L`occupazione - Progetto integrato cultura del Medio Friuli

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L`occupazione - Progetto integrato cultura del Medio Friuli
Storia
L’occupazione
a cura di Giancarlo L. Martina
L’amministrazione civile
Dopo questo periodo di violenze venne riportato
l’ordine. I soldati italiani fatti prigionieri vennero
inviati nei campi di lavoro in Austria. Furono create
a forza delle amministrazioni civili locali che avevano il compito di eseguire le requisizioni imposte
dall’esercito occupante, che doveva essere mantenuto completamente dall’economia del Friuli e del
Veneto orientale. In questo periodo vennero anche
prelevati gli uomini rimasti, giovani e vecchi, abili
al lavoro e inviati anch’essi in Austria, come avvenne a Castions o a Lestizza. A volte i parroci, le
uniche autorità ai propri posti, riuscirono a impedirne la partenza. In questa fase iniziò il razionamento degli alimenti per la popolazione civile che
poteva disporre di una precisa quantità al giorno
di farina per polenta, zucchero, sale. Nel Distretto
Fig. 1 - L’ Imperatore Guglielmo II nella Villa Manin, visita alla Scuola
Allievi Ufficiali. (Fototeca Civici Musei di Udine)
Fig. 2 - Ufficiali austro-ungarici a Pasian Schiavonesco (Basiliano).
di Codroipo fu rilasciata una tessera giornaliera per
150 grammi di farina di granturco, ridotti a 120 e
trasformati in 150 grammi di farina di segale. Proprio per queste privazioni veniva mescolata farina
ricavata dai tutoli del mais o dai bacelli dei fagioli.
Ogni paese di una certa importanza aveva un “comando di tappa” (la tappa era il tragitto che veniva
convenzionalmente percorso da un reparto in una
giornata di marcia), esso rappresentava l’autorità
costituita e aveva i pieni poteri. I soprusi e le violenze erano all’ordine del giorno. A Codroipo il “comando di tappa” fu insediato nella centrale casa di Siôr
Lelo Moro. Molte altre abitazioni furono requisite
per ospitare ufficiali e truppe degli occupanti: casa
Ballico in via Roma, la casermetta Moro a Codroipo,
villa Mangilli a Flumignano, la canonica di Bugnins
e alcune case di Straccis. La Villa Manin di Passariano divenne scuola per ufficiali, lì fu ospitato il Kai-
Scheda n° 4. 8. 8
Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli
L’occupazione
Il Saccheggio
La situazione che visse chi restò nel Medio Friuli era
un concentrato di violenza (quella dei soldati che
combattevano), di disperazione (quella dei civili che
cercavano di scappare e non ci riuscivano), di paura
(quella delle persone che temevano i nemici descritti dalla propaganda come belve assetate di sangue).
Nei primi giorni dell’invasione austro-tedesca, dal
27-28 ottobre alla prima metà di novembre, si verificarono i peggiori e più tragici saccheggi a danno
dei civili e dei beni abbandonati. Un caso può spiegare in maniera efficace questa realtà. A Codroipo,
soldati italiani in ritirata, distaccatisi dai loro reparti, entrarono a forza nella casa, in via Roma, della
famiglia Ballico ormai fuggita oltre il Tagliamento.
I militari sfondarono la porta delle cantine e depredarono alcune botti di vino. Casualmente uno
dei proprietari, ufficiale di cavalleria del battaglione
Saluzzo, si trovava a pochi passi dalla sua abitazione, sguainò la spada e disperse i saccheggiatori.
Poi anche lui proseguì la ritirata, fu il momento di
alcuni civili che, approfittando dell’assenza dei proprietari e delle porte sfondate, si diedero alla rapina, che fu interrotta da soldati bosniaci inquadrati
nell’esercito austriaco i quali, cacciati i civili, conclusero la razzia. I saccheggi riguardarono tutte le
abitazioni abbandonate, i negozi, gli uffici, fino alle
canoniche e alle stesse chiese. I soldati italiani in
fuga cercavano vino e abiti civili per mimetizzarsi
e tornare a casa. A volte, come a Jutizzo, furono
aiutati dal parroco a cambiarsi d’abito e a rifugiarsi
nei paesi di origine. I civili tentarono di nascondere
quanto più possibile: gli animali e gli alimenti lasciati da chi era fuggito. I militari austro-tedeschi,
che soffrivano della fame causata dalle scarse risorse dei loro paesi, si diedero ad abbuffate fuori dal
comune che provocavano malori e a volte la morte,
poi rubavano quanto di prezioso trovavano, infine si
appropriavano perfino della biancheria che avrebbero mandato alle loro famiglie. Chi si opponeva
veniva malmenato, ferito o ucciso sul posto.
Storia
1918 venne messa in atto la requisizione di tutte
le campane di ogni paese, il metallo sarebbe servito
per costruire materiale bellico. Fu il colpo più simbolicamente duro per la popolazione civile che nel
suono delle campane riconosceva i tempi della vita
e della morte, del lavoro e del riposo, della tristezza e della festa. In questo periodo affluirono anche
numerosissimi prigionieri provenienti dall’Impero
russo sconquassato dalla Rivoluzione in atto. La
loro fu la sorte peggiore perché dovevano lavorare
(soprattutto nelle campagne); avevano solo i resti
dei resti alimentari che avanzavano dopo la distribuzione all’esercito austro-ungarico, alla popolazione civile, ai profughi dalle zone del fronte veneto
allontanati dalle autorità militari e che dovevano
essere mantenuti dalle amministrazioni civili friulane o giuliane.
Fig. 3 - Il campanile di Pasian Schiavonesco “muto”.
Bibliografia
• G. Corni, Storia della società friulana 1914-1925,
Pasian di Prato, 2000
• G. Cromaz, Memorie dell’occupazione austrogermanica nei comuni del Distretto di Udine, Castions di
Strada, 1998
• C. Rinaldi (a cura di), Sedegliano, un popolo, una
cultura ieri e oggi, vol. III, Sedegliano, 1984
• A. Stella, Dall’annessione del Friuli alla Grande Guerra,
Enciclopedia Monografica del Friuli Venezia Giulia, vol.
III, Udine, 1978
• I. Urli, Bambini nella Grande Guerra,
Monfalcone, 2003
Fig. 4 - 1925: L’arrivo delle nuove campane per la chiesa di Pozzecco.
(foto biblioteca civica di Bertiolo)
L’occupazione
ser Guglielmo II, mentre nella villa Stroili di Camino
Carlo I d’Asburgo tenne un discorso ai suoi soldati.
In alcuni casi l’autorità austro-tedesca dovette organizzare anche dei cimiteri per seppellire i militari
morti, così a fianco del camposanto di Codroipo fino
a una quarantina d’anni fa si potevano vedere i resti
del cimitero di guerra.
L’amministrazione militare
Dopo alcuni mesi l’imperial-regio esercito austroungarico riprese i pieni poteri e finalizzò l’amministrazione al mantenimento delle truppe che combattevano lungo il fronte del Piave. Fu il periodo di
maggior sfruttamento dell’economia friulana, cui
furono sequestrati i macchinari industriali, quasi
tutti gli animali d’allevamento (dalle vacche, ai cavalli, dagli asini ai maiali, dalle pecore alle capre),
quasi tutta la produzione agricola. Tra il 1917 e il
Per ricercare e approfondire
• Cerca dei luoghi sicuri dove nascondere quanto ritieni
indispensabile alla tua sopravvivenza.
• Calcola le calorie di quanto mangi quotidianamente e
trasformalo in alimenti.
• Fai un confronto con i dati alimemetriari che trovi
nella scheda.
Scheda n° 4. 8. 8
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