EuroVespa 50: il racconto tappa per tappa

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EuroVespa 50: il racconto tappa per tappa
16/2/2015
EuroVespa 50: il racconto tappa per tappa ­ Viaggi ­ Moto.it
VIAGGI IN MOTO EuroVespa 50: il racconto tappa per tappa
Simone Sciutteri percorrerà più di 16.000 chilometri per l'Europa in sella alla sua Vespa PK50, provando a segnare il nuovo Guinness dei
Primati nella categoria Longest Journey on a 50 cc. Seguitelo passo passo nella sua avventura su Moto.it!
Tutto su: Turismo
Partire e ripartire. Milano, km 168
Quando il piede si abbassa sulla pedalina e
il motore comincia a rombare, sento un
piccolo brivido. E dire che un'ora prima,
aprendo gli occhi avevo pensato: “Eppure a letto,
al caldo, si sta proprio bene!”
È una bella mattinata. Prevedono pioggia in
giornata, ma per ora il sole fa il suo dovere. C'è
voluto un po' di tempo per sistemare i bagagli e
ancora non sono convinto, ma questa prima tappa
introduttiva servirà anche per regolare meglio il
carico.
Però, quando ingrano la prima e lentamente mi
allontano da casa, guardando ancora un attimo –
uno solo – nello specchietto retrovisore la sua
sagoma che si allontana, non penso al fatto che sia
una finta partenza o a fare attenzione al
comportamento del carico e del motore. Non
penso a niente di tutto questo. Semplicemente
sto partendo. Che è la sensazione che più amo al
mondo. A maggior ragione dopo mesi di
preparativi, conversazioni, tentativi, immagini e
notti passate sognando già la strada che ti aspetta.
Quando abbasso la pedalina e il motore comincia a rombare, sono già in viaggio.
La via Aurelia, un ultimo sguardo al mar Ligure che rivedrò, se tutto andrà bene, tra qualche mese, quando sarà quasi di nuovo estate e sulla spiaggia ora deserta
cominceranno a vedersi di nuovo i primi bagnanti. Svolto a sinistra e salgo, verso il Passo del Turchino; Peyton si comporta benissimo, io cerco di tenere a mente i
suggerimenti di Luca e Andrea riguardo alla regolazione del gas per carburare bene in questi primi chilometri e tutto fila liscio. Arrivo in cima con il cielo ancora
sereno anche se ad ovest, sul mare, le prime nuvole nere appaiono minacciose. Per dieci minuti non passa nemmeno una macchina e mi godo il momento seduto di
traverso sulla sella. Poi giù, verso il grande piano padano; a Ovada mi fermo per la prima volta. Rabbocco la miscela e prendo un caffè.
La Vespa è così: soprattutto quando è carica, quando si vede che è una Vespa da viaggio, suscita curiosità e
simpatia. Mentre scarico tutto il bagaglio e lo risistemo, mi metto a parlare col barista e il benzinaio. Mi offrono il caffè e mi
raccontano dei loro di viaggi in Vespa. Anni '70, in Spagna con gli amici, giovani vagabondi a due ruote in vacanza. Anche
Internet non ha tardato a darmi la stessa sensazione di comunità: in pochi giorni la pagina Facebook Eurovespa ha già raccolto
un bel numero di contatti e ho ricevuto un sacco di auguri, inviti, offerte di ospitalità: tutte voci che mi hanno dato
entusiasmo e che mi fanno pensare a questo viaggio come a una lunghissima festa itinerante con tanti amici;
così tanti che alla lunga anche le ore passate in sella, magari al freddo o sotto la pioggia incessante, sembreranno leggerissime.
Certo, è arrivata anche qualche tirata d'orecchio, qualche “sei matto” meno scherzoso; effettivamente hanno ragione loro. Partire a novembre non è certo una
scelta azzeccata; ma nel mio caso è una scelta obbligata. Davanti al bivio tra sfidare il freddo invernale e le strade in condizioni complicate o starmene a casa, non
ho avuto alcun dubbio.
Dopo Ovada sono lunghe strade tra i campi, balle di fieno, letame e camion, il Po, l'arrivo a Milano. Come passo il cartello di inizio città, inizia a piovere.
Parcheggio sotto la sede di Moto.it dopo qualche girovagare circospetto sul pavé bagnato, in mezzo al traffico. C'è poco da fare, se non ci sei
abituato, ti senti a disagio. Anche Peyton, tra le luci dei semafori e quelle dei fari che ci circondano, mi sembra più pesante.
Incontro Andrea Perfetti, contento di vedermi e gentilissimo; un giro in sede per conoscere gli altri ragazzi di Moto.it. In bocca
al lupo e pacche sulle spalle. Li saluto promettendo racconti e foto e il mio ritorno tra qualche mese e tanti
chilometri.
A Milano incontro Paolo e Igor, viaggiatori incalliti e amici che mi aiutano a sistemare le ultime faccende; soprattutto mi danno
consigli sulle riprese con la go­pro e altri suggerimenti che mi saranno utilissimi. I primi 168 chilometri mi sono serviti anche a
questo. Controllare il funzionamento dello SPOT, fare prove di riprese e foto, segnare i primi appunti sul log­book per il GWR.
In città mi fermo tutto martedì e ancora sono qui oggi, mercoledì. Peyton ha passato la giornata dal carrozziere: il portapacchi,
sotto il peso della cassetta degli attrezzi, si era già un po' inclinato. Non le barre verticali che ho fatto saldare per sistemare la
Simone ospite della redazione di
sacca sulla parte dietro della sella, ma la zona a sbalzo oltre la sella stella. D'altra parte, Paolo mi ricorda come anche Bettinelli Moto.it
in un suo libro suggerisse di far saldare due staffe di se non si vuol perdere il carico dopo qualche chilometro di vibrazioni. In
pratica, grazie a un piatto di rinforzo all'altezza dei fori del paraspruzzi, il carroziere mi imbullona due sostegni in diagonale, che dovrebbero permettermi di
ricaricare il portapacchi senza altri problemi.
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Simone e la sua Vespa
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Sapevo sin da lunedì che mi sarebbe toccato rimanere a Milano un paio di giorni, ma mi pesa ugualmente: le ore spese in mezzo
al traffico o in metropolitana sembrano lunghissime; scorrono lente e ovattate sotto la pioggia, immerse nella melassa
metropolitana di questi due giorni che paiono notte perenne a causa della perturbazione che sta flagellando il nord Italia. Per
esperienza so che è meglio aspettare che partire con qualcosa non a posto: le cose si rompono sicuramente durante un viaggio
lungo, senza bisogno di farle partire già in condizioni precarie.
Se tutto va bene domani mattina l'attesa sarà finita e potrò finalmente e ufficialmente (ri)partire. Solo che
aspettare è dannatamente frustrante, quando sai che la strada ti aspetta.
Il video della partenza di Simone dalla redazione di Moto.it
Moto.it
7 novembre 2014
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