News, commenti ed altro
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200 Itinerari del diritto News, commenti ed altro* sviluppo dell’«etica e della cultura della mediazione sociale». Si vuole cioè perseguire l’obiettivo di costruire, attraverso lo scambio e l’omologazione delle diverse esperienze, un concetto più ampio di prevenzione del disagio e della criminalità che non si limiti all’iniziativa giudiziaria o di polizia, ma si preoccupi delle condizioni di vita dei cittadini e del benessere degli stessi sotto vari aspetti: l’educazione, l’integrazione sociale ed economica, l’accesso ai diritti. 3.7. Le prospettive Questa, credo, è la grande scommessa della mediazione che deve, perciò, indirizzare verso una politica del diritto di più ampio respiro. Esistono le premesse. In chiave operativa può essere consigliabile elaborare le prime riflessioni partendo dalle conquiste legislative già conseguite per intessere poi un dibattito costruttivo che legittimi la prospettiva di traguardi più ambiziosi, pur al passo con le esigenze dell’umanità e nel rispetto del significato di Comunità. Aderente a tale prospettiva è il pensiero di Bauman8 il quale, nel richiamare il desiderio dell’uomo di vivere in una collettività amica, evidenzia come la mediazione «non sia una costruzione teorica, bensì uno strumento nuovo ed efficace per collocarsi in una prospettiva in cui il dilemma tra lealtà e libertà potrebbe trovare una qualche soluzione operativa». T.C. Calendario eventi 2003 Si segnalano qui di seguito alcuni degli eventi più significativi a livello internazionale, che riguardano la mediazione, le tecniche di ADR, Restorative Justice ed altre tematiche attinenti agli argomenti trattati dalla rivista. 40th Annual AFCC (Association of Family and Conciliation Courts) Conference 28-30 APRILE Ottawa, On, Canada Westin Ottawa AFCC Peter Salem 6515 Grand Teton Plaza, suite 210 Madison, WI 53719 USA Website: http://www.afccnet.org IV Conferencia International del Foro Mundial de Mediaciòn Buenos Aires Sheraton Hotel & Convention Center 8 Z. Bauman, Voglia di comunità, Laterza, Roma-Bari 2001. Mediares, n. 1, 2003 *A cura di Ilaria De Vanna, psicologa, mediatrice. 202 News, commenti ed altro 9-11 MAYO 2003 e-mail: [email protected] 2003 Summer Peacebuilding Institute 5 MAGGIO-20 GIUGNO Harrisonburg, Va Conflict transformation Program Pat Spaulding Eastern Mennonite University Harrisonburg, VA 22082 USA Website: http://www.emu.edu/spi Effective Mediation Practice workplace and organizational Mediation and Conflict Resolution 28-31 MAGGIO The Mediation Center Inc. James C. Melamed, J.D. PO Box 51119 Eugene, OR 97405 USA Website: http://www.internetmediator.com Six International Conference on Restorative Justice – Best Practices – 1-4 GIUGNO 2003 Vancouver, B.C., Canada Website: http://www.sfu.ca/conferences/restorativejustice/submission/htm Convegno del Forum Europeo ed Assemblea Generale 6-7 GIUGNO 2003 Auditorium San Domenico Via Casilina, 235 – 00176 ROMA Prenotazioni ed Informazioni: 203 News, commenti ed altro Emanuela Ventura 0039/06 290 260 e-mail: [email protected] Informazioni sul Convegno: Isabella Buzzi: [email protected] Family Section Conference ACR (Association for Conflict Resolution) 10-12 LUGLIO 2003 Denver, Colorado 202-667-9700 http://www.acresolution.org/ Effective Mediation Practice workplace and organizational Mediation and Conflict Resolution 24-27 SETTEMBRE The Mediation Center Inc. James C. Melamed, J.D. PO Box 51119 Eugene, OR 97405 USA Website: http://www.internetmediator.com ≥ Il V Convegno nazionale S.I.Me.F. Con ampia partecipazione di esponenti delle scuole di formazione e dei Centri di mediazione, oltre che di avvocati, si è svolto a Firenze dal 25 al 27 ottobre 2002 il V Convegno nazionale della Società Italiana di Mediazione Familiare sul tema «Dai progetti alla 204 News, commenti ed altro realtà operativa. La mediazione familiare, una risorsa disponibile ed efficace». Nella prima delle due giornate dei lavori, dopo la relazione introduttiva del presidente, Francesco Canevelli, si è analizzato, in seduta plenaria, il cammino compiuto dalla mediazione dalla sua nascita fino ad oggi, nell’intento di fare un bilancio. Dalle relazioni di Marisa Malagoli Togliatti e Costanza Marzotto si è registrato all’unanimità il passaggio della mediazione da una fase adolescenziale ad una condizione adulta: se nei primi anni di sperimentazione ci si interrogava sugli aspetti progettuali e metodologici dell’intervento, oggi la riflessione va orientandosi sul significato del processo mediativo e sulla sua efficacia. L’illustrazione della tecnica cede il posto all’analisi scientifica dei risultati attraverso lo studio dei dati statistici. Il bilancio è senza dubbio positivo. I contributi di Marina Lucardi del Centro per l’età evolutiva di Roma e di Dario Cella dell’Associazione Ge.A. di Milano hanno avuto ad oggetto le schede di follow-up. La lettura delle stesse ha evidenziato che la mediazione funziona, determina un cambiamento nella relazione migliorando la comunicazione, favorisce gli spazi negoziativi, riduce il malessere dei figli. Al tecnicismo si accompagna il sapere ed entrambe le qualità fanno del mediatore un messaggero di cultura; la valenza emotiva caratterizza il modello italiano ed incoraggia a rivendicare una identità tutta latina, totalmente differente dalla mediazione americana o anglosassone. Questi i concetti fondamentali espressi da Fulvio Scaparro e da Jean Pierre Bonafé-Schmitt. Nella seconda giornata i lavori si sono strutturati in due fasi. La prima è stata dedicata alle realtà operative di tutta Italia. Si è condivisa la esperienza di centri, sportelli e servizi di mediazione, nati un po’ ovunque, a livello privato o su iniziativa pubblica: si citano tra i tanti Roma, Bari, Perugia, Novara, Napoli, Empoli e Palermo; sono stati illustrati i rapporti di collaborazione realizzati con gli operatori giuridici e sociali impegnati a vario titolo nelle News, commenti ed altro 205 problematiche familiari (Tribunale Ordinario e per i Minorenni, avvocati, assistenti sociali, educatori); si è riferito sulle iniziative collaterali all’intervento mediativo: Silvia Mazzoni ha illustrato la sperimentazione, avvenuta a Roma, degli «spazi d’incontro», quali strutture specialistiche finalizzate al mantenimento ed al recupero delle relazioni figli-genitore non affidatario; si è poi parlato della strutturazione dei gruppi di auto e mutuo aiuto quale utile supporto alla genitorialità. La seconda fase dei lavori ha approfondito gli aspetti normativi. Carla Marcucci ha offerto un quadro completo dei progetti presentati nell’attuale legislatura in tema di riforma del diritto di famiglia e di mediazione orientando la discussione sui rapporti tra mondo giudiziario e mediazione; al dibattito hanno preso parte magistrati, avvocati e mediatori. Si è ribadita la necessità di mantenere non obbligatorio l’invio della coppia in mediazione, nel rispetto della libertà di scelta e della consensualità, quali principi guida del percorso mediativo. Non è mancato, nell’occasione, il riferimento alle legislazioni emanate in materia negli altri paesi europei, in particolare alla Spagna in riferimento alla quale Ana Maria Sanchez Duran ha evidenziato le differenze esistenti, a livello legislativo, tra la Galizia, la Catalogna e la Valencia. A conclusione della seconda giornata si sono svolte due tavole rotonde: l’una finalizzata al confronto tra le scuole italiane di mediazione attraverso la risoluzione di problemi metodologici relativi a situazioni tipo; l’altra tesa ad approfondire la formazione del mediatore ed il dibattito tra specializzazione e professione autonoma in vista del suo futuro status giuridico. Il clima convegnistico è stato allietato da incursioni teatrali a cura della Cooperativa A-typica di Collegno, mentre coinvolgenti sono stati i video sull’importanza degli affetti e sull’incomunicabilità, i giochi di luce e le scelte musicali di sottofondo per filmati e per i momenti di recitazione. Si è in tal modo realizzato l’intento di mantenere fermo quel filo conduttore che ha unito le riflessio- 206 News, commenti ed altro ni, le emozioni ed i sentimenti di relatori, partecipanti ed attori con giusta e grande soddisfazione degli organizzatori. News, commenti ed altro 207 1. L’intervista Che tipo di esperienza è stata per lei la mediazione? Titti Calfapietro Un modello di follow-up Sempre più l’intervista di follow-up si va configurando come un valido strumento di indagine sia in relazione alla qualità del servizio che alla professionalità degli operatori. Proprio per favorire la più diffusa utilizzazione di questo mezzo ritengo utile proporne qui di seguito un modello, riportando le più significative domande e risposte. In questo caso si tratta di una mediazione familiare con invio giudiziario ed i mediati sono due coniugi separati di fatto, il sig. M. e la sig.ra C., che hanno due figlie di 10 e 6 anni. Il percorso di mediazione ha avuto una durata complessiva di 8 mesi. L’incontro di follow-up si è svolto dopo circa tre mesi dalla chiusura della mediazione. In questo caso si tratta di una mediazione che si è conclusa positivamente. Sicuramente sarebbe ugualmente interessante studiare l’applicabilità di questo o di un modello simile anche a casi di mediazione non coronati da successo, perché si consentirebbe agli operatori di cogliere più nettamente la criticità dell’esperienza e, ove necessario, apportare qualche modifica al proprio intervento. Viene pubblicata di seguito anche la griglia completa del modello di follow-up elaborato dal Centro C.R.I.S.I. di Bari e utilizzato dall’Ufficio di mediazione di Bari. Nei prossimi numeri pubblicheremo altri documenti che dovessero pervenirci. C.: «È stato un percorso positivo. Mi sono sentita molto supportata; i mediatori ci hanno aiutato a capire eventuali nostri errori, a correggere i nostri atteggiamenti nei confronti dell’altro in una situazione che per noi era nuova, come, appunto, la separazione. Quando ci si separa, infatti, è abbastanza istintivo litigare, si vive un momento di lotta in cui è sbagliato coinvolgere i bambini, ma in cui, purtroppo, troppo spesso essi sono coinvolti. La mediazione ci ha aiutato ad affrontare questo momento rispettando però l’altro». M.: «È stata un’esperienza importante dal punto di vista umano che ci ha restituito alcuni valori che, a volte, nei percorsi tortuosi della vita, si possono perdere». Sul piano genitoriale che risultati, secondo voi, questo percorso vi ha permesso di raggiungere? C.: «Il risultato principale è che ci sono due famiglie, ma c’è una sola famiglia in senso affettivo. Le bambine hanno un punto fermo che è la loro famiglia, anche se il papà e la mamma vivono separati. Esse hanno un senso di sicurezza che ogni bambino al mondo dovrebbe avere: sanno che c’è mamma e che c’è papà e che essi sono per loro dei punti fissi anche se non vivono insieme e che con questi genitori possono avere relazioni normali, gioire come litigare, sentendosi pienamente libere di farlo». M.: «Il risultato ottenuto è importante non solo sul piano della famiglia, ma a livello umano perché vengono meno determinate velleità, l’orgoglio, dettate da situazioni difficili. L’utilità c’è perché questo percorso ti permette di raggiungere quella condizione di pace che consente poi di arrivare alla tranquillità duratura. Le bambine ora vivono questa condizione di tranquillità in maniera 208 News, commenti ed altro eccellente anche grazie alla mamma. Un traguardo raggiunto è, senz’altro, la reciproca comprensione dei problemi». C.: «Le bambine sono molto più serene, hanno conquistato una serenità impagabile; non immaginavo che ci saremmo arrivati, mi sento molto fortunata». In base alla vostra esperienza consigliereste la mediazione? C.: «Sì. Io l’ho già fatto con una mia amica, le ho dato tutte le informazioni. Della mediazione parlo tantissimo, con tutti. Per me è stata un’esperienza molto importante soprattutto perché va molto a beneficio dei figli ed i figli sono la cosa più importante». M.: «Credo che se questi servizi intervenissero anche prima della separazione o nei primi momenti sarebbe una cosa molto importante. Alla base di tutto ci sarebbe lo sforzo per arrivare a capire determinati atteggiamenti sbagliati di uno nei confronti dell’altro e magari tante altre piccole cose ed incomprensioni che però sono molto significative». News, commenti ed altro 209 Volete dire una parola finale? C.: «Questa esperienza mi rimarrà nel cuore, soprattutto perché ci ha aiutato a restituire il sorriso a due bambine che l’avevano perso. Ricordo che quando si confrontavano con gli altri bambini che vivevano situazioni “normali”, io notavo la loro sofferenza. Non parlavano di determinate cose, ora invece, si sentono libere di parlare di tutte le cose che fanno con mamma e papà; non sentono di avere una famiglia diversa dalle altre. Hanno capito che mamma e papà si sono sforzati per loro, che la mamma ed il papà hanno sbagliato, ma lo hanno anche ammesso ed hanno cercato di rimediare. Credo che questo possa essere anche un buon esempio per la loro vita. In futuro sapranno “come si fa” ad affrontare un momento di crisi». M.: «Ogni altro commento sarebbe superfluo dopo quello che è stato già detto, ritengo davvero che sia importante che questo servizio esista e che tante persone possano avvicinarsi a questo percorso che voi offrite». Quali caratteristiche degli operatori ritenete siano state importanti in questo percorso? C.: «La capacità di ascoltare. Magari anche il silenzio. Tante volte si ha voglia di parlare, ma non lo si fa. Spesso capita che la vita frenetica di ogni giorno ci porti a dire tante cose, spesso inutili, e le cose essenziali, invece, le teniamo dentro. I mediatori hanno capito la nostra voglia di parlare. A volte siamo usciti fuori dai binari, abbiamo esagerato, abbiamo litigato davanti a loro, ma avevamo bisogno anche di quello, per scacciare via i ricordi che ci hanno ferito e metterci una pietra sopra. Quei ricordi dovevamo smaltirli, elaborarli e lo abbiamo fatto, tanto che ora, a differenza di prima, non ci fanno più soffrire o ci fanno soffrire di meno». M.: «La bontà, l’umanità, il sentire proprie determinate situazioni, la loro capacità di immedesimarsi nelle situazioni». 2. Questionario di valutazione del percorso mediativo 1. Prima di essere contattato dall’Ufficio di Mediazione era già a conoscenza dell’esistenza di questo Servizio? 2. Cosa l’ha motivato/a ad intraprendere il percorso di mediazione? 3. A livello personale che tipo di esperienza è stata la mediazione? 4. Quali vantaggi ha ottenuto sul piano genitoriale dal percorso di mediazione? 5. Cosa ritiene sia cambiato tra prima e dopo il percorso di mediazione? 210 News, commenti ed altro 6. Quali sono stati secondo lei i motivi del fallimento, o del successo, della mediazione? 7. Quale momento/episodio del percorso le è rimasto particolarmente impresso? 8. Il protocollo di intesa (gli accordi raggiunti alla fine della mediazione) è rimasto invariato o è stato necessario modificarlo? Perché? In quali aspetti? 9. Quali caratteristiche degli operatori ritiene che siano state importanti per il percorso di mediazione? 10. Ritiene che sia un servizio utile? Lo consiglierebbe? I.D. Un convegno sulla mediazione penale a Bari Organizzato dall’A.I.M.S. (Associazione Internazionale Mediatori Sistemici), dal C.R.I.S.I. e dall’Istituto di psicoterapia familiare e relazionale di Bari, si è svolto a Bari, il 28 settembre 2002, un convegno su «Mediazione penale: uno spazio oltre il processo per dare voce alla vittima ed al reo». Traendo spunto dall’esperienza ormai consolidata realizzatasi in tema di messa alla prova, l’istituto disciplinato dal codice di procedura penale minorile (D.P.R. 448/1988), che consente l’applicazione di prescrizioni dirette a promuovere la conciliazione del minorenne imputato con la persona offesa dal reato, i relatori (Pasquale Chianura, Rodolfo de Bernart, Fabio Bassoli e Mauro Mariotti, direttori degli Istituti di terapia familiare rispettivamente di Bari, Firenze e Modena, Anna Coppola De Vanna e Franco Oc- News, commenti ed altro 211 chiogrosso) hanno tracciato un ampio scenario della mediazione minorile, facendo riferimento non solo ai contesti formali ma anche ai profili sostanziali di ricerca della pace sociale come educazione ad una convivenza regolata da principi di equità emotiva ma anche di composizione del disordine attraverso agenzie di negoziazione competenti. Si è rilevato che indubbiamente per il minore imputato, che accetti un tale percorso, emergono alcuni aspetti salienti di possibile «strumentalità», derivanti dall’orientamento giurisprudenziale, che richiede la confessione del fatto-reato come presupposto per accedere alla messa alla prova e dalle prospettive che l’accettazione della mediazione consente di ottenere conclusioni processuali favorevoli, altrimenti non conseguibili. Tuttavia, l’esperienza fin qui realizzata porta alla conclusione che la mediazione penale minorile è uno strumento qualificato per far raggiungere al minore processi di cognizione sociale matura. Processi che possono permettergli di riflettere su quello che fa e che fanno gli altri, sul perché lo fanno. La logica sistemica, infine, come logica della complessità, è stata una delle variabili sulle quali tutti i relatori hanno concordato essere fondamentale per la messa in gioco competente del processo mediativo. Non la sola voce della vittima né la sola voce del reo possono divenire riparative se predominanti, ma ciascuna voce all’interno di un ascolto reciproco, che consenta loro di restituirsi reciproca dignità. Assicurate queste contingenze può emergere l’esperienza di questa nuova «giustizia delle emozioni»: la vittima può confrontare con il reo il suo bisogno di giustizia reale e costruire con lui una reciprocità progettuale funzionale a realizzare un piccolo tassello dell’auspicata pace sociale. Pasquale Chianura Angela Balzotti Mediares, n. 1, 2003