NEV n. 17 del 26 aprile 2007

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NEV n. 17 del 26 aprile 2007
NEV - NOTIZIE EVANGELICHE
protestantesimo - ecumenismo - religioni
26 aprile 2007
settimanale - anno XXVIII - numero 17
* INTERVISTA: Franco Negri, presidente del Sinodo della Chiesa evangelica luterana
* Sinodo luterano/1. Apertura alle pubbliche relazioni e l’accoglienza di due nuove comunità
* Sinodo luterano/2. Chiese evangeliche e mass-media
* Dal 27 al 29 aprile a Roma, le celebrazioni dei 120 anni dell'Esercito della Salvezza in Italia
* Immigrazione: soddisfazione della FCEI per l’approvazione del ddl Amato-Ferrero
* Strage in Turchia. Il presidente FCEI Maselli: “importante proseguire il dialogo”
* TELEGRAFO: Notizie in breve
* APPUNTAMENTI
* SCHEDA: L’Esercito della Salvezza
INTERVISTA
Franco Negri: Una chiesa che comunica e ascolta
a cura di Gaëlle Courtens
Roma (NEV), 26 aprile 2007 – Si è chiuso ieri il Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia
(CELI), svoltosi a Gazzada (VA) dal 21 al 25 aprile (vedi notizie in questo numero). Il presidente
del Sinodo, Franco Negri, fa il punto sullo “stato di salute” della Chiesa luterana, la quale, pur
essendo presente in Italia da centinaia di anni, ha sempre mantenuto un suo particolare carattere
italo-tedesco.
Come valuta il Sinodo appena concluso, in riferimento anche al tema centrale scelto per
questa assise: la comunicazione?
Quello della comunicazione, è un tema largamente abusato, ma non senza motivo: comunicare è
caratteristica intrinseca e qualificante di ogni essere vivente, e la diffusione dell’Evangelo è allo
stesso modo lo scopo fondamentale dell’esistenza della nostra chiesa.
Attraverso l’aiuto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, siamo riusciti ad ospitare e
coinvolgere personalità esperte nei processi comunicativi, compiendo un’analisi rigorosa della
nostra situazione attuale, rendendoci conto di essere su di un percorso lungo e difficile, e venendo
messi in guardia su quanto ci sia ancora da fare.
Abbiamo preso coscienza con umiltà dei nostri attuali limiti, e questa consapevolezza è secondo
me il miglior risultato dei nostri lavori: il Sinodo intero ha accettato di mettersi in discussione,
impegnando le proprie strutture allo scopo di migliorare l’efficacia della nostra comunicazione.
La doppia identità tedesco-italiana è una caratteristica delle vostre comunità. Come viene
vissuta?
Ci siamo domandati qualche tempo fa quale fosse la comunità “tipo” della nostra chiesa, ma non
siamo riusciti a darci una risposta. Olandesi, tedeschi, italiani e svizzeri sono le nazionalità
maggiormente rappresentate all’interno della CELI, ma anche queste non sono distribuite in
maniera omogenea. Ogni comunità ha quindi un suo specifico culturale, ed anche un proprio modo
di gestire nel vissuto quotidiano le modalità di integrazione dei suoi membri.
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Questo però non significa il caos, e nemmeno la rinuncia ad occuparsi del fattore culturale e
linguistico: la CELI e le comunità riconoscono, anche da Statuto, la piena parità delle lingue
italiana e tedesca, e si impegnano nel sostenere e proteggere le proprie diverse “anime”. Il lavoro
da compiere è estremamente difficile, richiedendo competenze e sensibilità fuori dall’ordinario –
ma i suoi frutti, quando riesce, sono dolci!
Qual è lo “stato di salute” delle comunità luterane in Italia?
In un momento di generale difficoltà delle strutture ecclesiastiche europee, che ha costretto anche
noi a confrontarci con la scomparsa di alcune rilevanti fonti di sostentamento, siamo ugualmente
riusciti a cogliere i frutti di un lavoro che ormai si protrae da diversi anni, assistendo con gioia alla
fondazione di due nuove comunità: Torino e Verona-Gardone. I loro delegati - assieme a quelli di
Merano, comunità che da qualche tempo ha incominciato un processo di avvicinamento alla CELI sono stati presenti al Sinodo appena trascorso: con ogni probabilità entro l’anno prossimo,
terminate le necessarie formalità, potremo votare la loro ammissione a pieno titolo. Per questo
risultato voglio ringraziare espressamente la lungimiranza del Concistoro della nostra chiesa, ma
anche le comunità, le quali hanno dimostrato un sincero entusiasmo verso i nuovi fratelli,
accettando senza alcuna riserva gli inevitabili sacrifici di genere finanziario legati a questa
decisione.
Qual è il suo auspicio per il futuro della CELI?
Resto in tema: l’ascolto. Grazie al lavoro delle donne e degli uomini che compongono la nostra
chiesa, siamo riusciti a darci delle strutture efficienti; grazie al loro impegno, vi è concordia: guai se
in futuro le strutture divenissero fini, e la concordia sordo compiacimento!
Auguro a me stesso ed alla mia chiesa di non perdere mai la capacità di riconoscere la voce del
Signore nelle parole di chi ha bisogno, anzi spero che questo ascolto diventi sempre più attivo, non
solo accogliendo in spirito di fraternità chi bussa alla nostra porta, ma andandolo a cercare fuori,
per strada. Allora “per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in
pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l’alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi
padri” (Dt 7,12). Augurio migliore non so fare.
Sinodo luterano/1. Apertura alle pubbliche relazioni e l’accoglienza di due nuove comunità
Roma (NEV), 26 aprile 2007 – Con una chiara apertura alla comunicazione e alle pubbliche
relazioni si è concluso ieri a Gazzada (VA) il Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia
(CELI), con il motto: “Non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a
voi” (Atti 20:20). La giornata del 24 è stata dedicata ad un’approfondita riflessione sulla
comunicazione e le chiese evangeliche (vedi notizia seguente).
“La CELI vive una nuova fase di impegno nella società italiana – ha dichiarato il presidente del
Sinodo Franco Negri – e per questo ci rallegriamo che il Sinodo abbia rilanciato il nostro impegno
sul piano della testimonianza e della comunicazione dei luterani di fronte alle sfide di oggi. Se lo
scorso Sinodo ci aveva resi attenti al tema dell’impegno pubblico dei cristiani evangelici di
tradizione luterana nel mondo di oggi – ha proseguito Negri –, il Sinodo appena concluso ci
impegna in una strategia di comunicazione verso l’esterno”. Anche il decano della CELI, pastore
Holger Milkau, ha posto l’attenzione sul tema della comunicazione, affermando: “La CELI, come
tutte le chiese evangeliche storiche in Italia, ha bisogno di forti e mirati impulsi allo sviluppo. Ne
abbiamo ricevuti durante il Sinodo di quest’anno, che ha trattato di pubbliche relazioni. Un’apertura
decisa nei confronti dei moderni mezzi di comunicazione, della cultura del dialogo, della riflessione
sulle offerte e sui messaggi che possono far ascoltare le nostre richieste, non può che farci bene”,
ha concluso Milkau.
Il Sinodo, che ha il compito di valutare l’operato della CELI dello scorso anno e di decidere sul
futuro della chiesa, si è rallegrato per la fondazione di due nuove comunità luterane, TorinoPiemonte e Verona-Gardone, che si prevede entrino a far parte integrante della CELI nel 2008. In
seguito alle dimissioni per motivi personali di un membro del Concistoro (l’esecutivo della CELI),
Adolf Feiler della comunità di San Remo, è stato eletto Peter Dippel, della comunità di Ispra-
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Varese, mentre le altre cariche di membri non consacrati del Concistoro (composto da tre laici e
due pastori) vedranno scadere il proprio mandato con il Sinodo dell’anno prossimo. Sono state
nominate alcune Commissioni sinodali di lavoro: sull’organizzazione e sul finanziamento della cura
pastorale per turisti; sull’elaborazione di un regolamento per la formazione e per il servizio di
predicatori e predicatrici laiche.
Il Sinodo infine ha ricevuto i saluti di Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, e di
Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), il quale
ha ricordato l’importanza della FCEI, che “non è solo un insieme di servizi, ma una comunità
cristiana di servizio per le chiese”. A nome dell’arcivescovo cattolico di Milano, card. Dionigi
Tettamanzi, ha portato un caloroso saluto il responsabile del Servizio ecumenismo e dialogo
interreligioso della diocesi, don Gianfranco Bottoni, il quale ha ringraziato la CELI per il suo
impegno a favore della laicità dello Stato e ha auspicato che, nel 2013, insieme si possano
celebrare “in modo ecumenico ma poco costantiniano” i 1700 anni dell’Editto di Milano.
Con l’occasione è stato presentato il volume che contiene gli atti del Sinodo dell’anno scorso:
“Chiese e società: compiti e vocazione”, a cura di Holger Milkau e Francesco Negri, Claudiana,
Torino 2007.
La CELI è membro fondatore della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha
rapporti di collaborazione con le chiese battiste, metodiste e valdesi. A livello internazionale, fa
parte della Federazione luterana mondiale (FLM), della Conferenza delle chiese europee (KEK), e
ha un particolare rapporto di collaborazione con la Chiesa evangelica tedesca (EKD). I rapporti tra
lo Stato italiano e la CELI sono stati regolati con la legge n. 520 del 29 novembre 1995 (Intesa
secondo l’art. 8 della Costituzione italiana). Attualmente, la CELI conta circa 7000 membri, in una
ventina di comunità e gruppi.
Sinodo luterano/2. Chiese evangeliche e mass-media
Roma (NEV), 26 aprile 2007 – “Fatevi una radio”: questa è stata la provocazione lanciata dal
giornalista e autore radiotelevisivo Gianluca Nicoletti (Golem, Melog) ai luterani italiani, in
occasione della giornata di riflessione su “La comunicazione come sfida: le chiese evangeliche e i
mass-media”, svoltasi a Gazzada (VA) il 24 aprile nell’ambito del Sinodo della Chiesa evangelica
luterana in Italia (CELI). Nicoletti ha individuato nella radio un mezzo di comunicazione più libero e
adeguato ad una comunità di minoranza come quella luterana rispetto alla televisione o ai grandi
giornali.
La giornata, introdotta da Gioacchino Fraenkel, professore onorario di economia presso
l’Università di Innsbruck (Austria), ha avuto lo scopo di avviare una riflessione sulla necessità di
una strategia di comunicazione attraverso i media e di definire i contenuti della testimonianza
cristiana nella società. Ad una tavola rotonda, moderata dal pastore valdese Giuseppe Platone,
direttore del settimanale “Riforma”, sono intervenuti giornalisti, professori ed esperti della
comunicazione italiani e stranieri. Secondo Marco Politi, vaticanista de “La Repubblica”, “la posta
in gioco non è tanto far conoscere una piccola chiesa, quanto piuttosto mettere in relazione
l’opinione pubblica italiana con la cultura protestante, cosa fondamentale per rapportarsi
all’Europa”. Paolo Naso, direttore della rivista “Confronti”, ha individuato alcuni “grandi vizi”
dell’informazione religiosa in Italia, che è “preconciliare, politicizzata e spettacolarizzata”, poco
attenta al pluralismo religioso e all’ecumenismo e molto centrata sulla logica dei grandi eventi.
Gianna Urizio, regista del programma televisivo “Protestantesimo” su RAIDUE, ha individuato il
concetto di comunicazione come condivisione, che “necessita la presenza di un io e un tu,
presupponendo l’ascolto del messaggio comunicato”. L’appassionato intervento di Arnd Brummer,
direttore del mensile tedesco “Chrismon”, ha sottolineato come la comunicazione sia legata alla
testimonianza cristiana: “Gesù Cristo – ha affermato – non ha aspettato che la gente andasse da
lui, ma è andato lui stesso tra la gente per annunciare la buona novella”.
Sono intervenuti inoltre Giovanni Ferrò, caporedattore del mensile “Jesus”, e Praxedis Bouwmann,
membro del consiglio del Comitato per la comunicazione delle chiese di minoranze luterane in
Europa (KALME).
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Dal 27 al 29 aprile a Roma, le celebrazioni dei 120 anni dell'Esercito della Salvezza in Italia
Sabato verrà ricordato anche il centenario del ministero femminile
Roma (NEV), 26 aprile 2007 – Si apre domani a Roma il Congresso nel quale l'Esercito della
Salvezza celebrerà i suoi 120 anni di presenza in Italia. “Forti del passato, certi nel futuro con
Cristo” è il motto scelto per marcare questa importante ricorrenza che prevede, dal 27 al 29 aprile,
conferenze, incontri, riunioni di culto, concerti. “Saranno tre giorni intensi – ha spiegato il maggiore
Massimo Paone, ufficiale in comando del Quartier generale nazionale dell'EdS – nei quali
vogliamo ricordare, con gratitudine al Signore, questi 120 anni di storia, fatta anche di momenti
difficili soprattutto durante il periodo fascista, e al tempo stesso affermare la nostra fiducia nel fatto
che Cristo continuerà a guidarci nel nostro impegno di testimonianza e servizio”.
Venerdì 27 sarà dedicato all'accoglienza dei congressisti, provenienti dai diversi “corpi” dell'EdS in
Italia, e degli ospiti dall'estero, tra cui i componenti della Fanfara della Divisione Ovest della
Germania che suoneranno sabato 28 alle 10 in piazza Navona, e la commissaria Robin Dunster,
che, in quanto capo di Stato maggiore, ricopre la seconda carica mondiale dell'EdS. Al
centoventennale sarà dedicato soprattutto l'incontro del pomeriggio di sabato 28 aprile, che si terrà
presso il Centro congressi di via dei Frentani 4, dove sono attesi numerosi ospiti e rappresentanti
delle chiese evangeliche italiane, tra cui il pastore Domenico Maselli, presidente della Federazione
delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Per l'occasione verrà presentato il libro di Antonio
Lesignoli “L'Esercito della Salvezza. Una introduzione”, edito dalla Claudiana.
“ll centoventennale non è però l'unica ricorrenza che ci apprestiamo a celebrare - ha ricordato la
capitana Debora Donini Wong –. Sabato mattina si terrà nella nostra sede romana, in via degli
Apuli, un incontro dedicato alle donne nel quale ricorderemo i cento anni del ministero femminile
nell'EdS”. L'EdS ha infatti sia ufficiali uomini che donne; nel passato due donne hanno raggiunto la
carica di generale che rappresenta il più alto grado di governo e presidenza dell'EdS mondiale.
(Su struttura e storia dell'Esercito della Salvezza, vedi la scheda relativa in questo numero)
Immigrazione: soddisfazione della FCEI per l’approvazione del ddl Amato-Ferrero
Roma (NEV), 26 aprile 2007 - “Siamo soddisfatti della impostazione generale di questo disegno di
legge che introduce elementi significativi di discontinuità rispetto alla Bossi-Fini”. Questo il giudizio
di Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti (SRM) della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (FCEI), sulla legge delega sull'immigrazione approvata lo scorso 24 aprile dal
Consiglio dei Ministri. “Il testo presentato dai ministri dell'Interno, Giuliano Amato, e della
Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, introduce una serie di riforme che vanno in direzione di un
capovolgimento di approccio all'intera materia” ha spiegato Di Lecce, sottolineando in particolare
l’importante novità costituta dal riconoscimento del diritto di voto attivo e passivo alle elezioni
amministrative per coloro che hanno la carta di soggiorno e risiedono in Italia da almeno 5 anni. “Ci
auguriamo – ha aggiunto Di Lecce - che venga emanato in tempi brevi anche il decreto legislativo
dotando così l'Italia di una legge equa e rispettosa dei diritti umani che guardi con realismo a tutte
le persone straniere che danno un importante contributo allo sviluppo della società italiana”.
Di Lecce ha inoltre espresso apprezzamento per il metodo partecipato e di dialogo che il Governo
ha instaurato in questi mesi, “incontrando ed ascoltando le diverse componenti della società civile
da anni impegnate nella tutela dei diritti dei migranti, le quali hanno potuto esprimere e condividere
preoccupazioni, suggerimenti e proposte in vista di una riforma dell'attuale legislazione”.
Strage in Turchia. Il presidente FCEI Maselli: “importante proseguire il dialogo”
Sdegno e sconforto nel mondo evangelico per la brutale uccisione di tre cristiani
Roma (NEV), 26 aprile 2007 – La brutale uccisione di tre cristiani della casa editrice evangelica
“Zirve”, a Malatya (Turchia), ha suscitato sdegno e sconforto nel mondo evangelico. Da più parti
sono giunte parole di condanna per l’assassinio lo scorso 18 aprile dei missionari evangelici, due
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dei quali erano turchi convertiti dall’islam, Necati Aydin e Ugur Yuksel, mentre il terzo, Tilmann
Geske, era cittadino tedesco, membri della chiesa protestante “Kurtulus” che conta una trentina di
fedeli. Il pastore Ihsan Ozbek, responsabile dell’Alleanza della chiese protestanti in Turchia, si è
detto scioccato, ma non sorpreso: “In Turchia da anni i partiti e i mass media dipingono i missionari
cristiani come traditori e persone che dividono la nazione, istigando il popolo contro di loro”.
Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Domenico
Maselli, all'indomani della strage ha dichiarato: "La tragedia dell'uccisione di tre evangelici in
Turchia è un altro frutto avvelenato del cosiddetto scontro di civiltà, di quella idea perversa che
contrappone fede a fede, cultura a cultura, popolo a popolo. Come cristiani evangelici, oggi ci
sentiamo ancora più impegnati a perseguire la strada del dialogo e della convivenza nel reciproco
rispetto tra le fedi e le culture. Con questi sentimenti, vogliamo esprimere la vicinanza ai nostri
fratelli turchi, sperando che la strage rimanga un episodio isolato e che anche in quel paese la
comunità cristiana possa testimoniare liberamente la sua fede".
“Un crimine contro la dignità della persona umana”, si è espressa così la Conferenza delle chiese
europee (KEK) in riferimento alla strage di Malatya. In un comunicato diffuso il 25 aprile la KEK
mette l’accento sulle crescenti difficoltà riscontrate dalle minoranze religiose in Turchia ed esorta il
governo turco ad “adottare nei loro confronti un nuovo atteggiamento”. Inoltre chiede ai musulmani,
ai cristiani e a tutti i credenti d’Europa di “rifiutare la strumentalizzazione della religione per fini
politici e di costruire insieme dei ponti di pace e di dialogo tra tutti i popoli e le culture”.
Condanne per questi atti di violenza sono giunte da Geoff Tunnicliffe, direttore internazionale
dell’Alleanza evangelica mondiale (AEM); dal vescovo luterano Wolfgang Huber, presidente della
Chiesa evangelica tedesca (EKD); dal pastore Thomas Wipf, presidente della Comunità di chiese
protestanti in Europa, che ha dichiarato: “Le nostre religioni sono movimenti di pace. Testimoniare
Dio è incompatibile con l’uso della violenza”.
TELEGRAFO
(NEV/VE) – Il Museo internazionale della Riforma di Ginevra ha ricevuto il Premio europeo per i
Musei 2007. Assegnato dal Consiglio d'Europa, il riconoscimento va annualmente a quelle
istituzioni che contribuiscono al mantenimento e alla comprensione del patrimonio storico e
artistico del vecchio continente. Il premio consiste in una statua dello scultore catalano Jean Miro,
un diploma e un assegno di 5000 euro. La giuria che ha attribuito il premio al museo ginevrino, ne
ha sottolineato la dimensione europea e internazionale, l'impegno per il dialogo tra le differenti
tradizioni cristiane, e la presentazione invitante ed efficace, attraverso materiali interattivi, delle
principali idee della storia del protestantesimo. Il Museo della Riforma accoglie ogni anno circa
25.000 visitatori e si sta preparando, con l'allestimento di una speciale mostra, alle celebrazioni nel
2009 del cinquecentesimo anniversario della nascita di Giovanni Calvino, il riformatore della città di
Ginevra (www.musee-reforme.ch).
(NEV/ENI) – In vista delle elezioni locali che si terranno in Inghilterra il prossimo 3 maggio, la
chiesa metodista della Gran Bretagna ha pubblicato per i propri membri delle linee guida su come
comportarsi nei riguardi dei partiti politici estremisti. “La chiesa metodista si oppone a tutte le forme
di estremismo politico e di razzismo. Le linee guida raccomandano alle chiese di evitare di mettersi
in situazioni che possano dare un tacito supporto a partiti o a posizioni politiche che promuovono il
razzismo”, ha spiegato Anthea Cox, coordinatrice del Dipartimento per la vita pubblica e la giustizia
sociale dei metodisti britannici. A destare preoccupazione è il British National Party che con le sue
posizioni anti-immigrati, sta raccogliendo e alimentando il sentimento xenofobo che sta crescendo
in alcuni strati della società inglese. Le linee guida suggeriscono alle chiese di non concedere i
propri locali a partiti che alimentano il razzismo, di contestare da parte loro l'uso di simboli cristiani,
e di non partecipare a eventi che possano implicitamente dare credibilità a queste forze politiche
(www.methodist.org.uk).
(NEV/WCC) – Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Samuel
Kobia, ha lanciato un appello al governo dello Sri Lanka e all'organizzazione ribelle delle Tigri
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Tamil per “ritornare agli obblighi” stabiliti dal trattato di pace del febbraio 2002, violato da entrambe
le parti, e per la ricerca di “soluzioni durevoli per mettere fine ad un conflitto che ha causato la
morte di molti innocenti”. Gli scontri tra forze governative e Tigri Tamil sono ripresi con violenza
alla fine del 2005 e, solo nelle ultime settimane, hanno prodotto più di 200.000 sfollati. “Nonostante
la risultante crisi nel paese – ha denunciato Kobia – la comunità internazionale sembra aver
dimenticato lo Sri Lanka”. Kobia ha anche invitato le chiese “ad essere in costante preghiera” per il
popolo della nazione asiatica, soprattutto per “coloro che si battono per la pace, la riconciliazione e
la ricostruzione”.
(NEV/VE) - La chiesa evangelica luterana in Austria potrebbe nominare la prima donna vescovo
della sua storia. Tra i dieci candidati che si presenteranno il prossimo 1° giugno per la successione
al vescovo Herwig Sturm, che presiede la chiesa luterana austriaca dal 1995, vi sono infatti quattro
donne. L’idea che uomini e donne possano candidarsi ad un'elezione vescovile ha già suscitato
qualche sorpresa tra i cattolici austriaci”, ha dichiarato il portavoce della chiesa luterana, Thomas
Dasek. Il vescovo Sturm, attualmente in carica, ha voluto marcare la positività di avere delle
candidate donne, contestando l'opinione che una donna vescovo possa essere accettata con
maggiore difficoltà negli ambienti ecumenici: “I rappresentanti delle chiese cattolica e ortodossa
accettano il nostro modo di essere chiesa – ha affermato Sturm – e molti sacerdoti austriaci hanno
già mostrato un atteggiamento positivo verso le donne pastore”.
(NEV/ENI) – L'immigrazione è il “lato umano” della globalizzazione. Lo ha affermato il pastore
Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), nell'incontro con
lo staff di “Churches Together” del Galles, avvenuto a Cardiff, lo scorso 25 aprile. In questa prima
tappa della visita in Gran Bretagna e Irlanda (24 aprile-4 maggio), Kobia ha voluto sottolineare
come l'immigrazione ponga nuove sfide alle chiese di tutto il mondo. “Per i cristiani accogliere lo
straniero non è un 'optional'”, ha detto Kobia, specificando che “Gesù non ci ha chiesto di
accogliere solo chi ha i documenti in regola o conosce la nostra lingua”. La via che le chiese
devono percorrere è quella dell'integrazione che “implica l'accettazione dei contributi dei migranti
per cambiare la chiesa e creare qualcosa di nuovo”. Kobia ha, infine, indicato tra le responsabilità
dei cristiani, la coscientizzazione dell'opinione pubblica riguardo alle difficili realtà che i migranti
devono affrontare nei loro paesi d'origine.
(NEV) – S'intitola “Il Dio sconfinato. Una teologia per uomini e donne” (ed. Claudiana, pagg. 104,
euro 10), l'ultimo libro di Elisabeth E. Green, teologa femminista e pastora della chiesa battista di
Grosseto. Si tratta di una serie di meditazioni e riflessioni teologiche, a partire dal capitolo 2 della
lettera di Paolo ai Filippesi - su un Dio in movimento continuo, che abita le periferie e abbatte le
barriere, invitandoci a fare altrettanto. “Dio sconfina. Partendo dal centro della sua divinità,
attraversa una serie di confini: tuffandosi nella realtà corporea dell'umanità, nascendo da una
donna, supera la distanza incolmabile tra divino e umano, condivide la nostra stessa origine, libera
il nostro corpo e tutti coloro che con il corpo sono stati identificati, le donne, le persone di colore”.
Claudiana, via S. Pio V 15, 10125 Torino; www.claudiana.it
APPUNTAMENTI
CEFALU' (Palermo) – Venerdì 27, per la XII settimana cefaludese per l'ecumenismo, “Da Cefalù a
Sibiu”, incontro con Elisabetta Ribet sul tema “Le chiese unite al servizio del mondo”. Alle 17.30
presso il Centro ecumenico “La Palma”, via Porta Giudecca 1.
ROMA – Venerdì 27, per il ciclo “Lettura pubblica e integrale della Bibbia”, gli attori Franco
Giacobini e Angela Goodwin proseguono la lettura del Primo libro dei Maccabei. Alle 19.30 presso
la chiesa di S. Lucia del Gonfalone, via dei Banchi Vecchi 12.
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SONDRIO – Venerdì 27, il Centro evangelico di cultura invita alla conferenza di Hans-Peter
Schreich-Stuppan sul tema “Sulle tracce delle comunità riformate della Valtellina e Valchiavenna”.
Alle 21 in via Malta 16.
BERGAMO – Venerdì 27, nell'ambito del Bicentenario della Comunità cristiana evangelica,
presentazione del documentario “Le due città” di A. Cremaschi e S. Visinoni. Alle 21 presso
l'Auditorium di piazza della Libertà.
Sabato 28, presentazione del libro “Una presenza riformata a Bergamo. La Comunità cristiana
evangelica nel corso di due secoli”. Alle 17, Biblioteca civica “Angelo Mai”, piazza Vecchia 15.
ROMA – Sabato 28, nell'ambito delle celebrazioni dei 120 anni dell'Esercito della Salvezza in Italia,
alle 10, a piazza Navona, concerto della Fanfara della Divisione Ovest della Germania; sempre
alle 10, in via degli Apuli 40, incontro delle donne per ricordare il centenario del ministero femminile
nell'Esercito della Salvezza; alle 15.30, celebrazione del Centoventennale presso il Centro
Congressi di via dei Frentani 4.
Domenica 29, ore 10,30 culto in via dei Frentani 4; 15,30 concerto della Fanfara, via degli Apuli 40.
PRALI (Torino) – Dal 30 aprile al 5 maggio, presso il Centro ecumenico Agape, campo di
formazione della Comunità evangelica di azione apostolica (CEVAA).
ROMA – Mercoledì 2 maggio, per i pomeriggi culturali dell'Unione femminile della chiesa
metodista, conferenza di Gianna Urizio su “Il pluralismo religioso in Libano: ricchezza o
handicap?”. Alle 16.30 presso il salone metodista, via Firenze 38.
RADIO – Ogni domenica mattina, alle 7.30, su RAI Radiouno, “Culto Evangelico” propone una
predicazione (29 aprile, pastore Luca Anziani), notizie dal mondo evangelico, appuntamenti e
commenti di attualità. Le trasmissioni possono essere riascoltate collegandosi al sito di RAI
Radiouno, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv03.asp
TELEVISIONE – Lunedì 30, su RAIDUE alle 9.30, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda la
replica della puntata con i servizi “La firma delle nuove Intese”, “Osare la pace per fede” e “Dentisti
tra i palestinesi. Un progetto dell'8 per mille delle chiese valdesi e metodiste in Libano”.
SCHEDA
L'ESERCITO DELLA SALVEZZA
L'Esercito della Salvezza è un movimento evangelico con una pratica e un sistema di governo
particolari. La dottrina dell'Esercito della Salvezza riafferma i principi fondamentali della fede
cristiana e i suoi articoli di fede pongono l'accento sull'azione salvifica di Dio. Oltre a porsi come
scopo la predicazione dell'Evangelo a uomini e donne lontani da ogni fede religiosa, le sue attività
si rivolgono alla promozione dell'istruzione, all'assistenza morale e materiale dell'infanzia e dei ceti
più bisognosi ed emarginati. Ha una propria organizzazione fondata sui criteri dell'obbedienza e
delle responsabilità gerarchiche e usa una terminologia militare originale per le proprie attività e i
propri operatori: di qui il nome di "Esercito" della Salvezza, in inglese "Salvation Army".
L'Esercito della Salvezza è nato in Inghilterra nel 1865 ad opera di William Booth, già pastore
metodista, per venire incontro ai bisogni spirituali e materiali delle masse del nascente proletariato
industriale che affollavano le grandi città dell'Inghilterra, sfruttate a quel tempo al di là di ogni
immaginazione. In mezzo alla miseria, all'alcolismo, alla prostituzione, William Booth iniziò una
attività di evangelizzazione che associava le iniziative umanitarie alla predicazione dell'Evangelo in
grandi riunioni all'aperto, sensibilizzando l'opinione pubblica e denunciando la miseria degli operai
e gli abusi cui essi erano sottoposti. Nel 1878 la Missione cristiana di William Booth assunse il
nome di "Esercito della Salvezza".
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Nella sua esistenza di oltre un secolo, l'Esercito della Salvezza ha sviluppato un suo stile
caratteristico di azione: gradi militari e uniformi (con l'assoluta parità, fin dal principio, tra uomini e
donne), fanfare e cortei con bandiere, riunioni all'aperto, sale di culto, opere di soccorso sociale e
di emergenza per i casi più drammatici e urgenti. Dall'Inghilterra vittoriana il movimento si estese in
altri paesi: attualmente è presente in 111 paesi in tutto il mondo con alcune decine di migliaia di
ufficiali e circa quindicimila "corpi". La loro opera sociale comprende ospedali, dispensari, cliniche,
orfanotrofi, scuole, case di riposo, asili per ragazze madri, centri sociali di rieducazione, alberghi
popolari, lebbrosari, istituti per ciechi. Il centro direzionale unico dell'Esercito della Salvezza è a
Londra, con a capo un generale, aperto tuttavia alle aspirazioni e agli stimoli che vengono dalla
base. L'organizzazione mondiale si articola in "territori", con i rispettivi capi territoriali, nominati dal
generale con l'assistenza del suo Consiglio direttivo.
In Italia l'Esercito della Salvezza inizia la sua opera nel 1887, 120 anni fa, quando il capitano
James B. Vint aprì il primo "corpo" a Roma; nel 1892 venne in Italia lo stesso William Booth;
l'opera si estese anzitutto al Nord, poi nel primo '900 al Sud, in Campania, Puglia, Lucania, Sicilia.
Grosse difficoltà furono create all'Esercito della Salvezza dal governo fascista ai cui occhi esso
appariva sospetto per i suoi legami internazionali, la forte organizzazione, le attività di assistenza
popolare, il suo impegno per la pace. Nel 1940, con l'entrata in guerra dell'Italia, esso fu dichiarato
ufficialmente disciolto, gli ufficiali vennero diffidati dal tenere riunioni, alcuni di loro furono arrestati
e condannati al confino o all'internamento. Fu così sospeso il primo riconoscimento come Ente
morale che i salutisti avevano ottenuto nel 1923. Le attività ripresero alla fine della guerra; il nuovo
riconoscimento come Ente morale da parte del presidente della Repubblica si ebbe soltanto nel
1965.
Attualmente l’Esercito della Salvezza in Italia è diretto dal maggiore Massimo Paone. L'Esercito
opera in 36 centri e gestisce alcune opere sociali: a Roma ha un Centro d’accoglienza (foresteria,
ostello e mensa popolare); foresterie a Firenze e Potenza, tre centri per vacanze a Bobbio Pellice
(TO), a Forio d'Ischia e ad Atena Lucana (SA), e due colonie per bambini. L'Esercito della
Salvezza è membro della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
Il Quartier generale nazionale per l'Italia è in via degli Apuli 39, 00185 Roma, tel.
06.44.62.614/06.49.410.89, fax 06.49.00.78; www.esercitodellasalvezza.org
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