La giornata dei sì
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La giornata dei sì
( La gìornata dei "sì" (Massimiliano Belluomini) DRIN DRIN!!!! Jacopo aprì gli occhi: erano le sette del lunedì mattina . Si alzò svogliatamente dal letto e si vestì con calma. Scese le scale e raggiunse la cucina. La mamma gli stava preparando la colazione. Era una bella giornata primaverile. Mentre stava mangiando i biscotti al cacao inzuppati nel latte, le chiese scherzando:”Mamma, oggi non ho tanta voglia di andare a scuola; posso restare a casa a giocare in giardino?”. La mamma gli rispose gentilmente: “Certo! “. Jacopo un po' meravigliato finì la colazione in fretta, si lavò i denti e uscì di corsa per andare sull' altalena in cortile. Dopo un paio d' ore Jacopo rientrò in casa e chiese alla mamma un gelato per merenda. In casa non ce n' erano, così andarono in paese dal gelataio, al quale ordinò una coppa enorme. Tornando a casa passarono davanti ad un negozio di giocattoli . In vetrina era esposta la nuovissima stazione dei treni della Lego. Era gigantesca, molto costosa, il sogno di ogni ragazzino: erano compresi due treni con i vagoni , un o bianco e uno verde, poi c' era la stazione vera e propria. Jacopo se ne innamorò subito e chiese di comprargliela. Così entrarono e la acquistarono. Poi passarono davanti ad un negozio di bici. Jacopo vide in vetrina una bellissima BMX rossa fiammante e chiese alla mamma se poteva comprargliela. La mamma allora entrò nel negozio e dopo qualche minuto uscì con la bici tanto desiderata. Tornati a casa il bambino fece un giro per il quartiere con l a sua nuova bicicletta, poi cominciò a costruie la stazione dei treni dell a Lego. Era abbastanza complicata, ma Jacopo riuscì a terminarla in un paio d’ore. Verso mezzogiorno la mamma gli chiese: “Tesoro cosa vuoi per pranzo? “. Jacopo rispose come al solito con ironia: “Vorrei una bella pizza, una torta al cioccolato e tante caramelle“. Dopo un'oretta andò in cucina e sul tavolo si trovò tutto ciò che aveva desiderato. Nel frattempo arrivò anche il papà che gli disse: “Fra dieci giorni è il tuo compleanno! Cosa ti piacerebbe ricevere? Che ne dici di preparare una lista?“. Dopo pranzo il bambino andò in salotto, prese carta e penna e si sdraiò sul divano. Iniziò a pensare quali erano i suoi desideri. Subito cominciò a scrivere quattro o cinque desideri, ma rileggendol si accorse che non era abbastanza soddisfatto e cominciò a cancellarli e così fece ancora per un po', li scriveva e li cancellava. Pensò a lungo, ma non gli venne in mente niente: aveva tutto ciò di cui aveva bisogno. Si sentiva un po' triste, perché si era reso conto che quella giornata piena di "sì" si stava rivelando noiosa. Il pomeriggio, come ogni lunedì, Jacopo aveva la partita di calcio, solitamente non giocava tanto, perché non era molto bravo, inoltre quella settimana non si era mai allenato e l'altro portiere invece era sempre stato presente. Ma quel giorno non andò così. Jacopo appena arrivato chiese al suo allenatore se poteva farlo giocare, perché si sentiva in forma e avrebbe fatto grandi parate, il mister gli rispose: “Certo!“. Meravigliato e contento si riscaldò. L a. partita non andò molto bene, infatti la squadra di Jacopo perse tre a uno e lui giocò male. A fine partita si pentì di aver rubato il posto all'altro portiere che si era impegnato più di lui e che sicuramente avrebbe giocato meglio. Per questo tentò di scusarsi con la squadra, molti rimasero arrabbiati con lui. La giornata stave diventando sempre peggiore. Tornato a casa, fece merenda con la torta alla crema che gli aveva preparato la mamma; prese la bici e si diresse verso la casa di Vittoria, una ragazzina della quale era follemente e segretamente innamorato, che però non lo degnava nemmeno di uno sguardo, perché era già fidanzata con Luca . Si fermò davanti al suo cancello. Si fece coraggio e suonò il campanello. Lei si affacciò alla finestra. Jacopo disse timorosamente :“Ti andrebbe di venire al parco con me?“. Lei rispose allegramente: “Volentieri!“. I due si incamminarono mano nella mano verso il parco e quando vi giunsero si sedettero su una panchina. Rimasero a fissarsi per un po ', finché il ragazzino non le chiese di baciarla. Lui chiuse gli occhi, ma mentre lei stava avvicinando le labbra, arrivò Luca che dette una spinta a Jacopo. STAK ! Jacopo si svegliò tutto sudato e agitato. Si guardò attorno: era nel suo letto. La sveglia segnava le sei e cinquantacinque. Si vestì in fretta, scese le scale e chiese a sua madre: “Mamma oggi posso restare a casa?“. Lei lo fissò stupita e gli ri spose: “No, Jacopo. Sono meravigliata dalla tua domanda. Forse ieri non hai studiato abbastanza? La scuola è un impegno che non si può rimandare e se, non sei ammalato, devi andarci “. Jacopo stranamente sembrò sollevato e felice. Fece colazione e andò a scuola contento che quella storia fosse stata solo un sogno bizzarro. Certe volte è bello sognare e vivere situazioni che nella vita reale probabilmente non vivremo mai, ma i sogni spesso ci fanno capire come apprezzare tutte le cose belle della nostra realtà quotidiana, alle quali qualche volta non badiamo nemmeno .