Adozione di Michele
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Adozione di Michele
Adozione di Michele La telefonata che Francesca ha ricevuto da Giovanna il 12 dicembre 2011 ci ha letteralmente spiazzati! Ci e’ stato proposto di adottare un bambino in Siberia, a Novokuznetsk, nella regione di Kemerovo, anziche’ a Sanpietroburgo, dove oramai ci eravamo convinti che ci fosse un bambino ad attenderci e meta per la quale pensavamo di partire nella primavera del 2012. Francesca mi ha subito telefonato entusiasta della notizia, ma in prima battuta io, Giannandrea, non ero molto persuaso di questo spostamento dal momento che temevo le incognite legate al fatto di essere “apri pista” per questa regione. Francesca, quasi risentita per questa mia presa di posizione, mi ha incaricato di chiamare personalmente Giovanna per riferirle la decisione. Per fortuna Giovanna ha insistito e nel pomeriggio ha richiamato Francesca rassicurandola sullo stato di salute dei bambini e dicendole che erano piccoli e che, dato il vincolo di eta’ previsto dal nostro decreto di idoneita’ a causa della presenza di nostra figlia Claudia, adottando in Siberia i tempi si sarebbero sicuramente ridotti. Francesca ha detto a Giovanna che per lei andava bene e che se io avessi ancora rfiutato poteva anche pensare ad una prossima separazione! Poco dopo chiamai Giovanna per dirle che accettavamo di spostarci sulla Siberia. Il giorno dopo, il 13 dicembre, ci hanno telefonato per comunicarci la data di partenza: il 25 dicembre (proprio il giorno di Natale!). Avevamo pochi giorni per organizzare il viaggio ed abbiamo dovuto chiedere il visto d’urgenza per entrare nella Federazione Russa. Un unico cruccio offuscava la nostra felicita’: dover dire a Claudia che mamma e papa’ sarebbero partiti per andare a vedere il fratellino proprio il giorno di Natale! La mattina successiva siamo andati subito in agenzia di viaggi a Piacenza e poi ci siamo fermati all’Associazione per chiedere ulteriori informazioni. Proprio quella mattina era arrivata la fotografia del nostro Michele; ci hanno fatto sedere e ce l’hanno mostrata, un biondino di due anni e mezzo che posava davanti alla parete colorata di una stanza di un orfanotrofio russo. Dall’altezza sembrava piu’ piccolo della sua eta’, dalla tristezza dei suoi occhi ben piu’ grande. Da quel momento Michele e’ entrato a far parte della nostra famiglia ed e’ stato costantemente nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere (la fotografia era stata scattata l’8 dicembre - ricorrenza dell’Immacolata Concezione - e noi dovevamo partire proprio il giorno di Natale! Abbiamo subito affidato alla Madonna il nostro piccolino ed il nostro lungo viaggio). La mattina del 25 ci siamo alzati molto presto ed alle sette del mattino abbiamo aperto i regali insieme a Claudia. Nostra figlia ha chiesto alla mamma di quanto tempo disponevamo e quando le e’ stato risposto che dovevamo partire da casa per le otto, lei ha detto: “benissimo! abbiamo un’ora intera per giocare!!!. Il viaggio per la Siberia e’ veramente lungo e, anche a causa del fuso orario, siamo atterrati “al freddo ed al gelo” alle sei del 26 mattina insieme ad altre tre simpaticissime coppie. Con l’interprete, che ci attendeva all’aereoporto, siamo andati direttamente a Kemerovo (quasi tre ore di viaggio in pullmino sulle strade ghiacciate) per andare in Comune e ricevere le schede mediche dei bimbi. La data del 26 dicembre 2011 rimarra’ sempre impressa nelle nostre menti come un giorno da dimenticare. L’impiegata ci ha subito spiazzato dicendoci che mancavano alcuni dei nostri documenti ed inoltre volevano abbinare il nostro Michele ad un’altra coppia, che ha prontamente rifiutato lo scambio. Ci e’ caduto il mondo addosso! Pensavamo di dover tornare indietro senza nemmeno vedere il bambino! Ci siamo attaccati al telefono e, dopo l’arrivo di Natalia (la referente), l’impiegata ci ha ricevuto nuovamente comunicandoci che i documenti c’erano tutti e leggendoci la scheda medica di Michele. Dopo gli incontri organizzati dalla Primogenita e le testimonianze a cui abbiamo assistito pensavamo di essere pronti a tutto, invece la pessima scheda medica che ci e’ stata letta (soprattutto per i problemi di natura psicologica) ci ha mandato in crisi. Abbiamo ugualmente accettato, come le altre tre coppie, di vedere il bambino il giorno dopo. Durante il viaggio verso Novokuznetsk, dove avremmo alloggiato, eravamo tutti veramente a pezzi per le notizie ricevute unite alla stanchezza fisica. Quando la mattina seguente siamo andati all’orfanotrofio l’agitazione era a mille. Abbiamo ascoltato la storia di nostro figlio dalla direttrice dell’istituto e parlato con la dottoressa dell’orfanotrofio che ci ha dato notizie piu’ approfondite sul suo stato di salute, in parte discordanti con quelle comunicateci in Comune. Quando Michele e’ entrato nella stanza per mano ad una signora tutto “imbacuccato” con una pesantissima tuta con cappuccio (nonostante la temperatura altissima che c’era in tutti i locali) sembrava ancora piu’ piccolo di quanto potesse apparire in foto, con gli occhi spaventati e “spenti”. Francesca gli e’ subito andata incontro e si e’ seduta per terra per essere “alla sua altezza” e gli ha mostrato un peluche di Bamby che Claudia aveva scelto prima della partenza. Michele si e’ subito messo a piangere spaventato, allora Francesca ha cominciato a giocare con una macchinina e Michele, a questo punto, si e’ avvicinato e le ha dato la mano. Francesca non dimentichera’ mai questo primo contatto e soprattutto quando, dopo aver giocato un po’ con lui, lo ha preso in braccio la prima volta: Michele la stringeva fortissimo e desiderava essere coccolato. Io non sono riuscito a stabilire un contatto fisico sicuramente perche’ il bambino non era abituato a vedere figure mashili (ho gonfiato solo tantissimi palloncini perche’ si divertiva a giocarci). Nonostante la preoccupazione per il suo stato di salute, alla sera io e Francesca eravamo concordi sul fatto che Michele era nostro figlio e che dovevamo portarlo via il prima possibile dall’orfanotrofio. E’ stato molto doloroso dover partire per tornare a casa senza di lui! Per tutto il mese di gennaio abbiamo atteso con ansia l’elenco della documentazione da preparare per partire per il secondo viaggio (effettuato a fine marzo) ed ancora piu’ lentamente sono passati i giorni che ci hanno separato dal terzo viaggio (siamo partiti il 27 maggio e tornati finalmente in Italia il 7 giugno). Solamente dopo alcuni giorni che il bambino era con noi sono riuscito ad avere un contatto fisico, in compenso Michele cercava sempre la mamma ed e’ sempre stato molto affettuoso con lei. Gli “imprevisti” ci sono stati anche nel secondo e terzo viaggio, ma li abbiamo superati pensando che il nostro obiettivo era quello di portare a casa il nostro Michele. Ora in famiglia siamo in quattro! Michele adora Claudia, la sua sorellina piu’ grande, e lei, dal canto suo, si comporta da mammina anche se spesso lascia trasparire una naturale gelosia. Michele e’ vivacissimo e ci “tiene in pista” tutti. I problemi fisici che erano stati evidenziati nella scheda medica non si sono rilevati, fortunatamente, fondati. Michele stà bene ed è un bambino fin troppo sveglio; I medici ci hanno solo detto che probabilmente fino ad ora ha assunto pochissime proteine, ma a questo stà ponendo rimedio lui stesso in quanto è veramente una “buona forchetta”. La cosa piu’ importante e che ci rende felici e’ che i suoi occhi non sono piu’ ne’ spenti ne’ tristi. Ci auguriamo con tutto il cuore e ci impegneremo affinche’ entrambi i nostri figli possano crescere sereni e felici.