E` emozionante sentire gli ortodossi

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E` emozionante sentire gli ortodossi
Fr . Rosario
Scognamiglio op
È emozionante
sentire
gli ortodossi
O
ggi Lepanto è una ridente cittadina sul golfo di Corinto. In alto le mura
dell’antica fortezza veneziana, con i suoi baluardi emergenti dal verde dei pini. In
basso, il porto che diresti intatto, come negli anni in cui vi dominava la Serenissima.
Il lungomare è un brulichio di turisti, di alberghi, di bar. La costa offre chilometri di
spiagge incantevoli. Per il turismo la battaglia del 1571 fa da utile richiamo: la trovi
rappresentata su grandi pannelli nei bar, nelle hall degli alberghi o addirittura sui
tavoli dei ristoranti e sui ninnoli in vendita ovunque.
Ben altro il clima che si respira nel monastero ortodosso della Trasfigurazione
(o Metamorfosis), che sorge su di un colle a quattro km. dal centro, dominando
la cittadina, con vista sul mare che fu teatro della battaglia. Non ha una storia
antichissima, il monastero. Le sue origini risalgono agli anni 70, allorché un gruppo
di giovani ortodossi, spiritualmente impegnati, decide di far vita comune sotto
la guida di un uomo di indubbie capacità umane e spirituali, il diacono Spiridon
Logothetis, oggi higoumenos di una ventina di monaci. I quali, pur vivendo nella più
rigorosa fedeltà agli ideali del monachesimo orientale (preghiera, veglie, digiuni,
obbedienza), si aprono con fervore allo studio, al lavoro e alle più diverse iniziative
culturali e religiose.
Riguardo alla battaglia di Lepanto, essi prendono le distanze dal modo vieco e
retorico di celebrarne la vittoria. “Non si tratta di mettere in risalto la vittoria
strategica (insperata) della flotta cristiana contro quella ottomana e restare fermi ai
toni celebrativi” ci dice p. Ireneo, portavoce dell’Higoumenos e suo braccio destro.
“Vogliamo capire bene, studiare il vero messaggio di Lepanto, e riproporlo oggi
ripudiando ogni logica di scontro e di violenza”.
I monaci conoscono a memoria e ripetono ad ogni occasione le parole latine scritte
nel Palazzo Ducale di Venezia a proposito della vittoria di Lepanto: Non virtus, non
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arma, non duces.. La vera vittoria
si realizzò a livello di fede, e non
di orgoglio militare.
Un anno fa, ospiti di quel
monastero, i due dominicani
che vivono in Grecia da anni,
fr. Rosario Scognamiglio e fr.
Emanuele Guerrini, sono stati
sollecitati e infine coinvolti in un
interessante progetto culturale.
Desiderosi di saperne di più sul
papa domenicano san Pio V, sulla
festa del Rosario connessa con
la Madonna delle Vittorie, sullo
spirito che animò la campagna
promossa da quel Papa, sulla
maniera con cui l’Occidente
(arte, testi liturgici, celebrazioni
mariane) ha esaltato quella vittoria
come evento soprannaturale,
i monaci hanno fatto loro una
proposta: perché non organizzare
un convegno proprio su questi
aspetti?
Il monastero offrirebbe ospitalità e la sua sala di convegni, i domenicani interverrebbero
su aspetti tipici delle loro tradizioni liturgiche e storiche, alcuni cultori d’arte sugli
sviluppi museografici e iconografici dei tema. E’ partita così l’organizzazione di un
convegno a livello europeo, dal titolo “Fede e culto mariano prima e dopo la battaglia
navale di Lepanto (1571)”. La responsabilità giuridica ed economica dell’iniziativa è
assunta dall’associazione laica “Fraternità Madonna di Lepanto”.
Il convegno si è svolto agli inizi di ottobre scorso, dal 6 al 7 ottobre 2001,
anniversario della battaglia e, per noi cattolici, solennità della Vergine del Rosario.
Molte le autorità governative elleniche presenti nell’anfiteatro del monastero a
sostegno dell’iniziativa. Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I invia un messaggio
agli organizzatori, apprezzando le valenze religiose ed ecumeniche del Convegno.
L’Ordine Domenicano è rappresentato da sette frati da varie parti dei mondo; tra loro
è Fr. Innocenzo Venchi, Postulatore generale dell’Ordine e studioso di san Pio V, che
esprime il saluto ed il coinvolgimento della Famiglia Domenicana. Presenti anche
alcuni monaci dell’abbazia di Grottaferrata (Roma). L’aula è gremita di ortodossi e
cattolici, in clima di serena fraternità.
Dieci gli interventi, distribuiti attorno queste principali tematiche: aspetti storici e
retroscena della battaglia (Elias Nikolau, ortodosso; fr. Angelo Caccin, domenicano
di Venezia); iconografia e testi liturgici mariani ispirati dalla vittoria di Lepanto
(Charalambidis, Busias, Kapònis, ortodossi; Iturgaíz, Kochaniewicz, cattolici,
entrambi domenicani), mariologia delle chiese e delle comunità cristiane all’epoca
della battaglia (Scognamiglio o.p.).
Le conclusioni proposte dell’higoumenos Spiridon hanno evidenziato nella pluralità
degli interventi due chiare costanti: da una parte l’unità del fronte cristiano operatasi
per opera dal Papa Pio V, dall’altra la forte convinzione di un aiuto soprannaturale,
concordemente attribuito alla Vergine dei Rosario, anche se con vari titoli
(Naupaktiotissa, per i greci del luogo, Eleutheriotia, o “Liberatrice” per altri, Regina
delle Vittorie per i cattolici, ecc.), vari motivi iconografici e devozionali. Si resta
impressionati di fronte alla fiducia nella Vergine Maria, presente tra i cristiani pur
di varie confessioni dell’epoca, che non solo ha unificato la resistenza dei cristiani
all’espansionismo ottomano, ma ne ha nutrito fede e convincimenti che ancora oggi
segnano l’animo religioso dei popoli.
Per noi cattolici presenti al convegno è emozionante sentire gli ortodossi parlare della
preghiera del Rosario, sottolineandone le analogie con la preghiera del komboskyni
(una “corona” fatta di nodi di stoffa, ad ogni nodo la celebre invocazione della
“preghiera di Gesù”) o mettendone i “misteri” in parallelo con la struttura teologica
dell’Akathistos Sullo schermo dell’anfiteatro si alternano proiezioni di temi
iconografici tipicamente bizantini e capolavori dell’arte rinascimentale (Veronese,
Tintoretto ecc.), testimonianze variegate di una medesima “lettura mariana” di
Lepanto. Così pure, nel museo allestito dai monaci nella cripta della chiesa ancora
in costruzione, la gente è invitata ad ammirare riproduzioni e gigantografie di motivi
occidentali e orientali inerenti alla battaglia del 1571.
Infine una sorpresa oltremodo piacevole per tutti: la presenza di una pergamena degli
inizi degli anni mille, con una mirabile icona bizantina della Vergine “Naupaktiotissa”
(o di Lepanto), e testo dello statuto di una confraternita laica dedicata al suo nome,
segno che a Naupaktos, in epoca storica ben più antica della battaglia, era radicato
un culto mariano, che purtroppo col passare del tempo si è andato sbiadendo.
“Dobbiamo ravvivare la nostra memoria per essere fedeli alla nostra vera storia
insiste l’higoumenos Spiridion parlando al Convegno e alla gente e santuario di
tale memoria mariana sarà proprio il nostro “katholicon”, la chiesa centrale del
monastero che stiamo costruendo e che vogliamo dedicare alla Vergine di Lepanto o,
per voi cattolici, la “Madonna del Rosario”…
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