Fuochi d`artificio, un piacere rischioso

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Fuochi d`artificio, un piacere rischioso
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PREVENZIONE
ASSO-
CIAZIONE
Fuochi d’artificio,
un piacere rischioso
Si m oltip lica n o le tra g e d ie n e g li sta b ilim e n ti
d i fu och i p irote cn ici. Le n orm e e i re g ola m e n ti
p e r a ssicu ra re u n a p re ve n zion e ottim a le
di Enrico Marchio nne
I
fuochi d'artificio sono nati nell’antica
Cina e, da quel momento, in tutto il
mondo, il piacere di assistere a uno
spettacolo unico nei cieli notturni non
ha più abbandonato l'uomo. Non c'è
manifestazione popolare o ricorrenza o festa
che non si senta il bisogno di allietare con
uno spettacolo pirotecnico. Eppure, a fronte
del piacere di assistere a esibizioni del genere
(c'è anche un Campionato del mondo, con
l'Italia vincitrice nel 2014), mai si pensa a
quali rischi corrano i lavoratori del settore
per regalare quei pochi momenti di stupore.
Tranne quando ci raggiungono notizie di
incidenti con vittime negli stabilimenti di
produzione di articoli pirotecnici.
COME SONO FATTI
I FUOCHI D'ARTIFICIO?
Alla base del composto c'è la polvere da sparo o polvere nera o
polvere pirica, la cui combustione
avviene come qualunque altra reazione chimica tra combustibile e comburente (ossigeno), con la differenza
che quest'ultimo non è fornito dall'aria
ma dal nitrato di potassio. La polvere
nera può avere diverse composizioni.
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IL VIGILE DEL FUOCO
Ad esempio, se è composta da nitrato di potassio al 75% , zolfo al 10% e carbonella di
legno al 15% , è caratterizzata da una alta
velocità di reazione come nei razzi e nelle
bombe carta. Invece, se si vuole una bassa
velocità di reazione ma una grande luce e
calore, la sua composizione deve essere di
75% di nitrato di potassio, 18% di zolfo e 7%
di carbonella di legno. Pertanto, con il dosaggio
dei componenti, è possibile ottenere una
combustione lenta con la dispersione dei gas
e del calore prodotto, oppure una deflagrazione, combustione esplosiva a velocità inferiore a quella del suono (340 m/s circa).
N
ei prodotti pirici è vietato l'uso di prodotti
esplodenti che provocano la detonazione,
combustione esplosiva a velocità supersonica
(oltre 340 m/s circa) molto più distruttiva
della deflagrazione. La polvere nera esplode
deflagrando ma il suo comportamento è differente se viene compressa o pressata. Nel
primo caso, all'interno della polvere si mantiene un volume di aria che permette l'esplosione immediata. Nel secondo caso, con la
pressatura si elimina l'aria e la reazione che
innesca l'esplosione è ritardata. Quei colori
che vediamo invadere il cielo durante uno
spettacolo pirotecnico, si ottengono aggiungendo sali metallici come quelli di bario
(verde), di stronzio e calcio (rosso-arancione),
d i ra m e (ve rd e -a zzu rro), d i sod io (g ia llooro), di potassio (viola) e cosi via. La polvere
nera è classificata non EU come R3, elevato
risch io e sp losion e p e r u rto, sfre g a m e n to,
fuoco o altre sorgenti di ignizione.
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QUALI NORME REGOLAMENTANO I FUOCHI
D'ARTIFICIO?
L
a p rima n orma è d e l 1931, il Te sto Un ico
d e lle Le g g i d i Pu b b lica Sisu re zza
(TULPS), se g u ito d a l Re g ola me n to d i e se cu zion e d e l 1940 (RETULPS). I te sti son o
molto importanti e riguardano la costruzione
degli impianti di produzione, le caratteristiche
d e g li a mb ie n ti, le d ista n ze d i sicu re zza , i
q u a n tita tivi ma ssimi d i ma te ria le in la vora zione e altro. Secondo l'art. 82 del RETULPS,
gli artifici e prodotti affini negli effetti esplod e n ti (fu och i a rtificia li e sp lod e n ti) a p p a rte n g on o a lla IV C a te g oria , me n tre le mu n izion i d i sicu re zza e i g ioca ttoli p irici a p p a rtengono alla V Categoria. L'idoneità tecnica
d e i la vora tori a d d e tti è re g ola ta d a l D. Lg s.
n . 58 d e l 2010, mod ifica to d a l D. Lg s. 176
d e l 25-9-2012. Pe r q u e ste a ttività vig e il risp e tto d e l D. Lg s. 81/ 2008, in p a rticola re
d e ll'a rt. 31, comma 6 e 7, d e ll'a rt. 233 d e l
Titolo IX Capo I (Protezione da agenti chimici)
e regolamento 1272/2008/CE, con esclusione
d e lle d isp osizion i d i cu i a l Titolo XI (Prote zione da atmosfere esplosive - art. 287, comma 3, le tte ra c) p e rch é il risch io e sp losion e
è re g ola me n ta to d a l TULPS. In p a rticola re ,
la formazione dei lavoratori, oltre ai suddetti
d e cre ti le g isla tivi, è re g ola me n ta ta d a :
- D.Lg s. 81/ 2008;
- DM Amb ie n te d e l 16-3-1998;
- DPR 312 d e l 1956.
Da ricord a re ch e l'a rt. 3 d e l D. Lg s. 58/ 2010
p re ve d e , p e r i fu och i d 'a rtificio, va rie cla ssifica zion i, in b a se a l loro u tilizzo, fin a lità ,
live llo d i risch io p ote n zia le e ru morosità :
Messa in sicurezza
dopo l’incendio
a Modugno
- C a te g oria 1, p e r u so sce n ico con risch io
p ote n zia le rid otto;
- C a te g oria 2, p e r u so p rofe ssion a le sce n ico
con se n tito a p e rson e con con osce n ze sp e cia listich e .
Altri a rticoli p irote cn ici a p p a rte n e n ti a lla
Categoria P1 e P2 sono quelli non ricompresi
n e i p re ce d e n ti.
COME SONO FATTI I FUOCHI D'ARTIFICIO?
Secondo il tipo di esplosione, sono distinti in:
- e sp losivi d a la n cio, p e r ra zzi e in n e sch i,
costitu iti p rin cip a lme n te d a p olve re n e ra ;
- esplosivi fulminanti, che producono violenti
scop p i;
- e sp losivi d i sp a cca ta , ch e si romp on o d op o
a ve r ra g g iu n to u n a ce rta a lte zza .
La loro realizzazione è abbastanza semplice
La fabbrica
di Modugno
dopo l’esplosione
- C a te g oria 1, fu och i con b a sso risch io p ote n zia le , ru morosità tra scu ra b ile , u tilizza ti
a ll'in te rn o d i e d ifici d i a b ita zion e ;
- C a te g oria 2, fu och i con b a sso risch io p otenziale, basso livello di rumorosità, utilizzati
in sp a zi con fin a ti, a l d i fu ori d i e d ifici;
- C a te g oria 3, fu och i con risch io p ote n zia le
me d io, u tilizza ti fu ori d e g li e d ifici, in sp a zi
a p e rti, con ru morosità n on n ociva p e r la
sa lu te u ma n a ;
- Categoria 4, fuochi professionali, con rischio
potenziale elevato, usato esclusivamente da
persone con conoscenze specialistiche, con
rumorosità non nociva alla salute umana.
An a log a me n te , la n orma p re ve d e , p e r g li
a rticoli p irote cn ici te a tra li:
GENNAIO>APRILE/2016
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PREVENZIONE
p oich é , fon d a me n ta lme n te , u n fu oco d 'a rtificio è costitu ito d a u n morta io, n e lla p a rte
e ste rn a , ch e con tie n e a l ce n tro la p olve re
n e ra . Tra q u e st'u ltima e l'in volu cro e ste rn o
son o p osizion a te u n a se rie d i p a llin e d i p olvere nera, dette stelle, che hanno la funzione
d i p rovoca re le tra cce lu min ose , i p u n ti d i
luce. L'accensione è provocata da una miccia
(sp ole tta ) a le n ta comb u stion e a l ce n tro d e l
mortaio: una volta accesa la miccia, l'artificio
e sp lod e solo q u a n d o, la n cia to, h a ra g g iu n to
u n a ce rta q u ota .
I
fu och i d i a rtificio son o te n d e n zia lme n te
sicu ri, p re se n ta n d o u n a miccia p rote tta e
u n in volu cro re siste n te a l ca lore e a lle solle cita zion i me cca n ich e e ste rn e . Q u in d i, si d e d u ce ch e i d e p ositi d e i fu och i d 'a rtificio
finiti siano molto sicuri se conservati in locali
idonei, convenzionalmente costituiti da pareti
resistenti e copertura leggera. Ancora meglio
se i loca li son o sotte rra n e i o ig loo con p a re ti
m olto re siste n ti ricop e rte d i te rra , p a re te
a n te riore e p orta le g g e re ma con op p ortu n e
b a rrie re a p rote zion e d e i loca li vicin i.
SCENARI E INTERVENTI
NEGLI STABILIMENTI DI PRODUZIONE
Si è visto ch e i fu och i d 'a rtificio (IV e V C a te g oria ) n on d e ton a n o ma d e fla g ra n o e p e r
q u e sto n on ve n g on o con sid e ra ti p a rticola rm e n te p e ricolosi o m icid ia li, a l con tra rio
d e g li e sp losivi d e lla I, II e III C a te g oria . N on osta n te n on e sp lod a n o p e r simp a tia (come
i d e ton a n ti) o in m a ssa e n on p roie ttin o
sch e g g e , le con se g u e n ze d e g li in cid e n ti
son o q u a si se mp re d isa strose , con vittime e
danni enormi allo stabilimento. Lo dimostrano
gli incidenti verificatisi negli anni nel mondo
e in Ita lia , come g li u ltimi a M od u g n o (BA)
e a M e g lia d in o Sa n Vita le (PD).
I
Le colonne di fumo
dell’incidente
di Modugno viste
da tre diversi punti
di osservazione
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n u n o sta b ilime n to p e r la p rod u zion e d i
fu och i a rtificia li ci son o i loca li p e r la p roduzione, quelli per il deposito dei semilavorati
e a sciu g a tu ra e i d e p ositi d i p rod otti fin iti. I
loca li d i p rod u zion e son o q u e lli d ove si p osson o ve rifica re p iù fre q u e n te me n te g li in cid e n ti, p e rch é è p ossib ile ch e si p rod u ca n o
reazioni chimiche di ossidoriduzione durante
la misce la zion e con p rod u zion e d i e n e rg ia
termica e conseguenti surriscaldamenti. Inoltre , si p osson o p rod u rre ca rich e e le ttrosta tich e , e d e sse rci e rrori u ma n i, come p rod u rre
attriti o scintille utilizzando attrezzature non
C E e n on id on e e , u sa re fia mme lib e re , svilu p p a re e le va te te mp e ra tu re e u mid ità in-
IL VIGILE DEL FUOCO
te rn e e tc. Un a d e lle ca u se p iù fre q u e n ti d i
in cid e n te è ra p p re se n ta ta d a lla fre tta ch e
vie n e me ssa n e lle la vora zion i p e r risp e tta re
i te mp i d i con se g n a d e l p rod otto fin ito, in d u ce n d o g li op e ra tori a e rrori. An ch e le
ma cch in e con ma n u te n zion e n on corre tta o
u tilizza te in mod o e cce ssivo o n on a n orma
C E p osson o e sse re ca u sa d i a cce n sion e d e l
p rod otto p irico.
L
a quasi totalità degli incidenti si verificano
n e i p roce ssi d i la vora zion e d e lle misce la trici e d e lle p re sse . È d u n q u e in q u e ste
fa si ch e d ovre b b e ro e sse re fa tti i ma ssimi
sforzi p e r stu d ia re le solu zion i p iù id on e e
pe r e vita re incide nti. Le pre sse possono non
e sse re ma rca te C E, e sse re p rive d i va lvole
di sicurezza che evitino il pericolo di eccessive
p re ssion i d i sch ia ccia m e n to, n on rile va te
anche per la mancanza di manometri, essere
p rive d i siste mi d i b yp a ss d i sicu re zza d e ll'imp ia n to id ra u lico e n on e sse re sottop oste
a lla n e ce ssa ria m a n u te n zion e e p u lizia .
Q u in d i, oltre a d a ttu a re le misu re p re d e tte ,
sa re b b e imp orta n te se p a ra re la ma cch in a
d a l re p a rto la vora zion e p e r me zzo d i u n a
b a rrie ra a p rova d i e sp losion e e a zion a re la
p re ssa ste ssa a d ista n za , te n e n d o sotto con trollo con intervento automatico le eventuali
sovra te mp e ra tu re e sovra p p re ssion i ch e si
d ove sse ro ve rifica re a l su o in te rn o.
A
nche le miscelatrici possono non essere
marcate CE, la cinghia di trasmissione
tra motore e rotore può caricarsi elettrostaticamente, il relativo collegamento può non
essere protetto da carter regolamentare, i
cassetti di scaricamento possono non essere
realizzati secondo le norme e la miscelazione
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può avvenire in modo non regolamentare.
Anche per le miscelatrici, valgono le stesse
considerazioni fatte per le presse per quanto
riguarda l'isolamento delle macchine nei confronti dei locali di lavorazione.
Nei locali di deposito del prodotto finito gli
incidenti sono più rari anche se è plausibile
che possano verificarsi accensioni accidentali,
ad esempio a causa dei roditori, che fanno
riversare a terra il prodotto che, se igroscopico,
avvia reazioni chimiche di ossidoriduzione.
Altre ipotesi di incidente possono essere dovute all'umidità all'interno del locale, alle
scariche elettriche o a forti campi elettromagnetici. L'incidente più frequente è in genere
quello causato per effetto domino da materiali
provenienti dall'esterno che sfondano la copertura leggera del deposito. Dobbiamo distinguere se i locali siano del tipo convenzionale o del tipo igloo.
Nel primo caso, quando si verifica un’esplosion e , i d a n n i son o lim ita ti a l loca le ste sso
solo se il q u a n tita tivo d i p rod otto in la vora zion e è lim ita to e se le d ista n ze in te rn e risp e tta n o la form u la RETULPS, d =k *sq rtC ,
d ove k è u n coe fficie n te d ip e n d e n te d a l
tip o d i m a te ria e sp losiva e C è la m a ssa
n e tta d e lla ste ssa . Le con se g u e n ze son o il
la n cio d i a rtifici in fia m m e o in ta tti in u n a
va sta a re a , d op o a ve r d e m olito il te tto e le
p a re ti d e l loca le . L'a re a d i sicu re zza , oltre
la q u a le d e von o e sse re con fin a ti i cu riosi, è
ca lcola b ile con la form u la cita ta . Al su o inte rn o i Vig ili d e l Fu oco sp e n g on o i focola i
d 'in ce n d io, m e n tre g li a rtificie ri fa n n o b rillare gli artifici inesplosi. Muoversi all'interno
Pescara, in memoria di Berardinucci
I
l 24 e 25 ottobre 2014 l'ANVVF, AssoArma e il Comando Provinciale VV.F.
di Pescara hanno ricordato, con una toccante cerimonia, il Vigile del
Fuoco Qualificato Maurizio Berardinucci. Morì nel novembre del 2013
per le gravissime ferite riportate il 25 luglio di quell’anno durante un
intervento a una fabbrica di fuochi d’artificio disintegrata da una violenta
esplosione a Pescara, e che causò quattro morti. A Berardinucci è stata
intitolata la Caserma del Comando Provinciale di Pescara, dove è stato
inaugurato un monumento in pietra dello scultore e collega Vigile
Coordinatore Arcangelo Carbone. Presenti alla cerimonia il
Sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, il Capo Dipartimento, Prefetto
Alberto Di Pace, il Capo del Corpo Nazionale Gioacchino Giomi, il
Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, il Prefetto di Pescara
Vincenzo D’Antuono, il Direttore Regionale VV.F. Abruzzo Giorgio Alocci.
Nel corso della cerimonia, alla memoria di Maurizio Berardinucci è stata
conferita la medaglia d'oro al valore civile, ritirata
dalla vedova Patrizia Colatriani. Gli stessi
riconoscimenti sono stati concessi al Capo
Squadra Esperto Rolando Flacco, al Vigile del
Fuoco Coordinatore Gabriele Salvatorelli, al
Vigile del Fuoco Coordinatore Renato De Luca e
al Vigile del Fuoco Esperto Marcello Di Cerchio.
Diplomi di benemerenza con medaglia sono stati
assegnati al Sostituto Direttore Antincendi Capo
Vincenzo Valeri, al Capo Squadra Esperto Plinio
Adriano, al Capo Squadra Luciano Salvatorelli.
M immo Lattanzi
d i q u e st’a re a , sim ile a u n ca m p o m in a to, è
m olto p e ricoloso e i soccorritori d e von o
a d otta re e stre m e m isu re d i p ru d e n za .
I
Vig ili d e l Fu oco n on e n tra n o n e i loca li d i
la vora zion e e d e p osito fin ch é n on h a n n o
la ce rte zza ch e n on ci sia n o p iù focola i, n é
u sa n o l'a cq u a p e r a lcu n m otivo, p e r e vita re
p ossib ili re a zion i ch im ich e p e ricolose . G li
ste ssi, n e l p orta re in sa lvo e ve n tu a li fe riti,
d e von o e sse re con sa p e voli d e ll'a lto risch io
che corrono e devono mettere in atto misure
im p ron ta te a lla m a ssim a p ru d e n za .
N e l ca so in cu i i loca li d e llo sta b ilim e n to
sia n o re a lizza ti a ig loo, sia m o in p re se n za
d i u n a situ a zion e p iù sicu ra ch e rie sce g e n e ra lm e n te a lim ita re g li sce n a ri a l p u n to
d i e sp losion e .
In fin e , è im p orta n te se g n a la re l'im p e g n o
d e l C orp o N a zion a le d e i Vig ili d e l Fu oco
ch e , a l fin e d i p re ve n ire in cid e n ti e d a n n i
a lle p e rson e , su l sito w w w.vig ilfu oco.it forn isce u tili in form a zion i a tu tti q u e lli ch e
u sa n o i fu och i d i a rtificio: Botti sicu ri e
Botti sicu ri: con sig li p e r l'u so son o u n o stru m e n to p re zioso d i a iu to a lle p e rson e e d i
d ivu lg a zion e d e lla cu ltu ra d e lla sicu re zza ,
d i cu i la socie tà m od e rn a h a b isog n o.
Sopra, Maurizio
Belardinucci.
Sotto a sinistra,
un vigile al lavoro
tra le macerie
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