Ciao Eros
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Ciao Eros
Ciao Eros, “La vita è un brivido che vola via”, canta Vasco, e solo in questo momento capiamo quanto sia reale questa frase. Il brivido purtroppo è volato via, ma il tuo sorriso è sempre davanti a noi, è sempre qui con noi. Quel sorriso che abbiamo imparato a conoscere tre anni fa e che mai ci ha abbandonato nonostante la malattia prendesse il sopravvento. Tra i tanti messaggi che ci hai mandato via e-mail uno si intitolava “Le cose che ho imparato nella vita”. Noi non sappiamo cosa tu abbia imparato nella vita, né cosa noi ti abbiamo saputo donare, ma sappiamo per certo quello che tu hai insegnato a noi. Ci hai insegnato cosa significa avere dignità, combattere contro qualcosa di più forte senza sapere se si è in grado di vincere, ci hai insegnato cosa significa continuare a credere! Sei un ragazzo forte Eros, o almeno hai sempre nascosto a noi la tua debolezza. Però non possiamo lasciarti andare così, con tanti baci e abbracci e parole dolci senza nemmeno un piccolo rimprovero. Ti ricordi quando stavamo discutendo se spostare o meno una verifica? Sei venuto e ci hai rimproverato dicendo che la verifica si poteva fare perché dai problemi non si fugge, ma li si affronta, e quelli infondo non erano veri problemi… E allora eccoti il nostro rimprovero che diciamo non è altro che invidia nei confronti di chi ha amato tanto lo studio a livelli che nessuno di noi riesce a comprendere. Pensando a te o rivedendoti finalmente dopo mesi sui banchi di scuola ci veniva da dire: “Che macchina!”. Ecco, forse proprio questo è il nostro benevolo rimprovero: sei stato una “macchina” e avevi sempre una marcia in più. Siamo sempre stati un passo indietro senza neanche comprendere quanto avanti ti trovavi rispetto a noi. Ti immaginiamo ora in mezzo alle nuvole con indosso la maglia sulla quale ognuno di noi ha posto la propria firma come simbolo di gratitudine per quello che hai fatto e per quello che da lassù continuerai a fare. Ciao Eros…