LA STANZA DELLA CATECHESI

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LA STANZA DELLA CATECHESI
LA STANZA DELLA
CATECHESI
A cura di Aldamaria Lusuardi
Pisa 24 febbraio 2012
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CREATIV soc.coop.soc.
Segreteria: via Santi 2 – 42020 Quattro Castella - sede legale: via M.L. King, 4 42020 S.Polo d’Enza,
Reggio Emilia
t.0522873011 fax 0522241533
E-mail [email protected] sito: www.creativformazione.it
Il luogo dell’incontro apparirà inizialmente come ”terra informe e deserta”, ma non c’è da
preoccuparsi, “lo spirito aleggiava sulle acque” (Gen 1, 2). Compito del catechista sarà,
prima di tutto, quello di animare/creare tale spazio.
Siamo all’inizio dell’atto creativo… la creazione del mondo.
Animare il luogo, l’ambiente, è farne un luogo narrante: tutto mi parla del gruppo, del
cammino che si fa, mi richiama all’identità di gruppo e nel gruppo; tutto mi parla di Cristo,
cuore di ogni incontro; tutto ha un nome, è significativo per noi e si con-crea con i ragazzi.
In esso non vi è nulla di superfluo, cioè, di ANONIMO rispetto alla STORIA del gruppo:
cartelloni, segni, elaborati di lavori di gruppo, mappe per l’orientamento sul percorso fatto
e da fare, identikit dei catechizzandi, canti,… un mondo che si andrà dispiegando, incontro
dopo incontro, denso di significato e di vissuti.
UN LUOGO ACCOGLIENTE
L’amore che abbiamo per i bambini e i ragazzi che ci sono affidati lo possiamo per prima
cosa comunicare attraverso il luogo che li andrà ad accogliere. L’amore gioca sempre
d’anticipo, per cui spetta al catechista anticipare i ragazzi e preparare al meglio la stanza
dell’incontro: temperatura giusta, sedie in ordine, materiale utile a portata di mano e,
perché no, una musica allegra che dia il benvenuto ai ragazzi. Bello se chi arriva sente di
essere atteso, che c’è già qualcuno lì che lo attende, che ha preparato qualcosa per lui;
arrivare e sentire della musica, che c’è un incontro bello da vivere insieme, nella gioia
e nell’amicizia. Anticipare nel saluto, nel sorriso… “prima che tu sorridi ti ho sorriso” (A.
Capitini). Chiedere “come stai?”, ricordarsi degli appuntamenti o degli eventi importanti
che i ragazzi hanno avuto in settimana (un compleanno, un compito in classe, una
partita,…). Tutto questo farà di quella stanza un luogo accogliente.
UN LUOGO CARATTERISTICO
Ogni luogo ha degli elementi caratteristici che lo rendono unico e subito riconoscibile:
la bottega di un artigiano, una biblioteca, una chiesa, un bar, una stanza d’ospedale
hanno oggetti, arredi, indicazioni, odori, colori che li contraddistinguono. E la stanza della
catechesi? Come si contraddistingue? Come far percepire che non si tratti di una classe di
scuola, o di una palestra, o di una sala-giochi? Perché è questo il punto! Come i bambini
e i ragazzi percepiscono quel luogo nell’entrarvi, che andrà poi a influenzare anche il loro
modo di porsi e disporsi all’incontro?
Se il bambino percepisce quell’ambiente come una classe scolastica, ma più permissiva
e dove non deve nemmeno temere di essere bocciato, sarà difficile poi pretendere da lui
attenzione e disciplina durante la ‘lezione’.
Purtroppo l’importanza dello spazio è spesso sottovalutata. Ritengo, invece, che il luogo
nel quale si realizzano i vari momenti dell’incontro catechetico sia essenziale nell’aiutare
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bambini e ragazzi a vivere e percepire in modo significativo e profondo il messaggio.
Gli elementi caratterizzanti questo luogo dovrebbero essere quelli più consoni nel
permettere l’incontro, la conoscenza, la contemplazione di Gesù. Non esiste un modello
unico al quale fare riferimento per preparare la sala della catechesi; ognuno dovrà
impegnarsi ad immaginare ed allestire questo spazio. Quelli che seguono sono solo dei
consigli e degli strumenti per aiutare i catechisti in questo importante compito, sempre
nell’ottica di vedere la stanza come uno spazio che nel corso dell’itinerario catechistico si
andrà a con-creare con gli stessi ragazzi.
UN LUOGO BELLO
Per prima cosa non possiamo parlare di Gesù, del suo messaggio di amore, in un ambiente
trascurato, sporco, disordinato. Sarà importante curarne l’aspetto e far in modo che
entrando possa comunicare che si tratta di un luogo ben diverso da altri (da una classe
di scuola, per intenderci). I colori delle pareti possono suggerire raccoglimento, ascolto,
serenità. Il pavimento potrebbe essere reso più morbido da un grande tappeto in modo
da permettere ai bambini di stare seduti a terra. Una bella luce sul soffitto, possibilmente
non una sorgente di luce fredda come quella dei neon. Inoltre la stanza potrebbe essere
ammobiliata con semplici mobili in legno, cuscini al posto di sedie, delle belle icone o
immagini sacre alle pareti, fiori,… Un luogo caldo e accogliente per trasmettere l’amore
che Dio ha per ognuno di loro e la Sua felicità nel poterli incontrare.
UN LUOGO CHE “SA” DI GESU’ IN TUTTI I SENSI!
Un luogo che “profumi d’infinito” . Un luogo, cioè, dove tutto mi parla di Gesù.
Tutti i sensi devono essere coinvolti, non solo la vista: il tatto, nel percepire un pavimento
non freddo e duro ma morbido e accogliente; l’olfatto nel sentire il profumo dell’incenso
lasciato bruciare nei momenti di preghiera; l’udito, sia nell’ascolto di melodie e canti, sia
nel silenzio che andrà preservato e custodito evitando rumori o disturbi esterni; il gusto,
non solo materiale ma soprattutto simbolico, nel nutrirsi della Parola, delle testimonianze,
dei racconti.
Prendendo spunto dalle quattro parole chiave che il Direttorio Generale della Catechesi
indica descrivendo i compiti fondamentali della catechesi, proviamo a vedere il luogo della
catechesi secondo le categorie del conoscere, del vivere, del celebrare e del contemplare
Gesù.
UN LUOGO PER CONOSCERE…
Conoscere la Storia della Salvezza, i protagonisti di questa avventura all’interno della quale
si fa luce la figura di Cristo e in cui va a collocarsi la storia di ognuno di noi. Pensiamo
a tutto ciò che possa aiutare in questa conoscenza, a riconoscere Gesù, la sua buona
novella: immagini di episodi biblici, i testi che compongono la Bibbia, la Bibbia, riproduzioni
di oggetti del tempo, cartine,… Sono tanti i simboli e le immagini che potrebbero arricchire
la nostra stanza, magari non tutti insieme, ma alcuni lì a disposizione per essere valorizzati
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nei momenti opportuni. Degli oggetti potrebbero essere stati realizzati dai catechisti, altri
invece fatti insieme ai bambini e ai ragazzi durante gli incontri.
Uno spazio specifico potrebbe essere lasciato per custodire la Parola, la Bibbia: un piccolo
leggio, o appoggiata su di un cuscino con una candela vicino da accendere durante
l’ascolto della Parola, di Gesù.
UN LUOGO PER VIVERE…
Vivere è fare esperienza, sperimentare pienamente l’incontro con Gesù. È importante
non solo attivare la parte cognitiva nel comprendere un avvenimento o un messaggio
evangelico, ma anche la componente fisica ed emozionale di chi abbiamo di fronte.
Stare seduto davanti ad un banco per un’ora difficilmente può aiutare a fare esperienza
di Gesù in modo profondo e coinvolgente. Se abbiamo a disposizione solo una stanza
e questa viene quasi per intero occupata da un grande tavolo… sarebbe meglio fare a
meno del tavolo! Sempre che non si disponga di altre sale per sperimentare altri momenti
dell’incontro, sia quelli di carattere più dinamico, sia quelli di tipo celebrativo. La stanza
dove si svolge l’incontro di catechesi, tuttavia, non va pensata come l’unico luogo dove
parlare di Cristo. Si può, ed è una pratica più che consigliabile, svolgere un incontro anche
al di fuori di quella stanza, vivendo in prima persona delle esperienze concrete di carità,
di ascolto di un testimone, di gioco, di scoperta e meraviglia di fronte alle bellezze del
creato, ecc.. Solo un esempio per sottolineare il ruolo del luogo nel vivere con intensità
e attenzione diversa un’esperienza: si consiglia di non incontrare un testimone, resosi
disponibile per raccontarsi ai ragazzi, nella stanza del catechismo, ma di andare a trovarlo
a casa sua. Può sembrare una differenza di poco conto, ma diverso è per i ragazzi sentirsi
in casa loro e accogliere una persona in uno spazio che dominano, dal sentirsi loro stessi
ospitati. Essere introdotti in uno spazio nuovo permette di accogliere ed ospitare i racconti
di vita di chi ci vive con maggior cura e rispetto.
UN LUOGO PER CONTEMPLARE…
Fissare il nostro sguardo su Gesù, scoprirlo dietro l’esperienza fatta o le persone
incontrate, richiede di sperimentare un momento suggestivo e profondo, di grande
intimità, per favorire un incontro a tu per Tu. Anche in questo caso non necessariamente
deve essere la stanza della catechesi il luogo prescelto dove far vivere questo momento.
Inoltre, più che preparare un luogo esteriore, qui è importante disporre un luogo interiore,
aiutare il ragazzo a trovare il volto di Gesù, a saper scorgerne i lineamenti dietro alle
immagini, i volti, i racconti, gli oggetti che hanno fatto parte di quella tappa del percorso
catechistico.
UN LUOGO PER CELEBRARE…
Pregare insieme, in modo raccolto, in un clima di profonda intimità spirituale tra le persone
e tra loro e Cristo, è un’esperienza che richiede una forte pre-disposizione. Si tratta
di un momento impegnativo, che qualsiasi disturbo o atteggiamento fuori luogo può
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disastrosamente rovinare.
Come aiutare bambini e ragazzi a comprendere l’importanza di ciò che si sta facendo?
Non tanto nello spiegarlo, ma nel far loro percepire (anche qui entrano in gioco tutti i
sensi) che si sta iniziando qualcosa di diverso, un’esperienza diversa dalla precedente che
ci chiede un’altra predisposizione d’animo. Conta, cioè, più ciò che meta-comunichiamo
che ciò che comunichiamo loro in modo esplicito. Se l’incontro si svolge stando seduti in
cerchio, si legge la Parola di Dio nella stessa disposizione, si discute sempre in cerchio e
si fa un momento di preghiera finale senza mai mutare posizione del corpo rispetto alla
stanza, non aiutiamo l’altro a percepire dei cambiamenti qualitativi. Non è importante
allora solo come disponiamo l’ambiente ma anche come ci disponiamo in esso, come lo
usiamo muovendoci al suo interno. Creare un angolo o una zona dedicata ai momenti di
preghiera e chiedere ai bambini di spostarsi tutti in quell’area, magari adornata da un bel
tappeto sul quale sedersi, da una candela da accendere e di fronte ad una bella immagine
sacra, comunica in modo chiaro all’altro, senza proferire parola, che si sta entrando in una
dimensione dell’incontro diversa, di altro spessore.
La stanza diviene così uno strumento che ci aiuta a ritualizzare i momenti che
compongono l’incontro. Occupare una parte specifica della stanza, ornata in modo diverso
così da aiutare i bambini a percepire e creare un particolare clima, diviene un rito di
passaggio tra un’attività e l’altra.
UNO SPAZIO DA CON-CREARE
La stanza della catechesi è un luogo da progettare, con-creare con gli altri catechisti,
affinché possa essere fruita e condivisa da tutti, e con gli stessi bambini e ragazzi che
l’arricchiranno di materiali e lavori da loro realizzati per fare memoria (tesoro), di quanto
vissuto: come nell’AT (es., Gn 28, 18) si usava fare memoria delle manifestazioni di Dio
ponendo delle pietre commemorative nel luogo dove queste avvenivano.
Il lavoro di progettazione dei catechisti è quello che in questo testo ci sta più a cuore.
Non si vuole tanto dare un modello di riferimento su come realizzare uno spazio per la
catechesi, perché l’atto creativo deve essere a immagine e somiglianza delle persone
che lo vivranno e lo useranno… non sarebbe più esperienza di con-creazione ma solo
d’imitazione di qualcosa di altri. Solo ciò che è creato viene immaginato, sognato, e
acquista valore e significato autentico, motiva e entusiasma a farne uso, sentendolo ogni
volta parte di un progetto più grande, condiviso.
Nel seguito del capitolo troverete così degli strumenti per accendere la vostra creatività e
immaginare, ideare, la vostra stanza della catechesi.
Esercizio. CONIUGARE LA STANZA
Con questo esercizio si forza la nostra mente a pensare ai singoli momenti di un incontro
di catechesi, adattando per ognuno di essi uno specifico spazio della stanza. E’ un
esercizio prima di tutto mentale, per uscire dai nostri schemi tradizionali, in grado però di
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darci interessanti spunti per immaginare il nostro ambiente della catechesi.
Tutto ciò che serve è trovarci all’interno di una stanza (non necessariamente quella che
usiamo per l’incontro), una risma di fogli di carta e dei pennarelli. Se si è in un gruppo di
almeno 8 persone ci si può dividere in quattro sottogruppi, assegnando ad ognuno uno
spazio da realizzare, altrimenti se si è di meno o da soli, si lavora prima su di uno spazio
poi su di un altro.
Gli spazi da realizzare sono:
CONOSCERE: lo spazio della Parola e delle parole, luogo dove si conserva la
Parola di Dio, ci si pone in ascolto di essa e in un ascolto reciproco
VIVERE: spazio dell’esperienza, dove trovo tutto quello che occorre per
rendere concreti i vari messaggi attraverso attività specifiche (manuali, ludiche,
artistiche,…).
CONTEMPLARE: dove rivolgere il nostro sguardo su quanto abbiamo
ascoltato e fatto, per riconoscervi il volto di Gesù; luogo di scambio, riflessione, verifica.
CELEBRARE: luogo dove incontrare e parlare faccia a faccia con Gesù; dove
presentare quanto abbiamo fatto e quanto desideriamo dirgli e chiedergli.
Nel realizzare questi spazi si utilizzeranno i fogli a disposizione: tutto ciò che si ritiene
necessario (un tappeto, un’icona, una candela, una sedia,…), va disegnato su di un foglio
per poi collocarlo nella stanza nel punto in cui desideriamo che sia.
Per ogni spazio è bene precisare la disposizione dei corpi dei bambini (la direzione
rispetto alla stanza e se si trovano seduti, in piedi o stesi), se si svolgono al loro interno
delle ritualità (es. accendere una candela, eseguire un canto,…), dei ruoli (coloro che si
occupano di portare dei fiori, di sistemarlo, di aprire la Bibbia,…).
F.A.Q. – FREQUENTLY ASKED QUESTIONS
Se abbiamo un’unica sala di catechismo per tutti i gruppi come possiamo adattarla ai
nostri specifici percorsi?
La stessa sala che usiamo per la catechesi è utilizzata durante la settimana anche per altre
attività, come fare?
Nella sala non si può attaccare nulla alle pareti, che fare?
Queste ed altre domande potrebbero essere poste reagendo a quanto scritto in questo
capitolo. La disponibilità di spazi varia da parrocchia a parrocchia e non sono pochi i casi in
cui questi sono limitatissimi e spesso condivisi con altre attività pastorali.
Non disperare e ricordarsi che disponiamo di quel grande dono che Dio ci ha fatto: la
creatività! Il pensiero creativo ci dimostra che spesso ciò che ci si pone come limite può
diventare una risorsa, una sfida per creare idee ancora più originali ed innovative.
Prendiamo in esame il problema di una parete su cui non si può attaccare nulla, perché
nuova o perché la stessa sala è usata per altri gruppi o servizi. Forziamo la nostra
mente con delle provocazioni: ‘i cartelloni stanno sospesi in aria’, oppure ‘la parete è un
cartellone’. ‘I cartelloni stanno sospesi in aria’ è una provocazione che deve spingerci ad
elaborare idee nuove, ad esempio, la possibilità di tirare dei fili di nylon ed appendere
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tutti i cartelloni realizzati, come stendere i panni, in modo da staccarli e riattaccarli ogni
volta che servono. ‘La parete è un cartellone’ ci suggerisce di far uso di un proiettore
e proiettare sulla parete immagini, canti, mappe e tutto ciò che ci può tornare utile far
vedere ai bambini. Anche qui non si vogliono dare soluzioni, ma proporre strategie per
la loro individuazione. Se si fa uso di provocazioni, fate in modo che siano ‘irragionevoli’,
come quelle usate negli esempio precedenti: solo in questo modo aiuteremo la nostra
mente ad uscire dai binari su cui viaggia normalmente il nostro pensiero e che, di fronte
ad un limite che ostruisce il percorso, gli impediscono di variare traiettoria per giungere a
destinazione.
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