Luoghi di devozione sulle mura della città

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Luoghi di devozione sulle mura della città
Luoghi di devozione sulle mura della città
Allegato alla serata del 4-11-2011
a cura di Maurizio Cavazza
La parte interna delle mura con il terrapieno digradante e le arcate che sostenevano il cammino di
ronda era luogo di molteplici attività : i cordai che avevano spazio per tendere ; i lavandai che qui
avevano posto per stendere; i setaioli che asciugavano su supporti i materiali grezzi (le Chiudare ,da
cui la via omonima) ; quanti avevano bisogno di un riparo per attrezzi e materiali.
Qui riparavano i miserabili senza casa ; i contrabbandieri che lanciavano merci al di sopra delle
mura per non pagare il dazio o nottetempo con argani e corde facevano “scavalcare “ le mura alle
merci di contrabbando (con l’aiuto a pagamento dei cosiddetti “tira sò “) ; i giocatori d’azzardo, le
prostitute e ogni sorta di gente di malaffare; chi qui riparava precariamente animali, carriaggi,
legnami etc..
E ,nella mescolanza della vita vera, vi erano tanti luoghi di devozione.
Nel tempo sulle mura se ne consolidarono alcuni ; ce ne fu almeno uno fra porta e porta,e di
questi restano edifici e ricordi.
All’inizio della storia c’e sempre una immagine,quasi sempre una Madonna , che viene posta sotto
una arcata , poi nasce una devozione “di vicinato”, poi sorge una congregazione e la volontà di
costruire un edificio sacro.
Poi la chiesina viene costruita e gestita dalla congregazione.
Questo fino alla ventata rivoluzionaria francese che ne chiuse alcune.
Nei primi del ‘900 le Mura vennero abbattute e di alcuni di questi luoghi non restò che il ricordo.
Madonna del Piombo (S.Maria della Pietà) (fra Porta Maggiore e Porta S.Stefano)
Fu trovato per caso e appeso muro un bassorilievo in piombo raffigurante una Madonna della
Pietà . Già nel 1514 era oggetto di molte offerte e vantava molte grazie elargite,tanto che fu
costruita una chiesa a cui venne aggiunto in seguito un portico.
La chiesa fu rifatta nel 700.
La confraternita fu sciolta nel 1798,la chiesa adibita ad uso profano.
Il bassorilievo in piombo fu venduto sul mercato antiquario e se ne sono perse le tracce.
La chiesa fu trasformata in civile abitazione dai proprietari Stofler Rubini (titolari dello storico
negozio “La coroncina”) .
Affittata da Carducci nel 1890, fu acquistata dalla Regina Margherita nel 1904,e donata al comune
di Bologna nel 1907 alla morte del poeta.
Vi abitò fino al 1964 la figlia Libertà.
Oggi è Casa Carducci ,istituzione culturale che racchiude ricordi e memorie del Poeta .
Accanto alla abitazione sorse un monumento nel giardino ricavato dal terrapieno addossato alle
mura ,di Leonardo Bistolfi, dedicato a Carducci e alla sua opera.
Casa Carducci ospita anche , in una via provvisoria che dura da decenni, il Museo del
Risorgimento.
S.Maria del Baraccano (fra Porta S.Stefano e Porta Castiglione )
Il baraccano o barbacane era un torrione di rinforzo della mura .
Ai primi del ‘400 sorse una cappella attorno ad una immagine già molto venerata,appesa al muro
interno del Baraccano
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Venerazione che crebbe quando , durante un assedio ,una mina posta sotto quel tratto di mura
esplose senza farle crollare.
Attorno a quel fatto si creò la leggenda di un miracolo: le mura si alzano ,fanno intravedere quanti
sono i bolognesi che difendono la città, poi ricadono intatte, e gli assedianti abbandonano
l’impresa.
Nella realtà gli assedianti (le truppe del papa) vinsero e sconfissero gli assediati bolognesi e
questa fu l’ultima definiva sconfitta dei Bentivoglio.
I quali avevano fatto costruire l’oratorio che poi si arricchì dello stupendo portico e di altre opere
d’arte insigni;attorno al santuario sorse dapprima un Hospitale poi trasformato nel 1528 in
Conservatorio per Ragazze Nubili,durato fino all’ultimo dopoguerra
.La chiesa è rimasta in funzione,anche durante il periodo napoleonico perchè considerata
Santuario e conserva le sue opere d’arte.
Dall’800 diventò consuetudine per gli sposi nel giorno delle nozze recarsi al Baraccano “ a
prendere la pace”,una benedizione particolare impartita con una copia della immagine originaria,
per impetrare la necessaria virtù per un duraturo matrimonio.
Alla immagine della Madonna della Pace la sposa lasciava il proprio bouquet di nozze.
La chiesa comunica con via Santo Stefano attraverso un vialetto e un alto e suggestivo arco.
Vi è una leggenda che dice che era intenzione dei Bentivoglio aprire una strada diritta che
dall’arco portasse al loro palazzo,in modo anche che dal palazzo si potesse vedere la chiesa....
La direzione ,più o meno c’è ; qualche documento o progetto reale in merito no.
S.Girolamo di Miramonte o S.Maria delle Febbri (Madonna di Miramonte ) (fra Porta
Castiglione e Porta S.Mamolo)
Immagine dipinta sul muro ,poi coperta dal terrapieno e ritrovata alla fine del ‘400;denominata
Delle Febbri per le molte guarigioni attribuitele in occasioni di pestilenze.
Devozione promossa dal Beato Nicolò Albergati nel 1427
Chiesina piccolissima con davanti un bel portico e una scalinata opera di Domenico Tibaldi.
Soppressa la confraternita la chiesa fu adibita ad uso profano e sparì .
L’immagine fu portata in S.Domenico.
Resta la scalinata esterna .
Il comitato per Bologna Storica e Artistica ha fatto porre una lapide sulla casa ,anonima e
contemporanea che è oggi di fronte alla scalinata , a ricordo della antica chiesa.
S.Maria della Libertà (fra Porta S.Mamolo e Porta Saragozza)
In capo alla strada che finiva contro le mura (allora Bagno Marino oggi via Della Libertà) vi era
un oratorio che restò abbandonato per molto tempo .
Nel 1631 prese dimora qui la congregazione di S.Mamolo.
L’oratorio fu allargato ,diventò una chiesa e in seguito vi posto davanti un portico.
Vi si venerava una immagine della Madonna avuta in dono dalla famiglia Albergati.
Era una pittura che veniva dall’ufficio del Gonfaloniere di Giustizia e fu detta Madonna della
Libertà per la scritta Libertas dello stemma comunale.
Soppressa la Congregazione nel 1798 la chiesa restò tuttavia operante per l’interessamento del
conte Caprara , scudiero di Napoleone.
La Chiesa fu chiusa e trasformata ad uso civile alla fine dell’800 .
L’immagine ora è nella Chiesa di S.Antonio ,via Jacopo della Lana.
Il portico ,tamponato, è ben conservato, e fa parte di una casa di civile abitazione : Casa Micheli.
Nonostante i tanti cambiamenti ancora oggi via Della Libertà, in salita con la scalinata e in fondo
il disegno del portico ,è un angolo della città suggestivo e praticamente sconosciuto ai più.
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S.Maria dell’Ispirazione detta dei “Sabatini” (fra porta S.Mamolo e PortaSaragozza )
Nei pressi di porta Saragozza ,all’incirca dove ora c’è il giardinetto,(e, ahimè, il vespasiano!) una
piccola cappella diventò una piccola Chiesa per opera dei Sabatini ,devoti che il sabato mattina si
recavano in pellegrinaggio a San Luca , partendo da qui.
Fu distrutta con le mura all’inizio del 900.
S.Maria della Natività (fra Porta Saragozza e Porta S.Isaia)
Vi si venerava la Madonna dello Stellario ,immagine che alla chiusura napoleonica fu trasferita in
Certosa .
Apparteneva alla Compagnia di S.Maria delle Rondini e la chiesa nelle mappe è indicata anche
come S.Maria delle Rondini.
Era a due piani verso la città e a un solo piano verso le mura ,in pratica era costruita seguendo il
terrapieno.
Sorgeva in punto ora inglobato nell’area neuro-psichiatrica.
Una piccola strada lì vicino si chiama via Della Rondine
S.Maria della Pietà e S. Rocco (fra Porta S.Isaia e Porta S.Felice)
In capo al Pratello contro la pusterla chiusa nel 1445 .
Sulla porta murata fu posta una immagine della Madonna.
Poi persone provenienti da Crespellano si costituirono in compagnia intitolata a
S.Rocco,protettore dalla peste.
Sorse una chiesa e il sovrastante oratorio ,ancora oggi esistente e ben conservato con un belle
pitture.
Soppressa la Congregazione nel 1798,la chiesa fu adibita dal 1801 al 1892 a camera mortuaria al
servizio del cimitero della Certosa .
Le salme qui sostavano dopo il funerale fino alla traslazione in Certosa per la sepoltura.
La Chiesa riprese una sua saltuaria funzione fino alla seconda guerra Mondiale ; venne
danneggiata e parzialmente restaurata per essere adibita a magazzino comunale .
Oggi è affidata alla Chiesa ortodossa Rumena.
L’oratorio invece è in buone condizioni e sede di una importante società Corale.
S.Maria della Grada
(fra Porta S.Isaia e Porta S.Felice)
Dal 1570 si venerava una immagine della madonna posta in una arcata non lontano dalla Grada.
Dopo la peste del 1630 venne elevata una chiesa a cura di una apposita congregazione.
Abolita la quale nel 1798 la chiesa restò in attività ; poi diventò parrocchia ed ancora oggi lo è
come S. Maria della Grada e San Valentino.
Alla Grada il canale di Reno entra in città e un robusto graticcio in ferro impediva il passaggio ai
cadaveri degli annegati e ai viventi con cattive intenzioni.
All’ingresso del canale in città sorse un opificio che sfruttava le acque del canale ,una conceria ( o
“pellacaneria ”).
L’edificio, in fase di restauro, ha ospitato il consorzio di bonifica ed ospiterà in futuro il Museo
delle Acque Bolognesi.
S.Maria delle Vergini detta la SS.Trinità (fra Porta S.Feice e Porta Lame)
Una immagine della Madonna posta sulle mura sembrò muovere gli occhi , ma il card.Paleotti
sentenziò che si trattava di un abbaglio.
Per evitare che la devozione degenerasse affidò il luogo alla Compagnia della SS.Trinità che
costruirono chiesa ,portico e annesso ospedale Dei Convalescenti, dove le persone dimesse dagli
altri ospedali venivano sottoposti ad una terapia “ricostituente” di tre giorni ,consistente in cinque
pasti al giorno.
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Soppressa la Compagnia nel 1798 l’ospedale e il suo patrimonio furono uniti a quelli delle altre
istituzioni consimili e confluirono nell’erigendo Ospedale Maggiore .
SS.Crocefisso del Porto Naviglio detta anche la Madonna del Porto. (fra Porta Lame e porta
Galliera )
In un arco delle mura sopra l’uscita del Porto Naviglio era dipinto un Crocefisso attorno al quale
sorse una chiesetta.
In questa chiesetta fu venerata anche una immagine della Madonna sotto il titolo di Avvocata dei
Defunti.
Eliminata la compagnia nel 1798 ,la chiesa fu comperata dalla famiglia Pelagalli che donò
l’immagine della Madonna alla parrocchia dei SS.Filippo e Giacomo.
Bassorilievo della Madonna del Porto
A fianco della Darsena del Porto era l’edificio della Dogana (di fronte alla Salara).
A ricordo di uno scampato annegamento ,nel 1667 sulla facciata dell’edificio fu posto un bassorilievo mariano,la
Madonna del Porto,opera di Camillo Mazza
La Dogana ,cha aveva un aspetto vagamente di chiesa ,diventò nel linguaggio popolare la “Chiesa dei Lavandai”.
Abbandonate le attività del Porto ,l’edificio della Dogana venne abbattuto e la Madonna del Porto trasportato a Palazzo
d’Accursio, ove lo si può ammirare in cima alla seconda rampa dello scalone d’onore.
S.Maria del Soccorso o Madonna del Borgo (fra Porta Galliera e porta Mascarella)
A partire dagli anni della chiusura ,forse prima del 1400,della posterla del Borgo ,( una porta
minore della terza cerchia in capo alla via), sulla parete della porta chiusa fu posta una immagine
della Madonna ,poi sostituita , non senza ,sembra, una accesa discussione (una rissa bella e buona)
da una scultura in legno dipinto , raffigurante la B.V.del Soccorso .
Che da allora per gli abitanti del Borgo di S.Pietro fu “la Nostra Madonna”.
E attorno fu eretto un Oratorio che poi diventò un vero e proprio Santuario alla fine del ‘500.
Nel 1527 l’epidemia di peste che infuriò anche a Bologna ,al seguito dei lanzichenecchi,
risparmiòin modo significativo gli abitanti del Borgo.
E ciò fu attribuito alla “ loro” Madonna.
Dopo gli avvenimenti del 1527 fu istituita una festa ,la seconda domenica dopo Pasqua , che
comportava la visita della immagine della B.V del Soccorso all’Oratorio di San Rocco , in capo a
via Del Pratello ,con una grande processione.
S.Rocco era il santo che proteggeva dalla peste ed era naturale il collegamento fra i due luoghi.
La festa univa nel nome della Madonna e per una stessa finalità due strade abitate dalla stessa
tipologia di persone e che finivano ambedue contro una posterla chiusa da una chiesetta.
Il percorso , soprattutto le due strade di partenza e arrivo , era adornato di zendali ,fiori e altri
ornamenti ; da qui la denominazione della festa :” L’Addobbino “.(Tiziano Costa) .
Ancorchè festa religiosa l’Addobbino abitualmente comportava anche una serie di zuffe fra “balle”
rivali delle due strade ,che non restavano mai nei limiti di semplici sfottò...
Nell’800 il santuario fu ampliato e la sua abside sporgeva in modo vistoso bucando le mura e
occupando una parte del fossato
Una bomba dell’ultima guerra lo distrusse e oggi è stato ricostruito con architettura moderna e
modesta , ma non stridente.
S.Maria Incoronata ( fra Porta S.Donato e porta S.Vitale)
La chiesa fu iniziata nel 1465 addossata al torrione in capo a Borgo S.Giacomo .
Restò attiva anche dopo la soppressione napoleonica ,poi passò in mani private.
Danneggiata dai bombardamenti assieme al torrione delle Mura al quale è addossata,fu inglobata
nell’edificio dell’Istituto Zoni.
Se ne vede ancora il campanile.
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