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Cagliaripad Largo Carlo Felice, 18 - 09124 Cagliari P.IVA 03382400921 www.cagliaripad.it Sardegna, Rossomori: addio definitivo e irrevocabile 7 Dicembre 2016 ore 11:59 Autore: Ansa News. Categoria: Notizie / Politica URL della pagina: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=40366&l=2 Data scaricamento: 16 Marzo 2017 ore 13:48 L'abbandono del partito autonomista dei Rossomori da Giunta e centrosinistra, nel Consiglio regionale sardo, è "definitivo e irrevocabile". E' il secondo addio dopo la fuoriuscita di Prc L'abbandono del partito autonomista dei Rossomori da Giunta e centrosinistra, nel Consiglio regionale sardo, è "definitivo e irrevocabile". E' il secondo addio dopo la fuoriuscita di Prc che aveva criticato duramente la presa di posizione del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, schierato a favore del Sì al referendum per la riforma costituzionale. A spiegare in una conferenza stampa le ragioni dei Rossomori il presidente Gesuino Muledda, il segretario Marco Pau e il consigliere Emilio Usula. "E' stata sbagliata la sintesi e siamo davanti a un corto circuito complessivo e - osserva Muledda - a una cultura neoliberista e centralista, sublimata nel referendum. Il presidente forse crede di essere investito della capacità di decisione sovrana e quindi di non sbagliare e dice che la politica è sporca e quindi che il Consiglio è sporco e anche i partiti, coltivando populismi a basso costo". Inoltre, secondo Muledda, ci sono "assessori che dividono, come Paci e Maninchedda" e "non si possono permettere incursioni tra partiti alleati, come se fosse una campagna acquisti". Pau ha sottolineato che i Rossomori hanno "preso coscienza di quanto sia drammatica la situazione della Sardegna, quando stavamo facendo campagna referendaria per il No. Ci sono temi che non sono affrontati dal governo regionale e con il voto non solo è stato respinto l'attacco all'autonomia ma vi è anche un giudizio sull'azione della Giunta regionale". "Siamo stati leali sino a ieri e non abbiamo mai chiesto pezzi di potere, ma è stato disatteso tutto - osserva Usula - dalla riforma sanitaria, al riordino della rete ospedaliera". Pagina 1 di 1