L`ORGOGLIO DI FARE IMPRESA / Elbo: quell`interprete hitech che

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L`ORGOGLIO DI FARE IMPRESA / Elbo: quell`interprete hitech che
IMPRESA
L'ORGOGLIO DI FARE IMPRESA / Elbo:
quell'interprete hi­tech che fa parlare le macchine fra
loro
Redazione
domenica 19 giugno 2016
Il nuovo sistema economico mondiale? Proviamo a immaginarlo: con l’Italia al centro, a fare da punto propulsore
di innovazione che si irradia a tutte le latitudini, e il suo mercato interno, come una sorta di vivaio e laboratorio
di best practice. E’ questa l’immagine che viene in mente addentrandosi in una delle eccellenze italiane, quella
delle macchine utensili. Il settore ha già da tempo vinto la sfida mondiale dell’innovazione e dell’affidabilità, in
alcuni casi anche superando i concorrenti tedeschi. Ma lo sviluppo tecnologico prosegue a ritmi incalzanti. In
particolare, la sfida ora consiste nel far parlare tra loro le macchine. In ambiti in cui operano esperti in
elettronica, meccanica, ottica e informatica, può capitare che nascano soluzioni rivoluzionarie, ma anche molto
semplici. Come è accaduto alla Elbo Controlli, leader nella progettazione, produzione e vendita in tutto il mondo
di macchine per la pre­registrazione e misura di utensili.
L’ultima novità dell’azienda brianzola (30 persone, 4,4 milioni di fatturato, 10.000 macchine installate in tutto il
pianeta) è il TID (Tool Identification Manager System) un sistema che, tramite QR code, comunica i parametri
di un utensile alla macchina che deve utilizzarlo per lavorare, rendendo la vita delle imprese più semplice,
riducendo al massimo i rischi di errore e i tempi di lavorazione. Quelli di Elbo Controlli innovano così
velocemente che possono permettersi di non curarsi di chi li copia: “Chi lo fa sarebbe comunque sempre in
ritardo”, dice Massimiliano Tasca, amministratore unico dell’azienda di Meda.
Cosa fa esattamente Elbo Controlli?
Il nostro core­business sono le macchine di pre­registrazione e misura di utensili. Una macchina che utilizza
utensili ha bisogno di conoscere alcuni parametri per poter funzionare (i più importanti sono l’altezza e il
diametro). I nostri strumenti di pre­registrazione rilevano questi parametri e li mandano alla macchina su cui
poi saranno montati per essere utilizzati.
Non potrebbe essere fatto tutto dalla macchina utensile? Perché aggiungere un apparecchio in più
per pre­registrare?
L'operazione di pre­registrazione e misura dell'utensile può anche essere eseguita direttamente dall'operatore
sulla macchina utensile, che però interrompe la lavorazione per eseguire questa fondamentale operazione. La
macchina di pre­registrazione e misura consente pertanto di "presettare" l'utensile, mentre la macchina utensile
sta lavorando, facendo risparmiare tempo di lavorazione e garantendo una migliore qualità della misura.
Per fare cosa? Chi sono i vostri clienti?
Sono imprese di settori diversi (aerospace, automotive, stampi…) che utilizzano qualunque tipo di utensile,
frese, bareni (strumento che lavora per asportazione di materiale in lunghe cavità cilindriche), punte per
tornitura, per la lavorazione soprattutto di metalli, ma anche di legno e vetro: qualsiasi tipo di utensile può essere
misurato dai nostri apparecchi, che sono in grado poi di “parlare” con le macchine utensili, cioè registrare i dati e
trasmetterli.
Siete leader in Italia in quanto a numero di macchine prodotte e vendute e come presenza sui
mercati stranieri, e fra i primi tre al mondo. Come riesce una piccola azienda come la vostra a
mantenersi così competitiva?
Primo, per l’alto livello tecnologico che garantisce la miglior accuratezza, ripetibilità e riproducibilità delle
misure, e grazie al quale i processi di lavorazione sono più rapidi e il rischio di errore ridotto. Ad esempio, siamo
gli unici al mondo ad utilizzare il granito naturale per la costruzione della struttura di base e della colonna delle
nostre macchine, cosa che garantisce una precisione e stabilità nella misurazione nettamente maggiore. Secondo,
ma non meno importanti, alta tecnologia alla portata di tutti, ma anche ergonomica e di design. Una volta
acquistate, le macchine richiedono ancora il vostro intervento? Le nostre macchine hanno una tecnologia che non
richiede nel tempo operazioni di ricalibrazione (vedi granito) e il cui software è sempre aggiornato e disponibile,
gratuitamente, tramite il nostro sito web.
Come sta andando con la crisi? Si vede l’uscita dal tunnel?
Dal 2014 abbiamo visto un cambio di passo che si sta confermando anche quest’anno, sicuramente aiutato
dall’export. L’anno scorso abbiamo realizzato intorno ai 4,4 milioni di fatturato e quest’anno credo che
confermeremo la stessa cifra. L’obiettivo è di arrivare intorno ai 5 milioni entro il 2017.
Va meglio anche sul mercato interno?
Sì, il super ammortamento del 140% ci sta favorendo quest’anno, perché si traduce in un extra sconto di circa il
10% sul valore di acquisto. Il mercato interno per noi rappresenta il 40% del fatturato, anche se in prospettiva
quello estero è destinato a guadagnare terreno, credo che l’anno prossimo rappresenterà il 70% del totale.
Comunque il mercato italiano rimarrà quello più importante e strategico.
Perché?
Per la possibilità di fare esperienza, di affinare la nostra sensibilità sui clienti finali. Quello che di nuovo
facciamo, nasce andando a mettere il naso nelle officine, ragionando insieme agli utilizzatori. Senza questo tipo di
studio che facciamo giornalmente con i nostri venditori, con l’assistenza, col marketing, non sapremmo che strada
prendere. D’altra parte questo è il valore del Made in Italy.
Mi spieghi meglio…
Le aziende italiane non sono più concorrenziali nella produzione di grande serie, ma quando dobbiamo realizzare
prodotti ad elevato contenuto tecnologico, inventarci soluzioni, interpretare le esigenze dell'utilizzatore, siamo i
numeri uno al mondo. Abbiamo creato un marchio WIE (World Italian Excellence) per i nostri prodotti, proprio
per evidenziare questo tratto del Made in Italy. Diceva che pensate di crescere ancora molto sul mercato estero.
Quali sono i mercati nel mondo più promettenti?
Il mercato estero è sempre in espansione. Il nostro principale cliente è il Giappone, a seguire Stati Uniti, Gran
Bretagna, Cina, India, Brasile, Francia, paesi Scandinavi. La Corea del Sud è un mercato che stiamo aprendo. I
nuovi mercati sono l'Iran, l’Indonesia e i Paesi Arabi. La Russia sta dando qualche segnale di ripresa. In 28 anni
avete prodotto 28 modelli di macchine diverse. L’innovazione è incessante.
Qual è la scoperta più recente?
Il TID, Tool Identification Manager System, un sistema che rende rapida ed economica, annullando la possibilità
di errore umano, la comunicazione tra macchina utensile e l'apparecchio di preregistrazione utensili. L'utensile
viene identificato tramite il QR code (laserato direttamente sull’utensile o applicato con un’etichetta) e misurato,
e le relative informazioni vengono registrate su un database esterno. Le informazioni vengono quindi inviate alla
macchina utensile, che così aggiorna i parametri dell'utensile. Ma questo non è quello che già avviene? Molte
aziende utilizzano ancora metodi artigianali e trascrivono i dati a mano, con alto rischio di errore. Altre utilizzano
chip magnetici dal costo di 30­35€, a cui vanno aggiunti i costi per alloggiarlo e per ribilanciare l'utensile. Il
nostro sistema, utilizzando la tecnologia QR code, permette di evitare questi costi, garantendo le stesse
prestazioni.
(Silvia Becciu)
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