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la Repubblica SABATO 11 GIUGNO 2011 TORINO ■ III RETICENTE? Le varie spiegazioni di Gambarino, qui al suo arrivo in tribunale, non convincono i pm, che ritenendolo reticente hanno bruscamente interrotto il suo interrogatorio dopo tre ore e l’ultimo “no” L’istruttoria SARAH MARTINENGHI DUE settimane esatte dall’arresto, Piero Gambarino è stato chiamato ieri in procura per il suo primo interrogatorio davanti ai pm Paolo Toso e Stefano Demontis a rispondere dell’accusa di turbativa d’asta e corruzione. Nelle aspettative del braccio destro dell’assessore Caterina Ferrero c’era l’idea di un lungo momento di confronto con la Procura: da giorni, nella sua cella, si preparava gli argomenti da trattare, cercando di ricordarsi ogni dettaglio, fatti e numeri, per poter chiarire la sua posizione. Non è stato così: l’interrogatorio è durato “solamente” tre ore, dalle 11 alle 14, e le sue argomentazioni non hanno convinto i pm, che hanno bruscamente terminato dicendogli: «Se è così, non abbiamo altre domande da porle». Secondo l’accusa, infatti, l’atteggiamento di Gambarino non sarebbe stato affatto collaborativo, e le sue spiegazioni non avrebbero convinto i pm ad approfondire ulteriormente l’interrogatorio. «Se ha qualcos’altro da comunicarci, ci depositi un memoriale con A La sentenza L’uomo di fiducia dell’assessore sentito sull’“affaire pannoloni”, le pressioni sullo Spresal e l’appalto di Cavagnolo Scandalo sanità, Gambarino dai pm nega tutto ma non convince l’accusa Tre ore a tu per tu, poi il brusco stop: “Basta domande” le sue considerazioni» è stata la conclusione del colloquio. Piero Gambarino, assistito dall’avvocato Gian Maria Nicastro, è stato interrogato su tre tematiche già presenti nel capo d’imputazione: l’affaire dei pannoloni, che ha portato all’arresto anche dei vertici di Federfarma; l’appalto “truccato” in favore di Pierfrancesco Camerlengo, per la costruzione di una nuova casa di cura su un terreno del Comune di Cavagnolo (in questo caso erano stati arrestati anche lo stesso Camerlengo, il commissario dell’Asl 4 Vito Plastino, il sindaco Franco Sampò e il dentista Marco Mozzati che faceva da tramite per le tangenti); e le pressioni in Regione per indebolire la dirigente dello Spresal Annalisa Lantermo e togliere le qualifiche di ufficiale di polizia giudiziaria a due ispettori. Sulla questione dei pannoloni, Gambarino ha negato un accordo collusivo con Federfar- L’obiettivo Gli inquirenti lo hanno interpellato sui rapporti con Camerlengo: forse hanno in mente nuovi spunti investigativi ma: «Quando sono arrivato c’erano diverse cifre che rimbalzavano, da 24 a 47 euro, ma sulla base del protocollo d’intesa firmato ad agosto con le farmacie, Il pm Paolo Toso che prevedeva una serie di servizi oltre a quello degli ausili per l’incontinenza, sembrava possibile raggiungere una cifra vantaggiosa per la Regione. Se però non avessimo fermato il bando, Federfarma non avrebbe più voluto diminuire il prezzo, visto che lo avrebbe abbassato per alcuni servizi proprio in considerazione della molteplicità di prodotti che avrebbero gestito. L’idea originaria era di sospendere il bando, ma dalla Regione, dall’ufficio legale, dissero che era meglio revocarlo: tutto è stato fatto alla luce del sole». Per quanto riguarda lo Spresal: «La consigliera regionale Rossana Valle mi aveva parlato di due situazioni: una riguardava le numerose verifiche all’impresa del suo amico Alberto Vacca e l’altra era la segnalazio- ne della mancanza di requisiti dei due ispettori per diventare ufficiali di pg. Io mi sono informato: volevo sapere se nei confronti di Vacca ci fosse stata una persecuzione o se avesse commesso reali infrazioni, ma ho saputo che era una questione già risolta, perché aveva già pagato le multe. Sulla mancanza di requisiti ho chiesto, e mi fu risposto che era proprio così». Proprio sull’appalto per la costruzione della clinica a Cavagnolo, invece, l’interrogatorio di Gambarino ha avuto un brusco arresto. I pm volevano sapere se avesse avuto rapporti con Camerlengo anche in altre occasioni. La risposta è stata negativa, e a quel punto i pm hanno detto: «Allora non c’è altro da aggiungere». Si può dedurre quindi che la Procura abbia in mano altri spunti d’indagine, e che punti proprio in questa direzione. Sono state fissate intanto le udienze davanti al tribunale del riesame: mercoledì prossimo a chiedere la libertà saranno Plastino, Platter e Cossolo, mentre venerdì toccherà al dentista Marco Mozzati e a Gambarino. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tentata concussione per l’ex direttore generale del Sant’Anna “O firmi o ti licenzio”: 8 mesi a D’Innocenzo E NON firmi, ti licenzio». È per questa frase che ieri l’ex direttore generale dell’azienda sanitaria San’Anna-Regina Margherita, Marinella D’Innocenzo, è stata condannata a otto mesi di reclusione. Perché dietro questa frase si sarebbe consumato un tentativo di concussione ai danni di Ettore Rossi, all’epoca direttore sanitario dell’ospedale: motivo del contendere era la nomina di una dottoressa, Franca Fagioli, come dirigente del reparto di oncoematologia pediatrica del Regina Margherita. Un incarico, tra l’altro, che ricopre tutt’oggi: la sua posizione nell’inchiesta era stata archiviata, ed è stata confermata nell’incarico anche dai nuovi vertici dell’ospedale, quando Marinella D’Innocenzo (difesa dall’avvocato Alberto Mittone) si è trasferita a Roma come dirigente del 118 del Lazio. Tuttavia, se la condanna venisse confermata in tutti i gradi di giudizio, l’ex dg rischia di non poter più ricoprire incarichi pubblici: il tribunale presieduto dal giudice Giovanni Cotillo ha infatti anche deciso l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Inoltre, parallelamente, comincerà anche un processo civile per la liquidazione dei danni, morali e d’immagine, chiesti da Ettore Rossi (assistito dall’avvocato Della Rossa) alla D’Innocenzo. Rossi non era «S più stato riconfermato, e attualmente è direttore del reparto di neonatologia dell’ospedale di Chivasso. La vicenda risale al 2008. Secondo i pm Paolo Toso e Cesare Parodi, che per mesi avevano intercettato la direttrice, in quel periodo le nomine dei dirigenti sanitari erano strettamente legate alla politica: in un primo tempo la procura aveva indagato anche sulla nomina di Silvio Viale a responsabile del servizio di interruzione volontaria di gravidanza al Sant’Anna, per poi rimanere concentrati invece sulle pressioni fatte per promuovere un’amica, visto il parere contrario del direttore sanitario: per questo i pm avevano chiesto la condanna a un anno e dieci mesi di carcere. Una tesi contrastata duramente dalla difesa: «Faremo ovviamente appello — ha spiegato l’avvocato Alberto Mittone — noi sosteniamo che anzitutto non era possibile per il direttore generale licenziare il direttore sanitario. Era invece nelle sue facoltà scegliere e promuovere chi ritenesse giusto per l’incarico. Inoltre la D’Innocenzo era in scadenza di mandato. Quella frase dunque poteva essere se mai uno sfogo, ma non certo un tentativo di concussione». (s. mart.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Samara’s Cuneo Vip SAMARA VIP EROTIC SHOW via Sacchi 28, TO Tel. 011-541025 APERTO TUTTI I GIORNI Orari: 17.00-19.00 e 22.30-04.30 Via Villafalletto 13 - Madonna dell’Olmo (CUNEO) Tel. 0171413331 - 3928190327 - Orari: da mercoledì a domenica dalle 23 in poi Oriental Restaurant & Sushi Bar La tradizione dell’India nel cuore di Torino MISTER HU AMPIO DEHOR ESTIVO Via Mercanti, 16 (ang. V. P. 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E le tante conversazioni hanno rivelato, secondo il caso GRAZIA LONGO V erdetto di colpevolezza per l’ex dama di ferro degli ospedali Sant’Anna e Regina Margherita. Marinella D’Innocenzo, attualmente alla guida del 118 del Lazio, è stata condannata ieri mattina a otto mesi di reclusione per tentativo di concussione. Il giudice Giovanni Cotillo ha inoltre deciso l’interdizione per un anno dai pubblici uffici. L’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna-Infantile continuerà comunque a ricoprire la sua carica nel Lazio: l’applicazione delle pene si attua solo in caso di condanna definitiva, dopo il terzo grado di giudizio, ossia dopo l’esito del ricorso in Cassazione. L’inchiesta era partita tre anni fa dopo la denuncia di Ettore Rossi, ex direttore sanitario del Sant’Anna, che dichiarò d’essere stato minacciato con le parole «Se non firmi ti licenzio» dalla D’Innocenzo, la quale premeva per la nomina di Franca Fagioli a L’INCHIESTA Partì nel 2008 dopo una denuncia: «Mi minacciò, se non firmi ti licenzio» Oggi guida il 118 del Lazio Marinella D’Innocenzo premeva per la nomina di Franca Fagioli a capo del nuovo dipartimento oncologico capo del nuovo dipartimento oncologico, previsto dal piano di riorganizzazione stoppato dalla Regione. Pur non essendo riuscita ad aiutare «l’amica» Fagioli, per l’opposizione del direttore sanitario d’azienda, ci avrebbe però provato esercitando pressioni affinché Ettore Rossi esprimesse parere favorevole, pena il licenziamento. Accuse che D’Innocenzo ha sempre respinto, dichiarando più volte «che quel documento non è mai esistito e io non ho mai minacciato nessu- la pubblica accusa, una realtà in cui le nomine nella sanità erano strettamente intrecciate alla politica. Le intercettazioni, peraltro, hanno costituito un colpo di scena nel processo. Il cd che le raccoglieva è, infatti, inspiegabilmente sparito. La procura ha dovuto quindi riesumare, attraverso un software, quel che ne rimaneva nella profondità delle memorie di qualche computer. Il nuovo Cd è stato contestato dai legali che difendono l’ex manager della sanità, gli avvocati Alberto Mittone ed Emilio Ricci. Ma il giudice ha optato per la condanna. 301 A. Sassu 312 A. Ligabue 311 Salvo m Specchio dei tempi m «L’onda di piena inattesa s’è portata via l’ammiraglia» - «Panino proibito alle Ogr» - «Un’altra estate senza bigliettai» - «L’Asl 1 non la ricovera, si deve vendere l’alloggio»-«L’Asl3sugliinterinalilasciatiacasa:garantitii servizi» m Il presidente della Canottieri Armida scrive: «Nella notte tra giovedì e venerdì 3 giugno l'onda di piena del Po si è portata via l'ammiraglia delle barche di voga alla veneta battezzata “Armida 1”. L'imbarcazione costruita da disegni originali degli Anni Trenta e utilizzando accessori originali restaurati con i contributi della Regione Piemonte, non ha retto alla piena improvvisa ed è stata vista transitare verso le 4 del mattino giù dalla Diga del Pascolo alla confluenza della Stura con il Po. Sappiamo che le dighe a monte di Torino, per evitare che le acque tracimino per il troppo pieno, vengono aperte. Purtroppo non esiste un collegamento con le autorità preposte al funzionamento delle dighe e le società remiere torinesi per avvertire dell'onda di piena che sta per giungere. Risulta pertanto che il livello del Po si alza in poco tempo senza che si possa provvedere a proteggere le barche e le chiatte preventivamente. Vorrei tramite questa rubrica sapere chi contattare per stabilire un collegamento diretto e in tempo reale». I SEGUE LA FIRMA Una lettrice scrive: I «Mi sono recata il 2 giu- gno alle Ogr, alla mostra dei 150 anni, con l'intenzione di trascorrere un giorno all'insegna della memoria e della cultura. «Iniziata la visita, interessantissima, alle ore 10 mi sono soffermata ad ammirare i dettagli delle informazioni, i filmati trasmessi e tutto quanto era esposto. Alle 13 circa, stanca e desiderosa di una pausa, mi sono avviata a cercare una toilette e un bar o punto ristoro, con l’intenzione di riprendere il giro immediatamente dopo. «Qui l'amara sorpresa: nulla era stato previsto per chi volesse trascorrere più di qualche ora. «Per un servizio o per un panino si doveva uscire e poi rientrare ripagando il biglietto. «Visto che già 10 euro non sono pochi per una mostra, ho rinunciato e la mia visita si è fermata al 1921. «Peccato!». SILVIA RIOTTA Un lettore: «C’é dunque ancora una speranza, fra un rinvio e l’altro, di rivedere i bigliettai sul tram, a cominciare dalla linea 4, certo fra le più .... indisciplinate. Pare torneranno a bordo a settembre, almeno lo dice il Gtt. Ma per un’altra estate dovremo rassegnarci a mezzi affollati di persone ridenti e felici che si tengono a debita distanza dalle silenti bol- I latrici. Tanto ci saranno i soliti "cretini" paganti, abbonati e non, a sostenere il magro bilancio dell’azienda. Comunque facciamoci tutti un nodo al fazzoletto e attendiamo settembre». GIUSEPPE Una lettrice scrive: «Ottantanovenne, vedova senza figli, sola, è da quattro anni in lista d'attesa per essere presa in carico dall'Asl 1 e, per potersi mantenere in casa di riposo, si è venduta l'alloggio. La signora è in perenne attesa di passare nella graduatoria dell'Asl ma, stranamente, non vi rientra mai: la scavalcano tutti!... «Adesso non ha più un soldo e la responsabile del servizio riferisce che una cinquantina di persone si trovano nella sua stessa situazione e che l'Asl non dispone più di mezzi per convenzionarsi. Lo scorso maggio è stato riconosciuto alla Bertollo un mese di cura. E adesso? Cosa dovrà fare la povera Agnese? Forse andare a soggiornare alla Regione oppure dall'assessore alla Sanità?». I REGINA ZUCCHELLO fornire alcuni chiarimenti. «La salvaguardia dei servizi al cittadino è obiettivo primario dell'Asl To3, nonostante il fatto che il momento difficile chiami l'Azienda a una razionalizzazione delle risorse, razionalizzazione che l'azienda sta operando con cautela, con il massimo rispetto possibile per i lavoratori interinali sia amministrativi sia sanitari i cui contratti sono scaduti, e con trasparenza, come riconosciuto dalle stesse organizzazioni sindacali con le quali ci siamo più volte confrontati in questa delicata fase. «A riprova di ciò, presso il distretto di Venaria Reale, cui fanno capo i Comuni di Druento e di Pianezza citati nella lettera, non è stata chiusa e non chiuderà alcuna sede territoriale. Mentre a Druento tutti gli orari dei servizi allo sportello sono rimasti invariati, a Pianezza addirittura dal 1˚ giugno scorso la riorganizzazione interna ha consentito di incrementare l'apertura del punto prelievi fino alle ore 9,30 (prima era fino alle 9,00) e di allargare l'accesso diretto alla totalità dei pazienti». CARLO PICCO Il direttore sanitario Asl3 scrive: «In merito alla lettera a firma della signora Nicoletta Pace, apparsa sulla rubrica Specchio dei tempi di venerdì 3 giugno 2011, desidero I [email protected] via Marenco 32, 10126 Torino fax 011.6568185 Forum sulle lettere su www.lastampa.it/specchiotempi 336 F. Gentilini TUTTE LE ASTE SARANNO TRASMESSE IN DIRETTA SUL NOSTRO SITO WEB, SUI CANALI PEOPLE TV (CANALE 217 DEL DIGITALE TERRESTRE E 846 DI ) E MOTORI TV (CANALE 89 DEL DIGITALE TERRESTRE E 884 DI ) Esposizione d’asta oggi e domani Orario continuato 10 - 22 Corso Tassoni, 56 - 10144 Torino Tel. 011 437.77.70 - 430.38.28 Fax 011 437.75.77 Catalogo in sede e on line: www.santagostinoaste.it e-mail: [email protected] Società Meteorologica Italiana - www.nimbus.it diretta da Luca Mercalli - Elaborazione grafica: Centimetri.it OGGI Previsioni AO TO La pressione è in aumento ma aria leggermente umida raggiunge ancora l’arco alpino. Momenti abbastanza soleggiati nella prima parte della giornata, seguiti da addensamenti in montagna associati a rovesci o temporali sparsi, tendenti a interessare localmente Cuneese, Torinese, Langhe, colline del Po e nord Piemonte. Venti deboli orientali o occidentali in quota. Temperatura stazionaria. DOMANI AO TO Previsioni Temperature (C˚) Umidità relativa Qualità dell’aria Un nuovo fronte nuvoloso si avvicina alle regioni alpine. Nella prima parte della giornata abbastanza soleggiato tra passaggi nuvolosi, o più nuvoloso tra Canavese e nord Piemonte. In giornata nubi in aumento e rovesci sparsi in montagna e Valle d’Aosta, in serata possibili anche in pianura a nord del Po. Venti deboli variabili. Temperatura stazionaria. Nella notte e fino a lunedì mattina nuovamente instabile. Torino Torino Ieri 15,2 25,1 Ieri Un anno fa 19 25,6 Alle 8 Alle14 66% 55% Estremi del mese dal 1753 al 2007 Limite pioggia/ neve oggi 1 2 3 4 5 6 7 05/06/1810 Min. +4,3 21/06/2003 Max.+38,2 Nord Sud Min. Max. - Precipitazioni Ottima Buona Discreta Mediocre Poco salubre Insalubre Molto insalubre Ieri fino alle 19 0,2 mm Totale del mese 135,6 mm Media del mese dal 1971 al 2007 98 mm a cura di Provincia Giugno più piovoso di Torino e Arpa Piemonte 1937 - 283,2 mm TORINO SABATO 11 GIUGNO 2011 torino.repubblica.it REDAZIONE DI TORINO Via Bruno Buozzi, 10 | 10123 | tel. 011/5169611 | fax 011/533327 | CAPO DELLA REDAZIONE PIER PAOLO LUCIANO | VICARIO ROBERTO ORLANDO | INTERNET torino.repubblica.it | e-mail: [email protected] SEGRETERIA DI REDAZIONE tel. 011/5169611 | fax 011/533327 dalle ore 9.00 alle ore 21.00 | TAMBURINI fax 011/533327 | PUBBLICITÀ A. MANZONI & C. S.p.A. | Via Bruno Buozzi, 10 | 10123 TORINO | tel. 011/5527511 | fax 011/5527580 Cosche e sanità, Gambarino al crocevia di due inchieste Il neo assessore L’intervista ENTRE nei primi interrogatori davanti al giudice gli arrestati dell’Operazione Minotauro restano in silenzio, dalle carte dell’inchiesta sulla ’ndrangheta spunta un nome che incrocia anche il recente scandalo della sanità: quello di Piero Gambarino, braccio destro dell’assessore Ferrero, citato in un’intercettazione tra boss e socio in affari di due presunti uomini d’onore. Gambarino, ancora in carcere, interrogato ieri nell’inchiesta sanitaria, non ha convinto i pm. ALLE PAGINE II E III alla Cultura: La difesa di “mamma ‘ndrangheta” “Basta puntare su grandi eventi” M Il personaggio MEO PONTE A CHIAMANO «mamma ’ndrangheta». Stella Raso, ora agli arresti domiciliari, 63 anni, è la madre di Giacomo Lo Surdo, accusato di essere un membro attivo della “locale” Crimine di Torino che avrebbe fatto capo ai fratelli Crea, di Franco Lo Surdo, accusato di estorsione e lesioni personali, e di Mariella, denunciata piede libero per gli stessi reati. SEGUE A PAGINA II L Piero Gambarino spunta anche nell’inchiesta sull’ndrangheta Il comico genovese nei guai per aver tolto i sigilli al presidio della Maddalena. Una decina gli altri sotto inchiesta Valsusa, indagati Perino e Grillo Il leader dei “ribelli” sotto accusa per i blocchi a Chiomonte IL GOVERNO MIGLIOR ALLEATO DEI “NO TAV” PIER PAOLO LUCIANO I AUGURO che i sindaci siano dalla nostra parte, anzi, sono certo che lo saranno e conto anche sul loro contributo e sul loro impegno attivo per evitare all’Italia una figuraccia mondiale». Parole del ministro dell’Interno Roberto Maroni alla fine del vertice sul cantiere che si deve aprire in val di Susa. Ma da che parte sta il governo? Perché scorrendo l’elenco degli impegni disattesi in questi anni viene da dire che l’esecutivo è il miglior alleato dei «no Tav». Per esempio, nel 2008, l’accordo di Pra Catinat tra sindaci e il presidente dell’Osservatorio Mario Virano, prevedeva già dal 2009 il potenziamento della linea Torino-Bardonecchia per i passeggeri e l’avvio del servizio ferroviario metropolitano, cioè treni ad alta frequenza. Sono passati tre anni e nulla di tutto questo si è realizzato. Il 23 gennaio 2009 Berlusconi e l’allora presidente della Regione Bresso firmarono a Roma l’intesa quadro che prevedeva una serie di interventi per il Piemonte più un “accordino” di prima fase, urgente, di 300 milioni (200 dello Stato e 100 della Regione) per nuovi treni in Val di Susa e interventi sullo scalo di Orbassano e sul nodo di Torino. Insomma, un anticipo delle compensazioni da un miliardo previste per i disagi dei cantieri. Entro 60 giorni dalla firma dovevano essere indicati i capitoli di bilancio. Diciassette mesi dopo ancora niente. SEGUE A PAGINA XI «M NA raffica di indagati per tre diversi episodi in Valsusa legati alla protesta dei No Tav. E tra i “ribelli” finiti sotto inchiesta figurano anche il leader del movimento che si oppone al supertreno Alberto Perino - e il comico genovese Beppe Grillo. Il primo è indagato - con un’altra decina di persone - per i blocchi messi in atto a Chiomonte nella notte del 23 maggio quando fu impedito l’apertura del cantiere della Maddalena e ci fu una sassaiola contro forze dell’ordine e operai. Il comico, invece, è stato iscritto nel registro della procura per aver tolto i sigilli al presidio di Chiomonte nell’inverno scorso. Ancora Perino è indagato per un altro episodio, teatro l’autoporto di Susa. MARCO TRABUCCO A PAGINA VII U E in alcuni cinema sconti a chi prova di essere stato alle urne Il vescovo Cesare Nosiglia Nosiglia: domani andrò a votare per i referendum Alberto Perino e Beppe Grillo, tutti e due indagati SARA STRIPPOLI A PAGINA V a politica culturale della città non si può basare soltanto sui grandi eventi. Si deve cambiare. Le iniziative vanno portate in periferia». Parole di Maurizio Braccialarghe, il dirigente Rai che ha preso il posto di Fiorenzo Alfieri come assessore alla Cultura. MARINA PAGLIERI A PAGINA XIII «L IL COMMENTO LE BUCHE CHE FASSINO DEVE EVITARE SALVATORE TROPEA i racconta che durante la recente campagna elettorale Piero Fassino, spostandosi da un capo all’altro della città per comizi, incontri, riunioni, segnalasse a chi lo accompagnava, i punti critici della rete stradale. «Lì c’è una buca, segna, qui il manto d’asfalto è andato, lì sono saltati i sanpietrini», e via annotando. Non è gossip. E’ vero e del resto chi conosce il neosindaco trova perfettamente credibile questa sua attenzione che è un metodo pratico per chi voglia organizzare una risposta alle richieste dei cittadini, tra le quali quella di avere strade e piazze che non siano trappole talvolta pericolose. SEGUE A PAGINA VII S La polemica E gli antagonisti interrompono il sindaco alla festa di Confcooperative: “Basta Cie” Blitz fascista, una foto tradisce Marrone DIEGO LONGHIN PUNTA una foto che inchioderebbe il consigliere comunale del Pdl, Maurizio Marrone, reo di aver partecipato al blitz al Csa dei Murazzi insieme con i militanti di Giovane Italia. Scatto che mostra Marrone intento a perlustrare i locali, dove però sui muri sono già comparse le scritte fasciste, come «Boia chi molla». Foto, pubblicata da “Torino Cronaca”, che è finita nel dossier preparato dai centri sociali contro il neo consigliere comunale. SEGUE A PAGINA XI S LE INCHIESTE S DEL ABATO Un bambino dal mondo A LOTTA contro la burocrazia per adottare un bambino dall’estero. Ma il Piemonte è l’unica regione che aiuta le coppie con un’agenzia pubblica. OTTAVIA GIUSTETTI ALLE PAGINE XIV E XV L la Repubblica IN PRIMO PIANO CRONACA SABATO 11 GIUGNO 2011 TORINO ■ II Grandi inchieste Un copione unico ispira i primi colloqui in tribunale Cuoco in cella: aveva un arsenale di armi e esplosivo IL BLITZ L’affollata conferenza stampa dei carabinieri nella quale sono stati illustrati i particolari della Operazione Minotauro che ha portato in carcere 151 persone per inquietanti infiltrazioni mafiose in Piemonte Operazione Minotauro, il silenzio degli arrestati Interrogatori lampo davanti al gip: “Non intendo rispondere” MEO PONTE URANO pochi minuti gli interrogatori di garanzia degli uomini d’onore della ’ndrangheta: il tempo necessario al giudice Silvia Salvadori per identificare l’indagato, scriverne le generalità, spiegargli i capi d’accusa e infine chiedergli se vuole rispondere. E le risposte sono sempre uguali, come se capi cosca e picciotti avessero studiato lo stesso copione: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Nella sola mattinata di ieri davanti al gip sono sfilati almeno quindici dei centocinquantuno arrestati nel blitz dei carabinieri di martedì notte. Alcuni vestiti con eleganza ricercata, altri con ancora addosso gli abiti indossati in fretta e furia al momento dell’arresto. Ognuno però con il suo stile, come a sottolineare il proprio grado nell’organizzazione. Tutti però in fondo allo sguardo hanno un imper- D za della Provincia (e poi discuteva con il nipote Luca di un nuovo incontro dicendo: «Ha più bisogno lei di noi che noi di lei...»), arriva in tribunale a bordo di un’ambulanza. Anche lui resta davanti al giudice per pochi minuti. Il tempo di dire: «Le mie condizioni non mi permettono di risponderle...». Rosario Marando e Giuseppe Napoli della cosca di Volpiano se la sbrigano Il personaggio cettibile senso di superiorità che sconfina nella sfida. Come se appartenessero ad un altro mondo. Paolo Cufari, 73 anni, detto «il contadino», sospettato di essere il capo del locale di Natile di Careri a Torino con il grado di “quartino”, ascolta le accuse che gli vengono contestate (il pentito Rocco Varacalli lo indica come uno dei presenti alla sua “promozione” a “camorrista di sgarro” o “camorrista finalizzato”) senza che un solo muscolo della sua faccia bruciata dal sole tradisca un’emozione, poi mostra le mani callose al giudice e dice: «Ho sempre lavorato io, altro che mafia». Giuseppe Catalano, il capocosca che nel suo bar di via Veglia ha ricevuto Claudia Porchietto, candidata alla presiden- delle nove “locali” scoperte dopo cinque anni. D’altronde le ramificazioni della mafia calabrese sono così estese che è quasi impossibile seguirle sino alle loro conclusioni. E molti degli uomini d’onore di cui ora si sa che nell’organizzazione ricoprivano ruoli importanti, come “trequartino” o “mastro di giornata”, al casellario giudiziario sino a qualche giorno fa risultavano incen- surati o al massimo con fedine penali macchiate da piccoli reati commessi in gioventù. Come Nicola Nicolaci, 33 anni, di professione cuoco, originario di Polistena. Giovedì sera nella sua casa a Collegno i carabinieri di Venaria hanno scoperto un vero e proprio arsenale: un fucile d’assalto Kalashnikov con tre caricatori e 51 proiettili, una doppietta, due pistole, 18 deto- natori, 10 cilindri pieni di polvere da sparo, sette micce “ritardanti”. Sino a quel momento Nicolaci era considerato un calabrese che, dopo qualche sbaglio in gioventù, aveva messo la testa a posto e si occupava solo di ricette e condimenti. Invece dormiva con un Ak 47 sotto il letto e con il colpo in canna. (me.po.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Titolare di un caffè in via Miglietti, è accusata di aver fatto picchiare un barista concorrente La difesa di “mamma ’ndrangheta” “Quale estorsione? Cose d’onore...” (segue dalla prima di cronaca) ERI, difesa dagli avvocati Domenico Peila e Wilmer Perga, la donna è comparsa davanti al giudice delle indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia e, a differenza di gran parte degli indagati, ha accettato di rispondere alle domande del gip. «Voglio spiegare come sono andate veramente I Il “contadino” Uno degli imputati accusato da un pentito mostra le mani callose “Ho sempre lavorato altro che mafia...” in minor tempo. Recitano entrambi la formula di rito: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». E lo stesso fa Cosimo Capece della cosca di Cuorgnè. Le speranze dei pm che qualcuno rompa il vincolo dell’omertà si infrangono contro un muro di bocche cucite. Tace anche Giuseppe Nirta, forte del fatto che gli investigatori non sono riusciti a inquadrarlo in nessuna Il Palazzo di giustizia Il retroscena le cose con quello del bar Wembley Station» ha detto. Secondo l’accusa «mamma ’ndrangheta» avrebbe tentato di “risolvere” un problema di concorrenza commerciale in un modo tutto calabrese. Per l’esattezza, mafioso. La storia si sviluppa in via Miglietti. Lì ci sono gli uffici delle Poste e al civico 9 c’è il bar Arditi di Stella Raso e dei suoi figli. Al 4 però c’è anche il bar Wembley Station di Luigi Pierro. La posta in gioco sono i caffè ordinati dagli impiegati dell’ufficio postale. La vita scorre tranquilla sino a quando la fornitura quotidiana ai dipendenti postali è commissionata al bar Arditi, ma nel momento in cui gli impiegati decidono di cambiare locale e di rivolgersi allo Wembley Station via Miglietti diventa un in- stesso ex braccio destro dell’assessore Ferrero risulta anche essere socio della società “Sport nel Canavese S.r.l” assieme a due degli arrestati nell’operazione Minotauro. Si tratta di Achille Berardi (pluripregiudicato), affiliato alla “locale” di Cuorgnè con la dote di “Santa”, e di Valerio Ierardi, che faceva parte della “Bastarda” ed era nella ’ndrina degli Occhiuto: entrambi sono accusati di associazione di stampo mafioso e tentata estorsione. Volevano 1000 euro al mese di pizzo da una ditta di ricambi, in cambio di protezione. (s.mart.) ferno. Cominciano le minacce a Luigi Pierro: «Tu i caffè in quegli uffici non li devi portare. Lì ci lavoriamo solo noi». E ben presto dalle minacce si passa all’aggressione vera e propria, tanto che il titolare del bar concorrente di quello della signora Stella Raso finisce al pronto soccorso con la faccia pesta e un incisivo in meno. Per pm e carabinieri è tutto chiaro: la vicenda ha i caratteri precisi dell’estorsione. «Mamma ‘ndrangheta» però ieri al gip racconta un’altra storia. Scagiona da ogni accusa il figlio Giacomo («Non c’entra niente in questa storia, povero figlio. Era agli arresti domiciliari») e giustifica gli altri suoi rampolli Franco e Mariella, in particolare il primo, e dice con tono accorato: «I caffè non c’entrano nulla in questa storia. Mio figlio si è preso con quel tipo per questioni private. Anzi, questioni d’onore. Quello gli guardava con insistenza la moglie, la fissava ogni volta che passava davanti al suo locale. E che doveva fare mio figlio? Tacere e subire?». (me. po.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il tuttofare di Caterina Ferrero citato in una intercettazione e socio di due presunti mafiosi E nelle carte sulla “mala” l’onnipresente Piero E DUE inchieste giudiziarie del momento, quella sulla ’ndrangheta e quella per gli appalti della sanità, si incrociano su un nome: è quello di Piero Gambarino, il braccio destro di Caterina Ferrero (nuora di Nevio Coral). Gambarino è stato arrestato due venerdì fa per corruzione e turbativa d’asta nella sanità, Coral è finito in manette mercoledì in Francia per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma il nome, anzi il cognome Gambarino, compare in due intercettazioni citate nella misura cautelare sulla ’ndrangheta. Il giorno 13 settembre 2008, gli investigatori captano la discussione in auto L tra Bruno Iaria e lo zio Giovanni: discutono sulla suddivisione dei subappalti dei cantieri Coral spa, e Bruno accusa lo zio di aver intascato 30 mila euro dalla Coral senza dire nulla. Bruno: «Tu non sei stato corretto, hai preso dei soldi da Gianfranco (Violi), 30 mila euro». Giovanni: «Quando?». Bruno: «Se non li hai presi gli taglio la testa... Gianfranco ti ha dato 25 mila euro dal cantiere e 5.000 euro da Gambarino, e allora chi me l’ha detto gli taglio la testa e gliela metto sul tavolo...». Gambarino in seguito verrà citato una seconda volta sempre in riferimento a quei 5.000 euro. Un altro aspetto inquietante è che lo la Repubblica SABATO 11 GIUGNO 2011 TORINO ■ III RETICENTE? Le varie spiegazioni di Gambarino, qui al suo arrivo in tribunale, non convincono i pm, che ritenendolo reticente hanno bruscamente interrotto il suo interrogatorio dopo tre ore e l’ultimo “no” L’istruttoria SARAH MARTINENGHI DUE settimane esatte dall’arresto, Piero Gambarino è stato chiamato ieri in procura per il suo primo interrogatorio davanti ai pm Paolo Toso e Stefano Demontis a rispondere dell’accusa di turbativa d’asta e corruzione. Nelle aspettative del braccio destro dell’assessore Caterina Ferrero c’era l’idea di un lungo momento di confronto con la Procura: da giorni, nella sua cella, si preparava gli argomenti da trattare, cercando di ricordarsi ogni dettaglio, fatti e numeri, per poter chiarire la sua posizione. Non è stato così: l’interrogatorio è durato “solamente” tre ore, dalle 11 alle 14, e le sue argomentazioni non hanno convinto i pm, che hanno bruscamente terminato dicendogli: «Se è così, non abbiamo altre domande da porle». Secondo l’accusa, infatti, l’atteggiamento di Gambarino non sarebbe stato affatto collaborativo, e le sue spiegazioni non avrebbero convinto i pm ad approfondire ulteriormente l’interrogatorio. «Se ha qualcos’altro da comunicarci, ci depositi un memoriale con A La sentenza L’uomo di fiducia dell’assessore sentito sull’“affaire pannoloni”, le pressioni sullo Spresal e l’appalto di Cavagnolo Scandalo sanità, Gambarino dai pm nega tutto ma non convince l’accusa Tre ore a tu per tu, poi il brusco stop: “Basta domande” le sue considerazioni» è stata la conclusione del colloquio. Piero Gambarino, assistito dall’avvocato Gian Maria Nicastro, è stato interrogato su tre tematiche già presenti nel capo d’imputazione: l’affaire dei pannoloni, che ha portato all’arresto anche dei vertici di Federfarma; l’appalto “truccato” in favore di Pierfrancesco Camerlengo, per la costruzione di una nuova casa di cura su un terreno del Comune di Cavagnolo (in questo caso erano stati arrestati anche lo stesso Camerlengo, il commissario dell’Asl 4 Vito Plastino, il sindaco Franco Sampò e il dentista Marco Mozzati che faceva da tramite per le tangenti); e le pressioni in Regione per indebolire la dirigente dello Spresal Annalisa Lantermo e togliere le qualifiche di ufficiale di polizia giudiziaria a due ispettori. Sulla questione dei pannoloni, Gambarino ha negato un accordo collusivo con Federfar- L’obiettivo Gli inquirenti lo hanno interpellato sui rapporti con Camerlengo: forse hanno in mente nuovi spunti investigativi ma: «Quando sono arrivato c’erano diverse cifre che rimbalzavano, da 24 a 47 euro, ma sulla base del protocollo d’intesa firmato ad agosto con le farmacie, Il pm Paolo Toso che prevedeva una serie di servizi oltre a quello degli ausili per l’incontinenza, sembrava possibile raggiungere una cifra vantaggiosa per la Regione. Se però non avessimo fermato il bando, Federfarma non avrebbe più voluto diminuire il prezzo, visto che lo avrebbe abbassato per alcuni servizi proprio in considerazione della molteplicità di prodotti che avrebbero gestito. L’idea originaria era di sospendere il bando, ma dalla Regione, dall’ufficio legale, dissero che era meglio revocarlo: tutto è stato fatto alla luce del sole». Per quanto riguarda lo Spresal: «La consigliera regionale Rossana Valle mi aveva parlato di due situazioni: una riguardava le numerose verifiche all’impresa del suo amico Alberto Vacca e l’altra era la segnalazio- ne della mancanza di requisiti dei due ispettori per diventare ufficiali di pg. Io mi sono informato: volevo sapere se nei confronti di Vacca ci fosse stata una persecuzione o se avesse commesso reali infrazioni, ma ho saputo che era una questione già risolta, perché aveva già pagato le multe. Sulla mancanza di requisiti ho chiesto, e mi fu risposto che era proprio così». Proprio sull’appalto per la costruzione della clinica a Cavagnolo, invece, l’interrogatorio di Gambarino ha avuto un brusco arresto. I pm volevano sapere se avesse avuto rapporti con Camerlengo anche in altre occasioni. La risposta è stata negativa, e a quel punto i pm hanno detto: «Allora non c’è altro da aggiungere». Si può dedurre quindi che la Procura abbia in mano altri spunti d’indagine, e che punti proprio in questa direzione. Sono state fissate intanto le udienze davanti al tribunale del riesame: mercoledì prossimo a chiedere la libertà saranno Plastino, Platter e Cossolo, mentre venerdì toccherà al dentista Marco Mozzati e a Gambarino. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tentata concussione per l’ex direttore generale del Sant’Anna “O firmi o ti licenzio”: 8 mesi a D’Innocenzo E NON firmi, ti licenzio». È per questa frase che ieri l’ex direttore generale dell’azienda sanitaria San’Anna-Regina Margherita, Marinella D’Innocenzo, è stata condannata a otto mesi di reclusione. Perché dietro questa frase si sarebbe consumato un tentativo di concussione ai danni di Ettore Rossi, all’epoca direttore sanitario dell’ospedale: motivo del contendere era la nomina di una dottoressa, Franca Fagioli, come dirigente del reparto di oncoematologia pediatrica del Regina Margherita. Un incarico, tra l’altro, che ricopre tutt’oggi: la sua posizione nell’inchiesta era stata archiviata, ed è stata confermata nell’incarico anche dai nuovi vertici dell’ospedale, quando Marinella D’Innocenzo (difesa dall’avvocato Alberto Mittone) si è trasferita a Roma come dirigente del 118 del Lazio. Tuttavia, se la condanna venisse confermata in tutti i gradi di giudizio, l’ex dg rischia di non poter più ricoprire incarichi pubblici: il tribunale presieduto dal giudice Giovanni Cotillo ha infatti anche deciso l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Inoltre, parallelamente, comincerà anche un processo civile per la liquidazione dei danni, morali e d’immagine, chiesti da Ettore Rossi (assistito dall’avvocato Della Rossa) alla D’Innocenzo. Rossi non era «S più stato riconfermato, e attualmente è direttore del reparto di neonatologia dell’ospedale di Chivasso. La vicenda risale al 2008. Secondo i pm Paolo Toso e Cesare Parodi, che per mesi avevano intercettato la direttrice, in quel periodo le nomine dei dirigenti sanitari erano strettamente legate alla politica: in un primo tempo la procura aveva indagato anche sulla nomina di Silvio Viale a responsabile del servizio di interruzione volontaria di gravidanza al Sant’Anna, per poi rimanere concentrati invece sulle pressioni fatte per promuovere un’amica, visto il parere contrario del direttore sanitario: per questo i pm avevano chiesto la condanna a un anno e dieci mesi di carcere. Una tesi contrastata duramente dalla difesa: «Faremo ovviamente appello — ha spiegato l’avvocato Alberto Mittone — noi sosteniamo che anzitutto non era possibile per il direttore generale licenziare il direttore sanitario. Era invece nelle sue facoltà scegliere e promuovere chi ritenesse giusto per l’incarico. Inoltre la D’Innocenzo era in scadenza di mandato. Quella frase dunque poteva essere se mai uno sfogo, ma non certo un tentativo di concussione». (s. mart.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Samara’s Cuneo Vip SAMARA VIP EROTIC SHOW via Sacchi 28, TO Tel. 011-541025 APERTO TUTTI I GIORNI Orari: 17.00-19.00 e 22.30-04.30 Via Villafalletto 13 - Madonna dell’Olmo (CUNEO) Tel. 0171413331 - 3928190327 - Orari: da mercoledì a domenica dalle 23 in poi Oriental Restaurant & Sushi Bar La tradizione dell’India nel cuore di Torino MISTER HU AMPIO DEHOR ESTIVO Via Mercanti, 16 (ang. V. P. Micca) TORINO - Tel. 011.53.71.71 SIAMO APERTI A PRANZO PROMOZIONE PRIMAVERA I nostri Menu: Ayurgandhi vegetariano € 16.00 Bananaleaf di carne € 22.00 Offerta sconto del 10% su gruppi di minimo 6 persone C.so Regio Parco, 24 - Torino tel. 011.2470643 - www.gandhitorino.it T1 T2 PR CV LA STAMPA SABATO 11 GIUGNO 2011 Cronaca di Torino 53 Retroscena ALBERTO GAINO GRAZIA LONGO L Il blitz dei carabinieri All’alba dell’8 giugno 150 arresti: sopra, il pullman dell’Arma esce dalla caserma di via Cernaia Il rito di affiliazione La cerimonia di giuramento dei nuovi membri in una foto scattata dai carabinieri nel Torinese: identica a quelle viste in altre zone d’Italia Gianfranco Morgando drea Giorgis, sottolinea la necessità di una terza via «tra il giustizialismo acritico e l’arroccarsi in un garantismo altrettanto acritico». Che fare, allora? «Noi - precisa - siamo per dare alla magistratura tutti gli strumenti di contrasto alla criminalità ma € 8.950 dobbiamo anche mettere in evidenza quando si usano strumenti che non appaiono sufficientemente garantisti e che mettono in discussione la presunzione d’innocenza». Insomma «serve un controllo di qualità sul lavoro dei magistrati». Poi Lucà chiede di parlare. Racconta di una telefonata di sostegno arrivata da Bersani e racconta: «La sentenza è sostanzialmente emessa, anzi è già stata eseguita. Posso aver peccato per disattenzione, semplicità, disinvoltura ma questo non significa contiguità». Sensazioni che racconta anche Boeti. E Aldo Corgiat, sindaco di Settimo, attacca: «Dobbiamo discutere sul metodo: se ci sono intercettazioni che non hanno rilievo penale devono restare alla magistratura e non essere diffuse. Dobbiamo dirlo a Caselli: questa cosa non va bene». € 9.000 e informazioni confidenziali acquisite darebbero la famiglia Coral, ed in particolare Nevio, vicina ad esponenti della ‘ndrangheta, con cui è attiva una collaborazione. Collaborazione che, nell’ultima consultazione elettorale, ha visto l’elezione in Regione della nuora dello stesso Coral, Caterina Ferrero». Lo scriveva la Guardia di Finanza nella prima «annotazione», datata 15 ottobre 2010, alla procura per segnalare Piero Gambarino al vertice dell’assessorato alla Sanità, accanto alla Ferrero. Un semplice consulente che aveva acquisito nell’ambiente rapida fama di faccendiere, tanto da meritarsi la reputazione di «signor 15 per cento». Le «voci» raccolte dalle Fiamme Gialle hanno trovato ampio riscontro su Nevio nelle indagini dei carabinieri torinesi: l’ex sindaco di Leinì è stato arrestato in Francia per concorso esterno in associazione mafiosa, e la sua famiglia, nuora compresa, è stata investita dalla successiva bufera politica. C’è anche questo passaggio nella documentazione che gli avvocati dei 7 arrestati nell’ultimo scandalo della sanità (in cui la Ferrero è indagata) MONFERINO ATTACCA Il collaboratore fidato Piero Gambarino, collaboratore dell’assessore Ferrero, ieri è stato interrogato in procura Nell’inchiesta sulla ‘ndrangheta sbuca un fugace riferimento a lui come «uomo di Coral» Malavita e sanitopoli La doppia bufera sulla famiglia Coral «Ferrero non voleva chiudere le emodinamiche prima del voto. Poi ne aprì una» Il triangolo tra l’ex sindaco, l’assessore e il faccendiere hanno potuto visionare nei giorni scorsi. Così come dalle 2500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare per 150 ‘ndranghetisti, sbuca un fugace riferimento a Piero Gambarino come uomo di Coral. Le due inchieste disegnano un triangolo parafamiliare formato da Nevio Coral, la nuora e il loro brasseur d’affaire. Quest’ultimo si era dedicato da tempo al sostegno della carriera politica della donna e, piazzato come assessore-ombra al vertice della Sanità piemontese, «ha costruito in pochissimo tempo un fitto reticolo di clientele e rapporti con imprenditori, pubblici funzionari e professionisti nei confronti dei quali egli è apparso in indubbia posizione di supremazia». Così lo ridefinisce il gip Cristiano Trevisan nel lasciarlo in carcere. Ieri Gambarino è tornato a to non ci serve più interrogarla. Ci scriva pure una memoria». Significativo per come erano andate le cose: l’arrestato, assistito dall’avvocato Gian Maria Nicastro, ha continuato a difendersi dalle accuse, ribadendo che lavorava solo per far risparmiare alla Regione. Dall’assessorato si sono recati numerosi in procura a deporre contro di lui, chiamati dai pm. Fra questi il direttore generale, e suo grande nemico, Paolo Monferino. «Andai dal presidente Cota - ha messo a verbale l’ingegnere - dopo aver appreso che il Gambarino e forse anche l’assessore avevano firmato con Federfarma un accordo non conveniente per la Regione per la distribuzione di certi farmaci a nostro carico attraverso la loro rete». Monferino ne ha anche per l’assessore: «Ho parlato con Fer- € 14.000 La nuora Caterina Ferrero, assessore regionale oggi senza deleghe Palazzo di giustizia ed è salito per la prima volta in procura, scortato dagli agenti penitenziari. Nella stanza del pm Paolo Toso è rimasto 3 ore. E alla fine il magistrato e il collega Stefano Demontis l’hanno congedato con un tranchant «per il momen- € 14.000 rero della questione complessiva riguardante le emodinamiche. In una prima bozza di delibera elencavo quelle da chiudere in base alle necessità emerse (una per ogni bacino di utenza fra i 300 e i 600 mila abitanti) e al piano di rientro della spesa sanitaria. In Piemonte prevedevo l’eliminazione di 7 centri, una dei quali nell’area di Ivrea, Ciriè, Chivasso. L’assessore mi fece presente il problema politico di comunicarne la chiusura prima delle elezioni comunali. Convenni con lei. Poi ho appreso che era stata aperta una nuova emodinamica a Chivasso (amministrata dal centrodestra, ndr). Immagino fosse già stata promessa». E aggiunge: «Telefonai al dottor Secreto (commissario straordinario di quell’Asl da pochi giorni indagato, ndr) e non mi seppe dare spiegazioni». Società Meteorologica Italiana - www.nimbus.it diretta da Luca Mercalli - Elaborazione grafica: Centimetri.it OGGI Previsioni AO TO Si instaura una pausa di relativa stabilità prima dell’arrivo di un nuovo fronte nuvoloso. Giornata abbastanza soleggiata tra velature e passaggi nuvolosi; al mattino qualche addensamento sul nord Piemonte e nel pomeriggio nubi in moderato aumento sulle zone montane e Valle d’Aosta con rovesci sparsi, in serata in graduale estensione alle alte pianure. Temperatura in lieve aumento. DOMANI AO TO Previsioni Temperature (C˚) Umidità relativa Qualità dell’aria La settimana inizia all’insegna dell’instabilità con rovesci e temporali fino al mattino, più frequenti su nord Piemonte, zone orientali e fascia collinare tra Langhe e Monferrato. In giornata variabilità più soleggiata, ma nel pomeriggio ancora un temporale su zone montane e su pianure e colline. Venti deboli o moderati da nord-est, occidentali in quota. Temperatura in calo. Martedì miglioramento. Torino Torino Ieri 15,7 26,2 Ieri Un anno fa 19,9 29,5 Alle 8 Alle14 73% 52% Estremi del mese dal 1753 al 2007 Limite pioggia/ neve oggi 1 2 3 4 5 6 7 05/06/1810 Min. +4,3 21/06/2003 Max.+38,2 Nord Sud Min. Max. - Precipitazioni Ottima Buona Discreta Mediocre Poco salubre Insalubre Molto insalubre Ieri fino alle 19 1,4 mm Totale del mese 137,0 mm Media del mese dal 1971 al 2007 98 mm a cura di Provincia Giugno più piovoso di Torino e Arpa Piemonte 1937 - 283,2 mm TORINO DOMENICA 12 GIUGNO 2011 torino.repubblica.it REDAZIONE DI TORINO Via Bruno Buozzi, 10 | 10123 | tel. 011/5169611 | fax 011/533327 | CAPO DELLA REDAZIONE PIER PAOLO LUCIANO | VICARIO ROBERTO ORLANDO | INTERNET torino.repubblica.it | e-mail: [email protected] SEGRETERIA DI REDAZIONE tel. 011/5169611 | fax 011/533327 dalle ore 9.00 alle ore 21.00 | TAMBURINI fax 011/533327 | PUBBLICITÀ A. MANZONI & C. S.p.A. | Via Bruno Buozzi, 10 | 10123 TORINO | tel. 011/5527511 | fax 011/5527580 E’la Bellone di San Didero. Nei guai insieme con il suo vice. L’episodio risale a un anno fa Tav, per gli incidenti a Susa indagato anche un sindaco L’INTERVISTA “Sarò pure a Chiomonte: sto con la mia gente” La “ribelle” con la fascia tricolore: “Non ho fatto nulla di male” L’INTERVISTA A PAGINA III MARIACHIARA GIACOSA I SONO anche due amministratori della Valsusa nel mirino della Procura di Torino: il sindaco di San Didero, Loredana Bellone, e il suo vice, Giorgio Vair, eletti in liste civiche contrarie al supertreno. I fatti sono quelli del gennaio 2010 all’autoporto di Susa quando i «No Tav» si opposero a un sondaggio geognostico per la Torino-Lione. Venerdì sono stati recapitati una decina avvisi di chiusura indagini. Tra i destinatari — come anticipato da “Repubblica” — c’è anche il leader del movimento Alberto Perino. SEGUE A PAGINA III C La curiosità Trecento ciclonudisti in centro per l’ambiente (e il referendum) ETTORE BOFFANO "Stupisce e amareggia che ci siano casi, isolati ma purtroppo numerosi, di persone delle istituzioni che intrattengono abitualmente proficui rapporti con personaggi riconducibili ad ambienti mafiosi" (Gian Carlo Caselli, conferenza stampa, 8 giugno 2011) A CRIMINALITÀ organizzata della mafia (catanese) e della ‘ndrangheta (soprattutto quella della costa jonica) arrivò a Torino tra gli anni 50 e gli anni 60, sulle ali della grande immigrazione e del boom economico della Fiat. Ma dovettero passare almeno 15 anni prima che quei clan riuscissero a conquistare il mercato dell’illegalità subalpina. SEGUE A PAGINA VII L L’intervento Terza media, prova per 36mila La ‘ndrangheta e la disarmante sorpresa Scuola, è l’ora degli esami Al via martedì PAROLA E SCHIAVAZZI A PAGINA IX N ALTRO arresto si aggiunge a quelli della grande retata di mercoledì. L’affiliato alla ‘ndrangheta che procacciava voti per i politici «amici», come il sindaco di Rivarolo Fabrizio Bertot, è stato bloccato a Malpensa al rientro da Formentera. Ed è proprio sugli incroci tra politica e uomini delle ‘ndrine che punta l’inchiesta bis. Torna in gioco, anche nell’ultima operazione, l’alter ego dell’ex assessore alla Sanità Caterina Ferrero, Piero Gambarino. I SERVIZI A PAGINA VII LA “COSA GRIGIA” ALL’OMBRA DELLA CITTÀ PULITA E ONESTA Cenerentola alla Reggia Beffa in mondovisione A Gambarino, i clan e gli strani affari al “PalaChivasso” U AVVISO AI NAVIGANTI Nuovo rinvio per l’opera di Ronconi attesa dal 2009 LTRO rinvio dopo quello del 2009, per la “Cenerentola” alla Reggia di Venaria prodotta da Andermann per la regia di Ronconi. Doveva essere uno degli eventi clou del 2011, ma il kolossal in mondovisione è stato rinviato a giugno 2012. Un problema di cast, anche se c’è il sospetto che non manchino ragioni economiche alla base della scelta. LONGHIN A PAGINA II Arrestato al rientro da Formentera lo sponsor di Bertot LORENZO GIANOTTI* aro Direttore, la retata di affiliati alla ‘ndrangheta in provincia di Torino (e l’articolo di Tropea di venerdì) mi hanno richiamato alla memoria un episodio lontano, accaduto nella seconda metà degli anni settanta. SEGUE A PAGINA XI C Ciclonudisti in piazza San Carlo Il caso L’ultimo successo: il Cuneo calcio campione d’Italia dilettanti. E stasera Casale nel basket... A PAGINA VIII STORIE DI PIEMONTE Sport, il Piemonte che vince ell’anno nero di Juve e Torino e, più in generale dello sport sotto la Mole, c’è un altro Piemonte che vince: quello della provincia. L’ultimo successo è arrivato ieri da Treviso dove il Cuneo, neopromosso tra i professionisti, si è assicurato il titolo di campione d’Italia dei dilettanti del pallone battendo il Perugia. E stasera altre due città piemontesi potrebbero esultare, una nel calcio (il Novara è a un passo dalla promozione miracolo in serie A) l’altra nel basket (per lo Junior Casale cominciano i playoff per la A). Senza dimenticare i trionfi di Chieri (volley femminile). MERCANDINO E TURCO A PAGINA XVII N Il concerto apre mercoledì sera un Real Festival tutto italiano Gino Paoli “Voglio cantare la bellezza senza fine della Venaria” Gino Paoli GUIDO ANDRUETTO A PAGINA XX Una giostra dei Piccaluga I Piccaluga sette generazioni di artigiani del luna park CARLO PETRINI A PAGINA XIII la Repubblica DOMENICA 12 GIUGNO 2011 CRONACA TORINO ■ VII Preso il reclutatore di voti per Bertot Sfuggito alla maxi retata di mercoledì: era in vacanza a Formentera VEVA il compito di «proporre il voto di scambio all’onorata società», recuperando i soldi necessari per finanziarie l’operazione, 20mila euro pronti da spendere. «Noi dobbiamo votare Bertot... Bertot... Bertot... » diceva, sponsorizzando per le Europee il sindaco di Rivarolo Canavese. E ai sodali garantiva di essere in grado di portare «cinquecento voti per la Porchietto». Ieri, ricercato nell’am- A bito dell’operazione Minotauro, Giovanni Macrì ha deciso di tornare in Italia. Sfuggito alla grande retata di martedì, nell’elenco dei sei ricercati, ha lasciato Formentera. I carabinieri lo hanno aspettato sotto la scaletta dell’aereo, a Malpensa, e lo hanno ammanettato. Presto sarà sentito dal gip, che ieri ha chiuso gli interrogatori di garanzia degli indagati detenuti. Un muro di gomma, di nuovo. Chi ha parlato, deci- dendo di non avvalersi della facoltà di non rispondere, lo ha fatto solo per giurare di non avere nulla a che fare con la ‘ndrangheta. Saranno altre audizioni, a breve, a tenere altissime l’attenzione e la tensione. Stanno per partire le convocazioni dei politici locali e nazionali incrociati durante le indagini, ritenuti per ora “persone informate sui fatti”. (l. pl.) © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Giorgis, presidente del Pd e un invito ai pm alla prudenza “Meglio impiegare gli omissis si evitano gogne mediatiche” Gambarino, la ‘ndrangheta «I e gli strani affari a Chivasso SARA STRIPPOLI IL RETROSCENA Gli intrecci dell’uomo chiave di due inchieste LORENZA PLEUTERI UNA sera di fine estate. A bordo di una macchina, una delle auto su cui i carabinieri hanno piazzato le microspie, due uomini discutono con toni e parole da criminali consumati. Sono Bruno Iaria e lo zio Giovanni “Gianni” Iaria, «già assessore del comune di Cuorgnè e consigliere provinciale», annota il detective che poi trascriverà la conversazione. Il dialogo che si accende e si fa aspro riguarda la suddivisione dei subappalti dei cantieri Coral spa, la società infiltrata dalla ‘ndrangheta che appartiene a Nevio Coral, l’ex potente sindaco di Leinì, l’imprenditore che «ha contribuito — citazione testuale dal suo sito — all’elezione in consiglio regionale della nuora Caterina Ferrero, la quale, nel corso delle quattro legislature, sta dimostrando la forza dell’entusiasmo, della passione e della competenza di far politica di una giovane donna professionalmente preparata che ha trasferito nella politica questa capacità». I due Iaria, secondo gli investigatori, parlano anche dell’uomo diventato il factotum della Ferrero quando lei si è insediata all’assessorato alla Sanità. Il Gambarino citato per cognome sarebbe proprio Piero, arrestato a fine maggio per lo scandalo pannoloni. Bruno, «capo locale» di Cuorgnè, minaccia: «Gianfranco ti ha dato 25 mila euro del cantiere, 5 mila euro da Gambarino. E allora chi me l’ha detto gli taglio la testa e la metto sopra il tavolo». Giovanni tenta di spiegare: «Aspetta una cosa, io ti voglio dire una cosa... ». Bruno ribatte: «.... Non ti faccio male, ma neppure bene.... Io non voglio essere bidonato». Gli Iaria vengono travolti dall’operazione Minotauro, quella che ha disegnato gli organigrammi, i riti e gli affari della Little Calabria radicata in Piemonte. Il cognome Gambarino non affoga nel mare delle carte dell’inchiesta, 200 faldoni di carte. Chi sta dando la caccia agli uomini della Onorata società lo segnala a chi si occupa degli scandali nel settore sanità. È il filo rosso che crea un collegamento tra le due operazioni che terremotano anche la politica. Si scava, si verifica. L’alter ego della Ferrero è socio di coindagati del di lei suocero, Achille Berardi e Valerio Ilardi, ramo estorsioni. La loro srl si chiama Sport nel Canavese. E porta a Chivasso, uno dei topos delle storie incrociate. E’ quella che gestisce il PalaLancia, 10mila metri quadrati con pisci- È IL GIORNO DELL’ARRESTO Piero Gambarino, braccio destro dell’ex assessore alla Sanità Ferrero, mentre viene portato in caserma ne, campi da calcio e tennis, aree verdi, spazi attrezzati per i più piccoli. La ‘ndrangheta in casa. E il sindaco scalzato di sella alle ultime elezioni, Bruno Matola, targato centrodestra, non lo sapeva. Cade anche lui dalle nuvole, come troppi, in questi giorni. Impegnato ad attaccare il successore Gianni De Mori — perché si è apparen- tato con la Udc e il vicesegretario Bruno Trunfio è uno degli arrestati per Minotauro — viene a suo volta attaccato. «Prima di indicare la pagliuzza negli occhi altri — si dice in paese — si sarebbe dovuto rendere conto della trave che aveva nei suoi». «La gestione del PalaLancia — si giustifica Matola — è stata affidata attraverso un bando, elaborato dai funzionari comunali dopo aver acquisito un parere legale, con la massima trasparenza. Di Gambarino avevo sentito parlare, dei due soci mai». Il complesso di impianti aveva dato più di un grattacapo, per come era tenuto. «Le società sportive — aggiunge l’ex sindaco — si sono lamentate per disservizi e carenze. Alla Sport del Canavese le mancanze sono state puntualmente contestate. Si stava valutando l’ipotesi di revocare la gestione. È vero, avremmo dovuto pagare dei soldi per le migliorie apportate. Ma abbiamo lasciato perdere, per onestà intellettuale, per l’imminenza delle amministrative». E Gambarino? Come ha preso, dalla tv della sua cella, la notizia dei 150 arrestati per ‘ndrangheta, di Coral detenuto in Francia in attesa di rimpatrio e di tutto il resto? «Non può essere preoccupato — dicono persone a lui vicine, ipotizzando che nelle intercettazioni degli Iaria potrebbe trattarsi non di Piero ma di un omonimo — perché con questa gente lui non c’entra. La campagna elettorale per Caterina Ferrero l’ha fatta, però con altre persone, pulite». © RIPRODUZIONE RISERVATA PARTITI devono alzare l’asticella dell’attenzione perché questa indagine ha evidenziato quanto sia ampio il radicamento della criminalità di stampo mafioso. In parallelo occorre che da parte della magistratura ci sia grande prudenza per evitare ingiuste gogne mediatiche». Andrea Giorgis, presidente regionale del Partito Democratico, chiarisce la posizione dei vertici in questi giorni di imbarazzo e di choc per la presenza di nomi di esponenti del partito, non indagati, nelle intercettazioni . Giorgis, anche il Pd adesso parla di gogne mediatiche? «Facciamo le debite distinzioni. A partire dal riconoscimento del massimo plauso alla magistratura per arrivare alla consapevolezza che è fondamentale aprire una riflessione nel partito sui metodi di ricerca del consenso elettorale, cosa che abbiamo già fatto in questi giorni e faremo già domani nella segreteria del partito convocata proprio a questo scopo. Detto ciò tuttavia, occorre anche chiedere ai magistrati di valutare le singole situazioni. Nel caso in cui ci siano episodi che non presentino caratteristiche di interesse pubblico, sarebbe opportuno non pubblicizzare le intercettazioni». Pensate che sia stato fatto un uso eccessivo delle intercettazioni? «Assolutamente no. Credo che siano strumento indispensabile d’indagine e siano da evitare misure che ne riducano l’impiego. Credo però che sia indispensabile utilizzarle con attenzione e prudenza, in particolare quelle che non hanno rilievo giuridico. Altrimenti si rischia che si facciano facili semplificazioni e si alimenti un conflitto fra Andrea Giorgis ‘‘ ,, Domani in segreteria rifletteremo sui metodi di ricerca del consenso, bisogna alzare l’asticella dell’attenzione magistratura e politica che Berlusconi ha drammaticamente aperto e noi dobbiamo cercare di ricucire restando fermamente al fianco dei magistrati». Non trova che le telefonate riportate, prendiamo ad esempio quelle in cui parla l’onorevole Mimmo Lucà, siano però utilissime per comprendere i tentativi di infiltrazione della malavita camorrista? «Certamente, ma esistono gli omissis, naturalmente fino al momento in cui non vengano eventualmente accertate responsabilità della persona intercettata. Altrimenti è inevitabile dare l’idea che ci sia una contiguità che magari non esiste affatto». © RIPRODUZIONE RISERVATA AVVISO AI NAVIGANTI (segue dalla prima di cronaca) RIMA in una feroce guerra criminale con la vecchia «mala» piemontese, che non sopportava i metodi dei nuovi arrivati (droga, racket e sequestri di persona), infine in un’alleanza (che si spartiva il business «nero») siglata tra i fratelli Miano (catanesi), il clan Belfiore (calabresi) e quel Gian Franco Gonella considerato dai pm torinesi come il garante dei «malandra» subalpini. La città in cui tutto ciò accadeva era, in quegli anni, all’avanguardia nel Paese. Sul piano economico e produttivo, ma anche su quello politico e sociale: con il Pci e le giunte «rosse» di Diego Novelli che si battevano per i diritti di tutti e che, poco dopo, sarebbero diventati uno dei baluardi fondamentali nella lotta all’eversione armata. Era quella un’«eccellenza» italiana, emergenziale e talvolta dolente, ma non certo meno importante di quella oggi molto vantava e celebrata. La Torino legale andava così avanti per conto suo, ma ignorava – generalmente – lo svilupparsi e il dispiegarsi della geometrica potenza criminale dell’«altra» Torino. Con qualche eccezione, però, gravissi- P LA “COSA GRIGIA” ALL’OMBRA DELLA CITTÀ PULITA E ONESTA ETTORE BOFFANO ma e persistente e della quale è bene tener conto oggi, se non si vuol restare stupefatti davanti a ciò che il recente blitz contro la ‘ndrangheta torinese sta rivelando. Le infiltrazioni, in quell’ultimo ventennio del secolo scorso, ci furono e raggiunsero livelli altissimi. Fu infiltrato il mondo della giustizia (alcuni pm, alcuni giudici, alcuni avvocati, persino un cancelliere abile nel far sparire i fascicoli processuali), grazie a quel «Bar Monique» collocato proprio sotto la sede della procura, gestito da Gian Franco Gonella e affidato alla sua convivente, la bella e sfrontata francese Monique Delville. Furono infiltrati i mondi dell’economia, dell’edilizia, delle infrastrutture e del terziario: vicende che emersero clamorose nelle inchieste giudiziarie sui Mercati generali, sulla costruzione dell’autostrada del Frejus e sulla conquista cri- minale di Bardonecchia e dell’alta Val di Susa. E fu infiltrata anche la politica (senza la quale non sarebbe mai stato possibile infiltrare tutto il resto). Proprio all’ombra di quella politica inquinata si spiegano storicamente molte vicende di quegli anni, come le carriere (all’interno di alcune correnti della Dc e in una grande parte del Psi) di personaggi a lungo poi transitati sui confini dell’illegalità. Era un mondo nel quale, citando un celebre articolo di Giampaolo Pansa su Torino, si poteva arrivare «dalla Sicilia con le pezze al culo» e conquistare, in un batter d’occhio, un’intera corrente democristiana, segmenti dell’impero autostradale di Marcellino Gavio (a cominciare dalla Torino-Milano), quote di banche e imprese dello smaltimento dei rifiuti. Oppure poteva accadere che un politico imputato nello «scanda- lo Zampini» ipotizzasse con gli «uomini d’onore» la possibilità di uccidere il faccendiere che accusava lui e i vertici della politica torinese. Era una realtà, infine, che consentiva ai parvenu della politica, come Gianmauro Borsano, di tentare la scalata al Psi subalpino sottraendo ai «vecchi padroni» e alle «famiglie» calabresi del Garofano craxiano i «capibastone» delle ‘ndrine del Canavese. Quella stagione fu anche segnata da un grande attacco criminale alla città, ispirato alla stessa filosofia dello stragismo mafioso di Totò Riina: l’omicidio nel 1983 del procuratore capo Bruno Caccia. L’uomo che, partendo proprio dai sospetti sul «Bar Monique» e utilizzando i metodi di lavoro del pool antiterrorismo, si preparava a portare l’attacco decisivo ai clan. La risposta dello Stato fu allora netta e implacabile: il blitz dell’autunno del 1984 che fece giustizia tra i boss e i killer, ma anche tra i loro fiancheggiatori insospettabili. Dopo, i successi giudiziari e la caduta della vecchia politica illusero che tutto fosse finito. La città pulita e onesta riprese vigore, intraprese nuove e fantastiche avventure sociali e di progresso. Pensando che l’«altra» Torino non ci fosse più, che fosse scomparsa per sempre assieme anche ai suoi contatti con la politica cittadina. Adesso gli arresti e le intercettazioni ci raccontano una verità diversa e angosciante. Qualche boss politico del centrodestra è finito in manette, antichi personaggi «con le pezze al culo» continuano a dettare strategie e a fare soldi, esponenti del centrosinistra telefonano e si incontrano, con chi («a loro insaputa») in realtà è un capo o un membro delle ‘ndrine. Una città nascosta e diversa, dove anche chi non te lo saresti mai aspettato sembra aver ereditato relazioni pericolose. In una «melassa» economica e sociale che ha messo da parte i gesti violenti e clamorosi, e che ha adottato invece i costumi e gli atteggiamenti di quella che, al Sud, i magistrati non chiamano più «la cosa nostra», ma «la cosa grigia». © RIPRODUZIONE RISERVATA la Repubblica CRONACA LUNEDÌ 13 GIUGNO 2011 TORINO ■ II Referendum, a Torino quorum vicino Alle 22 di ieri ai seggi quasi il 46 per cento. Oggi si vota fino alle 15 ERICA DI BLASI ORINO sfiora il quorum per il referendum: al termine del primo giorno di apertura dei seggi (trascorso traquillamente in tutte le 919 sezioni) alle 22 di ieri, aveva votato il 45,7 per cento degli aventi diritto. E’ andata ancora meglio nel Cuneese dove due Comuni, Sambuco in Valle Stura e Arguello in alta Langa, alle 19 di ieri avevano già raggiunto il quorum rispettivamente con il 54,34% e il 52,5% dei votanti. A Torino la percentuale è più o meno a la stessa per tutti e quattro i quesiti sottoposti agli elettori: 45,7 per i due dell’acqua pubblica, 45, 65 per cento per il nucleare e 45,68 per il legittimo impedimento. In Piemonte il quorum ipotetico – a fronte di un corpo elettorale di 1 milione 782.158 – è di 891.080 votanti. Guardando a Torino la soglia si riduce invece a 337.685 su un totale di 675.367. Tra i primi a votare ieri mattina il sindaco Piero Fassino – alla scuola media T Il caso NELL’URNA L’affluenza di voto a Torino ha sfiorato ieri sera alla chiusura dei seggi il 45 per cento, assai superiore al dato nazionale “Ugo Foscolo” di via Piazzi 57 e l’ex primo cittadino Sergio Chiamparino, nel tradizionale seggio della succursale della Tommaseo, in via Sant’Ottavio. Puntuale anche il presidente dalla Provincia, Antonio Saitta. Non si è invece presentato ai seggi il presidente della Quasi la stessa percentuale per i 4 quesiti: il meno richiesto quello sul nucleare Regione, Roberto Cota, che anche oggi mancherà l’appuntamento, visti anche i numerosi impegni in agenda programmati per questa mattina. Oggi i seggi resteranno ancora aperti dalle 7 alle 15. Per votare è necessario portare con sé la carta d’identità e la tessera elettorale, dove sono appunto indicati indirizzo e numero del seggio. In caso di smarrimento della tessera è possibile chiedere un duplicato all'ufficio elettorale di corso Valdocco 20: gli sportelli resteranno aperti anche oggi, dalle 7 alle 15. Per ottenere un duplicato della tessera elettorale è però necessario presentare un documento d’identità. Qualche disagio continuerà a esserci per chi viaggia coi mezzi pubblici. Tantissimi autisti del Gtt sono infatti impiegati come presidenti o scrutatori nei seggi: ancora per oggi il servizio della metropolitana sarà ridotto applicando gli stessi orari del periodo di chiusura delle scuole. Stesso discorso per la metropolitana: oggi i treni viaggeranno dalle 5.30 alle 21. I cittadini che vogliono porre domande o sciogliere qualche dubbio potranno rivolgersi direttamente agli uffici telefonando ai numeri 011.4425245/25207 o inviando una mail a: [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L’evento Il ruolo nei 150 anni dell’Italia “L’impresa continua” Il Piemonte che produce un giorno in vetrina IDEA è nata durante un direttivo delle varie associazioni produttive. Ci siamo chiesti cosa si potesse fare per ricordare che i 150 anni dall’Unità d’Italia sono anche una ricorrenza dell’impresa? Così è maturata l’idea di questa giornata convegno che vuol essere un modo di raccontare il ruolo che l’industria, gli artigiani, il commercio hanno avuto in questo secolo e mezzo. Un assoluto ruolo di primo piano. Al comitato organizzatore l’idea è piaciuta e hanno deciso di offrirci uno dei luoghi simboli di questo evento - le ex Ogr per realizzarlo». Paolo Balistreri, direttore generale di Confindustria Piemonte presenta così «L’impresa continua. 150 anni di lavoro, mercato e sviluppo» che si tiene oggi alle «Officine Grandi riparazioni» di corso Castelfidardo. Si comincia alle 10 con i saluti istituzionali - da Mariella Enoc, presidente degli imprenditori piemontesi a Roberto Cota, Piero Fassino e Antonio Saitta - poi Giampiero Vitali, ricercatore del Ceris presenterà lo studio «Le eccellenze del territorio e le priorità per lo sviluppo: il Piemonte in Italia». Alle 11 s’inizierà la tavola rotonda su «L’in- «L’ Convegno internazionale in aula magna mentre in cortile ci sarà la protesta dei dipendenti Alle Molinette il top della sanità europea Ma i sindacati contestano i tagli di Cota SARA STRIPPOLI UROPA: sistemi sanitari a confronto». È questo il titolo del maxi convegno internazionale voluto dal governatore Roberto Cota e dal commissario dell’Aress Claudio Zanon in programma questa mattina alle Molinette. Dalla locandina è nel frattempo sparito il nome dell’assessore Caterina Ferrero, indagata per lo scandalo della sanità. L’interessante dibattito che vede protagonisti alcuni nomi eccellenti della sanità europea insieme con il commissario Emilio Iodice, il preside di medicina Ezio Ghigo e il direttore regionale Paolo Monferino, sarà però subito disturbato dalla protesta organizzata dai sindacati della super azienda Molinette-CtoSant’Anna-Regina Margherita. Mentre in aula magna oratori nazionali e stranieri presentano i loro sistemi sanitari analizzando differenze e risultati, nel cortile Cgil-Cisl-Uil, ma anche Nursing Up, Cobas, Fials e sindacati pensionati distribuiscono due volantini in cui si elencano le ragioni dell’opposizione alla riforma del centrodestra. Al loro fianco anche una delegazione di medici e infermieri precari e del comitato in difesa dell’ospedale dermatologico San Lazzaro, che ha raccolto oltre mille firme per scongiurare l’ipotesi del trasloco. Ci sarà anche una rappresentanza di responsabili aziendali dell’ospedale Valdese. «Facciamo sentire la nostra voce», è l’invito delle organizzazioni sindacali che contestano il blocco delle assunzioni del personale e delle prestazioni aggiuntive, denunciano quella che definiscono «la finta «E inaugurazione dell’Istituto di riposo e vecchiaia ex-Poveri vecchi» e criticano il progetto della Città della Salute «che abbatte metà Molinette, riduce i posti letto e mette a rischio i posti di lavoro». Nella lista anche il mancato finanziamento degli abbonamenti del Gtt per il personale. Uno sconto annunciato per tutti i dipendenti delle tre aziende che ne hanno fatto richiesta e nei giorni scorsi ritirato. «Abbonamenti Gtt? Attaccati al tram», dicono le rsu aziendali: «Dopo essersi fatta bella con tanto di comunicato stampa, quando è ora di scucire i quattrini per i dipendenti la direzione aziendale fa marcia indietro trincerandosi dietro un parere negativo dei revisori dei conti, guarda caso gli stessi che lo scorso anno avevano avallato la spesa». E questo, aggiungono «mentre non ci sono problemi di spesa per accompagnare ovunque il commissario con l’auto blu». Nel mirino tutte le promesse mancate anche quella degli abbonamenti Gtt per il personale VOLANTINO Sarà distribuito oggi per denunciare gli impegni disattesi della giunta © RIPRODUZIONE RISERVATA Il retroscena (segue dalla prima di cronaca) TTO persone avevano firmato la proposta programmatica presentata da Stefano Lo Russo, che è sostenuto anche da Piero Fassino. Uno di questi (Luca Cassiani, Lucia Centillo, Alessandro Altamura, Giulio Rattazzi, Michele Paolino, Domenica Genisio, Stefano Lo Russo e Fosca Nomis) ha poi cambiato idea nel segreto dell’urna. Il fronte opposto non vacilla, sette nomi che vedono in Roberto Tricarico il capogruppo ideale: i cinque dell’asse Gariglio-Laus (Mimmo Carretta, Domenico Mangone Guido Alunno, Marco Muzzarelli e Giovanni Ventura), a cui si aggiungono Tricarico e Marta Levi. La posizione di Silvio Viale è chiara: voterà per chi ha la maggioranza, quindi l’altro ieri si è astenuto. Così alla fine la corsa per la segreteria ha visto Lo Russo e Tricarico raccogliere lo stesso numero di voti: sette. Due le schede bianche. Chi è, con Viale, l’altra scheda bianca? Un franco tiratore, un consigliere deluso dal metodo, un “lorussiano” della prima ora frustrato O Il giallo del capogruppo Nel pd della Sala Rossa è caccia al franco tiratore MARETTA TRA I VINCITORI A sinistra: Stefano Lorusso Sopra: Domenico Carretta, più votato del Pd dall’esclusione dalle cariche previste? Le ipotesi sono svariate, ma forse la risposta si può trovare proprio in quella lista di nomi inclusi in un accordo più generale: la vicepresidenza del Consiglio per il bindiano Giulio Rattazzi, il ruolo di vicecapogruppo per l’altro bindiano Michele Paolino, la commissione cultura per Luca Cassiani, il welfare per Lucia Centillo, che aveva fra l’altro proposto tre emendamenti, accolti, al programma Lo Russo. La situazione è in stallo e al momento non esiste un terzo nome. Nel pomeriggio di ieri è girata anche la voce di un incontro fra Roberto Tricarico e Piero Fassino. Un incontro che invece non c’è stato. Paola Bragantini si augura che per mercoledì il nome del capogruppo ci sia, ma non esclude di arrivare ad un conclave in attesa della fumata bianca. Oggi intanto sarà il giovane Mimmo Carretta, il più votato dopo il neo assessore Stefano Gallo, a guidare i Democratici nella prima riunione dei consiglieri anziani e mercoledì sarà sempre lui ad aprire il primo Consiglio. (s. str.) Il ministro Sacconi Tra politici e manager è prevista anche la partecipazione del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi novazione come motore per il rilancio dell’economia», con, tra gli altri, il rettore del Politecnico Profumo, l’assessore regionale Giordano, il presidente di Unioncamere Dardanello. Poi, nel pomeriggio, dopo la relazione del sottosegretario Giachino su «Infrastrutture e contesto Europeo», ci sarà un altro dibattito con, tra gli altri, l’assessore regionale Bonino, Montelera, presidente di Transpadana, Buzzetti, presidente Ance. L’ultimo dibattito sarà introdotto dal ministro del Lavoro Sacconi e verterà su «Il lavoro: ponte tra storia e futuro». partecipano tra gli altri l’assessore al Lavoro Porchietto, il presidente di Confapi Galassi, il numero uno di Confcommercio Sangalli e il direttore generale vicario di Intesa Sanpaolo Morelli. Chiuderanno i lavori Boccia, presidente di Piccolaindustria, Malavasi, numero uno di Cna e Marino, presidente di Confcooperative. (e.v.) © RIPRODUZIONE RISERVATA . 55 R IL LIBRO DI CHIARA BERIA D’ARGENTINE Ritratti fuori dai riflettori all’Unione Industriale Chi sono i veri protagonisti dell’economia, della cultura o della scienza, gli «uomini eccezionali» dell’Italia d’oggi? I media ci riempiono di notizie di personaggi famosi, ne raccontano la vita, ne descrivono la personalità, ci spiegano le ra- I IL TEMPO IN CITTÀ Oggi Ieri Un anno fa LA STAMPA MIN (˚C) 17 14.5 17.9 MAX LUNEDÌ 13 GIUGNO 2011 23 25.8 26.1 All’interno gioni per le quali si impongono, ne mettono a nudo la vita privata. Ma forse i veri protagonisti sono anche persone che lavorano dietro le quinte, uomini e donne che costituiscono il vero tessuto produttivo e creativo del Paese. Chiara Beria d’Argenti- Chiara Beria d’Argentine T1 T2 ne, che racconta su La Stampa le loro storie, ha scritto per Mondadori un libro «Di profilo. Ritratti di italiani lontani dai riflettori». Oggi alle 15, al Centro congressi dell’Unione Industriale in via Fanti 17, la giornalista racconterà, attraverso le letture di Maddalena Monti, le storie di artisti e imprenditori, politici e medici, ricercatori e manager simbolo dell’Italia che verrà. All’incontro dei Caffè Letterari interverrà il vicedirettore de La Stampa, Cesare Martinetti. TORINO Via Marenco 32, 10126 Torino, tel. 011 6568111 fax 011 6639003, e-mail [email protected] f [email protected] f [email protected] LE CONVERGENZE TRA L’INCHIESTA SULLA ‘NDRANGHETA E LO SCANDALO SULLE TANGENTI NELLA SANITÀ “La Ferrero ci darà appalti” Nelle carte le conversazioni dei boss sull’assessore della giunta Cota Viaggiano separatamente le inchieste sulla sanità e sulla ‘ndrangheta nel Torinese, ma si incrociano sulle attività di Nevio Coral, della nuora Caterina Ferrero e del loro tuttofare Piero Gambarino. Un clan molto potente nel centrodestra locale sino a due settimane fa. Ogni giorno che passa nuove carte lo sommergono, a cominciare dalle intercettazioni, che riguardano tanto gli arrestati nella ma- I «Faremo qui la Biennale Legalità» L’assessore alla Cultura Braccialarghe svela il grande evento che partirà nel 2012 OGGI URNE ANCORA APERTE DALLE 7 ALLE 15 Emanuela Minucci A PAG. 58 LUNGO STURA LAZIO Il racket dietro l’omicidio della motosega Alberto Gaino A PAGINA 59 LA DENUNCIA Da 10 giorni operaio bulgaro all’obitorio «Nessuno se ne occupa» Servizio A PAGINA 59 SANITA’ Allarme dei medici «L’Italia trascura i malati di dolore» Marco Accossato A PAGINA 61 CHIVASSO De Mori ricuce con l’Idv ma con l’Udc è lite Di Poppa e Rossi A PAGINA 57 xi operazione contro la criminalità organizzata quanto lo scandalo tangenti emerso nelle ultime settimane. In entrambi i casi al centro dei colloqui ci sono persone molto vicine all’assessore Caterina Ferrero. Intanto a Volpiano, dove Coral - il politico del Pdl arrestato - è appena stato eletto sindaco, la maggioranza respinge l’eventualità di dimissioni. A Rivarolo, invece, il sindaco Bertot, l’uomo per cui alle europee la ‘ndrangheta ha raccolto voti, si difende: «Non sapevo chi incontravo, mai pensato che fossero mafiosi». Bergamini, Gaino, Longo e Maggio ALLE PAGINE 56 E 57 Referendum, Torino a un passo dal quorum Il quorum, almeno a Torino, dovrebbe essere raggiunto oggi alla chiusura dei seggi (si vota fino alle 15). Ieri sera alle 22, infatti, l’affluenza alle urne variava dal 45,64 del referendum sul nucleare al 45,70 della consultazione sui profitti dell’acqua. Va meglio in provincia, dove si arriva al 46,7% soprattutto grazie alla partecipazione popolare nei comuni della cintura «rossa». Settimo, Piossasco, Beinasco, Collegno, Grugliasco, Nichelino e Orbas- I 45,6% votanti alle 22 di ieri Se Rivoli è isolato Torino A.EFFE STUDIO Corso Trapani 110/b tel. 011.6998629 ROCCO MOLITERNI eatrice Merz e Andrea Bellini, direttori del Museo di Rivoli, sono rimasti con il cerino in mano. Nel senso che il Consiglio Regionale li ha convoca- B ti per chiedere loro conto della scarsa affluenza di pubblico, degli alti costi e dell’«isolazionismo» di cui il museo d’arte contemporanea sembra soffrire in piene celebrazioni di Italia 150. CONTINUA A PAGINA 60 sano superano agevolmente il quorum. Venaria si ferma al 50, un punto in più di Rivoli. I torinesi hanno risposto all’appello dei comitati per il sì con una partecipazione di oltre 5 punti superiore alla media nazionale, ferma al 41,1%, e trascinano il Piemonte al 43,9. Nel Nord-Est, infatti, nelle province di Vercelli, Novara e del Verbano Cusio Ossola, governate dal centrodestra, i votanti restano Tropeano A PAGINA 60 sotto il 40 per cento. T1 T2 56 Cronaca di Torino LA STAMPA LUNEDÌ 13 GIUGNO 2011 U ’NDRANGHETA IL TERREMOTO POLITICO Le cosche e la Ferrero “Lei può darci appalti” Nelle carte spunta anche l’assessore: corteggiata dai clan già nel 2003 ALBERTO GAINO GRAZIA LONGO Viaggiano separatamente, come dev’essere, le inchieste sulla sanità e sulla ‘ndrangheta nel Torinese, ma si incrociano sulle attività di Nevio Coral, della nuora Caterina Ferrero e del loro tuttofare Piero Gambarino. Un clan molto potente nel centrodestra locale sino a due settimane fa. Ogni giorno che passa nuove carte lo sommergono. Basta leggere alcune conversazioni tra due arrestati dell’operazione contro la ‘ndrangheta, il boss Adolfo Crea e Vittorio Bartesaghi, in carcere per tentata estorsione. Il primo, architetto, dice all’altro: «Adesso io... sono l’unico che ho appoggiato, nell’ambito del mio Comune, questa Caterina Ferrero!». Crea risponde: «Adesso non è che poi va a parlare, questo politico, che promette, che poi a me mi arrestano e a lui non fanno niente». L’intercettazione ambientale viene registrata nell’esercizio commerciale «Full Service» di Adolfo Crea, il 6 novembre 2003, quando Caterina Ferrero è assessore regionale ai Lavori pubblici nella giunta Ghigo. Lo stesso orecchio investigativo annota altri dettagli, sempre riferiti all’assessore nell’eventualità che venga candidata a presidente della Provincia. Vittorio: «Secondo me può... si può chiedere subito qualcosa ...oppure dopo, ma del lavoro che ci sia! Non che siano chiacchiere, cioè appalti che si possono gestire, se la Provincia... c’è tanto da lavorare in Provincia. C’è un mare di lavoro, per le strade, la manutenzione, se riesce a dare un incarico, ma che sia... cioè una cosa su cui si possa tirare su soldi». I dialoghi nel mirino dei pm Vittorio: «Adesso io... sono l’unico che ho appoggiato, nell’ambito del mio Comune, questa Caterina Ferrero!». Adolfo: «Adesso non è che poi va a parlare, questo politico, che promette, che poi a me mi arrestano e a lui non fanno niente» Vittorio Bartesaghi con Adolfo Crea il 6/11/03 «Secondo me può... si può chiedere subito qualcosa... oppure dopo, ma del lavoro che ci sia! Non che siano chiacchiere, cioè appalti che si possono gestire» Vittorio Bartesaghi con Adolfo Crea il 6/11/03 Le intercettazioni sono un contributo prezioso per gli inquirenti. Come quelle del nuovo filone di sanitopoli, che riguarda il servizio di emodinamica dell’ospedale di Chivasso assegnato con trattativa privata alla clinica Villa Maria Pia (che ora ha rescisso la convenzione). Il 3 dicembre 2010 Piero Gambarino (attualmente in carcere) riceve una telefonata da un cellulare intestato a Villa Maria Pia e in uso a «un tale Carlo». L’ad Di Giambattista di nome fa Carlo. Gambarino, a differenza delle conversazioni dei mesi precedenti, è più cauto, come se temesse di essere sotto controllo. Ma il gip Cristiano Trevisan è talmente colpito dal dialogo da inserirlo nell’ordinanza di rigetto dei domiciliari presentata da Gambarino. Carlo chiede se ci «sono novità e Piero gli dice che sta andando avanti con il lavoro con l’Orlando - scrive il gip - e Carlo gli risponde che quello è “l’importante”. Piero aggiunge che sta preparando il lavoro come gli aveva preannunciato e che si è allineata». Chi? Forse l’assessore Ferrero? Nella giunta Cota stava alla Sanità e, indagata per turbativa d’asta, ha rimesso le deleghe restando però assessore. Ancora il gip: «Carlo ribadisce a Gambarino che questo rinnovo si deve fare e Piero risponde che piano piano sta capendo». Sempre la «misteriosa» terza persona. Il resto della conversazione è più criptico, come quando, siamo a marzo, si comincia a temere il peggio e ci si guarda le spalle. Gambarino: «Per quella cosa che ti avevo detto ho controllato a fondo e non risulta niente». L’altro: «È un bene». Gambarino non appare (almeno per il momento) in prima fila nell’operazione della frettolosa apertura del servizio di emodinamica dell’ospedale di Chivasso. Il direttore generale dell’assessorato, Paolo Monferino, vi piazza l’assessore. Né potrebbe essere diversamente: secondo i pm Stefano Demontis e Paolo Toso, Ferrero avrebbe forzato l’operazione per un calcolo elettorale nel suo bacino di voti. E Chivasso, comunque, significa interessi particolari pure per Gambarino: in quel centro ha sede legale Canavese Sviluppo di cui il Piero è socio e fa uso di un cellulare intestato alla spa. Ad inizio 2010 la società non sembra navigare in buone acque malgrado gestisca nella zona più di un’iniziativa pubblica. E allora, arrivato al vertice della sanità con la Ferrero, il «Gamba» si impegna, intercettato, per dare a dirigenti Asl e avere per Canavese Sviluppo. I cui siti Internet, ora, risultano stranamente inaccessibili. Indagata per lo scandalo Sanità Caterina Ferrero, assessore oggi senza deleghe. Il caso Chivasso: lì aveva intereressi anche Gambarino, socio di «Canavese sviluppo» La polemica Volpiano, gli eletti nella lista Coral “Basta fango, altro che dimissioni” Arrestato Replica alla Lega «Perché lasciare? Allora vada a casa anche il governo» NADIA BERGAMINI Resteranno in Consiglio comunale. Con le accuse mosse contro il loro candidato a sindaco, Nevio Coral, non c’entrano nul- Nevio Coral, 71 anni, ex sindaco di Leini, si era candidato a Volpiano la. Lo ribadiscono i componenti del gruppo appena eletto a Volpiano, che rimanda al mittente la richiesta di dimissioni. Parola di Maria Grazia Bigliotto ed Ercole Cucca. «Diciamo no alla macchi- na del fango, che qualcuno tenta di utilizzare per stritolare anche chi è totalmente estraneo ai fatti contestati a Nevio Coral». Coral, 71 anni ex sindaco di Leinì, candidato a primo cittadino alle recenti elezioni di Volpiano, è stato arrestato nell’ambito del maxiblitz anti-’ndrangheta. «Ci sfugge la logica per cui le accuse a un candidato – proseguono - si trasmettono ai componenti della sua lista. In ogni modo ricordiamo che, fino a prova contraria, la colpevolezza di una per- m Specchio dei tempi Un lettore scrive: «In questi giorni alle poste si pagano le pensioni. Recandomi alla Posta di Via Roma a Collegno però ho assistito a una scenaperme immorale. «Infatti da qualche tempo alle Poste vendono i Gratta e Vinci, come in qualsiasi tabaccheria, autogrill o centro commerciale, per carità; la cosa che però vorrei segnalare è che l'impiegato di turno (e non ne faccio una colpa a lui che fa probabilmente solo ciò che i suoi capi gli dicono), con una mano consegnava la pensione al pensionato di turno o il resto del bollettino della bolletta appena pagata, e con l'altra e un sibilo di voce chiedeva: vuole comprare un Gratta e Vinci? «Michiedo: è un comportamento moralmente accettabile? Non erano proprio stati l'Asl di Collegno e il Comune a volere un regolamento che limitasse il giocod'azzardo?». I F.G. m «Pensione& Gratta e Vinci»- «Violenzaai Murazzi»- «Gli abbonatisono tanti» «Molinette, chirurgia oncologica bloccata» - «L’Arma Azzurra: grazie Torino» m Un lettore scrive: «Sabato sera ero in piazza Vittorio, era tardi. Decido con la mia compagna di scendere giù per i Murazzi. Erano anni che non ci tornavo. Noto subito la mancanza della polizia all'ingresso dei Murazzi. Ci accolgono due ubriachi, ma continuo a dirmi, va tutto bene. Sono nella città con migliore accoglienza di extracomunitari,sonoperl'integrazione, quando vedo i bimbi di nazioni lontane sul pullman sorrido, convintochesonoilnostro futuro. «Ma alla calca, si sostituisce il dramma. Vengo aggredito da un branco di maghrebini, che mi I strappano la catenina dal collo. Sono feroci,spietatierapidissimi neimovimenti. «Era l'unico ricordo di mio nonno. Rimango inebetito nella calca, osservando il ragazzo che scappa. Tutte le mie idee liberali vengono spazzate via. Mi sento stupido, violentato, un oggetto. Nessuno intorno a me si accorge di niente, come potrebbero, sono pieni di alcol o inebetiti dal fumo. «Esco dai Murazzi, un altro ubriaco cerca di avvicinarmi, lo respingo violentemente, strattonandolo. «Lamia città cosaé diventata?». MAURIZIO DE ANGELIS non quantificabile ritardo è dovuto al fatto che il reparto è stato drasticamente ridimensionato. Un reparto dove, per altro, abbiamo trovato un elevato grado di professionalitàecompetenza». IRENE FERRERO Un lettore scrive: Sono un ex dell'Arma azzurra che ha sfilato per via Roma in occasione del XIX raduno nazionale Associazione Arma Aeronautica. Leggo tutti i giorni Specchio, ma oggi voglio esprimere la mia sorpresa e gratitudine nel ricordo di due numerose ali di folla festosa e plaudente! Sorpresa anche di molti soci venuti da tutta Italia: non se lo aspettavano! Strano che il giorno dopo i vari telegiornalinon ne abbiano fatta menzione.Grazie, Torino!». I Un lettore scrive: Una lettrice scrive: «Vorrei rispondere alla lettrice che lamentava che quando e stata a Torino sui mezzi pubblici non vedeva nessuno timbrare il biglietto. Ci sarà sicuramente un numero molto nutrito di utenti che viaggiano a scrocco, ma se magari avesse visto anche me salire io sono uno di quegli utenti che il biglietto lo timbra il lunedì e poi basta (avendo l'abbonamento settimanale) quindi mi stupisce molto che si scandalizzi visto che oramai chi utilizza i mezzi molto spesso usufruisce di abbonamenti». I FABIO MARCHETTO «Faccio seguito alla lettera che riguardava la chirurgia oncologica dell'ospedale Molinette di Torino. «Anche mio marito ha seguito e, purtroppo, sta seguendo lo stessopercorso della signora Pecco. «Operato in dicembre, anche lui era stato inserito nei pre-ricoveri il 13 aprile per un secondo intervento, che avrebbe dovuto risolvere il suo problema in modo definitivo, ed anche a lui era stato datountempo di attesasimile, circa unmeseemezzo. «Anche lui ha verificato presso il reparto ed il motivo di questo I GIULIO MANTOVANI [email protected] via Marenco 32, 10126 Torino Forum sulle lettere su www.lastampa.it/specchiotempi T1 T2 LA STAMPA LUNEDÌ 13 GIUGNO 2011 Cronaca di Torino 57 Bertot e quei boss “Non sapevo chi incontravo” ,, Il sindaco di Rivarolo: sono pulito ma distrutto Summit nel 2009 Intervista Fabrizio Bertot (a sinistra), sindaco di Rivarolo, con il segretario comunale Antonino Battaglia: amaggio2009 parteciparono aunincontro conuomini dellecosche della ’ndrangheta locale GIAMPIERO MAGGIO F abrizio Bertot, sindaco di Rivarolo, entra nella maxi inchiesta Minotauro condotta dalla Procura di Torino nel capitolo che riguarda i rapporti tra ‘ndrangheta e politica. Non risulta indagato, ma il suo più stretto collaboratore, il segretario comunale Antonino Battaglia, è finito in manette per voto di scambio. Per aver concordato con i boss delle cosche calabresi la sua campagna elettorale alle Europee del 2009. Bertot, che si dice in situazioni del genere? sona viene accertata nelle aule di giustizia, non in piazza». Bigliotto e Cucca non nascondono la sorpresa per quanto accaduto: «Siamo allibiti - ammettono - perché nulla poteva far presagire accuse di simile portata nei suoi confronti. Speriamo che alla fine si rivelino infondate». Niente dimissioni, in ogni caso. E accuse alla consigliera della Lega Nord, Monica Camoletto, che nei giorni scorsi ha invitato il gruppo a lasciare il Consiglio: «Se bastasse l’incriminazione del candidato sindaco per esigere le dimissioni di tutti gli eletti della sua lista, allora per analogia anche i ministri e i parlamentari leghisti avrebbero dovuto dimettersi ad ogni incriminazione del premier Berlusconi. Oppure la proprietà transitiva della colpa si trasmette solo a corrente alternata?». «Dico che sono frastornato, che sono distrutto da tutto questo. So di essere pulito. Vengo tirato in ballo per un incontro che, per me, era solo un pranzo con potenziali elettori. Mai e poi mai mi sarei aspettato tutto questo». Iniziamo da quel famigerato 27 maggio 2009. È il giorno del famoso pranzo al Bar Italia di via Veglia, a Torino. Di fronte a lei ci sono rappresentanti delle cosche della ‘ndrangheta. Non sarebbe stato meglio fare dietro front? «E io mica sapevo che quelli erano dei mafiosi! Io sapevo che era stato organizzato un incontro con alcuni amici calabresi che mi avrebbero potuto aiutare per le europee. Scherzammo pure quel giorno, ricordo che mangiai pure la ‘nduja e molti risero perché sopportavo quel salame piccante più di alcuni di loro». E di Giuseppe Catalano, referente provinciale a Torino delle cosche calabresi e titolare di quel locale, che dice? «Mai visto prima di quel giorno». Come si è presentato? «Non ricordo. Ricordo solo che qualcuno mi disse: “Ti presento un amico”». Chi è stato a dire quella frase? Alla vigilia del vertice che dovrebbe decidere i destini della giunta di Chivasso, il neo sindaco De Mori incassa una buona notizia e una pessima. La buona è che il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha sconfessato la senatrice Bugnano che aveva chiesto di tornare al voto. «Il sindaco ha la nostra Possibile? Eppure è molto conosciuto: a parte il suo passato chiacchierato, è stato imprenditore e politico a Cuorgnè, oltre che segretario provinciale dell’allora Psi. «Lo ripeto. Io Iaria l’ho conosciuto nelle settimane che A proposito di Battaglia. precedettero quell’incontro. E a proposito Voi due siete molto amici: IL COLLABORATORE di quel famoso che effetto le «Battaglia è in cella? pranzo al Bar Italia: ci tengo fa sapere che Anche per lui quello a dire che nesè in carcere era solo un pranzo» suno di quei per reati così personaggi mi gravi? «Sono sorpreso. Penso che an- fece discorsi ambigui, parche lui non sapesse con chi landomi di appalti o di cose aveva a che fare». che avrei dovuto fare una Beh, dalle intercettazioni volta eletto». emerge che fosse particolarmente a suo agio in quell’ambiente. «Credo e spero che chiarirà la sua posizione con i giudici». Torniamo a quel famoso 27 maggio: quel giorno, assieme a lei, Battaglia, Macrì e altri 14 esponenti delle famiglie calabresi, c’era anche Giovanni Iaria, altro personaggio che la Procura di L’Idv: fiducia al sindaco. Ma l’Udc minaccia di passare all’opposizione fiducia, la magistratura il nostro totale sostegno», confida il segretario regionale Luigi Cursio. «Chi si colloca fuori dalla linea del partito parla a titolo personale». La cattiva notizia è che la resa dei conti con l’Udc, slittata a oggi, si annuncia in salita. Al vertice il Pd si presenterà chiedendo un passo indietro ai casiniani. «Serve un’assunzione di responsabilità», riassume il consigliere regionale Gianna Pentenero, in prima linea dentro l’«unità di crisi». «De Mori ha vinto grazie al voto dei chivassesi onesti, ora deve poter governare nella massima serenità e trasparenza». Un modo «L’ho conosciuto nel corso della campagna elettorale. Nulla di più». «Battaglia o forse Giovanni Macrì». Il caso Chivasso Oggi il vertice Goffi: «Vogliono farci passare per capri espiatori» Torino inquadra come boss della ‘ndrangheta. In che rapporti eravate? Il neosindaco di Chivasso De Mori per dire che l’Udc, lambito dall’inchiesta che ha portato all’arresto del vicesegretario locale Bruno Trunfio, figlio del capocosca Pasquale, dovrebbe rivedere le proprie posizio- Meglio non essere stati eletti, allora? Altrimenti sarebbero passati a chiederle di pagare il conto. «Questo è inquietante». Preoccupato? Dicono che l’inchiesta sia solo all’inizio. «Più che preoccupato sono amareggiato. Fa male vedere il proprio nome accostato ad un ambiente al quale si è totalmente estranei». ni. Tradotto: rinunciare alla carica di vicesindaco per Massimo Striglia, in virtù dell’apparentamento al ballottaggio, e accontentarsi di un assessorato, indicando un esterno. L’ipotesi, però, manda su tutte le furie Alberto Goffi, plenipotenziario dell’Udc in Piemonte: «Striglia è una persona seria e stimata. Non capisco perché debba pagare le conseguenze di quanto successo». Il sospetto tra i casiniani è un altro: «Se il Pd vuole per sé tutte le cariche lo dica chiaramente. A Chivasso siamo all’opposizione da un bel po’, possiamo continuare a starci, auguriamo al Pd buona fortuna». Goffi è un fiume in piena: «Trunfio non era candidato ed è esponente di quinta-sesta fila. Quest’inchiesta vede arrestati e indagati politici del Pdl e coinvolti sindaci, consiglieri regionali e parlamentari del Pd. Invece di guardare in casa loro, puntano il dito su di noi. È inac[M. D. P.] [A. ROS.] cettabile».