Criomacerazione prefermentativa su uve Sangiovese: criogeni e
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Criomacerazione prefermentativa su uve Sangiovese: criogeni e
P115-120_RicercaParenti 9-03-2006 11:32 Pagina 115 Direzione scientifica: Aureliano AMATI (Enologia) Luigi BAVARESCO (Viticoltura) Referente tecnico: Matteo MARENGHI Comitato referees: Maurizio BOSELLI (Firenze - Italia) Giorgio CALABRESE (Piacenza - Italia) Antonio CALÓ (Conegliano Veneto - Italia) Mario CASTINO (Asti - Italia) Giuseppe CERUTTI (Milano - Italia) Rivista Italiana di Enologia Viticoltura e Mercati R I C E R C A Criomacerazione prefermentativa su uve Sangiovese: criogeni e metodiche a confronto. Piero CRAVEDI (Piacenza - Italia) Giovanni FARRIS (Sassari - Italia) a cura di Alessandro Parenti* - Claudio Gori° - Alessandra Biondi Bartolini^ Claude FLANZY (Francia) Mario FREGONI (Piacenza - Italia) RIASSUNTO Sergio GALASSI (Bologna - Italia) La tecnica di macerazione preferementativa a freddo (MPF) è ampiamente utilizzata nella produzione di vini bianchi ed è stata recentemente introdotta anche tra i possibili trattamenti prefermentativi applicati alle uve rosse. L’esperimento è stato condotto su uva Sangiovese nell’anno 2001 e ha indagato l’effetto di due diversi agenti criogeni (anidride carbonica in forma solida e azoto liquido) e di diverse temperature (da -5°C a + 5°C). Complessivamente i vini trattati con la macerazione prefermentativa a freddo hanno evidenziato un profilo qualitativo migliore rispetto al testimone. L’azoto liquido è risultato più efficace nell’estrazione delle sostanze polifenoliche rispetto al ghiaccio secco. Nell’uso del ghiaccio secco si è osservato un incremento qualitativo proporzionale all’abbassamento della temperatura della fase prefermentativa. Negli anni successivi sono stati condotti ulteriori studi, tuttora in corso, per la definizione di protocolli di gestione di questa tecnica insieme allo sviluppo delle necessarie soluzioni ingegneristiche e allo studio dei diversi aspetti anche di carattere economico. Alberto GARCIA DE LUJAN (Spagna) Anna Maria GATTUSO (Palermo - Italia) Cesare INTRIERI (Bologna - Italia) Biagio MINCIONE (Reggio Calabria - Italia) Gianfranco MONTEDORO (Perugia - Italia) Michel MOUTONNET (Francia) François MURISIER (Svizzera) Stefano PONI (Piacenza - Italia) David SAAYMAN (Sudafrica) Attilio SCIENZA (Milano - Italia) Richard SMART (Australia) Vincente SOTES (Spagna) Mario UBIGLI (Asti - Italia) SUMMARY Giuseppe VERSINI (Trento - Italia) Carlo ZAMBONELLI (Bologna - Italia) Roberto ZIRONI (Udine - Italia) * Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale, Università degli Studi di Firenze, Piazzale Cascine 15, 50144 Firenze. [email protected] ° VinoVigna, Via Martin Luther King 1 - Vitolini - Vinci - Firenze. [email protected] ^ VinoVigna Ricerca s.r.l., Via Martin Luther King 1 - Vitolini - Vinci - Firenze. [email protected] VIGNEVINI 4 - 2006 PREFERMENTATIVE COLD MACERATION ON SANGIOVESE GRAPES: COMPARING CRYOGENS AND METHODS. Prefermentative cold maceration is largely used in the production of white wines and has been recently introduced even among red grapes prefermentative treatments. The experiments were conducted on Sangiovese grape in the year 2001. The effect of two different cryogenic agents (solid state carbon dioxide and liquid nitrogen) and temperatures (from -5 to +5 °C) were investigated. On the whole, wines treated with preferementative cold maceration showed a better quality profile than the control. Liquid nitrogen showed a higher extraction of polyphenolic compounds than solid carbon dioxide. Proportional increase of wine quality with lower cold maceration temperature was obser ved for solid carbon dioxide. Fur ther investigation has been conducted in the following years, to establish the management protocol, a proper engineering of this technique, and to evaluate its economical advantages. INTRODUZIONE Uno degli aspetti più interessanti dell’enologia moderna consiste nell’uso e nella messa a punto di tecnologie adatte a massimizzare nel vino il potenziale qualitativo delle uve. È comunemente accettato che l’incremento e la conservazione delle qualità intrinseche delle uve porti ad una maggiore qualità e caratterizzazione dei vini. Tale tipicizzazione ha l'obiettivo di incrementare il possibile valore commerciale dei vini prodotti. Negli ultimi anni le tecniche di raffreddamento e di protezione dei mosti dalle ossidazioni con l’uso di gas inerti sono state ampiamente utilizzate nella produzione dei vini bianchi, con risultati e protocolli applicativi, ormai ben definiti. (Ramney D. et al., 1986, Amati A. et al., 1990, Sapis J.C. et al., 1995). Per quello che riguarda la produzione dei vini rossi la tecnica della macerazione prefermentativa a freddo, è stata recentemente testata su alcune cultivar, internazionali e italiane (Pinot nero, Merlot, Cabernet, ma anche Barbara e Nebbiolo) e su produzioni di vino specifiche (Cuenat et al., 1996, Feuillat M., 1997, Gerbaux V., 1993, Gerbaux V. et al., 1997, Delteil D., 2004). I risultati riportati dell’effetto della macerazione prefermentativa sono stati generalmente positivi, anche se raramente è stata messa in diretta correlazione la temperatura di raffreddamento con la qualità dei vini. In particolare le diverse esperienze riportate in letteratura hanno interessato per lo più temperature sopra lo zero comprese in un intervallo tra i 5 e i 16 °C, con lo scopo principale di mantenere la fase prefermentativa e di evitare l’avvio di fermentazioni spontanee e comunque non desiderate, più che quello di sfruttare l’effettiva azione delle frigorie erogate. Inoltre la macerazione a freddo è stata ottenuta generalmente con l’uso di scambiatori di calore, e le esperienze che riguardavano l’aggiunta diretta di criogeni al mosto o al pigiato si sono generalmente limitate all’uso di CO2 in forma liquida o solida 115 P115-120_RicercaParenti 9-03-2006 11:32 Pagina 116 Tabella. 1 - Disegno sperimentale Tesi Criogeno A - testimone B C D E F nessuno CO2 solida CO2 solida CO2 solida N2 in forma liquida N2 in forma liquida Temperatura iniziale di prefermentazione No MPF + 5 °C 0 °C -5 °C + 5 °C 0 °C Fig. 2 - Profili di temperatura delle diverse prove nel corso della macerazione pre-fermentativa: la deviazione standard in ogni punto dei grafici è stata calcolata sulle misure effettuate in punti diversi del tank e rappresenta pertanto la variabilità della temperatura rilevata. FIGURA 1 25 1-Su tutta la massa 2- Refrigerazione secondo il disegno sperimentale 3-Follatura 2° e 3° giorno 4° giorno 5°-7° giorno 8°-16° giorno 4-controllo termico (mantenimento della temperatura a 5 °C) Macerazione 5-omogeneizzazione della massa: pre-fermentativa a freddo 1 follatura al giorno in ambiente secondo il disegno sperimentale saturo di CO2 6-riscaldamento fino a 28°C 7- al raggiungimento dei 15 °C: inoculo • Inoculo LSA (ceppo D254) 10 g/hl adeguatamente acclimatato • Nutrimento complesso 15 g/hl fermentazione 8 -omogeneizzazione della massa con 2 follature al giorno 9-48 ore dopo’ lavvio della Fig. 1 - Protocollo fermentazione: aggiunta di 20 g/hl di vinificazione comune di sali di ammonio delle micro-vinificazioni con MPF. 10-omogeneizzazione della massa con 1 follatura al giorno Temperatura del mosto (°C) PIGIATO i) CO2 solida tesi B, C, D. 20 15 10 5 0 -5 0 5 10 15 20 25 Tempo (ore) 30 35 40 25 ii) N 2 liquido tesi E, F. Temperatura del mosto (°C) 1° giorno 1- Su tutta la massa • Metabisolfito 10 g/hl • Inoculo LSA (ceppo D254) 20 g/hl adeguatamente acclimatato • Nutrimento complesso 15 g/hl FIGURA 2 20 15 10 5 0 Fine fermentazione -5 17° giorno 11-svinatura, raccolta e separazione del solo vino fiore 0 5 svinatura TABELLA 2 - Stato di maturazione delle uve al momento della raccolta Zuccheri riduttori (g/l) Acidità totale (g/l acido tartarico) PH IPT (indice di polifenoli totali) (U. A.B.S.) Antociani estraibili (mg/l malvidina) Antociani potenziali (mg/l malvidina) Estraibilità degli antociani% Tannini del vinacciolo% Peso medio degli acini (g) 246 5,2 3,5 98,2 683 1.267 46,1 72,2 1,99 (neve carbonica o ghiaccio secco in pellet) (Couasnon M.B., 1999; Couasnon M.B., 1999b, Boulton R.B. et al., 1996 , Zini et al., 2003). Per quanto riguarda la cultivar Sangiovese Toscano, la tecnica della macerazione prefermentativa a freddo si è recente116 mente diffusa dal punto di vista applicativo ma ancora pochi sono i lavori sperimentali (Zini et al., 2003 , Parenti et al., 2004) volti a comprendere quale sia la corretta combinazione di fattori (temperatura, tempo, uso del criogeno ecc.) che consente attraverso questa tecnica di ottenere i migliori risultati per questa varietà. La scelta del criogeno inoltre presenta aspetti interessanti relativi alle caratteristiche chimico-fisiche del prodotto utilizzato, in relazione al coefficiente di trasmissione del calore e della miscibilità con la pasta mosto (Parenti et al., 2004). Il lavoro che segue presenta i risultati di una sperimentazione svolta su Sangiovese nell’annata 2001 con l’uso della macerazione prefermentativa condotta a diverse temperature (da –5° a +5°) e con l’uso di due diversi criogeni, CO2 in forma solida di ghiaccio secco e azoto liquido, aggiunti direttamente alla massa del pigiato. Gli effetti sulla qualità dei vini pro- 10 15 20 25 Tempo (ore) 30 35 40 dotti è stata valutata alla svinatura e dopo due anni di invecchiamento in bottiglia con analisi chimiche e sensoriali. MATERIALI E METODI Per la sperimentazione sono state utilizzate uve Sangiovese provenienti da un vigneto sito nella zona di Castellina in Chianti (Si) di proprietà della “Casa Vinicola Luigi Cecchi e Figli”. Il grado di maturazione delle uve è stato monitorato con la misura dei parametri chimici standard oltre che con la determinazione degli indici di maturazione fenolica. La raccolta dell’uva è stata eseguita manualmente in cassette di plastica della capacità di 20 kg ciascuna. Le prove di macerazione prefermentativa a freddo sono state condotte nella cantina sperimentale di micro-vinificazione dell’azienda “Casa vinicola Cecchi e Figli”. Per le micro-vinificazioni sono stati usati dei vinificatori a doppia camicia termostatata in acciaio Inox della capacità di 500 litri, riempiti ciascuno con un volume di pi- VIGNEVINI 4 - 2006 P115-120_RicercaParenti 9-03-2006 11:32 Pagina 117 RICERCA giato di 300 litri. Le uve raccolte sono state distribuite in modo randomizzato tra i fermentatori in modo da escludere qualsiasi differenza non controllata nella composizione delle uve e dei mosti di partenza. Il disegno sperimentale, schematizzato nella tabella n. 1, consisteva in tre tesi (B, C e D) raffreddate con CO2 in forma solida a diverse temperature, rispettivamente di +5,0 e -5 °C, due tesi (E ed F) raffreddate con azoto in forma liquida rispettivamente alla temperatura di +5 °C e 0 °C e un testimone (A) non sottoposto a macerazione prefermentativa a freddo. Dopo un raffreddamento iniziale alla temperatura prescelta relativa alla prova in oggetto, la temperatura di ogni prova è stata lasciata risalire a 5 °C e mantenuta a questa temperatura per il tempo di 48 ore, con l’aggiunta di piccole quantità di ghiaccio secco o di azoto liquido a seconda della tesi. Al termine delle 48 ore di prefermentazione le temperature sono state rapidamente por tate a 28 °C con l’uso di uno scambiatore di calore ed è stato seguito un protocollo di vinificazione standard uguale per tutte le prove e riportato nel riquadro di figura 1. Per la prova testimone la fermentazione è iniziata invece immediatamente dopo la pigiatura e la diraspatura delle uve e perciò 48 ore prima rispetto alle altre prove. A differenza di quanto riportato per le altre prove, nel testimone le aggiunte di nutri- TABELLA 3 - Metodi utilizzati per la caratterizzazione dei vini Polifenoli totali (mg/l acido gallico) Folin Ciocalteau, metodo ufficiale Reg. C.E. 2676/90 Flavonoidi totali (mg/l (+)catechina) Di Stefano R. et al. (1989) Flavani (mg/l (+)catechina) Di Stefano R. et al. (1989) Antociani totali (mg/l malvidina) Di Stefano R. et al. (1989) Antociani monomeri (mg/l malvidina) Di Stefano R. et al. (1989) Indice di proantocianidine (mg/l cianidina) Di Stefano R. et al. (1989) Intensità del colore (ABS) Sundraud P., 1958. Glorie Y., 1984. Reg. C.E. 2676/90 Tonalità del colore Sundraud P., 1958. Glorie Y., 1984. Reg. C.E. 2676/90 Indici di scomposizione del colore (dAL, dAT, dTAT) Glorie Y., 1984 IC (PO 1 cm) mento complesso e di lievito selezionato e opportunamente reidratato sono state eseguite in un’unica soluzione in dose di 30 g/hl ciascuna al momento del riempimento della vasca con il pigiato e dell’avvio della fermentazione. L’obiettivo dell’aggiunta del criogeno direttamente al pigiato all’inizio della macerazione prefermentativa a freddo è quello di creare un rapido shock termico iniziale tale da indurre la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle bucce dell’uva. Questo porta alla rottura delle pareti e delle membrane cellulari e all’indebolimento delle strutture di legame tra protoplasma e strutture esterne delle cellule della buccia. Entrambi i criogeni sono stati Fig. 3 - Intensità colorante dei vini al momento della svinatura; Tonalità dei aggiunti nel corso vini al momento della svinatura. del riempimento del tank allo scopo di FIGURA 3 favorire l’omogeneizzazione ed evitare la formazione Intensità colorante al momento della svinatura di gradienti termici 8 tra le diverse zone della massa del pi7 giato. Per la CO 2 6 solida effettivamen5 te è stato osser vato che i pellet di 4 ghiaccio secco mo3 stravano la tenden2 za ad aggregarsi per formare dei 1 grappoli di grosse 0 dimensioni dopo il A B C D E F contatto con il mosto. Questo fenoTonalità del colore meno ha dato luogo ad una distribuzione 0,9 non omogenea del0,8 le frigorie e alla for0,7 mazione di gradien0,6 ti termici con diffe0,5 renze fino a 7 °C, nonostante la cura 0,4 posta nelle opera0,3 zioni manuali di 0,2 omogeneizzazione 0,1 (fig. 2). 0 Per la somministraA B C D E F zione di azoto liquido è stato utilizzato un dispositivo costi- VIGNEVINI 4 - 2006 tuito da una lancia in acciaio inossidabile dotata di ugello erogatore, un tank di espansione dell’azoto liquido della capacità di 400 litri e una bombola di azoto gassoso della capacità di 50 litri. Dopo il riempimento delle vasche, l’azoto liquido è stato distribuito nella massa del pigiato con la lancia collegata al tank attraverso un tubo flessibile. Le variazioni termiche misurate all’interno della massa di pigiato sono state inferiori a quelle osser vate nelle prove con CO 2 (come si può vedere nella figura 2) essendo stati misurati gradienti di temperatura di circa 2 °C tra la superficie e il fondo delle vasche. A differenza di quanto è avvenuto nelle prove con CO 2, nelle tesi trattate con azoto non si sono osservate zone ghiacciate formate da aggregati di ghiaccio secco e mosto congelato, ad indicare una distribuzione più rapida ed omogenea delle frigorie nella massa. Il pigiato di tutte le tesi, dopo il trattamento iniziale alle temperature previste da ogni prova è stato por tato a 5 °C e mantenuto a questa temperatura con piccole aggiunte di N2 liquido o CO2. Le caratteristiche chimiche e gli indici di maturazione fenolica delle uve di partenza al momento della raccolta, determinati secondo il metodo descritto da Glorie (1984) sono riportate nella tabella 2. Le uve presentavano una percentuale di attacco botritico variabile dal 10 al 20%. Sui vini successivamente alla svinatura sono state eseguite le analisi standard necessarie per caratterizzare i vini dal punto di vista chimico (grado alcolico svolto, zuccheri riduttori, acidità totale, pH, acido malico, acidità volatile e anidride solforosa libera e totale). Ogni vino è stato caratterizzato al momento della svinatura dal punto di vista delle caratteristiche polifenoliche e cromatiche con l’analisi di polifenoli totali, proantocianidine, flavonoidi totali, flavani, antociani totali e monomeri, la misura dei parametri ottici di intensità e tonalità del colore e la determinazione degli indici di scomposizione dell’assorbanza a 520 nm (dAl, dAT, dTAT). Successivamente alla fermentazione malolattica i vini sono stati imbottigliati. Dopo due anni dalla vinificazione i vini so117 P115-120_RicercaParenti 9-03-2006 11:33 Pagina 118 FIGURA 4 FIGURA 5 2500 2500 2000 mg/l catechina mg/l acido gallico Polifenoli totali 3000 2000 1500 1000 Flavonoidi totali 1500 1000 500 500 0 0 A A B C D E B Fig. 4 - Polifenoli totali al momento della svinatura. mg/l + catechina/ mg/l cianidina mg/l malvina 80 60 40 20 0 D E Fig. 6 - Antociani totali al momento della svinatura. no stati di nuovo sottoposti all’analisi del profilo polifenolico e al test sensoriale. I metodi utilizzati per la caratterizzazione del profilo polifenolico descritto sono riportati in tabella 3. Per l’analisi sensoriale dei vini è stato eseguito un test analitico descrittivo dei vini finiti. A questo scopo è stata utilizzata una scheda a scala strutturata comprendente sette descrittori scelti tra quelli più influenzati dalla tecnica di macerazione prefermentativa a freddo, come intensità e tonalità del colore, intensità e complessità della componente aromatica, acidità, astringenza e amaro, equilibrio. Il set dei vini è stato sottoposto alla cieca ad un panel di 15 degustatori esperti, seguendo uno schema di randomizzazione dell’ordine dei campioni. RISULTATI Il grado di maturazione delle uve, espresso dalla concentrazione degli zuccheri e dalla maturazione fenolica è riportato in tabella 2. L’alta concentrazione zuccherina e in composti polifenolici stanno ad indicare un buon grado di maturazione anche se una raccolta lievemente posticipata avrebbe consentito probabilmente di ridurre l’astringenza dei tannini. Sfortuna118 F Flavani totali/proantocianidine 3000 180 160 140 120 100 C E FIGURA 7 Antociani totali B D Fig. 5 - Flavonoidi totali al momento della svinatura. FIGURA 6 A C F F Flavani Proantocianidine 2500 2000 1500 1000 500 0 A B C D E F Fig. 7 - Indice di flavani totali (flavonoidi non antocianici) e indice di proantocianine al momento della svinatura. tamente un attacco di Botr ytis cinerea che aveva interessato fino al 20% dei grappoli ha obbligato ad una raccolta delle uve anticipata rispetto alla fase di completa maturazione fenolica. La fermentazione si è svolta in tutte le prove regolarmente, i trend di temperatura e di valori densimetrici sono risultati del tutto analoghi fra le varie tesi. Gli zuccheri residui alla fine della fase di fermentazione alcolica sono risultati compresi tra 1,3 e 1,7 g/l a conferma della regolarità e omogeneità di questo processo. PARAMETRI CHIMICI DEI VINI AL MOMENTO DELLA SVINATURA I risultati delle analisi chimiche relative al profilo polifenolico e alle caratteristiche cromatiche dei vini al momento della svinatura sono riportati nella figura 3. L’intensità colorante dei vini nelle diverse tesi aumenta progressivamente dalla tesi B fino alla tesi F, con i valori più alti nelle tesi E ed F, nelle quali è stata effettuata la criomacerazione con azoto liquido. Al contrario la tonalità risulta essere più elevata nel controllo e nelle tesi B e C. Questo indica che le componenti ossidate, che sono le principali responsabili dell’assorbanza a 420 nm (giallo), si formano alle temperature più alte nelle pro- ve trattate con CO2. La tonalità delle tesi trattate con azoto liquido è minore rispetto al testimone, mentre la differenza tra le due tesi E ed F (e pertanto l’effetto della temperatura) è irrilevante. I fenomeni di ossidazione risultano in linea di massima inferiori nelle tesi con macerazione prefermentativa rispetto al testimone e minori dove si è utilizzato azoto rispetto a dove si è invece usata la CO2. La maggiore azione inertizzante dell’azoto è probabilmente giustificata da una migliore distribuzione del criogeno (in forma liquido-gassosa) all’interno della massa di pigiato rispetto a quanto avviene con la CO2 solida, e di conseguenza ad una minore presenza di sacche d’aria, nelle quali il mosto va incontro a reazioni di ossidazione. La tesi B presenta l’intensità colorante più bassa, anche rispetto al testimone. La bassa qualità del vino di questa tesi è confermata anche dai valori degli altri parametri analitici ed è probabilmente legata all’azione degli enzimi ossidativi, prodotti dall’azione della Botr ytis cinerea, più attivi nella tesi B a causa della disomogeneità nella distribuzione delle temperature (descritta nei materiali e metodi). La comparazione del contenuto in polifenoli totali del vino, riportata in figura 4, mostra come l’estrazione in composti VIGNEVINI 4 - 2006 P115-120_RicercaParenti 9-03-2006 11:33 Pagina 119 RICERCA re, a parità di altri FIGURA 8 parametri, al crescere del peso molecolare medio dei Indici di scomposizione del colore di Glorie 100% composti tannici, a parità di contenuto in flavonoidi non an80% tocianici o flavani, un maggiore conte60% nuto in proantocianidine può essere 40% spiegato con un maggior grado di 20% polimerizzazione. Nel grafico di figura 0% 7 si osser va che A B C D E F nelle tesi trattate Al% TA% TAT% con azoto il valore dell’indice di proantocianidine è più Fig. 8 - Indici di scomposizione del colore calcolati secondo elevato sia rispetto il metodo di Glorie (1984). al testimone, sia rispetto alle altre tesi criomacerate. Le temperature più basperature di trattamento dove il criogeno se potrebbero avere favorito l’estrazione utilizzato è stato l’azoto. di sostanze a peso molecolare più elevaI vini ottenuti con MPF sono quindi cato, caratteristiche dei tannini delle bucratterizzati da una maggiore concentrace e più interessanti anche dal punto di zione, sia in composti tannici che in anvista sensoriale. tociani. I processi di stabilizzazione del Gli indici di scomposizione del colore colore e polimerizzazione antociani-tanni(Glorie Y., 1984; Di Stefano R. et al., ni sembrerebbero tuttavia essere stati 1989) esprimono in percentuale quello rallentati dalle basse temperature. che è il contributo delle diverse forme di Per ottenere vini stabili nel tempo, che antociani alla colorazione rossa (assorconservino il miglioramento ottenuto con banza a 520 nm) di un vino. l’MPF, è fondamentale per tanto quello È ben evidente (fig. 8) come la percenche avviene nel periodo di affinamento tuale di antociani combinati in forma stasuccessivo. bile (TAT, complessi antociani-tannini La risposta a questi quesiti è stata data, non decolorabili dalla solforosa) sia sualmeno in parte, dai risultati delle analisi periore, al momento della svinatura, nel del profilo polifenolico eseguite dopo due testimone rispetto a tutte le tesi trattate anni e mezzo dalla vinificazione (fig. 9). con MPF. Dopo 2 anni e mezzo di conservazione in Tra le tre tesi trattate con anidride carbottiglia, si osservano, sebbene attenuabonica emerge come la quota di colore te nell’intensità, la maggior parte delle dovuta agli antociani in forma libera sia differenze rilevate tra le tesi alla svinatusuperiore nella tesi trattata alla temperara. tura più bassa, mentre non si osservano Il calo dei diversi costituenti è avvenuto differenze sostanziali tra le diverse tema causa della naturale tendenza che hancontributo % sull'assorbanza a 520 nm polifenolici, aumenti al diminuire della temperatura nelle tesi trattate con CO2 solida. Appare evidente inoltre una maggiore efficienza di estrazione di questi composti, con l’utilizzo di azoto liquido rispetto alla CO2, a parità di temperatura di macerazione (B vs E e C vs F). Non è stata invece osservata alcuna relazione tra il contenuto in polifenoli e la temperatura nelle tesi trattate con N2 liquido (E ed F). La massima estrazione di polifenoli totali si ottiene per le tesi D, E e F che presentano valori analoghi nonostante le diverse temperature e tipologie dei tre trattamenti. Di estremo interesse tecnologico appare il fatto che si ottengono valori analoghi di polifenoli totali a temperatura di +5 °C con azoto liquido e a –5 °C con CO2 solida con una differenza di salto termico di 10 °C. L’analisi delle diverse frazioni del profilo polifenolico (figg. 5, 6, 7) ha confermato per flavonoidi e antociani totali, l’andamento osservato nei polifenoli totali. Al contrario l’indice di proantocianidine, è risultato ampiamente influenzato dal tipo di criogeno utilizzato. L’anidride carbonica solida, ha condotto ad una estrazione in antociani e flavani maggiore nelle tesi dove la macerazione è stata condotta a temperature più basse, mentre con l’azoto liquido, dove si osser va una maggiore estrazione rispetto sia al testimone che alle altre tesi, non si è osservato lo stesso effetto della temperatura. La valutazione dell’indice di proantocianidine, che è in qualche modo legato al grado di polimerizzazione dei tannini, è estremamente interessante dal punto di vista della qualità finale e della stabilità dei vini ottenuti. Poiché questo indice tende ad aumentaFig. 9 - Variazione dei parametri del profilo polifenolico dopo due anni di conservazione in vetro. a. Antociani totali; b. Flavonoidi totali; c. Polifenoli totali; d. Flavani. FIGURA 9 b. flavonoidi totali 2500 2001 svinatura mag-04 mg/l + catechina mg/l malvina a. antociani totali nel tempo 170 150 130 110 90 70 50 30 2000 2001 svinatura mag-04 1500 1000 500 A B C D E A F B 2500 2500 2000 2000 1500 2001 svinatura mag-04 1000 500 0 mg/l + catechina acido gallico mg/l c. polifenoli totali 3000 C D E F d. flavani 1500 2001 svinatura mag-04 1000 500 0 A VIGNEVINI 4 - 2006 B C D E F A B C D E F 119 P115-120_RicercaParenti 9-03-2006 11:33 Pagina 120 da giudizi più bassi per quanto riguarda la maggioranza dei descrittori (soprattutto Analisi sensorale dei vini a due mesi dalla svinatura per quanto riguarda la Colore intensità tesi B), i vini del secon4 do gruppo hanno ottenuto punteggi superiori 3 per i parametri di strutEquilibrio Colore tonalità (rosso) tura tannica, compo2 nente aromatica ed equilibrio. I risultati ottenuti dall’analisi sen1 soriale sono in accordo, soprattutto per i parametri relativi al coIntensità aromi qualità dei tannini lore e alla struttura tannica, a quanto già descritto relativamente ai parametri analitici complessità aromatica del colore e della comA Testimone B +5°CO2 C 0°CO2 posizione polifenolica e D -5°CO2 E +5°N2 F 0°N2 confermano come la macerazione prefermentativa a freddo apporti un miglioramento qualitativo ai vini della Fig. 10 - Profili sensoriali dei vini dopo due mesi dalla svinatura c v. Sangiovese, soprat(post fermentazione malolattica). tutto nel caso in cui il no i composti fenolici a precipitare, socriogeno utilizzato sia l’azoto liquido. Dopo due anni e mezzo dalla prima deguprattutto quando la loro evoluzione avviestazione i vini sono stati nuovamente sotne in assenza di ossigeno come in questo toposti al panel test e i risultati ottenuti caso. (dati non ripor tati) confermano quanto Nonostante una maggiore precipitazione, osservato in precedenza: tutti gli assagsoprattutto a carico degli antociani, nelgiatori hanno espresso la loro preferenza le tesi trattate con MPF (B, C, D, E, F), il per vini ottenuti con MPF e tra questi i vicontenuto in sostanze coloranti e tannini che hanno ottenuto punteggi maggiori che risulta essere più elevato rispetto al sono stati quelli delle tesi D, E ed F. testimone (con l’eccezione della tesi B) anche dopo due anni e mezzo di conserCONCLUSIONI vazione in bottiglia. In questo primo lavoro svolto dal nostro Poiché come avevamo osser vato relatigruppo di ricerca, i vini delle diverse tesi vamente agli indici di Glorie al momento trattate con MPF mostrano in linea genedella svinatura, nelle tesi con maceraziorale un incremento qualitativo rispetto al ne prefermentativa condotta alle tempetestimone, come indicano sia i dati chirature più basse, la polimerizzazione tanmici che quelli sensoriali. nini-antociani era risultata più lenta, si Abbiamo inoltre osservato come la tempuò presumibilmente ipotizzare che con peratura di macerazione a freddo, che in una corretta maturazione in presenza di generale si assume come costante, sia ossigeno anche la precipitazione in soin effetti soggetta ad un ampia variabilità stanze coloranti avrebbe potuto essere che può por tare a risultati diversi da più contenuta. quelli attesi nei vini. In ogni caso questi dati dimostrano che Al di là di questo possiamo ipotizzare che la tecnica di criomacerazione prefermenper ogni tecnica di raffreddamento, l’effitativa, a differenza di altre tecniche che cienza dell’estrazione sia funzione della incrementano l’estrazione sui vini appetemperatura o meglio della quantità di frina prodotti, ha effetto sulla qualità dei vigorie erogate e quindi del salto termico ni anche dopo un periodo significativo di tra la temperatura di partenza e quella di invecchiamento e che quindi può essere arrivo delle uve. presa in considerazione anche per la proIn questo senso un decremento della duzione di prodotti a medio e lungo affitemperatura di macerazione porta ad un namento. miglioramento dell’efficienza estrattiva e VALUTAZIONE ORGANOLETTICA della qualità fino ad un presumibile plateau, oltre il quale un decremento ulteI vini sono stati sottoposti ad un panel di riore della temperatura non appor ta un degustazione in una prima sessione di effetto sensibile. analisi sensoriale, due mesi dopo la sviIl tipo di criogeno utilizzato ha un’influennatura, dopo che in tutti si era completaza sulla qualità dei vini, a parità di temta la fermentazione malolattica. peratura di macerazione: l’azoto liquido Dal grafico (fig. 10) si osserva come i viha ottenuto per tutti parametri qualitativi ni siano raggruppabili in due sottogruppi: e organolettici risultati migliori rispetto il primo rappresentato dalle tesi A, B e C alla CO2 solida. e il secondo dalle tesi D, E ed F. Mentre i I miglioramenti ottenuti in fase estrattiva vini del primo gruppo sono caratterizzati FIGURA 10 120 con la tecnica di criomacerazione prefermentativa si mantengono nel corso dell’affinamento anche per periodi lunghi di conservazione, come dimostrato dal controllo effettuato dopo due anni dall’imbottigliamento. È ipotizzabile che le differenze ottenute dipendano dal diverso comportamento fisico dei due criogeni durante l'erogazione sul pigiato. Ulteriori studi sono stati condotti successivamente e sono tuttora in corso, per approfondire le relazioni tra la dinamica del raf freddamento e i risultati estrattivi nelle uve rosse, così come le implicazioni termodinamiche ed economiche, informazioni necessarie al fine dell’ottimizzazione e dell’ingegnerizzazione di questa tecnica su scala industriale. BIBLIOGRAFIA Amati A., Pallotta U., Potentini G., Zironi R. (1990) - La macerazione a freddo per il miglioramento dei vini bianchi delle Marche. VigneVini, 12, 59-65. 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