vedrete chi e` il suinez-one

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vedrete chi e` il suinez-one
La Gazzetta di Brancon
(ORGANO NON UFFICIALE DI STAMPA DELL’A.C. BRANCON)
Edizione del 10 settembre 2008
Mister Suinez scatenato in tribuna stampa: ed è subito polemica con Mourinho
“VEDRETE CHI E’ IL SUINEZ–ONE”
Dopo i primi allenamenti il mister si sbilancia: “Puntiamo diritti alla serie A”
EDITORIALE
La stagione gialloblu è cominciata.
Niente eventi mediatici spettacolari: quest’anno il
Presidente Muraroli ha preferito non presentarsi al
Perini in elicottero, e nemmeno in tavola da surf. A
dire il vero, il Presidente Muraroli non si è ancora
fatto vivo agli allenamenti branconiani, e c’è già
qualcuno che maligna dicendo che Livio, sulle orme
di Berlusconi, stia preparando la discesa in campo
politico e abbia abbandonato la squadra.
Nonostante la misteriosa assenza del magnate Livio,
i giocatori gialloblu si sono radunati, martedì 2
settembre, agli ordini di Mister “Suinez” Andreoli,
più carico che mai dopo lo scambio di pareri tecnico
- tattici con Gigi Stecca.
Il Mister del Brancon ha svelato un programma di
allenamenti fitti e intensi che dovrebbe portare la
squadra a essere già al top della forma per l’esordio
in campionato. Per la prima volta il Brancon affronta
il campionato UISP di Verona: da neo iscritta, la
compagine barboscudata è stata inserita nella serie B.
Andreoli ha le idee chiare e in conferenza stampa ha
messo subito i puntini sulle uova: “Non sono un
pirla. In questo mondo competitivo, non puoi
allenare se non stai al gioco. Nessun allenatore è
meglio di me: se Mourinho è lo special-one, io sono
il Suinez-one.”
Stuzzicato sugli obiettivi stagionali, Mister Suinez
non ha avuto dubbi: “Siamo inesperti del
campionato, ma siamo ormai un gruppo rodato.
Abbiamo inoltre una delle migliori cucine da campo
disponibili sul mercato, e generi alimentari di prima
scelta per il dopo allenamento. Non ci manca nulla. Il
Brancon punterà dritto dritto alla serie A”.
Come sempre, sarà il campo a parlare, ma di certo
l’entusiasmo in casa gialloblu non manca. La nuova
avventura sembra aprirsi sotto i migliori auspici.
GRANDISSIMO SPECIALE CON QUESTO
NUMERO DELLA GAZZETTA
La Storia di Brancon
Le polemiche sul Ministro dell’Istruzione Gelmini
sembrano non placarsi. Prima la decisione di tornare
al maestro unico, poi il taglio di 180.000 docenti, il
ritorno al voto in condotta, e infine l’annuncio che in
classe non si potranno più fumare sigarette ma solo
spinelli di fabbricazione statunitense. La Gelmini è
riuscita a scontentare tutti: docenti, non docenti,
studenti. Quando orami si preannunciava un autunno
caldo, con scioperi a catena che per la prima volta
avrebbero visto prof e studenti scendere in piazza
uniti, ecco il colpo di genio della Ministro:
l’annuncio di una riforma del programma. “A partire
dal 2009 diventerà materia obbligatoria la Storia di
Brancon” ha dichiarato ai cronisti.
Reazione entusiasta di tutto il mondo politico a
questa succosa novità: anche la sinistra applaude e
propone di riformare l’esame di maturità sostituendo
il tema di italiano con il componimento di un ode al
Brancon.
Noi della Gazzetta proponiamo in esclusiva un breve
sommario della storia di Brancon.
La storia branconiana a pag. 2
Secondo appuntamento con la rubrica
settimanale dei cruciverba dedicati ai gialloblu
CRUCI - MISTER
Il “crucibarbo” del Mister a pag. 7
In bocca al lupo, BRANCON !
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Storia del Brancon (dall’anno 99 all’anno 08)
Negli stessi anni in cui la grande civiltà dell’Hellas Verona, che domina incontrastata nel territorio a
Nord del Po, torna ad assaporare gli antichi fasti sotto la guida accorta di Caius Caesar Prandellus, nel
territorio paleopadano confinante con Nogara, esteso fra il Tartaro e il Cesòn, nasce la civiltà di Brancon.
Le ricerche archeologiche nell’area dell’Ospedale di Nogara
hanno portato alla luce resti di palloni, avanzi di porchette,
tappetini di gomma autografati, strani oggetti fallici che alcuni
studiosi contemporanei hanno inteso come scacciatalpe, e
alcuni trofei di guerra in vile similoro.
Sappiamo con certezza dai racconti dello storico grecobranconiano David Andreolidis, che inizialmente la civiltà
branconiana elesse come suo campo di battaglia un’area di
Gazzo Veronese, in attesa di poter disporre di un proprio luogo
dove mettere in scena le battaglie.
Scavi archeologici nel territorio
di Brancon.
La tradizione assegna la fondazione del Brancon nell’anno 99 ad un triumvirato composto da Titus
Livius Murarolis, Paulus Visentinis, e il già citato storico Andreolidis.
La società branconiana non conosce momenti di pace se non, saltuariamente, durante l’estate e i periodi
natalizi; per il resto, vive di costanti conflitti, con un’alternanza quasi sistematica di tentativi di
espansione e di battaglie per difendere il proprio territorio.
Ricostruzione grafica, probabilmente
grossolana, del triumvirato fondatore
di Brancon. Da quel po’ che si sa,
Livius e Andreolidis dovevano difatti
essere dei temibili sciupafemmine di
rara bellezza virile.
La prima battaglia di cui si ha testimonianza avviene a Gazzo Veronese nell’ottobre dell’anno 99 e vede i
soldati branconiani venire sconfitti ad opera dell’esercito nemico dell’Extrema, proveniente dai confini
orientali. Condottiero in quell’occasione era Paulus Keolinis, anche lui di origini greche, che si affidava
ad un manipolo di arditi di origini autoctone, quali il famoso liberto Isaccus, più alcuni soldati di ventura
provenienti da regioni limitrofe e culturalmente arretrate, fra cui si ricordano ad esempio Martinis e
Uolli.
Successivamente, sotto la guida di Keolinis, il Brancon inizia una serie di
successi e diventa una leggenda l’imbattibilità della truppa gialloblu, così
detta per i colori del vessillo che veniva schierato in battaglia.
Il vessillo riportava inoltre un animale mitologico oramai scomparso, il
barbo, di cui si conosce pochissimo, se non che la sua carne era
ghiottissima, motivo probabilmente per il quale tale animale si è estinto. Il
barbo era simbolo, nell’antichità, di scaltrezza e capacità di “pungere”
l’avversario: forse per tali motivi venne eletto vessillo branconiano.
L’eco della forza del plotone branconiano si fa strada nelle campagne veronesi, raccogliendo così schiere
di proseliti e molte simpatie. Si aggregano al Brancon alcuni personaggi divenuti in seguito mitici, come
il soldato pseudorumeno Garu, gli autoctoni Tanus e MediumMontis detto Teme o Montecazzi, più
Toniolis e Ferraris.
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Sono forse gli anni più prosperi per la civiltà di Brancon, che tocca il suo culmine conquistando il ducato
di Biondes, al termine di una doppia epica battaglia con l’esercito di casa. Nell’occasione l’esercito
branconiano è guidato dal proconsole Livius, personaggio poliedrico che oltre ad amministrare la società
con parsimonia, non disdegna le attività belliche.
A seguire le gesta degli eroi branconiani c’è pure un personaggio losco, un essere dalle sembianze
vagamente umane, che viene definito dalle cronache del tempo come “capo ultrà”, tale Morenus.
Morenus, per quanto ci è dato a sapere dai numerosi graffiti trovati sui resti delle catacombe branconiane,
appartiene ad una razza che sembra affondi le sue origini nel Morenozoico, era storica di grandi
cambiamenti climatici che provocarono danni catastrofici alla fauna locale.
A differenza degli altri branconiani che, chi più chi meno, a seconda di capacità fisiche, intellettive e di
reddito (Brancon è uno dei primi esempi di società protocomunista), partecipano alle guerre, Morenus fa
il paraculum. Nel gergo branconiano il termine paraculum indica un individuo che, non appena le
condizioni lo consentono, si defila (e talvolta si depila) e si imbosca in zone ben al riparo dalle cruenti
battaglie. Di Morenus si conoscono molte cose, grazie ai registri annonarii tenuti dagli ufficiali di
Pubblica Sicurezza dell’epoca, chiamati in modo divertente Carabinieros.
In uno di questi atti, si può capire che Morenus, al termine di
una vittoriosa battaglia a Pella Locis, viene fermato in
località Roveris Bella mentre tenta di costringere un’ignara
fanciulla, detta Consortis, a entrare in un luogo malfamato,
non meglio descritto, ma noto come Brecsbir.
In altri numerosi rapporti Morenus viene invece schedato dai
Carabinieros per aver frequentato le meretrici del tempo che,
cosa orripilante, erano dotate di apparato genitale maschile e
si facevano chiamare viados. Per questi raccapriccianti
episodi Morenus viene colpito da ostracismo, detto anche
daspo, e costretto a restituire la cittadinanza onoraria
branconiana trasferendosi al confino in un carcere detto
Terrae Negris, probabilmente perché abitato da individui di
colore dotati di enormi falli.
Reperto rarissimo giunto fino ai
giorni nostri: il cartello della via
dove Morenus aveva la residenza.
Nel frattempo, la fama di Brancon è ormai talmente grande che è impensabile continuare a svolgere i
giochi gladiatorii a Gazzo Veronese; così, nell’anno 03 viene inaugurata l’Arena Perinis in territorio
dell’Ospedale di Nogara, eletta a luogo degli eventi branconiani. E’ assai probabile che, attigua all’Arena
Perinis, fosse eretto un luogo di culto, una sorta di tempietto, dove si svolgevano strani riti in omaggio
alla Vergine Maria, alternati da riti pagani in onore del Dio Porchetta, e durante i quali venivano
verosimilmente consumati ettolitri di una sorta di sidro chiamato birra. Particolarmente famoso nelle
cronache del tempo, per le sue ottime forniture di porchette, diventa l’inglese Patch, incursore che
normalmente veniva usato per scardinare le fortificazioni nemiche sul lato sinistro.
Trofeo ligneo raffigurante gli attributi del
guerriero Fred, ritrovata nella campagna di
scavi di Brancon e mirabilmente conservata
nella sacrestia di Santa Maria Maddalena
Orantes Frates Qui Sunt in Pacem del
Carmelo ad Acapulco.
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Dopo tre anni di grandi successi, il condottiero Keolinis lascia vacante il ruolo per accudire alla famiglia;
gli succedono con alcune alternanze due dei proconsoli, Livius e Andreolidis, fintanto che non trovano
una guida stabile nell’ex soldato Federicus Reanis, che viene promosso a capo dell’esercito.
Sotto la guida di Reanis, il Brancon conosce alterne fortune. Reanis viene descritto come condottiero
metodico e capace, e che non si tira indietro quando c’è da gettarsi nella mischia a menar le mani. Ma
proprio questo diventerà invece con il tempo un punto a suo sfavore, visto che i miliziani branconiani
preferiscono un condottiero che guardi la battaglia dalla collina di Brancon, detta anche panchina, senza
gettarsi nell’agone.
Dopo anni di lenta ma costante espansione, pur con alterni risultati, il Brancon decide di allargare il
territorio di conquista e si spinge a varcare il fiume Po. Le prime scorribande oltre il grande fiume sono
disastrose: l’esercito, affaticato dai difficili guadi, e affamato dalla mancanza di vettovaglie al seguito,
viene sconfitto ripetutamente a Hostilia e a Magnus Caballus, luogo tipico dell’emigrazione mantovana.
Nella primavera dell’anno 06 l’esercito branconiano, alla deriva per le costanti incomprensioni con
Reanis, viene affidato nuovamente ad Andreolidis, che inizia un costante lavoro di acculturamento dei
suoi uomini. Andreolidis, lontano parente di Marco Porcio Catone, il cui appellativo Porcio si dovette
alle origini della famiglia che allevava suini, assume il mitico soprannome di battaglia Suinez. Anche se,
secondo alcuni storici molto poco affidabili, Andreolidis assunse il soprannome di Suinez non perché
allevasse maiali, ma perché ne fosse terribilmente ghiotto. In ogni caso, il lavoro del condottiero Suinez
ben presto comincia a dar frutti insperati: Brancon riesce ad esportare la propria legge anche nei territori
mantovani, abitati da feroci primitivi che parlano un linguaggio incomprensibile.
Il Brancon conquista le prime vittorie oltre il Po, prima a Moja Sermidiensis e poi a Quistellus. Senza
contare l’espansione anche a Nord Ovest con le battaglie vittoriose di Medulis, Ceretae, Santus Firmus,
Pella Locis. Nell’autunno dell’anno 07 il Brancon saccheggia finalmente anche Bar Bassus
Roncoferrarensis, luogo dove, per anni, i tentativi di espansione erano stati frustrati da numerose e
pesanti sconfitte. E’ probabilmente l’apice della civiltà branconiana.
Statua in marmo raffigurante il
guerriero di origine rumena Doru.
Artefici di questi grandi successi dell’esercito branconiano sono gli
inossidabili senatori Isaccus, Tanus, Teme, cui si sono aggiunti alcuni
fuoriusciti mantovani di origine gallica, fra cui Khido, Kambo, Kreg,
Pontel e Dusevic detto manus unta, e altri stranieri ancora come i
greci Fabris e Bokkis, il brasiliano Alex, l’inglese Patch, il rumeno
Doru, e l’estremo baluardo dello schieramento di difesa, il tedesco
Kape, detto anche SuperKape, talvolta accompagnato alla vestizione
prima della battaglia dalla sorella franco-branconiana Veronique. Da
terre vagamente italiche arrivano il calabrese Fiore e i superdotati
Nicolas e Fred.
Anche gli dei dell’Olimpo non potevano rimanere insensibili alle gesta e al fascino della civiltà
branconiana. Secondo la leggenda, al principio dell’anno 07, Zeus in persona scende a Brancon e, prese
le sembianze di Nicolas, possiede una vergine mettendola incinta. Ne nasce il semidio Ciullatauro,
animale mitologico con corpo da toro, stomaco da altoforno industriale, e testa da uomo. Il Ciullatauro
prenderà parte direttamente alle battaglie del Brancon, terrorizzando gli avversari con incursioni di
potenza nelle retroguardie. Ciullatauro diventerà ben presto un incubo per le civiltà avversarie e simbolo
dello strapotere atletico del Brancon, nonché della sua sopraffina cultura gastronomica. Il Ciulla difatti è
un essere mitologico onnivoro, anche se si ciba in prevalenza di porchetta del Patch. Naturalmente, come
tutti i semidei, anche il Ciullatauro ha il suo “tallone d’Achille”. Per l’eroe branconiano si tratta di
un’allergia visiva ai colori biancorossi: quando si trova a combattere con avversari dal vessillo
biancorosso, il Ciullatauro appare mollo e demotivato, al punto da venire talvolta accusato
pubblicamente di essere un tifoso mantovano. Ma sono solo cattiverie messe in circolazione dai suoi
rivali più invidiosi: il Ciullatauro, nell’anno 08, è ormai così famoso da avere fan anche oltre confine e
viene insignito, alla pari con il Patch, con il trofeo di miglior gladiatore.
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Affresco raffigurante il semidio Ciullatauro, nato
dall’accoppiamento fra Zeus e una vergine
branconiana, riportato alla luce su una parete del
Mexican Restaurant in località Concamarise. Gli
zoccoli poderosi gli permettevano di sfondare le
porte di qualsiasi fortino nemico. L’affresco
raffigura il Ciulla nell’atto probabilmente di affilare
le lame dei coltelli con i quali era solito tagliare la
porchetta.
All’apice della civiltà branconiana, a coadiuvare il condottiero Andreolidis si aggiunge Andreas
Perazzanis, nordico isolano, che diventa anche cantore delle gesta epiche branconiane attraverso un sito
di cui abbiamo notizie certe, ma che non è mai stato portato alla luce nonostante le varie estese campagne
di scavi. Qualche studioso contemporaneo ipotizza che non si trattasse di un sito geografico, ma di una
specie di giornale tecnologico, qualcosa di veramente impensabile per i nostri giorni. Sembra, dai
manoscritti pervenutici, e in particolare da una sorta di settimanale locale chiamato Gazzetta di Brancon,
che sul finire dell’anno 07 e l’inizio dell’anno 08, Brancon fosse dotata di ogni comfort dell’epoca: strani
oggetti tecnologici fra cui un televisore e un lettore DVD, un forno per la cucina della porchetta e del
musso (ebbene sì, all’epoca evidentemente c’era la barbara usanza di mangiare animali domestici), e una
raccolta cinematografica di prim’ordine del vate Russ Meyer andata dispersa (sebbene da alcuni rapporti
dei Carabinieros sembra che Morenos detenesse abusivamente alcune di queste cassette nel suo rifugio di
Terrae Negris).
Reperto della Collezione Russ Meyer splendidamente
conservato al National Gallery Miusium di Londra.
Purtroppo le attuali tecnologie non consentono di
riprodurre il contenuto della Collezione, che da quanto
sappiamo dovrebbero essere sequenze di immagini di
procaci fanciulle. Questo favoloso reperto, ritrovato in casa
di Morenus, farebbe supporre che gli eroi della civiltà
branconiana prediligessero, in termini erotici, gli apparati
mammari voluminosi. Sembra anzi che alcuni individui,
compreso il semidio Ciullatauro, fossero soliti stimolare
l’apparato mammario femminile durante la riproduzione.
Cose impensabili per la morigerata sessualità dei giorni
nostri, ma citate da varie fonti come veritiere.
Purtroppo, come si sa, con i successi e il benessere arrivano anche gli inevitabili ozi. La stagione degli
ozi branconiani porta, nell’anno 08, l’esercito branconiano a trastullarsi in riva al Tartaro in sedute di
pesca, in grigliate di maiale e altre attività ludiche, anziché allenarsi alla disciplina e alle arti sportive.
Così, appesantita dall’inattività, demotivata e soprattutto decimata dalle assenze, visto che molti guerrieri
disertano l’agone, non solo la truppa gialloblu viene ripetutamente sconfitta nei tentativi di espansione
verso Viadana e verso Goitus Interruptus, ma anche, dopo aver respinto a fatica gli assalti di Quistellus e
Canottieribus Mincius, non riesce ad evitare il saccheggio delle proprie terre da parte delle truppe di
Salina.
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Una preziosissima scultura ritrovata durante
la campagna di scavi nella zona dell’Ospedale
di Nogara, che testimonia gli ozi branconiani.
Vi è raffigurato il Ciullatauro che, grazie alle
arti divinatorie, si fa piccolo per perdersi nel
seno di una prosperosa ninfetta. Sembra che
l’episodio ritratto risalga alla notte prima
della battaglia di Goitus, dove il Ciullatauro fu
tutt’altro che memorabile.
Tuttavia il mai domo orgoglio branconiano fa sì che, con un colpo di coda imprevisto, la campagna
bellica della stagione 07-08 si chiuda con un trionfo addirittura a Mantova, nella terra degli snob
Canottieribus. La battaglia è epica, anche perché ha luogo sotto un nubifragio e con gli uomini contati.
Nonostante l’esercito di Mantova sia più numeroso, le truppe branconiane, dopo aver a lungo sofferto,
sfondano la retroguardia nemica grazie al rientro del superdotato Fred, di ritorno da una lunga trasferta
commerciale con i fenici, e alle incursioni di Patch che, a sorpresa, si fionda nel fortino nemico anche da
destra.
Neanche il tempo di gioire per la prima vittoria ottenuta intra muros Mantuae, che pochi giorni dopo
Brancon viene assediata da una masnada di disorganizzati soldati di ventura viadanesi. La battaglia è
riportata dalle cronache del tempo come una delle più fiacche; tuttavia, sembra che ad un certo punto
l’esercito viadanese riesca ad avere la meglio sugli eroi branconiani. Ci pensa Isaccus a respingere lo
scomposto assalto dei nemici: l’onore è salvo, e per Brancon è un altro giorno di festa, grazie ad una
grandiosa ed epica grigliata di maiale cucinata da Suinez Andreolidis, con la quale gli eroi gialloblu
dedicano il giusto tributo agli dei.
Statua marmorea del Patch.
Musei Vaticani, seconda sala a
sinistra, terzo stallo, venticinquesimo
ripiano.
Qui si chiude la storia, ancora incompleta, del primo decennio della civiltà branconiana.
Appuntamento alle prossime puntate sui libri di testo scolastici.
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CRUCIVERBA SPORTIVO
A soluzione ultimata, nelle caselle gialle troverete nome cognome e soprannome del campione nella foto
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ORIZZONTALI
1. Checca oppure ortaggio invernale. 9. Quelle delle urine si fanno al controllo antidoping. 10. Vi fanno la pipì i
bambini. 11. Pisa. 12. Principio di olezzo. 13. Sei romano (ai non romani: non si deve scrivere no). 14. Il Peterson
famoso allenatore e commentatore di basket. 15. Quelle del mutuo si pagano a scadenze fisse. 17. La Tommasi che
dopo L’Isola dei famosi si cimenterà nei filmetti di serie B. 18. La terza desinenza verbale. 19. Il Little che si è
esibito per il Fred alla sagra di Nogara. 20. Sovrano. 21. Le sognavano i cercatori d’oro. 22. Riunioni di preti con il
vescovo. 23. Condire con il sale. 25. Mezzo aprile. 26. Centouno romani (non bisogna scriverne i nomi). 27. Le
prime di Kim. 28. Fanno atti notarili. 30. Il soprannome del campione nella foto. 39. Lo squillo del telefono. 40.
Asino. 41. Così è detto un generico cittadino di lingua spagnola. 42. Radio Centro Est. 43. Le donne se ne danno
tonnellate in faccia. 44. Quello di Repubblica è il Venerdì. 45. Le vocali in meno. 46. Quello di Bergerac è famoso
per il suo enorme naso. 47. E’ tipico quello per funghi. 48. Articolo spagnolo. 49. Si suona in chiesa. 50. Segnala le
posizioni dei velivoli. 52. Piagnistei, gemiti. 54. E’ famoso quello in Normandia. 55. La nebbia inglese. 57. La
D’Amico presentatrice gnocca. 58. Il verso della rana. 59. Le vocali in volo. 60. Tradì Otello.
VERTICALI
1. Aiutare. 2. Assorbire via narici. 3. Nucleo Anti Sofisticazioni. 4. Si mettono nell’aperitivo. 5. Ex giocatore del
calcio a cinque. 6. L’unione di stati che ha rimpiazzato l’URSS. 7. La fine di Bocchi. 8. Pisciare, mingere. 11. Si
dipingono nelle case. 14. Il nome del campione nella foto.16. Le prime delle tette. 17. Si gustano con calma in sede
del Brancon durante le cene. 19. Calciatori che non mollano mai. 21. Lo fanno alzare le donne in tuta da operaio.
22. Le corde che reggono le vele di una imbarcazione. 24. Località della Romagna dove si corre un Gran Premio di
motociclismo. 25. Il cognome del campione nella foto. 27. Tipica veste giapponese. 29. Ancona. 30. Capita di
gustarli in sede del Brancon insieme ai saltarei. 31. Il numero di maglia del terzino sinistro. 32. Le vocali dei seni.
33. Quello di Verona è Flavio Tosi. 34. Soldato di cavalleria ungherese. 35. Il mercato ancora più grande del super.
36. Nucleo Anti Rivolte. 37. Quello lirico organizza le serate in Arena. 38. Studia la zoologia. 40. C’è quella
galante e quella di gala. 43. Eleganti uccelli acquatici dalle piume bianche. 44. Il Montanelli scrittore preferito dal
campione nella foto. 46. Il girone del campionato di Eccellenza dell’Emilia Romagna. 47. Precede il testo negli
annunci sul giornale. 49. Organizzazione Mondiale Attori. 50. Radio Bolognese Autonoma. 51. La canicola
d’agosto. 53. Alessandria. 54. Le consonanti di sera. 55. L’inizio di oggi.
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Il genio artistico di Andrea Perazzani ha colpito di nuovo
ECCO IL LOGO DEL DECENNALE !
I dieci anni del Brancon non potevano passare inosservati.
Si apre la decima stagione agonistica branconiana, e grazie al talento artistico del factotum Andrea, il
merchandising gialloblu si arricchisce del nuovo logo del decennale, che vi presentiamo qui sotto.
Inutile dire che l’iniziativa ha riscosso un successo mondiale, al
punto che molti tifosi cinesi hanno telefonato per disdire le
prenotazioni delle magliette di Ronaldinho e hanno invece richiesto
migliaia di magliette del Brancon con il nuovo logo. Il Presidente
Muraroli ha fiutato il paglione e qualche bene informato giura di
averlo visto a Pechino, in occasione della cerimonia di chiusura dei
Giochi Olimpici, a promuovere il marchio Brancon. Probabile che
per i giochi di Londra del 2012 la fiaccola olimpica passi per Via
Brancon: fra i tedofori si sono già proposti il Fiore e Alex.
Nei prossimi numeri della Gazzetta daremo ampio spazio alle statistiche della gloriosa storia gialloblu:
per ora ci limitiamo a dire che le gare ufficiali sin qui disputate sono 231, con 108 vittorie (percentuale
di successo pari al 47%). Le reti segnate sono 778 contro le 628 subite: differenza reti in positivo pari a
ben 150. Media reti fatte a partita 3,37. E’ aperta al caccia al gol numero 800 !
SOLUZIONI DEL CRUCIMISTER
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