La città che cammina

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La città che cammina
Pisa: la città che cammina. Progetto per contrastare la diffusione
epidemica dell’obesità.
L’Amministrazione Comunale di Pisa, con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto
Europeo per la Prevenzione e la Terapia dell'Obesità e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria
Pisana, propongono il progetto Pisa: la città che cammina – elaborato con il contributo di UISP
Comitato di Pisa - come modello di intervento multisettoriale per contrastare la diffusione
dell’obesità, fenomeno che l' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito come una
«epidemia» e come «una delle maggiori sfide per la salute pubblica nel XXI secolo».
Premessa. Il numero delle persone affette da problemi di sovrappeso od obesità in tutto
il pianeta (circa un miliardo di individui), supera ormai quello delle persone denutrite, attestato
intorno agli 800 milioni di unità: l’obesità, con le malattie che ad essa frequentemente si associano,
rappresenta quindi uno dei più importanti settori di intervento per la tutela della salute pubblica.
L’obesità si è sviluppata con modalità epidemiche a partire dai paesi a maggiore tenore
economico per interessare progressivamente quasi tutte le regioni del mondo. Il fenomeno è
conseguente alla rapida trasformazione delle società moderne, caratterizzate da un’abbondante
disponibilità di risorse alimentari e dal prevalere di attività lavorative e stili di vita sedentari.
Nella maggior parte dei paesi europei l’obesità ed il sovrappeso interessano
complessivamente tra il 40 e il 50% della popolazione adulta, con valori più elevati nelle nazioni
del sud, centro ed est Europa. In Italia si calcola che il 35 % degli adulti siano in sovrappeso ed il 10
% siano francamente obesi. Il fenomeno è in costante aumento, con una preoccupante espansione
anche nell’età evolutiva. I dati riferiti alla popolazione infantile - adolescenziale italiana indicano
una prevalenza cumulativa di sovrappeso e obesità pari al 36 %, con un gradiente crescente dalle
regioni settentrionali verso quelle meridionali. I dati riferiti alla Toscana si attestano attorno alle
medie nazionali sia per la popolazione adulta che per quella giovanile.
Le conseguenze di questa elevata incidenza di individui in sovrappeso sono gravi. Queste
persone sono maggiormente soggette a malattie come il diabete di tipo 2, disturbi cardiaci e anche
tumori: l’obesità si associa cioè a numerose malattie che compromettono la qualità e l’aspettativa di
vita.
Secondo un rapporto della Commissione europea pubblicato nel 2007, la spesa sanitaria
dell’Europa destinata alla cura dell’obesità era il 7% del totale.
Contrastare la diffusione dell’obesità riveste quindi un ruolo essenziale nelle strategie
di promozione della salute, nel contesto di un progetto preventivo globale finalizzato
all’acquisizione di stili di vita più consoni alla salvaguardia del benessere fisico e psichico
della popolazione.
Contesto. Nel caso dell’obesità, cattiva alimentazione e inattività fisica rappresentano
due dei principali determinanti, ma risulta ormai evidente che per contrastare queste abitudini
scorrette è necessario modificare, oltre ai modelli di comportamento di cui sopra, oggi prevalenti,
anche i contesti in cui oggi viviamo: un mondo che contribuisce in ogni modo possibile ad
aumentare l'epidemia di obesità. Ciò che abbiamo continuamente di fronte è "un ambiente che
pianifica tutto attorno all'automobile, ma non solo. Il lavoro è eminentemente sedentario, il tempo
libero è basato su svaghi come guardare la televisione, navigare su Internet o giocare ai videogiochi.
Ascensori e scale mobili fanno il resto, e perfino apparecchi come lo spazzolino e l'apriscatole che
sono diventati elettrici tendono a farci risparmiare, o meglio evitare, qualsiasi attività"
L’inquinamento dell’ambiente urbano prodotto dalle automobili sta così emergendo come
uno dei principali problemi per la salute di centinaia di città, al pari del massiccio consumo di suolo
che è richiesto dall’attuale modalità di trasporto, così le città sono nel loro complesso sempre meno
vivibili.
La città è un sistema complesso e vivo, in continua trasformazione. Le sue dinamiche
necessitano di un’attenzione competente e continua, pena il precipitare dei parametri relativi alla
vivibilità, parametri che includono le costruzioni, gli spazi e gli elementi che vengono edificati o
modificati unitamente alle loro modalità di utilizzo, comprendendo case, scuole, luoghi di lavoro,
sistemi di trasporto, aree ricreative e spazi verdi. Proposta. Vogliamo qui affermare che i rimedi indicati fino ad ora per combattere questo
fenomeno, ossia mangiare più sano e fare più attività sportiva, sono assolutamente necessari, ma
non sufficienti ad arginare questo fenomeno in espansione. Ciò che serve forse più di ogni altra cosa
va nella direzione di pianificare le città, più in generale i territori, secondo nuovi modelli, capaci di
mettere al centro l'uomo e la donna di ogni età con i loro bisogni, anziché l'automobile e la continua
meccanizzazione di ogni movimento, tanto per fare esempi concreti.
Diviene quindi prioritario che tutte le amministrazioni attuino politiche di governance dei
problemi della città affinché il cittadino recuperi il luogo dove vive in termini di sostenibilità:
distanze da poter percorrere con le proprie gambe, deciso incremento del trasporto collettivo e
parallelo decremento del trasporto individuale e di conseguenza meno inquinamento, più attività
motoria, maggior attenzione agli spazi pubblici (strade, piazze, parchi, giardini, cortili, mercati,
scuole).
Un ambiente gradevole in cui vivere, lavorare e giocare influenza positivamente la pratica di
una quotidiana attività fisica. Luoghi dove si possa camminare tranquillamente e piacevolmente
rendono lo spostamento un momento gradito nello svolgimento di un’attività comunque necessaria
nel contesto della vita quotidiana e possono offrire momenti di socializzazione. In questo senso il
progetto spinge su le amministrazioni pubbliche affinchè favoriscano ed attuino politiche di
governance dei problemi della città.
La sfida che sta alla base del nostro progetto si costituisce proprio nell’indicare la necessità
della riprogettazione di questi luoghi, ripensando la mobilità urbana e disegnando strade finalmente
agevoli per camminare, andare in bicicletta, socializzare (funzione storicamente prioritaria), vivere.
Mobilità sostenibile, aria pulita e occasioni per l’esperienza del corpo, per tutti, sono i valori, il
capitale sociale che lo sviluppo progettuale di cui siamo portatori promette. In questo senso
camminare, andare in bicicletta, giocare divengono funzioni di controllo forti di una vera e propria
lotta all’obesità oltre che parametri insostituibili per valutare la vivibilità di un centro urbano. Un
esempio per tutti: gli americani, con più del 60% di popolazione adulta affetta da problemi di peso,
percorrono ogni giorno soltanto 1.000-3.000 passi, mentre i giapponesi, che hanno una delle
percentuali di obesi più basse del mondo, quotidianamente percorrono a piedi più di 6 chilometri.
Con ciò abbiamo voluto sottolineare che gli approcci finalizzati a modificare il
comportamento individuale danno risultati limitati se non inseriti in un contesto di cambiamento
dell’ambiente fisico e sociale.
Del resto l’ambiente sociale è strettamente collegato al grado di conoscenza dei benefici che
derivano dall’applicazione di corretti stili di vita e al livello economico e culturale della
popolazione. Un ambiente sociale recettivo ai cambiamenti richiede un’adeguata formazione di tutti
coloro che sono in varia misura coinvolti nell’educazione e nell’informazione della popolazione,
con il coinvolgimento dell’intera rete dei servizi.
Specifico della malattia. Rimane inteso che l’azione preventiva non può essere
disgiunta dall’intervento attivo sulla condizione in atto, per cui la lotta all’obesità deve
necessariamente realizzarsi anche attraverso l’azione terapeutica diretta, volta al miglioramento
dello stato di salute dei singoli soggetti affetti da obesità in tutte le espressioni in cui essa si
manifesta, in termini di gravità e di malattie associate. A questo fine è richiesta la presenza di una
rete assistenziale di servizi territoriali, ospedalieri e di centri di elevata specializzazione che, a
partire dal medico di medicina generale e dal pediatra di famiglia, veda il coinvolgimento di diverse
categorie professionali in grado di fornire programmi di trattamento che assicurino la continuità
terapeutico-assistenziale e l’ottimizzazione delle risorse.
Conclusioni. Il progetto che proponiamo si basa sull’idea che la sfida all’obesità può
essere affrontata efficacemente solo attraverso sforzi concertati delle amministrazioni nazionali,
regionali e locali, volti a creare alleanze tra i diversi attori nelle aree di politica sanitaria,
pianificazione integrata per la salute e lo sviluppo sostenibile, progettazione urbana, governance
partecipativa e supporto sociale. Tanti i soggetti che saranno chiamati ad una attiva presa in carico
del progetto, da quelli pubblici, a quelli privati, al terzo settore, il tutto declinato nei vari settori di
interesse e specificità di ognuno: urbanistica, trasporti, servizi sociali, scuola, salute pubblica, sport.
Un progetto di grande respiro che si colloca in una riflessione internazionale e mondiale che può
vederci protagonisti di una sperimentazione tanto più originale e di alto livello quanto maggiore
sarà la consapevolezza ed unità di intenti dei tanti attori e protagonisti che lo caratterizzano.
Perché Pisa. Pisa è un centro di elaborazione culturale e scientifico di rilievo
internazionale: sono poche le città che possono vantare una concentrazione di istituzioni di così alto
pregio e livello, una università di pregio affiancata da Scuola Normale, S.Anna, CNR. E’ in un
momento di grandi trasformazioni urbanistiche e rivisitazione dei propri livelli di mobilità, porto di
Marina di Pisa, PIUSS, Piano della mobilità, PEBA e quant’altro. Ha avviato un processo di
partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine attraverso Pisa Partecipa e l’istituzione dei
Consigli Territoriali di Partecipazione come ce ne sono pochi in Toscana. E’ centro di innovazione
per le nuove tecnologie di trasporto urbano ed extraurbano. Ha un tessuto associativo, di privato
sociale tra i più attivi e consistenti non solo della nostra regione, ma d’Italia con sperimentazioni
importanti già avviate in molti dei settori citati. Ha una televisione civica in grado di implementare
la comunicazione su l’intero progetto partendo da considerazioni che nascono direttamente dai
cittadini e dalle cittadine della nostra città. E’ conosciuta in tutto il mondo per piazza dei miracoli a
cui si può arrivare a piedi e/o in bicicletta da ogni punto della città percorrendo poche migliaia di
metri, ma ogni volta incontrando bellezze naturali e storiche di grande pregio e fascino su cui si
possono costruire veri e propri itinerari tematici. Ha spazi naturali anch’essi facilmente
raggiungibili da ogni dove di interesse naturalistico unici: l’Arno e le sue rive fino al mare (con
particolare riferimento alla zona adiacente all’Ospedale di Cisanello, il litorale, le sue pinete, dune e
stagni, San Rossore solo per fare degli esempi. Ha un aeroporto che sarà collegato con il centro
della città ogni quattro minuti e che porterà a Pisa secondo le ultime stime oltre 4 milioni di turisti e
tanto altro ancora.
Siamo per questo orgogliosi di questa proposta e speriamo di poter essere per la regione sede
di questa importantissima sperimentazione a trecentosessanta gradi di lotta e contrasto all’obesità.