Turkish Health Market - Parte generale sulla Turchia

Transcript

Turkish Health Market - Parte generale sulla Turchia
MERCATO TURCO
ASPETTI GENERALI
Prima parte
* Il presente report è stato realizzato dalle società turche MDA Danismanlik e SANCAR Consulting,
partner del progetto.
ASPETTI GENERALI
Il territorio della Turchia
Il territorio dell’odierna Repubblica di Turchia occupa circa 780.000 chilometri quadrati (oltre 810.000
considerando i laghi) che si estendono in una delle zone a più alto rischio sismico del mondo, posta tra
l’Europa - nella quale si trova il 3% del territorio turco e il 10% della popolazione - e l'Asia.
Le Città Principali
Ankara (4,8 milioni di ab.) è la capitale della Turchia ed è la seconda città turca per numero di abitanti
dopo Istanbul (17 milioni circa). Altre città sono:
•
•
•
•
•
Smirne, in turco Izmir (3,9 milioni)
Bursa (2,6 milioni)
Adana (2,1 milioni)
Gaziantep (1,3 milioni)
Konya (1 milione)
La Popolazione
La popolazione del Paese, assai giovane - oltre la metà ha meno di 29 anni - ammonta a 75 milioni circa
(censimento aggiornato al 31.12.2011), con un tasso di crescita annuo stimato attorno al 1,1% – 1,2% ed
un elevato tasso di urbanizzazione, considerato che il 76,8% degli abitanti vive in aree metropolitane o
urbane. Nonostante la popolazione molto giovane, il tasso di disoccupazione continua ad oscillare su
valori relativamente alti: nel 2009 aveva toccato il 14,9%, alla fine del 2010 era sceso all’ 11,9%, per
poi passare a circa il 9% nel 2011. Nel 2012 si è assistito ad una ulteriore riduzione del tasso di
disoccupazione. Le zone con la più alta percentuale di disoccupazione rimangono nel sud-est del
territorio turco.
La forza lavoro della Turchia può annoverare oltre 26 milioni di persone, E’ interessante notare che ha
il numero più elevato di ore lavorative in Europa e un basso numero di giorni di malattia (52,9
ore/settimana e 4,6 giorni di malattia/dipendente/anno secondo dati del 2011). Inoltre, il paese può
contare su circa mezzo milione di nuovi laureati all'anno provenienti da 170 università; e circa 700.000
diplomati, di cui la metà da istituti professionali e tecnici.
Economia - Generale
Dopo la crisi del 2001, la Turchia, grazie anche agli aiuti ottenuti dal Fondo Monetario Internazionale, si
è progressivamente inoltrata sulla strada del liberalismo economico, conseguendo importanti risultati
che hanno reso l’economia turca sempre più robusta e stabile. Dal 2006 al 2012 l’export è aumentato da
91 a 152 M$, le importazioni da 131,4 a 236,5 M$ e l’interscambio commerciale da 222,9 a 388,5 M$.
Negli ultimi anni il prodotto interno lordo pro-capite della Turchia è aumentato considerevolmente. Nel
2006 corrispondeva a 5.442 dollari, mentre nel 2012 è salito a 10.504 dollari. La bilancia commerciale,
tuttavia, ha registrato un graduale peggioramento. Il deficit nel 2003 rappresentava solo il 2.5% del PIL,
mentre nel maggio 2011 ha raggiunto il 9%, ed alla fine dell’anno ha toccato il 13%, un altro record.
Nel 2012 si è assistito ad un abbattimento del deficit a circa 10,7 %. La causa del bilancio in rosso è
l'importazione di molta parte delle materie prime e quasi tutto il gas ed il petrolio che consuma. Il Paese
è riuscito fino ad oggi a compensare il deficit commerciale grazie ad un ingente afflusso di capitali
esteri.
Mercato
Un ulteriore fattore che rende la Turchia un Paese di rilevanza strategica è rappresentato dalla
dimensione del suo mercato interno. L’evoluzione demografica e il progressivo miglioramento delle
condizioni di vita traineranno, secondo gli osservatori, la crescita dei consumi interni, con effetti positivi
sul tasso di crescita economica (PIL) ed ampliando la dimensione del mercato interno. La crescita del
mercato interno sarà conseguenza anche dell’aumento delle importazioni dall’estero, le quali
riguarderanno sempre più prodotti finiti e beni di consumo. Si stima una crescita del mercato interno
esponenziale, del 10% all’anno fino al 2015. Un fondamentale punto di forza del mercato interno turco è
rappresentato dall’ampio bacino di popolazione “giovane”. La popolazione turca è rappresentata per il
25,3% da persone con età compresa tra 0 e 14 anni, per il 67,4% con età compresa tra 15 e 65 anni, e per
il restante 7.3% con età superiore ai 65 anni. L’età media della popolazione turca è di 29.7 anni, (contro
una media di 43,3 anni per la popolazione italiana nel 2012).
La Turchia risulta dunque essere un ottimo mercato di sbocco delle esportazioni dei Paesi europei. In un
periodo di generalizzato rallentamento economico nei Paesi dell’euro-zona, fondamentale diviene
l’apporto delle esportazioni alla crescita economica: la Turchia, nel periodo 2012-2013, ha contribuito a
garantire la sostenibilità dello sviluppo economico dei Paesi europei.
Apertura verso il resto del mondo
L’apertura della Turchia al “resto del mondo”, intesa sia in termini di apertura al commercio
internazionale che agli investimenti diretti esteri, è sicuramente la fonte principale della forte crescita
dell’economia turca negli ultimi vent’anni.
Il maggior grado di apertura commerciale oggi raggiunto dalla Turchia è riconducibile anzitutto
all’accordo siglato da Turchia e Unione europea nel 1996, con il quale la Turchia aderiva all’Unione
doganale. L’abolizione di dazi doganali alle importazioni provenienti dall’Unione in Turchia e di quelle
dirette in Europa dalla Turchia, hanno svolto una funzione di volano per la crescita del commercio
internazionale tra le due aree geografiche.
La Turchia è inoltre membro, a partire dal 1995, del WTO (World Trade Organization). Nell’ottica di
una progressiva integrazione commerciale è divenuta membro di varie organizzazioni, tra cui l’OCE
(Organizzazione per la cooperazione economica), l’UNCTAD (United Nation Conference on Trade and
Development), il BSEC (Black Sea Economic Cooperation), il WCO (World Customs Organization),
solo per indicarne le principali. Oltre all’Unione doganale con l’Unione Europea, tutt’oggi primario
partner commerciale del Paese, la Turchia ha avviato accordi di libero scambio con Islanda, Norvegia,
Svizzera e Liechtestein, Georgia, Israele, Macedonia, Croazia, Tunisia, Marocco, Palestina, Siria,
Egitto, Albania, Montenegro, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Cile e Giordania. In fase di ratifica è invece
l’accordo di free trade con Libano, Corea del Sud e Mauritius.
Dal 1 luglio 2012 è inoltre entrato in vigore il Nuovo Codice Commerciale, che rappresenta una tappa
fondamentale del processo di avvicinamento della Turchia agli standard internazionali.
Commercio con l’estero
Nel 2013, (11 mesi ) la Turchia ha importato beni per $228 miliardi, un aumento dell'9,5% sul 2012,
mentre ha avuto esportazioni per $138 miliardi (+9,5% sul 2012).
Negli 11 mesi del 2013 i prodotti maggiormente esportati dalla Turchia risultano essere :
- Autoveicoli, trattori e parti di ricambio: per un corrispettivo di 16,7 miliardi di dollari, con un aumento
del 3.8% rispetto allo stesso periodo del 2012.
- Macchinari ed apparecchiature meccaniche: per un corrispettivo di 11,5 miliardi di dollari, con un
aumento del 8.2 % rispetto allo stesso periodo del 2012.
- Ferro ed acciaio: per un corrispettivo di 16,3 miliardi di dollari, in aumento del 3.8 % rispetto ai primi
mesi del 2012.
- Apparecchiature elettriche e elettroniche: per 5,8 miliardi di dollari, in diminuzione del 7.2% rispetto
ai primi mesi del 2012.
- Pietre preziose, semipreziose, metalli preziosi, perle, bigiotteria: 3.6 miliardi di dollari, in calo del
29.4% rispetto allo stesso periodo del 2012.
- Abbigliamento ed accessori: per 25,2 miliardi di dollari, in aumento dell' 8 %.
I principali destinatari delle esportazioni turche risultano essere (nel periodo compreso tra gennaio 2013
e Novembre 2013): Germania, Iraq, Federazione russa, Italia, Regno Unito, Francia, Emirati Arabi, Iran,
Spagna, Olanda e Cina.
I principali prodotti importati dalla Turchia nel 2013 risultano essere i seguenti:
- Combustibili e oli minerali, per un totale di 55,0 miliardi di dollari, in calo del 6.8% rispetto alla stesso
periodo del 2012.
- Macchinari e apparecchiature meccaniche, per un totale di28,6 miliardi di dollari, in aumento del 6.4%
rispetto allo stesso periodo del 2012.
- Pietre preziose e semi-preziose, metalli preziosi, perle, bigiotteria, per un totale di 7.8 miliardi di
dollari, in aumento del 187.1% rispetto al periodo gennaio- maggio 2012.
- Ferro ed acciaio, per un totale di 31,9 miliardi di dollari, in calo del 9.9% rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente.
- Apparecchi medicali, ottici, per fotografia e per cinematografia, per un totale di 1.9 miliardi di dollari,
in aumento del 14.8% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
I principali Paesi “fornitori” della Turchia nel 2013 risultano essere: Germania, Federazione Russa,
Cina, Stati Uniti, Italia, Iran, Francia, Spagna, , Emirati Arabi e Svizzera.
Interscambio Commerciale Turchia - Italia
Nel 2013 l'Italia è stato il terzo partner commerciale della Turchia, con un valore delle esportazioni di
$10,2 miliardi, in diminuzione dello 5,3%. La Turchia ha esportato oltre $ 4,5 miliardi di beni verso
l'Italia (in 10 mesi del 2013), rendendola il settimo paese di sbocco per il mercato turco, un aumento del
3,7% sull'anno precedente.
Scomponendo le importazioni turche dall'Italia per settori, usando dati ISTAT 2012, si nota che oltre il
70% delle forniture italiane è costituito da beni strumentali e beni intermedi, confermando la stretta
complementarità fra i due sistemi produttivi. I maggiori aumenti percentuali delle importazioni
dall'Italia è stato particolarmente significativo nei seguenti settori: prodotti della stampa e riproduzione
supporti registrati (+117,6%), coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (+65,5%), legno e
prodotti in legno, esclusi mobili (+57,4%) e computer e prodotti di elettronica e ottica (+41,5%).
In particolare per l'industria farmaceutica è da notare l'aumento di importazioni di prodotti farmaceutici
base e preparati farmaceutici dell'11,9%. Pur nel dinamismo delle relazioni dei due Paesi, la quota di
mercato italiana sul totale delle importazioni della Turchia continua ad oscillare intorno a valori non
elevati: 5,73% nel 2007; 5,29% nel 2008; 5,39% nel 2009; 5,46% nel 2010; 5,58% nel 2011, 4,2% nel
2012.
Le esportazioni turche verso l'Italia, concentrate soprattutto sul settore automobilistico e sul tessile abbigliamento, potrebbero risentirne in maniera profonda per la crisi che i due comparti stanno
attraversando nel nostro Paese –L’interscambio con l’Italia pone comunque il paese come secondo
partner della Turchia all’interno dell’Unione Europea dopo la Germania.
La Turchia rappresenta un fondamentale mercato di sbocco per le produzioni “Made in Italy”.
Particolarmente richieste dal mercato turco sono le produzioni “made in Italy” di beni strumentali che
sfruttano una elevata complementarietà con il tessuto industriale locale: l’Italia si configura come
fornitore di tecnologia che serve per migliorare la produttività delle imprese turche in settori trainanti
l’economia del Paese.