Nel Mezzogiorno l`impresa è donna
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Nel Mezzogiorno l`impresa è donna
MEZZOGIORNOECONOMIA VII LUNEDÌ 11 NOVEMBRE 2013 Produzione & business AZIENDE & PERSONE Risponde Raffaele Marcello* Il rapporto di Unioncamere Eccezione in Puglia: nel 2013 le «società rosa» sono calate di 266 unità Conto che torna Nel Mezzogiorno l’impresa è donna Fisco, entro un mese la comunicazione dei finanziamenti È al Sud che si registra il «tasso di femminilizzazione» delle aziende più alto d’Italia DI PAOLO GRASSI L e aziende rosa «si concentrano nel Sud e Isole». Parola di Unioncamere. Che prosegue: Molise (29,69%), Abruzzo (27,82%) e Basilicata (27,66%) sono le tre regioni con il più alto tasso di femminilizzazione imprenditoriale. Subito sotto il podio ci sono la Campania (26,5%), l’Umbria, la Sicilia e la Calabria; la stessa Campania — peraltro — vanta la percentuale più alta (il 30,4) di aziende rosa avviate da giovani sul totale delle baby imprese territoriali. Mentre Napoli risulta la seconda realtà italiana, dopo Roma, per numero di aziende femminili in termini assoluti: 68.503 (2013), a fronte delle 100.457 censite nella Capitale. Roma è la città con il più elevato numero di imprese femminili in valore assoluto (100.457 nel 2013 e 99.130 nel 2012), seguita da Napoli (68.503 nel 2013) e da Milano (68.337). Sempre dai dati provinciali, peraltro, si possono poi cogliere le variazioni rispetto al 2012: la crescita maggiore si registra ancora a Roma (+1.438 aziende nei dodici mesi), seguita da Milano (+1.376) e dall’area partenopea (+425). Sono i principali numeri dell’Osservatorio dell'Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere, diffusi nei giorni scorsi in occasione della sesta edizione «Giro d’Italia delle donne che fanno impresa»promosso dalla stessa Unioncamere in collaborazione con le Camere di commercio. Obiettivo dell’iniziativa — che, partita da Napoli, tocca Monza, Stresa, Nuoro, Livorno, Brindisi, Trento, Forlì-Cesena, per concludersi a Latina il 30 novembre — è quello di evidenziare le opportunità che il turismo offre alle donne per contribuire al rilancio dell’economia italiana in veste di imprenditrici. «Un ruolo ad Abruzzo, Basilicata e Campania sono le regioni con il più alto tasso di aziende rosa. «Ma si nota un lievissimo incremento, nell’ultimo anno, della componente femminile nel Centro-Nord, tradizionalmente meno vocato al mettersi in proprio delle donne. Chiudono la classifica Emilia Romagna, Trentino e Lombardia». Il confronto tra gli stock nei dodici mesi presi in esame — ossia il periodo che va dal 30 settembre 2012 al 30 settembre 2013 — evidenzia, di contro, che le riduzioni più sensibili nel numero delle imprese si registrano in Liguria (-448), in Puglia (-266) e in Friuli (-179). In cosa consiste il prossimo adempimento fiscale riferito alla comunicazione dei finanziamenti? (Luciano Russo, Napoli) Il prossimo 12 dicembre si dovranno segnalare all’Agenzia delle Entrate eventuali finanziamenti e/o capitalizzazioni che i soci o loro familiari hanno effettuato a favore della società. Tale segnalazione ha lo scopo di evidenziare eventuali posizioni non congrue del soggetto finanziatore ai fini del redditometro. Il fisco potrebbe richiedere al contribuente dove sia riuscito a reperire la provvista necessaria per effettuare il prestito alla società e, in caso di assenza di giustificazioni, potrebbe fare un accertamento da redditometro. La comunicazione deve essere effettuata solo da parte della società e quindi non è possibile l’invio da parte del singolo soggetto. Non è previsto l’obbligo di comunicazione ove il valore dei finanziamenti e delle capitalizzazioni, autonomamente considerati, non superino il valore di euro 3.600. Per finanziamenti, si intendono le somme a qualsiasi titolo prestate alla società, sia con applicazione di interessi che infruttifere. Per capitalizzazioni o apporti si intendono le somme versate alla società non a titolo di prestito, bensì a titolo di rafforzamento del patrimonio (sottoscrizione e aumenti di capitale,versamenti a copertura perdite, in conto aumento capitale, in conto futuro aumento capitale, le rinunce alla restituzione dei finanziamenti in precedenza erogati, eccetera). A livello sanzionatorio, non sembra che l’omissione o l’errata compilazione possa subire altra sanzione se non quella residuale di euro 258. *Presidente Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili (scrivere a: [email protected]) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La mappa delle manager già particolarmente sviluppato — spiega Unioncamere — visto che, considerando la filiera allargata del settore, ben oltre il 27% di tutte le aziende che vi operano sono a guida femminile». Restringendo l’osservazione al comparto turistico in senso stretto, «i dati indicano che alla fine del settembre scorso le imprese rosa erano 158.442, corrispondenti all’11% del totale delle imprese femminili. In particolare concentrate nella ristorazione, dove operano 115.660 realtà (il 73% del totale). Di queste, 46.262 (quasi il 40%) nei servizi di ristorazione e somministrazione di cibo anche da asporto e 6.645 (pari a oltre il 5%) nelle gelaterie e pasticcerie. Segue, per numerosità, il comparto dell’ospitalità con 17.111 imprese femminili (il 10,8% di tutto il turismo "rosa"), di cui 9.752 (il 57%) negli alberghi e 5.997 (il restante 35%) nelle altre forme di alloggio come B&B, affittacamere e residence». Chiudono le 6.659 aziende che offrono servizi di intermediazione turistica, «tra cui agenzie di viaggio e tour operator, 5.500 imprese per servizi di accompagnamento turistico legate ad attività creative, artistiche sportive di intrattenimento e divertimento; 2.389 imprese femminili impegnate nel "turismo congressuale" e 1.780 stabilimenti balneari». Uno sguardo ai territori Molise, come detto prima, insieme L’operazione La società opera nel mercato del «food service» I dati Guida la Campania, seguono siciliani e pugliesi Diesse si «mangia» i finlandesi E in Sicilia nasce la Bibo Italia Mercato dei cosmetici: il Meridione pesa per il 25% F nche se le punte raggiunte da altre re- grazie al mercato italiano — precisa Nava — gioni sono ancora distanti, il mercato quanto alla capacità di portare all’estero prodei cosmetici al Sud e nelle Isole ha rag- dotti cosmetici. È l’export a trascinare le impregiunto numeri di tutto riguardo: 2,5 miliardi se, che non devono più imparare ad andare alnel 2012, circa il 25% del valore nazionale. Ca- l’estero, e questo è un segnale positivo». I nupofila del Mezzogiorno è la Campania, con il meri del mondo della cosmesi sono stati pre7,1%, quindi Sicilia (5,8%) e Puglia (5,6%). Per- sentati a Catania nel corso della terza edizione centuali lontane dalla leader Lombardia (21%) di PharmEvolution, la convention-evento rema comunque in crescita per un settore che, gionale che ha visto oltre 1.500 persone partecinonostante una flessione «fisiologica» attorno pare a convegni, dibattiti e seminari. Nell’occasione, sono state presentate all’1,2-1,3% determinata dalla le ultime novità in fatto di becrisi, continua ad avere un fatni e servizi per la farmacia, turato con un netto segno più, tra cui l’innovativo sistema grazie alla capacità di portare di autoanalisi del sangue con all’estero i propri prodotti. rilascio del referto in soli 7 «Nelle farmacie del Sud e delminuti, la macchina per l’esale Isole sono stati spesi circa me Moc (mineralometria os440 mila euro per i cosmetisea computerizzata) e l’infoci», spiega Luca Nava, direttopoint. re tecnico di Cosmetica Italia, l’associazione nazionale delle Dal presidente di Federfarimprese cosmetiche. In cima ma Sicilia, Francesco Mangaagli acquisti degli abitanti del no, è partito un monito: «BaMeridione creme per il corpo sta tagli, la farmacia ha già e per il viso, ma anche prodotfatto i suoi sacrifici. Dal 2002 ti per il trattamento dei capel- Non solo per donne al 2012 in Sicilia l’aumento li (lozioni, shampoo, balsadella spesa è stato del 32% mo). «Oggi il cosmetico continua a essere ac- contro il 39% della media nazionale, mentre la quistato molto dalla donna, che va a far la spe- spesa per la farmaceutica convenzionata è passa per i bisogni propri e della propria famiglia sata dal 18 al 10%, contro la media nazionale ma assistiamo a un aumento significativo del- che è passata dal 15 all’8%». Secondo Gioacchila cosmetica dedicata all’uomo». Sì, anche l’uo- no Nicolosi, vicepresidente di Federfarma Namo del Sud si «cura» di più, acquistando pro- zionale e presidente di Federfarma Catania «la dotti per la cura del viso o creme per il contor- nostra farmacia conserva la tripla A nel gradino occhi. Prodotti che «fino a pochi anni fa mento dei cittadini e nella professionalità, ma l’uomo "rubava" in bagno alla moglie, mentre questi beni vanno coltivati, anche con spirito oggi invece si orienta su prodotti dedicati ad imprenditoriale». hoc». Nonostante la crisi dei consumi, il settoFABIO SCAVUZZO re della cosmetica sembra reggere: «Ma non © RIPRODUZIONE RISERVATA ood e packaging superano anche le barriere economiche fissate dall’attuale crisi. Eppure l’Huhtamäki Oyj, colosso finlandese che ha le sue radici nei lontani anni ’20 quando il settore era ancora in divenire e la plastica una strana novità ha deciso di disinvestire parte delle risorse destinate alle realtà italiane. Ha così ceduto per 5 milioni d’euro le tre filiali italiane alla società siciliana Diesse srl, azienda specializzata nella produzione di monouso in polistirene per il mercato del food service, che ne ha mutato la ragione sociale in Bibo Italia spa. «La nascita di questa nuova realtà industriale — spiega Francesco Paolo Di Santo, Amministratore delegato di Bibo — consentirà di ampliare la gamma di prodotti sfruttando le sinergie produttive delle due società e anche di rafforzare la nostra presenza sul mercato locale e nazionale». La cessione all’azienda siciliana comprende quindi la sede che ha i numeri più massicci in fatto di produzione e d’impiegati ossia quella di Settimo torinese, quella di Sant’Ilario d’Enza (in provincia di Reggio Emilia) e quella di Buccino che si trova nel salernitano. Duecento dipendenti che quindi dal 30 ottobre scorso hanno cambiato ragione sociale. «Il motivo della cessione è semplicemente una variazione del core business del gruppo Huhtamäki. Ciò non significa che il gruppo scomparirà dal mercato italiano. Sarà ancora presente, infatti, presso alcuni clienti in- I monouso alimentari in polistirene ternazionali che saranno seguiti direttamente da altre filiali del gruppo presenti in Europa mentre tutto il resto del mercato italiano sarà servito direttamente da noi, Bibo Italia, che ha chiuso in contemporanea un contratto di distribuzione con la stessa Huhtamäki per tutta la loro gamma di prodotti». E i prodotti, le plastiche e gli imballaggi del settore food sono diversi a seconda della sede. In Piemonte ci sono circa 120 dipendenti specializzati nella termoformatura di prodotti in plastica e nella cartotecnica, a Sant’Ilario d’Enza invece ce ne sono più o meno una sessantina per la produzione di bicchieri vending (ossia quelli dei distributori automatici) e vasetti destinati ai produttori di yogurt. «Lo stabilimento di Bucci- no, in provincia di Salerno è il più piccolo con circa 15 dipendenti addetti allo stampaggio a iniezione». Lo stampaggio a iniezione è un processo industriale che sfrutta la pressofusione. Procedimento grazie al quale la plastica è fusa, e iniettata come suggerisce il nome, a elevata pressione all’interno di uno stampo completamente chiuso che poi sarà aperto solo dopo il raffreddamento del materiale rilasciando il prodotto già completo. Prodotto che continuerà a essere fabbricato in Italia. «Bibo — ha aggiunto Di Santo — ha la capacità tecnica e operativa di sostenere la produzione e il servizio agli stessi clienti e ai medesimi livelli sia quantitativi sia qualitativi del passato». Quindi a quanto pare non ci saranno variazioni sostanziali per il momento. «Abbiamo optato per la cessione — ha spiegato Jukka Moiso, ceo della finlandese Huhtamäki — perché le attività italiane per i nostri standard operavano in perdita, con un fatturato nel 2012 di 50 milioni di euro. Il disinvestimento italiano è vero provocherà al nostro gruppo una perdita di circa 17 milioni di euro ma apporterà benefici con il tempo». Perdite che però sembrano una questione di prospettive visto che il gruppo finlandese ha realizzato nel 2012 un giro d’affari di 2,3 miliardi d’euro con 59 stabilimenti nel mondo e oltre 14mila addetti. PAOLA CACACE © RIPRODUZIONE RISERVATA A