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CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 CONVEGNO AIDEA 07 DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS Milano, 18-19 ottobre 2007 ANALISI E PROSPETTIVE DEL FAMILY BUSINESS NEL SETTORE TURISTICO-ALBERGHIERO NELL’ARCO ALPINO Mariangela Franch Professore Ordinario di Marketing Università degli Studi di Trento Dipartimento di Informatica e Studi Aziendali (DISA) Via Inama 5, 38100 Trento Tel. 0461/882131 [email protected] Umberto Martini Professore Straordinario di Economia e Gestione delle Imprese Università degli Studi di Trento Dipartimento di Informatica e Studi Aziendali (DISA) Via Inama 5, 38100 Trento Tel. 0461/882102 [email protected] Federica Buffa Dottore di Ricerca in Economia Aziendale Università degli Studi di Trento Dipartimento di Informatica e Studi Aziendali (DISA) Via Inama 5, 38100 Trento Tel. 0461/882146 [email protected] Il contributo è stato selezionato per la pubblicazione in Fraquelli G., De Vecchi C. (a cura di) (2008), Dinamiche di sviluppo e internazionalizzazione del family business, Bologna, Il Mulino, pp. 261-272. 1 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 1. Contesto teorico di riferimento e obiettivi della ricerca1 I contributi in ambito scientifico sul family business evidenziano la complessità del fenomeno e la difficoltà di giungere a considerazioni unanimi su alcuni aspetti definitori e su specifiche caratteristiche concernenti la governance delle imprese (Corbetta, Montemerlo 2002; Zocchi 2004; Montemerlo 2005). L’assenza di parametri condivisi per definire le imprese familiari induce spesso ad identificare - erroneamente - tale categoria di imprese con quella delle Pmi. Se è vero che le Pmi sono tendenzialmente gestite a livello familiare, non è necessariamente verificata la relazione opposta (Zocchi 2004). Vi sono, infatti, imprese familiari di grandi dimensioni che hanno saputo imporsi non solo sul mercato domestico, ma anche in ambito internazionale. Con riferimento alla realtà italiana ne sono esempi Fiat, Pirelli, Benetton, Marzotto, Luxottica, Ferrero, Rana. Conferme in tal senso emergono anche dal mercato statunitense. Nike, Dupont e Wal-Mart sono solo alcuni degli esempi di grandi aziende familiari la cui attività, e indiscussa notorietà, è stata in grado di andare oltre il contesto nazionale. La rilevanza delle imprese familiari per lo sviluppo economico non è pertanto un fenomeno ascrivibile alla sola realtà italiana, ma interessa gran parte dei Paesi industrializzati (cfr dati Banca d’Italia, Cnel, Unioncamere, Centro Studi sull’impresa di famiglia “Di padre in figlio” in Zocchi 2004, cap.1). Medesima considerazione si riscontra nella dualità grande-piccola impresa. La prevalenza di Pmi rispetto ad imprese di grandi dimensioni non è una caratteristica esclusiva della compagine imprenditoriale italiana (sebbene sia il Paese europeo in cui esse trovano massima diffusione), ma interessa la maggior parte degli Stati membri (EC 2003 e 2006). Ciò nonostante l’Italia è identificata come “il Paese delle piccole imprese e del capitalismo familiare” (Cipolletta 2007, p.217). Tale distintività trova spiegazione nell’iter evolutivo del processo di industrializzazione che ha interessato il nostro Paese soprattutto a partire dagli 1 Il paper è il risultato di un comune lavoro di ricerca degli Autori che hanno altresì contribuito congiuntamente alla stesura dei paragrafi 1 e 5. Nella stesura definitiva del lavoro i paragrafi 2, 3 e 4 sono da attribuire a Federica Buffa. Franch M., Martini U., Buffa F. 2 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 anni ‘70. Questa caratteristica è interpretata da alcuni studiosi come una vera e propria anomalia, riferendosi al sistema italiano come un Paese affetto da “nanismo cronico” e “foreste di bonsai” (Onida 2004, cap.1). Come osservato da alcuni Autori, la vera anomalia dell’Italia rispetto agli altri Paesi non è associata al prevalere di piccole imprese in termini quantitativi, bensì al grado di concentrazione della proprietà e al modo in cui viene esercitato il controllo (Barca et al. 1994, p.205). La conduzione in prevalenza familiare delle Pmi fa si che la famiglia e i legami di parentela assolvano ad un ruolo particolarmente rilevante non solo nella proprietà dell’impresa, ma anche nella gestione. Tale caratteristica differenzia nettamente le family business italiane da quelle di altri Paesi europei (in particolare quelle anglosassoni) e dal modello americano (Zocchi 2004). Il presente lavoro si inserisce all’interno degli studi sul family business con specifico riferimento alle Pmi. In particolare si analizza tale categoria di imprese in uno specifico settore di attività: il settore turistico-alberghiero. La scelta di tale ambito di analisi scaturisce da considerazioni connesse sia alla rilevanza delle Pmi per lo sviluppo del settore, sia al riscontro di un gap informativo concernente le caratteristiche strutturali e strategico - manageriali delle stesse (Friel 1999; Page et al. 1999). Nonostante nella maggior parte dei Paesi industrializzati prevalgano anche nel settore turistico Pmi (Keller 2004), gli studi in ambito accademico si sono indirizzati sino alla fine degli anni ’80 allo studio delle grandi imprese (Quinn et al. 1992; Thomas 1998)2, come sottolineato con particolare enfasi da Thomas (1998 e 2000). L’Autore evidenzia altresì la necessità di approfondire le caratteristiche strutturali e il comportamento strategico-manageriale delle Pmi poiché esse rappresentano una categoria con specificità che richiedono di essere studiate. Friel (1999) e Morrison (1998a) rafforzano tale considerazione 2 Ne sono esempi le ricerche condotte con riferimento alle catene alberghiere e ai gruppi di hotel nel comparto della ricettività, alle compagnie aeree nel settore dei trasporti, ai tour operator e alle agenzie di viaggio nel canale distributivo (Middleton 1991; Dunnig, McQuenn 1982; Burgess et al. 1995; Mountiho et al. 1995). Franch M., Martini U., Buffa F. 3 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 sottolineando che proprio in virtù delle loro peculiarità, le Pmi non possono essere considerate come versione in miniatura delle grandi imprese. Alla luce di tali considerazioni, si osserva che vi sono evidenti analogie nei tratti distintivi delle family business di piccole dimensioni in ambito manifatturiero con quelle nel settore turistico-alberghiero. Così come si riscontrano problematiche simili concernenti le scelte strategiche e di governance. Questi aspetti sono particolarmente significativi qualora si considerino le destinazioni alpine quale ambito geografico in cui studiare tale categoria di impresa. Nelle Alpi la struttura dell’offerta si contraddistingue per una elevata frammentazione riconducibile ad una moltitudine di Pmi autonome il cui sviluppo è fortemente radicato con il territorio e la comunità locale e la gestione dell’attività avviene in prevalenza ad opera di locali che ne detengono anche la proprietà. L’analisi dell’iter di sviluppo delle imprese alberghiere in queste destinazioni (Leonardi 2000; Battilani 2001; Nocifora 2001; Scaramellini 2003; Bartaletti 2004; Bätzing 2005; Martini 2005) mette in luce, da un lato, le peculiarità tipiche associate alle imprese di piccola dimensione, dall’altro i limiti che esse incontrano nell’operare in un sistema caratterizzato da crescente complessità. Due dei principali limiti possono essere ricondotti a specifici problemi che caratterizzano le PMI familiari, ossia: - Problema dell’assetto proprietario La struttura organizzativa semplice o elementare che caratterizza questa categoria di imprese (Amoroso 1983; Grandori 1983; Comacchio 1996) e la figura dell’albergatore “tuttofare” (Varra 2005) creano uno sbilanciamento di compiti di tipo operativo verso il vertice strategico dell’impresa. Gli addetti dell’impresa e lo stesso proprietario svolgono spesso la propria attività a prescindere dalla professionalità e dalle conoscenze in ambito alberghiero, svolgendo compiti manageriali non sempre adeguati a garantire un efficiente ed efficace funzionamento dell’impresa in un contesto con elevata complessità ed in continua evoluzione. Franch M., Martini U., Buffa F. 4 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 - Problema di accesso al credito e dipendenza dal sistema bancario Dagli studi condotti dal gruppo di ricerca (www.economia.unitn.it/etourism) emerge che le imprese in fase di avvio e gestione dell’attività alberghiera ricorrono in prevalenza all’autofinanziamento. La contenuta progettualità e pianificazione che accompagna la vita di questa categoria di imprese e la limitata conoscenza del contesto competitivo, delinea un profilo di Pmi alberghiera che ricorre in prevalenza al credito bancario a breve rispetto ad altre possibili fonti e forme di finanziamento (Thomas 1998; Getz et al. 2004). 2. Obiettivi e focus di approfondimento della ricerca A fronte della crescente complessità e dei limiti insiti nelle family business di piccola dimensione, si ritiene che il comportamento reattivo adottato sino ad ora dalle imprese turistico-alberghiere non sia sufficiente a garantirne la competitività nel medio-lungo termine. In particolare, tale comportamento non permette di offrire un prodotto turistico articolato e integrato come richiesto da una parte consistente della domanda turistica (Smeral 1998; Pomfret 2004; Martini 2005). La spiegazione possibile è stata elaborata sulla base di due chiavi interpretative: spontaneismo imprenditoriale (Focus 1) e individualismo imprenditoriale (Focus 2). Con spontaneismo imprenditoriale si intende il comportamento strategico dell’impresa che si caratterizza per scelte di limitato orizzonte temporale e per non esibire una linea guida forte. In esso prevalgono azioni strategiche puntuali rispetto a cambiamenti contingenti del sistema che richiamano la strategia reattiva come intesa in Miles e Snow (1978). Questo focus ha verificato l’esistenza di profili di imprese diversi per contenuto della strategia e per assetto strutturale. Dalla ricerca è emerso che vi sono imprese che tendono a subire i cambiamenti dell’ambiente competitivo ed altre che adottano un comportamento strategico più consapevole, deliberato (Mintzberg, Waters 1985), in cui emerge una strategia di medio-lungo periodo dai contenuti articolati e definiti (spontaneismo imprenditoriale vs. sviluppo di una strategia deliberata). Franch M., Martini U., Buffa F. 5 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 Il secondo focus si è concentrato sull’individualismo imprenditoriale, inteso come tendenza ad operare in modo autonomo senza ricercare opzioni strategiche che prevedono la messa in comune di risorse e competenze. La ricerca ha rilevato differenze nella modalità con cui le imprese attivano forme di relazione con gli attori dell’ambiente competitivo (individualismo imprenditoriale vs. forme di relazione tra imprese) evidenziando altresì un diverso comportamento nello sviluppo dell’offerta turistica a livello di destinazione (autonomia vs. collaborazione). In particolare si sono approfondite le dinamiche di relazione considerando natura ed intensità delle relazioni, oggetto rispetto al quale le imprese collaborano ed estensione del network. Si è considerata inoltre la dimensione socio-culturale del contesto in cui operano le imprese verificando se essa influenza le relazioni collaborative inter-impresa. 3. Il metodo della ricerca 3.1 Aspetti definitori e framework di analisi per lo studio delle relazioni A fronte del gap informativo riguardo alle specificità strategico-manageriali delle Pmi alberghiere (cfr par.1) si è scelto di integrare schemi e contributi della letteratura specialistica di settore, con strumenti e modelli di analisi della letteratura sulle imprese manifatturiere, con specifico riferimento agli studi sui sistemi di piccola impresa (Piore, Sabel 1984; Bagnasco 1986; Becattini 1987; Brusco 1989). Questa fase della ricerca ha permesso di definire 1) la tassonomia con cui identificare le Pmi alberghiere nelle regioni alpine da un punto di vista dimensionale e 2) il framework con cui studiare le relazioni inter-impresa. Per quanto concerne gli aspetti definitori, ad oggi non vi è concordanza nei criteri di identificazione delle Pmi alberghiere né in ambito legislativo né in ambito accademico (Peacock 1993; Morrison 1998b; Thomas 1998 e 2000; Page et al. 1999; Dall’Ara et al. 2000) e la classificazione prevista dalla CE (2003/361/EC) non appare adeguata. Per questa categoria di imprese non sempre è possibile reperire dati ufficiali di bilancio e/o indicazioni riguardo alla numerosità di addetti, rispetto ai quali inoltre la CE non fornisce indicazioni per Franch M., Martini U., Buffa F. 6 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 il computo di quelli fissi e stagionali, che hanno invece un peso determinante soprattutto se riferito alle family business di piccole dimensioni. Anche nei contributi scientifici italiani e internazionali è difficile ritrovare convergenza. Le classificazioni proposte da Rispoli e Tamma (1991 e 1995)3 per esempio non appaiano adeguate per le Pmi alberghiere nelle regioni alpine. In esse la capacità ricettiva media stimata dagli uffici di statistica si posiziona intorno alla soglia attribuita dagli Autori alla categoria di piccola impresa alberghiera. Ne segue che adottando questa classificazione (con riferimento al solo numero di camere) tutte le imprese rientrerebbero in questa categoria, senza la possibilità di cogliere elementi distintivi che differenziano le imprese più piccole da quelle di dimensioni maggiori. Neppure i contributi in ambito internazionale, seppure più numerosi, identificano soglie dimensionali omogenee (Thomas 1998 e 2000). I parametri presi a riferimento sono in prevalenza indicatori della capacità ricettiva (numero di camere o posti letto), del numero di addetti (senza distinzione tra addetti fissi e stagionali) e del tipo di gestione (il riferimento è in prevalenza alla gestione familiare). La sintesi presentata in Tabella 1 evidenzia le difficoltà sopra richiamate. 3 Una delle classificazioni proposte dagli Autori in cui il riferimento è alla capacità ricettiva definisce piccole imprese alberghiere quelle con meno di 25 camere e meno di 20 addetti; medie imprese alberghiere quelle con un numero di camere compreso da 26 e 150 e addetti compresi tra le 20 e 100 unità; grandi imprese alberghiere quelle con oltre 150 camere e oltre 100 addetti; impresa alberghiera molto grande quella con oltre 1.000 camere (Rispoli, Tamma 1991). Franch M., Martini U., Buffa F. 7 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 Tab.1: Rassegna delle principali definizioni e classificazioni dimensionali delle imprese alberghiere nella letteratura internazionale N. Autore/i Tipo di impresa Paese della ricerca (se specificato) Definizione e/o criteri di classificazione dimensionale della impresa alberghiera 1 Bastakis et al. (2004) Hotel Grecia 1-20 camere: family hotel; 21-50 camere: piccolo hotel; 51-100 camere: medio hotel; > 100 camere: grande hotel 2 Camisón (2000) Hotel Valencian Community (E) 1-100 posti letto: family hotel; 101-150 posti letto: piccolo hotel; 151-300 posti letto: medio hotel; > 300 posti letto: grande hotel 3 Halcro et al. (1998) Hotel Scozia (UK) < 15 camere: piccolo hotel 4 Morrison (1994) Hotel UK Stabilimento con meno di 50 camere: piccolo hotel 5 Mountinho (1990) Hotel 6 Sungard et al. (1998) Hotel Bornholm (DK) < 25 camere: piccolo hotel 7 Friel (1999) Hotel e altre imprese UK Riferimento alla definizione di piccola impresa in base al numero di addetti previsti dalla normativa comunitaria 8 Hales et al. (1996)** Hotel e catering < 50 addetti: piccola impresa 9 Horobin, Long (1996)** Hotel e altre imprese < 10 addetti: micro impresa 10 Peacock (1993) Hotel e ristoranti 11 Radiven, Lucas (1996)** Hotel < 25 addetti: piccolo hotel 12 Rowson, Lucas (1998) Hotel < 25 addetti: piccolo hotel 13 Thomas et al. (1997) Hotel e altre imprese < 50 addetti: piccola impresa 14 Pickering et al. (1971) Hotel e catering Elemento chiave per l’identificazione delle piccole imprese: owner-managed 15 Lee-Ross, Ingold (1994) Hotel < 20 posti letto e gestione proprietaria: piccolo hotel 16 Morrison (1998b, p.134) Hotel < 50 camere: piccolo hotel Londra (UK) UK < 80 addetti: piccolo hotel < 30 addetti: piccolo ristorante Definizione: A small hotel is financed by one individual or small group, directly managed by its owner(s) in a personalised manner and not through the medium of a formalised management structure. It may or may not be affiliated to an external agency on a continual basis for at least one management function. In comparison to the largest unit of operation within the hotel industry it is perceived as small, in terms of physical facilities, production/service capacity, and number of employees. Parametro quantitativo: < 50 camere: piccolo hotel 17 Rodenburg (1980) Hotel Bali Economy class hotel: piccole imprese; Hotel internazionali con oltre 100 camere: grandi imprese Fonte: ns. elaborazione [** riferimenti ripresi da Thomas 1998 parte del numero monografico di International of Contemporary Hospitality Management, 1996, 8(5)] Franch M., Martini U., Buffa F. 8 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 A parere di chi scrive emerge comunque chiaramente che le imprese alberghiere nelle regioni alpine sono piccole e permangono tali in un confronto internazionale. Al fine di evidenziare le caratteristiche strutturali e il comportamento strategico e di relazione si è reso necessario pertanto introdurre una classificazione in grado di cogliere tali specificità. La proposta cui giunge la ricerca fa riferimento a tre elementi: le specificità del territorio alpino, la capacità ricettiva (numero di camere) e il tipo di gestione dell’impresa. Confrontando i dati relativi al territorio svizzero ed italiano (www.istat.it; www.swisstourfed.ch) si sono identificate “piccole imprese” gli alberghi con numero di camere inferiore (o uguale) a 15; “medie imprese” gli alberghi con numero di camere compreso tra 16 e 30; “grandi imprese” gli alberghi con numero di camere superiore a 30. La ricerca del framework con cui studiare le relazioni inter-impresa è stato il secondo elemento di analisi. Lo studio si è avvalso dei contributi del network approach (Håkansson 1987; Håkansson, Snehota 1989). In particolare si sono indagate a) la natura delle relazioni, verificando se collaborazione e competizione coesistono e favoriscono il rafforzamento e/o la nascita delle relazioni; b) l’intensità delle relazioni, verificando la frequenza con cui le imprese collaborano e la presenza di nodi e legami del network più robusti; c) l’estensione delle relazioni, verificano la numerosità e la localizzazione degli attori coinvolti nella rete; d) l’oggetto delle relazioni, verificando se riguarda attività di promozione e/o commercializzazione dell’offerta o anche la definizione della stessa. L’analisi delle relazioni inter-impresa ha richiesto di identificare le categorie di attori con le quali le Pmi alberghiere nelle regioni alpine interagiscono, integrando contributi e schemi di analisi della competitività intra-destinazione delle Pmi (Buhalis, Cooper 1998; Tamma 2002). Sono stati utilizzati inoltre il concetto porteriano di concorrenza allargata (Porter 1985; Rispoli 2002) e le dimensioni socio-culturali che caratterizzano l’atmosfera nei distretti industriali (Franchi, Rieser 1991). Franch M., Martini U., Buffa F. 9 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 L’identificazione delle categorie di attori con le quali l’impresa alberghiera può attivare forme di relazione si è avvalsa dello schema porteriano delle cinque forze integrato con i “regolatori” e le “imprese che offrono prodotti complementari” (Rispoli 2002). Sono stati quindi considerati i concorrenti diretti (altre imprese alberghiere della destinazione), i produttori di beni e servizi complementari (commercianti, ristoratori, società degli impianti di risalita, scuole di sci e di altre pratiche sportive); i fornitori di prodotti alimentari e articoli per l’arredo; i clienti (turisti, tour operator e agenzie di viaggio); i regolatori (enti turistici regionali e istituzioni pubbliche locali). L’analisi delle relazioni ha permesso di verificare se l’impresa alberghiera ricerca forme di collaborazione che le permettono di accedere a risorse di cui non dispone e a partecipare ad un’offerta dalle dimensioni più ampie di quella che potrebbe realizzare in modo autonomo (cfr Focus 2). In particolare la ricerca ha permesso di verificare se esiste un’interazione tra dimensione sociale ed economica, se emergono senso di appartenenza, consuetudini, abitudini e/o atteggiamenti consolidati nelle relazioni tra attori che favoriscono la collaborazione e la partecipazione a progetti di promozione e/o commercializzazione dell’offerta turistica. Si è analizzato infine se i fattori socio-culturali influenzano le forme di relazione tra imprese evidenziando uno sviluppo strategico più articolato e definito che prende le distanze dallo spontaneismo imprenditoriale (cfr Focus 1). 3.2 Step ed obiettivi della ricerca sul campo La ricerca sul campo si è articolata in due fasi: una indagine quantitativa e successivamente una indagine qualitativa4. La ricerca quantitativa ha previsto la somministrazione di 500 questionari online a campioni rappresentativi di imprese alberghiere in Italia e Svizzera, site in comuni alpini a vocazione turistica e dotate di indirizzo email. L’obiettivo era la 4 L’indagine quantitativa è stata condotta in Italia tra giugno e settembre 2003 e in Svizzera in agosto e settembre 2005. L’indagine qualitativa è stata condotta in Italia nell’estate 2005 e in Svizzera nell’estate 2006 Per una descrizione dettagliata del piano di campionamento adottato e delle fasi della ricerca empirica si rinvia a Buffa (2007). Franch M., Martini U., Buffa F. 10 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 raccolta di informazioni relative a) alle caratteristiche dimensionali, organizzative e gestionali delle imprese; b) al contenuto della strategia, con particolare attenzione alla politica di commercializzazione; c) alla natura ed intensità di relazione tra imprese alberghiere e attori dell’ambiente competitivo. I risultati emersi da questa fase della ricerca sono stati approfonditi ed integrati con quanto rilevato da 95 interviste in profondità (ricerca qualitativa) che rappresentano un campione ragionato estratto tra gli albergatori che avevano partecipato alla ricerca quantitativa. La ricerca qualitativa ha approfondito a) le caratteristiche strutturali ed organizzative delle imprese alberghiere, b) le scelte strategiche delle imprese riguardo alle politiche di promozione e commercializzazione, c) l’utilizzo che esse fanno delle ICT. Riguardo alle forme di relazione si è indagato in particolare l’oggetto e l’estensione della rete di relazioni inter-impresa e le caratteristiche della dinamica competitiva. 4. Principali risultati della ricerca 4.1 Caratteristiche dimensionali e di governance Le imprese alberghiere nelle regioni alpine nascono in prevalenza tra gli anni ’60 e la metà degli anni ’80 e sono per la maggior parte family business singleunit di piccole dimensioni. Tra Svizzera e Italia emergono differenze nella natura giuridica, nella numerosità e tipologia di addetti e nella struttura organizzativa. Meno marcate, seppur presenti, sono invece le differenze dimensionali e nel tipo di gestione. In Svizzera la maggior parte degli alberghi dispone di più di 15 camere (le frequenze si distribuiscono quasi equamente tra le categorie medie e grandi). In Italia invece vi è maggiore concentrazione di alberghi di medie dimensioni. Sebbene le differenze tra le due aree non siano nette questi risultati congiuntamente ai dati strutturali indicati dagli istituti di statistica evidenziano che in Svizzera le imprese tendono ad essere più grandi di quelle localizzate nelle regioni alpine italiane, e maggiore è la diffusione di hotel che fanno parte di una catena o di un gruppo di alberghi. Franch M., Martini U., Buffa F. 11 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 Anche la natura giuridica delle imprese presenta differenze interessanti: in Svizzera prevalgono imprese individuali (39%) e società di capitali (39%); in Italia società di persone (68%) e imprese familiari (14%). La numerosità degli addetti è un ulteriore indicatore della piccola dimensione degli alberghi. Gli addetti fissi in entrambi i Paesi sono per la maggior parte inferiori a 10: in Svizzera le imprese si avvalgono in media di 9,1 addetti fissi e in Italia di 5,6. In entrambi i Paesi il ricorso ad assunzioni stagionali è frequente e interessa, in prevalenza, un numero di addetti compreso tra 1 e 10 unità. Le imprese elvetiche si avvalgono in media di 9,4 addetti stagionali quelle in Italia di 7,4. Congiuntamente al dato rilevato per gli addetti fissi, nell’area elvetica emerge un’impresa che tende ad assumere dimensioni maggiori e ad essere più stabile di quella italiana. Il profilo più articolato dell’impresa elvetica trova conferma anche dall’analisi della struttura organizzativa. In Italia prevalgono imprese con una struttura organizzativa informale, con basso grado di gerarchia e di formalizzazione dei compiti (circa il 60%). In Svizzera invece oltre il 60% delle imprese dichiara una struttura gerarchica con precisa definizione dei compiti. La maggiore definizione della struttura organizzativa è accompagnata per la maggior parte degli albergatori elvetici dall’utilizzo dello strumento di delega soprattutto per mansioni operative, ma non mancano esempi di attività che si avvicinano maggiormente alla dimensione strategica. La maggiore organizzazione di queste imprese si riflette in una più chiara definizione dei compiti e una minore concentrazione di attività operative a carico del proprietario dell’albergo. Considerazioni che delineano un comportamento degli albergatori svizzeri che tende ad allontanarsi dallo spontaneismo imprenditoriale che sembra invece interessare ancora la maggior parte delle imprese in Italia. L’assetto più strutturato che emerge nelle imprese in Svizzera tuttavia non è estendibile omogeneamente a tutte le categorie dimensionali, ma interessa in prevalenza quelle più grandi. L’analisi delle corrispondenze multiple ha evidenziato infatti due distinti profili di impresa: Franch M., Martini U., Buffa F. 12 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 - il primo profilo richiama maggiormente le caratteristiche delle family business di piccole dimensioni. Esso descrive Pmi singleunit a gestione familiare, con numero contenuto di addetti fissi e stagionali, in cui non vi è organizzazione gerarchica e definizione dei compiti; - il secondo profilo è caratterizzato da grandi imprese, talvolta gestite congiuntamente ad altre strutture o che aderiscono a catene, con addetti fissi e stagionali superiori alle 10 unità. La struttura organizzativa è di tipo gerarchico con precisa distribuzione dei compiti. 4.2 Comportamento strategico delle imprese alberghiere Il contenuto della strategia dell’impresa alberghiera (Focus 1) è stato valutato in base all’adozione delle di politiche di promo-commercializzazione, dell’utilizzo delle Ict nelle attività d’impresa e dell’adesione a forme di partecipazione collettive a livello di destinazione. In generale si osserva che le imprese alberghiere per l’attività di vendita si avvalgono principalmente del canale distributivo corto. In Italia il ricorso alla vendita diretta è più frequente: non vi sono imprese che dichiarano di conseguire attraverso questo canale una quota inferiore al 50% del fatturato totale. In Svizzera invece tale dichiarazione accomuna oltre il 40% degli albergatori. Le imprese elvetiche, specialmente quelle di dimensioni maggiori, affiancano al canale corto una maggiore attività di vendita attraverso Internet con completamento della transazione online e attraverso tour operator e agenzie di viaggio. Il principale utilizzo delle Ict riguarda email e sito aziendale ai quali si aggiunge la promozione, la comunicazione interpersonale con i clienti (passaparola) e la promozione istituzionale attraverso gli enti turistici territoriali e le associazioni di categoria. Rispetto all’Italia, le imprese elvetiche utilizzano maggiormente le Ict sia per attività routinarie (prenotazione delle stanze e risposta alle email dei clienti), sia per attività operative più strutturate (acquisti o ordinativi online di prodotti da fornitori), sia per attività a supporto della strategia d’impresa Franch M., Martini U., Buffa F. 13 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 (definizione di offerte specifiche per differenziare l’offerta alberghiera), sia per comunicare con gli altri operatori locali. Il maggiore orientamento delle imprese svizzere ad utilizzare le Ict si riscontra anche nella frequenza con cui si connettono alla rete (connessione sempre attiva) e nella tempestività con cui rispondono alle email (entro pochi minuti). In Italia invece prevalgono imprese che si connettono alla rete periodicamente in determinati momenti del giorno e che rispondono alle email in giornata. Da un punto di vista strategico questi risultati evidenziano che le imprese alberghiere in Svizzera tendono ad essere più raggiungibili e a ricercare maggiormente il contatto con i clienti (ad oggi comunque non si riscontra, né In Svizzera né in Italia, un orientamento specifico a strategie di fidelizzazione del cliente). Dall’analisi della partecipazione delle imprese ad iniziative con altri operatori si riscontra che la maggior parte degli albergatori nelle regioni alpine aderisce alle iniziative promosse dagli enti turistici territoriali. Scenario analogo si riscontra nell’adesione degli albergatori ad iniziative congiunte con gli altri operatori dell’ambiente competitivo. Considerazioni diverse si rilevano invece dall’analisi delle adesioni ai consorzi e alle offerte dei soggetti dell’intermediazione: nei primi sono coinvolte maggiormente le imprese alberghiere in Italia; nelle seconde le imprese elvetiche. Tale risultato conferma la maggiore propensione delle imprese in Svizzera ad interagire con gli intermediari del canale distributivo. 4.3 Forme di relazione inter-impresa Lo studio delle forme di relazione che gli albergatori intrattengono con il territorio e gli attori dell’ambiente competitivo evidenzia aspetti comuni tra imprese italiane e svizzere riconducibili sia alla sfera sociale, sia alla dimensione economica. In entrambe le regioni gli albergatori si identificano con un territorio limitato (specifica località, parte di una valle o di un cantone, specifica risorsa naturale), ma tale visione è più marcata per le imprese italiane. In entrambe le regioni le imprese si sentono accomunate con gli altri albergatori, percepiscono una comunità di ambito, riconoscono l’esistenza di abitudini a Franch M., Martini U., Buffa F. 14 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 relazionarsi con gli altri attori e descrivono una dinamica competitiva leale e corretta (eventuali comportamenti sleali sono associati a politiche aggressive di price competition intraprese da alberghi di grandi dimensioni). A fronte di caratteristiche comuni, tuttavia, si riscontra che la percezione di una rete socio-comunitaria tra le imprese alberghiere nelle Alpi, assume sfumature diverse se riferita all’area italiana o svizzera. In Italia gli albergatori si sentono accomunati con le altre imprese della zona e riconoscono una comunità di ambito perché si identificano con un medesimo luogo e ne condividono cultura e consuetudini. In Svizzera il senso di comunanza con le altre imprese e l’appartenenza ad una comunità di ambito si riscontra poiché le imprese sono coinvolte in attività congiunte. Tale considerazione si riflette sull’oggetto delle relazioni. In Italia la collaborazione con alcune categorie di attori si sostanzia in una fruizione del servizio (ad es. con l’associazione albergatori) o in un re-indirizzamento della clientela in altre strutture alberghiere. In Svizzera invece la collaborazione si sostanzia nella co-progettazione di promozione/commercializzazione congiunta. specifiche attività Tale aspetto o nella emerge anche dall’analisi delle relazioni con i fornitori di prodotti alimentari e articoli per arredo. In Svizzera vi è maggiore collaborazione e maggiore interesse ad innovare il prodotto alberghiero rafforzando i legami con il territorio e adottando opzioni strategiche di differenziazione (promozione dei prodotti tipici) e diversificazione in attività collegate (commercializzazione di una gamma più o meno ampia di prodotti locali). L’estensione della rete di relazioni è un ulteriore aspetto che differenzia le imprese alberghiere. In Italia le relazioni interessano principalmente la realtà locale. In Svizzera il network tende ad assumere dimensione più estesa coinvolgendo, con intensità decrescente, anche attori a livello cantonale, regionale ed extra-regionale richiamando una sorta di gerarchia amministrativa dei territori. Per quanto concerne l’intensità di collaborazione, l’attore con cui le imprese alberghiere collaborano maggiormente è l’ente turistico regionale (ETR), ma in Franch M., Martini U., Buffa F. 15 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 Svizzera la collaborazione coinvolge un maggior numero di imprese (oltre il 60% vs. il 40% rilevato in Italia). Con l’ETR le imprese alberghiere collaborano in prevalenza per attività di promozione e commercializzazione, ma vi sono anche esempi di progetti di coordinamento locale. Rispetto alle altre categorie di attori, le società degli impianti di risalita e le scuole sci sono per entrambe le regioni alpine attori privilegiati, ossia operatori più intensamente ricercati per attivare relazioni di natura collaborativa sebbene con livello di intensità inferiore rispetto agli ETR. Come emerso dall’analisi delle caratteristiche strutturali, non tutte le imprese svizzere sono coinvolte con la stessa intensità in relazioni di natura collaborativa, ma anche in questo caso emergono due profili distinti: - il primo interessa le imprese che tendono a non collaborare con nessuna delle categorie di stakeholder. Queste sono in prevalenza family business singleunit di piccole e medie dimensioni con una struttura organizzativa non articolata, in cui i compiti e i livelli gerarchici sono poco definiti; - il secondo profilo descrive le imprese tra le quali vi è un’intensa collaborazione. Queste si caratterizzano per grandi dimensioni e per una struttura organizzativa e manageriale più strutturata. 5. Considerazioni conclusive La ricerca ha evidenziato la rilevanza che ricoprono le family business nello sviluppo del settore turistico-alberghiero nelle regioni alpine ed ha permesso di approfondire aspetti ad oggi poco indagati. In generale è emerso che le imprese rispondono con due comportamenti diversi ai cambiamenti dell’ambiente competitivo: - il primo, approssima maggiormente lo spontaneismo imprenditoriale in cui prevalgono scelte di breve periodo che ricordano la strategia reattiva di Miles e Snow (1978). Tale è il comportamento che si riscontra in prevalenza nelle imprese localizzate nelle regioni alpine italiane; - il secondo, descrive un’impresa che fa un utilizzo più maturo degli strumenti informatici, adotta politiche di marketing meno tradizionali, appare più Franch M., Martini U., Buffa F. 16 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 orientata alla messa in comune di risorse e competenze. Tutti elementi riconducibili ad una strategia deliberata. Tale è il profilo che interessa maggiormente le imprese alberghiere in Svizzera. Per quanto concerne lo studio delle forme di relazione, si osserva che l’impresa alberghiera in Italia dispone, così come quella in Svizzera, di contesto (atmosfera) e strumenti (tecnologie) favorevoli alla creazione di network locali, con alcune categorie di attori. In Italia l’impresa tende a prediligere un comportamento individualista e a ricercare saltuariamente forme di relazione sia con i soggetti del canale distributivo, sia con quelli preposti alla promozione e differenziazione dei prodotti del territorio. In Svizzera, il profilo più strutturato, con disegno strategico più articolato e definito tende ad irrobustire i “nodi” e i “legami” della rete, seppure circoscritti a specifici attori. In altri termini, le family business con struttura organizzativa articolata e formalizzata, presentano caratteristiche più facilmente coniugabili con la definizione di un’offerta turistica articolata e complessa a livello di destinazione. Nello specifico, le imprese in Svizzera tendono ad integrare dimensione collaborativa e competitiva, anche se questo comportamento non interessa tutte le family business. È parere di chi scrive che tale assetto non sia funzione esclusiva della capacità ricettiva, ma che anche le family business di piccole dimensioni possano assumere un assetto più articolato, distinguendo quelle che sono le attività operative delegabili e quelle che rappresentano, o possono rappresentare, attività “core” per lo sviluppo dell’impresa. Maggiore organizzazione interna congiuntamente a definizione dei compiti e specializzazione delle unità organizzative, potrebbe favorire un orientamento verso opzioni strategiche più evolute (non focalizzate solo su prodotti e mercati esistenti) e più adatte alla definizione di un’offerta turistica articolata a livello di destinazione. Franch M., Martini U., Buffa F. 17 CONVEGNO AIDEA 07 - DINAMICHE DI SVILUPPO E DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL FAMILY BUSINESS - Milano, 18-19 ottobre 2007 Bibliografia Amoroso M. (1983). Economia e organizzazione delle aziende alberghiere. Pisa, Pacini Editore Bagnasco A. (Ed.) (1986). L’altra metà dell’economia. La ricerca internazionale sull’economia informale. Napoli, Liguori Editore Barca F., Bianchi M., Brioschi F., Bozzacchi L., Casavola P., Filippa L, Pagnini M. (1994). Assetti proprietari e mercato delle imprese italiane medio-grandi, vol.II. Bologna, Il Mulino Bartaletti F. (2004). Geografia e cultura delle Alpi. Milano, Franco Angeli Bastakis C., Buhalis D., Butler R. (2004). “The perception of small and medium sized tourism accommodation providers on the impacts of the tour operators’ power in Eastern Mediterranean”, in Tourism Management, 25(2),151-170 Bätzing W. (2005). Le Alpi. Una regione unica al centro dell’Europa. Torino, Bollati Boringhieri. Battilani P. (2001). 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