Il franco forte si fa sentire

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Il franco forte si fa sentire
In calo le esportazioni dalla Svizzera in direzione dell’Europa e in particolare della zona euro
Il franco forte si fa sentire
La bilancia commerciale
è rimasta largamente positiva
nel primo semestre.
Calano tuttavia leggermente
le esportazioni verso l’Ue.
Ats/red.
Berna – La situazione valutaria dopo la
rinuncia della Banca nazionale al tasso
fisso sta lasciando il segno sui movimenti import-export dell’economia
svizzera. Non è casuale se il commercio
estero ha conosciuto un calo nel primo
semestre dell’anno: le esportazioni
sono scese in termini nominali del 2,6%
a 100,1 miliardi, mentre le importazioni
sono diminuite del 7,4% a 82,5, questo
grazie al minor costo dell’euro. In effetti i prezzi delle merci, influenzati dal
franco forte, hanno subito una diminuzione, in particolare quelli relativi ai
prodotti importati dalla zona dove vige
la moneta europea. Ma ciò non significa
che il volume delle merci importate sia
calato. Anzi, è leggermente aumentato.
Di conseguenza, afferma un comunicato dell’Amministrazione federale delle
dogane, in termini reali si riscontra una
riduzione contenuta delle esportazioni
(-0,8%) ed un lieve incremento delle importazioni (+0,5%). La bilancia commerciale chiude in ogni caso con un
saldo ampiamente positivo di 17,7 miliardi. Gran parte dei settori rivolti all’esportazione, pur avendo dovuto diminuire i loro prezzi per far fronte al-
l’apprezzamento del franco, hanno registrato un regresso delle vendite. La
contrazione maggiore, del 12,6%, è stata
nel settore della carta e delle arti grafiche (vendite per 897 milioni di franchi)
seguita dal -9,4% delle materie plastiche (1,632 miliardi). Ma anche la prima
industria esportatrice svizzera, quella
chimica e farmaceutica (41,337 mld), ha
registrato un -4,3%. L’altro peso massimo del nostro export, l’industria delle
macchine e dell’elettronica, (15,346
mld) ha segnato -5,2%. Sugli stessi livelli, con un -4,2%, la metallurgia (5,989
mld). L’orologeria (10,582 mld) e gli
strumenti di precisione (7,193 mld) se la
sono invece cavata con un lieve incremento dell’export, rispettivamente dello 0,4% e 0,6%. Un vero e proprio boom
ha invece registrato la bigiotteria e gioielleria (5,384 miliardi di franchi) a
+15,2% – dovuto in primis al cambiamento di assortimento, secondo l’Amministrazione delle dogane. L’ha tallonata l’industria dei veicoli (3,066 mld)
con un 13,5%: un incremento dovuto essenzialmente all’aeronautica (+26,7% a
1,430 mld) e ai mezzi ferroviari (+33,3%
a 531 milioni). Riguardo ai principali
mercati di sbocco, l’America del Nord
(14,654 miliardi di franchi) ha segnato
un +5,5%: con gli Usa (13,017 mld) a
+6,1% ed il Canada (1,637 mld) a +1%.
L’Asia (22,569 mld) si è assestata ad un
+2,7%, con il Medio Oriente (5,347 mld) a
+13,6%, la Cina (4,335 mld) a +1,5%, il
Giappone (3,220 mld) a +2,8% e Hong
Kong (2,842 mld) invece a -16,7% (calo
sostanziale di orologi e gioielleria).
Mentre per l’America Latina (3,238 mld)
c’è stato un calo di solo lo 0,7%, le vendite in Africa (1,593 mld) hanno subito un
crollo del 14,6%. L’Europa, dove va oltre
la metà dell’export elvetico (56,723
mld), ha registrato un calo del 6%, e
dell’8% per la zona euro (43,981 mld).
Nel Vecchio continente le esportazioni
sono cresciute solo verso la Gran Bretagna (+9,8% a 5,712 mld, soprattutto grazie alla farmaceutica) e l’Ungheria
(+18,9% a 568 milioni). In Germania, primo partner commerciale della Svizzera
(17,9 miliardi di franchi), la contrazione
è stata del 7,3%, in Francia (6,827 mld)
del 6,3% e in Italia (6,526 mld) del 9,2%.
I cali più consistenti si sono avuti verso l’Austria (-13,8% a 2,637 mld), l’Irlanda (-18,8% a 544 mln) e la Finlandia (20% a 313 mln).
EXPORT/IMPORT DEL COMMERCIO SVIZZERO
nel primo semestre dell’anno
Le esportazioni
sono scese del 2,6%
a 100,1 miliardi di CHF
Le importazioni
sono diminuite
del 7,4% a 82,5 miliardi
IN TERMINI REALI SI RISCONTRA:
riduzione
esportazioni -0,8%
lieve incremento
importazioni +0,5%
Cifre altalenanti nell’import
Per l’import ci sono state progressioni
solo per l’America del Nord (+14,2% a
6,265 mld) e l’Oceania (+5,6% a 156 milioni). Dagli Usa (5,966 mld) si è registrato un +15,1%, dovuto alla farmaceutica. Le importazioni dall’Europa (per
60,735 mld) sono invece scese del 9,4%, e
del 10,1% dalla zona euro (52,662 mld).
Dall’Asia (13,025 mld) il calo degli acquisti è stato del 3,1%, con una stabilità
(+0,7%) in Cina (5,677 mld), una contrazione più marcata (-7,9%) in Giappone
(1,468 mld) e un’estensione del 22,3% in
Medio Oriente (1,086 mld).
EXPORT COMMERCIO SVIZZERO VERSO L’EUROPA
dove va oltre la metà dell’export elvetico (56,723 mld)
calo del 6% verso l’Europa
calo dell’8% verso la zona euro
Meno esportazioni e più merci dall’estero