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Centro Studi Osservatorio Territorio e Aree Urbane Politiche territoriali Newsletter n. 23/2014 a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil I commenti: Legislazione - Sul supplemento ordinario n. 85 alla Gazzetta ufficiale n. 262 dell’11 novembre 2014 è stata pubblicata la Legge 11 novembre 2014, n. 164 (Sblocca Italia), ma c’è già una modifica. Dietrofront sullo sforamento del Patto di stabilità per le bonifiche. Confermate invece le norme su lavori privati e infrastrutture È stato approvato dalla Commissione Ambiente della Camera un emendamento al ddl di Stabilità 2015 che conferma anche per tutto il 2015 l’utilizzo dell’ecobonus del 65% per gli interventi di messa in sicurezza antisismica attualmente non previsto dalla manovra. Prevenzione del rischio sismico, in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.258 del 6 novembre 2014 è stato pubblicato il decreto 4 agosto 2014 recante “Attuazione dell'articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 - annualita' 2013”, con la ripartizione tra le Regioni di 185 MLN L’UNI ha pubblicato la prassi di riferimento UNI/PdR 12:2014 recante "Valutazione della qualità economica dei progetti di trasformazione urbana" che ha lo scopo di definire una linea guida all’applicazione della specifica tecnica UNI/TS 11453 sull’iter di finanziamento delle costruzioni Politiche territoriali – – In arrivo investimenti per 9 miliardi di euro. Così Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione #italiasicura di Palazzo Chigi, ha presentato il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, nel corso degli Stati Generali contro il dissesto idrogeologico che si sono svolti lo scorso 11 novembre alla Camera dei Deputati I dati allarmanti tornano a farci riflettere su una questione ampiamente dibattuta: come possiamo prevenire i disastri causabili da fenomeni meteorologici estremi? Da diversi anni si discute in tutto il globo di 'progettazione resiliente' e ‘resilienza urbana’, intesa come la capacità di un territorio e di una comunità di prevenire e affrontare correttamente qualsiasi problematica di tipo ambientale. Golder Associates in associazione con lo studio di architettura TRA_Architettura Condivisa ha di recente presentato uno studio, su come affrontare il tema delle bonifiche in Italia con una visione strategica, alla luce delle profonde trasformazioni che stanno ridefinendo gli scenari economici e urbani contemporanei. Edilizia scolastica - È stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il Regolamento che consentirà di devolvere agli edifici scolastici l’otto per mille dell’Irpef, per “ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica”. Le notizie: News nazionali: Politiche territoriali: Edilizia scolastica: Rapporti e studi: Eventi: 1 2 politiche [email protected] [email protected] Stati Generali contro il Dissesto idrogeologico, in arrivo investimenti per 9 miliardi di euro; Trasformazione Urbana: pubblicato il Protocollo per Valutazione della qualità economica dei progetti; Legge Sblocca Italia, tutte le misure contro il dissesto idrogeologico; L’ecobonus 65% sarà prorogato anche per gli interventi antisismici; Prevenzione del rischio sismico, in Gazzetta la ripartizione tra le Regioni di 185 MLN; 8permille alle scuole, pronto il regolamento Bonifiche e Rigenerazione Urbana: dalla progettazione integrata all’AdaptiveReuse; CNR: l'ottobre 2014 il più caldo dal 1800. Le sfide per una progettazione resiliente Al via a Milano ‘Urbanpromo’; Saie 2014: Legambiente: non palazzoni ma rigenerazione dei quartieri nella nuova edilizia Centro Studi News dai territori: Regione Abruzzo: Regione Campania: Regione Puglia: Regione Toscana: Regione Veneto: Terremoto de L'Aquila: la città sotto shock dopo la sentenza Eventi sismici: l'importanza della formazione dei cittadini Siglato accordo per la rigenerazione del contesto urbano Maltempo Carrara: anche gli argini ristrutturati non reggono 130 cantieri per la sicurezza idraulica News nazionali: Politiche territoriali: Stati generali contro il Dissesto idrogeologico, in arrivo investimenti per 9 miliardi di euro 12/11/2014 - Quasi 9 miliardi di euro, 5 provenienti dai fondi di sviluppo e coesione, 2 dal cofinanziamento delle Regioni o dai fondi europei a disposizione delle Regioni, e 2 miliardi recuperati dai fondi per la messa in sicurezza e non ancora spesi. Così Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione #italiasicura di Palazzo Chigi, ha presentato il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, nel corso degli Stati Generali contro il dissesto idrogeologico che si sono svolti ieri alla Camera dei Deputati. Con i 2 miliardi di euro non spesi - ha detto D’Angelis - verranno aperti 654 cantieri entro il 2014, per un totale di 807 milioni di euro, e altri 659 nei primi mesi del 2015, per un valore di 1 miliardo e 96 milioni di euro. Sono invece 1.732 i cantieri già aperti, per un valore di 1,6 miliardi di euro. Il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico “è il nostro new deal” - ha spiegato D’Angelis - perché non è più possibile continuare a contare le vittime ogni volta che piove, e perché la politica “ha le sue responsabilità: ha spesso eluso il problema, illuso, promesso, condannato, sottovalutato e pianto lacrime di coccodrillo”. “Il Governo è pronto a mettere a disposizione le risorse. Ma serve anche una rivoluzione culturale: in questo Paese non ci saranno mai più condoni edilizi, perché sono dei tentati omicidi alla tutela del territorio” - ha detto il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. “Ad ogni annuncio di condono - ha aggiunto D’Angelis - è stata una corsa contro il tempo per edificare laddove non era possibile: basta guardare alle aree golenali di un tempo diventati oggi aree urbanizzate. E basta vedere una delle ultime alluvioni, quella del Gargano: i carabinieri e la forestale hanno censito 50 edifici illegali, costruiti nell’alveo di corsi d’acqua e canali di scolo. Ma l’acqua e il fiume si riprendono i loro spazi”. “Lo Stato c’è, il clima è cambiato - ha assicurato D’Angelis. Il Governo è intenzionato a spalare il fango della cattiva gestione dei territori e delle cose non fatte. Oggi ci sono le condizioni per aprire i cantieri in totale trasparenza e lavorare nei tempi previsti, con regole certe”. Infine una proposta: il Ministro Galletti ha ipotizzato un bonus per i privati che vogliono investire nella tutela del territorio, “un bene che ci viene consegnato da gestire per un periodo di tempo e che dobbiamo consegnare ai nostri figli in condizioni migliori di quando ci è stato dato” - ha concluso. I commenti “Tenere per cinque anni nel cassetto 2,4 miliardi di risorse già stanziate e mai spese è stata una responsabilità gravissima, ora dobbiamo poterli spendere”. Così il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, intervenuto agli Stati Generali. “È inaccettabile che su 62 miliardi di euro di nuovi fondi strutturali europei 2014-2020 solo l’1,4%, pari a 876 milioni, sia stato destinato alla riduzione del rischio idrogeologico. “E che dire del fatto che l’Europa non ci consente di investire per opere di prevenzione ma ci dà il via libera per spendere ogni anno fuori Patto di Stabilità ben 3,5 miliardi di euro per riparare i danni?!” - ha aggiunto Buzzetti. “Sono anni che insieme a professionisti e ambientalisti abbiamo segnalato questo stallo e ora diamo atto al Governo di aver iniziato, con l’Unità di missione guidata da Erasmo D’Angelis, a velocizzare la spesa, ma ancora non basta”. “Siamo dinanzi ad una svolta politica. Finalmente oltre agli investimenti economici si parla anche di investimenti culturali per la prevenzione”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Nel nostro Paese - ha aggiunto Graziano - bisogna ridurre il rischio idraulico e geomorfologico, migliorare la qualità delle acque, rinaturalizzare le sponde dei fiumi e curare la manutenzione del territorio”. Quanto sta accadendo in queste ore in Italia dimostra che le cause del dissesto idrogeologico non risiedono soltanto nei cambiamenti climatici, ma soprattutto nello stato di grave malattia in cui versa il territorio italiano, che in dispregio alla sua straordinaria bellezza, stiamo lasciando morire per incuria, senza neanche tentarne la cura” - ha concluso il presidente dei Geologi Fonte: Rossella Calabrese, sito internet edilportale Politiche territoriali: Trasformazione Urbana: pubblicato il Protocollo per Valutazione della qualità economica dei progetti 12/11/2014 - Il 7 novembre scorso l’UNI ha pubblicato la prassi di riferimento UNI/PdR 12:2014 recante "Valutazione della qualità economica dei progetti di trasformazione urbana" che ha lo scopo di definire una linea guida all’applicazione della specifica tecnica UNI/TS 11453 sull’iter di finanziamento delle costruzioni, indirizzata alla individuazione dei contenuti e delle modalità di sviluppo del piano economico-finanziario di un progetto di trasformazione urbana. Un comunicato stampa dell’UNI ci informa che il documento, declinato in coerenza con i principi e le azioni che sottendono alla filosofia della Matrice AUDIS della Qualità Urbana e della sua applicazione nel “Protocollo della Qualità Urbana” di Roma Capitale, si pone come principali obiettivi quelli di: Centro Studi •garantire che la Pubblica Amministrazione non spenda tempo e risorse nell’esame di grandi progetti urbani complessi che non possono trovare attuazione perché non sostenibili da un punto di vista economico-finanziario; •verificare che i costi e i ricavi indicati/adottati dal soggetto proponente siano in linea con la qualità complessiva dell’opera, così come prospettata alla Pubblica Amministrazione, anche nelle successive fasi di sviluppo del progetto; •garantire la trasparenza necessaria alla corretta negoziazione tra le parti. La prassi di riferimento nasce, quindi, dalla volontà di implementare la metodologia di lavoro introdotta da UNI per le opere edili, che permette di raccogliere e riordinare le molte informazioni e dati di tipo tecnico-progettuale-finanziario, estendendola ai progetti di trasformazione urbana. A tale scopo, il documento individua e descrive le fasi di processo di sviluppo di un progetto di trasformazione urbana, definendo in maniera sistematica e strutturata la documentazione necessaria: •analisi di mercato; •analisi dei costi; •cronoprogramma; •attualizzazione dei flussi di cassa; •relazione esplicativa del Piano Economico Finanziario. L’UNI ricorda che le prassi di riferimento non sono norme ma documenti, al servizio della normazione stessa e del mercato, che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di elaborazione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI. Fonte: Gabriele Bivona, sito internet lavori pubblici Politiche territoriali: Legge Sblocca Italia, tutte le misure contro il dissesto idrogeologico 7/11/2014. Il decreto Sblocca Italia, convertito in legge con il via libera del Senato, contiene all'articolo 7 – spiega il Dossier del Servizio studi del Senato - una serie di norme principalmente finalizzate all’utilizzo delle risorse per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, nonché disposizioni volte ad agevolare la realizzazione degli interventi stessi. Accordo di programma. A partire dalla programmazione 2015, le risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico sono utilizzate tramite accordo di programma sottoscritto dalla Regione interessata e dal Ministero dell'ambiente. Gli interventi sono invece individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del medesimo Ministero, ed attuati dal Presidente della Regione in qualità di Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico. Vengono disciplinate le modalità di revoca di risorse assegnate in passato alle Regioni e ad altri enti per la realizzazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per i quali alla data del 30 settembre 2014 non sia stato pubblicato il bando di gara o non sia stato disposto l’affidamento dei lavori nonché per gli interventi che risultino difformi dalle finalità suddette. Società in house. I Presidenti delle Regioni possono avvalersi di società in house delle amministrazioni centrali dello Stato dotate di specifica competenza tecnica, per lo svolgimento di attività di progettazione ed esecuzione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati il comma è stato modificato al fine di prevedere che per le attività di progettazione ed esecuzione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico previsti dagli accordi di programma stipulati con le Regioni, i Presidenti delle Regioni possono richiedere di avvalersi, sulla base di apposite convenzioni per la disciplina dei relativi rapporti, non solamente di società in house, ma di tutti i soggetti pubblici e privati, purché nel rispetto delle procedure di evidenza pubblica. Semplificate le procedure di espropriazione. Oltre alla semplificazione delle procedure espropriative necessarie per la realizzazione degli interventi, è prevista l’assegnazione alle regioni della somma complessiva di 110 milioni di euro, a valere sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione (FSC) 2007-2013 per interventi di sistemazione idraulica dei corsi d'acqua. L’esclusione dalla disciplina sui rifiuti si applica anche, alle medesime condizioni e per le stesse finalità, per i sedimenti spostati nell’ambito delle pertinenze idrauliche. Struttura di missione. Nelle attività di pianificazione, istruttoria e ripartizione delle risorse finanziarie finalizzate alla realizzazione degli interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico, la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico opera di concerto con il Ministero dell'ambiente e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo in esame – art. 7 – è estesa alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano. Depurazione acque reflue. La lettera l) del comma 1 integra il testo del comma 6 dell’art. 124 del Codice dell’ambiente (D.Lgs. 152/2006), in base al quale le regioni disciplinano le fasi di autorizzazione provvisoria agli scarichi degli impianti di depurazione delle acque reflue per il tempo necessario al loro avvio, prevedendo che, qualora gli impianti siano già in esercizio, le regioni stesse possono disciplinare le fasi di autorizzazione provvisoria per il tempo necessario allo svolgimento di interventi, sugli impianti o sulle infrastrutture ad essi connesse, finalizzati all'adempimento degli obblighi derivanti dalle norme dell’UE o al potenziamento funzionale, alla ristrutturazione o alla dismissione. Viene accelerata la realizzazione degli interventi di adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione necessari a conformarsi alle sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’UE concernenti l’applicazione della Direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane. A tal fine è prevista l’istituzione di un apposito fondo presso il Ministero dell'ambiente. Le risorse del FSC (Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) stanziate dalla delibera CIPE n. 60/2012 e revocabili sono non solo quelle destinate ad interventi nel settore della depurazione delle acque, ma in generale quelle afferenti interventi Centro Studi nel settore idrico. Tra le ipotesi di revocabilità delle risorse viene inserita, in aggiunta a quelle previste, anche l’inerzia del soggetto attuatore. Commissari straordinari. Per le stesse finalità di accelerazione degli interventi, è consentita la nomina, da parte del Governo, di commissari straordinari, ai quali non sono corrisposti gettoni, compensi, rimborsi di spese o altri emolumenti, comunque denominati. L’attivazione della procedura di esercizio del potere sostitutivo del Governo non è obbligatoria, ma facoltativa. Il termine per l’attivazione della procedura (scaduto il 30 settembre scorso) viene differito al 31 dicembre 2014. Stop ai contenziosi giudiziari per i lavori urgenti anti-dissesto idrogeologico. Una norma contenuta nella legge Sblocca Italia esclude i lavori urgenti di realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico dall’applicazione dei commi 10 e 10-ter dell’articolo11 del Codice Appalti (decreto legislativo 163/2006) che prevedono, rispettivamente, la stipula del contratto, solo dopo che sono trascorsi 35 giorni dall'invio dell'ultima delle comunicazioni del provvedimento di aggiudicazione definitiva da parte della stazione appaltante, e la sospensione dell’aggiudicazione del contratto, se proposto ricorso avverso l'aggiudicazione definitiva con contestuale domanda cautelare. “Il Governo – ha sottolineato il sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo - è intervenuto per impedire che in futuro un contenzioso giudiziario possa bloccare un’opera di messa in sicurezza di un’area, evitando situazioni analoghe a quella che si è verificata a Genova in cui la realizzazione dei lavori per la messa in sicurezza del Bisagno era stata bloccata da intoppi burocratici”. Fonte: sito internet casa e clima Politiche territoriali: Detrazioni 65%: L’ecobonus 65% sarà prorogato anche per gli interventi antisismici. La Commissione Ambiente della Camera conferma l’agevolazione fiscale per tutto il 2015 07/11/2014 - È stato approvato dalla Commissione Ambiente della Camera un emendamento al ddl di Stabilità 2015 che conferma anche per tutto il 2015 l’utilizzo dell’ecobonus del 65% per gli interventi di messa in sicurezza antisismica attualmente non previsto dalla manovra. “Per uscire dalla crisi - dice Realacci -, è determinante il rilancio dell’edilizia di qualità, legata al risparmio energetico, alla sicurezza, alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e a progetti di qualificazione delle città, come dimostrano i risultati del credito di imposta e dell’ecobonus degli anni recenti”. “Su questo fronte - continua Realacci - è poi necessario un coordinamento molto più forte tra ministeri e istituzioni coinvolti. In particolare sulla questione del risparmio energetico sarebbe molto utile l’istituzione di una Struttura di missione ad hoc presso la Presidenza del Consiglio, in analogia a quanto fatto per il contrasto al dissesto idrogeologico e la depurazione delle acque. Realacci annuncia, infine, anche che verranno presentati alla Commissione Bilancio altri emendamenti che tendono ad estendere lo strumento della detrazione fiscale alla bonifica dall’amianto. Soddisfatto per l’approvazione dell’emendamento il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. Per il presidente Leopoldo Freyrie, si tratta di una norma che “salverà molte vite umane e che rappresenta senza dubbio alcuno una battaglia di civiltà”, e che rilancerà “un settore in forte crisi come quello dell’edilizia, per il quale gli ecobonus possono rappresentare un volano e rilanciare un comparto che fra tutti è quello che più di altri ha pagato e paga gli effetti della recessione”. L’estensione dell’ecobonus 65% agli interventi di miglioramento antisismico era stata preannunciata ieri dall’UNICMI, l’Unione delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti, e ISI, Ingegneria Sismica Italiana, che avevano chiesto alla Commissione Ambiente di presentare l’emendamento. Le due associazioni chiedevano però che fosse assicurato “uno spazio temporale di almeno un triennio ai cittadini, agli amministratori di condominio e alle industrie, per accedere ai bonus sismica”, e ricordavano che lo stesso DL ecobonus (Legge 90/2013) prevede che, per gli interventi di miglioramento e adeguamento antisismico, si adottino “incentivi selettivi e di carattere strutturale”, cioè su un periodo temporale di ampio respiro, non certo di un anno, proprio per intensificare in maniera decisiva la politica di prevenzione contro il rischio sismico. UNICMI e ISI sottolineavano infatti che, da un punto di vista tecnico, per accedere agli incentivi per interventi di natura antisismica, i passaggi sono più complessi di quelli richiesti per altri interventi edilizi agevolati da bonus, ovvero: - determinazione della ‘classificazione sismica’ nello stato attuale del fabbricato; - progettazione degli interventi antisismici; - determinazione della nuova ‘classificazione sismica’ che tenga conto degli interventi antisismici progettati; - realizzazione degli interventi antisismici. La proroga della detrazione 65% per gli interventi di miglioramento antisismico era stata chiesta nei giorni scorsi da UNICMI e ISI al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi, dopo aver constatato che il disegno di legge di Stabilità 2015, nella prima bozza, conferma per un anno i bonus del 65% per la riqualificazione energetica e del 50% per le ristrutturazioni e l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, ma non quello per la messa in sicurezza sismica. Un’agevolazione che finora è rimasta praticamente inutilizzata - spiegavano UNICMI e ISI - a causa della mancanza di una circolare applicativa, che quindi non ha dato alcun beneficio sia in termini di sicurezza dai rischi sismici di una quota rilevante del patrimonio immobiliare italiano, sia di ricadute economiche per le imprese produttrici di dispositivi antisismici, alle prese con la più grave crisi delle costruzioni dal dopoguerra ad oggi. Fonte: Rossella Calabrese, sito internet edilportale Centro Studi Politiche territoriali: Prevenzione del rischio sismico, in Gazzetta la ripartizione tra le Regioni di 185 MLN 6/11/2014. Sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.258 di oggi 6 novembre 2014 è stato pubblicato il decreto 4 agosto 2014 recante “Attuazione dell'articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 - annualita' 2013”. Al fine di dare tempestiva attuazione alle concrete iniziative di riduzione del rischio sismico, il provvedimento ripartisce tra le regioni i fondi disponibili per l'annualita' 2013 ai sensi dell'art. 11 della legge n. 77/2009 che ha istituito un Fondo per la prevenzione del rischio sismico. LA TABELLA. La ripartizione delle risorse, determinata sulla base dei criteri riportati nell'Allegato 2 dell'ordinanza del Capo dipartimento della protezione civile 19 giugno 2014, n. 171, è indicata nella tabella 1 per le voci di cui all'art. 2 comma 1 lettera a) e lettere b) + c). Complessivamente sono ripartiti quasi 16 milioni per il finanziamento di cui alla lettera a) e oltre 169 milioni per il finanziamento di cui alle lettere b) + c). Fonte: sito internet casa e cliama Rapporti e studi: Bonifiche e RigenerazioneUrbana: dalla progettazione integrata all’AdaptiveReuse 27/10/2014. Affrontare il tema delle bonifiche in Italia con una visione strategica, alla luce delle profonde trasformazioni che stanno ridefinendo gli scenari economici e urbani contemporanei. I metodi e modelli applicati con successo nel passato appaiono infatti sempre meno adatti per affrontare le necessità del futuro ed è quindi fondamentale introdurre nel mondo professionale nuovi strumenti progettuali per rispondere alle mutate esigenze. Golder Associates in associazione con lo studio di architettura TRA_Architettura Condivisa ha di recente presentato uno studio. Nell’attuale contesto economico, le difficoltà legate alla riqualificazione dei siti industriali dismessi, che nella maggior parte dei casi ricomprendono aree definite come contaminate, sono ormai evidenti: mancanza di fondi legati alla crisi Centro Studi del settore immobiliare, procedure complesse che devono tenere insieme le esigenze di numerosi attori e tempi incerti che scoraggiano gli investimenti che prolungano così il destino di degrado di molti siti. Partire da alcuni dati ci può aiutare a inquadrare il contesto in cui ci muoviamo e a comprendere quali sono le tendenze in atto. Da un punto di vista ambientale permane una situazione critica, come evidenziato dai dati ISPRA del 2012, in base ai quali risultano oltre 15.000 in Italia i siti potenzialmente contaminati, 4.314 quelli contaminati, oltre 5.000 i siti nei quali sono stati avviati interventi di messa in sicurezza e/o bonifica, a fronte di circa 3.000 siti bonificati. Al contempo il mercato immobiliare e delle costruzioni, a cui il settore delle bonifiche è strettamente collegato, segue l’onda lunga della crisi finanziaria del 2008, mostrando chiari segnali di una contrazione che difficilmente cambierà verso nell’immediato futuro. I dati ISTAT rivelano ad esempio che il numero di permessi di costruire per abitazioni private si è ridotto dal 2005 di circa l’81%, ritornando addirittura a livelli che si registravano nel 1936 in un contesto demografico e produttivo completamente diverso. Allo stesso modo nel medesimo periodo di riferimento in base ai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate le compravendite di immobili residenziali si sono ridotte di più della metà, passando dalle circa 860.000 del 2005 a poco più di 400.000 nel 2013. Dati fortemente negativi come quelli citati vanno però letti in parallelo ad altri numeri, come ad esempio quelli sulla ripartizione degli investimenti nel settore edilizio residenziale, che mostra come la quota destinata al recupero e alla manutenzione straordinaria degli edifici ha avuto una costante crescita, anche negli ultimi anni di recessione, a fronte di un crollo degli investimenti nella costruzione di nuove abitazioni, superando in valore assoluto quest’ultima a partire dal 2009. Questi dati confermano quindi che è in atto una trasformazione di mercato, ma anche culturale, che sta restituendo centralità al recupero del patrimonio esistente, come confermato dal successo negli ultimi anni degli incentivi economici per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti. Ecco quindi che all’interno di questa tendenza i siti dismessi possono offrire importanti potenzialità, come occasione per ricucire nel tessuto urbano aree attualmente abbandonate, per mettere in sicurezza spazi contaminati e per ridurre il consumo di suolo verde ad agricolo. Bisogna infatti tenere conto che la progressiva terziarizzazione delle economie occidentali, con una crescita del settore dei servizi a discapito di quello produttivo, ha portato alla dismissione di vaste aree industriali, spesso collocati in aree consolidate della città, e alla creazione quindi di grandi vuoti urbani, i cosiddetti brownfield, da riempire con nuove funzioni. Parallelamente il tema del consumo del suolo è di recente diventato centrale non solo per l’opinione pubblica, ma anche a livello istituzionale, tanto che l’Unione Europea mira a ridurre a zero l’utilizzo di terreno fertile, comunemente chiamato greenfield, entro il 2050. Secondo una recente indagine dell’ISPRA, negli ultimi anni il consumo di suolo in Italia è avvenuto a una media di 8 m2 al secondo e la serie storica dimostra che si tratta di un processo che dal 1956 non conosce battute d’arresto. Vuol dire che ogni cinque mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quella di Milano e Firenze. In termini assoluti, l’Italia è passata da poco più di 8.000 km2 di suolo consumato all’anno del 1956 ad oltre 20.500 km2 nel 2010. Le conseguenze dell’edificazione e dell’impermeabilizzazione del suolo sono molteplici: perdita di biodiversità e di paesaggio, incremento del rischio di inondazioni, riduzione della ricarica delle falde, accumulo di inquinanti e incremento delle temperature. Da questo punto di vista molti siti dismessi rappresentano quindi importanti opportunità per trasformare le città a partire dall’esistente, limitando il più possibile l’espansione su terreni agricoli o naturali. Le sfide poste da questi siti, in termini di complessità delle operazioni e numero di attori coinvolti, richiedono però che i professionisti applichino nuovi strumenti di progettazione in grado di offrire risposte concrete ed efficaci in linea con le limitazioni poste dall’attuale scenario economico. Francesco Ducco, Client Development Director di Golder Associates commenta “La percezione è che la situazione delle bonifiche in Italia sia generalmente bloccata: le misure di contenimento sono spesso messe in pratica, ma un progetto complessivo di riqualificazione nella maggior parte dei casi rimane sulla carta e i siti rimangono in uno stato di abbandono che ha ripercussioni sulla qualità urbana del contesto e quindi sulla vita quotidiana delle persone che abitano nei dintorni. Le regolamentazioni molto complesse, e in alcuni casi troppo stringenti, limitano gli interventi, posticipando la risoluzione dei problemi ambientali sui siti dismessi ad un futuro sempre più distante. È infatti estremamente difficile decidere di investire in un brownfield in Italia oggi dato che non solo il costo di rigenerazione è a volte maggiore del valore immobiliare dell’area, ma a questo si aggiungono una spesso completa incertezza sui tempi, sia per motivi tecnici, ma anche e soprattutto per motivi amministrativi. Per questo stesso motivo, gli investimenti in progetti di bonifica sono quasi esclusivamente privati, mentre è difficile intessere con la controparte pubblica un dialogo costruttivo che inserisca la fase di bonifica all’interno di una strategia di rigenerazione finalizzata a offrire un vero futuro a queste aree. I meccanismi che abbiamo identificato per uscire da questa situazione sono la progettazione integrata, che prevede un lavoro più coordinato tra i vari attori e l’adaptive reuse, ossia la riprogettazione su misura per l’area in questione, a partire dalle reali condizioni del sito, dagli scenari economici attuali e dalle esigenze espresse dal territorio.” Questa riflessione condotta da Golder e TRA è stata allargata ad alcuni esponenti delle diverse parti che concorrono a un processo di progettazione integrata: pubblica amministrazione, aziende, progettisti, tecnici del settore, professionisti del mercato immobiliare, cittadini e università. Le testimonianze, raccolte sotto forma di intervista, si focalizzano su cinque tematiche fondamentali: 1 | La progettazione integrata che prevede di mettere insieme i vari interlocutori già dalle prime fasi, evitando un meccanismo tipico secondo cui ogni professionista lavora per fasi separate e porta un contributo generalmente settoriale che fatica a integrarsi con le altre componenti nei pochi momenti chiave in cui le varie parti vengono messe insieme. Il fine è quello di ottimizzare le risorse e contemporaneamente di ridurre le spese e il dispendio di energie, in un’ottica di sostenibilità ambientale. Centro Studi 2 | La partecipazione pubblica, cioè la progettazione partecipata, che significa quindi creare una visione condivisa e tracciare degli obiettivi guida per una certa area insieme agli interlocutori più prossimi. Il modello progettuale dell’integrated design può prevedere, a un certo punto, il coinvolgimento proattivo dei cittadini. 3 | I casi di eccellenza in Europa e in Italia 4 | La messa in sicurezza per usi temporanei - nell’attesa di una riconversione d’uso, potrebbe essere opportuno valutare la possibilità di sfruttare interventi di messa in sicurezza per un uso temporaneo delle aree. 5 | Le strategie innovative - negli ultimi anni, il tema del consumo del suolo è salito alla ribalta in maniera dirompente. Nell’ottica di fermare l’espansione delle città questi siti possono offrire grandi potenzialità I risultati di questo studio mettono in luce che per progetti complessi come quelli di rigenerazione urbana, in generale, manchi al momento l’integrazione tra le diverse professionalità, mentre è necessario fin dalle prime fasi creare un più stretto confronto tra la componente urbanistica ed edilizia con quella tecnico-ambientale. Le attività di bonifica, che rappresentano un tassello limitato, ma fondamentale, in un processo di rigenerazione, vanno quindi tarate rispetto alle destinazioni future del sito, mentre il progetto urbanistico e edilizio va attentamente pianificato a partire dallo stato di contaminazione delle matrici ambientali. Una “visione” condivisa per il futuro dell’area deve fare da connettore tra attività così diverse e permette di costruire una strategia di sviluppo per fasi e per parti, da portare avanti su una scala di lungo periodo. All’interno di questo processo integrato non va certamente dimenticato il ruolo delle comunità locali, i vicini di casa spesso dimenticati nelle fasi di progettazione, che però non tardano a far sentire la propria voce non appena i primi mezzi di cantiere entrano in sito. Dal punto di vista progettuale l’adaptive reuse e l’adaptive remediation possono rappresentare due nuovi approcci con cui portare avanti questi processi, rovesciando la sequenza e inserendo a pieno titolo il risanamento del passato in un progetto del futuro, a iniziare dal modo in cui guardiamo a ciò che è venuto prima di noi. La fase di analisi del contesto ambientale, ma anche urbano e socio-economico è un aspetto fondamentale in questo percorso. L’adaptive reuse si distingue infatti dal riuso normale perché definisce le modalità di trasformazione di un edificio/sito preesistente basandosi sulle specifiche condizioni della preesistenza e nell’intento di minimizzare gli interventi necessari al riuso. Per analogia nella adaptive remediation le bonifiche vengono organizzate nello spazio e nel tempo all’interno di un progetto integrato di rigenerazione. La bonifica non è più quindi quella fase a sé, portata avanti con l’obiettivo di eliminare i residui dell’uso passato per consegnare ripulito il sito al suo uso futuro. Il contenimento dei costi, la distribuzione degli interventi nel tempo e nello spazio in armonia con le previsioni di usi futuri liberano risorse per interventi positivi a favore dei territori, consentendo di attivare cicli lunghi di rigenerazione urbana e territoriale con esternalità positive, che compensino attivamente il passato danno ambientale subito dai luoghi e dalle comunità che li abitano. Fonte: Jean Pierre Davit, sito internet edilio_it Rapporti e studi: CNR: l'ottobre 2014 il più caldo dal 1800. Le sfide per una progettazione resiliente 6/11/2014. Il mese appena concluso è stato l'ottobre più caldo dal 1800 ad oggi. Lo ha rilevato il CNR che ha registrato nel mese di ottobre di quest'anno un'anomalia di +3.2 gradi rispetto alla media del periodo 1971-2000, che viene convenzionalmente assunta come riferimento. Seguono in questa graduatoria gli ottobre del 2001 (+3.0), del 2004 (+2.4), del 2006 (+2.1) e del 2013 (2.0): i 5 mesi di ottobre più caldi dal 1800 ad oggi sono quindi tutti degli ultimi 15 anni. PRECIPITAZIONI SOTTO LA MEDIA. Quanto alle precipitazioni, essere risultano sotto la media quasi ovunque: a livello nazionale, rispetto al periodo di riferimento 1971-2000, si è registrato un -30%, con alcune eccezioni locali quali il Gargano, dove i valori sono stati oltre il triplo del normale, e parte della Liguria e della Sicilia. Nonostante ciò con ottobre le precipitazioni cumulate dell'anno meteorologico 2014 (dicembre 2013 - novembre 2014), a un mese dalla sua conclusione, hanno già raggiunto la precipitazione media annuale, grazie alla stagione invernale e a quella estiva che sono state particolarmente piovose, soprattutto per il nord. LE SFIDE PER UNA PROGETTAZIONE RESILIENTE I dati allarmanti tornano a farci riflettere su una questione ampiamente dibattuta: come possiamo prevenire i disastri causabili da fenomeni meteorologici estremi? Un ruolo fondamentale è ricoperto dalla progettazione, perché prevenire, si sa, è meglio che curare. Ecco che, da diversi anni a questa parte si discute in tutto il globo di 'progettazione resiliente' e ‘resilienza urbana’, intesa come la capacità di un territorio e di una comunità di prevenire e affrontare correttamente qualsiasi problematica di tipo ambientale. Ma cosa significa realmente applicare un approccio resiliente alla progettazione? Dal Giappone le migliori pratiche Probabilmente il Giappone è il paese che, data la drammatica esperienza in materia di catastrofi naturali, si sta muovendo maggiormente in questi termini e può sicuramente offrire delle pratiche che fungano da buon esempio. Basti pensare al prototipo abitativo sviluppato dalla società immobiliare Mori Building, in grado di resistere a qualsiasi fenomeno calamitoso, riducendo al minimo la vulnerabilità della struttura. Il modello costruttivo è basato sull'utilizzo di: mura adesive (una particolare sostanza adesiva è stata iniettata all'interno delle piastre in acciaio che compongono l'edificio, con l'obiettivo di alleviarne i sussulti); ammortizzatori ad olio o a pendolo (sul mercato esistono degli ammortizzatori in grado di attutire adeguatamente i movimenti dell'edificio in base all'intensità del sussulto, rilevata da alcuni sensori che monitorano la fluttuazione di un liquido oleoso); colonne resistenti (Gran parte della resistenza strutturale è chiaramente dettata dalla capacità resiliente delle colonne portanti degli edifici che, nel caso in oggetto, sono state realizzate con tubi in acciaio riempiti di calcestruzzo ad alta resistenza); ascensori a doppia cabina (per garantire spostamenti sicuri). Centro Studi Best practices anche dall'Europa Ma non serve andare così lontano per rintracciare buoni esempi di progettazione resiliente. Dal convegno svoltosi lo scorso aprile a Colombes, in Francia, i cui principali risultati emersi sono stati pubblicati nel report ‘Urban Resilience: LIFE+ projects and European policies’, si sono condivise molte esperienze di progettazione, che potranno servire ad una metodologia condivisibile. Fra i progetti, citiamoUrban Oasis (LIFE11 ENV/FI/000911), un progetto finlandese che ha come obiettivo quello del considerare le acque piovane come una risorsa piuttosto che come un problema, attraverso la creazione di aree urbane servite da acque meteoriche filtrate per il riuso. Per quanto riguarda la corretta gestione dei rifiuti, Up&Forward Coms(LIFE11 ENV/UK/000389), progetto inglese che punta, per la contea di Greater Manchester, sulla partecipazione attiva della popolazione e quindi su un’educazione del singolo alla conoscenza e allo sviluppo di pratiche sostenibili. ?Più orientati all’impatto ambientale e allo sfruttamento energetico i progetti Mac Eau (LIFE11 ENV/FR/000745), incentrato sulla riduzione del consumo di acqua a Gironda (Francia), Clima (LIFE09 ENV/FR/000598), promotore di un piano d'azione per il cambiamento climatico del dipartimento francese della Essonne, e EKO-LIFE (LIFE12 INF/AT/000369), che punta sull’informazione e promozione di stili di vita sostenibili che garantiscano l’autonomia energetica. Particolarmente attenta al riciclo è invece la città di Colombes, che ha ospitato il convegno e che è protagonista del progetto R-Urban (LIFE10 ENV/FR/000215), fondato sull’applicazione di un modello partecipativo basato sui principi del riciclo e del riutilizzo. Con l’obiettivo non solo di ‘abituare’ i cittadini a un corretto smistamento dei rifiuti ma anche e soprattutto ad educarli verso un reimpiego delle risorse in disuso. Fonte sito internet casa e clima Edilizia scolastica: 8permille alle scuole, pronto il regolamento 03/11/2014 - È stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il Regolamento che consentirà di devolvere agli edifici scolastici l’otto per mille dell’Irpef. In particolare, alle quattro tipologie (fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali) già destinatarie dell’8permille, ne viene aggiunta una quinta. La nuova tipologia è: “ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica”. Il Regolamento modifica ed integra la precedente normativa in materia di criteri e procedure per l’utilizzazione della quota dell’otto per mille dell’Irpef devoluta alla diretta gestione statale (Dpr 76/1998). L’inserimento delle scuole tra i beneficiari dell’8 per mille era stato deciso circa un anno fa dall’articolo 1, comma 206 della Legge di Stabilità 2014 (Legge 147/2013). Fonte: Rossella Calabrese, sito internet edilportale Eventi: Al via a Milano ‘Urbanpromo’. 11/11/2014 - Apre oggi i battenti a Milano ‘Urbanpromo’, la manifestazione nazionale di riferimento per il marketing urbano e la rigenerazione urbana. Per la prima volta l’evento organizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit avrà a sede nei prestigiosi spazi della Triennale di Milano. Fino al 14 novembre, oltre alla tradizionale esposizione di progetti proposti dagli enti pubblici e privati - quest’anno affiancata da un’innovativa gallery online - alla Triennale avranno luogo convegni e seminari di approfondimento che vedranno come relatori i protagonisti e le migliori competenze negli ambiti scelti da Urbanpromo come riferimenti tematici: oltre ai “consueti” - la trasformazione urbana, il marketing urbano e il social housing - ci sono i nuovi innesti costituiti da “Energia e sostenibilità” e “smart city”, e due settori che saranno pilastri del dibattito disciplinare e pubblico dei prossimi mesi: la programmazione comunitaria 2014-2020 e la l’avvicinamento all’Expo del 2015. Ricco il programma attinente all’Esposizione universale. Nella giornata inaugurale di Urbanpromo ci saranno tre convegni su Expo: uno di presentazione, con i rappresentanti del comitato scientifico, un secondo che approfondirà i progetti di architettura del Padiglione Italia e dei padiglioni internazionali, in cui interverranno alcuni progettisti coinvolti, e un terzo incentrato sulle linee guida e gli scenari della trasformazione urbanistica delle aree del sito dopo la manifestazione con gli interventi, tra gli altri, della vicesindaco di Milano Ada Lucia De Cesaris e del presidente e del coordinatore di Arexpo, Luciano Pilotti e Paolo Galuzzi, oltre che di Cino Zucchi, curatore del Padiglione Italia alla XIII Biennale di architettura. Sempre nella giornata inaugurale l’Agenzia delle Entrate curerà un focus sul mercato immobiliare lombardo e milanese e a seguire, con gli interventi tra gli altri del vicedirettore dell’Agenzia Gabriella Alemanno, ci sarà un approfondimento sulla legge delega di riforma degli estimi catastali. Il 12 novembre sarà la giornata nella quale i principali attori italiani impegnati nel social housing - tra cui la Cassa depositi e prestiti investimenti Sgr - presenteranno i risultati del seminario che Urbanpromo ha curato a ottobre a Torino. Lo stato dell’arte, l’evoluzione e i possibili scenari di sviluppo dell’housing sociale nel nostro Paese saranno al centro dell’approfondimento. Nella stessa giornata Ferrovie dello Stato - Sistemi Urbani sarà capofila di un convegno che studierà le relazioni e le opportunità derivanti, per la rigenerazione urbana delle città, dall’Alta Velocità: focus su Torino, Milano, Firenze e Roma, e in quest’ultimo caso sarà presentato il progetto della nuova sede direzionale di Bnp Paribas nelle vicinanze della stazione Tiburtina. Centro Studi Il 13 novembre un convegno dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, a cui parteciperà il ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, sarà dedicato alle Città metropolitane per mettere in luce opportunità strategiche e funzioni innovative di sviluppo dei nuovi enti, che entreranno a regime dal primo gennaio prossimo. Nella stessa giornata giungerà a compimento l’approfondimento iniziato il giorno precedente sulla programmazione comunitaria 2014-2020: numerosi tra Regioni, enti locali e Università chiariranno e metteranno in luce le opportunità offerte ai territori dal nuovo ciclo di programmazione. Nella giornata conclusiva si farà il punto sulla complessa normativa e la possibilità di semplificazione e accelerazione delle procedure di bonifica e avranno luogo le premiazioni dei concorsi: il premio Urbanistica e Urban - promogiovani. Fonte: Ufficio stampa Urbanpromo Eventi: Saie 2014: Legambiente: non palazzoni ma rigenerazione dei quartieri nella nuova edilizia 29/10/2014. Vittorio Cogliati Dezza, Presidente di Legambiente Italia, parla della trasformazione della città mettendo in primo piano la necessità di trovare risposte concrete ai problemi più attuali: “Le città del futuro hanno bisogno di partire dalle città di oggi e capire come trasformarle”. Questa trasformazione deve passare attraverso tre grandi assi - trasporto, energia e recupero dei quartieri - aiutata da provvedimenti legislativi che facilitino le imprese e favoriscano la messa in sicurezza delle città sul dissesto idrogeologico. “Non esiste più un confine delle città, esistono grandi conurbazioni” spiega Cogliati Dezza, rimarcando l’impellenza di rafforzare i trasporti pubblici e di favorire il car sharing e il bike sharing per una nuova mobilità sostenibile. Inoltre, la riduzione del consumo di energia verrebbe favorito dalla flessibilità delle rinnovabili, che trasformerebbero le città da un luogo di consumo a un luogo di produzione e gli stessi quartieri dovrebbero avere un ruolo di primo piano nel processo di rigenerazione urbana, che deve soprattutto puntare al rilancio dell’industria edilizia tramite il recupero e il rinnovo, abbandonando le costruzioni nelle periferie. Fonte: sito internet edilio News dai territori: Regione Abruzzo: Terremoto de L'Aquila: la città sotto shock dopo la sentenza 11/11/2014. Una città talmente tramortita da restare quasi anestetizzata. E' l'impressione che lascia L'Aquila il giorno dopo la sentenza in Corte d'appello del processo Grandi Rischi che ha ribaltato l'esito del primo grado assolvendo sei tra scienziati e membri della commissione, e condannato il solo Bernardo De Bernardinis, ex vice capo della Protezione Civile, a due anni con la condizionale. "Già la città era sonnolenta di suo, ora con questo nuovo colpo in testa reagirà ancora meno", è il laconico commento dell'avvocato Roberto Madonna, legale di un'associazione cittadina. Ma è il popolo più minuto che fotografa bene il sentimento vero della città. "Ormai sono garantisti solo per i delinquenti", ha infatti detto Adriano, che nel sisma del 6 aprile 2009 ha perso fratello e nipote. Il gestore del giornalaio davanti a Piazza D'Armi ammette che "viviamo giorno dopo giorno senza più aspettarci nulla, le cose vanno sempre in quella direzione. Questa sentenza non starà bene a nessuno". Ma è proprio nell'immensità di Piazza D'Armi che il popolo aquilano ha timbrato la sua indignazione con un grandissimo striscione, lungo oltre venti metri, appeso nel luogo di maggior passaggio della città. "Grandi Rischi: molte storie ce lo hanno già insegnato... E' inutile fare un processo quando è contro lo Stato. Vergogna!". E sulla presunta 'inutilità' di questo processo torna proprio l'avvocato Madonna quando allargando le braccia prima dice che "questa sentenza si innesta su un sistema come quello di Mogherini e Cucchi. Un fatto in sé magari non dice nulla, ma se inserito in un sistema, qualche cosa significherà, e tutto diventa diverso". Il giorno dopo negli ambienti giudiziari aquilani non c'è sconcerto solo per la sentenza in sé. "Il fatto non sussiste, la Corte d'appello non ha detto che non costituisce reato, ha detto che il fatto non c'è, non che non è colposo", ha infatti commentato l'avvocato Maria Teresa Di Rocco che difendeva le parti civili. "Manca il nesso di casualità, evidentemente i giudici scriveranno che non è stato dimostrato che con quelle informazioni non c'era motivo di scappare da casa ribatte l'avvocato Antonio Valentini, uno dei promotori del processo con le sue denunce - ma condannare solo De Bernardinis non riusciamo a capirlo. Sebbene avessi già scritto di aspettarmi questa sentenza, perché non bisognava toccare i forti, qui manca il nesso di casualità. E condannare De Bernardinis a soli due anni mi permette allora - chiude con amara ironia - di andare nella mia prossima udienza dove devo difendere un automobilista che in un incidente ha ucciso una bambina e chiedere di patteggiare per venti giorni". Fonte: sito internet edilio Regione Campania: Politiche territoriali: Eventi sismici: l'importanza della formazione dei cittadini 30/10/2014. Domenico Calcaterra, Consigliere Nazionale dei Geologi, delinea i punti critici in materia di dissesto idrogeologico e rischio sismico Prevenzione e formazione delle persone: due attività centrali e necessarie per contribuire ad evitare accadimenti tragici durante eventi sismici o alluvionali. Questi alcuni dei temi emersi questa settimana a Vietri sul Mare, durante l'evento voluto dall'Ordine dei Geologi della Campania. "In Campania sono state censite ben 24mila frane ma la cifra potrebbe anche essere sottostimata". È un dato forte quello fornito da Domenico Calcaterra, docente di Geologia presso l'Università Federico II di Napoli e Consigliere Centro Studi Nazionale dei Geologi, durante la visita dei geologi avvenuta questa settimana sui luoghi colpiti dall'alluvione del 1954 a Salerno e Costiera Amalfitana. A Vietri sul Mare è stata davvero massiccia la partecipazione della gente all'evento organizzato per per ricordare quanto accadde la sera del 25 Ottobre del 1954. Le vittime furono 318, con oltre 5mila gli sfollati. "Quasi tutti i comuni della Costiera – ha spiegato Calcaterra – insistono sui tratti terminali delle aste torrentizie. La situazione non è cambiata, è la stessa del 1954. Oggi però conosciamo il fenomeno ed i possibili effetti e dunque è possibile prendere le contromisure. Bisogna informare i cittadini sui rischi naturali ai quali sono esposti". Ed i cittadini hanno risposto. I geologi hanno mostrato loro le carte geologiche spiegando il perché dei rischi naturali. "Siamo sul posto – ha affermato Francesco Peduto, Presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania – per far sentire la nostra vicinanza a queste popolazioni che ancora oggi vivono in aree a rischio ed anche per sottolineare il contributo che i geologi vogliono dare affinché ci sia una maggiore coscienza e conoscenza di tali rischi. Bisogna essere chiari. Oggi a distanza di 60 anni in tante aree permangono elementi di rischio tanto è che sulle mappe dell’autorità di bacino competente, sono riportate come zone rosse a rischio R-4 molto elevato. Al momento, nel nostro paese, non soltanto mancano interventi strutturali di prevenzione ma il cittadino non sa cosa fare e come comportarsi in caso di eventi alluvionali o sismici". "In Italia – prosegue Peduto - il 50% delle vittime per rischio sismico, e questo è un dato ufficiale, le abbiamo per azioni o comportamenti sbagliati da parte delle persone. Ad esempio in caso di un alluvione non bisogna mai andare nei sottoscala. La gente non è informata, non sa nulla, non sa cosa fare, spesso si sente smarrita durante un evento alluvionale o sismico". Fonte: sito internet edilizia e urbanistica Regione Puglia: Politiche territoriali: Siglato accordo per la rigenerazione del contesto urbano 07/11/2014. L'obiettivo è garantire il diritto ad avere una casa senza edificare nuovi ghetti: gli estremi dell'accordo, con il parere del governatore Vendola La Regione Puglia firma il patto con Anci, Ance, Abi e Politecnico, architetti e ingegneri siglando il protocollo d'intesa volto a spingere le imprese edili a lavorare per la rigenerazione del contesto urbano. L'idea generale è quella di garantire il diritto ad avere una casa senza che vengano costruiti nuovi ghetti realizzando "uno strumento di valutazione per la verifica della fattibilità finanziaria degli interventi di riqualificazione urbana e territoriale che comportano il coinvolgimento di soggetti privati" spiega il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola. "Abbiamo fatto lavorare insieme il pubblico e il privato, invece di farsi la guerra - prosegue Vendola in sede di firma perché c'è ricchezza per tutti se c'è intelligenza. Bisogna fare di tutto per dare un tetto alle persone e bisogna fare di tutto perché attorno al tetto ci sia il verde, le scuole, gli asili nido, perché la gente possa essere accompagnata ad una convivenza migliore". Si tratta, è stato spiegato, di un'iniziativa di condivisione preventiva delle condizioni di equilibrio economico e finanziario negli interventi di riqualificazione urbana e territoriale di accertato interesse pubblico da conseguirsi tra i soggetti che intervengono nella realizzazione: Regione, Comuni, costruttori, progettisti e sistema bancario. Secondo l'assessore regionale alla Qualità del Territorio, Angela Barbanente, "si trasformano in questo modo iniziative pilota d'integrazione pubblico-privato in ordinarietà, affrontando il problema della valutazione delle convenienze reciproche e dando maggiori certezze e tranquillità a tutte le parti. Senza dimenticare che nella riqualificazione urbana con approcci negoziati il pubblico sembra davvero guadagnarci e che questo strumento è diretto a trovare il giusto equilibrio tra vantaggio pubblico e privato". Fonte: Ansa Regione Toscana: Politiche territoriali: Maltempo Carrara: anche gli argini ristrutturati non reggono 06/11/2014. "Si resta senza parole e anche abbastanza allibiti e arrabbiati di fronte al cedimento strutturale per 80 metri dell'argine di un torrente ad altissimo rischio di esondazione come il Carrione di Carrara, realizzato in cemento armato nel 2008, collaudato nel 2010 e crollato come burro! E' inaccettabile, e vanno verificate presto le responsabilità”. Così Erasmo D’Angelis, Coordinatore della Struttura di palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, ha risposto ai cronisti a margine del convegno su città d’arte e rischio idrogeologico che si è svolto oggi a Roma presso l’Accademia dei Lincei. “Venerdì abbiamo convocato tutti i soggetti pubblici della zona colpita, l'autorità di bacino e la Regione Toscana che ha investito molte risorse per il complesso di opere di difesa di Carrrara e ben 32 milioni solo dopo l'ultima alluvione del 2012, ed ha dovuto commissariare i soggetti attuatori per la lentezza dei lavori. E' al lavoro - ha continuato D’Angelis un gruppo tecnico della struttura di missione #italiasicura, coordinato dal Presidente dei geologi italiani Gian Vito Graziano e dal Presiedente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Massimo Sessa, per definire linee guida per la verifica della qualità delle progettazioni delle opere contro il dissesto idrogeologico”. Lo stesso Gianvito Graziano è intervenuto sul disastro di Carara: "La novità è che un argine ristrutturato non ha retto. Questo è un nuovo elemento e bisogna capire il perché" - commenta il presidente dei Geologi - Ma al di là delle responsabilità, occorre fare una riflessione per cambiare il modo di progettare: rivedere i calcoli idraulici, che sono probabilistici, e redigere nuovi criteri fisici per l'inserimento di un'opera nel territorio". Quest'ultima è una specifica priorità della missione di Palazzo Chigi. "E' fondamentale prevedere quali sono gli scenari in fase di progettazione Centro Studi perché non ci rendiamo conto che danni si possono fare a monte o a valle. Occorrerebbe allora procedere con delle misure di compensazione - conclude Graziano - Una visione che non è ancora nel dna dei nostri professionisti". Fonte: sito internet edilio_it Regione Veneto: 130 cantieri per la sicurezza idraulica 10/11/2014. Al fine di garantire un monitoraggio costante della situazione e la massima prontezza operativa del Sistema Regionale di Protezione Civile, fino a martedì 11 novembre il Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto ha emesso un avviso di Stato di Attenzione. Le precipitazioni attese infatti, anche se deboli, potrebbero provocare l'innesco di fenomeni franosi superficiali sui versanti, oltre che innalzamenti del livello idrometrico e disagi lungo tutta la rete idrografica e difficoltà del sistema di scolo fognario. 130 CANTIERI PER LA SICUREZZA IDRAULICA. Proprio per evitare in futuro l'emergenza allagamenti che sta attanagliando in questi giorni il Veneto, il Consorzio di bonifica ha tracciato lo stato dell’arte dei 130 cantieri in fase di realizzazione per la sicurezza idraulica, dietro un investimento di 237 milioni di euro. In una situazione complicata, che ci mette di fronte ad alluvioni ed allagamenti sempre più frequenti - ha commentato Giuseppe Romano, Presidente di Unione Veneta Bonifiche - i Consorzi di bonifica, hanno stilato un piano di interventi direttamente cantierabili, che hanno previsto la laminazione delle piene di vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche. LE OPERE. Tra le opere maggiori emergono la realizzazione dello scolmatore di piena Limenella Fossetta, che garantirà, entro il 2017, la difesa idraulica della zona di Padova Nord, essendo in grado di sottrarre, in piena, una portata di circa 10 m?/s determinando un notevole alleggerimento dei deflussi a valle e riducendo in modo apprezzabile il rischio idraulico dei quartieri Arcella e Montà. L’investimento di 18,5 milioni di euro sarà suddiviso tra Regione del Veneto, Comune di Padova, Consorzio di bonifica Bacchiglione e Commissario delegato D.P.C.M 21/01/2011. Altra opera di rilievo in fase di realizzazione, riguarda le opere di laminazione delle piene del fiume Agno-Guà attraverso l’adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano in provincia di Vicenza. Si tratta di un bacino con capacità di invaso pari a 3,5 milioni di metri cubi e sorgerà nell'area demaniale di 80 ettari delle rotte del Guà. Il termine dei lavori è previsto a fine 2016 e prevede 15 milioni di euro di investimento, messi a disposizione dal Consorzio Alta Pianura Veneta e dalla Regione del Veneto. Per quanto riguarda lo snodo idraulico di Castelfranco Veneto, il Consorzio di bonifica Piave sarà gestore della cassa di espansione sul torrente Muson nei Comuni di Riese Pio X e Fonte (Treviso). Un’opera la cui capacità di invaso si attesta su 1 milione di metri cubi d’acqua e che vedrà il suo compimento entro due anni, dietro un investimento di 8,6 milioni di euro da parte della Regione Veneto. L’opera permetterà di mettere in sicurezza tutta l’asta del Muson, da Castelfranco, Camposampiero, Loreggia, fino a Cadoneghe. Il Consorzio sta inoltre realizzando 2 casse di espansione da 50 mila metri cubi di invaso l’una sul Rio Dosson, per salvaguardare l’area a sud di Treviso (Preganziol, Quinto di Treviso). L’investimento è di 2,2 milioni di euro. Sono, infine, in corso i lavori di costruzione della cassa d’espansione di Sernaglia della Battaglia (60mila metri cubi d’acqua) lungo il torrente Patean, con un investimento di 1 milione di euro. Fonte: sito internet casa e clima