5 C BIO doc 15 maggio 2011 da pubblicare

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5 C BIO doc 15 maggio 2011 da pubblicare
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE
“G.GALILEI”
Biologia Chimica Elettronica Elettrotecnica Informatica Meccanica
Via G.Galilei 66 57122 Livorno Tel: 0586 447111 Fax 0586447148
e-mail [email protected] - www.galileilivorno.it
ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE SUPERIORE
II CICLO
Documento del Consiglio di classe
Classe V sez. C
Corso BIOLOGICO-SANITARIO
Anno scolastico 2010/11
Contenuto:
•
Profilo della classe e sua storia (abbandoni, immissioni, continuità didattica, partecipazione,
impegno, socializzazione)
• Aspetti interdisciplinari del percorso formativo (progetto di classe, progetti speciali, visite
guidate ed aziendali, stage in azienda in relazione con lo sviluppo delle conoscenze e delle
competenze degli alunni)
• Relazioni e programmi svolti
o Obiettivi raggiunti, i contenuti, i metodi, i mezzi ,gli spazi e i tempi del percorso
formativo
• Documento relativo ai crediti formativi e ai crediti scolastici
• Esperienze realizzate in merito alla preparazione degli studenti all'esame di stato:
o i criteri e gli strumenti di valutazione adottati e relative griglie
o esperienze di programmazione e simulazione della prima prova
o esperienze di programmazione e simulazione della seconda prova
o esperienze di programmazione e simulazione della terza prova
o esperienze di simulazione sulla conduzione del colloquio
o schede informative relative alle prove svolte nelle seguenti date:
◊ Simulazione della prima prova:
21.03.2011 – 09.05.2011
◊ Simulazione della seconda prova:
22.03.2011 – 14.05.2011
◊ Simulazione della terza prova:
24.03.2011 – 11.05.2011
◊ Simulazione del colloquio:
___________________
• Elenco dei candidati
• Composizione del Consiglio di classe
Livorno,15 maggio 2011
La Dirigente scolastica
(prof. Giuliana FICINI)
1. Profilo della classe e sua storia (abbandoni, immissioni, continuità didattica,
partecipazione, impegno, socializzazione)
La classe è composta da 27 allievi, di cui 10 maschi e 17 femmine, provenienti da varie sezioni
del biennio.
In terza erano iscritti 30 allievi, ai quali ne fu aggiunto un altro in data 02.12.2008, proveniente
dalla classe 3A Chimici per cambio di specializzazione. Al termine della classe terza ci sono stati
tre studenti ritirati e due respinti, per cui la quarta era formata da 26 allievi. A questi si sono
aggiunti due allievi ripetenti della 4 A Biologico-Sanitario ed un allievo proveniente dall’ITI
“Mattei” di Rosignano . Quest’ultimo, provenendo da una terza elettronici, ha dovuto sostenere gli
esami di integrazione per essere ammesso alla classe. Pertanto, la quarta era costituita da 29
elementi. Al termine dell’anno si sono avuti 2 ritiri e 3 ripetenze; sono stati ammessi alla classe
quinta 24 allievi, ai quali si sono aggiunti due studenti ripetenti della classe 5C ed un’allieva
ripetente della classe 5A.
Non ci sono state variazioni significative di insegnanti nel corso dei tre anni ; nel passaggio dalla
classe terza alla classe quarta è cambiato solamente il docente di Analisi Chimica (Docente di
teoria); nel passaggio dalla quarta alla quinta sono cambiati i docenti di Educazione fisica, di
Impianti, di Laboratorio di Analisi Chimica (Docente di pratica) e di Laboratorio di Microbiologia
Speciale (Docente di pratica).
La classe ha presentato fin dall’inizio della classe terza buone potenzialità raggiungendo un profitto
generale medio-alto. Diverse sono anche le punte di eccellenza che si sono distinte costantemente
nel corso del triennio. Non mancano, tuttavia, casi con criticità dovuti ad impegno discontinuo o ad
uno studio ancora mnemonico, o, comunque, non ancora efficace e per lacune pregresse non
completamente colmate. La classe partecipa generalmente con interesse alle attività proposte e la
maggior parte degli studenti ha raggiunto un buon livello di autonomia nelle attività di laboratorio
di Microbiologia speciale; diversa la situazione per il laboratorio di Analisi Chimica Strumentale, in
cui solo pochi allievi riescono a condurre le attività in modo soddisfacente. In questa disciplina
sussistono anche difficoltà nella parte teorica, attribuibili ad un approccio non sempre adeguato allo
studio. La stessa situazione per Impianti; in questo caso è probabile che il cambio del docente dalla
classe quarta alla classe quinta ed il conseguente metodo di studio abbia penalizzato la classe nel
profitto. Qualche difficoltà anche nella lingua straniera, non tanto nell’esposizione orale quanto
nell’elaborazione scritta. Buono invece il profitto generale in Italiano e Storia, Igiene, Matematica e
Microbiologia. Soddisfacente l’impegno in Educazione fisica. La classe si presenta abbastanza
coesa e ben amalgamata. Non si sono verificati particolari episodi sul piano disciplinare, anche se,
talvolta, emergono atteggiamenti polemici da parte di alcuni allievi verso qualche docente.
Questa pagina riservata è volutamente bianca
2. Obiettivi raggiunti, i contenuti, i metodi, i mezzi ,gli spazi e i tempi del percorso
formativo
PROFILO PROFESSIONALE
La sperimentazione Biologico-sanitario-ecologico nel nostro Istituto è iniziata nell'anno
scolastico 80/81 ed è attualmente articolata su due corsi triennali.
Il problema affrontato, sia nell'impostazione originaria, sia nelle modifiche richieste ed autorizzate
negli a.s. 84/85 e 90/91, è quello delle metodologie e dei curricoli delle materie per dare un nuovo
profilo al perito chimico attraverso competenze, abilità e saperi nel campo delle problematiche
ambientali.
Infatti, nel corso di frequenti verifiche e di confronti con le esigenze del territorio, è emersa con
forza la necessità di accentuare le competenze di tipo ecologico, poiché gli ambiti entro i quali i
diplomati dovranno operare sono di carattere:
a- biologico
b- chimico
c- tecnologico
Questo tipo di sperimentazione si propone di:
•
far acquisire conoscenze e abilità nel campo ecologico (azioni di controllo e tutela del territorio)
e nella prevenzione primaria (salute degli ecosistemi e degli ambienti di vita);
•
promuovere le doti di versatilità, adattabilità ed approccio critico ai problemi posti dalla
evoluzione della tecnica e della scienza nella società attuale;
•
sollecitare lo sviluppo di autonome capacità applicative nell'uso di metodi e di strumenti.
•
corrispondere alle mutate richieste che pervengono dal mondo del lavoro e dal territorio;
•
definire un nuovo curricolo di studi nell'ambito della trasversalità del sapere;
Nel corso del triennio gli allievi hanno acquisito le seguenti conoscenze, capacità e competenze:
Conoscenze
-
sia di cultura generale che di area tecnica;
-
generali sull’ambiente naturale e le sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche;
sui fenomeni di alterazione ambientale.
Capacità
-
Acquisizione di un metodo di studio e di lavoro adeguato;
-
Utilizzazione di linguaggi specifici delle singole discipline;
-
Integrazione dei vari strumenti concettuali di tipo chimico, biologico, impiantistico in una
visione organica delle problematiche ambientali;
-
Trasferimento delle conoscenze teoriche alla pratica operativa eseguendo le opportune analisi
chimiche, biologiche e batteriologiche sui vari comparti ambientali.
Competenze
-
Saper utilizzare le conoscenze e capacità acquisite nelle azioni di controllo, prevenzione e tutela
del territorio;
-
Saper orientarsi nelle scelte in campo impiantistico nell’ambito delle tecnologie di depurazione;
-
Saper presentare i dati analitici necessari alla gestione del risanamento ambientale.
3. Aspetti interdisciplinari del percorso formativo (progetto di classe, progetti speciali,
viaggi e visite guidate ed aziendali, stage in azienda in relazione con lo sviluppo delle
conoscenze e delle competenze degli alunni)
Gli allievi di tutta la classe, suddivisi in gruppi, hanno effettuato uno stage presso varie farmacie di
Livorno, della durata di una settimana, nel mese di Marzo.
La classe ha partecipato alle gare delle Olimpiadi delle Scienze e tre allieve si sono qualificate nei
primi dieci posti all’interno dell’istituto.
La classe ha partecipato alle attività proposte nell’ambito dell’open week proposto dalla Facoltà di
SMFN dell’Università di Pisa.
4. Relazioni e programmi svolti relativi alle seguenti materie:
Religione
Lingua e letteratura italiana
Lingua Inglese
Storia
Matematica
Educazione fisica
Microbiologia speciale
Impianti
Analisi chimica strumentale
Igiene e Legislazione sanitaria
RELIGIONE
PERCORSO FORMATIVO DISCIPLINARE
CONTENUTI DISCIPLINARI SVILUPPATI
Contenuto
disciplinare
sviluppato
Modulo n° 1
Il Senso
Religioso
Il Senso Religioso: sua natura
Partire da se stessi
L’io in azione
Aspetti dell’impegno
Duplice realtà
Livello di
approfondimento :
ottimo , buono , discreto ,
sufficiente
1) Buono
2) Buono
3) Discreto
4) Discreto
5) Ottimo
Come si destano le domande ultime
Lo stupore della “presenza”
Il cosmo e la realtà provvidenziale
L’io dipendente
Il Criterio del Giudizio
1)
2)
3)
4)
5)
N° unità didattiche mono-disciplinari o
pluridisciplinari
1)
2)
3)
4)
5)
1)
2)
3)
Itinerario del
Senso Religioso 4)
5)
Modulo n° 2
Discreto
Discreto
Discreto
Ottimo
Discreto
METODI UTILIZZATI
Brevi lezioni frontali in un continuo dialogo con gli studenti; letture e commento, analisi critica di
testi documentativi del percorso intrapreso.
MEZZI UTILIZZATI
Schede critiche tratte da vari testi didattici, articoli da quotidiani e da riviste specializzate,
documenti del Magistero, strumenti audiovisivi.
SPAZI E TEMPI DEL PERCORSO FORMATIVO
Aula ordinaria e aule audiovisivi.
Tempi:
N° ore settimanale previste dal Ministero: 1.
N° ore annuali previste: 33.
N° ore di lezione effettuate al 15 Maggio 2011: 24.
N° alunni frequentanti: 8
CRITERI DI VALUTAZIONE ADOTTATI
-
Partecipazione attiva ed interesse dimostrati durante la lezione, analisi critica ed espressiva e
progressi effettuati nel percorso dell’anno scolastico.
STRUMENTI DI VALUTAZIONE ADOTTATI
L’interesse mostrato all’interno del dialogo educativo e l’atteggiamento critico espresso nel
saper cogliere il reale.
OBIETTIVI RAGGIUNTI
La classe ha dimostrato, alla fine dell’anno scolastico, un ottimo interesse dei contenuti proposti
dimostrando un adeguata conoscenza.
E’ capace di esprimere un giudizio personale e motivato nel dialogo educativo e nel confronto
rispettoso di ciascuna posizione.
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
PERCORSO FORMATIVO DISCIPLINARE
Docente Prof. Rossana Villani
Testo adottato: Baldi, Giusto e Rametti, Zaccaria: “La letteratura”. Voll.5,6; ed:Paravia.
Ore di lezione effettuate nell’anno scolastico 2010-2011
Totale ore 1 trimestre
Totale ore al 10/05/11
Totale ore previste nel 2 quadrimestre
Totale ore previsto alla fine dell’a.s. 2010-2011
38
48
61
99
Finalità disciplinari generali
• Incrementare la padronanza dei mezzi espressivi sia nell’ambito della comprensione sia nell’ambito
della produzione orale e scritta.
• Esercitare e incrementare le capacità di analisi,sintesi e di astrazione.
• Rendere gli alunni più consapevoli del funzionamento del sistema linguistico
• Sollecitare e sviluppare il gusto per la lettura.
• Sviluppare le capacità di fruizione di un testo letterario, per consentirne, in prospettiva, la fruizione
autonoma e critica.
• Far acquisire consapevolezza della complessità del fenomeno letterario nelle sue implicazioni
storiche,culturali e sociali.
In specifico,le seguenti abilità linguistiche:
• Lettura fluente ed espressiva di testi di vario genere
• Orientarsi nei linguaggi settoriali con l’ausilio di dizionari e glossari.
• Sintetizzare efficacemente informazioni e contenuti.
• Riassumere in modo coerente e ordinato un testo.
• Impostare e svolgere correttamente una relazione orale di alcuni minuti su argomenti culturali o
professionali.
• Rispondere coerentemente a quesiti proposti culturali o professionali
• Conoscere le norme generali della grammatica, ortografia e sintassi.
• Impostare e sviluppare coerentemente una sintesi.
• Redigere un testo argomentativo,redigere una relazione.
• Sviluppare un argomento in forma di articolo, saggio, intervista.
• Svolgere prove di verifica dell’apprendimento tramite test culturali e attitudinali.
In specifico,le seguenti competenze letterarie
• Distinguere le principali correnti letterarie del nostro secolo.
• Stabilire interrelazioni tra fenomeni letterari.
• Contestualizzare testi proposti.
• Distinguere i generi letterari delle opere trattate.
• Applicare corrette tecniche di decodificazione e di rielaborazione dei testi proposti.
In specifico, per la poesia:
a) campi semantici, b) individuare le principali figure retoriche e le relative connotazioni,c) osservazioni sul
lessico, la sintassi, il registro.
In specifico, per il testo narrativo:
a) individuare e utilizzare i principali strumenti dell’analisi testuale; b) esplicitare la poetica,l’ideologia
dell’autore nel proprio contesto storico- letterario; c) collegare e confrontare sul piano tematico testi e autori
anche appartenenti ad ambiti e momenti culturali diversi.
Indicazioni metodologiche
La classe, da me seguita nel triennio 2007-2010, è composta da 27 alunni, di cui 25 provenienti dalla IV C
BIO dell’anno scorso e due ripetenti. La classe, molto disciplinata e scolarizzata sin dalla terza, ha
sviluppato, nel corso del triennio, un percorso di maturazione e di responsabilizzazione nei confronti della
scuola, degli altri e , più in generale, dei propri impegni e doveri, molto soddisfacente, evidenziando nel
corso di quest’ultimo anno comportamenti consoni e sempre adeguati alle situazioni. Gli alunni hanno
dimostrato comportamenti sempre interessati e consapevoli nei confronti della docente e della disciplina, per
cui è stato possibile sviluppare nel triennio un intervento didattico continuativo per intervenire sulle carenze
linguistico- espressive presenti, sull’inadeguatezza del metodo di studio e sulle diffuse incertezze sia
procedurali sia rielaborative della preparazione di base.
L’intervento didattico è stato mirato, anche quest’anno, al recupero delle lacune metodologiche e
linguistico- espressive, soprattutto nella produzione scritta ( elaborazione di saggi brevi e temi di ordine
generale) e all’acquisizione degli strumenti per una corretta comprensione e rielaborazione degli argomenti
letterari affrontati, cercando di stimolare una maggiore padronanza di strumenti operativi,l’acquisizione di un
metodo di studio più proficuo,il potenziamento delle capacità di sistematizzare e di approfondire le
competenze espressive e le conoscenze disciplinari acquisite.
Nello svolgimento delle attività didattiche è stata privilegiata la lezione di tipo frontale, integrata da
numerosi momenti di riflessione e discussione, per approfondire alcuni aspetti delle tematiche affrontate (
per es. tematiche esistenziali).Gli autori e gli aspetti più significativi del percorso sono stati affrontati
partendo dall’analisi dei testi sia narrativi sia poetici, attraverso un procedimento induttivo che ha
volutamente cercato di mettere in evidenza il complesso intreccio delle implicazioni storiche, sociali e
culturali del testo letterario.
In ogni caso, la docente ha cercato di stimolare l’analisi e la riflessione personale degli allievi, presentando
spesso, compatibilmente con i tempi a disposizione, casi o temi da analizzare e discutere, per attivare
processi di riflessione e di approfondimento personali, a partire dalle conoscenze in proprio possesso. Si è
dovuto, comunque, operare una scelta, per ovvie motivazioni di tempo, tra le opere e gli autori caratterizzanti
il periodo analizzato, privilegiandone alcuni, scelti soprattutto in base a motivazioni legate all’interesse
suscitato negli alunni, cercando di attualizzare le problematiche proposte e di legarle, per quanto possibile,
alla loro esperienza e sensibilità.
Spazi e tempi del percorso formativo
Contenuto disciplinare sviluppato
N° unità didattiche
tempi
Modulo 1 Il naturalismo
1 U.D.
6 ore
Modulo 2 Il verismo
1 U. D.
10 ore
Modulo 3 Il Decadentismo
4 U. D.
22 ore (4,5,5,8 ore)
Modulo 4 Il primo Novecento
Modulo 5 Italo Svevo
Modulo 6 Luigi Pirandello
Modulo 7 Lo sviluppo della poesia nella prima
metà del 900
Modulo 8 il dopoguerra
Modulo 9 tema generale e saggio breve
2 U.D.
1 U.D.
1 U.D.
3 U.D.
4 (2+2 ore)
11 ore
11 ore
13 ore (5, 2, 6,ore)
1 U.D.
1 U.D.
3 ore
23 ore
Criteri di valutazione adottati:
per quanto riguarda l’analisi del testo:
Abilità linguistico-espressive e lessicali.
Capacità di analisi del testo e interpretazione
Capacità di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite
Capacità di rielaborare, effettuare collegamenti, contestualizzare e operare riferimenti critici.
per quanto riguarda il saggio breve:
Abilità linguistico-espressive e lessicali.
Capacità di analisi del testo e interpretazione
Capacità di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite
Capacità di rielaborare, effettuare collegamenti, contestualizzare e operare riferimenti critici.
per quanto riguarda il tema di ordine generale:
Abilità linguistico-espressive e lessicali.
Capacità di analisi del testo e interpretazione
Capacità di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite
Capacità di rielaborare, effettuare collegamenti, contestualizzare e operare riferimenti critici.
per quanto riguarda il colloquio orale:
Padronanza della lingua e correttezza nell’uso del linguaggio specifico della disciplina.
Conoscenze disciplinari.
Capacità testuali (analisi del testo) approfondimento e rielaborazione delle conoscenze di base.
Capacità di collegamento tra tematiche e tra autori diversi.
Obiettivi raggiunti:
La partecipazione della classe al dialogo educativo è stata sempre molto responsabile, in quanto gli alunni
hanno dimostrato disponibilità verso le proposte didattiche della docente e interesse per la disciplina e, nella
maggioranza , una risposta attiva e consapevole rispetto agli argomenti proposti. L’impegno è stato per tutti
positivo, alcuni studenti si sono distinti per le valide capacità personali e per l’impegno assiduo e proficuo,
riuscendo ad ottenere risultati costantemente buoni o ottimi; la maggioranza della classe, pur meno brillante
e talvolta meno costante nell’impegno e nel rendimento, ha comunque compiuto un percorso soddisfacente,
riuscendo a colmare parte delle lacune presenti nella preparazione iniziale; solo un ristretto numero di allievi
ha dimostrato impegno e rendimento discontinui, ottenendo risultati meno positivi .
Il livello globale della preparazione, pur nelle ovvie e talora sensibili differenziazioni di qualità, è da
ritenersi, rispetto all’inizio dell’anno scolastico, migliorato e, nel complesso, più che sufficiente. Migliore è
risultata la competenza espressiva orale, anche se, nella maggioranza degli alunni, essa è ancora schematica
nell’operare collegamenti e rielaborare conoscenze, rispetto a quella scritta, ove permangono, per
molti,carenze più evidenti. La classe ha raggiunto un livello mediamente sufficiente rispetto ai seguenti
indicatori:
In termini di conoscenze
Distinguere le principali correnti letterarie del nostro secolo.
Conoscenza della cornice storica per l’inquadramento degli argomenti studiati.
Distinguere i generi letterari delle opere trattate.
Comprensione dell’intreccio tra ideali e fattori storico-sociali nella storia letteraria.
In termini di abilità
Applicare corrette tecniche di decodificazione e di rielaborazione dei testi proposti.
Stabilire interrelazioni tra fenomeni letterari.
Interpretare un testo proposto
Riconoscere le strutture tematiche e formali nell’ambito di uno specifico genere letterario
In termini di competenze
Svolgere una relazione orale su argomento proposto.
Completare autonomamente informazioni acquisite.
Stabilire conclusioni a partire da una molteplicità di dati
Sintetizzare oralmente o in un testo scritto in modo chiaro e coeso le conoscenze acquisite.
Elaborare generalizzazioni corrette a partire dagli elementi posseduti.
Strumenti di valutazione adottati:
• prove scritte secondo le quattro tipologie proposte durante la prima prova dell’Esame di Stato
• prove orali
• prove strutturate e/o semistrutturate (a risposte aperte e/o chiuse)
Allegati: esemplificazione delle prove simulate svolte .
Programma di Italiano
Prof.ssa Rossana Villani
Testo in adozione: Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria “La letteratura”voll. 5,6 ; ed. Paravia.
Modulo 1: l’età del naturalismo
Flaubert: l’impersonalità del narratore e la focalizzazione sul personaggio.
Il Positivismo,fondamenti teorici e modelli letterari.
Il naturalismo. La poetica di Zola,la nascita del romanzo sperimentale,l’ereditarietà e l’influsso
ambientale, l’impegno sociale della letteratura, il ciclo dei Rougon-Macquart.
Brani analizzati:
G.Flaubert
Madame Bovary:
“I sogni romantici di Emma”
“Il grigiore della provincia…”
E e J. De Goncourt prefazione a Germinie Lacerteu
“Un manifesto del Naturalismo”
E.Zola da Il romanzo sperimentale: “Lo scrittore come operaio del progresso sociale”
Da L’Assommoir
“L’alcool inonda Parigi”
Modulo 2 : Giovanni Verga e il verismo italiano
Il Verismo italiano, la diffusione del modello naturalista;
Vita e opere di Giovanni Verga;
La poetica e l’ideologia di G. Verga
Le tecniche narrative e stilistiche dell’opera di G.Verga.
Brani analizzati:
da Vita de campi:
“Fantasticheria”
“Rosso Malpelo”
Da I Malavoglia:
Prefazione:
“I vinti e la fiumana del progresso”
“Il mondo arcaico e l’irruzione della storia” (dal cap.I)
“Il vecchio e il giovane:tradizione e rivolta” ( dal cap. IX)
“L’addio di ‘Ntoni Malavoglia” (dal cap.XV)
Modulo 3 : il Decadentismo.
Il quadro di riferimento,la visione del mondo, la poetica decadente.
I caratteri,la poetica,temi e miti della letteratura del Decadentismo europeo.
Il Simbolismo, l’esperienza poetica francese.
“ L’eroe” del romanzo decadente: l’artista secondo Huysman, Wilde, D’Annunzio, confronto
attraverso i protagonisti dei rispettivi romanzi.
Il Decadentismo italiano.
La figura e l’opera di Gabriele D’Annunzio. L’estetismo e la sua crisi. I romanzi del superuomo, la
poesia di Alcyone.
Giovanni Pascoli: la vita, la visione del mondo, la poetica.
I temi della poesia pascoliana, il fanciullino, le soluzioni formali.
Brani analizzati:
C.Baudelaire. da I Fiori del male:
“L’albatro”
“Spleen”
“Corrispondenze”.
P.Verlaine: da “Un tempo e poco fa”
“Arte poetica”
J.K.Huysmans: da “A ritroso”
“La realtà sostitutiva”
O.Wilde:
da “Il ritratto di Dorian Gray “
“I principi dell’estetismo”.
G.D’annunzio:
da “Il Piacere”
“Andrea Sperelli ed Elena Muti”
“Una fantasia “in bianco maggiore”
da “Le vergini delle rocce”
“Il programma politico del superuomo”
da “Alcyone”
“La sera fiesolana”
“La pioggia nel pineto”
G.Pascoli
da “Myricae”
“ I puffini dell’Adriatico”
“ X Agosto”
“Novembre”
“L’assiuolo”
“Temporale”
da “I Poemetti”
“ Il vischio”
da “Il Fanciullino”
“Una poetica decadente”
Modulo 4 : il primo Novecento
Il contesto storico-politico e sociale; le tendenze culturali europee.
Il Futurismo ( cenni)
La crisi dell’uomo contemporaneo: Kafka, Joyce.
Brani analizzati:
F.Kafka
“La metamorfosi”- lettura integrale
J.Joyce:
“Gente di Dublino”- lettura integrale.
Modulo 5 :Italo Svevo
Vita e opere,
La visione del mondo e la poetica
I primi romanzi:Una vita, Senilità: la figura dell’inetto.
La Coscienza di Zeno.
Brani analizzati:
da “Una Vita”
“Le ali del gabbiano”
da “Senilità”
“La trasfigurazione di Angiolina”
da “La Coscienza di Zeno”:
“Prefazione e Preambolo”
“La morte del Padre”
“La salute malata di Augusta”
“Una catastrofe inaudita”.
Modulo 6 : Luigi Pirandello
Vita e opere,
La visione del mondo e la poetica
La produzione in prosa, analisi de “ Il fu Mattia Pascal”
Il Teatro.
Testi analizzati:
da L’Umorismo
“Un’arte che scompone il reale”.
da Novelle per un anno
“Il treno ha fischiato”
Il fu Mattia Pascal
Lettura integrale
Dalle Maschere nude
“Il giuoco delle parti”.
Modulo 7 : lo sviluppo della poesia italiana nella prima metà del novecento
Le innovazioni nella poesia italiana
La poesia ermetica
Giuseppe Ungaretti. Vita e opere, itinerario poetico, la rivoluzione stilistica, la Grande Guerra e
l’illuminazione poetica.
Eugenio Montale: vita e opere, l’itinerario poetico da “ Ossi di seppia” alla poesia dell’oggetto.
Brani analizzati
G.Ungaretti:
da Allegria
“Porto sepolto”
“Soldati”. “Veglia” “Fratelli”, “ Pellegrinaggio”.
“I fiumi” ( da svolgere nel mese di maggio)
“San Martino del Carso”
“Commiato”.
E.Montale ( da svolgere nel mese di maggio)
da Ossi di seppia
“Non chiederci la parola”
“Spesso il male di vivere”
“Meriggiare pallido e assorto”
“Cigola la carrucola nel pozzo”.
LINGUA INGLESE
Docente Prof. Raffaella Dani
Libri di testo adottati
-
A Matter of Life di Paola Briano
The Picture of Dorian Gray , Oscar Wilde (ed. Black Cat B2.2)
Ore di lezione effettuate nell’anno scolastico 2010-11
Totale ore 1^ quadrimestre
Totale ore 2^ quadrimestre
Totale al 4/5/10
Totale previsto alla fine dell’a.s.2008/09
Totale ore previsto dal piano di studi
22
35
45
57
66
Obiettivi conseguiti
•
•
•
•
Saper e comprendere un testo scritto di tipologia generale e tecnica, sia nel suo significato
generale, sia nel dettaglio delle informazioni ivi contenute attraverso la traduzione analitica
del brano e la risposta a quesiti aperti ad esso riferiti, con accettabile correttezza formale.
Saper comprendere un messaggio orale di varia tipologia anche a carattere specifico al
settore di specializzazione rispondendo a quesiti ad esso riferiti in modo sufficientemente
corretto.
Saper riferire, in modo personale il contenuto di un testo a carattere tecnico scientifico
utilizzando il lessico adeguato.
Saper sostenere semplici conversazioni su argomenti sia a carattere generale che specifico
del settore di specializzazione con sufficiente precisione terminologica.
Il livello di apprendimento raggiunto dalla classe al termine del corso di studi è
complessivamente sufficiente. Oltre la metà della classe ha acquisito un lessico di base proprio
delle discipline di specializzazione anche in lingua inglese. Una buona parte di questi studenti è
in grado di leggere e comprendere testi scritti di genere tecnico-scientifico e di riferire sui
contenuti dei brani proposti e di discutere sulle tematiche in questione anche attraverso
collegamenti interdisciplinari.
L’esiguo numero di ore effettive a disposizione nel corso dell’anno non ha reso sempre possibile
effettuare approfondimenti e raccordi transdisciplinari come auspicato nella programmazione
iniziale in particolare con microbiologia e con italiano.
l’atteggiamento collaborativo e interessato della classe ha contribuito positivamente allo
svolgimento delle lezioni . Partecipando con impegno al dialogo educativo quasi tutti gli
studenti sono riusciti a migliorare i propri livelli di conoscenza dell’inglese.
Numerosi alunni hanno evidenziato difficoltà soprattutto nella produzione scritta a causa di
lacune pregresse che si evidenziano a livello morfologico e sintattico a cui si aggiunge una
scarsa abilità nel rielaborare in modo personale i contenuti.
Nella produzione orale, grazie ad un impegno più assiduo nella seconda parte dell’anno,la
maggior parte degli studenti ha conseguito risultati più che sufficienti.
Contenuti
MODULO 1:The world of microorganisms
Dal testo A Matter of life
Microscope and culture equipment
What are microbes?
Bacteria
Eukaryotic microorganisms
Prokaryotic microorganisms:bacteria
Viruses and some virus-like agents
Su fotocopia: Lauryl Tryptose Broth /Lauryl Sulfate Broth
MODULO 2 :Food Science and Technology
Dal testo A Matter of life
Food and health
Food preservation
Food additives
Food-borne infections
MODULO 3: Enviromental science and technology
Dal testo A Matter of life
The lexicon of enviromental damage
Air pollution
Water supplies
Energy resources
MODULO 4: “The Picture of Dorian Gray” by Oscar Wilde
A Note on Oscar Wilde
Wilde and the Picture of Dorian Gray
The Aesthetic Movement
Lettura integrale dei dodici capitoli del testo in adozion
Nelle prossime lezioni il programma verrà completato con la trattazione dell’ultima unità del
modulo 3 (Energy resources)
Metodologia didattica
L’attività didattica si è svolta per quanto possibile in lingua inglese in modo da favorire la
competenza comunicativa.Gli obiettivi didattici sono sempre stati esplicitati agli alunni in modo da
renderli consapevoli nel progresso di apprendimento.
Tutte le attività hanno avuto come obiettivo il saper cogliere il significato dei vari messaggi ed
individuare informazioni specifiche.
La lezione frontale è stata utilizzata per la presentazione dell’argomento da parte del docente,
seguita dalla lettura, traduzione e comprensione dei testi da parte degli alunni.
Sono stati utilizzati prevalentemente i testi in adozione.
Il recupero in itinere è stato sistematicamente attuato tutte le volte che le circostanze l’hanno
richiesto.
Sussidi didattici
Sono stati utilizzati unicamente i libri di testo in adozione.
Tempi
La divisione del periodo scolastico di lavoro è stata la seguente:
• Modulo 1: The world of microorganisms dal 25 Settembre al 02 Dicembre (9 ore)
• Modulo 2 : Food Science and Technology dal 13 Gennaio al 19 Febbraio (9 ore)
• Modulo 3: Enviromental science and technology dal 24 Febbraio alla fine dell’anno (15
ore)
• Modulo 4: The Picture of Dorian Gray by Oscar Wilde dal 2 di Ottobre fino al termine
dell’anno scolastico (24 ore)
Criteri e strumenti di valutazione
Per la valutazione si è fatto uso di prove scritte a carattere sommativo che comprendevano quesiti
aperti su argomenti studiati nei moduli.
Le verifiche orali sono state frequenti a breve, medio e lungo termine rispetto allo svolgimento dei
moduli, sia attraverso domande flash da posto sia con interrogazioni più ampie dalla cattedra.
Per la valutazione della produzione sia orale che scritta sono state utilizzate griglie con i seguenti
parametri:
• Comprensione
• Conoscenza dell’argomento
• Correttezza espressiva
• Capacità di rielaborazione personale
Per l’attribuzione dei voti si è fatto uso della scala da 1 a 10.
Nella valutazione finale oltre alla misurazione dei risultati conseguiti nelle prove indicate, si terrà
conto anche della frequenza regolare, della partecipazione attiva alle lezioni, ed infine dell’impegno
e dell’assiduità dimostrate nello studio della materia.
STORIA
PERCORSO FORMATIVO DISCIPLINARE
Storia
Docente Prof. Rossana Villani
Testo adottato:
Giardina-Vidotto- Sabbatucci, “Guida alla storia”, vol. 3°, ed. Laterza.
Ore di lezione effettuate nell’anno scolastico 2010-2011
Totale ore 1 trimestre
Totale ore II quadrimestre al 10/05/11
Totale ore previste alla fine del quad.
Totale previsto alla fine dell’a.s. 2010-2011
28
26
6
60
Finalità, obiettivi, criteri, livelli di valutazione
Finalità disciplinari generali e indicazioni metodologiche
La finalità preminente dell’insegnamento della storia nel triennio è quella di formare nel giovane
una consapevolezza e una coscienza funzionali ad abituarlo a vivere il presente con adesione critica
e non emotiva. Il docente quindi ha insistito sull’interpretazione del fatto storico, sull’importanza
della pluralità delle informazioni e delle documentazioni, abituando lo studente, per quanto
possibile, al continuo confronto tra passato e presente, alla riflessione sui grandi temi dell’epoca
contemporanea , problematizzandoli ed affrontandoli in modo più analitico. E’ stato proposto, in
questo senso, un percorso di analisi del fenomeno del totalitarismo, analizzando lo sviluppo del
fascismo, del nazismo e dello stalinismo e un breve percorso sulla storiografia dell’Olocausto,
cercando di fissare delle conclusioni generalizzanti a partire dai fenomeni analizzati. Alla base
dell’approccio disciplinare sono stati la lettura, il dialogo, la discussione.
Obiettivi
In termini di abilità:
Stabilire connessioni e relazioni di causa – effetto tra i fenomeni analizzati
Consultare fonti di varia natura.
Maturare consapevolezza delle diverse interpretazioni della critica storiografica.
Organizzare coerentemente cronologie, sinossi, sintesi sugli argomenti trattati.
Rispondere a quesiti di vario genere.
Trattare un argomento in composizioni scritte di vario genere: riassunto, tema, saggio, articolo.
Esprimere un articolato giudizio su un testo di soggetto storico.
Interpretare le fonti del proprio tempo.
In termini di competenze:
Valutare autonomamente i fatti storici analizzati.
Operare una lettura critica del proprio tempo.
Operare opportune connessioni tra il presente e i fatti del passato.
Essere consapevoli del valore culturale e civile dello studio della storia.
Valutare la molteplicità e la differenza.
Sviluppare consapevolezza dell’apporto arricchente delle diverse culture nelle società odierne.
Contenuti: si veda il programma allegato.
Spazi e tempi del percorso formativo.
Visto il numero estremamente ridotto di ore di lezione effettuate a causa dei motivi più diversi, la
trattazione analitica degli argomenti non potrà andare oltre il secondo dopoguerra.
Contenuto disciplinare sviluppato
N° unità didattiche
tempi
Modulo1 L’età dell’imperialismo
2 U.D.
.
6 ore
Modulo 2 L’Italia liberale
1 U.D.
8 ore
Modulo 3 La prima guerra mondiale
1 U.D.
6 ore
Modulo 4 La Rivoluzione russa
1 U. D.
4 ore
Modulo 5 Il dopoguerra in Europa
2 U. D.
6 ore
Modulo 6 la grande crisi del 1929
1 U.D.
6 ore
Modulo 7 l’età dei totalitarismi
3 U.D.
10 ore
Modulo 8 la seconda guerra mondiale
1 U.D.
3 ore
Modulo 9 il secondo dopoguerra
1 U.D.
2 ore
Criteri di valutazione adottati:
La valutazione ha tenuto conto della corretta comprensione dei fenomeni storici analizzati con
l’individuazione dei concetti chiave, della capacità di approfondimento e dello sviluppo delle
tematiche proposte, della corretta informazione sui dati storici, dell’uso della terminologia specifica.
Si è dunque tenuto conto dei seguenti indicatori:
conoscenza corretta dei dati storici
comprensione degli elementi del problema proposto
uso della terminologia specifica
capacità di rielaborare e organizzare le informazioni in proprio possesso.
Obiettivi raggiunti:
La partecipazione della classe al dialogo educativo è stata responsabile e attenta in quanto gli alunni
hanno dimostrato disponibilità verso le proposte didattiche della docente e interesse per la
disciplina, soprattutto quando era evidente il rapporto con i problemi del contemporaneo, per cui,
pur essendo presente, in alcuni, un metodo di lavoro non del tutto efficace, che non ha permesso di
rafforzare le capacità di analisi e di rielaborazione, la preparazione complessiva può ritenersi
pienamente sufficiente.
Strumenti di valutazione adottati:
Le verifiche nel corso dell’anno scolastico sono state sia scritte sia orali. Nel primo caso, le
tipologie proposte sono state il tema storico o, più frequentemente, il questionario strutturato e/o
semistrutturato, o a risposta aperta. Nell’orale è stato privilegiato il momento del dialogo piuttosto
che l’investigazione puntuale degli aspetti nozionistici studiati.
PROGRAMMA DI STORIA
Docente: prof. Rossana Villani.
Testo adottato: Giardina-Vidotto- Sabbatucci, “Guida alla storia”, vol. 3°, ed. Laterza.
Modulo 1 L’età della seconda rivoluzione industriale e dell’imperialismo
Le concentrazioni industriali e la nuova organizzazione del lavoro nelle fabbriche. L’imperialismo
come espressione della concentrazione finanziaria e produttiva.Il protezionismo. La crisi agraria e le
sue conseguenze. Scienza e tecnologia, La società di massa. I nuovi consumi, il boom demografico.
Modulo 2 L’Italia liberale
La sinistra al potere: la politica economica, l’agricoltura e il problema dello sviluppo industriale.La
politica estera. La democrazia autoritaria di Crispi. La crisi di fine secolo e la svolta liberale,
Il periodo giolittiano. Decollo industriale e questione meridionale, l’emigrazione. La guerra di Libia
e la crisi del sistema giolittiano.
Modulo 3 la prima guerra mondiale
Le cause del conflitto. Dall’attentato di Sarayevo alla guerra europea. Dalla guerra di movimento
alla guerra di usura. L’Italia dalla neutralità all’intervento. La grande strage (1915-1916). Le nuove
tecnologie militari. Il fronte interno. L’intervento degli USA. La fine della guerra e la disfatta degli
Imperi Centrali.
Approfondimento storiografico: i trattati di pace e la nuova carta d’Europa. Il concetto di guerra
moderna. La guerra totale.
Modulo 4 la rivoluzione russa
La rivoluzione in Russia dal febbraio all’ottobre del 1917. Dittatura e guerra civile. Costituzione e
società. Da Lenin a Stalin.
Modulo 5 Il dopoguerra in Europa
Le trasformazioni sociali e le conseguenze economiche.Il biennio rosso. La crisi del dopoguerra in
Germania, la repubblica di Weimar. La crisi del dopoguerra in Italia e il biennio rosso: nascita e
avvento del fascismo. La ricerca della distensione in Europa.
Modulo 6 La grande crisi del 1929
Il crollo della borsa di Wall Street e l’inizio della grande depressione. Roosvelt e il New Deal. Il
nuovo ruolo dello stato, le comunicazioni di massa.
Modulo 7 l’età dei totalitarismi
La crisi della democrazia: il fascismo; dalla crisi della repubblica di Weimar all’avvento del
nazismo, il terzo Reich; l’Unione Sovietica, l’industrializzazione forzata e lo stalinismo. L’Europa
verso la catastrofe.
Approfondimento: il totalitarismo,analisi delle principali teorie storiografiche sull’argomento.
Modulo 8 La seconda guerra mondiale ( da svolgere nel mese di maggio)
Le cause e le responsabilità. Dall’invasione della Polonia all’offensiva tedesca nel Nord Europa. La
prima fase (1939- 1943). La svolta della guerra. Lo sbarco in Normandia. L’Italia in guerra. La
caduta del fascismo, la Resistenza. La liberazione.
Modulo 9: il secondo dopoguerra( linee essenziali) ( da svolgere nel mese di maggio)
I problemi del dopoguerra e la “ guerra Fredda” .
MATEMATICA
Docente : Savina Percoco
Obiettivi trasversali
Gli obiettivi trasversali fissati all’inizio dell’anno erano relativi alla crescita intellettuale e sociale
dei ragazzi, tesa al consolidamento di un personale ed efficace metodo di studio, all’impegno
costante, al mantenimento di rapporti corretti e costruttivi tra compagni e con l’insegnante.
Obiettivi disciplinari
Le finalità dell’insegnamento della matematica nel triennio proseguono ed approfondiscono il
processo di preparazione scientifica e culturale iniziato nel biennio, con particolari collegamenti
all’uso della matematica nelle materie di indirizzo. Gli alunni sono stati guidati, con la trattazione
dei contenuti specifici, a essere in grado di:
sviluppare capacità logico-deduttive;
matematizzare situazioni problematiche utilizzando consapevolmente modelli e tecniche di
calcolo;
utilizzare linguaggi formali in modo corretto e rigoroso;
riconoscere, interpretare e utilizzare concetti, regole, strutture matematiche.
Obiettivi raggiunti
Al termine dell’anno scolastico una buona parte degli alunni è in grado di:
*Saper calcolare limiti di semplici funzioni;
*Saper eseguire derivate ed applicarle nella ricerca di massimi, minimi, flessi;
*Saper tracciare il grafico di una funzione razionale intera o fratta;
*Saper calcolare integrali immediati;
*Saper calcolare aree con l’uso degli integrali;
Profilo della classe
La classe mi è stata assegnata solo dal corrente anno scolastico .Nei due anni precedenti,gli alunni
avevano avuto una stessa insegnante .Nonostante ciò, i ragazzi si sono adattati presto al mio
metodo d’insegnamento e non hanno mostrato problemi particolari.
L'attività didattica è stata svolta con l'intento di fornire alcuni strumenti e conoscenze matematiche
di base, indispensabili per affrontare lo studio delle altre discipline a carattere tecnico-scientifico,
ma anche rispettando la pecularietà della materia, cioè il rigore dimostrativo e l'indagine logicodeduttiva.
La maggior parte degli alunni ha seguito con impegno ed interesse lo svolgimento del programma.
Il profitto è stato generalmente sufficiente, ma, mentre alcuni studenti hanno mostrato capacità nella
materia e hanno riportato buoni risultati, una parte è riuscita solo con molta fatica a raggiungere una
preparazione accettabile. Nella seconda parte dell’anno scolastico è emersa qualche difficoltà,
dovuta all’approfondimento del programma e, specie negli ultimi tempi, ad una certa stanchezza
manifestata dai ragazzi, che iniziano a sentire l’avvicinarsi degli esami e stentano talvolta ad
organizzare il proprio lavoro. Il comportamento della maggior parte degli alunni è sempre stato
corretto, collaborativo e rispettoso sia verso i compagni che verso l’insegnante.
All’inizio dell’anno scolastico ,sono stati riproposti argomenti dell’anno precedente con lo scopo di
potenziare la preparazione di base. Questo lavoro,che ha impegnato quasi tutto il primo trimestre,
ha ritardato lo svolgimento del programma previsto per l’anno in corso. Di conseguenza, l’ultima
parte prevista dalla programmazione disciplinare (calcolo combinatorio e probabilità) non verrà
svolta. Preferisco infatti consolidare la parte relativa all’integrale che affrontare in modo
necessariamente affrettato un argomento del tutto nuovo. Si fa notare infine che le due ore
settimanali sono veramente poche per approfondire le tematiche proposte. Le dimostrazioni formali
sono state solo accennate e mai richieste. Si è cercato di dare giustificazioni verificando con esempi
le proprietà enunciate
Metodologie didattiche
Ogni argomento è stato inizialmente trattato con un approccio di tipo intuitivo, e successivamente
formalizzato. Sono stati forniti esempi e controesempi e per ogni concetto sono stati proposti
esercizi che ne chiarissero l’applicazione e che consentissero anche il consolidamento delle
capacità di calcolo.
Le lezioni sono state di tipo frontale, con larga parte dedicata all’applicazione dei concetti proposti
in una vasta gamma di esercizi, anche su richiesta degli alunni stessi, con cui è stato sempre cercato
il dialogo. Il principale strumento di lavoro è stato il libro di testo.
Criteri e strumenti di valutazione
Sono state svolte due prove scritte nel primo periodo (settembre-dicembre) e tre prove (di cui una
da svolgere nella rimanente parte dell’anno) nel secondo periodo (gennaio-giugno); Nelle verifiche
orali è stata valutata la capacità di orientarsi e di usare le nozioni apprese per risolvere esercizi di
tipo conosciuto, giustificando quanto applicato con un linguaggio adeguato. Per la valutazione
periodale si è tenuto conto,oltre che dei voti conseguiti nelle verifiche, anche dell’interesse,
dell’impegno e del miglioramento conseguito dall’alunno nel corso dell’anno scolastico
Sia per lo scritto che per l’orale è stata usata la scala decimale da 1 a 10.
Testo adottato: Bergamini Trifone: Elementi di matematica. Ed. Zanichelli
*Funzioni e limiti. Modulo U (giallo-verde)
*Calcolo differenziale e lo studio delle funzioni. Modulo V (giallo-verde)
*Calcolo integrale e equazioni differenziali. Modulo W (verde)
Programma di matematica
Ripasso del concetto di funzione, grafico cartesiano, individuazione del dominio di una
funzione, intervalli chiusi e aperti, limitati ed illimitati.
Ripasso della definizione di limite finito ed infinito di una funzione per x → c e x → ±∞ e
relative interpretazioni grafiche. Concetto di funzione continua; algebra dei limiti e delle funzioni
continue e applicazioni allo studio del limite di funzioni. Casi di indeterminazione:
∞ ∞ ; 0 0; ∞ - ∞
x
senx
 1
= 1.
1 +  = e ; lim
Limiti notevoli: lim
x →0
x →∞
x
x

Punti di discontinuità di una funzione; proprietà delle funzioni continue Applicazione dei limiti
allo studio degli asintoti orizzontali, verticali e obliqui di funzioni. Grafico probabile di una
funzione razionale.
Definizione di rapporto incrementale in un punto e suo significato geometrico. Definizione di
derivata in un punto e suo significato geometrico. Derivate delle funzioni fondamentali. Algebra
delle derivate; derivata di
y = a ⋅ f ( x) + b ⋅ g ( x) ,
y = f ( x) ⋅ g ( x) ,
y = f ( x) g ( x) , y = [ f (x)]∂
derivata della funzione composta.
Enunciato dei teoremi di Rolle e Lagrange e loro significato geometrico. Definizioni di
funzioni crescenti e decrescenti in un intervallo e di massimo e minimo assoluto e relativo.
Definizione di funzione concava e convessa, tramite la derivata seconda. Applicazioni allo studio di
funzioni razionali intere e fratte.
Enunciato dei teoremi di Rolle e Lagrange e loro significato geometrico.
Enunciato del teorema de L’Hôpital e sue applicazioni.
Nel mese di maggio si prevede di svolgere il seguente argomento:
Concetto di primitiva F(x) di una funzione f(x). Concetto di integrale indefinito. Proprietà degli
integrali. Calcolo di integrali immediati e riconducibili ad essi; integrazione di funzioni razionali
fratte con il numeratore riconducibile alla derivata del denominatore. Integrazione per parti.
Definizione di trapezoide, calcolo dell’area tramite l’approssimazione delle aree dei plurirettangoli
inscritti e circoscritti. Definizione di integrale definito e sue proprietà. Teorema della media (solo
enunciato). Funzione integrale, teorema fondamentale del calcolo integrale (di Torricelli-Barrow).
Formula per il calcolo dell’integrale definito.Applicazioni dell’integrale definito al calcolo delle
aree di figure piane
EDUCAZIONE FISICA
RELAZIONE DISCIPLINARE
CLASSE: 5°C bio
INSEGNANTE: PROF. Raddi Annamaria
ANNO SCOLASTICO : 2010/2011
TOTALE ORE 1° TRIMESTRE :16 ore
TOTALE ORE 2° QUADRIMESTRE AL 15 MAGGIO: 26ore
TOTALE ORE PREVISTO ALLA FINE DELL’ANNO 2010/ 2011: 6ore
TOTALE ORE PREVISTO DAL PIANO DI STUDI : 66
PROGRAMMAZIONE EFFETTUATA ALL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO 2010/
2011
DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI PARTENZA
Gli allievi sono stati sottoposti a test motori che hanno rilevato le loro attitudini e le
loro capacità riguardo alle qualità fisiche ed alle varie discipline sportive: pallavolo,
pallacanestro, atletica leggera. I test iniziali sono stati usati come parametro di
riferimento non solo per il risultato in sé, confrontabile con i risultati standard dei
diversi test, ma anche per l’eventuale miglioramento che essi hanno avuto nel corso
dell’anno e quindi anche a titolo di verifica del lavoro svolto.
Obiettivi trasversali:
-contribuire allo sviluppo della personalità dell’alunno per un consapevole
inserimento nella società civile e nella pienezza dei propri mezzi.
-educare alla socialità intesa come rispetto degli altri, delle regole e dell’ambiente in
cui si opera.
-educare allo spirito di collaborazione e alla solidarietà.
-influire positivamente su alcuni lati del carattere,come senso di sicurezza, controllo
dell’impulsività, perseveranza nel lavori
Obiettivi disciplinari:
-L’armonico sviluppo corporeo e motorio dell’alunno attraverso il miglioramento
delle qualità fisiche e neuro-muscolari.
-La conoscenza e la pratica di alcune tra le più importanti discipline sportive sia
individuali che di squadra.
-La scoperta e l’orientamento delle attitudini personali nei confronti di attività
sportive specifiche e l’acquisizione di una cultura della pratica motoria come costume
di vita.
- Conoscenza delle norme elementari di comportamento ai fini della prevenzione
degli infortuni e per la tutela della salute.
Obiettivi minimi:
-Rielaborare i principali schemi motori nelle diverse situazioni.
-Conoscere e praticare almeno una delle discipline sportive scolastiche.
-Partecipazione, impegno e collaborazione costante con l’insegnante e con il gruppo
classe.
Tipologia e numero di prove di verifica:
Oltre all’osservazione diretta di tutte le attività svolte, sono stati effettuati test e
percorsi motori, codificati e non, nella quantità di minimo 3 a quadrimestre.
Modalità di valutazione:
Oltre alle verifiche effettuate, ho tenuto conto della situazione di partenza dell’alunno, della
progressione nell’apprendimento, dell’impegno e della partecipazione alle lezioni e alle attività
sportive scolastiche. Relativamente alla partecipazione ho stabilito che il numero massimo di
giustificazioni per non svolgere le lezioni pratiche, non può essere maggiore di tre per il primo
periodo e quattro per il secondo, salvo certificazione medica. Sulla base dei criteri adottati dal
collegio docenti la tabella di riferimento sarà la seguente:
1-2-3-4 capacità impegno partecipazioni nulli
5
“
“
“
scarsi
6
“
“
“
sufficienti
7
“
“
“
buoni
8
conoscenza tecnica e buon impegno in tutte le discipline sportive
9-10
risultati particolarmente elevati nelle attività di lezione e partecipazione ai
Campionati studenteschi
Scansione degli argomenti:
Sono previste 66 ore di lezione divise in quattro moduli che, data la tipologia
dell’insegnamento in educazione fisica, non potranno essere proposti di seguito, ma
saranno sempre opportunamente alternati per favorire il pieno sviluppo motorio e
sportivo del singolo alunno.
Metodologie didattiche:
La metodologia usata sarà preferibilmente di tipo globale, solo in alcuni casi
particolari si potrà scomporre analiticamente il gesto motorio.
PROGRAMMA DI EDUCAZIONE FISICA
Il programma è stato svolto secondo le direttive della programmazione redatta
all’inizio dell’anno adattandolo alle specifiche situazioni di ciascuna classe.
OBIETTIVI FISICO-MOTORI GENERALI : potenziamento del livello delle
capacità motorie di tipo condizionale (rapidità, resistenza, forza veloce, mobilità
articolare) e di tipo coordinativo sia generale (controllo motorio, adattamento
motorio, apprendimento motorio), che speciale (equilibrio senso ritmico,
discriminazione sensoriale, organizzazione spazio-temporale, trasformazione
motoria, combinazione motoria.
OBIETTIVI FISICO-MOTORI SPECIFICI: apprendimento inteso come
perfezionamento, abilità motorie specifiche (fondamentali individuali) delle
principali attività sportive praticabili a livello scolastico (pallavolo ,pallacanestro,
calcetto). Sono stati introdotti elementari concetti di tattica individuale e di squadra
sia in attacco che in difesa. Durante le lezioni sono stati dati cenni elementari sulla
prevenzione e sul comportamento nel caso di traumi sportivi.
CONTENUTI DELLE ATTIVITA’:
-esercizi a corpo libero sul posto ed in movimento ad effetto generale e/o specifico a
carico naturale e aggiuntivo, con piccoli e grandi attrezzi codificati (come palle
mediche, funicelle) e non
-esercizi di opposizione e resistenza
-esercizi di equilibrio statico-dinamico complessi e in fase di volo
-esercizi di mobilità articolare in forma statica e dinamica
- esercizi a coppie sia per la mobilità articolare che di opposizione per il
miglioramento della forza
e della Forza resistente
- attività sportive di squadra di pallavolo, pallacanestro, calcetto, sia attraverso i
fondamentali individuali, che l’effettuazione di partite
-esercitazioni propedeutiche e preparatorie di alcune specialità dell’atletica leggera
-esecuzione dei test motori standardizzati .
SVOLGIMENTO DEL PROGRAMMA E SCHEDA INFORMATIVA
ANALITICA DELLA MATERIA
Nel corso di quest’anno scolastico il programma è stato svolto in maniera adeguata e
soddisfacente. I contenuti sviluppati sono stati esclusivamente di tipo tecnico- pratico
supportati da concetti teorici che sono stati esposti in modo semplice e chiaro.
Tuttavia, mentre si è verificato la comprensione di detti concetti al momento della
loro esposizione durante l’attività pratica, non è stata accertata la loro acquisizione
attraverso prove scritte di verifica. Le finalità e gli obiettivi stabiliti, sia di tipo
generale, che specifico, si possono ritenere nella loro generalità raggiunti.
La classe ha sempre partecipato con costanza e impegno assiduo a tutte le attività
proposte, dimostrando di avere acquisito una certa autonomia nell’organizzazione del
lavoro e di aver raggiunto tutti gli obiettivi previsti.
ATTIVITA’ COMPLEMENTARI E A SOSTEGNO CURRICOLARE
E’ stato proposto agli allievi di questo Istituto la partecipazione ai campionati
studenteschi per le seguenti attività: pallavolo maschile e femminile,3 contro 3,
atletica leggera su pista e corsa campestre maschile e femminile, calcetto, nuoto.
Sono stati organizzati i tornei interni di pallavolo, basket 3contro3, calcetto. Altro
progetto effettuato è il “Palio Marinaro scuole in barca”.
MICROBIOLOGIA SPECIALE E LABORATORIO
Docenti: Proff. Rossella Lombardo, Mauro Petrucci
Il corso di Laboratorio di Microbiologia speciale è finalizzato ad integrare le conoscenze di
Microbiologia Generale e Tecnica Microbiologica, acquisite dagli allievi durante la 4° classe, con
conoscenze ed abilità più specifiche nel campo delle indagini ambientali.
In particolare il programma ha previsto l’esecuzione pratica delle principali analisi batteriologiche
sulle acque e su alcuni alimenti come latte e mitili.
Puramente teorica è stata invece la trattazione sulle tecniche di depurazione attraverso un impianto a
fanghi attivi e mediante digestore anaerobio, sul monitoraggio delle acque superficiali
(determinazione stato ecologico ed ambientale) e sull’analisi dell’aria e delle superfici.
OBIETTIVI RAGGIUNTI
Si può considerare che la classe abbia mediamente conseguito i seguenti obiettivi:
CONOSCENZE
Acquisizione dei contenuti fondamentali:
- struttura di base e principali attività metaboliche delle cellule batteriche
- microbiologia di particolari ambienti (acqua, latte, aria, impianti di depurazione a fanghi attivi)
- principali normative vigenti relative al controllo microbiologico di tali ambienti.
COMPETENZE:
Essere in grado di:
- effettuare le principali analisi microbiologiche previste per legge sui vari tipi di acque e su alcuni
alimenti.
- valutare e interpretare talvolta i risultati ottenuti.
- valutare l’importanza di alcuni gruppi di microrganismi come indicatori biologici.
CAPACITA’
Saper:
- utilizzare il linguaggio specifico della disciplina
- relazionare abbastanza correttamente le esperienze svolte.
- utilizzare nella pratica di laboratorio le conoscenze teoriche acquisite.
ARTICOLAZIONE DEL CORSO
Il corso si articola in 6 ore settimanali di lezione in compresenza per un monte annuo teorico di
circa 200 ore. Alla data del 15 maggio ne sono state effettivamente svolte circa 170 .
Le prime 20 ore di lezione sono state dedicate al ripasso dei principali argomenti di microbiologia
trattati nell’anno scolastico precedente (cellula batterica, metabolismo microbico, coltivazione dei
batteri in laboratorio, curva di crescita batterica e metodi di conta, classificazione e identificazione
batterica); Delle restanti 180 ore, circa 30 sono state impiegate per le verifiche orali (recupero) e
scritte e la loro successiva revisione in classe; le restanti 150 sono state dedicate alla trattazione dei
seguenti contenuti:
MICROBIOLOGIA DEGLI AMBIENTI ACQUATICI
ACQUE SUPERFICIALI DESTINATE ALLA PRODUZIONE DI ACQUA POTABILE: Criteri
generali per la classificazione in categorie di qualità (A1, A2, A3); parametri microbiologici, valori
guida, cenni ai trattamenti da effettuare.
TEMPO : 8 ORE
ACQUE POTABILI: Caratteristiche di qualità di un’acqua destinata al consumo umano: requisiti di
potabilità. Microrganismi patogeni nelle acque. Concetto di indicatore di inquinamento fecale e
significato della ricerca.
Analisi batteriologica delle acque potabili secondo la normativa vigente: modalità di prelievo,
determinazione della carica batterica a 20°C e 37°C, colimetria totale e fecale ed enterococcimetria
sia mediante il calcolo dell’MPN che con la metodica delle membrane filtranti; gruppi e frequenza
dei controlli microbiologici, valori limite, valori guida. Utilizzo di terreni cromo-fluorogenici di
ultima generazione per la ricerca dei Coliformi.
Cenni ai parametri organolettici, chimico-fisici, chimici indesiderabili e tossici da ricercarsi nelle
acque potabili.
TEMPO : 18 ORE
ACQUE MINERALI: Caratteristiche generali e microbiologiche. Analisi batteriologica delle acque
minerali: campionamento, determinazione della carica batterica a 20°C e 37°C, ricerca dei
Coliformi, degli Streptococchi fecali, Stafilococco aureo, Pseudomonas aeruginosa, spore dei
Clostridi solfito riduttori e Salmonelle col metodo delle membrane filtranti (isolamento e conferme
utilizzando terreni tradizionali e di ultima generazione (one step) per i parametri: Coliformi totali,
E. coli, ed enterococchi intestinali).
TEMPO : 32 ORE
ACQUE PER LA BALNEAZIONE : Norme legislative riguardanti la modalità di prelievo, l’analisi
batteriologica e l’interpretazione dei risultati; ricerca dei Coliformi totali e fecali, E. coli, ed
enterococchi intestinali col metodo MPN utilizzando terreni tradizionali e di ultima generazione
(LSB X-GAL MUG per colimetria) e con membrane filtranti utilizzando, terreni tradizionali e di
ultima generazione (one step) . Cenni alla ricerca delle Salmonella.
TEMPO : 12 ORE
ACQUE PER LA MOLLUSCHICOLTURA : Caratteristiche microbiologiche delle aree marine
destinate alla produzione e alla stabulazione dei Molluschi eduli lamellibranchi. Norme sanitarie per
i Molluschi eduli lamellibranchi vivi. Problematiche relative alla presenza di biotossine algali nei
Molluschi eduli lamellibranchi. Trattamenti dei Molluschi eduli lamellibranchi in funzione della
loro provenienza. Analisi batteriologica dei mitili: pulizia ed omogeneizzazione del campione,
ricerca dei coliformi fecali e di E. coli.
TEMPO : 10 ORE
DL 152, 11.05.99 (DISPOSIZIONI SULLA TUTELA DELLE ACQUE DALL’INQUINAMENTO):
Obiettivi di qualità. Obiettivi di qualità ambientale: monitoraggio e classificazione delle acque in
funzione degli obiettivi di qualità ambientale. Corpi idrici superficiali: concetto di stato ecologico e
di stato chimico; parametri che concorrono alla loro determinazione; attribuzione dello stato di
qualità ambientale. Richiami al metodo EBI per la valutazione dello stato ecologico dei corsi
d’acqua superficiali.
TEMPO : 7 ORE
MICROBIOLOGIA DEGLI ALIMENTI (il modulo sarà trattato nel mese di maggio)
IL LATTE : Composizione chimica e valore nutritivo del latte. Microflora del latte: flora batterica
normale, contaminazione endogena ed esogena. Processi di risanamento del latte: pastorizzazione,
trattamento UHT e sterilizzazione. Filiera produttiva del latte: conoscenza dei principali punti critici
e dei provvedimenti più significativi per contenere il rischio.
Latte appena munto: caratteristiche igienico-sanitarie e microbiologiche. Controllo microbiologico:
determinazione della carica batterica a 30°C prova della redattasi con blu di metilene o resazurina.
Latte pastorizzato: caratteristiche generali e microbiologiche. Controllo microbiologico:
determinazione della carica batterica a 21°C; determinazione dei coliformi mediante conta per
inclusione.
Latte UHT e sterilizzato: caratteristiche generali e microbiologiche. Controllo microbiologico:
determinazione della carica batterica a 30°C.
TEMPO : 12 ORE
TECNOLOGIE BIOLOGICHE DI DEPURAZIONE
I microrganismi nelle produzioni industriali e nel trattamento dei reflui (digestione aerobia,
anaerobia).
IL DEPURATORE COME MICROAMBIENTE
Composizione e dinamica della microfauna del depuratore a fanghi attivi. La microfauna come
indicatore dell’efficienza del processo di depurazione. Cenni all’SBI.
Il digestore anaerobio . azione dei batteri nella produzione del fango e del biogas.
TEMPO : 10 ORE
CONTROLLO MICROBIOLOGICO DELL’ARIA CONFINATA E DELLE SUPERFICI
L’aria atmosferica: caratteristiche chimico-fisiche. Contaminazione microbica dell’aria degli
ambienti confinati e principali malattie infettive a trasmissione aerea. Indice microbico dell’aria
(I.M.A.).
Controllo
microbiologico
dell’aria
con
campionatore
tipo
SAS.
Controllo microbiologico delle superfici: tecniche di campionamento e semina.
TEMPO : 9 ORE (questo modulo sarà svolto entro al fine di maggio)
METODOLOGIA
Ogni argomento è stato svolto attraverso lezioni teoriche ed attività pratiche di laboratorio,
iniziando sempre con una lezione frontale e interattiva delle caratteristiche microbiologiche
dell’ambiente da esaminare e con una presentazione della metodica di analisi secondo le norme
legislative in vigore e delle problematiche ad essa inerenti. Gli allievi, singolarmente o a piccoli
gruppi, hanno svolto personalmente le analisi sotto il controllo degli insegnanti e successivamente
sono stati guidati ad una corretta valutazione ed interpretazione dei risultati ottenuti. Nel corso del
lavoro si è sempre cercato di sollecitare gli allievi a curare la precisione dell’esecuzione, nel rispetto
delle norme di asepsi e delle misure di sicurezza, ed al tempo stesso di interrogarsi sul significato e
la finalità delle operazioni effettuate, così da acquisire una certa padronanza e consapevolezza.
Aldilà delle prove di ricerca degli organismi target previsti dalle varie normative vigenti sono state
effettuate le stesse ricerche con terreni alternativi di nuova generazione; sono stati fatti
approfondimenti sulle acque minerali attraverso una presentazione su Power Point dei vari terreni
utilizzati per la ricerca degli organismi previsti da protocollo e relativa comparazione dei risultati
positivi e negativi.
STRUMENTI
Come strumenti didattici, oltre al libro di testo (Fiorin – Microbiologia principi e tecniche - ed.
Ermes) e a quello consigliato (Simeone – Laboratorio di microbiologia – ed San Marco), sono stati
ampiamente utilizzati anche appunti preparati dagli insegnanti e fotocopie delle leggi. Per le attività
pratiche sono state utilizzate le attrezzature presenti in laboratorio ed immagini ed approfondimenti
da internet su siti specializzati,; presentazioni su Power Point.
VERIFICHE
Sono state effettuate come verifiche sommative delle prove scritte (test strutturati e a domande
aperte) tra le quali anche 1 simulazione della 3° prova scritta per la preparazione dell’esame di
Stato. L’attività di laboratorio è stata valutata con test scritti, attraverso l’osservazione individuale
del comportamento e del rispetto delle procedure durante l’esecuzione delle prove pratiche, con la
revisione di schede sulle varie esperienze laboratoriali affrontate che ciascun studente ha dovuto
compilare di volta in volta.
VALUTAZIONE
La valutazione delle prove è stata effettuata utilizzando una scala a 7 livelli, concordata con gli altri
docenti della specializzazione, che tiene conto dei seguenti criteri:
3 - l’allievo non risponde o non ha raggiunto nessuno degli obiettivi prefissati.
4 - l’allievo riferisce i contenuti in modo molto frammentario e raramente dimostra di
coglierne il significato; in laboratorio non è in grado di operare neppure se guidato.
5 - l’allievo possiede una conoscenza parziale degli argomenti che espone in modo stentato;
in laboratorio riesce ad affrontare quesiti ed esperienze già affrontati solo se guidato.
6 - l’allievo dimostra una conoscenza non mnemonica degli argomenti trattati con
esposizione accettabile; in laboratorio mostra capacità di risolvere quesiti ed eseguire
esperienze già affrontati.
7 - l’allievo possiede una conoscenza completa degli argomenti che espone in modo
adeguato; in laboratorio riesce ad applicare i concetti acquisiti in situazioni ed esperienze
analoghe a quelle già affrontate.
8 - l’allievo possiede una conoscenza completa degli argomenti che espone in modo chiaro e
sicuro; in laboratorio rivela capacità di affrontare con accettabile autonomia quesiti ed
esperienze.
9/10 - l’allievo possiede una conoscenza approfondita degli argomenti rielaborati in modo
autonomo e critico con apporti personali che permettono anche di affrontare
autonomamente situazioni nuove; in laboratorio è capace di affrontare anche esperienze
“inedite”.
IMPIANTI CHIMICI
Relazione Finale
DOCENTE: MARCOLINI Luigi G.
Obiettivi disciplinari del corso
Le finalità generali del corso sono di fornire agli studenti le conoscenze e gli strumenti
concettuali per operare nella progettazione e nella conduzione di impianti di depurazione di acque
reflue.
Gli obiettivi disciplinari dunque possono essere individuati in:
o conoscere la problematica ambientale relativa alla depurazione dell’acqua
o conoscere le varie tipologie di impianti di depurazione
o conoscere i principali trattamenti, sia di tipo biologico che non, delle linee
liquami e fanghi
o saper scegliere tra le tipologie esistenti quella più idonea sia dal punto di vista
tecnico che socio-economico
o saper dimensionare le principali unità di trattamento
o saper disegnare schemi d’impianto secondo la normativa UNICHIM
o saper valutare l’efficienza depurativa di un impianto sulla base di parametri
analitici sperimentali.
Obiettivi mediamente raggiunti
La classe, conosciuta solo in quest’ultimo anno, si è mostrata fin dall’inizio molto
eterogenea sia dal punto di vista delle conoscenze pregresse che dell’atteggiamento verso lo studio
della disciplina.
Dopo un periodo iniziale assai impegnativo dedicato a trattare argomenti propedeutici non svolti
l’anno precedente, ma indispensabili al programma del quinto anno, circa un terzo di studenti sono
riusciti a prendere il giusto passo rispetto ai nuovi argomenti e a conseguire fin da subito risultati
positivi; dei rimanenti circa la metà, con un impegno non sempre adeguato, ha raggiunto una
preparazione al limite della sufficienza, mentre l’altra metà si è sempre impegnata molto poco sia
per colmare le proprie lacune che nell’affrontare i nuovi argomenti, con un rendimento
insoddisfacente e una preparazione finale insufficiente e, in alcuni casi, nettamente insufficiente.
Le lezioni si sono svolte in un clima sostanzialmente corretto anche se, non sempre, con la
necessaria partecipazione e interesse.
Programma svolto
Gli argomenti svolti sono stati suddivisi in cinque moduli didattici:
Modulo 0 - Ripasso e consolidamento delle nozioni sulla problematica generale
della depurazione
Modulo 1 – Controllo automatico di processo
Modulo 2 - Depurazione naturale e i primi sistemi artificiali adottati
Modulo 3 - Impianti di depurazione delle acque reflue
Modulo 4 - Trattamento del fango e suo smaltimento
1. Modulo 1: controllo automatico di processo
Obbiettivi del modulo
Conoscere la problematica dei controlli automatici in impianti industriali e non. Saper individuare gli
elementi principali di un anello di regolazione in situazioni tipiche di variabili controllate. Conoscere la logica
di funzionamento di alcuni tipi di controllori. Saper rappresentare i principali anelli di regolazione mediante
la simbologia UNICHIM.
U.D. 1.1 – controllo automatico di processo
-
Le variabili di sistema e l’anello di regolazione; gli elementi di un anello di regolazione: set-point,
errore, variabile controllata, variabile misurata, elemento di misura, controllore, variabile manipolata
ed elemento finale di controllo.
-
Tipi di controllori: ON-OFF e proporzionali; la logica del funzionamento di controllori ON-OFF e
proporzionali. Cenni ai controllori PID.
-
Disegno di semplici schemi di regolazione (portata, livello, temperatura ecc.) mediante simbologia
UNICHIM.
Modulo 2: depurazione naturale e primi sistemi artificiali
Obbiettivi del modulo
Conoscere la capacità autodepurativa dei vari corpi d’acqua. Essere in grado di valutare mediante gli
opportuni parametri il grado di depurazione naturale in seguito a sversamenti di acque reflue in diversi
recapiti. Conoscere i primi sistemi artificiali di depurazione biologica, saperli dimensionare e saper valutare
le situazioni di impiego.
U.D. 2.1 – Depurazione naturale
-
La capacità autodepurativa di fiumi e torrenti; la curva a sacco come rappresentazione completa della
capacità autodepurativa di un corso d’acqua. L’ossigeno disciolto come parametro di controllo.
-
La capacità autodepurativa dei laghi; l’accumulo dei nutrienti e il problema dell’eutrofizzazione. Il
fosforo come parametro di controllo.
-
La capacità autodepurativa del mare; l’indice colimetrico come parametro di controllo.
U.D. 2.2 – Le fosse settiche e le fosse Imhoff
-
Funzionamento delle fosse settiche. Particolarità costruttive. Situazioni di impiego. Rendimenti
depurativi.
-
Funzionamento delle fosse Imhoff. Particolarità costruttive. Situazioni di impiego. Rendimenti
depurativi.
2. Modulo 3 : impianti di depurazione delle acque
reflue
Obbiettivi del modulo
Conoscere i diversi sistemi di depurazione delle acque reflue civili. Essere in grado di progettare un
impianto di depurazione e, date le variabili in ingresso, saper dimensionare i principali trattamenti che lo
compongono. Saper progettare un impianto mediante schema a blocchi e valutare l’efficacia economica
delle diverse soluzioni possibili.
U.D. 3.1 - Impianti a fanghi attivi
-
Impianti a schema classico, semplificato, ad aerazione prolungata e a contatto–stabilizzazione: principi
di funzionamento, caratteristiche principali delle varie configurazioni e valutazioni di tipo economico.
-
Il metabolismo dei microrganismi nei processi a fanghi attivi: metabolismo assimilativo e endogeno.
-
Il fattore di carico organico (Fc) come vero parametro della depurazione in un processo con ricircolo del
fango. La concentrazione del fango nella miscela aerata (Ca). Il fattore di carico volumetrico (Fcv).
-
Classificazione degli impianti in base al fattore di carico organico (o a quello volumetrico): impianti ad
aerazione prolungata, a basso, medio e alto carico.
-
Rendimento depurativo rispetto al BOD5 in funzione del fattore di carico organico.
-
I criteri per la scelta del fattore di carico organico nella progettazione di un impianto.
-
Dimensionamento della vasca di ossidazione. Il tempo di detenzione idraulico (td). Vasche di aerazione
a pistone e a miscelazione completa .
-
Il ricircolo dei fango attivo. L'indice di volume del fango (SVI): la sua determinazione sperimentale, sua
utilità e suo andamento in funzione del fattore di carico organico. Il rapporto di ricircolo (R=Qr/Qi).
-
Dimensionamento del sistema di ricircolo: determinazione della portata di ricircolo (Qr) mediante il
bilancio di massa alla vasca di ossidazione e/o al sedimentatore secondario. Sistemi di ricircolo del
fango, impianti a ricircolo naturale.
-
Il fango si supero: fango primario, secondario e misto. I parametri che caratterizzano il fango di
supero: l'età del fango (E), l'indice di produzione del fango(I) e l’umidità del fango (U). La
determinazione della produzione giornaliera di fango (∆SS) sia col modello cinetico che tramite l’indice
di produzione. Determinazione della portata volumetrica del fango (Qs).
-
Le “malattie” dei fanghi attivi: bulking, rising e pin-point. Cause e conseguenze del bulking, rimedi.
-
L'influenza della temperatura esterna sul funzionamento degli impianti a fanghi attivi.
-
I sistemi di aerazione della vasca di ossidazione: turbine superficiali, aria insufflata, turbine sommerse
e sistemi flo-get. Caratteristiche costruttive e principi di funzionamento. Punti di forza e di debolezza
dei vari sistemi. La regolazione della capacità d'ossigenazione delle turbine superficiali e dei
compressori per l’aria insufflata.
-
Calcolo del fabbisogno di ossigeno per la frazione carboniosa delle sostanze organiche. L’indice di
richiesta di ossigeno (Fo) e la sua dipendenza dal fattore di carico organico. Il rendimento dì
ossigenazione in condizioni standard ed effettive (K).
-
Dimensionamento del sistema di aerazione:
o
turbine superficiali: determinazione della potenza di ossigenazione e di miscelazione;
o
aria insufflata: determinazione della portata d’aria effettiva.
-
La sedimentazione finale. Sedimentazione di massa dei fanghi attivi. Le diverse funzioni dei
sedimentatori secondari: chiarificazione, accumulo e ispessimento. Particolarità costruttive e
dimensionamento del sedimentatore secondario. Confronto fra sedimentatore primario e secondario.
-
Esecuzione di disegni di impianti secondo la normativa Unichim.
-
Risoluzione di problemi a carattere numerico e dimensionamenti delle principali unità.
U.D. 3.2 - Impianti a biomassa adesa
Filtri percolatori tradizionali:
-
Struttura e principi di funzionamento.
-
Meccanismi di interscambio fra membrana biologica, aria e liquame.
-
Parametri di dimensionamento: il fattore di carico volumetrico (Fcv) e il carico idraulico superficiale (Cis).
Filtri percolatori a basso e ad alto carico.
-
Rendimenti depurativi.
-
La produzione di fango di supero.
-
Confronto fra impianti a filtri percolatori e impianti a fanghi attivi.
-
Risoluzione di problemi a carattere numerico.
Impianti biologici a concezione particolare:
-
Filtri percolatori con supporto in materiale plastico (torri di ossidazione) e biodischi: principi di
funzionamento. Vantaggi e svantaggi rispetto ai filtri tradizionali.
-
Impianti a filtrazione prolungata e situazioni tipiche di impiego.
-
Impianti MBBR (Mobile Bed Biofilm Reactor): principi di funzionamento. Vantaggi e svantaggi rispetto ad
impianti a fanghi attivi tradizionali. Situazioni tipiche di impiego.
U.D. 3.3. - Impianti a precipitazione chimica e trattamenti chimico-fisici
-
Considerazioni
flocculazione.
descrittive
-
Schema a blocchi di un impianto a precipitazione chimica.
-
Reagenti chimici impiegati, dosaggio.
-
Criteri di dimensionamento.
-
Produzione del fango di supero.
-
Trattamento con calce e successiva ricarbonatazione.
-
Rendimenti depurativi.
-
Confronto con la depurazione biologica.
-
Risoluzione di problemi a carattere numerico.
U.D. 3.4 - Trattamenti
e
costruttive
della
chiariflocculazione.
Meccanismi
di
coagulazione-
specifici di rimozione di azoto e fosforo
(SI PREVEDE DI SVOLGERE L’UNITÀ DIDATTICA NEL MESE DI MAGGIO)
-
Il meccanismo di trasformazione dei composti azotati. La nitrificazione. I parametri che influenzano la
nitrificazione.
-
La richiesta di ossigeno dei composti azotati.
-
La denitrificazione. I parametri che influenzano la denitrificazione.
-
Schemi di nitrificazione-denitrificazione per via biologica: predenitrificazione e postdenitrificazione.
-
Trattamenti chimici per la rimozione di azoto e fosforo.
-
Schemi a blocchi di un processo depurativo chimico-fisico.
3. Modulo 4: trattamento del fango e suo smaltimento
Obbiettivi del modulo
Conoscere i diversi modi per stabilizzare i fanghi derivati dalla depurazione delle acque reflue civili. Essere in grado
di progettare un impianto di stabilizzazione e, date le variabili in ingresso, saper dimensionare le operazioni unitarie
che lo compongono. Saper realizzare uno schema di processo e valutare l’efficacia economica delle diverse soluzioni
possibili.
U.D. 4.1 - Il fango di supero
-
Caratteristiche fisiche del fango. Concentrazione dei solidi sospesi (SS) e dei solidi sospesi volatili (SSV).
Volume del fango. L’acqua presente nel fango.
-
L’estrazione del fango dall’impianto: estrazione continua e discontinua.
-
L’ispessimento. Preispessimento, ispessimento contemporaneo e postispessimento. Tipi di ispessitori.
Calcolo della riduzione del volume mediante ispessimento.
-
Il significato di stabilizzazione del fango biologico, la stabilizzazione “tecnica”.
-
I parametri che influenzano la stabilizzazione biologica.
U.D. 4.2 - La stabilizzazione biologica e chimica del fango
La digestione aerobica:
-
La riduzione dei solidi sospesi volatili (SSV)
-
Il digestore aerobico: caratteristiche costruttive
-
Criteri per il dimensionamento del digestore aerobico con e senza ispessimento contemporaneo.
-
Determinazione del fabbisogno di ossigeno.
-
La produzione finale di fango digerito.
La digestione anaerobica:
-
Stadi del metabolismo batterico anaerobico.
-
Digestori anaerobici: a basso carico stratificato, a medio carico riscaldato e ad alto carico riscaldato a
due stadi.
-
Criteri per il dimensionamento del digestore anaerobico con e senza ispessimento contemporaneo.
-
La produzione di gas biologico.
-
Confronto fra la stabilizzazione aerobica ed anaerobica.
La stabilizzazione chimica.
Risoluzione di problemi numerici.
U.D. 4.3 – I trattamenti finali del fango
(SI PREVEDE DI SVOLGERE L’UNITÀ DIDATTICA NEL MESE DI MAGGIO)
-
Il condizionamento del fango.
-
La disidratazione e l'essiccamento del fango. I letti d'essiccamento.
-
La disidratazione meccanica del fango (filtri a vuoto, filtri a nastro, filtri pressa, centrifughe).
-
II compostaggio del fango. Cocompostaggio fango-rifiuti solidi urbani.
-
L'incenerimento del fango: forno a letto fluido.
DISCIPLINA
ANALISI CHIMICA STRUMENTALE
INSEGNANTE:
Prof. Marcello BASSANI e Prof. Alberto BONTA’
LIBRI DI TESTO:
Cozzi, Proti e Ruaro “Analisi chimica strumentale” Volumi A, B, e C Ed.
Zanichelli.
Il volume C (Metodi cromatografici, metodi di misura e trattamento dati) è
stato solamente consigliato e quindi non acquistato da tutti gli allievi.
Comunque sono state fornite, alla intera classe, schede e fotocopie
sufficientemente complete da coprire la parte dei contenuti definiti nella
programmazione annuale.
1 – RELAZIONE, OBBIETTIVI RAGGIUNTI, PROFITTO E
COMPORTAMENTO.
Lo svolgimento del programma è stato essenzialmente coerente alla programmazione
iniziale. Anche l’attività pratica, con analisi quantitative e qualitative strumentali, ha ottemperato a
tutte le tecniche studiate teoricamente dando agli allievi buona manualità e sufficiente conoscenza
della strumentazione presente nei nostri laboratori.
Le verifiche sono consistite in test strutturati (problemi con domande aperte, domande a
risposta limitata ecc), interrogazioni di tipo tradizionale, nell’elaborazione delle prove sperimentali
complete di relazione.
Il giudizio finale tiene conto delle prove di verifica, del grado di partecipazione a tutte le attività
svolte ma anche delle capacità critiche, del livello culturale e maturità raggiunto dall’allievo in
considerazione dei livelli elaborati dal Consiglio di Classe in sede di programmazione ed in
particolare del complesso di conoscenze, abilità e competenze relative ai contenuti della materia
stabilite dal gruppo disciplinare.
Nella valutazione delle prove sono stati seguiti criteri il più possibile uniformi e simili a quelli
indicati nelle simulazioni della II Prova eseguite il 22 Marzo ed 1l 14 maggio delle quali si produce
copia.
Il profitto della classe è generalmente sui livelli di sufficienza pur con le differenze individuali che
si evincono dalle valutazioni finali. La classe si divide in 2 gruppi: alcuni che hanno mostrato
partecipazione regolare e costante riportando risultati buoni o dignitosi, altri non troppo propensi
allo studio, forse perché poco ambiziosi con risultati a volte anche molto negativi. Si segnala la
presenza di lacune, specialmente nel programma di terza (nomenclatura e calcoli stechiometrici),
che hanno reso più difficoltoso l'apprendimento di nuove nozioni in particolare l’attività
laboratoriale nella preparazione dei campioni e delle soluzioni. La classe, aldilà dei risultati
acquisiti, si è distinta per impegno nella stesura delle relazioni. Il metodo di studio di quasi tutta la
classe si è dimostrato piuttosto scolastico e per alcuni allievi mnemonico con applicazione effettiva
solamente negli appuntamenti delle verifiche e comunque con l’esigenza di corsi di sostegno e
doppie verifiche per raggiungere risultati positivi ed in alcuni casi senza successo.
Comunque anche se con difficoltà la maggior parte della classe ha raggiunto, sia per la teoria che
per la pratica di laboratorio, i seguenti obiettivi minimi:
- conoscere i principi più rilevanti delle tecniche analitiche strumentali più usate;
- saper scegliere, se guidati la tecnica analitica più adatta per risolvere un problema analitico;
- saper condurre un’analisi chimica con la tecnica strumentale scelta.
Buona è stata la socializzazione: i ragazzi sono legati da vincoli di amicizia e collaborazione
per cui non si sono verificati contrasti o dissapori. Dal punto di vista disciplinare il comportamento
è sempre stato corretto.
2- CONTENUTI E COMPETENZE RELATIVE AI MODULI PREVISTI
(Si precisa che sarà presentato alla fine dell’a.s. il programma effettivamente svolto)
Modulo n°1 – Tecniche Elettrochimiche - Tempi 165h U.D.1: potenziometria U.D.2: conduttimetria, U.D.3: metodi elettrolitici U.D.4: polarografia
Obiettivi disciplinari
Conoscere il significato e le informazioni rese dai potenziali normali delle principali coppie redox.
Conoscere le componenti strumentali di un potenziometro, un conduttimetro e di un apparecchio per
elettrolisi e le principali metodiche analitiche associate.
Competenze
Saper :
- utilizzare i potenziali normali per ricavare informazioni sul comportamento chimico di determinate specie
- utilizzare gli strumenti sopra elencati per misure dirette e per titolazioni.
- controllare le prestazioni strumentali.
Contenuti
UD1- Elettrodi e potenziale di elettrodo. Pile. F.e.m. e tensione pratica di una pila (caduta ohmica,
tensione di Volta, potenziale di giunzione liquida). L’equazione di Nernst . Classificazione degli
elettrodi. Metodi potenziometrici di analisi: diretti ed indiretti. Strumentazione: elettrodi di
riferimento (calomelano e Ag/AgCl), elettrodi di misura. Elettrodo a vetro: composizione, struttura,
meccanismo di azione della membrana di vetro, potenziale di membrane e potenziale di asimmetria,
errore alcalino. Taratura dello strumento. Potenziometro: schema e funzionamento.
Curve di titolazione potenziometriche. Metodi grafici e matematici per la determinazione del punto
finale.
UD2- Conducibilità elettrica e fattori che influenzano la conducibilità elettrica di ioni in soluzione;
conducibilità specifica e suo andamento con la concentrazione; conducibilità equivalente.
Misure conduttimetriche dirette e loro significato; necessità di una taratura dello strumento
Misure conduttimetriche indirette: titolazioni conduttimetriche e interpretazione dell’andamento
delle curve di titolazione conduttimetriche; determinazione del punto equivalente.
Cenni sulla strumentazione.
UD3- Descrizione dei fenomeni elettrolitici e loro applicazioni; le leggi di Faraday; tensione teorica
di decomposizione, sovratensione e polarizzazione, tensione pratica minima, tensione pratica di
regime; andamento della corrente in funzione del potenziale applicato. Previsione delle reazioni di
elettrodo e separabilità di ioni in base ai potenziali standard e alle concentrazioni. Calcolo dei tempi
di lavoro. Elettrolisi a corrente costante e a potenziale di catodo controllato (potenziostato).
UD4- Descrizione di uno strumento polarografico tradizionale con elettrodo a goccia di mercurio e
di una tecnica polarografica classica; andamento di un’onda polarografica e sua interpretazione:
fenomeni di trasporto in soluzione e corrente limite di diffusione; corrente residua, corrente
capacitiva e corrente faradica; necessità di usare microelettrodi. Potenziale di mezz’onda;
informazioni qualitative e quantitative di un tracciato polarografico. L’equazione di Ilkovic in
forma semplificata.
Elettrodi per tecniche voltammetriche. Tecniche polarografiche e loro prestazioni (risoluzione,
separabilità e limite di rivelabilità); polarografia in corrente continua, polarografia di
campionamento, in derivata prima e a impulsi, normale e differenziale, voltammetria di stripping
anodico; metodi di analisi qualitativa e quantitativa.
Modulo n°2 - Tecniche spettrofotometriche - Tempi 132h U.D.1 generalità sulle tecniche spettrofotometriche
U.D.2 spettrofotometria UV-visibile,
U.D.3 spettrofotometria di AA ed EA
U.D.4 cenni di spettrofotometria IR
Obiettivi disciplinari
Conoscere lo schema a blocchi di uno spettrofotometro, AAS, EAS, UV/VIS e i componenti
fondamentali (lampade, monocromatori, comparto campione e rivelatori).
Conoscere (1° livello) dei principi fisici della strumentazione utilizzata.
Ottimizzazione e controllo degli strumenti attraverso operazioni di taratura.
Registrare ed interpretare diagrammi strumentali (spettri, rette di taratura e metodo delle aggiunte).
Competenze
Conoscere le leggi teoriche che regolano una tecnica analitica spettrofotometrica, i parametri
caratteristici, la strumentazione nei suoi componenti fondamentali.
Eseguire analisi spettrofotometriche nell’ambito delle norme di sicurezza e rispetto ambiente.
Contenuti
UD1-Generalità sulle onde elettromagnetiche e sulle interazioni materia-radiazione: fenomeni di
rifrazione, interferenza, diffrazione, diffusione, assorbimento (senza trattazione dei principi fisici).
Interpretazione ondulatoria e corpuscolare del fenomeno dell’assorbimento; fenomeni di
decadimento.
Considerazioni generali sugli spettri di una sostanza in vari campi dello spettro elettromagnetico e
interpretazione qualitativa con riferimento ai livelli di energia elettronica, vibrazionale e
rotazionale.
UD2- Lo spettro di una sostanza nel campo ultravioletto-visibile; transizioni elettroniche,
vibrazionali e rotazionali; i cromofori più frequenti nelle molecole; fattori che influenzano la
posizione e l’intensità delle bande spettrali; fattori che influenzano la qualità di uno spettro; cenni
sulla analisi qualitativa in campo ultravioletto-visibile.
Descrizione generale di una tecnica di analisi quantitativa di assorbimento. Trasmittanza e
Assorbanza, la legge di Lambert-Beer; deviazioni dalla legge di Lambert-Beer.
La strumentazione in spettrofotometria UV- visibile: diagramma a blocchi di uno spettrofotometro;
sorgenti, monocromatori e rivelatori; strumenti monoraggio e strumenti a doppio raggio. Criteri
generali per la preparazione di standard e campioni in una analisi quantitativa di assorbimento e
scelta delle condizioni strumentali. Interferenze chimiche e fisiche nelle misure quantitative di
assorbimento.
UD3- Assorbimento di radiazione elettromagnetica da parte di atomi isolati e decadimento; righe di
risonanza; relazione tra assorbimento e concentrazione. Strumentazione per l’assorbimento atomico:
diagramma a blocchi; lampada a catodo cavo; atomizzatore a fiamma e fornetto di grafite (cenni),
tipi di fiamma, monocromatore e rivelatore; criteri generali per la preparazione di standard e
campioni in una analisi quantitativa di assorbimento atomico e messa a punto di uno strumento per
AA; interferenze fisiche e chimiche nelle misure di assorbimento atomico. I l metodo della curva di
taratura e il metodo delle aggiunte. Il rumore di fondo. Limite di rivelabilità. La radiazione di
emissione e la sua misura; strumenti per l’emissione atomica (senza trattazione di plasma ICP);
confronto tra le tecniche di assorbimento e quelle di emissione.
UD4- I modi vibrazionali delle molecole e l’assorbimento nel campo della radiazione infrarossa;
cenni alla analisi qualitativa organica tramite la spettrofotometria IR; cenni sulla strumentazione:
diagramma a blocchi.
Modulo n°3 – Tecniche cromatografiche - Tempi 84 h U.D. 1 - I principi generali della separazione cromatografica.
U.D. 2 - La cromatografia planare (TLC).
U.D. 3- La gascromatografia.
U.D. 4 - La cromatografia liquida ad alte prestazioni.
Obiettivi disciplinari
Saper riferire i principi teorici alla base delle tecniche cromatografiche.
Conoscere la strumentazione e i suoi componenti essenziali.
Saper scegliere la tecnica cromatografia più opportuna.
Saper eseguire controlli e valutazioni delle prestazioni strumentali.
Saper elaborare e presentare i dati analitici.
Competenze
Conoscere le diverse tecniche separative ed i diversi meccanismi cromatografici.
Conoscere la strumentazione usata in gascromatografia e cromatografia liquida ed strato sottile; le
prestazioni dei diversi sistemi di rivelazione ed i principali parametri da cui dipende la qualità di
una separazione.
Conoscere i metodi di analisi quantitativa (metodo dello standard interno, dello standard esterno,
delle aggiunte).
Contenuti
UD1- Il processo di separazione cromatografico. I meccanismi chimico-fisici della separazione.
Classificazione delle tecniche cromatografiche. Il tracciato cromatografico; caratteristiche del picco
gaussiano. La costante di distribuzione (legge di Nernst). Il tempo e il volume di ritenzione; il
tempo e il volume di ritenzione corretti. Il fattore di ritenzione, selettività ed efficienza e
risoluzione. La teoria dei piatti. Equazione di Van Deemter.
Ottimizzazione dei parametri operativi per il miglioramento dell’efficienza. Risoluzione, e capacità.
Tailing e fronting.
UD2- Tecniche di cromatografia planare: strato sottile (TLC) e carta (PC), e parametri associati
(selettività, RF, efficienza e risoluzione). Camera di sviluppo e supporti e fase stazionaria.
UD3- Classificazione delle tecniche gascromatografiche. Le colonne impiegate: impaccate,
capillari. Caratteristiche generali delle fasi: stazionaria e mobile. Criteri per la scelta della fase
stazionaria e del tipo di colonna.
La strumentazione: rappresentazione schematica di un gascromatografo. I rivelatori universali e
selettivi: prestazioni principi generali di funzionamento del rivelatore a termoconducibilità (HWD),
a ionizzazione di fiamma (FID) e a cattura di elettroni (ECD). Analisi qualitativa e quantitativa.
UD4- Cromatografia ad alta efficienza (HPLC). Classificazione delle tecniche. Schema del
cromatografo per HPLC. Separazioni condotte in condizioni isocratiche e a gradiente. I rivelatori:
spettrofotometrico UV/visibile e conduttimetrico.
Modulo n°4 – analisi applicate - Tempi Questo modulo viene svolto trasversalmente ai moduli
precedenti e dunque per l’intero anno scolastico e quindi una quantificazione oraria risulta molto
difficile U.D.1 Problemi generali della analisi chimica
U.D.2 Elaborazione e interpretazione dei dati sperimentali
U.D.3 Analisi di campioni reali.
Obiettivi disciplinari
Calcolo della media, deviazione standard, test per escludere i dati aberranti. Concetti di errore
assoluto relativo; casuale e sistematico; sensibilità, portata e limite di rilevabilità.
Competenze
Indicare i parametri statistici fondamentali di una serie di misure (monovariata).
Utilizzo in sicurezza delle strumentazioni, delle sostanze e dei dispositivi di sicurezza individuali.
Redigere e seguire procedure operative, relativamente ad alcune operazioni del laboratorio d’analisi
(standardizzazione, analisi volumetriche, smaltimento rifiuti, manutenzione e taratura della
strumentazione).
Saper scegliere la tecnica analitica più appropriata per l’analisi di campioni reali
Contenuti
UD1- Scelta di una tecnica analitica in base a criteri di precisione, accuratezza, riproducibilità,
sensibilità, limite di rivelabilità, tempo, economicità, ecc.; comparazione delle diverse tecniche;
scelta del metodo di misura (curva di taratura, metodo delle aggiunte, standard interno o esterno,
ecc.); tecniche di campionamento e esecuzione dell’analisi. I problemi posti dalla complessità dei
campioni reali.
UD2- Accuratezza e precisione delle misure, riproducibilità delle misure; cifre significative, media
delle misure e distribuzione delle misure, intervallo di fiducia di una misura
UD3- In laboratorio, oltre che proporre le applicazioni analitiche più comuni delle tecniche
strumentali studiate, si è lavorato su campioni reali: quali acque, alimenti e quant’altro possa
apparire di interesse particolare del singolo allievo; accanto a campioni incogniti, si è ritenuto
opportuno utilizzare, laddove è stato possibile, anche campioni per i quali siano noti risultati
analitici ufficiali, per permettere agli studenti un confronto con i propri dati sperimentali. Nel corso
del lavoro di laboratorio gli studenti hanno applicato tutte le tecniche analitiche, strumentali e non,
apprese nell’arco del triennio ad eccezione dell’HPLC.
Dati analitici rilevanti di un’acqua – (E’ stata effettuata un’introduzione sul ruolo dell’acqua, la
sua classificazione e cenni sulla legislazione. Inoltre sono stati affrontati i parametri analitici
specifici e aspecifici più comuni sotto riportati).
Determinazioni di conducibilità e potenziometriche relativi a: pH, alcalinità, acidità, potenziale
redox. Durezza, ossigeno disciolto, COD, BOD5, Azoto totale, ammoniacale e nitrico (metodo
Kjeldhal), nitriti, fosfati, solfati, ioni metallici determinabili (ferro, cromo ecc.).
Sono state sviluppate altre analisi su campioni reali che fanno parte comunemente, ma non
necessariamente, del lavoro analitico di laboratorio della classe quinta. Queste possono essere state
diverse anche da studente a studente secondo criteri di scelta e/o capacità personali che possono
essere evidenziate attraverso approfondimenti e tesine.
IGIENE E LEGISLAZIONE SANITARIA
PROGRAMMA
Prof.ssa Stefania Bini
MODULO n°1 : Educazione sanitaria e Epidemiologia
Educazione sanitaria e i suoi obiettivi
La medicina preventiva
Rapporti tra igiene, medicina preventiva ed educazione sanitaria
Salute e malattia: concetto di salute. Fattori di malattia: fattori di rischio e fattori causali; andamento
delle malattie
Le malattie nella popolazione.: definizione e finalità dell’epidemiologia; principali misure in
epidemiologia: tasso, incidenza, prevalenza.
MODULO n° 2 : Le malattie infettive
Rapporto tra parassita ed ospite:
Fattori che riguardano il parassita (patogenicità, virulenza, invasività, tossicità)
Fattori che riguardano l'ospite (recettività, meccanismi di difesa esterni, meccanismi di difesa
interni, condizioni ambientali e sociali)
MODULO 3: Trasmissione delle malattie infettive:
Sorgenti di infezione: il fenomeno dei portatori
Vie di eliminazione dei germi
Modalità di trasmissione,: diretta e indiretta (veicoli e vettori)
Catene di contagio
Criteri di classificazione delle malattie infettive
MODULO 4: Profilassi delle malattie infettive.
Profilassi diretta
Misure relative alla sorgente di infezione ( accertamento diagnostico, inchiesta epidemiologica,
isolamento e altre misure contumaciali, terapia: gli antibiotici e il problema della resistenza dei
batteri agli antibiotici, ricerca e bonifica dei portatori)
Misure relative ai veicoli (fattori naturali di disinfezione, disinfezione artificiale, disinfezione
continua, terminale e occasionale, disinfezione con mezzi fisici, disinfezione con mezzi chimici
Misure relative ai vettori: disinfestazione (derattizzazione, lotta alle mosche e alle zanzare)
Misure relative all'uomo sano: vaccinoprofilassi, sieroprofilassi, pericoli della sieroprofilassi)
MODULO 5: Principali malattie a prevalente trasmissione sessuale.
AIDS: definizione, eziologia, epidemiologia, quadro clinico, accertamenti diagnostici, profilassi e
terapia
Le epatiti virali
EVA
Epatite A: definizione, eziologia, epidemiologia, quadro clinico, accertamenti diagnostici,
profilassi e terapia
Epatite B: definizione, eziologia, epidemiologia, quadro clinico, accertamenti diagnostici,
profilassi e terapia
Epatite C: definizione, eziologia, epidemiologia, accertamenti diagnostici, profilassi e terapia
Epatite D: definizione, eziologia, epidemiologia, quadro clinico, accertamenti diagnostici,
profilassi e terapia
La sifilide: definizione, eziologia, epidemiologia, quadro clinico, accertamenti diagnostici,
profilassi e terapia
MODULO 6: Epidemiologia e prevenzione delle malattie non infettive
Aterosclerosi:epidemiologia e prevenzione.
I tumori : aspetti fondamentali dei tumori benigni e maligni.
Epidemiologia dei tumori maligni:
Eziologia dei tumori e fattori di rischio
La prevenzione dei tumori.
MODULO 7: Igiene dell'alimentazione e degli alimenti
Aspetti generali
Squilibri quantitativi: le deficienze alimentari, l'eccesso nell'alimentazione
Squilibri qualitativi nell’alimentazione.
Intolleranze alimentari.
Alimenti insalubri
Cenni sulla conservazione degli alimenti con mezzi fisici e chimici
Tossinfezioni alimentari: botulismo e tossinfezione da salmonelle
MODULO 8 : Igiene dell’aria
Composizione dell'aria e suoi caratteri fisici
L'inquinamento atmosferico: fonti e principali sostanze inquinanti.
RELAZIONE FINALE
Prof.ssa Stefania Bini
Il programma è stato svolto nel rispetto degli obiettivi disciplinari e trasversali stabiliti
ad inizio anno scolastico, privilegiando tuttavia i primi sei moduli ai quali è stato dedicato molto
tempo; i restanti tre moduli saranno svolti nell'ultimo mese e mezzo di scuola e pertanto saranno
necessariamente trattati con minore approfondimento. Il modulo relativo all'acqua non sarà
affrontato.
Le due ore settimanali non permettono purtroppo di dedicare il necessario
approfondimento a tutti gli argomenti in programmazione; la scelta operata relativa alla
distribuzione nel tempo dei primi sei moduli didattici proposti alla classe è stata a parer mio
estremamente proficua ed ha permesso un processo logico di apprendimento, nonché un progressivo
interesse degli alunni nei riguardi degli argomenti proposti.
Le spiegazioni sono sempre avvenute nei tempi più idonei per il gruppo classe,
tenendo conto sia dei livelli di partenza sia della risposta degli alunni agli argomenti proposti. Ho
sempre assegnato studio da svolgere a casa assegnando spesso anche domande scritte relative agli
argomenti trattati.
Le prove di verifica sono state interrogazioni orali al termine di ogni argomento
proposto. In accordo con il gruppo classe anche le simulazioni della terza prova d'esame sono state
considerate valutazioni sommative.
Il voto delle prove orali è stato condiviso con l’alunno interrogato, al quale ho generalmente chiesto
anche un autovalutazione. Ciò ha permesso di trasformare il momento della valutazione in un
fondamentale strumento ad alto valore didattico/educativo.
Il gruppo classe, numeroso, è da subito apparso piuttosto disomogeneo soprattutto
come interesse e impegno domestico. Si sono evidenziate da subito alcune eccellenze. L’interesse
durante le lezioni è stato generale. Quasi tutti gli alunni hanno raggiunto buoni o sufficienti livelli di
preparazione, alcuni di loro possiedono un’eccellente conoscenza della disciplina.
Il comportamento degli alunni è stato corretto durante tutto l’anno; nei miei
confronti hanno dimostrato rispetto e considerazione.
I rapporti con le famiglie sono stati piuttosto regolari e la partecipazione ai
ricevimenti abbastanza numerosa.
CREDITI FORMATIVI E CREDITI SCOLASTICI
Per la valutazione del credito formativo e scolastico si fa riferimento alla circolare interna del
22/04/2005 della quale di seguito viene riportato integralmente il testo:
[………]
… nello scrutinio finale delle classi Terze, Quarte e Quinte, viene assegnato il Credito Scolastico
(CS) calcolato sulla base della media aritmetica dei voti conseguiti nelle singole discipline; tale
media individua un punteggio che può oscillare di uno o due punti .
Qui interviene la valutazione del Credito Formativo (CF) che, ad assoluta discrezione nel
C.d.C., può spostare di un punto il punteggio individuato dalla media dei voti. In sostanza il Credito
Formativo vuol riconoscere (se pur di poco) il valore di attività, impegni, studi ecc… effettuati al di
fuori della scuola.
Quindi il Credito Formativo altro non è che una piccola ma significativa parte del più generale
Credito Scolastico il quale è un “bonus“di punti acquisiti in Terza, Quarta e Quinta: la somma dei
tre “bonus” dà il punteggio complessivo di Credito Scolastico (massimo 25 punti) che va a
costituire una parte del punteggio finale dell’Esame di Stato (45 prova scritta, 30 prova orale, 25
credito scolastico =100);
- allo scopo di vedersi attribuita la valutazione del Credito Formativo gli alunni che lo desiderino e
lo possano fare devono consegnare, entro e non oltre il 15 maggio p.v., al Coordinatore di Classe la
documentazione attestante l’attività, l’impegno e gli studi effettuati al di fuori della scuola di
appartenenza. Il Coordinatore allegherà le certificazioni ricevute alla documentazione relativa agli
allievi in segreteria didattica e in sede di scrutinio le proporrà all’approvazione nel C.d.C.
- tali esperienze (ai sensi del D.M. 24/02/00 n. 49 richiamato e confermato dalla C.M. 35 del
04/04/03 e dal D.M. 323/989 devono essere debitamente documentate su carta intestata della
società, azienda, associazione ecc, presso cui l’esperienza si è svolta, deve essere firmata dal
Responsabile dell’Ente e deve contenere una sintetica descrizione dell’esperienza medesima;
- l’autocertificazione è ammessa solo per esperienze svolte presso le Pubbliche Amministrazioni
dello Stato o EE.LL;
- tali esperienze “devono risultare coerenti con gli obiettivi educativi e formativi del tipo di corso
frequentato”. Si ribadisce che le attività integrative e complementari svolte all’interno dell’Istituto (
Olimpiadi della matematica, Giochi della chimica, Teatro ecc.., ecc..) non danno luogo al Credito
Formativo ma concorrono alla formulazione del Credito Scolastico ovvero concorrono alla
valutazione sommativa disciplinare atteso che il voto attribuito nelle singole discipline non è la
media meramente aritmetica delle valutazioni bensì la considerazione complessiva del processo di
apprendimento.
5. Esperienze realizzate in merito alla preparazione degli studenti all'esame di stato:
Esperienze di simulazione della prima prova (21.03.2011; 09.05.2011)
Sono state effettuate in classe alcune simulazioni della prima prova
secondo le varie tipologie previste per gli esami di Stato, utilizzando
anche il materiale degli esami precedenti. Due di esse sono state
effettuate nelle due settimane (21-26 marzo 2011, 9-14 maggio 2011)
deliberate dal Consiglio di classe, in contemporanea con le altre prove
scritte.
Esperienze di simulazione della seconda prova (22.03.2011; 14.05.2011)
La materia oggetto della seconda prova è Analisi Chimica Strumentale.
Sono state effettuate due prove di simulazione .
Esperienze di programmazione della terza prova (24.03.2011; 11.05.2011)
Per la simulazione della terza prova il consiglio di classe ha ritenuto
opportuno verificare le discipline di Microbiologia, Impianti , Igiene e
Inglese (prima simulazione); Storia, Impianti, Igiene ed Inglese (seconda
simulazione).
La tipologia scelta è stata la B (3 domande a risposta aperta per ciascuna
delle 4 discipline prescelte, max otto righe).
Le simulazioni delle tre prove scritte sono avvenute nella stessa settimana
per decisione unanime del Consiglio di Classe.
La prima simulazione è avvenuta nella terza quarta settimana di marzo, la
seconda simulazione avverrà nella seconda settimana di maggio, quindi
dopo la redazione del presente documento.
Pertanto saranno allegate le sole tracce delle prove scritte effettuate nella
prima simulazione nell’apposita sezione del documento.
Esperienze sulla conduzione del colloquio
Non si prevede di effettuare simulazioni del colloquio orale.
TESTI DELLA SIMULAZIONE N. 1 DELLA PRIMA PROVA ESAME DI STATO
Argomento: Il villaggio globale cancella il villaggio. Il provincialismo è solo sinonimo di grettezza e
superficialità? Sviluppa l’argomento anche partendo dalle tue personali esperienze e convinzioni.
Doc.1 Definizione Devoto-Oli: “ provincia”: il territorio della circoscrizione,contrapposto al capoluogo;con allusione
ad un particolare tono di vita caratterizzato da abitudini borghesi, attaccamento alle tradizioni,progresso lento,e, in
generale, dalla mancanza di quella modernità e spregiudicatezza che informano le abitudini e la vita delle grandi città.
”Provinciale”:fig. marginale,periferico,-Segregato emarginato-Contrassegnato da un’arretratezza talvolta non priva di
goffaggine; “ provincialismo”:Gusto o costume caratterizzato da arretratezza associata a ingenuità e talora piccineria e
goffaggine.
Doc.2 Il neo-provincialismo italiano
(…)Nel villaggio globale il centro è diventato indistinguibile dai bordi: la globalizzazione ha fatto scomparire il
villaggio purtroppo «Perché sebbene il provincialismo venga associato a grettezza, arretratezza mentale ed economica,
esso rappresenta anche un radicamento, un senso di appartenenza, una genuinità locale, non ancora infettate
dall´assimilazione universale della globalizzazione».
(…) la gente e la vita di provincia continuano a esistere, in Europa come in America, ma è innegabile la tendenza a
uniformarli alla gente e alla vita di città, a fare della campagna una cosa sola con la metropoli. Il processo, in effetti, è
cominciato da un pezzo, il "world wide web" e la globalizzazione economica hanno solo accelerato la trasformazione.
L´economia globale ha portato progressi: «Regioni che per secoli sono rimaste circoscritte, chiuse su se stesse e
autarchiche, tessendo pazientemente una rete di relazioni di parentela, di comunità e di lavoro, si ritrovano
improvvisamente parte di una rete globale ben più ampia in scopi e raggio d´azione», è possibile fare conoscenza
istantanea con persone lontane centinaia o migliaia di chilometri; i confini del mercato del lavoro esplodono,
allargandosi all´infinito; la ricerca di informazioni, cultura, intrattenimento, non esclude più il "provinciale", poiché
oggi, dovunque uno si trovi, non è più tagliato fuori da niente. L´unica provincia sopravvissuta è la provincia della
povertà, dove Internet, telefonino e antenne a disco satellitari non sono ancora arrivati; ma dove, presumibilmente, non
tarderanno troppo. Se la fine della provincia misera e ortodossa dovrebbe essere motivo di gioia per tutti, c´è anche del
rammarico per ciò che va perduto con la sua scomparsa. Coloro che sono fuggiti dai villaggi e dalle campagne in cerca
di benessere non vivono certamente meglio negli sterminati alveari dei sobborghi o nei disumani ghetti urbani. Ma
anche coloro che sono rimasti in provincia stentano a riconoscerla, e non solo per via di Internet e dei telefonini.
Insieme alla varietà, si riduce la scelta: le catene di cartolibrerie e edicole si concentrano sui cento giornali e riviste più
venduti, al contrario delle edicole indipendenti che offrivano molte più testate, e la stessa cosa accade con l´offerta di
film in dvd e con i cd musicali. Perfino i pub non ce la fanno più, travolti da catene di ristorazione e shopping-center.
Ma intanto sono sorti in Europa movimenti come quello italiano delle "Città Slow", le città "lente" in contrapposizione
al "fast food" e a tutto quanto è troppo "veloce" nella vita d´oggi; o come la "Confederation Paysanne" di Jose Bove, la
confederazione dei "paesani" in Francia. Come è noto, Bove è uno di quelli che nella globalizzazione vedono il diavolo.
Altri, con più equilibrio, ritengono che Internet e la New Economy siano strumenti di progresso, ma difendono quel che
c´era e c´è di buono nella vita di provincia. Teniamo pure in tasca il telefonino del villaggio globale, dicono, a patto di
non rinunciare al villaggio. (ENRICO FRANCESCHINI La Repubblica, Novembre 2005)
Doc 3 La memoria del Paese virtuoso di GIORGIO BOCCA
(…)Che ha di buono questa provincia? Ha di buono che c´è e, per cominciare, che ci dà da mangiare, legandoci alla
natura che ci ha fatto nascere e che resta la cosa più misteriosa e interessante che si conosca. L´idea da provinciale che
mentre noi siamo in coda in qualche puzzolente via metropolitana, mentre manovriamo le nostre macchinette, tutti i
"tele" che ci servono per sopperire alle qualità naturali che andiamo perdendo, c´è un´Italia che continua a produrre
parmigiano e vino, burro e pane, prosciutto e frutta, è un´idea che conforta. Un pensiero come quello di Maso, il
provinciale toscano che racconta a Calandrino del paese di Bengodi «et eravi una montagna di formaggio parmigiano
grattato sopra la quale stavano genti che niuna altra cosa facevano che fare maccheroni e ravioli».
Ecco, la provincia è il pensiero che il mondo pazzo dello sviluppo senza limiti e senza senso ha ancora un luogo in cui i
"tosoni", le forme di grana sui trentacinque-quaranta chili, vengono messe a spurgare sulle spersole un´ora dopo la
cottura: sempre la stessa tecnica che gli dei hanno rivelato agli uomini nell´età dell´oro, se è vero che dio vuole qualcosa
che non cambia ogni dieci minuti, che non è da buttar via appena lo hai inventato. Il pensiero che una campagna da cui
sono fuggiti molti contadini è per fortuna ancora lì con i pascoli sempre verdi della marcite su cui anche in inverno c´è
la lanugine luminosa della rugiada. (…)La provincia è saggia, ha resistito alle mode e alle follie della fuga dalle
campagne negli anni del "miracolo". Fra il 1953 e il 1963 se ne sono andati dalle campagne un milione e mezzo di
persone. La provincia contadina sembrò condannata a morte, le dolci colline toscane abbandonate (…)Fuggiti perché?
Sì, lo sappiamo: il lavoro duro delle campagne, gli scarsi guadagni, l´ansia collettiva, la speranza di trovare fortuna. Ma
la provincia ha tenuto e ha vinto, i contadini scesi in città per diventare operai hanno sbagliato il tempo, sono dei
proletari sostituibili dalle macchine in tutti i lavori, mentre nella campagna del vino e del grano i "particular", i
proprietari, hanno ritrovato il piacere sommo di cui parlava Luigi Einaudi di camminare sulla loro terra dicendosi
«questa è mia, qui ho messo radici, non sono uno senza nome e proprietà che il vento si porta via».
(…)La provincia tiene l´Italia insieme perché alla prova del tempo anche i suoi aspetti che ci sono parsi retrogradi o
mediocri sono da rimpiangere. Oggi la differenza fra l´Italia provinciale e quella metropolitana è questa: entrambe sono
piene di ladri, di imbroglioni, di egoisti, di ipocriti; ma nella provincia il modello virtuoso, solidale, rispettoso della
legge sta ancora in piedi mentre nell´altra si sono perse anche la vergogna, anche il pudore. Un ladro nella provincia
cerca ancora di nasconderlo, perché nella provincia resiste il controllo sociale; nella metropoli se ne vanta. La provincia
difende la coscienza del tempo che passa di generazione in generazione, difende la memoria.
Doc 4 Il neo-provincialismo italiano DI TONY DE SANTOLI
Guasta la nostra stessa vita, guasta l'atmosfera. E' una forzatura. Una forzatura su scala nazionale. E' il neoprovincialismo italiano, che nulla ha della freschezza, dell'ingenuità del vecchio provincialismo rappresentato da "I
vitelloni", e da "Poveri ma belli", comunque fustigato da Mosca, Calcagno, Artieri, Longanesi, Malaparte. Anzi, il neoprovincialismo italiano è bolso, è ingombrante, è - per usare un neologismo - autocelebrativo. Esso, senza certamente
volerlo, mette a nudo tutto quel che di meno edificante si svolge, si registra oggi in Italia. Mette a nudo un giornalismo
in cui non si fa più la vecchia gavetta, mette a nudo superficialità, esteriorità, carenze intellettuali. Oggi si vola con
facilità a New York, a Los Angeles, alle Seychelles. Eppure, siamo parecchio più provinciali di quanto lo fossimo
quando, per andare in corriera da Roma a Campobasso, e dovendo l'automezzo arrampicarsi fino al Passo delle Tre
Croci (presso Cassino), ci si impiegavano sette ore tonde tonde. Talvolta sette e mezzo. Oggi ne bastano tre.
Dimostrazione del neo-provincialismo italico è l'uso (chiamiamolo "uso" per comodità d'espressione...) della lingua
inglese. Un primo esempio: la carta sociale non è chiamata appunto carta sociale, bensì "social card". "Carta sociale" sa
di vecchiotto, sa di sussidi, quelli percepiti da vecchietti e vecchiettine di modestissime condizioni nell'Italia di
cinquanta, cento anni fa. "Social card" è tutta un'altra cosa... E' uno sfolgorìo, uno scintillìo... Altro esempio: si dice
"welfare", non sociale, previdenziale. Sociale e previdenziale suonano "datati"... "Welfare" è più "neat", anche più
"cool", senza dubbio, ma coloro i quali hanno voluto che lo Stato italiano adottasse il termine "welfare", che cosa è
"neat" e che cosa è "cool", nemmeno lo sanno. In questo, destra e sinistra "parlano" la stessa lingua. Anzi, fanno a gara.
Fanno a gara ministri, sottosegretari, dirigenti di partito, portaborse. Lo squallore è incommensurabile.
Già quarant'anni fa molti nostri connazionali dicevano "week end", invece di fine-settimana. Ma oggi... Oggi non si
scorge un solo argine all'impeto di politici, pseudo politici, giovani giornalisti che ci travolgono con l'"uso" della lingua
inglese.
Pochi mesi fa, sulla prima pagina di un quotidiano di destra, leggemmo, nell'"attacco" (l'inizio) di un ambiziosissimo
articolo che il tale (ce ne sfugge il nome) si trovava "under attack". Questa è grossa davvero. E' risibile. E' grottesca.
Perché mai dire che il personaggio in questione si trovava appunto "under attack" e non "sotto pressione" o "esposto
all'attacco" avversario? Perché? Ma quando poi udiamo in tv signori o signore che sottolineano la "standing ovation" in
corso, beh, questo è il massimo, il massimo del ridicolo. Il massimo del provincialismo. Tanto più che quell'espressione
inglese è pronunciata così: standinovecion... (sembra quasi accento veneto!). Un obbrobrio, insomma. Un insulto al
buon gusto, al senso della misura. Un insulto a Chaucer... Pepys... Shakespeare... Milton...
Ebbene, parlando per esperienza diretta (che è la cosa migliore, specie se ci si deve rivolgere al lettore, che per noi è
sacro e intelligente), sappiamo che nessuno di questi signori e di queste signore che ci inondano di termini e di
espressioni inglesi, conosce la lingua inglese... Credete infatti che questi soggetti (per dirla alla toscana) conoscano il
significato di "fed up" o che sappiano quanti scellini ci volevano un tempo per formare una sterlina...??
Non sanno nulla. Ma riscuotono credito. Più strillano con voci chiocce "standinovecion" e più applausi riscuotono.
Tempi bui, gente! La mediocrità regna sovrana. L'illusionismo (di terz'ordine) regna sovrano.
La partecipazione è insieme forma di comunicazione, di adesione e di condivisione.
Dossier
1° Documento
Costituzione della Repubblica Italiana
PARTE PRIMA - DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
Titolo IV Rapporti politici
Articolo 48: Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale
ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Articolo 49.Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico
a determinare la politica nazionale.
2° Documento Una serie di incontri e di proposte per la politica di una città
LABORATORI PER ASCOLTARE LA CITTA', COSTRUIRE IL PROGRAMMA, PERCHE' UN'ALTRA
CITTA' E' POSSIBILE
10 delibere d'iniziativa popolare: i progetti dei Verdi a confronto con la città.
i Verdi di Padova hanno elaborato una serie di proposte, 10 delibere d'iniziativa popolare, con l'intento di
promuovere una proposta di sviluppo diverso per la città di Padova.
Sostenibilità e salute, giustizia sociale, diritti di cittadinanza, partecipazione rappresentano i cardini di queste
proposte.Con questa prima serie di incontri di approfondimento intendiamo sviluppare il dibattito su questi temi e
così costruire, in modo partecipato e trasparente, un programma verde per la città di Padova.
3° Documento Una statistica sulle forme di partecipazione politica
INDICE DI PARTECIPAZIONE POLITICA (ANDAMENTO PER CLASSE DI ETÀ) Fonte: sondaggio
Demos
La partecipazione politica è maggiore tra i giovani
ATTEGGIAMENTO VERSO LA POLITICA: Come definirebbe, in generale, il suo rapporto con la
politica? Fonte: sondaggio Demos
Sono politicamente impegnato
4.9
Mi tengo informato, ma non partecipo direttamente alle questioni politiche
60.9
La politica mi lascia indifferente
22.1
La politica mi disgusta
12.1
TOTALE
100.0
Non sa / non risponde
0.8
È forte la "partecipazione invisibile", ovvero di quanti sono interessati alla politica senza impegnarsi in un partito
4° Documento Una canzone del cantautore Giorgio Gaber .
(parlato) Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
che cammina dentro a un bosco con la gioia di inseguire un'avventura
Sempre libero e vitale fa l'amore come fosse un'animale
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(parlato) Vorrei essere libero, libero come un uomo
come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un'opinione
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(parlato) Vorrei essere libero, libero come un uomo
come l'uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza
con addosso l'entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un'invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
5° Documento
Una definizione del concetto di partecipazione
Partecipazione, in senso lato, può definirsi ogni orientamento del singolo ad aderire ad iniziative e scelte che
toccano la collettività, attraverso l’adesione a programmi, l’aggregazione in gruppi, la condivisione e la
riaffermazione di valori ed ideali comuni, ma anche diretta espressione di posizioni soggettive e personali. La
prima forma di partecipazione è la socializzazione, quando nella società il soggetto si pone in relazione con altri
soggetti per dar vita ad attività istituzionalizzate: ad esempio quando è a scuola o in ambiente di lavoro.
2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO: L'individuo all'interno di una società globale: compatibilità e rigetto.
DOCUMENTI
1)"Una rete Internet aveva ingoiato una banca, che aveva ingoiato un'industria chimica che aveva ingoiato un'industria
di computer che aveva ingoiato una rete televisiva che aveva ingoiato un'industria petrolifera che aveva ingoiato una
casa editrice che aveva ingoiato un'industria di carri armati pesanti ... Come dicono i commentatori, il mondo si sta
avviando verso l'unità assoluta. Tra poco tutto sarà dominato da una sola Società, che avvolgerà nelle sue reti l'universo.
Non ci sarà più posto per l'individuo, il particolare e la differenza. Non ci saranno più gli Stati. Gli uomini
scompariranno nelle maglie della grande rete. Tutti penseranno allo stesso modo, come imporrà loro l'unica Televisione,
moltiplicata in milioni di televisioni. Tutti ameranno lo stesso amore. Tutti pescheranno con le stesse canne e le stesse
esche ... In realtà, in questi ultimi decenni, in Europa e nel mondo è avvenuto il fenomeno opposto. Mentre le banche si
fondevano e in superficie si preparava il grande Uno, il mondo è caduto in preda alla differenziazione, alla
frantumazione, alla moltiplicazione. "
P .CITATI, Il vecchio pescatore e l'economia globale, La Repubblica,3.2.200
2)"Gli individui sono parte di sistemi di valori fondati su specificità storiche e culturali. All'interno e all'esterno della
comunità, i valori non sono immutabili ma in perenne trasformazione. Oggi è possibile avvicinarsi ad altri sistemi di
valori, distanziandosi un po' di più dai propri. Appropriandoci, come membri dell'umanità, di prospettive più ampie,
anche i nostri interessi assumono una dimensione comune. E nella comunità globale, l'individuo, proprio come essere
umano, dovrebbe prendere coscienza anche di diritti che ineriscono all'intera umanità."
LUBBERS - MORALES, National States, Global Society and Ethical Values, Conferenza tenuta a Napoli per l'Unesco
l'l e i12 12.1997
3)"La globalizzazione è un importante mutante "biologico", un'inevitabile tappa nell'evoluzione. Molte delle
preoccupazioni espresse relativamente alle conseguenze di questo processo si sono rivelate prive di fondamento. Ad
esempio, la globalizzazione nelle scienze ha amplificato in misura eccezionale l'efficacia della ricerca. Un fatto ancora
più importante è che essa non ha eliminato le diversità, ma ha creato un quadro all'interno del quale la competizione
estremamente intensificata tra individui migliora la qualità dei risultati e la velocità con la quale essi possono essere
raggiunti. Ne deriva un meccanismo a somma positiva, nel quale i risultati dell'insieme sono largamente superiori alla
somma degli stessi presi separatamente, gli aspetti negativi individuali si annullano, gli aspetti positivi si sommano, le
buone idee respingono le cattive e i mutamenti competitivi scalzano progressivamente i vecchi assunti dalle loro
nicchie. Ma come riusciremo a preservare la nostra identità culturale pur godendo dell'apporto della globalizzazione
che, per il momento, si applica ai settori economico e tecnico, ma che invaderà rapidamente l'insieme della nostra
cultura? Lo stato di cose attuale potrebbe renderci inquieti per il pericolo dell' assorbimento delle differenze culturali e,
di conseguenza, della creazione di un unico "cervello planetario". A mio avviso e sulla base della mia esperienza nella
comunità scientifica, si tratta solo di una fase passeggera e questa paura non è giustificata. Al contrario, credo che
saremo testimoni di un'esplosione di diversità piuttosto che di un'uniformizzazione delle culture."
C. RUBBIA, Scienza modesta per il nuovo mondo della globalità, il Sole 24
4. L'unico padrone è il mercato
Quando Heinrich von Pierer prende in mano un mappamondo può girarlo e rigirarlo come gli pare: la Siemens è ovunque.
Nel Bangalore indiano i programmatori di una filiale stanno producendo sistemi software superintelligenti. In Brasile, in
Argentina e in Messico una forza lavoro sottopagata fa le buone vecchie lampade Osram. E a North Tyneside, una città
dell’'Inghilterra del nord, grazie a un investimento di due miliardi di marchi, sta sorgendo una fabbrica di chip, in cui
presto lavoreranno 1500 tedeschi.
"Siamo presenti in quasi 190 Paesi del mondo" annuncia orgoglioso il presidente dell'impresa. [ ... ) A questo impero internazionale appartengono più di 400 siti di produzione, circa 382000 dipendenti, di cui 170000 all'estero.
I tecnici Siemens sono in attività in ogni parte del mondo: in Aktijubinsk. una regione del Kazakistan, progettano una
centrale elettrica. Nella città cinese di Guangzhou costruiscono una metropolitana, in Sudafrica introducono una rete
multimediale superveloce. Trasformatori "made by Siemens" vengono dall'Ungheria, cavi in fibra di vetro
dall'Indonesia; sempre più raramente si legge "made in Germany".
Globalizzazione è la parola magica che fa muovere le imprese come la Siemens. Da tempo non si limitano più a
esportare le loro merci in tutto il mondo. Ora vogliono produrle là dove ci sono nuovi mercati e forza lavoro a basso
costo.
Intanto gli azionisti trasferiscono miliardi da una borsa all'altra ( ... ). Nella grande partita della globalizzazione i confini
nazionali non hanno più nessun ruolo. Le enormi forze in gioco cambieranno il mondo come mai è accaduto finora; e le
imprese rendono queste trasformazioni sempre più rapide. Gli Stati assistono impotenti e si piegano progressivamente
di fronte al potere dei veri global player [giocatori globali, cioè gli operatori economici che agiscono su scala mondiale,
N.d.T.].
[ ... ]
il produttore di computer Hewlett-Packard ha la sua sede centrale in California. Il suo centro di fama mondiale di
impianti medici è sulla costa occidentale americana, quello di personal computer in Svizzera, quello di fibre ottiche in
Germania, e quello di stampanti laser a Singapore. Anche la Fiat produce la sua ultima auto, la Palio,
contemporaneamente in 13 Paesi: tra cui Ecuador, Algeria, India e Venezuela. Da Torino un calcolatore, su cui scorrono
via satellite tutti i movimenti dei materiali, controlla il montaggio [ .. .). Un numero limitato di imprese "regine” forgia
così una nuova immagine della terra. Le venti maggiori imprese del pianeta [ ... ] hanno un ricavato superiore a quello
dell'economia degli ottanta Paesi più poveri messi insieme.
(da "Der Spiegel". 23 settembre J 996,
in Villaggio globale, monografia n. 2-96,
"Internazionale", pp. I7-22)
5. [ ... ] il futuro della moda giovanile va nel senso di una macrocultura senza confini geografici, tantomeno razziali. Il
creative team [di Renzo Rosso, manager della Diesel), di cui lui è il guru indiscusso, è sempre in giro per il mondo, a
captare tendenze e stili di vita giovanili. In Islanda, per esempio, dove "i giovani vestono il casual più originale del
mondo, ma anche tra i ragazzi giapponesi e gli scandinavi". Di ritorno dalle loro esplorazioni, i "creativi" si riuniscono,
discutono, disegnano, integrano le proposte, ed ecco lo stile Diesel: un mix vitale ed energetico che asseconda la cultura
e le inclinazioni dei ragazzi di tutto il mondo, aprendo ogni volta nuove prospettive.
(da "U1isse 2000". rivista dell'Alitalia aprile 2000, citazione da articolo sul successo mondiale dei jeans Diesel)
6. Trasgressivo Rap
RAP! Rap! Ma per quei coglioni
post-Seattle, non c'è la globalizzazione
anche dei loro berretti
e zainetti, e barbette,
e magliette con frasi fatte?
E tutto il pret à porter globale
di borse e borsoni
e scarpette e scarponi tutti uguali
sui tappetini come nelle vetrine?
E gli occhiali da sole globali,
i compact globali, i concerti globali,
i rave e rap e hip-hop e DVD globali,
i piercing universali globali
tutti uguali, come gli spray globali,
i graffiti e i griffati usuali,
convenzionali, auto-referenziali,
(macché" optionals" originali!)
- anzi, maniacali e banali
come le abituali navigazioni globali
fra siti e portali globalissimi
e cellulari universalississimi
di multinazionali più abiette
dei monopoli di sigarette ...
Vogliamo le manifestazioni
anche contro queste omologazioni!
E pure le dimostrazioni
pro la globalizzazione
e pro la proliferazione
della nostra Religione!
Ecumenica! E universale!
Per tutti!. .. (Ma fra la globalizzazione
e le Padanie locali,
signora mia,
quale sarà mai, poi, una Terza Via?)
Alberto Arbasino (Da “Repubblica” 28 giugno 2OO1)
Simulazione 2 5C BIO
Ambito artistico-letterario
Argomento: la solitudine
Documenti:
“Perché la solitudine è così terribile? Perché noi, come individui isolati, non esistiamo. La
nostra lingua, le nostre emozioni, il modo di comportarci, le mete, le speranze le prendiamo
dai genitori, dai maestri, dagli amici, dagli altri. Viviamo nella nostra comunità come il
bambino nel ventre della madre, fuori c'è il deserto, l'esilio: trovarsi fra gente che non conosci
e che non ti conosce, che non ami e che non ti ama, a cui non sai cosa dire e che non ha nulla
da dirti.”
(F. Alberoni, Corriere della sera, 1 nov. 2010)
"[...] la ricerca che è alla base di tutti questi saggi: il problema di preservare individualità e
complessità in mezzo al frastuono e alle distrazioni della cultura di massa: la questione di come
stare soli".Johnatan Franzen, Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa,
Einaudi, 2003
“I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero.La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e,
nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per
cortesia,per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri,noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può
uscire da sé,che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che,se dice il contrario, mentisce.” M. Proust
Emily Dickinson: Solitudine
Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
Giacomo Leopardi : Il passero solitario
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
Eugenio Montale: La solitudine
Se mi allontano due giorni
i piccioni che beccano
sul davanzale
entrano in agitazione
secondo i loro obblighi corporativi.
Al mio ritorno l'ordine si rifà
con supplemento di briciole
e disappunto del merlo che fa la spola
tra il venerato dirimpettaio e me.
A COSI' POCO E' RIDOTTA LA MIA
FAMIGLIA.
E c'è chi ne ha una o due, che spreco, ahimè!
Pierpaolo Pasolini : Senza di te tornavo
Senza di te tornavo, come ebbro,
non più capace d'esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c'è solo l'ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest'angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.
Cesare Pavese: Mania di solitudine
Mangio un poco di cena seduto alla chiara
finestra.
Nella stanza è già buio e si guarda il cielo.
A uscir fuori, le vie tranquille conducono
dopo un poco, in aperta campagna.
Mangio e guardo nel cielo - chi sa quante donne
stan mangiando a quest'ora - il mio corpo è
tranquillo;
il lavoro stordisce il mio corpo e ogni donna.
Fuori, dopo la cena, verranno le stelle a toccare
sulla larga pianura la terra. Le stelle son vive,
ma non valgono queste ciliege, che mangio da
solo.
Vedo il cielo, ma so che fra i tetti di ruggine
qualche lume già brilla e che, sotto, si fanno
rumori.
Un gran sorso e il mio corpo assapora la vita
delle piante e dei fiumi e si sente staccato da tutto.
Basta un po' di silenzio e ogni cosa si ferma
nel suo luogo reale, così com'è fermo il mio
corpo.
Ogni cosa è isolata davanti ai miei sensi,
che l'accettano senza scomporsi: un brusío di
silenzio.
Ogni cosa, nel buio, la posso sapere
come so che il mio sangue trascorre le vene.
La pianura è un gran scorrere d'acque tra l'erbe,
una cena di tutte le cose. Ogni pianta e ogni sasso
vive immobile. Ascolto i miei cibi nutrirmi le
vene
di ogni cosa che vive su questa pianura.
Non importa la notte. Il quadrato di cielo
mi susurra di tutti i fragori, e una stella minuta
si dibatte nel vuoto, lontano dai cibi,
dalle case, diversa. Non basta a se stessa,
e ha bisogno di troppe compagne. Qui al buio, da
solo,
il mio corpo è tranquillo e si sente padrone.
Ambito socio- economico
Argomento: La SUSSIDIARIETÀ
Legge costituzionale - marzo 1998
"Nel rispetto delle attività che possono essere adeguatamente svolte dall’autonoma iniziativa dei cittadini,
anche attraverso le formazioni sociali, le funzioni pubbliche sono attribuite a Comuni, Province o Città
metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà e differenziazione. La titolarità delle
funzioni compete rispettivamente a Comuni, Province o Città metropolitane, Regioni e Stato, secondo i
criteri di omogeneità ed adeguatezza. La legge garantisce le autonomie funzionali”.
È contrassegnato dal numero 6.40.2 l'emendamento Boato Paissan che introduce il principio di sussidiarità
nella legge “sull'ordinamento federale della Repubblica italiana”. La proposta dei parlamentari Verdi
interviene sull'articolo 118 della Costituzione che è stato così riscritto: «Stato, Regioni, Province, Città
metropolitane e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, sulla basa del principio di sussidiarietà».
Nella sua visita a Milano del 5 ottobre 1999, il presidente Ciampi ha nuovamente richiamato l’esigenza che
la riforma dello Stato in senso federalistico sia ispirata al principio di "sussidiarietà". “Quello di Ciampi è un
invito ad accelerare il processo delle riforme istituzionali, che deve essere prontamente accolto dal governo e
dal Parlamento per favorire un nuovo patto tra i cittadini e le istituzioni e rilanciare la modernizzazione dello
Stato”.
Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica
“C’è la consapevolezza della necessità di uno sviluppo e aggiornamento costituzionale nella istituzione di un
federalismo che risponda al principio di sussidiarietà”.
Dal discorso di insediamento del Capo dello Stato. Maggio 1999
Dr. Giorgio Fossa, ex Presidente di Confindustria
“Abbiamo confermato il principio di sussidiarietà per le materie di competenza delle parti sociali,
contro le invasioni di campo di governo e Parlamento. Abbiamo riaffermato il principio di
sussidiarietà all’ordinamento europeo, che privilegia – rispetto alle soluzioni di legge o di
regolamento – le soluzioni raggiunte dalle parti sociali nelle materie di loro competenza”.
Dalla relazione all’assemblea nazionale di Confindustria
Dr. Sergio D’Antoni, ex Segretario generale della Cisl
C’è bisogno di ripensare al rapporto tra società e istituzioni, facendo leva su un’idea in se’, forse, non nuova
ma nuova per noi, di comunità come fulcro del futuro sviluppo, con più giustizia e insieme più
libertà…Bisogna dunque che impariamo a far ripartire la concertazione dal basso e, insieme, dall’alto, anche
per vedere di dare qualche consistenza a un federalismo e a una sussidiarietà predicati, reclamati e tanto poco
realizzati”.
Dalla relazione all’assemblea organizzativa e programmatica della Cisl.
Monsignor Ennio Antonelli, Segretario generale della Cei
“L’applicazione coerente del principio di sussidiarietà non reca pregiudizio alla necessità e all’importanza
dello Stato né sminuisce il suo ruolo, ma lo interpreta come potere di sostegno e di coordinamento,
effettivamente e pienamente democratico. Senza un adeguato riconoscimento dei soggetti sociali lo stesso
decentramento di molte competenze agli enti territoriali potrebbe tradursi in una maggiore invadenza della
pubblica amministrazione e in un’ulteriore burocratizzazione dei servizi. E’ bene che lo Stato governi di più
e gestisca di meno”.
Dal messaggio inviato all’assemblea nazionale ’98 della Compagnia delle Opere.
Mons. Attilio Nicora, presidente commissione Cei per le questioni giuridiche
“Occorre eliminare i possibili sospetti che si esercitano solitamente su due punti: il timore che chi sostiene la
sussidiarietà sia sostenitore del principio del cosiddetto Stato minimo, inteso come annullamento di una
funzione positiva
dello Stato, oppure che voglia in qualche modo contrabbandare attraverso il principio di sussidiarietà una
logica mercantile di tipo non ordinato, non preordinata nativamente a una logica di corresponsabilità per lo
sviluppo integrale della società…Probabilmente c’è una correlazione molto stretta tra una situazione in cui si
può contare su una vivace società civile e una feconda realizzazione del principio di sussidiarietà”.
Dal convegno “Per una nuova idea di Stato: le formazioni sociali da problema a risorsa”.
On. Marco Minniti, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Democratici di Sinistra)
“Il fallimento dello Stato centralizzato rende obbligatoria la strada di una valorizzazione in senso
autonomista e federalista di un processo riformatore, di un processo che sia ispirato a un principio effettivo e
reale di sussidiarietà…Dobbiamo in sostanza impegnarci su due fronti. Da un lato abbattere ogni superata
concezione ideologica statalista, incapace di valorizzare sia le istanze locali che la ricchezza della società,
dell’associazionismo intermedio. Dall’altro dobbiamo rifiutare la tentazione di una marginalizzazione delle
istituzioni pubbliche e l’idea di una residualità dello Stato”.
Dal convegno “Più società fa bene allo Stato: la sussidiarietà per la riforma del Paese”.
On. Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio dei Ministri
“La sussidiarietà di cui c’era e c’è bisogno è la sussidiarietà espressiva della solidarietà e della responsabilità,
per ciascuno di noi, di farsi carico degli altri prima ancora che di se stesso, in fondo allo scopo di essere
responsabile di se stesso…Man mano che lo Stato riduce i propri spazi di influenza, si allarga la sfera delle
individualità, che però non possono essere lasciate a se stesse. Perciò deve essere incoraggiata, promossa e
non certo soffocata quella rete di fenomeni collettivi, di comunità intermedie che realizzano forme concrete
di solidarietà e che, grazie a questo, sono in grado di entrare in rapporto con i singoli”.
Dal convegno “Più società fa bene allo Stato: la sussidiarietà per le riforme del Paese”.
On. Luciano Violante, ex Presidente della Camera
“Nella cultura politico-costituzionale italiana sta declinando l’idea dello Stato programmatore e comincia a
costruirsi un’idea di Stato incentivante. Uno Stato che crea condizioni dentro le quali i cittadini, da soli o
nelle proprie formazioni sociali, organizzino il proprio presente per il futuro…Se la prossimità è un valore
positivo, credo che maggiore è il potere decisionale vicino al cittadino maggiore è la democrazia, perché
maggiore è la responsabilità. Lo Stato incentivante esige responsabilità, mentre lo Stato programmatore
chiedeva fedeltà ed era disattento al principio di responsabilità”.
Dal convegno “Per una nuova idea di Stato: le formazioni sociali da problema a risorsa”.
On. Nicola Mancino, ex Presidente del Senato
“Nel riconoscere i diritti inviolabili dell’uomo anche nelle formazioni sociali, la nostra Carta costituzionale,
all’articolo 2, ha sottolineato la pre-esistenza di queste rispetto allo Stato… Questa concezione deve far leva
da un lato sulla responsabilità della persona come momento basilare della vita collettiva e dall’0altro sulla
valorizzazione del senso di appartenenza alla comunità, per evitare che le diversità diventino fattori di
dispersione e le esigenze di autonomia si trasformino in momenti di disgregazione della convivenza
sociale… In questo quadro dovranno essere riconosciute alla sfera pubblica possibilità effettive di controllare
la qualità sociale dei servizi, al settore privato l’autonomia e l’esercizio anche remunerato del ruolo
gestionale che è in grado di assolvere”.
Dal convegno “Più società fa bene allo Stato: la sussidiarietà per le riforme del Paese”.
3.
AMBITO
STORICO - POLITICO
Argomento. Gli intellettuali di fronte alla Prima guerra mondiale.
Documenti.
1.
«Edizione della sera! Della sera! Della sera!
Italia! Germania! Austria!»
E sulla piazza, lugubremente listata di nero,
si effuse un rigagnolo di sangue purpureo!
[…]
Alla città accatastata giunse mostruosa nel sogno
la voce di basso del cannone sghignazzante,
mentre da occidente cadeva rossa neve
in brandelli succosi di carne umana. […]
V. Majakovskij, La guerra è dichiarata, trad. it. di A. M. Ripellino, in Poesia straniera del Novecento,
Garzanti, Milano 1961
La modernità irrompe d’improvviso con le sue macchine e le sue masse sui campi della prima guerra
mondiale. […] La guerra […] è come una violenta intensissima esperienza di modernità industriale. […]
La nuova realtà investe in vario modo la sfera percettiva, disegnando i contorni di un «nuovo paesaggio
mentale». Nell’esperienza della trincea e più in generale nell’ambientazione della guerra si palesano il
trionfo dell’elemento artificiale su quello naturale (l’elettricità trasforma le notti in giorni, la chimica degli
esplosivi polverizza le montagne modificando il paesaggio); la fungibilità di biologia e tecnologia (le protesi
sostituiscono gli arti distrutti); il senso del tempo come discontinuità e il suo disancorarsi dalle matrici
biologiche, naturali o più semplicemente tradizionali; l’irrompere della nuova morte di massa come prodotto
di organizzazione industriale su larga scala e come perdita di confine tra umano e disumano, segno di
anonimato che connota l’esistenza nella società.
E ancora, l’esperienza della guerra insegna la moltiplicazione e la frammentazione delle immagini visive e
sonore del mondo. Grammofoni, razzi, riflettori, ma anche manifesti murali, fotografia, fotomontaggio,
cinematografo, che nella guerra sono variamente coinvolti, concorrono al definirsi di questa esperienza
mentre attingono da essa i propri linguaggi comunicativi. La Grande Guerra è il primo evento moltiplicato a
livello iconografico dall’uso massiccio della fotografia.
A. Gibelli, L’officina della guerra. La grande guerra e le trasformazioni del mondo mentale, Bollati
Boringhieri, Torino 1991
2.
3. Ci
voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidumi di latte materno e di
lacrime fraterne. Ci voleva una bella innaffiatura di sangue per l’arsura dell’agosto; e una rossa svinatura per
le vendemmie di settembre; e una muraglia di svampate per i freschi di settembre. […]
Siamo troppi. La guerra è una operazione malthusiana [l’economista inglese Thomas Robert Malthus (17661834) sostenne la necessità di una limitazione delle nascite per risolvere la contraddizione tra incremento
delle nascite e inadeguatezza delle risorse e dei mezzi di sussistenza]. C’è un di troppo di qua e un di troppo
di là che si premono. La guerra rimette in pari le partite. Fa il vuoto perché si respiri meglio. Lascia meno
bocche intorno alla stessa tavola. […]
Amiamo la guerra ed assaporiamola da buongustai finché dura. La guerra è spaventosa – e appunto perché
spaventosa e tremenda e terribile e distruggitrice dobbiamo amarla con tutto il nostro cuore di maschi.
G. Papini, Amiamo la guerra!, in “Lacerba”, 1-10-1914
4. Noi
consideriamo come superata ed ancora superabile l’ipotesi della fusione amichevole dei popoli e non
ammettiamo pel mondo, che un’unica igiene: la guerra.
F. T. Marinetti, La guerra, sola igiene del mondo, 1915
5. Esaminiamo
ora le condizioni nelle quali si trova il soldato in guerra. Il pericolo ad ogni momento
rinnovato, di morte, la necessità di cogliere ad ogni istante piccoli fatti che potrebbero avere conseguenze
decisive, la necessità di prendere decisioni rapide costringono il soldato ad un dispendio di energia psichica
che richiede il massimo di tensione. Si pensi a quanta attenzione è necessaria nel soldato che è di sentinella o
di pattuglia per percepire piccoli movimenti, piccole mutazioni; si pensi quale sforzo di volontà è necessario
per compiere atti che importano con la loro esecuzione una parte notevole di rischio, e si comprenderà come
il vivere in queste singolari circostanze richiede un dispendio enorme di energie.
A. Gemelli, Le superstizioni dei soldati in guerra: contributo alla psicologia delle superstizioni, Vita e
pensiero, Milano 1917
6. [Il poeta Giuseppe Ungaretti, in un’intervista rilasciata a Ferdinando Camon afferma:] «Il Porto sepolto era
la poesia d’un soldato, la poesia d’un uomo esposto alla morte in mezzo alla morte; era magari anche la
poesia d’un uomo che accettava con rassegnazione e magari come necessità la sofferenza, ma non era
certamente un libro che esaltava l’eroismo. Era un libro di compassione del poeta verso di sé, verso i
compagni suoi, verso la sorte umana. Era un grido, un’offerta, un’invocazione di fraternità».
F. Camon, Il mestiere di poeta, Garzanti, Milano 1982
7. Io sono in certo modo contento che l’annunzio della vittoria mi ritrovi qui, sulle montagne, che le nevi già
ricoprono, in un paesello alpino, lungi dai festeggiamenti delle città. […] Non solo mi ripugnano coloro che
colgono questi giorni per iscagliare insulti sul nemico e ripetere fastidiosamente dissennati giudizi, ma
volgare mi sembra persino il festeggiamento, ogni festeggiamento che prenda forme estrinseche e materiali.
Far festa perché? La nostra Italia esce da questa guerra come da una grave e mortale malattia […]. E
centinaia e migliaia del nostro popolo sono periti, e ognuno di noi rivede, in questo momento, i volti mesti
degli amici che abbiamo perduti, squarciati dalla mitraglia, spirati sulle aride rocce o tra i cespugli, lungi
dalle loro case e dai loro cari. E la stessa desolazione è nel mondo tutto, tra i popoli nostri alleati e tra i nostri
avversari come noi, perché tutte le morti dei loro cari, tutti gli stenti, tutti i sacrifici non son valsi a salvarli
dalla disfatta. E grandi imperi che avevano per secoli adunate e disciplinate le genti di gran parte
dell’Europa, e indirizzatele al lavoro del pensiero e della civiltà, al progresso umano, sono caduti; grandi
imperi ricchi di memorie e di glorie; e ogni animo gentile non può non essere compreso di riverenza dinanzi
all’adempirsi inesorabile del destino storico, che dissipa gli Stati come gli individui per creare nuove forme
di vita.
Gli eroi di Shakespeare – modelli di umanità – non fanno festa quando hanno riportato il trionfo e atterrati i
terribili nemici; ma si sentono penetrare di malinconia e le loro labbra si muovono quasi soltanto per
commemorare ed elogiare l’uomo che fu loro avversario e di cui procurarono, essi, la morte!
B. Croce, Pagine sulla guerra, in Filosofia-Poesia-Storia, Adelphi, Milano 1996
8. È una vecchia lezione! La guerra è un fatto, come tanti altri in questo mondo; è enorme, ma è quello solo;
accanto agli altri, che sono stati e che saranno: non vi aggiunge; non vi toglie nulla. Non cambia nulla,
assolutamente, nel mondo. Neanche la letteratura. […].
Sempre lo stesso ritornello: la guerra non cambia niente. Non migliora, non redime, non cancella:
per sé sola. Non fa miracoli. Non paga i debiti, non lava i peccati. In questo mondo, che non conosce più la
grazia. […].
Che cosa è che cambierà su questa terra stanca, dopo che avrà bevuto il sangue di tanta strage: quando i
morti e i feriti, i torturati e gli abbandonati dormiranno insieme sotto le zolle, e l’erba sopra sarà tenera lucida
nuova, piena di silenzio e di lusso al sole della primavera che è sempre la stessa?
R. Serra, Esame di coscienza di un letterato, in “La Voce”, 30-4-1915
Ambito Storico-politico
Argomento: DESTRA e SINISTRA
DOC.1
Ho definito la sinistra come la forza che persegue la limitazione della logica di mercato o, più
prudentemente, la ricerca di una razionalità, compatibile con l’economia di mercato; la
sensibilizzazione per la questione sociale, cioè il sostegno allo stato sociale e a certe istituzioni
democratiche; la trasposizione del tempo in nuovi diritti di libertà; l’eguaglianza di fatto delle
donne; la tutela della vita e della natura; la lotta al nazionalismo. Peter Glotz L’Unità 30
novembre 1992; intervista “Vorrei una sinistra col muso più duro”.
DOC.2
Le riflessioni nascono dalla constatazione che in questi ultimi anni è stato detto ripetutamente sino a
farlo diventare un luogo comune, che la distinzione fra destra e sinistra, che per circa due secoli,
dalla Rivoluzione francese in poi, è servita a dividere l’universo politico in due parti opposte, non
ha più alcuna ragione di essere ancora utilizzata. È di rito la citazione di Sartre che pare sia stato
uno dei primi a dire che destra e sinistra sono due scatole vuote[….]
Il grande problema della disuguaglianza tra gli uomini e i popoli di questo mondo è rimasto in tutta
la sua gravità e insopportabilità [….] anzi, nella accresciuta coscienza che andiamo ogni giorno di
più acquistando delle condizioni del Terzo e del Quarto mondo, di quello che Latouche ha chiamato
“il pianeta dei naufraghi”, le dimensioni del problema si sono smisuratamente e drammaticamente
allargate [….] Di fronte a questa realtà, la distinzione fra la destra e la sinistra, per la quale l’ideale
dell’eguaglianza è sempre stato la stella polare cui ha guardato e continua a guardare è nettissima.
Basta spostare lo sguardo dalla questione sociale all’interno dei singoli Stati,da cui nacque la
sinistra nel secolo scorso, alla questione sociale internazionale, per rendersi conto che la sinistra non
solo non ha compiuto il proprio cammino ma lo ha appena cominciato . Norberto Bobbio“Destra e
Sinistra”; Donzelli Editore 1994
DOC.3
… in effetti si sono confuse destra e sinistra, negli ultimi tempi. Però, a voler essere più precisi,
quello che distingue oggi la destra dalla sinistra è che la destra crede molto alle radici, ai valori di
un radicamento, mentre la sinistra crede molto ai valori di liberazione, di emancipazione. Credo che
questo sia lo spartiacque.
Indubbiamente nel paesaggio di oggi il grande problema è il dominio del capitalismo, che sembra
triturare tutto e non lasciare spazio né alla destra né alla sinistra. Io credo all'importanza di una
destra dei valori e dei principi e per questo mi differenzio da una destra troppo elettorale, che pensa
soltanto a fare voti e non a prendere, come dire, a pensare la politica. Quindi credo che sia
importante affrontare la destra sia sul piano politico sia sul piano culturale. Il mio è un discorso di
civiltà, di società, non è un discorso partitico e quindi credo che sia importante. Marcello
Veneziani
1997; intervista: I valori nella cultura di Destra
DOC.4
I principi fondamentali del movimento sono quelli di una Destra di Libertà; una Destra che lotta per la sua
libertà nel panorama politico italiano, il quale per continuare ad essere democratico, deve rimanere bi-polare
e non bi-partitico; una Destra che lotta per le sole e autentiche libertà a cui ogni essere umano e ogni società
nazionale deve aspirare: quelle indicate dalla eterna sapienza di libertà del diritto naturale e della sua
applicazione pratica che si realizza nella dottrina sociale proposta dal magistero di Papa Benedetto XVI, vera
guida spirituale di una Europa agonizzante la quale rischia di perdere la sua vera anima e le sue storiche
libertà; una Destra delle libertà, che vuole lottare per un’Europa libera, unita e indipendente nel quadro degli
equilibri internazionali, capace di opporsi intelligentemente, di dirigere politicamente e di non subire
storicamente:
• l’incontrollata ideologia del multietnicismo;
• l’aggressione politico-economica della globalizzazione multinazionale anglo/americana e di quella
commerciale dell’estremo oriente;
• gli ultimi conati ideologici delle collassate ed implodenti rivoluzioni storiche: "francese", "americana" e
"comunista", che attraverso l’insulto alla sacralità della vita umana, all’unità monogamica ed eterosessuale
della famiglia, alla libertà delle culture tradizionali dei popoli europei e dei loro Stati, attuano con violenza
politicomediatica sotto l’egida di organizzazioni supernazionali politiche antinaturali contro i "principi non
negoziabili", portando gli uomini, le società e gli Stati europei, occidentali e del terzo/quarto mondo verso il
nichilismo più assoluto e verso l’autodistruzione totale. Dallo Statuto della Destra libertaria, 2009.
DOC.5
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una bella minestrina è di destra
il minestrone è sempre di sinistra
tutti i films che fanno oggi son di destra
se annoiano son di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Le scarpette da ginnastica o da tennis
hanno ancora un gusto un po' di destra
ma portarle tutte sporche e un po' slacciate
è da scemi più che di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
I blue-jeans che sono un segno di sinistra
con la giacca vanno verso destra
il concerto nello stadio è di sinistra
i prezzi sono un po' di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
I collant son quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra
la pisciata in compagnia è di sinistra
il cesso è sempre in fondo a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
La piscina bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po' di destra
mentre i fiumi, tutti i laghi e anche il mare
sono di merda più che sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è la passione, l'ossessione
della tua diversità
che al momento dove è andata non si sa
dove non si sa, dove non si sa.
Io direi che il culatello è di destra
la mortadella è di sinistra
se la cioccolata svizzera è di destra
la Nutella è ancora di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il pensiero liberale è di destra
ora è buono anche per la sinistra
non si sa se la fortuna sia di destra
la sfiga è sempre di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
è un antico gesto di sinistra
quello un po' degli anni '20, un po' romano
è da stronzi oltre che di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
L'ideologia, l'ideologia
malgrado tutto credo ancora che ci sia
è il continuare ad affermare
un pensiero e il suo perché
con la scusa di un contrasto che non c'è
se c'è chissà dov'è, se c'é chissà dov'é.
Tutto il vecchio moralismo è di sinistra
la mancanza di morale è a destra
anche il Papa ultimamente
è un po' a sinistra
è il demonio che ora è andato a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
La risposta delle masse è di sinistra
con un lieve cedimento a destra
son sicuro che il bastardo è di sinistra
il figlio di puttana è a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una donna emancipata è di sinistra
riservata è già un po' più di destra
ma un figone resta sempre un'attrazione
che va bene per sinistra e destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Destra-sinistra
Basta!
B
a
s
t
a
!
Giorgio Gaber: testo della canzone “Destra
sinistra” 1994.
4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO
Conoscenza, lavoro e commercio nell'era di INTERNET
DOCUMENTI
"Cento anni fa, il 12 Dicembre 1901, i tre punti del codice Morse che stanno per la lettera "s" passarono per
la prima volta da una sponda all'altra dell'Atlantico, attraversarono l'etere. Non lungo un cavo sottomarino
ma nell'aria, da una stazione trasmittente in Cornovaglia a una piccola costruzione distante tremila chilometri
con sopra, appeso a un aquilone, un filo oscillante nel vento rabbioso del Canada. Nasceva la radiotelegrafia
a grande distanza. Il suo inventore, Guglielmo Marconi, diventa di colpo famoso nel mondo. Da allora quel
nome significa progresso, cosmopolitismo, modernità".
G. M. PACE, "La Repubblica", 12 dicembre 2001
"Con lo sviluppo delle tecnologie per il trattamento delle informazioni e della telematica, la questione [quella
del rapporto tra istanze economiche e istanze dello Stato] rischia di divenire ancora più spinosa.
Ammettiamo per esempio che un'impresa come la IBM (International Business Machines) sia autorizzata ad
occupare un corridoio orbitale attorno alla terra per piazzarvi dei satelliti di comunicazione e/o delle banche
di dati. Chi vi avrà accesso? Chi deciderà quali siano i canali e i dati riservati? Lo Stato? Oppure esso sarà un
utente come tutti gli altri? Nascono in tal modo nuovi problemi giuridici ed attraverso di essi si pone la
domanda: chi saprà? La trasformazione della natura del sapere può dunque generare un effetto di retroazione
nei confronti dei poteri pubblici stabiliti tale da costringerli a riconsiderare i loro rapporti di diritto e di fatto
con le grandi imprese e più in generale con la società civile".
J. F. LYOTARD, La condizione postmoderna, Milano, 1989
"Dal lavoro interinale a quello su Internet. Non più solo annunci sui quotidiani o sulle bacheche delle
agenzie. Per chi è alla ricerca di un impiego o desidera cambiare lavoro le proposte non mancano. Grazie
anche alle immancabili "partnership", parola che indica le collaborazioni tra le agenzie di reclutamento Web
con siti e portali, sia italiani sia esteri. [...]
Pensati per chi cerca un impiego o vuole cambiarlo, gli indirizzi di ricerca del personale sono uno strumento
rapido per fare incontrare la domanda con l'offerta.
Nati cinque anni fa negli Stati Uniti e soltanto da tre, con base in Scandinavia, sviluppatisi in Europa, i primi
siti di ricerca di personale via Internet sono arrivati in Italia. Dove, a tutt'oggi, ne esistono una ventina".
Supplemento a "Panorama", 15 novembre 2001
"Il commercio elettronico consiste nello svolgimento di attività di business in via elettronica. Esso è basato
sulla elaborazione e trasmissione di dati, inclusi testi, suoni e immagini. Ricomprende una molteplicità di
attività, inclusive di attività commerciali di beni e servizi, consegne on line di contenuti digitali, trasferimenti
elettronici di fondi, scambi commerciali elettronici, fatturazione elettronica, aste di vendita, progettazione e
sviluppo collaborativo tra partner, approvvigionamenti, marketing diretto rivolto al consumatore e servizi
post-vendita. Esso comprende sia prodotti (ad esempio, beni di consumo o attrezzature specializzate), sia
servizi (ad esempio, servizi informativi, finanziari e legali); attività tradizionali (ad esempio, cure mediche,
formazione) e nuove (ad esempio, centri commerciali virtuali). (European Commission, 1997)".
A. GRANDO, Commercio elettronico e progettazione logistica. Una relazione sottovalutata, Milano, 2001
"Allo stesso modo io penso che siano stati i rivoluzionari miglioramenti tecnici, nei trasporti e nelle
comunicazioni, realizzati dalla fine della seconda guerra mondiale, ad aver consentito all'economia di
raggiungere gli attuali livelli di globalizzazione. [...]
Anche questo sviluppo non ci avrebbe portato molto lontano se non fossero migliorati in parallelo, e in forme
ancor più spettacolari, i sistemi di informazione, che rendono possibile controllare il processo produttivo dal
centro, praticamente momento per momento. […]
Sappiamo che questi processi informatici trasformano il mercato finanziario internazionale, creando un totale
squilibrio tra l'economia reale del mondo, la produzione di beni e servizi reali, e il fiume di derivati, diritti,
scommesse, insomma di tutte le transazioni finanziarie che scorrono sui computer degli operatori.
L'ammontare di questo flusso finanziario è molte volte più grande del prodotto totale reale del globo. Questo
è dovuto alla tecnologia dell'informazione, che rende tutto ciò straordinariamente facile. E rende addirittura
possibile per gente comune, [...] di entrare nel mercato realizzando profitti, comprando e vendendo nell'arco
della giornata con promesse di pagamento, senza trasferimenti reali di denaro".
E. J. HOBSBAWM, Intervista sul nuovo secolo, Bari, 2000
Tipologia C: tema di argomento storico
Tutti gli esseri umani, senza distinzione alcuna di sesso, razza, nazionalità e religione, sono titolari di diritti
fondamentali riconosciuti da leggi internazionali. Ciò ha portato all'affermazione di un nuovo concetto di
cittadinanza, che non è più soltanto "anagrafica", o nazionale, ma che diventa "planetaria" e quindi
universale. Sviluppa l'argomento analizzando, anche alla luce di eventi storici recenti o remoti, le difficoltà
che i vari popoli hanno incontrato e che ancor oggi incontrano sulla strada dell'affermazione dei diritti umani.
Soffermati inoltre sulla grande sfida che le società odierne devono affrontare per rendere coerenti e
compatibili le due forme di cittadinanza.
Tipologia D: tema di argomento generale
“II nichilismo, la negazione di ogni valore, è anche quello che Nietzsche chiama "il più inquietante fra tutti
gli ospiti". Si è nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela
verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo,
identità, libertà, senso, ma anche assenza di futuro che modella l'età della tecnica sono i giovani, contagiati
da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con
il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra
di nessuno dove la famiglia e la scuola non "lavorano" più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un "noi"
motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai "riti della crudeltà" o della violenza
(gli stadi, le corse in moto ecc.). C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante?”
Commenta questo quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l'età pretecnologica. Chi
più sconta la sostanziale testo, tratto da "L'ospite inquietante, Il nichilismo e i giovani" di Umberto
Galimberti
''La cultura ha il compito di far valere di fronte alla forza le esigenze della vita morale. Contro il politico che
obbedisce alla ragion di Stato, l'uomo di cultura è il devoto interprete della coscienza morale. Queste antitesi
appaiono continuamente, or l'una or l'altra, nel dissidio tra i diritti della cultura e quelli della politica e
colorano in varia misura il dissenso tra intellettuali e politici'' (N. Bobbio, 1954). Per quali ragioni il rapporto
tra cultura e politica è conflittuale? Quali situazioni storiche, recenti o remote, consentono di verificare la
natura dei rapporti tra cultura e politica? Sviluppate l'argomento proposto rispondendo ai quesiti indicati e
integrandone, eventualmente, lo svolgimento con riferimenti ad altri aspetti da voi liberamente individuati.
Prova simulata
Italiano Temi Esame di Stato 2009
Tracce Italiano 1^ Prova - Maturità
Istruzione Secondaria Superiore - Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali
Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
Tipologia A
Analisi del testo: Giovanni Pascoli Il ponte (Myricae)
Nel sonetto il poeta si interroga sul mistero della vita, rappresentato dallo scorrere del fiume che va dalla nascita («il
fonte») alla morte («il mare»).
4
La glauca1 luna lista l’orizzonte2
e scopre i campi nella notte occulti3
e il fiume errante. In suono di singulti
l’onda si rompe al solitario ponte.
Dove il mar, che lo4 chiama? e dove il fonte,
ch’esita mormorando tra i virgulti?
8
Il fiume va con lucidi sussulti5
al mare ignoto dall’ignoto monte.
11
Spunta la luna: a lei sorgono intenti6
gli alti cipressi dalla spiaggia triste,
movendo insieme come un pio sussurro7.
14
Sostano, biancheggiando, le fluenti
nubi, a lei volte, che salìan8 non viste
le infinite scalée9 del tempio azzurro10.
1. glauca: di colore grigio-azzurro.
2. lista l’orizzonte: (la luna con il suo chiarore) riga il
cielo.
3. occulti: nascosti, a causa del buio notturno.
4. lo: il fiume.
5. lucidi sussulti: la superficie dell’acqua, scorrendo
(sussulti) riflette il chiarore della luna.
6. a lei … intenti: si innalzano attenti alla luna.
7. pio sussurro: una preghiera pronunciata sottovoce.
8. salìan: salivano.
9. scalée: scale.
10. tempio azzurro: volta del cielo.
Comprensione del testo
1.
Nel paesaggio descritto nel componimento gli elementi della natura sono personificazioni cariche di valori
simbolici: a quali significati, secondo la tua interpretazione, alludono il fiume, il fonte, il monte, il mare, il ponte, la
luna, i cipressi, le nubi e il cielo?
Analisi del testo
2.
Il sonetto si apre con un quadro paesistico che potrebbe rappresentare un semplice bozzetto notturno. Quali
sensazioni intende suscitare nel lettore l’allitterazione della consonante liquida “l” nella prima quartina?
3.
Quale diversa connotazione assume questo stesso paesaggio notturno alla luce delle domande e delle riflessioni
suggerite dalla seconda quartina? Perché «il fonte», al verso 5, viene descritto come “esitante”? Quale aggettivo e quale
figura retorica contribuiscono a sottolineare un senso di mistero al verso 8?
4.
L’atmosfera evocata nelle terzine è di tipo religioso: quali immagini metaforiche contribuiscono in particolare
a conferire un significato sacrale al paesaggio? Quale figura retorica riconosci nell’immagine delle «fluenti / nubi» (vv.
12-13) che «Sostano» (v. 12)?
5.
Rintraccia e commenta le sensazioni visive e uditive evocate dalle immagini del sonetto.
Interpretazione complessiva e approfondimenti
6.
Delinea i caratteri del simbolismo pascoliano, mettendo in luce gli elementi di sintonia con il Decadentismo
europeo e gli elementi di originalità.
Prova simulata
Italiano Temi Esame di Stato 2009
Tracce Italiano 1^ Prova - Maturità
Istruzione Secondaria Superiore - Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali
Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
TIPOLOGIA A
ANALISI DEL TESTO
L. PIRANDELLO, Il piacere dell'onestà
ATTO PRIMO - SCENA OTTAVA
BALDOVINO, FABIO
1
BALDOVINO (seduto, s'insella le lenti su la punta del naso e, reclinando indietro il capo) Le chiedo,
prima di tutto, una grazia.
FABIO Dica, dica...
BALDOVINO Signor marchese, che mi parli aperto.
5
FABIO Ah, sì, sì... Anzi, non chiedo di meglio.
BALDOVINO Grazie. Lei forse però non intende questa espressione "aperto", come la intendo io.
FABIO Ma... non so... aperto... con tutta franchezza...
E poiché Baldovino, con un dito, fa cenno di no:
10 ...E come, allora?
BALDOVINO Non basta. Ecco, veda, signor marchese: inevitabilmente, noi ci costruiamo. Mi spiego. Io entro qua,
e divento subito, di fronte a lei, quello che devo essere, quello che posso essere - mi costruisco - cioè, me le
presento¹ in una forma adatta alla relazione che debbo contrarre con lei. E lo
15 stesso fa di sé anche lei che mi riceve. Ma, in fondo, dentro queste costruzioni nostre messe così di fronte, dietro le
gelosie² e le imposte, restano poi ben nascosti i pensieri nostri più segreti, i nostri più intimi sentimenti, tutto ciò
che siamo per noi stessi, fuori delle relazioni che vogliamo stabilire. - Mi sono spiegato?
FABIO Sì, sì, benissimo... Ah, benissimo! [...]
20 BALDOVINO Comincio io, allora, se permette, a parlarle aperto. - Provo da un pezzo, signor marchese - dentro un disgusto indicibile delle abiette costruzioni di me, che debbo mandare avanti nelle relazioni che mi vedo
costretto a contrarre coi miei... diciamo simili, se lei non s'offende.
FABIO No, prego... dica, dica pure...
BALDOVINO Io mi vedo, mi vedo di continuo, signor marchese; e dico: - Ma quanto è vile, ma com'è
25 indegno questo che tu ora stai facendo!
FABIO (sconcertato, imbarazzato) Oh Dio... ma no... perché?
BALDOVINO Perché sì, scusi. Lei, tutt'al più, potrebbe domandarmi perché allora lo faccio? Ma perché... molto
per colpa mia, molto anche per colpa d'altri, e ora, per necessità di cose, non posso fare altrimenti. Volerci in un
modo o in un altro, signor marchese, è presto fatto: tutto sta, poi, se
30 possiamo essere quali ci vogliamo. [...] Ora, scusi, debbo toccare un altro tasto molto delicato.
FABIO Mia moglie?
BALDOVINO Ne è separato. - Per torti... - lo so, lei è un perfetto gentiluomo - e chi non è capace di farne, è
destinato a riceverne. - Per torti, dunque, della moglie. - E ha trovato qua una consolazione. Ma la vita - trista
usuraja - si fa pagare quell'uno di bene che concede, con cento di noje e di dispiaceri.
35 FABIO Purtroppo!
BALDOVINO Eh, l'avrei a sapere! - Bisogna che ella sconti la sua consolazione, signor marchese! Ha davanti
l'ombra minacciosa d'un protesto senza dilazione. - Vengo io a mettere una firma d'avallo, e ad assumermi di pagare
la sua cambiale. - Non può credere, signor marchese, quanto piacere mi faccia questa vendetta che posso prendermi
contro la società che nega ogni credito alla mia firma. Imporre
40 questa mia firma; dire: - Ecco qua: uno ha preso alla vita quel che non doveva e ora pago io per lui, perché se io
non pagassi, qua un'onestà fallirebbe, qua l'onore d'una famiglia farebbe bancarotta; signor marchese, è per me una
bella soddisfazione: una rivincita! Creda che non lo faccio per altro. [...]
FABIO Ecco, bene! E allora, questo. Benissimo! Io non vado cercando altro, signor Baldovino. L'onestà! La bontà
dei sentimenti! [...]
45 BALDOVINO Ma le conseguenze, signor marchese, scusi! [...]
FABIO Ecco... caro signore... - capirà... - già lei stesso l'ha detto - non... non mi trovo in condizione di seguirla
bene, in questo momento [...]
BALDOVINO - È facilissimo. Che debbo fare io? - Nulla. - Rappresento la forma. - L'azione - e non bella - la
commette lei: - l'ha già commessa, e io gliela riparo; seguiterà a commetterla, e io la nasconderò. 50 Ma per nasconderla bene, nel suo stesso interesse e nell'interesse sopratutto della signorina, bisogna che lei mi
rispetti; e non le sarà facile nella parte che si vuol riserbare! - Rispetti, dico, non propriamente me, ma la forma - la
forma che io rappresento: l'onesto marito d'una signora perbene. Non la vuol rispettare?
FABIO Ma sì, certo!
55 BALDOVINO E non comprende che sarà tanto più rigorosa e tiranna, questa forma, quanto più pura lei vorrà che
sia la mia onestà? - Perciò le dicevo di badare alle conseguenze. [...]
FABIO Come... perché, scusi? - Io non vedo tutte codeste difficoltà che vede lei!
BALDOVINO Credo mio obbligo fargliele vedere, signor marchese. Lei è un gentiluomo. Necessità di cose, di
condizioni, la costringono a non agire onestamente. Ma lei non può fare a meno dell'onestà!
60 Tanto vero che, non potendo trovarla in ciò che fa, la vuole in me. Devo rappresentarla io, la sua onestà: - esser
cioè, l'onesto marito d'una donna, che non può essere sua moglie; l'onesto padre d'un nascituro che non può essere
suo figlio. È vero questo?
FABIO Sì, sì, è vero.
BALDOVINO Ma se la donna è sua, e non mia; se il figliuolo è suo, e non mio, non capisce che non
65 basterà che sia onesto soltanto io? Dovrà essere onesto anche lei, signor marchese, davanti a me. Per forza! Onesto io, onesti tutti. - Per forza!
FABIO Come come? Non capisco! Aspetti...
Note: (1) - 1 mi presento a lei
(2) - 2 le persiane
Luigi PIRANDELLO (Girgenti 1867 - Roma 1936) ebbe il premio Nobel nel 1934. Tutta la sua produzione è percorsa
dal filo rosso dell'assurdo e del tragico della condizione umana, dal contrasto tra apparenza e realtà e dallo sfaccettarsi
della verità. Il testo proposto è tratto da Il piacere dell'onestà, commedia in tre atti, rappresentata per la prima volta a
Torino il 25 novembre 1917. La vicenda è collocata ai primi del Novecento in una città delle Marche.
______________________________________________
Un nobile (il marchese Fabio), separato dalla moglie, ha una relazione con una giovane (Agata), che aspetta da lui un
bambino. Il marchese e la madre della giovane pensano di trovare ad Agata (riluttante, ma poi consenziente), un finto
marito per «salvare le apparenze». Accetta di assumere questo ruolo un altro aristocratico, Baldovino, uomo dalla vita
dissipata, pieno di debiti di gioco, che non sa come pagare e che vengono pagati dal marchese. Ma Baldovino, molto
accorto e sottile intenditore dei raggiri altrui, intuisce che Fabio, dopo aver fatto di lui un finto padre del nascituro,
cercherà di scacciarlo dalla famiglia, magari facendolo apparire un truffatore in qualche affare finanziario. Per prevenire
questo inganno, Baldovino fonda tutto il suo rapporto col marchese su un patto di onestà di pura forma: chiede che tutti
debbano apparire sempre e in ogni cosa onesti, anche se non lo sono. Infatti, Baldovino, per tutta la vita imbroglione e
sregolato, accetta questo vile patto solo per provare il piacere di apparire onesto, in una società che non rende affatto
facile l’essere onesti. Ma alla fine giunge il colpo di scena: quando si scoprono l’inganno del marchese e la disonestà
sua e degli altri, Baldovino confessa la propria intima disonestà e conquista in questo modo, involontariamente, la stima
e l’amore di Agata, che decide di andare a vivere con lui, portando con sé anche il bambino. Nella Scena ottava
dell’Atto primo si incontrano e discutono per la prima volta il puntiglioso Baldovino e l’incauto Fabio. - Le parole in
neretto nel testo sono evidenziate già dall’Autore.
Analisi del testo
A. La figura di Baldovino
1.
Cerca e commenta nelle battute di Baldovino le parole e le espressioni che meglio rivelano le sue posizioni e
intenzioni nella trattativa.
2.
Nel brano dalla riga 19 alla riga 41 quali esperienze affiorano della precedente vita di Baldovino?
3.
In quale brano emerge più chiaramente il quadro delle "apparenze" da salvare? Individualo e commentalo.
B. La figura di Fabio
1.
Come si caratterizza il linguaggio di Fabio rispetto a quello di Baldovino?
2.
Quando Fabio (righe 42 e 43) parla di "onestà" e "bontà dei sentimenti" da parte di Baldovino, a che cosa
sembra riferirsi?
3.
In questo dialogo, Fabio fa finta di non capire i discorsi di Baldovino o non li comprende davvero? Argomenta
la tua risposta.
Commento complessivo e approfondimenti
1.
Da questa vicenda, che per lungo tratto ci presenta personaggi pieni di ipocrisia e abituati al raggiro, si ricava
alla fine anche una morale positiva? In che modo il pessimismo di Pirandello, quale si riscontra in questa ed in
altre sue opere a te note, vuole aiutarci a trovare il filo per una condotta onesta nella vita, così piena di
difficoltà per tutti?
2.
Pirandello è tra i nostri scrittori moderni che propongono per primi una lingua finalmente di "uso medio", cioè
di tipo parlato. Cerca e commenta le espressioni vicine al parlato di oggi. Puoi spiegare, ad esempio, il
significato dell'avverbio "allora" qui più volte usato.
Nel rispondere alle domande che ti sono state poste, riferisciti anche al contesto culturale europeo
TIPOLOGIA B
Redazione di un “SAGGIO BREVE” o di un “ARTICOLO DI GIORNALE”
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE:
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che
lo corredano.
Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e svolgi su questa base la tua
trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da’ al tuo saggio un titolo coerente e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di
ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se scegli la forma dell’”articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti
sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’.
Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano,
rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o
reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
1.AMBITO ARTISTICO – LETTERARIO
Argomento: Il poeta si interroga: chi sono?
Documenti.
Che cosa? Non so veramente
perché io non ho nulla da dire. M. Moretti, Io non ho
1. Il Poeta è come lui, principe delle nubi
nulla da dire, in Poesie scritte col lapis
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, non lo lasciano
camminare le sue ali di gigante. Baudelaire, L’albatro
6.
Son forse un poeta?
No, certo. […]
(Spleen e Ideale, I fiori del male)
Son dunque… che cosa?
2.
O poeta, divina è la Parola:
Io metto una lente
Davanti al mio cuore
ne la pura Bellezza il ciel ripose
per farlo vedere alla gente.
ogni nostra letizia; e il Verso è tutto. G. D’Annunzio,
Giova, o amico, ne l’anima profonda (Isotteo)
Chi sono?
Il saltimbanco dell’anima mia. A. Palazzeschi, Chi
sono?, in Poesie
3.” Il poeta è colui che esprime la parola che tutti
avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta. Ma
non è lui che sale su una sedia o su un tavolo, ad
7.
Infine,
arringare. Egli non trascina, ma è trascinato; non
io ho pienamente ragione,
persuade, ma è persuaso.” G. Pascoli, Il fanciullino, in
i tempi son cambiati,
Pensieri e discorsi
gli uomini non domandano più nulla
dai poeti:
4.
Perché tu mi dici: poeta?
e lasciatemi divertire! A. Palazzeschi, Lasciatemi
io non sono un poeta.
divertire!, in Poesie, cit.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange. S.
Corazzini, Desolazione del povero poeta sentimentale
8.
Io mi vergogno,
sì, mi vergogno d’essere un poeta! G. Gozzano, La
5.
Aver qualcosa da dire
signorina Felicita, in I colloqui
nel mondo a se stessi, alla gente.
9.
Chi sono? È tanto strano
fra tante cose strambe
un coso con due gambe
detto guidogozzano! G. Gozzano, Nemesi, in La via del
rifugio
10.
L’Iddio che a tutto provvede
poteva farmi poeta
di fede; l’anima queta
avrebbe cantata la fede.
Mi è strano l’odore d’incenso:
ma pur ti perdono l’aiuto
che non mi desti, se penso
che avresti anche potuto,
invece di farmi gozzano
un po’ scimunito, ma greggio,
farmi gabrieldannunziano:
2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
Il dibattito sulla evoluzione del concetto di stato
sociale
DOCUMENTI
"Il termine welfare state venne usato per la prima volta
in Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale, per
descrivere il tipo di stato "ricostruito" dal governo
laburista col più ampio consenso. Il termine è
sopravvissuto alla caduta di quel governo (1951). [...] Il
potere politico, nel welfare state, poteva essere
impiegato per modificare, con mezzi legislativi e
amministrativi, il gioco delle forze del mercato. In tre
possibili direzioni: 1) garantire ai singoli e alle famiglie
un minimo reddito indipendente dal valore di mercato
del loro lavoro o dal loro patrimonio; 2) ridurre
l'insicurezza sociale mettendo chiunque in grado di far
fronte a difficili congiunture: malattia, vecchiaia,
disoccupazione; 3) garantire a tutti, senza distinzione di
classe e di reddito, le migliori prestazioni possibili
(l'ottimo, non il minimo) relativamente a un complesso
di servizi predeterminati".A. BRIGGS, Welfare State:
passato, presente, futuro, Mondo Operaio, II, 1985
"Lo stato-provvidenza realizzato in Europa a partire dal
1945-46 ha cambiato natura e funzione. Ancora tra le
due guerre, il suo scopo era quello dell'assistenza, di un
riequilibrio precario delle disfunzioni sociali più
evidenti, nel quadro di una preoccupazione politica che
consisteva nel neutralizzare la lotta di classe nel
momento di sviluppo della grande industria. […] Dopo
il 1945, l'incremento molto sensibile delle spese sociali
per il canale dello stato-provvidenza appare come uno
dei motori necessari per dare impulso alla crescita
economica, mediante lo sviluppo della produttività del
lavoro. [...] Il progresso sociale è una componente
indispensabile dello sviluppo, perché partecipa
all'ampliamento del mercato interno, al miglioramento
della produttività lavorativa, contribuendo a una ripresa
degli investimenti, delle opportunità di lavoro e di
impiego".F. DEMIER, Lo stato sociale, in "Storia e
dossier", Febbraio 1989
sarebbe stato ben peggio! G. Gozzano, L’altro, in La
via del rifugio
11.
Ascoltami, i poeti laureati [che hanno ottenuto
la
gloria poetica]
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono [sbucano]
agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla;
le viuzze che seguono i ciglioni [fossati],
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. E.
Montale, I limoni (Ossi di seppia)
"L'attuale dibattito sulla crisi dello Stato sociale e
assistenziale non riguarda solo l'aumento degli oneri
finanziari. La critica è rivolta anche alla crescente
burocratizzazione, centralizzazione,
professionalizzazione, monetarizzazione e
giuridificazione, collegate allo sviluppo dello Stato
sociale. E' difficilmente contestabile il fatto che lo
Stato sociale sia stato un forte motore di
trasformazione della società ma che, ampliando le
funzioni pubbliche nel campo della sicurezza sociale,
abbia anche distrutto l'ambiente sociale, indebolito il
potenziale di iniziativa personale e limitato l'autonomia
dei singoli. L'individuo è stato assoggettato alle regole
disciplinatorie dello Stato sociale ed ha perso la libera
disponibilità su un'ampia parte dei propri beni. Molti
chiedono perciò di risolvere i problemi sociali in modo
più deciso, attraverso il mercato o ridando slancio alla
funzione sociale dei gruppi, come le organizzazioni di
autotutela ed in particolare la famiglia. Quest'ultimo
punto appare tanto più necessario, in quanto, ad
esempio, alcolizzati, tossicodipendenti, malati di AIDS
o malati cronici necessitano non solo di aiuto materiale
ma anche, soprattutto, di dedizione umana".
G. A. RITTER, Storia dello Stato sociale, Roma-Bari,
1996
"In realtà, si profila l'esigenza di ripartire dal basso
poiché, se è vero che la crescente articolazione e
sofisticazione della domanda dei cittadini ha
rappresentato l'aspetto veramente dirompente rispetto
alla rottura del modello di welfare tradizionale,
statocentrico e monopolista, di fatto, nei processi di
ridefinizione organizzativa e funzionale del nostro
modello di politiche sociali gli utenti hanno svolto
finora un ruolo del tutto residuale. [...] Invece, laddove
i soggetti di offerta hanno operato "sporcandosi le
mani" con i bisogni sociali emergenti, anche estremi, si
sono registrati i risultati più importanti in termini
d'innovazione dei modelli di intervento e qualità delle
prestazioni (emblematica sotto questo aspetto è tutta la
vicenda del terzo settore nel campo dell'assistenza ai
tossicodipendenti ed ai malati di Aids, oppure negli
interventi a favore dei minori ecc..)".34° Rapporto
annuale sulla situazione sociale del paese 2000 Sintesi, CENSIS
“Il Mercato del Lavoro: le Tipologie di Contratti e le
Tutele previste dal Welfare State.
Ognuno di noi conosce il contratto di lavoro a tempo
indeterminato: i più anziani è probabile che l'abbiamo
sottoscritto anni fa, mentre i più giovani ne hanno
sentito parlare come di un esemplare in via
d'estinzione. La tendenza attuale privilegia, infatti,
nuovi rapporti di durata predeterminata, subentrati a
quelli che si protraevano per l'intera vita lavorativa,
dalla giovinezza alla pensione. L'introduzione di
moderne forme di flessibilità nei contratti di lavoro ha
prodotto nel corso degli ultimi anni profonde
trasformazioni, sia economiche che sociali, e tuttora la
materia appare suscettibile di riforme volte a favorire
l'incontro tra domanda e offerta, introducendo al
contempo forme di tutela estese anche ai lavoratori
atipici.
I nuovi contratti sono da decenni protagonisti di
dibattiti, forum e confronti, a tratti aspri, tra giovani,
imprenditori, sindacati e politici. Numerosi sono stati i
tentativi volti alla ricerca dell'equilibrio tra l'esigenza di
favorire la flessibilità in entrata, che diviene una risorsa
ancora più importante nell'attuale periodo a rischio di
stagnazione economica, e le richieste di più alcune
forme di tutela a beneficio delle nuove generazioni le
quali probabilmente si dovranno abituare ad un
Welfare State con forti tratti di discontinuità rispetto al
passato. Radicali trasformazioni nel sistema
pensionistico e previdenziale, nei rapporti di lavoro,
nelle forme di protezione sociale e nelle contrattazioni
sindacali sono all'ordine del giorno e sono prevedibili
ulteriori riforme nel periodo a venire se pensiamo come
i contratti atipici siano piuttosto recenti e di
conseguenza suscettibili di correttivi e miglioramenti.
Le moderne forme di organizzazione del lavoro sono
molteplici e ciascuna presenta peculiarità proprie che la
rendono più o meno consona ai diversi settori
merceologici, alle esigenze di piccole e grandi aziende
ed alle aspettative dei giovani che tentano di costruirsi
una carriera. Tra tutte citiamo le più diffuse, ovvero il
contratto a tempo determinato, quello di formazione e
d'apprendistato, il lavoro intermittente, il lavoro
accessorio o occasionale, il contratto a progetto e le
diverse forme di telelavoro ancora poco diffuso, ma
secondo alcuni una delle maggiori risorse per il
futuro.” ( dal sito www welfare.it, home page)
68
4. AmbitoTecnico-scientifico
Argomento: Bioetica: quali limiti alle nuove frontiere della scienza
Doc.1 Secondo l'Encyclopedia of Bioethic la bioetica è “lo studio sistematico delle dimensioni morali – comprendenti la visione morale,
le decisioni, la condotta, le politiche – della scienza della vita e della cura della salute, attraverso una varietà di metodologie etiche in un
contesto interdisciplinare” (W.T. Reich, Encyclopedia of Bioethics, New York 1995, vol. I, p. 21).
Doc.2 Il termine deriva da “bìos” (vita) ed “éthos” (costume) e venne coniato all'inizio degli anni ’70 dall'oncologo statunitense Van
Rensselaer Potter, che riteneva scopo di questa scienza “ponte” – come la definisce egli stesso – portare tutta l'umanità a prender parte
attiva e consapevole ai processi dell'evoluzione biologica e culturale (Van R. Potter, Bioethics. The Science of Survival, in Perspectives in
Biology and Medicine, 14 [1970], pp. 120-153).
Doc. 3
Principali problemi aperti dalla bioetica:
1. Manipolazione genetica e clonazione
2. Fecondazione artificiale (omologa – eterologa, intrauterina –
in vitro, “utero in affitto”)
3. Interruzione della gravidanza (entro i 14 giorni – entro i primi tre mesi – oltre i tre mesi)
4. Integrità psico-fisica della persona (omicidio, suicidio, mutilazione e donazione degli organi)
5. Malattia (cure, consenso informato, accanimento terapeutico)
6. Eutanasia (passiva e attiva, consenso)
Doc.4 Definire cosa sia, di preciso, la “bioetica laica” è esso stesso uno dei problemi che oggi i laici si pongono e su cui il dibattito è
tutt’ora in corso, in particolare sulla nostra rivista Bioetica e sulla rivista Notizie di Politeia. Di fatto, la bioetica laica è oggi un insieme di
differenti vedute, anziché un corpus di valori unitario. Tuttavia, anche in mezzo alle differenze è possibile individuare alcuni comuni
denominatori che concorrono a definire l’approccio “laico” alla bioetica e a distinguerlo dagli approcci religiosamente ispirati. Innanzitutto,
la diversità di vedute che i laici riconoscono prima di tutto al loro interno testimonia come il pluralismo sia per il laico non solo un
eliminabile segno dei nostri tempi, frutto dell’impossibilità di giungere a riconoscere un’unica, condivisa autorità morale. Il pluralismo è
per il laico anche un valore fondamentale da promuovere. Altri aspetti che accomunano e identificano come tali i diversi approcci “laici”
alla bioetica sono:
- la centralità, nelle decisioni circa la vita e la morte, dell’autonomia e della libertà individuale, secondo le diverse accezioni che tali
concetti possono assumere;
- il valore attribuito alla qualità della vita, anch’essa variamente intesa secondo diversi criteri di valutazione;
- la disponibilità della vita, in relazione alle diverse e personali concezioni di valore;
- l’etica intesa come disciplina essenzialmente umana, cioè frutto della riflessione razionale degli uomini e non come un insieme di principi
"dato" una volta per tutte da qualche autorità morale o inscritto nella natura.
Intesa in questo senso, la bioetica laica si distingue per esempio, e soprattutto nel nostro Paese, dalla bioetica cattolica, che discende dal
Magistero della Chiesa Cattolica Romana e affonda le proprie radici in principi quali l’indisponibilità della vita umana, concepita come
dono di Dio e derivante dalla nozione di creaturalità, l’idea di “natura” come criterio normativo per la riflessione etica, che deve essere
conforme al disegno intelligente con cui Dio ha progettato il mondo e i suoi eventi "naturali", l’inviolabilità della vita umana come
principio prioritario rispetto alla considerazione della sua qualità.
Tuttavia, i confini della bioetica laica sono spesso oggetto di discussione perché, oltre a cattolici che si dichiarano laici o che di fatto
sposano molti dei valori laici, vi sono comunità confessionali che sostengono esplicitamente valori laici, e in primo luogo l’autonomia
morale, come la Chiesa Valdese e il mondo protestante più in generale.
Restano così tuttora aperti i problemi di come conciliare la laicità con le personali vedute religiose e di come tradurre nella pratica gli
approcci laici di chi comunque si riconosce in una certa confessione religiosa. Diverse distinzioni concettuali sono state avanzate per
rispondere a simili domande: per esempio quella fra un’accezione forte e un’accezione debole di “laicità”, che proprio la bioetica
contribuisce a mettere in luce; oppure quella fra un’etica (e una bioetica) sostanziale e una procedurale; o ancora quella fra etica pubblica e
coscienza individuale. Quanto queste distinzioni siano difendibili sul piano concettuale e quali differenze effettivamente comportino a
livello pratico e giuridico è un problema aperto che ha recentemente suscitato un vivo dibattito, di cui la Consulta di Bioetica si è fatta
promotrice negli ultimi anni e che è desiderosa di incentivare, anche ospitandolo nelle pagine della rivista Bioetica. Dal sito Consulta di
bioetica onlus
Doc.5 Il 9 Giugno 1996 Il Sole 24 Ore pubblicò il Manifesto della bioetica laica, che divenne subito il riferimento programmatico di
questa corrente, per lo meno per la realtà italiana. Portava la firma di Carlo Flamigni (professore di ginecologia all'Università di Bologna),
Armando Massarenti (giornalista de Il Sole 24 Ore, Maurizio Mori (direttore della rivista Bioetica) e Angelo Petroni (professore di filosofia
della scienza all'Università della Calabria e direttore della rivista Biblioteca della libertà).Secondo questo documento, laicità non significa
negazione di fedi e religioni:
“Noi laici non osteggiamo la dimensione religiosa. La apprezziamo per quanto può contribuire alla formazione di una coscienza etica
diffusa. Quando sono in gioco scelte difficili, come quelle della bioetica, il problema per il laico non è quello di imporre una visione
“superiore”, ma di garantire che gli individui possano decidere per proprio conto ponderando i valori - talvolta tra loro confliggenti - che
quelle scelte coinvolgono, evitando di mettere a repentaglio le loro credenze e i loro valori… La visione laica della bioetica non
rappresenta una versione secolarizzata delle etiche religiose. Non vuole costituire una nuova ortodossia. Anche tra i laici non vi è accordo
unanime su molte questioni specifiche. La visione laica si differenzia dalla parte preponderante delle visioni religiose in quanto non vuole
imporsi a coloro che aderiscono a valori e visioni diverse. Là dove il contrasto è inevitabile, essa cerca di non trasformarlo in conflitto,
cerca l'accordo ”locale”, evitando le generalizzazioni.
69
Doc.6 Ciò che caratterizza la bioetica cattolica è l'accento posto sul
“valore sacro della vita umana, dal primo inizio fino al suo termine” (Giovanni Paolo II, lettera enciclica Evangelium Vitæ n. 2).
“La vita dell'uomo proviene da Dio, è suo dono, sua immagine e impronta, partecipazione del suo soffio vitale. Di questa vita, pertanto,
Dio è l’unico signore: l'uomo non può disporne [corsivo nel testo]” (Ibid., 39).
“Dalla sacralità della vita scaturisce la sua inviolabilità, inscritta fin dall'origine nel cuore dell'uomo, nella sua coscienza”(Ibid., 40)
Tipologia C
“Le condizioni ottimali per il trionfo ( del fascismo) furono: un vecchio stato i cui meccanismi direttivi non erano più in grado di
funzionare;una massa di cittadini disorientati, disillusi e scontenti che non sapevano più a che autorità obbedire;forti movimenti socialisti
che minacciavano o sembravano minacciare la rivoluzione sociale…;una forte ondata di risentimento nazionalistico contro i trattati di pace
del 1918-20. In queste condizioni, le vecchie élite dirigenti … erano tentate di affidarsi all’estrema destra, come fecero i liberali italiani
con Mussolini nel 1920-22…queste erano le condizioni che trasformarono i movimenti in forze potenti e ben organizzate, a carattere
militare o paramilitare … Comunque né in Italia né in Germania il fascismo “ conquistò il potere” , a dispetto di tutta la retorica diffusa ….
il fascismo pervenne al potere grazie alla connivenza del vecchio regime, se non per sua stessa iniziativa, cioè in maniera “ costituzionale
…” (Hobsbawn Il secolo breve,BUR 1997, pagg155-156)
Discuti le affermazioni dello storico Hobsbawn,evidenziando le trasformazioni dal regime liberale monarchico a quello fascista , le fasi
di passaggio e le caratteristiche fondamentali dei due tipi di regime.
Tipologia D
Il dibattito sull'utilizzo dell'energia nucleare e della sicurezza di essa, si arricchisce di nuove considerazioni dopo il grave incidente
dell'esplosione nel reattore di Fukushima in Giappone. Fa pensare che proprio lo Stato che ha subito, in prima battuta, gli effetti nefasti
della contaminazione, abbia sviluppato lo sfruttamento di questa energia, ignorando tra le misure di sicurezza da adottare quelle relative
alla forte sismicità del proprio territorio. I drammatici fatti che scorrono dinanzi ai nostri occhi ripropongono, non solo ai governi, ma
anche alla coscienza collettiva riflessioni più rigorose sulle scelte in materia di politiche nucleari.
I.T.I.S. G. GALILEI Livorno
a. s. 2010-2011
PROVA SIMULATA
Italiano Temi Esame di Stato 2010-2011
Tracce Italiano 1^ Prova - Maturità
Istruzione Secondaria Superiore - Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali
Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
TIPOLOGIA A
ANALISI DEL TESTO
Giuseppe Ungaretti. Da L'allegria, In memoria
Si chiamava Moarnmed Sceab1
Discendente
di emiri z di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome
fu Marcel
ma non era francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano3
gustando un caffè
E non sapeva
sciogliere4
il canto
del suo abbandono.
L' ho accompagnato5
insieme alla padrona dell'albergo
dove abitavamo
a Parigi
70
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo6 in discesa
Riposa
nel camposanto d'Ivry
sobborgo7 che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera8
E forse io solo
so ancora
che visse.
1. Moammed Sceah: un amico che il poeta conobbe a Parigi e con cui condivise gli interessi filosofici e letterari.
2. emiri: in Arabia, capi politici e militari.
3. corano: libro sacro dell'Islam.
4. sciogliere: esprimere.
5. L' ho accompagnato: il poeta è presente al funerale dell'amico.
6. appassito vicolo: viuzza spenta, triste. L'aggettivo sottolinea il senso di morte.
7. sobborgo: il quartiere d'Ivry si trova sulla riva sinistra della Senna.
8. decomposta fiera: è l'addensarsi e il disperdersi della gente nelle strade. Per l'aggettivo cfr. nota 6.
• Bio-bibliografia dell'autore"
Il testo di Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970) proposto all'analisi (che nello versione originaria reca all'occhiello Locvizza 3 settembre 1916)
apre lo sezione Porto sepolto a cui appartiene anche I fiumi, celebre lirica di poco anteriore (la raccolta venne poi ampliata e prese il nome
di L'allegria nel 1931). L'amico d'infanzia, l'egiziano Moammed Sceab, ritrovato a Parigi dopo una lunga separazione e subito perduto
perché suicida, diventa quasi un alter ego del poeta che a lui si sente accomunato dalla condizione di sradicato e senza patria.
1. Comprensione del testo
1.1. Sintetizza i contenuti del testo in un massimo di quattro righe.
2. Analisi del testo
2.1. Individua i nuclei tematici del componimento, valutandoli anche in rapporto alla struttura metrica e ritmica.
2.2. Come è spiegabile la frammentazione del ritmo che investe tutto il componimento? A quale scopo l'autore ha compiuto questa scelta
stilistica?
2.3. Qual è il tono generale della poesia? Isola nel testo gli elementi lessicali utili ad argomentare la tua risposta.
2.4. Individua e commenta i termini semanticamente rilevanti e, tenendo conto anche della loro posizione, prova a spiegare la funzione che
l'autore attribuisce loro.
2.5. Circoscrivi e commenta i passi in cui il poeta fornisce informazioni per spiegare il gesto estremo dell'amico e prova a motivare
l'approccio cronachistico dimostrato dall'autore.
3. Interpretazione complessiva e approfondimenti
3.1. A partire da Ungaretti, elabora uno schematico excursus sul tema dell' esilio nella letteratura italiana, confrontando la posizione del
poeta con quella degli autori italiani da te conosciuti che si sono espressi sullo stesso argomento.
71
TIPOLOGIA B
Redazione di un “SAGGIO BREVE” o di un “ARTICOLO DI GIORNALE”
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE:
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di “saggio breve” o di “articolo di giornale”, utilizzando i documenti e i dati che
lo corredano.
Se scegli la forma del “saggio breve”, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e svolgi su questa base la tua
trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da’ al tuo saggio un titolo coerente e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di
ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se scegli la forma dell’”articolo di giornale”, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti
sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ‘pezzo’.
Da’ all’articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano,
rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l’argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o
reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio protocollo.
AMBITO ARTISTICO – LETTERARIO
ARGOMENTO: Il male di vivere nella poesia e nell'arte del Novecento.
DOCUMENTI
D0C 1
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
E. MONTALE, Ossi di Seppia, 1925
DOC 3
Anche questa notte passerà
Questa solitudine in giro
titubante ombra dei fili
tranviari
sull'umido asfalto
Guardo le teste dei brumisti
nel mezzo sonno
tentennare
G. UNGARETTI, L'allegria,
1942
DOC.2
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentivo querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
U. SABA, La capra, in "Casa e Campagna", 1909-1910
DOC.4
Gelida messaggera della notte,
sei ritornata limpida ai balconi
delle case distrutte, a
illuminare
le tombe ignote, i derelitti resti
della terra fumante. Qui riposa
il nostro sogno. E solitaria
volgi
verso il nord, dove ogni cosa
corre
senza luce alla morte, e tu
resisti.
S. QUASIMODO, Elegia,
1947
DOC.5
Documento del Consiglio di classe– pag. 72/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
Edvard MUNCH, L'urlo, 1893
"Sento il grido della natura!" (Munch).
"La deformazione della figura è giunta a un limite sconosciuto per quell'epoca. L'uomo in primo piano, con la bocca
gridante e le mani strette sulle orecchie per non ascoltare il proprio incontenibile urlo, che è anche urlo della natura, è
ridotto ad una misera parvenza ondeggiante in un paesaggio di delirio."
M. DE MICHELI, Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli 1999
3. AMBITO STORICO - POLITICO
Argomento: 150 anni dell’Unità d’Italia tra riflessioni, bilanci e prospettive per il futuro.
DOC 1 “Una parola per l'Italia?" Nessun dubbio: Costituzione.
Più di 100mila lettori di Repubblica.it hanno partecipato al sondaggio per scegliere la parola dei 150 anni. E hanno
votato senza esitazioni: la Carta, con Resistenza e Tricolore. E il messaggio è chiaro.
A imporsi dunque la parola Costituzione; ha tenuto a debita distanza, fin dall'avvio del sondaggio, due temibili
avversari: Resistenza e tricolore. In tre si sono aggiudicati quasi la metà delle preferenze. Hanno stracciato i
concorrenti, e significherà pure qualcosa. Parole come emigrazione e burocrazia fanno la loro discreta figura, niente di
più; tallonati da brigantaggio e tangentopoli, staccati più nettamente un'"anomalia" (per Croce e o i suoi seguaci) e una
costante del genio italico: il fascismo e il trasformismo.
La Costituzione, la Resistenza, il tricolore sono simboli dell'Italia seria e legale, impegnata e stretta attorno alla propria
bandiera. Attualizzati, molto presumibilmente: i padri costituenti invocati a salvaguardia della democrazia; la
Resistenza come valore fondante contro il fuoco incrociato della delegittimazione; il patrio vessillo troppo spesso
vilipeso. Snobbati il Concordato e l'austerity, e poco apprezzati la commedia e il
neorealismo, la guerra e il femminismo, il socialismo e la Ferrari, si difendono meglio la famiglia e gli anni di piombo,
l'Italia pallonara (calcio) e la Prima Repubblica (democristiana), i dialetti e gli scioperi. Relegati in fondo alla lista delle
magnifiche 25, neanche a farlo apposta, i telequiz e i festival. Il rovescio della medaglia: l'Italia televisiva surclassata da
lettori infastiditi dai tanti programmi banali o annoiati mortalmente dai signori e signorini del gossip-spettacolo.
Centomila voti. Uno spaccato del paese al cui interno, coscienti e responsabili, tanti piccoli grandi "elettori" si sono
coagulati attorno ai valori assoluti di un'italianità fiera di cui si avverte un gran bisogno.
150 anni dopo. “ (Massimo Arcangeli è linguista e critico letterario. Docente di linguistica italiana è stato preside della
facoltà di lingue e letterature straniere presso l'Università degli Studi di Cagliari. Dirige l'Osservatorio della Lingua
italiana). Da Repubblica.it del (25 gennaio 2011)
Doc. 2 “…Alla vigilia del 17 marzo 2011, la crisi non sembra prossima al superamento. Si sono invece esasperati i
motivi di ostilità verso lo Stato nazionale, da parte di politici e di intellettuali che considerano il Risorgimento una
disgrazia, l’unificazione dell’Italia una sopraffazione, lo Stato unitario una gabbia entro
la quale le popolazioni più sane della penisola sono state soffocate o sacrificate a beneficio delle popolazioni meno sane
o malsane. Per spiegare la crisi attuale, si sono affastellate varie spiegazioni, proposte come nuove e originali ma spesso
vecchie di almeno cento anni, facilmente divulgabili per la
Documento del Consiglio di classe– pag. 73/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
loro semplicità. C’è chi sostiene che la crisi dello Stato italiano è la conseguenza della inesistenza di una nazione
italiana, inventata centocinquanta anni fa per costruire artificiosamente uno Stato nazionale che non ha più ragione di
esistere. C’è chi sostiene che la crisi ha origine dall’origine stessa dello Stato italiano, creato da una minoranza contro il
volere, le credenze e le esigenze della grande maggioranza della nazione italiana. E c’è chi attribuisce la crisi attuale, e
tutte le crisi che lo Stato italiano ha sofferto nei centocinquanta anni della sua esistenza, al carattere degli italiani, ai loro
vizi e difetti antichi e costanti, condivisi dai fondatori e dai governanti dello Stato italiano, e dai loro successori. Siffatte
interpretazioni convergono nell’indicare nello Stato nato dal Risorgimento la matrice di tutti i mali di cui soffre l’Italia
di oggi. Attribuire allo Stato nato il 17 marzo 1861, con una popolazione di 22 milioni di abitanti, in massima parte
contadini poveri, 40 anni di vita media e l’80 per cento di analfabeti, la responsabilità dei mali dell’Italia del 2011, con
60 milioni di abitanti, il 90 per cento di alfabetizzati, una durata media della vita di 80 anni, il 99 per cento di
alfabetizzati e il 5 per cento di addetti all’agricoltura, è un’interpretazione che scaturisce da una credenza di fede
piuttosto che da una spiegazione razionale. Allora, in materia di fede, è forse preferibile credere che il 17 marzo 2011
avverrà il «miracolo dello Stellone», e che tutti gli italiani festeggeranno concordi l’Unità d’Italia. Almeno, questa
credenza pare condivisa dalla grande maggioranza degli italiani. E solo essi potrebbero compiere un simile miracolo.”
Emilio Gentile “ Lo Stato non piace, l’Unità si “ Corriere della Sera 10 marzo 2011.
Doc. 3 «La sensazione provata in questi giorni si può riassumere, senza retorica, in questa frase: si è ritrovata la patria»,
disse Pietro Calamandrei nella scia dell’entusiasmo collettivo per la caduta del fascismo. Sembrano parole scritte ieri,
dopo le feste nelle strade italiane, le piazze traboccanti di tricolori, la solenne cerimonia alla Camera con quell’Inno di
Mameli finale intonato dai parlamentari, di destra e di sinistra insieme, che proprio perché estraneo al protocollo è
andato dritto al cuore. Un patriottismo mite. Maturo. Venato di malinconia, se volete. Mille miglia lontano dalla retorica
savoiarda, muscolare, fascista, che tanti danni ha fatto all’amore per la patria. Ma arricchito da una nuova fierezza. Un
patriottismo riassunto tutto nel discorso di Giorgio Napolitano. Capace di ricucire pezzo per pezzo la nostra storia.
Senza veli sugli errori e le delusioni. Ma senza cedimenti al revisionismo demolitorio di tutto e tutti: «Non c’è
discussione,
pur lecita e feconda, sulle ombre, sulle contraddizioni e tensioni di quel movimento che possa oscurare il dato
fondamentale dello storico balzo in avanti che la nascita del nostro Stato nazionale rappresentò per l’insieme degli
italiani». “Un patriottismo mite” di G.A. Stella Corriere della Sera 18 marzo 2011
Doc. 4 “…Valgano dunque le celebrazioni del Centocinquantenario a diffondere e approfondire tra gli italiani il senso
della missione e dell’unità nazionale : come appare tanto più necessario quanto più lucidamente guardiamo al mondo
che ci circonda, con le sue promesse di futuro migliore e più giusto e con le sue tante incognite, anche quelle misteriose
e terribili che ci riserva la natura. Reggeremo – in questo gran mare aperto – alle prove che ci attendono, come abbiamo
fatto in momenti cruciali del passato, perché disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse umane e morali. Ma ci
riusciremo ad una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche
partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità. Non so quando e come ciò accadrà ; confido
che accada ; convinciamoci tutti, nel profondo, che questa è ormai la condizione della salvezza comune, del comune
progresso. “Dal discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti alle Camere riunite in occasione
della Festa dell'Unità 17 marzo 2011
Doc 5 150° E FUTURO
L'Unità d'Italia è stata (ed è ancora) un ininterrotto «lavori in corso»
Di fronte alla sovrabbondante valutazione dei 150 anni di unificazione del Paese, sorprende la quasi inesistenza di una
riflessione sul nostro collettivo futuro. Tutti gli occhi sono rivolti al passato, con l'orgoglio di quel che abbiamo fatto o
con il lutto per quel che non è stato. Di anni a venire non si parla, al massimo si prevede una trista prosecuzione dei
mali presenti.
Se anche in clima di celebrazioni del passato confermiamo che la società italiana vive in un processo continuato e
soggettivamente animato, possiamo allora guardare in avanti, per scorgere cosa potremo essere nei prossimi decenni....
Ma è ormai notorio che l'unità italiana, privilegiando una sua
inconsapevole aspirazione ad una piena democrazia sostanziale, è andata avanti
non su modelli costruiti in alto (la programmazione, la grande impresa, i settori ad alta tecnologia, l'attivismo statuale...)
ma su fenomenologie diversificate di emersione di una magari disordinata vitalità di base: l'economia sommersa, la
piccola impresa, il localismo ,la patrimonializzazione mobiliare e
immobiliare, la piena aderenza alla comunicazione di massa. Non sono sicuro che tali fenomeni e processi siano
destinati ad innervare anche nel futuro lo sviluppo e l'identità nazionale; ma sono sicuro che resterà in funzione il loro
fattore di fondo, cioè quella generatività, (Adottata dalla sociologia assume il valore di capacità di immaginare, creare e
dirigere la propria esistenza ed il rapporto con gli altri. In questa fase di crisi, un ascolto alla generatività dovrebbe dar
luogo ad una nuova politica. Anzi, soprattutto, ad una buona politica.) che ha negli ultimi decenni ha caratterizzato un
popolo che «sfangando la vita nel lavoro quotidiano» è uscito dalla povertà e ha costruito uno sviluppo collettivo
precedentemente impensabile.
Documento del Consiglio di classe– pag. 74/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
Ed è questa profonda generativa pulsione vitale che costituisce l'eredità, da accogliere magari con beneficio di
inventario, che l'attuale generazione trasmette a quelle successive, non perché la conservino tale e quale, ma perché la
trasformino in continua libertà di costruire l'avvenire."
GIUSEPPE DE RITA 22 marzo 2011
2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
Argomento: la paura dello straniero
Doc. 1 Non è necessaria una profonda cultura per sapere che il Capro espiatorio e il razzismo si alleano da sempre nei
momenti più difficili. Si comincia dai più poveri, poi si arriva agli ebrei, agli arabi, agli omosessuali, agli handicappati,
ai deboli, agli intellettuali, ai dissidenti politici.
La grande forza del razzismo è la sua banalità. II razzista, lo xenofobo, non è un mostro che popola il nostro
immaginario. Come Hannah Arendt ha detto del nazismo, evocando la banalità del male, di solito il razzista è un
rispettabile padre di famiglia che, con buone intenzioni, desidera rieducare o isolare queste frange irregolari della
società che sono "brutte, sporche e cattive", per usare il titolo di un film celebre. II maggiore storico contemporaneo del
razzismo, George Mosse, ha osservato che il razzismo tende a diventare il punto di vista della maggioranza. E che la
maggioranza tende a eliminare naturalmente la minoranza, perché (e qui sta il salto logico constatabile oggi in Francia e
in Italia) il razzismo fa credere che criminali si nasce, non si diventa.
da A. Tabucchi E’ facile dare la colpa agli zingari in "Intemazionale,,, 10-09-2010
Doc 2 <<La sicurezza un diritto di tutti. ed è fondamentale che le persone in fuga da situazioni di guerra, violenza,
persecuzione individuale dove sicurezza non c'è, possano poi accedere a una procedura d'asilo e ottenere protezione>>.
Così Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr [Alto commissariato per i rifugiati], spiega le ragioni che hanno spinto a
dedicare la Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno al tema "Home, un luogo sicuro per ricominciare". Perché se
<<nell'immaginario collettivo vengono percepite come minaccia proprio queste persone che sono vittime di conflitti e
di violazioni dei diritti umani>> , si tratta di <<un equivoco che non va alimentato>>. Da Intervista di F. Miranda a
Laura Boldrini in “Left” 18-06-201
Doc. 3 ” Migliaia di uzbeki in fuga dal Kirghizistan in fiamme. Colonne di profughi che premono sul confine in cerca di
aiuto e di protezione. La Croce rossa scrive di essere "impotente": <<Non sappiamo più come aiutarli, dateci una
mano>> . II governo uzbeko ha chiuso le frontiere lunedì 14 giugno, nell'impossibilità , ha dichiarato il vicepremier
Aripov, di accogliere altri fuggiaschi. E ha chiesto alla comunità internazionale di inviare aiuto umanitario alle decine
di migliaia di adulti e bambini che si accalcano nei campi. <<Noi non siamo attrezzati>>.
Secondo l'ONU ce ne sono oltre 43 milioni al mondo, di persone cosi, e solo un terzo riceve protezione. Gli uzbeki sono
solo gli ultimi di una lunga serie di profughi costretti a fuggire dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione. Una
condizione precaria, che sfiora il paradosso quando i rifugiati sono costretti a tornare nella stessa terra da cui sono
scappati perché quella di accoglienza a sua volta è diventata insicura. Sembra un girone infernale, invece è un
fenomeno frequente, che spiega perché oggi le frontiere siano i più vasti campi profughi al mondo. In Africa, con le
persone che sopravvivono nelle tende sul confine, ci si potrebbe popolare un'intera nazione. Restano sul bordo, là dove
è più facile fare i bagagli e scappare se la situazione precipita.” da P. Miranda, Vite senza sosta, in Left", 18-06-2010
Doc. 4 “ La crisi rivoluzionerà forse il rapporto uomo-donna nelle famiglie straniere, ma il processo d'integrazione è
irreversibile: <<L'immigrato tipo è mosso dalla speranza, non dalla disperazione, e piuttosto che tornare a casa a mani
vuote stringe i denti >. Parola di Maurizio Ambrosini, sociologo dei processi migratori all'Università di Milano, firma
di Lavoce.info e direttore della rivista Mondi migranti.
Qualcuno però a Brescia, fa le valigie. Che succede? <<La crisi ha fatto precipitare il Pil di 5 punti, un balzo
all'indietro di 10 anni che si riflette sugli immigrati, da tempo in fase avanzata d'integrazione, come testimonia il
numero dei ricongiungimenti familiari assai più alto dei permessi di lavoro. Ora si arretra: dall'impiego fisso a quello
precario, dalla stabilità territoriale al nomadismo, dal ricongiungimento ai rimpatri provvisori, specie tra i migranti pin
recenti e vicini come i romeni, agevolati dal passaporto comunitario. Ma è un trend temporaneo. S'illude chi pensa che
la crisi metta in fuga gli stranieri>>.
da F. Pavi, 3 Domande a Maurizio Abrosini, La Stampa, 27-07-2010
Doc. 5 “Oggi, praticare l'ospitalità appare sempre più difficile: un'antica consuetudine, presente in tutte le culture come
dovere sacro, si sta smarrendo soprattutto in quella che chiamiamo civiltà "occidentale". Le cause di tale fenomeno
sono certamente molteplici. In primo luogo, il declino della prassi dell'ospitalità è provocato dal carattere consumistico
della società occidentale. Il mercato oggi si impadronito anche dell'ospitalità strappandola alla gratuità e facendone un
affare commerciale, un business. .
Documento del Consiglio di classe– pag. 75/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
Bisogna inoltre mettere in conto la mutata tipologia della presenza degli stranieri nelle nostre società . Una presenza non
più sporadica o stagionale ma consistente, stabile e - a differenza dei flussi migratori conosciuti a partire dal XIX
secolo -- "plurale": gli stranieri giungono tra di noi da paesi, culture e mondi religiosi distanti da noi e tra di loro. Di
conseguenza, molti degli "autoctoni" si sentono minacciati nella loro identità culturale e religiosa, oltre che in termini di
occupazione e di sicurezza, cosi che gli stranieri finiscono per incutere paura.” da E. Bianchi, Ospitate in voi
l’ospitalità, in il Sole 24 Ore", 23-05-2010
Doc. 6 “Un dolore senza nome” Claudio Magris 07 aprile 2011.
Nella parabola evangelica degli operai della vigna quelli che hanno lavorato soltanto un'ora, l'ultima della giornata,
ricevono lo stesso salario di quelli ingaggiati all'alba, che hanno lavorato tutto il giorno. Ma, se avevano atteso oziosi
tutto il giorno, è perché nessuno prima li aveva chiamati; perché fino a quel momento non avevano avuto, a differenza
degli altri, alcuna opportunità. L'inaccettabile disuguaglianza di partenza tra gli uomini, che destina alcuni ad una vita
miserabile e impedisce ogni selezione di merito, va dunque corretta, anche con misure apparentemente parziali e
disegualitarie, come fa il padrone della vigna.
Il mondo intero è un turpe, equivoco teatro di disuguaglianze; non di inevitabili e positive diversità di qualità, tendenze,
capacità, doti, risorse, ruoli sociali, bensì di punti di partenza, di opportunità. È un'offesa
all'individuo, a tanti singoli individui, che diviene un dramma anche per l'efficienza di una società. I profughi che
arrivano alle nostre coste e alle nostre isole appartengono a questi esclusi a priori, a questi corridori nella corsa della
vita condannati a partire quando gli altri sono quasi già arrivati e quindi perdenti già prima della gara. A parte il caso
specifico dell'emergenza di queste settimane, con tutte le sue variabili - l'improvvisa crisi nordafricana, la confusione e
mistificazione di pietà, ragioni umanitarie, interessi economici e politica di potenza, la lacerazione e l'impotenza o
meglio quasi l'inesistenza di un'Europa con una sua politica - quello che è successo e succede a Lampedusa non è solo
un grave momento, ma anche un'involontaria prova generale di eventi e situazioni destinati a ripetersi nelle più varie
occasioni e parti del mondo, di migrazioni inevitabili e impossibili, che potranno aprire un abisso fra umanità,
sentimenti umani e doveri morali da una parte e possibilità concrete dall'altra.
Il numero dei dannati della terra, giustamente desiderosi di vivere con un minimo di dignità, è tale da poter un giorno
diventare insostenibile e rendere materialmente impossibile ciò che è moralmente doveroso ovvero la loro accoglienza.
In Italia certo ancora si strepita troppo facilmente, dinanzi a una
situazione peraltro ancora sostenibile e meno drammatica di altre sinora affrontate in altri Paesi. Ma quello che è
avvenuto a Lampedusa è un simbolico segnale di una possibilità drammatica ben più grande; se a Milano o a Firenze
arrivasse di colpo un numero proporzionalmente altrettanto ingente di
fuggiaschi, le reazioni sarebbero - sgradevolmente ma comprensibilmente - ben più aspre. Quello che è successo a
Lampedusa dimostra, con la violenza e l'ambiguità di una parabola evangelica, la necessità e l'impossibilità di una
autentica fraternità umana universale, il dovere e il non potere accogliere tutti coloro che chiedono aiuto.
Proprio per questo, proprio perché la situazione è così grave e implica contraddizioni forse insanabili per la civiltà, quel
di più di ottuso rifiuto razzista, di calcolato e manovrato allarmismo, di livida chiusura è
inaccettabile. C'è un elemento quasi simbolico e in realtà terribilmente concreto che esemplifica questa tragedia e
richiama la parabola evangelica interpretata in questo senso da un saggio di Giovanni Bazoli. Barconi sono affondati nel
Mediterraneo, persone sono annegate senza che di esse si conosca
il nome. Questi operai non hanno avuto la chiamata e nemmeno il salvagente dell'ultima ora; sono stati cancellati dal
mare come se non fossero mai esistiti, sepolti senza un nome. Di molti, nessuno forse saprà nemmeno che sono morti;
ad essi è stato tolto anche il minimo di una dignità, il nome, segno di un unico e irripetibile individuo. La cancellazione
del nome è un oltraggio supremo, di cui la storia umana è crudelmente prodiga. Livio Sirovich, in un suo libro, racconta
ad esempio di un bambino ebreo nato in un lager di sterminio e ucciso prima di ricevere un nome. Meno tragico ma
altrettanto umiliante è quanto
racconta il maresciallo Chu Teh, lo stratega cinese della Lunga Marcia, quando nelle sue memorie dice che sua madre
contadina non aveva un nome, come non lo avevano le galline del pollaio, a differenza degli animali che amiamo e cui
rivolgiamo affetti e cure. Nella cerchia allargata della mia famiglia acquisita
c'è, in passato, una bambina illegittima, causa dell'ostracismo destinato a quell'epoca a sua madre nubile, morta piccola;
ho cercato invano, a distanza di tanti decenni, di ritrovare il suo nome e sento come una vergogna non esservi riuscito.
Il mare è un enorme cimitero di ignoti, come gli schiavi senza nome periti nella tratta dei neri e gettati nelle acque dalle
navi negriere. Oggi - nonostante le gravi difficoltà, fra l'altro messe ingiustamente soprattutto sulle spalle dell'Italia - si
può e quindi si deve fare ancora molto per accogliere quelli che il Vangelo chiama gli ultimi e che è difficile
immaginare possano veramente un giorno diventare i primi, come il Vangelo annuncia. Talvolta sono vilmente contento
che la mia età mi possa forse preservare dal vedere un eventuale giorno in cui non fosse materialmente possibile
accogliere chi fugge da una vita intollerabile.
Documento del Consiglio di classe– pag. 76/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
Doc. 7
Documento del Consiglio di classe– pag. 77/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
4 AMBITO TECNICO – SCIENTIFICO
Argomento: I giovani e lo studio delle scienze
Doc. 1 Imparano con disinvoltura a utilizzare l'ultimo modello di telefono cellulare o i programmi di download di file
musicali; partecipano in massa ai festival della scienza e sono assidui telespettatori dei programmi di divulgazione; eppure
quando si tratta di scegliere di studiare una disciplina scientifica all'università, si tirano indietro.
L'atteggiamento dei giovani italiani verso la scienza appare improntato a un'ambivalenza quasi schizofrenica che si riflette in
un'emorragia di iscritti ai corsi di laurea ad orientamento scientifico: uno studente universitario su due studiava per una laurea
scientifica nell'anno accademico1951/52; nel 2000/2001 lo faceva meno di uno su tre. Sono la Chimica, la Fisica e la Matematica
ad evidenziare il maggiore declino, mentre non ci sono mai state crisi nell'ambito delle scienze della vita grazie alla spinta di
settori quali le biotecnologie. Il problema, va detto subito, non è esclusivamente italiano, ma coinvolge buona parte dell'Unione
Europea. Qualunque iniziativa che miri ad attenuare, quando non a invertire, questa tendenza, deve interrogarsi su quali siano
le ragioni di un tale declino di interesse dei giovani per gli studi scientifici. Esiste un problema di percezione di ciò che
studiare scienza rappresenta agli occhi dei giovani, ed è per questa ragione che i dati raccolti da Observa-Science in Society
su un campione di ragazzi nella fascia di età cruciale (16-19 anni) rappresentano un punto di partenza particolarmente
significativo. Tra coloro che intendono frequentare l'Università, poco meno di uno su cinque (18%) è già sicuro di iscriversi a
un corso di laurea scientifico; più di uno su quattro ci sta pensando (29%). Uno su due (50%) lo esclude. Per la stragrande
maggioranza dei ragazzi (72%) il punto fondamentale è che la scienza risulta difficile o noiosa. D'altra parte, se andiamo a
vedere le motivazioni di chi ha già scelto di fare studi scientifici, il risultato è speculare: si studierà scienze perché
«appassionano gli studi scientifici» (81%). È molto importante prendere in considerazione il contesto scolastico, giacché è
con ogni probabilità proprio in tale contesto che si forma la percezione di una scienza «difficile» e «noiosa». Tanto per fare un
esempio, oltre il 75% degli intervistati ritiene che gran parte delle difficoltà nello studiare matematica siano dovute al fatto che
la maggior parte degli insegnanti non spiega bene. Poco più di uno studente su tre, poi, ha avuto l'occasione di utilizzare un
laboratorio di scienze, nonostante la stragrande maggioranza di quelli che hanno avuto questa opportunità la giudichi molto
utile per la propria preparazione.
Resta, infine, da non sottovalutare l'importanza di incentivi e sostegni concreti (borse di studio, sostegno nell'inserimento
professionale). E in questa direzione che si è mosso recentemente anche il progetto Lauree Scientifiche promosso dalla
Conferenza Nazionale dei Presidi delle Facoltà di Scienze con MIUR e Confindustria. Simili misure potrebbero avere un impatto
soprattutto su quel 30% di incerti che è forse, almeno nel medio periodo, il vero obiettivo delle Facoltà Scientifiche; ma
soprattutto, potrebbero evitare di alimentare un entusiasmo per gli studi scientifici che senza adeguati riscontri sul piano
pratico potrebbe rivelarsi addirittura controproducente.
M. Succhi, E Neresini, Perché i giovani non vogliono più studiare scienze?, www.observait, 7.06.2006
Doc. 2 La diminuzione del coinvolgimento dei giovani nella scienza, testimoniata per esempio da un calo delle iscrizioni
alle facoltà scientifiche in quasi tutti i paesi industrialmente avanzati, è un fatto ormai ampiamente documentato. È stata
avanzata l'ipotesi che questo fenomeno sia causato da una crisi del rapporto tra scienza e società che si potrebbe far risalire
alla metà del secolo scorso, quando alcuni effetti della scienza e delle sue applicazioni ( in particolare in campo bellico)
hanno favorito la rappresentazione di una scienza non sempre benefica e meno «vicina» alle persone. Tale situazione,
da molti lamentata non è stata però oggetto di analisi ad hoc né a livello nazionale né internazionale. L'indagine
Eurobarometro sulla scienza e tecnologia conteneva un quesito relativo alle possibili cause della mancanza di interesse
dei giovani negli studi e nelle carriere scientifiche cui gli europei hanno risposto in termini di «mancanza di attrattiva
delle lezioni di scienze», «difficoltà degli studi», «scarso interesse dei giovani verso le discipline scientifiche», «inadeguata
remunerazione percepita delle professioni di ricerca». Eppure, coesistono anche fenomeni che vanno in una direzione
inversa: tutte le iniziative di divulgazione e comunicazione scientifica sia a livello mediatico che quelle promosse da
ambienti scientifico-accademici, vengono accolte dal pubblico con grande attenzione e, ove è possibile, con grande
partecipazione.
Appare quindi una strana contraddizione: da un lato, i giovani sono estremamente attratti dalla conoscenza dei risultati
scientifici, dall'altro sembrano poco propensi ad essere essi stessi attori di questo processo di produzione di conoscenza.
In questo contesto problematico si situa il progetto Giovani e Scienza che, attraverso un'indagine campionaria nazionale
sui giovani tra i 18 ed i 25 anni, residenti nelle grandi ripartizioni geografiche, in aree urbane e rurali, si è proposto di
migliorare la conoscenza della relazione tra scienza e società nelle sue principali dimensioni:
− culturale (livello di interesse, immagine e percezione della scienza e degli scienziati, conoscenza);
Documento del Consiglio di classe– pag. 78/94
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− democratica e di governance (risorse per la scienza, fiducia e valori della scienza, comunicazione della scienza);
− scolastica (esperienze scolastiche, autovalutazione, percezione delle opportunità di studio e di lavoro);
− istituzionale (percezione della competitività, dello stato e dei costi del sistema scientifico nazionale).
Tali conoscenze sono a nostro avviso propedeutiche alle attività di politica scientifica volte alla ricostituzione di un
legame di fiducia tra scienza e società, alla promozione della cultura scientifica, all'individuazione dei punti critici del
sistema istruzione - scienza - società, alla realizzazione di politiche per il recupero delle iscrizioni a facoltà scientifiche
e alla verifica di un possibile ruolo del mondo della ricerca nella comunicazione pubblica della scienza. [...] M. C.
Brandi, L. Cerbara, M. Masiti, A. Valente, Giovanie scienze in Italia tra attrazione e distacco,
www.icom.sissalt, giugno 2005
Doc. 3 La ricerca che viene presentata segue il lavoro del 2003 Scienze, un mito in declino? anche questa realizzata con
il contributo del Ministero della Pubblica Istruzione sulla base dalla legge 6/2000. Da quel lavoro emerse che in Italia, al
pari degli altri Paesi ricchi d'Europa e del mondo, i giovani sceglievano sempre meno corsi di studi universitari di Scienza
di base. In questi anni, altri hanno condotto ricerche sullo stesso tema con conclusioni analoghe che hanno portato anche
alla promulgazione della legge "Lauree scientifiche" allo scopo di favorire l'orientamento degli studenti verso questi studi.
Dovrebbe indurre alla riflessione il fatto che nel provvedimento non sono presenti, nel novero delle discipline
scientifiche, né le Scienze Naturali né quelle Biologiche e Geologiche (assenza non certo compensata da Scienza dei
materiali). È pur vero che le Scienze della Natura non attraversano la stessa crisi delle facoltà di Matematica, Fisica e
Chimica, tuttavia questa separazione non aiuta a risolvere il problema che è generale per tutta la Scienza, non solo per una
parte di essa. A considerare le sole iscrizioni si potrebbe essere portati a pensare che nell'ambito delle Scienze della Natura
vada tutto bene, ma non è vero: ci sono preoccupazioni serie e profonde seppure di tipo diverso, come mostra questa
indagine.
Siamo arrivati ad un punto in cui i provvedimenti che tendono a superare difficoltà, erroneamente ritenute contingenti,
non bastano più: il problema delle Scienze in Italia è grave come negli altri Paesi, ma presenta peculiarità per molti
versi assai più preoccupanti. Una di queste preoccupazioni deriva dal fatto che nel nostro Paese non sono stati ancora
messi a punto dei piani straordinari per creare Osservatori permanenti, qualificati ed efficienti per l'analisi della
validità dell'insegnamento in generale. Non c'è che da accogliere con gratitudine i campanelli d'allarme venuti dalle
indagini OCSE-PISA che hanno messo in evidenza come il nostro sistema scolastico fornisca risultati imbarazzanti per
ogni disciplina portante esaminata: dalla Lingua, alla Matematica, alle Scienze. Questa constatazione è ancora più grave
se paragonata all'esito degli esami di Stato che appaiono come un gigantesco indulto nazionale che costruisce piani di
merito artificiali in cui trovano posto tutti indipendentemente dalle loro prestazioni scolastiche.
Paradossalmente per i pochi laureati in discipline scientifiche, anche se con risultati brillanti, le prospettive di
specializzazione sono incerte, rare e con remunerazioni insufficienti; la ricerca non viene incentivata ed i giovani si
debbono rivolgere all'estero, una scelta che spesso rende arduo il rientro per come funziona il nostro sistema di
reclutamento. Quindi non è solo il nostro sistema scolastico ad essere in crisi, ma l'intero sistema formativo con
l'Università che non può essere considerata immune da responsabilità. V. Terreni, I giovani, la scuola, la scienza,
www.immaginedellascienza.anisna, gennaio 2007
Doc. 4 In arrivo l'ennesima bocciatura per la scuola italiana. I primi dati sul rapporto Ocse-Pisa sulle
compet e n z e l i n g u i s t i c h e e s c i e n t i f i c h e d e i q u i n d i c e n n i italiani non sono affatto confortanti. [...]
Il rapporto scandaglia le conoscenze e le competenze degli adolescenti che dovranno confrontarsi con i
coetanei in un mer cato del lavo r o glo b alizzato e che d o vr anno «orientarsi» in un mondo la cui
evoluzione viaggia a velocità sempre più sostenuta. Nella classifica ufficiosa relativa alle Scienze, l'Italia si piazza al
36° posto. Sotto nazioni come la Lituania e la Lettonia. Ma anche sotto Slovenia, Croazia e tutti i paesi industrializzati. Lo score di 475 punti è più basso dei 486 racimolati dai q uindicenni italiani nel 2003. E
il fatto che nella presente edizione i paesi partecipanti, dai 40 del 2003, siano aumentati a 57 non
attenua la delusione per i risultati ottenuti. Considerando, infatti i soli paesi iscritti quattro anni fa,
dal 27° posto l'Italia sarebbe scesa di altri tre posti. I primi in classifica sono i ragazzini finlandesi, che mettono
a segno ben 563 punti. L'Estonia è al 5° posto, la Germania al 13°, il Regno Unito al 14° e la Francia al
25°.
Tutti i paesi asiatici (Cina, Hong Kong, Giappone e Corea) sono nei piani alti della classifica. Si piazzano entro i primi dieci posti anche il Canada, la Nuova Zelanda e l'Australia.
Ma quali sono gli aspetti indagati da Pisa 2006? E in che cosa sono risultati carenti i quindicenni italiani? Il
questionario, compilato da migliaia di ragazzini delle scuole superiori, oltre che conoscenze e competenze scientifiche,
ha per la prima volta misurato l'interesse dei giovani verso le tematiche scientifiche. «Una adeguata comprensione di
come funzionino la scienza e la tecnologia è fondamentale perché un giovane sia preparato alla vita nella società
Documento del Consiglio di classe– pag. 79/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
odierna. È questa comprensione che consente a ciascun individuo di partecipare pienamente ad una società in cui
Scienza e Tecnologia rivestono u n r u o l o p a r t i c o l a r m e n t e i mp o r t a n t e », s i l e g g e nella presentazione
dell'Ocse. La cosiddetta literacy scientifica di Pisa 2006 misura la capacita degli adolescenti di «individuare
questioni di carattere scientifico», di «dare una spiegazione scientifica d ei feno me ni » e d i «u sar e
p r o ve fo nd ate su d ati scientifici». Sono appunto queste le principali lacune degli adolescenti che
l'Ocse segnala agli insegnanti italiani.
S. Intravaia, La scienza? Ai ragazzi non piace, «la Repubblica», 2.12.2007
Quanta fiducia hanno gli studenti nella scienza? Chi deve decidere sull'uso delle applicazioni tecnologiche? Come giudicano il proprio corso di scienze? E i laboratori scolastici? Con queste ed altre domande Adriana
Valente e Loredana Cerbara del Cnr hanno interrogato gli studenti di scuola superiore della provincia romana. Ne
è nata un'indagine sulla percezione della scienza tra i giovani e sullo stato dell'educazione scientifica, che ha
coinvolto 500 ragazzi tra i partecipanti agli incontri Scienziati e studenti all'Auditorium svoltisi recentemente
a Roma. Non un campione probabilistico, poiché selezionato tra le classi con maggiori interessi verso le scienze,
ma proprio per questo utile, perché descrive come la pensano gli studenti più sensibili alle scienze. E così, se
ben 1'80% di loro giudica interessante lo studio delle discipline scientifiche, il presidente del Cnr Luciano Maiani,
presentando i dati ieri a Roma, ha invitato a confrontare questo alto interesse con «la scarsa capacità di fare
scienza degli studenti italiani», come emerge dalle relazioni internazionali. Forse dipenderà anche dall'alto numero
di ragazzi per i quali la scienza si sceglie come professione per «una passione innata» (33%). Come dire che si
diventa scienziato per una vocazione, che poco ha a che fare con quello che si può imparare a scuola e che,
affermano Valente e Cerbara, è un dato in crescita rispetto a ricerche precedenti.
Ma qual è l'atteggiamento degli studenti verso le applicazioni delle scoperte scientifiche? Trova conferma l'impressione che i giovani siano vittime di «sirene irrazionalistiche»? Secondo le due autrici
della ricerca non è così. Infatti, agli scienziati la maggior parte degli studenti demanda la responsabilità di
prendere decisioni sull'uso delle applicazio ni, anche in materie sensibili come la clonazione. E la
scienza a scuola? Ci vorrebbe più laboratorio, dicono gli studenti romani, in accordo con quanto emerge
dalla grande indagine nazionale — la prima in Italia — che il Gruppo per la diffusione della cultura scientifica
diretto da Luigi Berlinguer ha pubblicato come ultimo atto del dicastero Fioroni. Ma basta con l'ora di
laboratorio usata come uno show: basta con il docente che fa l'esperimento dalla cattedra mentre gli
studenti prendono appunti. Molti di loro sognano un laboratorio dove essere liberi di scegliere attività da
svolgere o di elaborare autonomamente le ipotesi da verificare. Una prassi molto più vicina alla vera pratica
scientifica, insomma.
L. Orlando, Giovani e scienza, una vocazione, www.europaquotidiano.it, 28.05.2008
Tipologia C
"In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, i nostri dolori, le nostre
sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui in questi articoli"(P. Calamandrei, da un discorso tenuto a
Milano nel 1955).
Tipologia D
"Ogni individuo porta con sé, dalla nascita, un diritto uguale ed intangibile a vivere indipendentemente dai
suoi simili in tutto ciò che lo riguarda personalmente ed a regolare da sé il proprio destino"
(A. de Tocqueville).
Questo principio è accolto dallo statuto delle Nazioni Unite e dalla nostra Costituzione, che
pone a fondamento della convivenza civile il riconoscimento e la garanzia dei diritti
inviolabili dell'uomo e l'adempimento di doveri inderogabili di solidarietà. Tali valori però
risultano oggi drammaticamente violati dall'insorgere, in più parti, di comportamenti
individuali e collettivi mossi da intolleranza. Rifletta il candidato sugli odierni e gravi
fenomeni di violazione dei diritti umani, anche alla luce dei conflitti esplosi di recente in
paesi lacerati da guerre civili.
Documento del Consiglio di classe– pag. 80/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
TESTO SIMULAZIONE N.1 SECONDA PROVA ESAME DI STATO
ANALISI CHIMICA STRUMENTALE
22 Marzo 2011
I metodi ottici : Il candidato, dopo aver trattato in modo ampio i principi teorici alla base
della spettrofotometria di Assorbimento Atomico, descriva lo strumento usato in laboratorio ed
illustri una delle esperienze pratiche eseguite durante l’anno scolastico.
(E’ consentito soltanto l’uso del dizionario di italiano.)
TESTO SIMULAZIONE N.2 SECONDA PROVA ESAME DI STATO
ANALISI CHIMICA STRUMENTALE
14 Maggio 2011
Le tecniche elettrochimiche sono utilizzate fin dall’inizio del secolo scorso e mantengono anche
attualmente il loro spazio fra le tecniche analitiche strumentali.
Il candidato illustri almeno una di queste tecniche riguardo alle basi teoriche ed agli schemi degli
strumenti utilizzati in laboratorio.
Il candidato descriva inoltre le finalità e le modalità di una o più analisi da lui effettuata nel corso
dell’anno scolastico con tali strumenti.
E’ consentito l’uso del dizionario di italiano, della tavola periodica e della calcolatrice.
TESTI SIMULAZIONE N.1 TERZA PROVA ESAME DI STATO (24 marzo 2001)
MICROBIOLOGIA
1. Indica come viene espresso lo stato ecologico di un corso d’acqua secondo il D.L. n°
152/99 ed il ruolo dello studio dei Macroinvertebrati benthonici previsto dal protocollo EBI
utilizzato per la definizione dello stesso.
2. Descrivi la tecnica prevista per la ricerca dello Staphylococcus aureus nelle acque minerali,
facendo riferimento anche alle caratteristiche dei terreni utilizzati ed alle proprietà dello S.
aureus che l’uso di tali terreni mette in evidenza.
3. Elenca quali ricerche microbiologiche prevede il controllo normale sulle acque di rete
secondo il D.L. 152/99. Spiega brevemente le tecniche previste dal protocollo per tali
ricerche.
Documento del Consiglio di classe– pag. 81/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
IMPIANTI
1. La vasca di ossidazione può funzionare “a pistone” o “a miscelazione completa”. Descrivi le
caratteristiche delle due modalità evidenziando le situazioni di più frequente impiego.
2. Nei filtri percolatori la sostituzione dei supporti in pietra con materiale plastico ha
importanti conseguenze. Partendo dalle differenze tra i due materiali descrivile brevemente.
3. L’indice di volume del fango (SVI) è uno dei pochi parametri sperimentali che si possono
determinare velocemente negli impianti a fanghi attivi. Quali indicazioni si possono avere
dalla sua determinazione
IGIENE
1. Gli obiettivi dell'educazione sanitaria
2. Tossicità dell'agente patogeno nel rapporto tra ospite e parassita
3. Malattie infettive: profilassi diretta e indiretta
INGLESE
1. Describe some of the many important jobs microbes perform
2. How do low temperatures prevent food spoilage?
3. Can you give examples of recent forms of pollution?
TESTI SIMULAZIONE N.1 TERZA PROVA ESAME DI STATO (11 maggio 2011)
STORIA
1. Esponi in sintesi i fattori che portarono allo scoppio della I guerra mondiale.
2. Definisci le caratteristiche dei regimi totalitari
3. Definisci le caratteristiche del regime fascista anche secondo le acquisizioni storiografiche
prese in esame
Documento del Consiglio di classe– pag. 82/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
IMPIANTI
1. Per quale motivo negli impianti a filtri percolatori ad alto carico è necessario il ricircolo
dell’effluente? Fai uno schema a blocchi di un impianto nel quale l’effluente è prelevato
prima del sedimentatore secondario.
2. Prima della digestione aerobica un fango viene ispessito e il contenuto dei solidi sospesi
passa da 1,3% a 2,7%. Calcola la riduzione percentuale del volume del fango. Alla luce del
risultato ottenuto cosa si può affermare sull’utilità del trattamento di ispessimento?
3. La produzione di biogas dalla digestione anaerobica è maggiore quando il fango proviene da
una linea liquami a basso carico o ad alto carico? Giustifica la tua risposta
IGIENE
1. Confronto tra vaccinoprofilassi e sieroprofilassi
2. Eziologia dell'AIDS
3. Epidemiologia dell'epatite D
INGLESE
1. Describe the main stages of water treatment?
2. How can food be dangerous for our health?
3. What are the basic differences between viruses and bacteria?
Documento del Consiglio di classe– pag. 83/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
6. I criteri e gli strumenti di valutazione adottati , comprese le griglie di valutazione.
Per la valutazione annuale delle prove di verifica annuali i docenti hanno fatto riferimento alla
sottostante tabella di corrispondenza voto – giudizio sintetico – descrittori presente nel POF di
Istituto ed approvata dal Collegio dei Docenti per l’a.s. 2010/11.
VOTO
GIUDIZIO SINTETICO
DESCRITTORI
9-10
Eccellente
Partecipa in modo propositivo
Lavora in modo assiduo e/o proficuo
Si esprime con linguaggio ricco e appropriato
Ha acquisito conoscenze eccellenti, le rielabora in
modo personale,
dimostrando significative capacità critiche
Sa applicare le conoscenze a situazioni nuove
8
Ottimo
Partecipa in modo attivo
Lavora in modo assiduo
Si esprime con un linguaggio corretto e
appropriato
Ha acquisito conoscenze complete
Sa applicare le conoscenze a situazioni nuove
7
Buono
Partecipa in modo attivo
Lavora in modo assiduo
Si esprime con un linguaggio chiaro e corretto
Ha assimilato le conoscenze in modo più che
sufficiente
Sa applicare le conoscenze a situazioni analoghe a
quelle proposte
6
Sufficiente
5
Insufficiente
Partecipa in modo interessato, ma poco attivo
Lavora in modo regolare, ma poco approfondito
Si esprime con un linguaggio sufficientemente
corretto
Ha acquisito le conoscenze in modo essenziale
Rivela talune difficoltà ad applicare le conoscenze
a situazioni affini a
quelle proposte
Partecipa in modo saltuario
Lavora in modo discontinuo
Si esprime con un linguaggio impreciso
Ha acquisito le conoscenze in modo superficiale e
limitato
Applica le conoscenze minime con errori
4
Insufficienza grave
1-3
Insufficienza molto grave
Partecipa in modo passivo e disinteressato
Lavora in modo inadeguato
Si esprime con un linguaggio scorretto
Le conoscenze sono parziali e disorganiche
Anche se guidato rivela notevoli difficoltà nelle
applicazioni
Non partecipa al dialogo educativo
Lavora in modo incostante e inadeguato
molto frammentarie e lacunose
Non è in grado di applicare le conoscenze
Documento del Consiglio di classe– pag. 84/94
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CRITERI DI VALUTAZIONE E GRIGLIE DI CORREZIONE
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
TIPOLOGIA - A - ANALISI DEL TESTO
Candidato/a:
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
(Punteggiatura
Capacità di sintesi e
rielaborazione delle
conoscenze acquisite
Analisi del testo e delle Capacità di analisi e
strutture formali
interpretazione
Collegamenti e
contestualizzazione
descrittori
misuratori
pun
ti
Capacità di esprimersi Si esprime in modo:
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Comprensione
complessiva e sintesi
Classe:
Capacità di
rielaborare,effettuare
collegamenti,contestua
lizzare e operare
riferimenti critici
appropriato e completo
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Rielabora in modo:
completo e articolato
chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Analizza e interpreta
Descrive ed analizza
Individua gli elementi base
Individua in modo incompleto
Individua in modo errato
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
0,1-2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
5
4
3
2
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Rielabora in modo:
approfondito e critico
completo ed adeguato
essenziale
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
TIPOLOGIA B : ARTICOLO - SAGGIO BREVE
Candidato/a :
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
descrittori
Capacità di esprimersi Si esprime in modo:
( Punteggiatura
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Conoscenza
dell’argomento ed
efficacia
argomentativa
Classe:
Capacità di formulare
una tesi e/o di
sviluppare proprie
argomentazioni
appropriato e completo
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Argomenta in modo:
completo e articolato
chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Competenze rispetto al Capacità di rispettare
Rispetta consapevolmente
genere testuale
consapevolmente i
tutte le consegne
vincoli del genere
Rispetta le consegne
testuale
Rispetta in parte le consegne
Rispetta solo alcune consegne
Non rispetta le consegne
Organizzazione e
Capacità di rielaborare, Rielabora in modo:
presentazione del
di utilizzare in modo
approfondito e critico
contenuto
critico e personale i
completo ed adeguato
documenti a
essenziale
disposizione
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
misuratori
punti
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
0,1-2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
5
4
3
2
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
Tipologia C Tema di argomento storico.
Candidato/a :
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
descrittori
Capacità di esprimersi Si esprime in modo:
( Punteggiatura
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Conoscenza
dell’argomento e
coesione testuale
Efficacia e pertinenza
delle argomentazioni
Organizzazione e
presentazione del
contenuto
Classe:
appropriato e complesso
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Conosce
e
sviluppa
Conoscenza degli
eventi storici e capacità
l’argomento in modo:
di sviluppare in modo
completo e articolato
analitico e coeso
l’argomento proposto. chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Capacità di trattare in
Sviluppa l’argomento in
modo pertinente
modo:
l’argomento proposto
pertinente ed esaustivo
pertinente e corretto
essenziale,schematico
incompleto e poco pertinente
non pertinente (fuori tema)
Capacità di rielaborare, Rielabora in modo:
di utilizzare in modo
approfondito e critico
critico e personale le
completo ed adeguato
proprie conoscenze
essenziale
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
misuratori
punti
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
0,1-2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
5
4
3
2
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
Nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
Tipologia D Tema di ordine generale.
Candidato/a :
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
descrittori
Capacità di esprimersi Si esprime in modo:
( Punteggiatura
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Conoscenza
dell’argomento e
coesione testuale
Efficacia e pertinenza
delle argomentazioni
Organizzazione e
presentazione del
contenuto
Classe:
Capacità di sviluppare
in modo analitico e
coeso l’argomento
proposto
Capacità di trattare in
modo pertinente
l’argomento proposto
appropriato e complesso
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Conosce e sviluppa
l’argomento in modo:
completo e articolato
chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Sviluppa l’argomento in
modo:
pertinente ed esaustivo
pertinente e corretto
essenziale,schematico
incompleto e poco pertinente
non pertinente (fuori tema)
Capacità di rielaborare, Rielabora in modo:
di utilizzare in modo
approfondito e critico
critico e personale le
completo ed adeguato
proprie conoscenze
essenziale
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
misuratori
punti
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
0,1-2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
5
4
3
2
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
Nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
0,1-1
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
Documento del Consiglio di classe– pag. 88/94
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Seconda prova scritta:
ANALISI STRUMENTALE e LABORATORIO
CLASSE 5^............ CANDIDATO
A
A.1 Nessun svolgimento
A.2 Svolgimento molto incompleto
A.3 Contenuti parziali
A.4 Sono colti gli aspetti più significativi
ma la trattazione presenta lacune
A.5 Completi
A.6 Approfonditi
P tot 6
Contenuti
completezza
B
B.1 Fuori tema o presenza di errori gravi
B.2 parzialmente corretto
P tot 4
Contenuti
correttezza
C
B.3 Sostanzialmente corretti (con
inesattezze o errore circostanziato)
B.4 Corretti
P tot 5
Organizzazione dei contenuti
ed uso del linguaggio specifico
Punti
assegnati
................................................................
C.1 Forma scorretta , uso di terminologia
impropria, trattazione disorganica
C.2 Esposizione comprensibile non fluida,
linguaggio non sempre appropriato,
organizzazione frammentaria
C.3 Esposizione chiara ma semplice,
linguaggio complessivamente corretto,
organizzazione corretta ma scolastica
C.4 Esposizione chiara ed articolata,
linguaggio sempre appropriato,
organizzazione ben strutturata
C.5 Esposizione sistematica e puntuale.
Uso corretto del linguaggio e della
terminologia tecnica.
Impostazione corretta con collegamenti
disciplinari/interdisciplinari ben collocati.
p1
p2
p3
p4
p5
p6
p1
P2
P3
P4
p1
p2
p3
p4
p5
Valutazione punti
Sufficienza punti = 10; esempio A.4 + B.3 + C.3
Documento del Consiglio di classe– pag. 89/94
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……………
/15
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA TERZA PROVA SCRITTA
CANDIDATO ………………………………………………………………………………………..
Banda di
osc.
Conoscenza argomenti * 0 – 9
Lessico e ling./calcolo** 0 – 5
Indicatori
Sintesi
I
A
II
A
III
A
I
B
II
B
III
B
I
C
II
C
III
C
I
D
0–1
Scheda di valutazione complessiva:
Indicatori
Conoscenza degli argomenti
Correttezza lessicale e uso del
linguaggio specifico/calcolo
Capacità di sintesi
Banda di oscillazione in
180-esimi
0 – 108
Punteggio in
180-esimi
0 – 60
12
TOTALE
Valutazione
* Conoscenza
argomenti
assente
0-9
0
limitata
1-2
superficiale
3-4
soddisfacente
5-6
completa
approfondita
7-8
9
Giudizi sintetici
Inesistente o scarso
Insufficiente
Sufficiente
Buono
Ottimo/eccellente
**Lessico e
linguaggio/calcolo
non risponde
0-5
0
inadeguato con errori
1-2
semplice ma corretto
3
adeguato e preciso
Banda di
oscillazione
(punti)
0–5
6–9
10
11 – 12
13 – 15
4-5
Voto
assegnato
(15-esimi)
Documento del Consiglio di classe– pag. 90/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
Punteggio in
15-esimi
II
D
III
D
COLLOQUIO ORALE
Per la valutazione del colloquio, il Consiglio si è trovato d’accordo nell’adottare una
griglia di valutazione simile a quella sottoriportata:
CANDIDATO ………………………………………………………………………………………..
Articolazione
colloquio
Criteri
ARGOMENTO
SCELTO DAL
CANDIDATO
Punteggio 0-6
o
o
o
Superficiale e confusa
Sufficiente
Completa ed esauriente
0-1
2
3
Esposizione e
linguaggio
o
o
o
Incerta e confusa
Incerta ma propria
Fluida,articolata e
propria
Insufficienti
Superficiali
Sufficiente, completa ed
essenziale
Completa ed
approfondita
0-1
2
3
Linguaggio
specifico ed
esposizione
Applicazione delle
competenze
acquisite
Punteggio 1-3
o
o
o
o
COLLOQUIO
PLURIDISCIPLINARE
DISCUSSIONE DEGLI
ELABORATI
Punteg
gio
Conoscenza
degli argomenti
Conoscenza degli
argomenti
Punteggio 0-21
Indicatori
Mera presa
visione degli
errori
Autocorrezione
degli errori
Approfondimento
dei quesiti
richiesti
0-2
3-4
5-6
7-10
0-1
2
3-4
o
Incerta e confusa
Appropriata ma incerta
Appropriata ed
abbastanza fluida
Puntuale e sicura
o
o
o
o
Incerta
Parziale ma corretta
Corretta
esaustiva
0-2
3-4
5
6
1
o
o
o
Valutazione
assegnata
5
Nessun contributo positivo
Correzione degli errori in
modo autonomo
Discussione e chiarimenti su
punti richiesti dalla
commissione
PUNTEGGIO TOTALE
Documento del Consiglio di classe– pag. 91/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
2
3
/30
7. Elenco dei candidati.
1
Andrei Lucia
2
Antonacci Sara
3
Arnaldi Valentina
4
Bigoni Gabriele
5
Bolognesi Ambra
6
Bonsignori Nausica
7
Brinati Diletta
8
Caneschi Alessio
9
Ceccarelli Chiara
10
Costanzo Serena
11
De Simone Sara
12
Ferretti Andrea
13
Filiali Eleonora
14
Giannattasio Veronica
15
Golfarini Davide
16
Grassi Gianluca
17
Grossi Gianluca
18
Guillen Huallpa Karima Edith
19
Lenci Federico
20
Pampana Margherita
21
Paletti Jacopo
22
Piccioli Silvia
23
Prex Gaia
24
Scardigli Lorenzo
25
Silvestri Michele Pio
26
Stilo Elena
27
Tassi Camilla
Documento del Consiglio di classe– pag. 92/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
Composizione del Consiglio di Classe
MATERIA
DOCENTE
Religione
Capaccioli Andrea
Lingua e Letteratura Italiana
Villani Rossana
Storia
Villani Rossana
Lingua Inglese
Dani Raffaella
Matematica
Percoco Savina
Educazione Fisica
Raddi Annamaria
Analisi Chimica Strumentale
Bassani Marcello
Analisi Chimica Strumentale
(Laboratorio)
Bontà Alberto
Impianti Chimici
Marcolini Luigi
Lab. Microbiologia Speciale
Lombardo Rossella
Lab. Microbiologia Speciale
(Laboratorio)
Petrucci Mauro
Igiene e Legislazione Sanitaria Bini Stefania
Documento del Consiglio di classe– pag. 93/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno
FIRMA
Documento del Consiglio di classe– pag. 94/94
Esami di Stato a.s. 2010-11 ITIS “G. Galilei” di Livorno