Il dominio degli estrogeni Le cause delle varici
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Il dominio degli estrogeni Le cause delle varici
21 marzo2004 MEDICINABIOLOGICA PSICOLOGIA Il dominio degli estrogeni Consultazione Analitica Continuiamo ad addentrarci nell’affascinante sistema ormonale femminile (2º parte) Alcune ricerche effettuate hanno dimostrato che una discreta percentuale di donne dai 30 anni in poi hanno, a volte, cicli anovulatori cioè senza ovulazione: non si ha la produzione del progesterone poiché non si forma il corpo luteo. La frequenza di questi cicli senza ovulazione tende ad aumentare con l’età fino al periodo menopausale. Cosa significa in termini pratici? Significa che la donna può vivere per un periodo molto lungo della sua vita con una situazione che il dr. John Lee e la dr.ssa Prior, endocrinologa della British Columbia University di Vancouver, chiamano “dominio degli estrogeni”. In altre parole, si ha una situazione ormonale dominata dalla presenza degli estrogeni non contrastati dai progestinici. Vediamo quali sono i sintomi legati o peggiorati da questa situazione di iperestrogenismo relativo: tra i più comuni troviamo le allergie, le alterazioni della funzione tiroidea (ipotiroidismo), malattie autoimmuni come le tiroiditi autoimmuni e il lupus, le artriti, la depressione, l’endometriosi, la tendenza a ritenere i liquidi, le irregolarità mestruali o le emorragie mestruali, l’irsutismo (crescita eccessiva di peluria corporea), il maggior rischio di mastopatia fibrocistica e di can- cro al corpo dell’utero, l’osteoporosi, la tendenza all’aborto, il fibroma uterino e la cosiddetta “sindrome pre-mestruale” (seni gonfi prima del mestruo, ecc...). È abbastanza ovvio che, se nella donna è presente una situazione di iperestrogenismo relativo, la somministrazione di estrogeni sintetici sotto qualunque forma e a qualunque dosaggio non farà altro che peggiorare la situazione clinica di base. Talvolta, in questi casi vengono prescritti progestinici di sintesi, ma questi farmaci, che non sono repliche esatte del progesterone naturale dell’organismo, pur avendo un razionale clinico, hanno purtroppo un lungo elenco di controindicazioni ed effetti collaterali, alcuni dei quali gravi (tromboflebiti, embolie polmonari, orticaria, edema, ecc). Vorrei ricordare che nella donna in menopausa già conclamata si assiste ad un calo degli estrogeni di circa il 40% e ad una quasi totale mancanza di progesterone: sembra, quindi, secondo i suddetti ricercatori, che i sintomi tipici della menopausa (vampate, sudorazione, insonnia, eventualmente ipertensione arteriosa che compare nel post-menopausa ecc.) siano da imputare non ad una carenza di estrogeni, come si era cre- duto fino ad ora, ma ad una carenza di progesterone endogeno. Ad aggravare la situazione generale, si sta facendo sempre più strada un concetto di origine ambientale. Esistono composti chimici con i quali purtroppo veniamo a contatto sistematicamente: conservanti, pesticidi, erbicidi contenuti nei cibi, materie plastiche derivate dal petrolio contenute nei profumi, nei vestiti, ecc. Tutte queste sostanze hanno la straordinaria capacità di imitare gli estrogeni: vengono infatti chiamati xenoestrogeni. Questi non sono biodegradabili e sono difficili da espellere dall’organismo sia animale che umano. Agendo poi sul sistema ormonale umano, imitano o aggravano un’eventuale situazione di dominio estrogenico. Fortunatamente, la Medicina Biologica (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, ecc.) ha da molto tempo posto attenzione su questa situazione a dir poco allarmante; esistono prove sempre più numerose che dimostrano l’esistenza di un collegamento fra alti livelli di estrogeni e tumori femminili al seno, utero e ovaie. Basta pensare alla capacità che gli estrogeni di sintesi hanno di far proliferare le cellule, in particolare uterine e mammarie. Che fare, allora? Il medico esperto di questi argomenti, riesce in genere a stabilire se ci troviamo di fronte ad una situazione con eccesso di estrogeni; l’atto terapeutico sarà poi rivolto al perseguimento di due obiettivi. Il primo è rappresentato dal cosiddetto “drenaggio”; si utilizzano in genere delle sostanze naturali con azione da un lato di eliminazione delle tossine rappresentate dagli xenoestrogeni, cioè conservanti, pesticidi accumulati negli anni, e dall’altro di ripristino dell’attività enzimatica cellulare da essi bloccata. Il secondo obiettivo è quello di somministrare preparati fitoterapici ad azione progestinica: in realtà si tratterà di somministrare alle pazienti non ormoni ma piante con azione progestinica, senza incorrere nel benché minimo effetto collaterale. Ovviamente, tutto ciò dovrà essere accompagnato da un’alimentazione guidata che consenta di impedire al massimo l’assunzione di alimenti che potrebbero contenere sostanze chimiche difficilmente eliminabili. dott. Danilo Vaccai medico-chirurgo omeopata-omotossicologo specialista in reumatologia Info: redazione giornale il lunedì e il martedì, tel. 055340811, fax 055340814 [email protected] CHIRURGIA Le cause delle varici degli arti inferiori pagina precedente sangue raggiunge i polmoni, dove potrà ossigenarsi, cedere le sostanze di rifiuto (i cataboliti) e ritornare verso la periferia ricco di ossigeno e privo di cataboliti. L’apparato valvolare è di estrema importanza, una sua alterazione è alla base della comparsa di insufficienza venosa e conseguentemente delle varici. L’incompetenza dei lembi valvolari può avvenire o a seguito di un processo infiammatorio, oppure a seguito di un cedimento delle pareti del vaso con conseguente aumento del suo diametro. In entrambi i casi si determinerà una grave alterazione del sistema che si traduce in una impossibilità del sangue a raggiungere il cuore con conseguente stasi venosa a valle. È infatti questo sangue povero di ossigeno e ricco di rifiuti che, ristagnando nelle gambe, a lungo andare determina un senso di pesantezza dell’arto, il prurito, la smania e nelle fasi avanzare i disturbi trofici, come le ulcere malleolari. Chiunque presenti delle varici, ha inevitabilmente un’alterazione del sistema valvolare che possiamo definire irreversibile e ingravescente. La teoria dell’incontinenza valvolare primitiva, attribuisce la dilatazione del vaso (detta flebectasia) ad un’iniziale insufficienza delle valvole venose a cui farebbe seguito, per carico pressorio idrostatico, la secondaria dilatazione venosa. In realtà gode di maggior credito la teoria parietale secondo cui è una debolezza primitiva della parete del vaso la causa della dilatazione, la quale verrebbe così ad essere antecedente al danno valvolare e responsabile della sua secondaria insufficienza. Quest’ultima teoria spiegherebbe bene la familiarità di questa malattia. È estremamente frequente che la paziente o il paziente riferisca lo stesso tipo di problema nella madre o nel padre. Il figlio erediterebbe cioè fattori che con il passare del tempo daranno vita ad una parete venosa particolarmente debole e sottile. Tutti noi sappiamo che esistono tuttavia fattori che possono favorire la comparsa di varici. Premesso che la razza bianca è più colpita rispetto ai negri e che le donne sono soggette 2-3 volte di più che gli uomini, il primo fattore da tirare in causa è la postura eretta, l’ortostatismo prolungato richiesto in molte attività lavorative. Basta infatti pensare come i baristi o i commessi sottopongono le proprie gambe ad un carico idrostatico che talvolta dura per molte ore senza poter alleviare questa situazione magari con una semplice e breve camminata. In realtà anche lo stare seduti spesso esercita una azione di ostacolo al deflusso venoso specialmente se la sedia è alta e con il bordo eccessivamente rigido; analogo ostacolo possono creare gli indumenti estremamente aderenti. Una alimentazione povera di fibre e di liquidi provoca stitichezza con conseguenti aumenti pressori intraddominali durante la defecazio- Spazio di Consultazione Analitica presso la sede Toscana dell’Aipa in via Leonardo da Vinci 3, Firenze. LEGAQUARTIERE1CGIL-SPI «Non perdere il nostro treno» Incontri di educazione alla salute, visite guidate, pomeriggi al cinema: è ricco il programma di iniziative organizzato dalla Lega Quartiere 1 dello Spi-Cgil anche per i prossimi mesi. Guardiamo allora insieme il calendario degli appuntamenti. Marzo 2004 n n n Educazione alla salute venerdì 5 - ore 15.30 via Sant’Agostino, 19 martedì 16 - ore 15.30 Chiesa San Jacopoin Polverosa via B. Marcello, 24 Visite guidate giovedì 25 Stagni di Focognano (oasi Wwf) Pomeriggio al cinema mercoledì 31 – ora da stabilire Aprile 2004 Educazione alla salute martedì 6 – ore 15.30 via Sant’Agostino, 19 martedì 20- ore 15.30 Chiesa San Jacopo in Polverosa via B. Marcello, 24 n Visite guidate giovedì 22 – Prato (i tesori artistici di una città industriale) n Pomeriggio al cinema mercoledì 28 – ora da stabilire La Lega Quartiere 1 dello Spi-Cgil è inoltre sempre disponibile per fornire tutte le informazioni previdenziali e assistenziali e per controllare la pensione n INFO e prenotazione appuntamenti:Lega Quartiere 1 Spi-Cgil Sindacato Pensionati, via G. Monaco, 29, tel. 0553249045 dal lunedì al venerdì 9-12 Proseguiamo il nostro viaggio all’interno di questa patologia Nell’articolo apparso sul numero scorso è stata sottolineata l ’ e st re m a dif f us ione e l’attenzione che la società pone a questo difetto funzionale ed estetico, la patologia venosa degli arti inferiori. Oggi parleremo dell’eziopatogenesi, cioè delle cause che concorrono alla comparsa della malattia. In effetti, tra le domande che mi vengono poste con maggior frequenza molte hanno attinenza proprio con questo argomento: «Perché mi sono venute le varici?», «Anche mia madre (o mio padre) ne soffriva, ho ereditato questo problema o è forse colpa del lavoro che svolgo?», «Sono state le gravidanze?», «Pratico poco sport?», «È bene camminare oppure è dannoso?», «L’alimentazione può influire?». In questo caso, anziché rispondere direttamente, cercherò di spiegare e fornire quegli elementi basilari che permetteranno di capire il meccanismo che sta alla base di questo complesso argomento. In questo modo potrete dare personalmente la soluzione alle precedenti domande, oltre ad avere anche gli elementi necessari per rispondere ad altri quesiti che qui per evidenti ragioni di spazio non possiamo prendere in considerazione. Il circolo venoso degli arti inferiori, è dotato di una serie di valvole che consentono al sangue di salire dal basso verso l’alto (dal piede verso il cuore) impedendo che questo possa tornare indietro. In questo modo il Talvolta ci sono malesseri cui non si riesce dare un nome, non si comprende da dove vengano e che significato abbiano. Possono anche coincidere con momenti particolari della vita, come i passaggi di età, i cambiamenti o gli eventi dolorosi. Ci si può sentire disorientati, demotivati nello studio o nel lavoro, troppo soli oppure confusi nei rapporti affettivi, privi di entusiasmo oppure afflitti da sintomi penosi da sopportare e da gestire nella vita di tutti i giorni: difficoltà con il cibo, difficoltà nel rapporto con gli altri, un’idea che tormenta, un senso di inutilità o di vuoto, una sfiducia profonda in se stessi che blocca ogni possibile progetto e tanto altro ancora. A volte è difficile persino chiedere aiuto, ma questo è il primo passo fondamentale per trovare una via di uscita. Lo Spazio di Consultazione Analitica è un luogo dove è possibile avere un colloquio con uno psicologo analista che può aiutare a capire il problema e a trovare un orientamento. Il colloquio è gratuito. Si riceve solo su appuntamento telefonico chiamando il numero 055570777. L’Aipa (Associazione Italiana di Psicologia Analitica) affiliata della Iaap (International Association of Analitical Psychology) è stata fondata a Roma nel 1961 con l’obiettivo di diffondere in Italia il pensiero dello psichiatra e psicoanalista svizzero C.G.Jung ed è divenuta in Italia uno dei centri più significativi per lo studio e la ricerca nel campo della psicologia del profondo. La scuola dell’Associazione è stata riconosciuta dallo Stato per l’abilitazione di psichiatri e psicologi all’esercizio della psicoterapia. ne che ostacolano anche in questo caso il ritorno venoso. È evidente come anche la gravidanza, da un certo momento in poi, condiziona inevitabilmente un transitorio periodo di rallentato deflusso venoso a causa della compressione che esercita l’utero gravidico. In realtà vi sono numerosi altri fattori come l’obesità, l’alcool, il fumo, gli estroprogestinici che possono da soli o insieme ad altri, favorire, in un terreno già geneticamente predisposto, la tendenza a formare varici. Sfortunatamente la vastità della materia, ci impedisce di entrare nei dettagli senza sfociare in un trattato di difficile comprensione. Come accennato in precedenza i concetti espressi devono fornire un semplice substrato per rispondere ai comuni quesiti e consentirci di affrontare con le idee sempre più chiare il prossimo appuntamento, dove parleremo della diagnosi. Nel frattempo spero in ogni modo, che questi pochi spunti possano aver dato a ciascuno di voi lo stimolo a conoscere meglio le proprie gambe e a prendere più spesso cura di se stessi. dott. Marco Marranci medico chirurgo specialista in chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia chirurgica digestiva patologie venose degli arti inferiori [email protected] Informazioni presso la redazione Tel. 055340811 Fax 055340814 [email protected] PRONTOCONSUMATORE Surgelati e congelati: il freddo a confronto Gli alimenti possono alterarsi per ragioni diverse. Può essere la presenza di microrganismi (batteri, lieviti, muffe), come l’azione di enzimi naturalmente presenti nei cibi e capaci di accelerare il degrado. L’uomo si è sempre posto il problema di conservare a lungo gli alimenti e ha messo a punto molte tecniche. Uno dei sistemi universalmente conosciuto è quello di portarli e mantenerli a temperature sotto lo zero termico. In questo modo la maggior parte dell’acqua presente nell’alimento viene trasformata in cristalli di ghiaccio cosicché le reazioni chimiche e la proliferazione batterica vengono bloccate. Esistono due diversi sistemi di conservazione dei cibi basati sull’abbassamento della temperatura al di sotto degli zero gradi: il congelamento e la surgelazione. Conoscere la differenza fra questi due sistemi vi consentirà una maggiore accuratezza nella scelta dei prodotti dal banco frigo. La prima importante differenza fra i congelati e i surgelati è la velocità con cui viene raggiunta la solidificazione dell’acqua. Negli alimenti congelati la trasformazione dell’acqua in cristalli di ghiaccio avviene a temperature poco al di sotto degli zero gradi e per periodi di tempo prolungati (alcune ore in base alla massa da congelare): in queste condizioni l’acqua si trasforma in macrocristalli che per la loro dimensione possono provocare lacerazioni nelle membrane delle cellule vegetali e animali al momento dello scongelamento. È quanto succede nel congelamento casalingo dove molti alimenti con alta percentuale di acqua, dopo scongelamento, si presentano molli ed inconsistenti. A livello industriale il processo di congelamento è ben più rapido rispetto a quello fatto nel freezer di casa, ma piuttosto lento se confrontato con la surgelazione. Quest’ultimo sistema permette un passaggio ultrarapido dell’acqua allo stato solido in modo tale che i cristalli di ghiaccio che si formano sono così piccoli da evitare la lacerazione dei tessuti. Un’altra grossa differenza fra congelati e surgelati e la temperatura di conservazione del prodotto: mentre per i surgelati è resa obbligatoria una conservazione pari a – 18°C dal momento della fabbricazione e fino alla vendita, per i cibi congelati la temperatura richiesta è di – 10°C. Infine mentre l’alimento congelato può non mantenere la confezione originale, ed essere venduto al taglio, il surgelato deve mantenere la propria confezione dove è chiaramente specificata la dizione “surgelato” ovviamente fino alla vendita al consumatore finale. Nella prossima numero vedremo altri vantaggi e svantaggi di queste due tipologie e come congelare e scongelare correttamente nel frigo di casa. dott.ssa Eugenia Forosetti pagina successiva