Dark Skies - Le recensioni di Paolo

Transcript

Dark Skies - Le recensioni di Paolo
Dark Skies
Due autori di X-files chiacchierano tra loro riguardo l’irrequietezza dei rispettivi ragazzini, e
sulle più efficaci tattiche da utilizzare per tenerli a freno:
- Sai che l’altro giorno ho detto a mio figlio che se non stava buono sarebbe venuto
qualcuno di molto cattivo a portarlo via?
- Ah! E lui cosa ha risposto ?
- Mi ha chiesto: “Chi tra questi, papà?” mostrandomi tutte le figurine della sua collezione.
Ha Freddy Krueger, l’uomo lupo, Samara, Pennywise, e chissà quanti altri. Non lo
spaventa più nessuno!
- E’ perché devi trovare dei cattivi nuovi! Che ne diresti degli alieni malvagi che rapiscono
i bambini ?
- Forte ! Ci facciamo su una puntata con Mulder e Scully ?
- Ma no! Può uscirci addirittura un intero film. Senti un po’ che storia…
Una classica famigliola USA middle-class rovinata economicamente dalla crisi vive in una bella
villetta a due piani, decisamente al di sopra delle loro possibilità.
Il padre, architetto, ha perso il lavoro. Si trascina tra colloqui inconcludenti, non dorme la notte
pensando ai debiti, e mente alla moglie riguardo la gravità della loro situazione.
La moglie fa l’agente immobiliare, ma il suo stipendio non è sufficiente per mantenere casa e
tenore di vita. Con la prospettiva di perdere tutto, i nervi sono tesi: l’atmosfera in casa è
tutt’altro che rilassata, e a farne le spese sono inevitabilmente i due ragazzini di 12 e 8 anni,
che sono introversi, ombrosi e complessati. Ci vorrebbe Tata Lucia.
Come se non bastassero in famiglia i guai finanziari, iniziano a manifestarsi i classici fenomeni
da “casa infestata”. Si inizia dal repertorio classico: strani rumori notturni, oggetti che
scompaiono inspiegabilmente, ombre che si intravedono muoversi nel buio ma che scompaiono
accendendo la luce.
Ci si aspetta che prosegua con i fantasmi che escono dal televisore, invece compaiono le forme
geometriche dei cerchi nel grano (vedi “Signs” con Mel Gibson) fino ad arrivare all’apparizione
in cucina di un’incredibile e complicatissima costruzione meccanica fatta con le stoviglie (vedi
anche il diorama costruito con i libri nella stanza da letto di Lilo da Stich, anche lui
effettivamente un alieno).
A questo punto i genitori iniziano a spaventarsi e fanno installare in casa un sistema di allarme
degno di una banca, completo di sistema televisivo a circuito chiuso. Dove avranno trovato i
soldi se stavano sul lastrico ? Mah..
Ad ogni modo, il sistema di allarme non serve ad una cippa: ogni notte qualcuno entra in casa,
ma lo fa senza aprire le porte e lasciando sulle riprese televisive solo scariche e disturbi.
La spiegazione sostenuta dai poliziotti di quartiere, nonché dal tecnico del sistema d’allarme, è
che nessuno veramente entri in casa: l’allarme non scatta perché le porte non vengono
davvero aperte. A spostare gli oggetti e tutto il resto sarebbe uno dei figli che soffre di
sonnambulismo.
La cosa potrebbe anche starci, e in effetti tutti in famiglia soffrono di “assenze”: periodi di
vuoto mentale in cui il cervello si spegne, e quando riprende conoscenza si scopre che sono
passate due ore. Praticamente la stessa cosa che avviene a chiunque guardi una puntata di
“Uomini e donne” di Maria de Filippi.
Peraltro, il bambino più piccolo imbratta decine di fogli A4 con disegni zeppi di figure
inquietanti in piedi intorno al suo letto e a tutta la casa. Il ragazzino è così depresso per la
situazione familiare che non ci sarebbe da stupirsi se facesse anche di peggio, tipo prendere in
mano un coltellaccio ed emulare Michael Myers.
Succede però che un centinaio di uccelli decidono di suicidarsi tutti insieme come i lemming,
andandosi a schiantare sulla casa degli sfigatissimi protagonisti.
Qui il sonnambulismo non c’entra nulla, nessuno ha risposte. Peraltro tutti gli amici ed i vicini
del quartiere, seguendo un curioso (ma rassicurante) processo mentale, per cui se a qualcuno
succede qualcosa di strano ed inspiegabile è di sicuro tutta colpa sua, li considerano ormai dei
pericolosi sociopatici da cui prendere le distanze.
Così i protagonisti, isolati da tutti, decidono di cercare aiuto nell’unico posto in cui tutte le
risposte e le soluzioni vengono rivelate: su Google.
Dopo una breve (?) navigazione, arrivano su un sito (che probabilmente è
“www.kazzenger.com”) dove si sostiene che segni geometrici, assenze mentali, attacchi
kamikaze di uccelli e disegni inquietanti di ragazzini avvengono insieme soltanto se ci sono di
mezzo gli alieni “grigi” di X-files, ovvero esattamente quelli che hanno rapito Samantha, la
sorella di Fox Mulder.
In maniera alquanto implausibile, l’autore del sito (che è lo stesso tizio che interpretava
J.J.Jameson in “Spiderman”) lascia anche il suo indirizzo di casa per chi vuole saperne di più.
Immaginate Giacobbo che fa lo stesso ?
I due protagonisti naturalmente lo vanno a trovare per chiedergli aiuto. Qui Jameson mette
subito in chiaro che:
a) Sono cazzi loro, e anche molto amari.
b) Nessuno, e tantomeno lui, li può aiutare.
c) Inutile rivolgersi alle forze dell’ordine, perché sono collusi (non si fa esplicito riferimento
a “l’uomo che fuma”, ma è chiaro che la cospirazione tra il governo e gli alieni è la
stessa presente in “X-files”).
La verità è che da decenni la Terra è stata invasa dagli omini grigi. Il governo nasconde la cosa
per proprie convenienze segrete. Gli alieni trattano l’ignara popolazione terrestre come cavie di
laboratorio, sottoponendo le persone a continuo monitoraggio e saltuari esperimenti.
Il monitoraggio avviene tramite la solita microtrasmittente impiantata sotto la pelle (anche i
protagonisti se ne scoprono addosso una), mentre gli esperimenti riguardano principalmente il
controllo mentale, che viene percepito dal soggetto coinvolto come “assenza temporale”.
Gli scopi degli alieni sono del tutto oscuri, ma dopo anni di osservazioni e ricerche, almeno la
procedura sembra chiara: attenzioni così intense da parte degli alieni verso una particolare
famiglia significa che uno dei componenti sta per essere rapito, per non fare mai più ritorno.
Come dimostrazione, Jameson mostra ai protagonisti una intera parete tappezzata di articoli di
giornale relativi a fenomeni analoghi a quelli avvenuti a casa loro, seguiti inevitabilmente da
una misteriosa sparizione.
I protagonisti, alla disperazione, chiedono a Jameson come possono difendersi.
L’alienologo gli risponde che è esattamente come chi vuole svaligiarvi la casa: non c’è modo di
evitarlo. L’unica cosa da fare è rendergli più difficile l’impresa, in modo che la reputino troppo
faticosa e vadano invece a svaligiare la casa del vicino.
Ad esempio, agli alieni non piacciono i grossi cani che ringhiano ed abbaiano tutta la notte (c’è
qualcuno a cui piacciono ?), odiano le porte sprangate con chiodi ed assi di legno (anche se
possono agevolmente passare attraverso i muri senza fare scattare gli allarmi) ed infine (come
ogni mostro o serial killer che si rispetti) sono restii ad attaccare gruppi compatti di persone, e
prediligono individui isolati (meglio se giovani donne poco vestite) che si addentrano da sole in
solai o cantine buie.
Forti di queste nuove ed inedite consapevolezze, i protagonisti passano prima dal canile
municipale e si fanno dare Cujo, poi ritornano alla villetta.
Inutile chiedere l’aiuto di amici o vicini di casa: ognuno per sé. Peraltro l’obiettivo anche
dichiarato non è di sconfiggere gli alieni, bensì fare in modo che perseguitino qualcun altro.
Dunque il tempo per mandare affanculo gli stupiti dirimpettai, e si inizia a barricare la villetta,
inchiodando assi di legno a tutte le finestre e gli ingressi.
Arriva la notte, e i quattro sfigati protagonisti (più il cane) si ritrovano asserragliati in cucina
armati di doppietta e coltellacci. Come era presumibile, il pericolo incombente li ha fatto
superare i dissapori (moglie contro marito, padre contro figlio adolescente) e resi più coesi
come famiglia.
Non c’è però il tempo di rallegrarsene, perché da tutti gli ingressi sprangati penetra la solita
luce bianca accecante (la stessa vista durante il rapimento della sorella di Mulder). I chiodi
escono da soli dal legno, dal tetto e dalla cantina si avvertono (in mezzo agli ululati del
cagnaccio) rumori di effrazione, ombre si muovono dappertutto.
A questo punto, la situazione si fa confusa: gli alieni utilizzano il controllo mentale per
confondere i protagonisti ed anche gli spettatori. Senza troppe spiegazioni il cane scompare. Si
vedono i quattro protagonisti vivere delle vicende oniriche, il cui scopo si immagina sia
separare il gruppo troppo coeso.
La cosa riesce. Scompaiono all’improvviso: la luce accecante, tutti gli alieni (intravisti solo di
sfuggita), la poca logica rimasta nel film, e il ragazzino più grande.
Le scene finali vedono i superstiti della famiglia indaffarati in un trasloco (alla fine hanno perso
la casa? Non sono riusciti a pagare i debiti ed Equitalia li ha sfrattati?).
In mezzo alle cose del figlio scomparso escono fuori dei vecchissimi disegni fatti da bambino,
assolutamente identici a quelli del fratello più piccolo (con le figure inquietanti intorno al letto
che lo spiavano).
Si intuisce che gli alieni monitoravano la famiglia da oltre 10 anni, forse addirittura dal prima
del concepimento: altro che Grande Fratello!
Da un walkie-talkie acceso, in mezzo al fruscio del rumore di fondo si sente lontanissima la
voce del ragazzino scomparso che grida aiuto.
Titoli di coda.
Ce n’è da terrorizzare e tener buona una nuova generazione di ragazzini… almeno fino al
prossimo mostro.
(by Paolo)