatria e psicologia, per sub-area di appartenenza.
Sub-area
Numero di ricercatori compresi
nella lista dei 100 più citati
Psichiatria
34
Neurologia
16
Neurofisiologia
Neuropsicofarmacologia
2
15
Farmacologia
2
Neuroendocrinologia
1
Psicologia generale
10
Neuropsicologia
11
Psicologia clinica
2
Psicobiologia
4
Altre
3
Totale
Tabella VII. - I venti autori italiani più citati (nel periodo 1981-1998)
sulle riviste di psichiatria e psicologia incluse nel SCI e/o nel SSCI.
Sono state considerate solo le pubblicazioni in cui compaiono come
primi autori.
100
zioni, anche se è Neuropsychology – con un numero medio di 14.66 citazioni – a generare relativamente il maggior numero di citazioni. Degne di nota sono anche le
citazioni che derivano dal Journal of Affective Disorders,
dagli Acta Psychiatrica Scandinavica e dal British Journal of Psychiatry. Perceptual and Motor Skills ospita un
gran numero di lavori italiani, che però hanno uno scarso impatto (come d’altronde anche gli altri pubblicati da
quella rivista, il cui basso valore di impact factor corrisponde alla considerazione della quale la rivista gode tra
i ricercatori).
Ranking
Numero
di citazioni
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
1022
657
562
409
404
399
274
262
218
195
152
133
118
102
99
90
86
78
71
41
Autore
Fava GA
Maj M
Vallar G
Rossi A
Faravelli C
Bisiach E
Castellano C
Cassano GB
Kemali D
Rizzolatti G
Smeraldi E
Tansella M
Di Chiara G
Umiltà C
Bellodi L
Perugi G
Puglisi-Allegra S
Casacchia M
Stratta P
Perani D
Numero
di lavori
83
47
20
28
29
16
15
20
16
14
14
18
5
11
7
13
18
5
15
3
tish Medical Journal, ad esempio, pubblica solo il 14%
dei lavori inviati e, per fare questa selezione, utilizza un
pool di circa 4000 referee (Editorial, 1998). A più forte
ingrandimento, tuttavia, la relazione appare assai più complessa. Da un lato, infatti, alcune riviste hanno scelto di
aumentare, spesso in modo assai vistoso, il numero di
pagine pubblicate, mentre altre si sono imposte un calmiere e in diversi casi sono rimaste per lungo tempo a
volume pressoché costante. D’altro canto, i dati riguardanti il folto gruppo di riviste dell’American Psychological Association mostrano che, pur applicando criteri
sostanzialmente omogenei nelle diverse sub-aree e tipologie, il numero di lavori respinti può variare assai notevolmente da una rivista all’altra (da 28% a 92% nella
gestione 1998) (Editorial, 1999).
La selezione degli articoli avviene, in tutte le riviste
qualificate, con il sistema della peer review. Poiché i revisori vengono scelti dall’Editor della rivista, al quale
spetta poi il giudizio finale, è evidente il ruolo chiave
che l’Editor esercita nella messa a punto degli standard
della rivista in questione. Ovviamente gli Editor non sono infallibili. Michael Shepherd ha ricordato al riguardo la pungente definizione degli Editor delle riviste
scientifiche, data da Adlai Stevenson: “persone che separano il grano dalla paglia e pubblicano la paglia”
(Shepherd, 1986).
DISCUSSIONE
Nonostante il recente, tumultuoso sviluppo della comunicazione “elettronica” (e-mail, Internet, lavori pubblicati sulla rete invece che sulle riviste tradizionali), il
metodo preferito di comunicare i risultati della ricerca
scientifica rimane quello di pubblicarli sulle riviste più
accreditate (Cicchetti, 1993; Wessely, 1996). Le suddette
riviste, a loro volta, per garantire uno standard elevato,
fanno una selezione degli articoli ricevuti che è tanto più
severa quanto più elevato è il rapporto tra numero dei
suddetti articoli e spazio disponibile. Come si è detto esiste una relazione diretta tra prestigio della rivista e numero di lavori che essa riceve per un’eventuale pubblicazione, visto che l’obiettivo dei ricercatori è (o dovrebbe
essere) quello di far apparire i risultati delle loro ricerche sulle riviste più diffuse, più lette e prestigiose. Il Bri-
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
20
L’impatto sulla letteratura internazionale della produzione scientifica dei ricercatori italiani
Tabella VIII. - Istituzioni italiane, in ordine progressivo rispetto al numero di citazioni prodotte (nel periodo 1981-1998) sulle riviste di psichiatria e psicologia incluse nel SCI e/o nel SSCI. Tra parentesi sono indicati gli impatti di istituzioni con un numero inferiore ai 100 lavori.
Le Università nelle quali esiste una Facoltà di Psicologia sono indicate con un asterisco.
Ranking
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
Istituzioni
Università di Milano (*)
Università di Padova (*)
Università di Roma “La Sapienza” (*)
Università di Bologna (*)
CNR
Università di Napoli
Università di Parma (*)
Università di Verona
Università di Cagliari
Università Cattolica, Roma
Università di Pisa
Istituto Mario Negri, Milano
Università di Modena
Università di Firenze (*)
Università di Trieste (*)
Università dell’Aquila
Università di Genova
San Raffaele, Milano (*)
Università di Torino
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Università di Pavia
Istituto Neurologico Besta, Milano
Università di Roma Tor Vergata
A. Menarini
Università di Siena
Ospedale P. Pini, Milano
Università di Sassari
Università di Perugia
Università di Bari
Università di Catania
Università di Brescia
Università di Messina
Università di Udine
Università di Ferrara
Università di Palermo (*)
Università di Trento
ll sistema della peer review in più occasioni è stato,
a sua volta, sottoposto a revisione. Pierie & Overbeke
(1999) hanno identificato ben 80 studi, quasi tutti retrospettivi, che riportavano i risultati di ricerche sistematiche sulla qualità delle suddette review. Più recentemente Howard & Wilkinson (1998) hanno pubblicato i risultati di uno studio prospettico di concordanza tra Referee ed Editor sui giudizi espressi sui lavori inviati per
la pubblicazione al British Journal of Psychiatry, concludendo che Referee ed Editor tendono ad avere un buon
accordo sui lavori da rifiutare, mentre l’accordo è meno
buono per quanto riguarda quelli da pubblicare. In sintesi, si può affermare che, nonostante il sistema della peer
review si sia dimostrato criticabile e non sempre atten-
Citazioni
Lavori
Impatto
5922
4392
3341
2738
2502
1934
1775
1409
1313
1303
1257
1196
1163
937
712
712
660
625
589
573
571
539
485
348
325
310
289
279
269
241
227
193
156
150
121
108
693
823
660
372
394
265
205
198
133
164
228
84
150
173
157
73
147
76
130
100
100
53
87
13
79
38
24
40
47
55
48
35
42
42
44
19
8.55
5.34
5.06
7.36
6.35
7.30
8.56
7.12
9.87
7.95
5.51
(14.23)
7.75
5.42
4.54
(9.75)
4.49
(8.22)
4.53
5.73
5.71
(10.17)
(5.57)
(26.77)
(4.11)
(8.16)
(12.0)
(6.97)
(5.72)
(4.38)
(4.73)
(5.51)
(3.71)
(3.57)
(2.75)
(5.68)
dibile (soprattutto per quanto riguarda la valutazione dell’importanza degli studi sottoposti al giudizio dei referee e la qualità dei metodi impiegati – Cicchetti, 1991;
Goldman, 1994 –, mentre l’accordo tra Referee su misure più globali, come il giudizio sull’opportunità di accettare o rifiutare l’articolo, è risultato invece soddisfacente), esso rimane il sistema migliore per selezionare i
lavori da pubblicare e le ricerche scientifiche da finanziare (Wessely, 1996).
Altra questione sulla quale è tuttora aperto il dibattito è quella della rilevanza del “fattore di impatto” delle
riviste scientifiche. Non mancano al riguardo posizioni
critiche, sostenute da analisi accurate dei dati (Seglen,
1997). Eugene Garfield, l’ideatore del Science Citation
Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 9, 1, 2000
21
G. Bignami et al.
Tabella IX. - Riviste di psichiatria e psicologia incluse nel SCI e/o nel SSCI in cui, nel periodo 1981-1998, hanno pubblicato maggiormente i
ricercatori italiani.
Ranking
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Rivista
Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry
Psychopharmacology
Perceptual and Motor Skills
Physiology and Behavior
Perception
Neuropsychologia
Acta Psychiatrica Scandinavica
Giornale di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva
Neuropsychobiology
International Journal of Psychology
Aggressive Behavior
Biological Psychiatry
Progress in Neuropsychopharmacology and Biological Psychiatry
Psychotherapy and Psychosomatics
International Journal of Psychophysiology
Journal of Affective Disorders
Psychiatry Research
Brain and Language
British Journal of Psychiatry
Journal of Clinical and Experimental Neuropsychology
Numero
Lavori
Numero
di citazioni
Numero
medio di
citazioni
Impact
factor*
416
258
239
177
175
166
147
141
133
131
114
113
113
99
96
87
87
84
82
82
4338
3147
467
1306
346
2434
1365
26
623
43
319
817
486
578
168
972
608
622
742
242
10.43
12.20
1.95
7.38
1.98
14.66
9.29
0.18
4.68
0.33
2.86
7.23
4.30
5.84
1.75
11.17
6.99
7.40
9.05
2.95
2.93
2.60
0.25
1.24
1.00
2.06
1.59
–**
0.85
0.48
1.63
2.48
0.89
1.58
1.09
2.06
1.49
1.40
3.39
1.20
* Journal Citation Reports (Science Citation Index and Social Sciences Citation Index) del 1996.
** Incluso nel SSCI per qualche anno. Non più presente nel 1996.
psicofarmacologia (che, al pari delle ricerche di psicofarmacologia, sono spesso finanziate e sostenute in modo massiccio dall’industria farmaceutica) abbiano sostituito, nelle prime posizioni, molte riviste di psichiatria generale, confermando il fatto che i lavori di psichiatria biologica sono citati più frequentemente dei lavori psicodinamici e, aggiungiamo noi, di quelli di psichiatria epidemiologica e sociale. Porta (1996) ha messo in guardia sui rischi di utilizzare solo i dati dell’ISI
nell’esprimere un giudizio sulla rilevanza delle riviste
del settore public health e quindi dei lavori pubblicati
su quelle riviste.
Infine, dobbiamo sottolineare altri limiti di questa
ricerca bibliometrica. Il primo è quello, già ricordato,
di aver escluso dalla nostra analisi sia riviste mediche
generali come il New England Journal of Medicine o
il Lancet, sia riviste interdisciplinari come Nature,
Science o PNAS sulle quali compaiono talora articoli
“psichiatrici” e “psicologici”. Per quanto riguarda il raffronto tra ricercatori è dubbio che questa esclusione abbia introdotto una distorsione significativa. Infatti, è difficile immaginare che ricercatori abbiano pubblicato articoli di psichiatria o psicologia sul New England Journal of Medicine e non, nello stesso lungo periodo da
Index, dopo aver messo in guardia dai rischi della “mistica” della selezione delle riviste da includere nel Current Contents ed aver consigliato grande cautela nell’utilizzare questo indicatore per giudicare la qualità
scientifica dei lavori e soprattutto dei ricercatori, riporta
i risultati di una ricerca condotta su 10 riviste mediche
di gran prestigio, lungo un arco di tempo di 14 anni, e
conclude che appare dimostrato che “l’impact factor riflette l’abilità delle riviste e degli editori di attrarre i
lavori scientifici migliori” (Garfield, 1996b). Una conclusione simile è stata raggiunta da Howard & Wilkinson (1997), che hanno analizzato l’andamento dell’impact factor delle riviste psichiatriche negli ultimi anni.
Essi, dopo aver messo in evidenza le limitazioni che
hanno i dati relativi alle citazioni (è noto ad esempio
che le revisioni della letteratura sono citate più degli
altri lavori, soprattutto di quelli più specialistici; che
riviste con un basso impact factor possono ciononostante
essere molto lette ed essere considerate importanti dalla comunità scientifica e clinica internazionale; che il
numero di citazioni dipende, oltre dalla qualità dei lavori, anche dalla reputazione degli autori e dal tema
trattato dal lavoro - i temi controversi sono più citati),
hanno dimostrato come, negli ultimi anni, le riviste di
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L’impatto sulla letteratura internazionale della produzione scientifica dei ricercatori italiani
noi preso in considerazione (18 anni), anche sulle riviste psichiatriche e psicologiche.
Il secondo limite riguarda l’esclusione dall’analisi bibliometrica di libri e capitoli di libri. Anche in questo caso, almeno per quanto riguarda i libri che riportano e riassumono i risultati di ricerche che hanno analizzato dati,
vale la considerazione fatta sopra. Resta il fatto che gli autori di “saggi” e di volumi teorici sono stati penalizzati.
Un terzo limite è legato alla inclusione della categoria Neurosciences nel Current Contents Life Sciences,
inclusione che ha portato, tra quelli selezionati, una
quantità di lavori/autori/citazioni che poco hanno a che
fare con lo studio del comportamento normale e patologico (con il forte peso di molte riviste ad alto impact factor), trattandosi per lo più o di attività clinico-neurologiche in senso stretto, o di attività di varie branche delle neuroscienze sperimentali, con molto brain e poco o
niente behaviour.
Un quarto limite, infine, è quello della mancata eliminazione delle autocitazioni, che pesano assai diversamente nei soggetti molto produttivi e in quelli altrettanto validi (o talora più validi), ma numericamente meno
produttivi.
Nell’insieme, le limitazioni ed i fattori di confondimento sin qui sommariamente menzionati, insieme ad
altri che non si possono analizzare in questa sede - come gli errori e gli artifizi che possono incrementare notevolmente l’impact factor di una rivista e le citazioni
raccolte dagli autori (vedi, per esempio: Gowrishankar
& Divakar, 1999; Baylis et al., 1999) - confermano che
ogni analisi bibliometrica, compresa quella qui presentata, va assoggettata a delle “regole di impiego”, di cui
le principali possono essere così riassunte: in primo luogo, essendo la probabilità di errore massima nella valutazione dei singoli soggetti e via via minore man mano
che aumenta il numero dei soggetti considerati (confronti
tra dipartimenti, istituzioni, nazioni), i confronti tra singoli soggetti e tra piccoli gruppi dovrebbero sempre essere integrati dall’analisi qualitativa, da parte di esperti
accreditati, di un campione della produzione scientifica
proposto dagli stessi esaminandi come la parte più significativa della propria produzione (come avviene in alcune situazioni più avanzate negli Stati Uniti ed in Inghilterra).
In secondo luogo, differendo notevolmente gli impact
factor delle riviste anche più accreditate non solo tra aree,
ma anche tra sub-aree entro la stessa area, e differendo
anche notevolmente gli stili di citazione, le valutazioni
andrebbero relativizzate per aree e sub-aree. Per esempio, nei campi qui considerati - psicologia e psichiatria
- è noto che la presenza in un lavoro di una componen-
te hard (cioè “neuro”: neurobiologica o neurofisiopatologica) non solo consente la pubblicazione in una rivista a più elevato impact factor, ma anche favorisce la citazione più frequente dalla stessa rivista. A ciò si aggiunge il fatto che, muovendo dalle aree più hard a quelle più soft, diminuisce il numero delle citazioni di articoli da riviste internazionali con peer review, mentre aumenta non solo il numero di citazioni di volumi o singoli contributi a volume, ma anche quello delle citazioni di “letteratura grigia”, il che è ovviamente penalizzante in un’analisi bibliometrica la quale può non riflettere esattamente il credito effettivamente riscosso dagli
autori.
In terzo luogo, mentre a parità di altre condizioni (area,
sub-area, ecc.), non è difficile il confronto tra ricercatori senior in attività da molti anni e gestori di risorse consistenti, assai più delicata è la “messa in graduatoria” di
ricercatori più giovani, ma non più principianti, il cui
credito dipende ancora in buona misura dalle strategie
di pubblicazione e di altri meccanismi di accreditamento dei loro tutor passati e presenti (non si tenterà di citare, neanche a livello di esempio, la sterminata letteratura sull’argomento). In tali situazioni, mentre l’analisi
bibliometrica può servire ad identificare le vere e proprie insufficienze, le decisioni sia di carriera che di affidamento di risorse debbono essere prese in buona misura in base ad altri elementi, come la già citata analisi
qualitativa del valore della produzione scientifica ed in
particolare del contributo effettivo ai lavori con più firme, soprattutto se tra queste si trovano firme senior illustri. Infatti, non è infrequente il concorso di più di una
penalizzazione, come quella di appartenere a un’area o
sub-area a bassa frequenza di citazioni (vedi sopra) e quella di un insufficiente accreditamento per il lavoro svolto; quindi il mancato riconoscimento degli handicap, a
parte il danno per i soggetti, rischia di desertificare aree
di primaria importanza dalle quali è giocoforza emigrare per evitare il suicidio scientifico.
CONCLUSIONI
I risultati di questo studio forniscono importanti indicazioni sulla ricerca italiana in psichiatria e psicologia, sia a livello generale sia a livello specifico. A livello
generale, emerge l’utilità che questo tipo di dati può rivestire. E’ possibile identificare i lavori che hanno avuto un maggiore impatto e quindi monitorare l’andamento della ricerca in una specifica disciplina o in uno specifico settore. Questo può essere particolarmente importante, ad esempio, quando un Ente che eroga finan-
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G. Bignami et al.
zione, una più omogenea valutazione dei titoli nei concorsi di psichiatria.
I nostri risultati relativi ai singoli ricercatori identificano situazioni d’eccellenza, oltre che tra quelli attivi
nel settore della neuropsicologia, della psicofarmacologia e della psichiatria biologica, anche tra alcuni che si
occupano di psicologia clinica, di psicopatologia, di epidemiologia psichiatrica e di psicosomatica.
L’analisi individuale dei ricercatori, effettuata utilizzando questi criteri, permette anche di identificare i
“gruppi di ricerca” con maggiore impatto. Questi dati possono essere integrati con quelli relativi alle risorse (logistiche, di personale, finanziarie) effettivamente disponibili per ogni ricercatore e di ogni gruppo. E’ inoltre
possibile comparare la produzione di intere Università o
Istituti di ricerca. Un esercizio di questo tipo, relativo
alla produzione scientifica delle Facoltà mediche italiane, è stato recentemente pubblicato su Scienza Management (Editoriale, 1998). Ovviamente, anche in questo caso, la comparazione deve tenere conto delle risorse disponibili, incluse quelle relative al personale. Per quanto riguarda le discipline da noi analizzate in questo lavoro sarebbe lecito, ovviamente, aspettarsi differenze significative tra un’Università dove è presente anche una
Facoltà di Psicologia, rispetto ad una che ne è priva. Così non sorprende che le Università di Milano, Padova,
La Sapienza e Bologna (tutte sedi di una Facoltà di Psicologia, oltre che di una Facoltà di Medicina, all’interno della quale operano gli psichiatri) siano al top del numero di citazioni. Risulta invece sconcertante la posizione dell’Università di Palermo, che pure possiede una
Facoltà di Psicologia.
E’ anche possibile identificare, all’interno di una singola istituzione, chi svolge un ruolo trainante rispetto alla ricerca. Riteniamo quindi che l’analisi che abbiamo
effettuato (la prima in Italia per specifici profili disciplinari) abbia fornito indicazioni interessanti. Ci auguriamo che analisi simili possano essere ripetute, in questi ed in altri settori disciplinari, e che di esse si possa
tener conto, in diversi contesti decisionali e valutativi.
ziamenti voglia verificare l’impatto delle pubblicazioni
che da quei finanziamenti sono derivati, oppure voglia
identificare aree promettenti, suscettibili di sviluppo. I
nostri dati suggeriscono una preponderanza nel nostro
paese della neuropsicologia e della psicofarmacologia,
ma sono in grado di identificare anche altri settori suscettibili di sviluppo.
Con le cautele riportate sopra è possibile anche un raffronto diretto tra singoli ricercatori. L’importanza di
questa comparazione è ovvia, se si pensa alla mancanza
di criteri obiettivi di giudizio utilizzati in Italia in diversi
contesti, compresi i concorsi universitari, nei quali vengono utilizzati “dalle Commissioni e dai singoli membri, criteri di ampia discrezionalità, che non favoriscono l’obiettiva evidenza dei giudizi” (Orlandi et al., 1995).
Tale valutazione è stata infatti oggetto di dibattito e di
critiche, anche a livello internazionale, visto che in altri
paesi la selezione viene fatta con criteri meno soggettivi e soprattutto più trasparenti (si veda, ad esempio, la
corrispondenza apparsa su Lancet e su Nature negli anni 1987-1993). Questi dati potrebbero essere utilizzati,
ad esempio, per una selezione dei ricercatori che partecipano ai suddetti concorsi e per l’esclusione di coloro
che non possiedano i necessari requisiti di credibilità scientifica riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. La superiorità di un’analisi più sofisticata rispetto
alla semplice somma dei punti di impact factor collezionati nella loro carriera dai singoli ricercatori è ovvia,
soprattutto qualora si consideri la possibilità di ottenere
per ciascun lavoro sia il numero di citazioni effettivo che
quello atteso (in base alle caratteristiche della rivista e
dell’articolo e all’anno di pubblicazione).
Un gruppo di gastroenterologi italiani (Orlandi et al.,
1995) ha proposto, per il nostro paese, alcuni criteri di
valutazione da utilizzare nei concorsi a professore universitario di I Fascia, che appaiono non solo bilanciati,
ma anche espliciti ed oggettivi, quindi trasparenti e che
comprendono otto paragrafi: (1) maturità scientifica, (2)
impatto scientifico ponderato (calcolato utilizzando i dati del SCI), (3) autorevolezza scientifica, (4) altre pubblicazioni, (5) attività congressuali, (6) giudizi di maturità scientifica ed infine (7) giudizio definitivo e (8) graduatoria finale. Si tratta di cinque elementi di valutazione
(paragrafi 1-5), tre tipi di giudizio intermedi (paragrafi
1, 6, 7) e della graduatoria dei vincitori da sottoporre al
Ministero (paragrafo 8). Per quanto riguarda invece la
disciplina “Psichiatria”, Tansella et al. (1997) hanno proposto delle linee guida per la preparazione del curriculum vitae e dell’elenco delle pubblicazioni, allo scopo
di favorire, mediante un più uniforme stile di presenta-
Ringraziamenti. L’analisi riportata nel presente lavoro è stata stimolata dall’esperienza degli autori come Membri del Comitato Scientifico del Progetto Nazionale Salute Mentale (PNSM) dell’Istituto Superiore di Sanità, Roma o come Coordinatore operativo di detto progetto (GdG). Le posizioni espresse non necessariamente rappresentano
quelle dell’intero Comitato e dell’Istituto. Gli autori ringraziano Nancy
Bayers (ISI, Philadelphia), che ha fornito elementi essenziali di guida
e valutazione.
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