Sangro-Aventino Soc. Cons. a r.l. Servizi innovativi a supporto del
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Sangro-Aventino Soc. Cons. a r.l. Servizi innovativi a supporto del
Sangro-Aventino Soc. Cons. a r.l. Servizi innovativi a supporto del miglioramento dell’ambiente Progetto di intervento e stato di attuazione Solo una comunità consapevole e informata può riconoscere il diritto delle generazioni future ad usufruire di un ambiente di qualità senza essere chiamata a pagare il prezzo dell’uso indiscriminato delle risorse da parte di chi le ha precedute. Comitato di Pilotaggio 19 Aprile 2007 Visto e approvato dal coordinatore tecnico 1. Premessa 2. Le tappe del progetto e la metodologia di lavoro ....................................................3 2.1 3 Metodo Project Cycle Management (PCM) 3 3 Il quadro strategico..........................................................................................................5 3.1 Analisi dei problemi........................................................................................................................................5 3.2 Obiettivi, macrofasi e attività..........................................................................................................................5 Obiettivo generale................................................................................................................................................5 3.3 Macrofasi e avanzamento attività (al 15 aprile 2007)....................................................................................6 Macrofase 1: Informazione e sensibilizzazione 6 Macrofase 2: Sensibilizzazione delle imprese sulle tematiche ambientali 7 Macrofase 3: Creazione di una rete territoriale degli attori locali responsabili delle varie azioni attraverso la costituzione di un laboratorio territoriale (tavolo permanente) 7 Macrofase 4: Funzioni innovative di valutazione della sostenibilità per il territorio 10 4. Modalità organizzative della Partnership....................................................................16 4.1 Rete degli organismi locali interessati .................................................Errore. Il segnalibro non è definito. 4.2 Mainstreaming orizzontale e verticale .........................................................................................................16 5 Costi e copertura finanziaria.........................................................................................17 Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 2 1. Premessa La sostenibilità ambientale dello sviluppo è assunta come principio fondante della nuova programmazione del comprensorio, che si riverbera quindi in tutti gli ambiti di intervento. Seguendo il modello multidisciplinare messo a punto dal progetto “Qualità d’area”, è stata focalizzata l’attenzione su quelle aree e su quei settori ove risulta essere maggiore la necessità di acquisire ulteriori conoscenze per una efficiente gestione del territorio e per una migliore qualità della vita. Inoltre, anche il Progetto Monitoraggio campi elettromagnetici e itinerari naturalistici è ormai in fase di conclusione da parte del Parco Scientifico e Tecnologico. Il CdA della soc. cons. Sangro-Aventino a r.l., nella seduta del 30 gennaio 2006, ha deliberato di supportare la realizzazione del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del Comprensorio Sangro-Aventino anche tramite attività di animazione e definire e sperimentare servizi innovativi di supporto per gli enti e, se richiesti, anche per le imprese, nell’ottica generale di miglioramento del contesto territoriale compreso anche attività previste da AGENDA 21. L’Assemblea del Partenariato di progetto del 19 maggio 2006, sulla base dei risultati di un lavoro di analisi partecipativa svolto nel periodo Marzo-Aprile 2006 con tutti gli stakeholder di riferimento per quanto riguarda i temi ambientali, ha approvato il programma esecutivo delle attività. 2. Le tappe del progetto e la metodologia di lavoro Nel mese di marzo 2006 la Soc. Cons. Sangro-Aventino a r.l. ha organizzato tre incontri con il partenariato per la definizione di un progetto di intervento attraverso un percorso progettuale da svolgersi utilizzando metodologia PCM codificata anche nelle procedure inserite nella certificazione Vision 2000; la fase di progettazione può essere così sintetizzata: 17 marzo ‘06 Avviamento, organizzazione del partenariato e diagnosi locale (diagnosi del contesto locale; individuazione dei problemi/opportunità; individuazione di possibili servizi innovativi per la sostenibilità); Definizione della strategia di intervento (definizione coerente con la diagnosi effettuata di: obiettivi generali e obiettivi specifici; definizione dei servizi; risultati attesi; priorità di intervento; cronogramma delle attività; budget); Definizione progetto di intervento; Prima assemblea del Partenariato di Progetto, approvazione del regolamento di funzionamento e del programma esecutivo delle attività, istituzione del Comitato di Pilotaggio. 21 marzo ‘06 20 aprile ‘06 19 maggio ’06 2.1 Metodo Project Cycle Management (PCM) 1 L’approccio PCM prevede l’utilizzo di vari concetti e strumenti per garantire qualità nelle diverse fasi del ciclo di vita di un progetto (ideazione, progettazione esecutiva, realizzazione, valutazione). In fase di ideazione, l’approccio PCM prevede l’uso della metodologia Goal Oriented Project Planning (GOPP), oggetto di questa Guida. Questa metodologia: si basa sull’analisi dei problemi, da cui poi scaturisce la logica dell’intervento; si fonda sulla relazione di causa-effetto tra i problemi e quindi tra gli obiettivi; si ispira alla “programmazione per obiettivi”, secondo la quale è opportuno stabilire prima gli obiettivi (intesi come benefici duraturi per i beneficiari dell’intervento) e identificare solo dopo le attività da realizzare per il loro raggiungimento; non è una procedura da seguire “a tavolino”; essa è veramente utile se si coinvolgono nella fase di progettazione i soggetti che a livello locale sono interessati ai problemi individuati (primi fra tutti i beneficiari cui il progetto è rivolto). Le diverse fasi della metodologia di progettazione sono: 1 European Commission, March 2002, Project Cycle Management – Handbook, Brussels. Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 3 1. Analisi del contesto ♦ analisi dei problemi ♦ analisi degli obiettivi ♦ identificazione degli ambiti d’intervento 2. Definizione dei livelli del Quadro Logico in progetti rivolti a beneficiari finali e a beneficiari intermedi ♦ scelta degli ambiti d’intervento ♦ definizione del progetto di massima con il Quadro Logico LOGICA DI INTERVENTO Progetto rivolto a beneficiari finali Obiettivi Generali Scopo del progetto Impatto del modello innovativo sperimentato sulle strutture e i sistemi Miglioramento della condizione sociale o lavorativa dei beneficiari finali Risultati Ciò che i beneficiari finali saranno in grado di sapere, fare, o essere grazie alle attività del progetto Attività Le azioni realizzate per raggiungere i risultati previsti Logica di intervento Obiettivi Generali Rappresentano i miglioramenti e i cambiamenti di cui le strutture, i sistemi e gli operatori potranno giovarsi grazie alla riuscita e alla diffusione del modello innovativo proposto. Scopo del progetto (anche definito obiettivo specifico) Definisce il miglioramento della vita dei beneficiari finali o di un aspetto importante della loro vita. Di norma esso è la trasposizione in positivo del problema di discriminazione alla base del progetto. È consigliabile identificare con precisione uno o due al massimo di questi miglioramenti dal momento che è difficile che progetti, sebbene complessi, producano più di uno o due effettivi miglioramenti. Questo miglioramento, che riguarderà la condizione sociale o lavorativa dei beneficiari, è il vero “banco di prova” della riuscita del progetto. In questo senso è importante che il progetto prenda in considerazione, già nella fase di ideazione, tutti quegli elementi che possono favorire la durata nel tempo di questo beneficio. Molto spesso infatti, il miglioramento ottenuto viene meno dopo un certo periodo proprio perché non si è tenuto conto di fattori importanti quali la capacità imprenditoriale dei beneficiari stessi o la mentalità degli altri attori sociali, ecc.. Questo aspetto della durata nel tempo del beneficio è ciò che nell’approccio PCM si chiama sostenibilità. Risultati attesi (anche definiti obiettivi) Definiscono cosa i beneficiari finali saranno in grado di sapere, fare, o essere grazie alle attività del progetto. I risultati non si riferiscono alle infrastrutture realizzate ma ai servizi offerti nell’ambito di tali infrastrutture. Attività Sono le azioni che saranno realizzate nell’ambito del progetto per raggiungere i risultati previsti. In sintesi, le attività conducono ai risultati, che a loro volta portano allo scopo del progetto, e lo scopo del progetto contribuisce a raggiungere gli obiettivi generali. Monitoraggio e valutazione Indicatori di monitoraggio Revisioni/valutazioni Nel caso di progetti rivolti a beneficiari intermedi (operatori delle strutture, ecc.) il significato dei quattro livelli della logica di intervento è leggermente diverso. Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 4 3 Il quadro strategico 3.1 Analisi dei problemi Dalle sessioni di analisi realizzate attraverso la metodologia PCM, partendo da macro problemi/domande concernenti le tematiche ambientali, sono stati identificati problemi specifici approfondendo le relazioni di causa/effetto. Sono emersi i seguenti problemi condivisi riguardanti: Domanda/problema: La Comunità Locale è “consapevole e informata”? • I cittadini non sono sufficientemente informati sulle tematiche ambientali (aria, acqua, rifiuti, rumore, ambiente naturale) • I cittadini percepiscono le problematiche ambientali ma non ne sono consapevoli (governare il “rischio percepito”) • Le amministrazioni locali sono poco consapevoli sulla possibilità di utilizzare la leva tributi/tariffe per facilitare la sensibilizzazione dei cittadini (premiare i comportamenti sostenibili) • Insufficiente conoscenza tecnico-legale e procedurale degli amministratori e tecnici sulle tematiche ambientali (p.es. nel rilascio di autorizzazioni, pareri, etc.) • Per le risorse acqua e rifiuti gli amministratori e le comunità locali sono poco informati/sensibilizzati ed educati sulle problematiche • I dati prodotti dagli Enti sono poco diffusi e gli Enti hanno difficoltà a conoscere i dati prodotti dagli altri • Scarsa efficacia della informazione/sensibilizzazione rivolta ai cittadini • Manca un’azione integrata di comunicazione Domanda/problema: Qual è il grado di conoscenza e sensibilità delle imprese nei confronti delle tematiche ambientali? • Non adeguata conoscenza e sensibilità delle imprese in tematiche ambientali • Non adeguata “evoluzione culturale” indispensabile per attivare processi eco-compatibili • Alcune imprese, pur essendo interessate, ritengono di non poter affrontare i costi finanziari per l’adeguamento ambientale • Difficoltà di accesso alle informazioni da parte delle piccole imprese • Le piccole imprese sono poco informate sui vantaggi competitivi (marketing, immagine, organizzazione del lavoro etc.) offerti dall’adozione di processi eco-compatibili Domanda/problema: Esiste un reale collegamento fra gli attori locali sui temi ambientali? • Manca una rete territoriale • E’ carente la gestione coordinata dei dati relativi ai vari comparti (acqua, rifiuti,ecc.); salvo il primo livello di sistema informativo geo-referenziato ( su base cartografica catastale) realizzato con i progetti di qualità d’area e la possibilità di incrociare anche i dati disponibili del catalogo delle aree del SUAP e altri dati territoriali • Gli Enti non sempre valorizzano le loro competenze e i “buoni esempi” di sostenibilità (Comuni, Provincia, Enti etc.) già attivati • Manca un’azione di raccordo programmatico tra i diversi attori in termini di cooperazione operativa • Non è esistita una concreta volontà di collaborazione tra i vari attori responsabili Domanda/problema: E’ possibile identificare e utilizzare indicatori economici di sostenibilità? • • Non sono conosciute applicazioni sul territorio Sangro-Aventino di indicatori socio/economici/ambientale di valutazione della sostenibilità; Non sono sufficientemente evidenziati i potenziali vantaggi dell’adozione di comportamenti sostenibili non solo nel sistema produttivo ma anche nelle attività degli Enti. 3.2 Obiettivi, macrofasi e attività Obiettivo generale L’obiettivo generale è il conseguimento della sostenibilità ambientale dello sviluppo, attraverso la messa a punto di azioni basate sulla minimizzazione dei costi ambientali e sulla massimizzazione dei benefici socioeconomici prodotti da qualsiasi intervento da effettuarsi nell’area. La Soc. Cons. Sangro Aventino a r.l. Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 5 persegue tali obiettivi sin dall’inizio del progetto di “Qualità d’Area”, e sin dalla sua costituzione adotta una politica di condivisione e concertazione con il territorio. Queste sono le premesse e i punti fondatori del Processo di “Agenda 21 Locale” (A21L), ovvero “le azioni poste in essere nel XXI secolo di misurazione, analisi e verifiche dello stato dell’ambiente locale e di elaborazione di piani a lungo termine per uno sviluppo durevole e sostenibile che coinvolge tutte le più progredite realtà locali, nazionali ed internazionali con le quali un territorio può confrontarsi e magari competere” (Fonte). Ci si propone pertanto di avviare un processo di Agenda 21 Locale del Comprensorio Sangro Aventino, che porterà ad una finalizzazione più efficace del lavoro finora svolto e da svolgere, con la possibilità di ottenere sostegno dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Abruzzo. L’avvio del processo di Agenda 21 Locale del Sangro Aventino prevede di: 1) Sensibilizzare la collettività verso la cultura della sostenibilità creando una coscienza ambientale; 2) Supportare l’implementazione del processo di Agenda 21 Locale; 3) Redigere il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (RSA); 4) Definire e attivare “servizi per la sostenibilità” innovativi per Enti Locali, imprese e collettività; 5) Indirizzare le scelte degli Enti Locali e delle attività imprenditoriali verso processi e progetti sostenibili. E’ indispensabile, quindi, la partecipazione delle varie componenti presenti, chiamate tutte a dare il loro consenso e contributo a qualsiasi livello, secondo il modello bottom-up. Solo una comunità consapevole e informata può riconoscere il diritto delle generazioni future ad usufruire di un ambiente di qualità senza essere chiamata a pagare il prezzo dell’uso indiscriminato delle risorse da parte di chi le ha precedute. Il programma descritto potrebbe inoltre dare vita a una evoluzione del protocollo classico di A21L, con lo sviluppo di un nuovo modello di politica ambientale che coniughi le esigenze tecniche e le dinamiche d’intervento sul territorio da parte degli attori locali con il necessario confronto con la comunità locale. 3.3 Macrofasi e avanzamento attività (al 15 aprile 2007) Macrofase 1: Informazione e sensibilizzazione Azione 1: Informazione e sensibilizzazione dei cittadini Attività: Realizzare un piano di comunicazione integrato orientato a diversi target: Cittadini, famiglie, Scuole (alunni, docenti) Azione 2: Informazione e sensibilizzazione degli amministratori Attività: Attività di aggiornamento (workshop) Affiancamento/supporto specialistico tecnico Metodologia: Redazione e implementazione congiunta di un piano di comunicazione gestito in modo integrato e partecipato anche con il supporto dei Centri di Educazione Ambientale regionali (CEA); Organizzazione workshop tematici e corsi di formazione e affiancamento per gli Amministratori. Risultati attesi: N. di cittadini/famiglie raggiunti N. di scuole/docenti/alunni raggiunti N. di amministratori aggiornati/affiancati Stato di avanzamento e prossime attività In occasione dei Forum tematici di Agenda 21 Locale organizzati presso Comuni e Comunità montane è stata fatta un’azione di informazione e sensibilizzazione rivolta direttamente agli amministratori su tematiche ambientali specifiche (come da piano di comunicazione del 19 maggio 2006). Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 6 Macrofase 2: Sensibilizzazione delle imprese sulle tematiche ambientali Azione 2.1 Introduzione e implementazione di metodologie e tecniche di Total environmental quality management Attività: Formazione/aggiornamento sul total environmental quality management Stato di avanzamento e prossime attività A settembre 2006 è stata stipulata una Convenzione di tirocinio e orientamento con la Facoltà di Economia dell’Università di Cheti al fine di predisporre un’azione innovativa indirizzata alla rilevazione della caratterizzazione quali-quantitativa dei rifiuti prodotti di un campione di aziende della Val di Sangro con successiva analisi del ciclo di vita dei prodotti (LCA) con l’obiettivo di elaborare un piano di riutilizzo (costi/benefici) della materia “seconda” con eventuale opportunità di business. Azione 2.2 Modellizzazione e sperimentazione di sportelli informativi Attività: Definizione del modello di sportello Sperimentazione di sportelli gestiti dagli Enti e Associazioni di affiancamento/supporto in tema legislativo/procedurale Supporto legislativo/procedurale su gestione emissioni gassose in atmosfera, rifiuti solidi e liquidi, trattamenti; Metodologia: Corso di formazione/aggiornamento rivolto al personale delle imprese (da definire con la Facoltà di Economia – Pescara) Attivazione sportelli per le imprese con una sezione dedicata del portale web (Associazioni di categoria, ASI, ASL, ecc.) Risultati attesi: N. di ore di formazione N. di persone formate/aggiornate N. di sportelli attivati N. di richieste presentate agli sportelli Stato di avanzamento e prossime attività Per questa azione non si registrano avanzamenti poiché risulta necessario un avanzamento dei risultati delle azioni 2.1 3.2. Pertanto, si prevede l’attivazione di sportelli informativi con attività di aggiornamento/affiancamento (soprattutto sulle tematiche dei rifiuti) per settembre 2007. Macrofase 3: Creazione di una rete territoriale degli attori locali responsabili delle varie azioni attraverso la costituzione di un laboratorio territoriale (tavolo permanente) Azione 3.1 Implementazione e sviluppo del SIT ambiente Attività: Gestione coordinata delle informazioni attraverso l’implementazione e lo sviluppo di un Sistema Informativo Territoriale dedicato all’ambiente (raccolta di tutti i dati esistenti) integrato con il SIT redatto dall’Associazione tra Enti Locali del Sangro Aventino; L’attività prevede la creazione di banche dati di monitoraggi (p.es. emissioni in atmosfera, rifiuti etc.) integrandoli con i dati provenienti dall’archivio degli altri Enti e soggetti che hanno competenza sulle tematiche di riferimento. Inoltre, si prevede di implementare/aggiornare la banca dati cartografica già a disposizione e geo-riferita attraverso l’acquisizione di nuove cartografie vettoriali e raster. La banca dati cosi implementata sarà messa a disposizione degli Enti e soggetti coinvolti nelle attività. Stato di avanzamento Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 7 È in fase di realizzazione il SIT dedicato al censimento e alla distribuzione dei punti raccolta dei RSU (isole ecologiche e cassonetti) sul territorio del Sangro-Aventino. In stretta collaborazione con i Comuni, sono stati posizionati sulla cartografia georeferenziata i punti e la tipologia (tipo, volumetria ecc.). Sono stati al momento inseriti nel SIT tutti i punti di raccolta di 33 Comuni; sono in via di acquisizione i dati relativi ai 13 comuni mancanti. Comuni censiti Comuni mancanti Altino Atessa Archi Borrello Bomba Civitella Messer Raimondo Casoli Gessopalena Castel Frentano Lanciano Civitaluparella Montebello sul Sangro Colledimacine Palena Colledimezzo Palombaro Fallo Pizzoferrato Fara San Martino Torino di Sangro Fossacesia Tornareccio Frisa Villa Santa Maria Gamberale Lama dei Peligni Lettopalena Monteferrante Montelapiano Montenerodomo Mozzagrogna Paglieta Pennadomo Perano Pietraferrazzana Quadri Rocca San Giovanni Roccascalegna Roio del Sangro Rosello Santa Maria Imbaro Sant’Eusanio del Sangro San Vito Chietino Taranta Peligna Torricella Peligna Treglio Azione 3.2 Supporto alla sperimentazione di servizi specifici sulla base del SIT ambiente e animazione Attività: Definizione del modello e sperimentazione di servizi specifici nei singoli comparti (p.es. LCA su una filiera produttiva) utilizzando il SIT ambiente e attività di animazione. Nell’ambito della gestione dei rifiuti, ed in particolare per quanto riguarda la raccolta differenziata, si propone la definizione di modelli e sperimentazione di servizi adatti alle varie realtà e attività territoriali: centri urbani, zone industriali, servizi di ristorazione, agricoltura, ecc. Tali modelli devono comunque tener conto sia delle infrastrutture disponibili sia dei bisogni attualmente presenti che il territorio non è in grado di soddisfare, non necessariamente nel senso dello smaltimento, ma anche del recupero energetico dai rifiuti. Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 8 Rifiuti organici (umido da civili abitazioni e dalla ristorazione, sfalci e scarti verdi dell’agricoltura), rifiuti riciclabili (vetro, carta, plastica, alluminio), materiali legnosi (potature, scarti industriali), dovrebbero essere gestiti in modo uniforme e coordinato sul territorio, rispondendo pienamente alle esigenze delle comunità e delle imprese. Anche per le risorse idriche sarebbe auspicabile l’adozione di modelli gestionali che consentano da una parte l’uso responsabile dell’acqua potabile, dall’altra la tutela dei corsi d’acqua e del litorale mediante l’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione. Nel primo caso, è opportuno fare ricorso a sistemi che riducono o impediscono il consumo di acqua potabile, soprattutto nel periodo estivo, per usi che richiedono una “materia prima” meno nobile. Ad esempio, per alcuni usi domestici (wc, lavatrice, lavaggio auto e pavimenti, ecc) è possibile utilizzare l’acqua piovana (acque grigie), mentre per gli usi irrigui, di igiene stradale e impianti antincendio è possibile fare ricorso alle acque reflue dei depuratori civili, purché di idonea qualità (DM 185/03). Anche l’utilizzo di acqua per scopi energetici è migliorabile, in quanto il deflusso idrico nei fiumi risulta attualmente insoddisfacente e l’alternanza giornaliera di regimi idrologici di piena e di magra sta producendo fenomeni di erosione allarmanti. Per quanto attiene la depurazione, si potrebbe migliorare notevolmente la qualità degli effluenti realizzando impianti di fitodepurazione, inesistenti nel nostro territorio, che sfruttano meccanismi prettamente biologici per abbattere la concentrazione di inquinanti nei reflui, senza ulteriori costi di gestione. Il territorio del Sangro Aventino possiede un capitale naturale enorme, che potrebbe essere maggiormente valorizzato per incrementare lo sviluppo socioeconomico dei settori strettamente connessi (turismo, agricoltura e prodotti tipici, gestione aree protette, caccia e pesca sportiva, tempo libero). Il nostro territorio necessita di una rete di infrastrutture ambientali, che incrementi la visibilità e la fruibilità delle aree di pregio naturalistico (oasi e riserve, SIC, corridoi fluviali, biotopi, agroecosistemi), uniformandone gli aspetti gestionali (servizi al turismo, marketing, educazione ambientale) e di pianificazione (piani di assetto naturalistico, piani di gestione dei SIC). A tale riguardo, sarebbe auspicabile la realizzazione di un Ambientario del Sangro Aventino, ovvero un repertorio degli elementi di pregio ambientale del territorio corredato di un catalogo degli interventi finora realizzati e del “quaderno delle opere”, come si definisce l’insieme degli interventi strategici ancora da realizzare. Il rumore viene individuato oggi come una delle più rilevanti cause del peggioramento della qualità della vita ed è ormai riconosciuto come uno dei principali problemi ambientali; pur essendo talora ritenuto meno rilevante rispetto ad altre forme di inquinamento come l’inquinamento atmosferico o delle acque, il rumore suscita sempre più reazioni negative nella popolazione esposta. Nel territorio del Sangro-Aventino si riscontra la presenza di inquinamento acustico prevalentemente nelle aree industriali, là dove gli insediamenti produttivi sono sorti nelle immediate vicinanze delle abitazioni, o viceversa si è data la possibilità di costruire abitazioni nelle immediate vicinanze delle industrie, senza un’opportuna pianificazione urbanistica. Per ridurre o eliminare le cause di inquinamento acustico, è necessario predisporre un piano di zonizzazione acustica del territorio, che consiste nella pianificazione e nella realizzazione di una campagna di misure fonometriche per la conoscenza dello stato e della localizzazione dell’inquinamento acustico esistente. L’elaborazione dei risultati permetterà la predisposizione di un piano per il disinquinamento acustico, che potrà essere utilizzato anche per la razionalizzazione del traffico in aree industriali e urbane. Altro tema importante è quello legato all’energia soprattutto inteso come uso consapevole di tale risorsa sia da parte dei cittadini che delle imprese. A questo riguardo, anche nell’ottica di contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, si possono mettere in atto azioni di studio, promozione ed interventi in materia di risparmio energetico ed in particolare sull'uso razionale dell'energia attraverso fonti rinnovabili, anche sensibilizzando e informando sulla riduzione del consumo e incoraggiando, soprattutto tra le imprese, l’adozione di tecnologie avanzate, l’efficienza produttiva e l’utilizzo di fonti rinnovabili. Stato di avanzamento e prossime attività Nell’ambito della gestione dei rifiuti, in accordo con i partner, si vuole introdurre un sistema integrato di raccolta differenziata su tutto il territorio. Prima di realizzare un servizio di questo tipo, è stata avviata un’indagine, in collaborazione con il Consorzio Mario Negri Sud, per valutare la situazione della quantità e la qualità dei rifiuti urbani prodotti dai comuni dell’area. L’obiettivo è di programmare ed ottimizzare l’organizzazione della gestione del differenziato attraverso lo svolgimento delle seguenti attività: 1. La realizzazione di un SIT della struttura del sistema attuale di gestione di raccolta dei rifiuti solidi urbani (distribuzione sul territorio delle isole ecologiche e dei punti di raccolta per i singoli comuni). 2. Un’analisi merceologica dei rifiuti solidi urbani mediante metodo delle quartature, su unità campione (comuni) rappresentativi dell’intero territorio scelti, cioè, sulla base di analisi statistiche. Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 9 3. Un’analisi merceologica del secco residuo mediante metodo delle quartature, per quei comuni che già praticano la raccolta differenziata, al fine di valutare l’efficienza della stessa ed il livello di stabilità biologica dell’eventuale rifiuto organico presente. Le attività si stanno svolgendo in collaborazione del Consorzio Rifiuti di Lanciano. Cronoprogramma attività 2007 Fasi Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Campionamenti/analisi su ciascun compattatore: 1 a settimana con 3 repliche giornaliere per 3 settimane in 3 gg diversi Campionamenti secco residuo Elaborazione dati Stesura piani di raccolta organico Realizzazione ed implementazione SIT Comunicazione e sensibilizzazione Azione 3.3 Programmazione integrata Attività: Definizione di programmi integrati delle attività e supporto tecnico-scientifico Metodologia: Creazione e animazione del laboratorio territoriale costituito da tutti gli stakeholder coinvolti nel progetto; Implementazione e sviluppo del SIT ambiente ad integrazione del SIT territoriale con la costituzione di un gruppo di supporto tecnico-scientifico a cui partecipano un rappresentante di ogni ente di riferimento; Sperimentazione di avvio servizi sperimentali specifici dei singoli comparti a partire dalla base dati georeferenziati (SIT) come ipotizzato. Risultati attesi: Dimensione banca dati sia alfanumerica che cartografica N. di servizi sperimentati e N. di enti coinvolti Macrofase 4: Funzioni innovative di valutazione della sostenibilità per il territorio Azione 4.1 Definizione di un set di indicatori socio/economici/ambientali specifico per la valutazione della sostenibilità del territorio Attività: Definizione del set di indicatori Ricerca/azione con raccolta dati e sperimentazione del set Metodologia: Costruzione di modelli economico-finanziari e definizione/sperimentazione di un set di indicatori (da definire con la Facoltà di Economia – Pescara) Risultati attesi: N. di indicatori definiti e sperimentati. Azione 4.2 Attivazione di un processo di Agenda 21 Locale Attività Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 10 Il progetto esecutivo, oltre a comprendere la definizione di servizi innovativi per la sostenibilità, comprenderà anche la realizzazione del processo di Agenda 21 Locale del Sangro-Aventino (uniformato al modello di attuazione di A21L del Ministero dell’Ambiente) che sarà articolato nel modo seguente: 1) Convalidazione del Processo da parte dell’Associazione degli Enti Locali e di tutti i portatori di interesse (stakeholder); 2) Presentazione del processo al Ministero dell’Ambiente per la necessaria approvazione, anche al fine di aderire al Coordinamento Agende 21 Locali Italiane; 3) Istituzione del Forum Permanente del Sangro Aventino, costituito dagli Enti, dalle Amministrazioni e dalle Associazioni operanti sul territorio, in coordinamento con tutti i processi di A21L attivi sul territorio; il Forum, costituito su base volontaria, è un organismo consultivo che s'impegna nella sostenibilità ambientale e nell'attuazione dell'Agenda 21 Locale, rappresentando la sede della discussione e del confronto tra gli attori sociali, economici ed istituzionali; il Forum elabora e produce idee per lo sviluppo delle politiche ambientali locali, definisce gli obiettivi dell'Agenda 21 Locale e degli eventuali futuri Piani d'Azione Ambientale. 4) Organizzazione di incontri tematici del Forum, ciascuno articolato in una fase iniziale di comunicazione dei risultati dei progetti di Qualità d’Area ed una fase di confronto con il pubblico, al fine di validare i risultati stessi e di accogliere indicazioni e suggerimenti utili per la redazione del RSA e per l’individuazione degli obiettivi di miglioramento. 5) Sulla base delle indicazioni provenienti dal Forum, redazione del 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del Sangro-Aventino (RSA). 6) Sulla base dei risultati del RSA e della concertazione con i portatori di interesse, saranno individuati gli aspetti ambientali rilevanti del territorio del Sangro-Aventino, quantificati attraverso l’utilizzo di specifici misuratori, gli indicatori ambientali. Una parte consistente di questi indicatori è data dal set individuato nell’A21L della Provincia di Chieti per la redazione del 2° RSA del 2002 (www.negrisud.it/rsa). La restante parte origina da informazioni ottenute direttamente dallo svolgimento delle azioni di Qualità d’Area, prodotte o raccolte ed elaborate dal Centro di Scienze Ambientali del CMNS (www.negrisud.it/ambiente). La disponibilità di un set comune di indicatori è una condizione indispensabile per consentire confronti e individuare i trend delle varie prestazioni ambientali. Gli aspetti individuati permetteranno di identificare degli obiettivi di miglioramento concreti e quantificabili che daranno vita alla redazione di Piani d’Azione Locale. Il processo Agenda 21 Locale del Sangro-Aventino valorizza e integra quello realizzato dalla Provincia di Chieti, che rappresenta il primo e più importante atto di governo sostenibile del territorio; non si tratta di una ripetizione ma di un approfondimento. Il percorso proposto si uniforma al modello di attuazione di A21L del Ministero dell’Ambiente, che prevede una Fase A (maggio-ottobre 2006), che si conclude con la stesura del RSA, e una successiva Fase B (novembre 2006 – dicembre 2007), che prevede l’attivazione dei Piani d’Azione Locale. Stato di avanzamento e prossime attività Sono stati organizzati 7 Forum tematici di Agenda 21 Locale coinvolgendo direttamente gli stakeholder e gli amministratori del territorio in particolare: Costituzione del Forum di Agenda 21 Locale, Santa Maria Imbaro (23/06/2006); Incontro sul tema “Risorse Idriche”, Comunità Montana di Quadri (13/07/06); Incontro sui temi “Risorse idriche e Rifiuti”, Comunità Montana di Villa Santa Maria (31/10/06); Incontro sui temi “Rifiuti e Attività produttive”, Comune di Atessa (07/11/06); Incontro sui temi “Rifiuti” e “Risorse Idriche”, Comunità Montana di Palena (23/11/06); Incontro sui temi “Rifiuti” e “Risorse Idriche”, Unione dei Comuni, Fossacesia (21/12/2006); Incontro sui temi “Rifiuti” , “Risorse Idriche” e “Biodiversità”, Comune di Casoli (25/01/2007). E’ in fase di preparazione il rapporto sullo stato dell’ambiente del Sangro-Aventino. Cronogramma attività di comunicazione (Piano di comunicazione) 2006 2007 Attività Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo Ago Set 11 Costituzione Forum Agenda 21 Locale Forum Risorse idriche Forum Risorse idriche e Rifiuti Forum Rifiuti e Attività produttive Forum “Rifiuti” e “Risorse Idriche Forum “Rifiuti” e “Risorse Idriche Forum “Rifiuti”, “Risorse Idriche” e “Biodiversità” Redazione Rapporto Stato dell’Ambiente Presentazione Prima bozza RSA Presentazione RSA Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 12 Calendario generale delle attività Visto e approvato dal coordinatore tecnico Cronogramma Sulla base dell’avanzamento delle attività risulta indispensabile l’adeguamento del cronogramma Visto e approvato dal coordinatore tecnico Visto e approvato dal coordinatore tecnico Di seguito si riporta lo schema che definisce la partecipazione dei diversi organismi della partnership alle attività previste dal progetto 4. Modalità organizzative della Partnership Tutti i partner del progetto costituiscono l’Assemblea della Partnership (PS) che rappresenta di fatto l’organo decisionale; ogni singolo partner ha diritto ad un voto indipendentemente dalle attività svolte e dalle dimensioni al fine di garantire pari dignità anche alle piccole organizzazioni. Un Comitato di Pilotaggio svolge compiti di gestione tecnico-operativa in ordine all’esecuzione delle attività progettuali e di supporto all’assemblea con particolare riferimento alle seguenti attività: a) analisi dell’avanzamento tecnico-scientifico ed eventuale adeguamento delle attività/programma; b) attività di supporto/affiancamento alla progettazione/programmazione di ogni partner; c) costituzione e adeguamento gruppi di lavoro, commissioni o altre forme collettive. Il Comitato è composto dai rappresentanti di tutti partner. E’ prevista, inoltre, l’istituzione di comitati tecnici di lavoro tematici, con la partecipazione dei componenti della rete e rappresentanze dei beneficiari, per approfondire e sviluppare le attività in funzione delle esigenze espresse. Ogni partner sarà responsabile della gestione e/o esecuzione delle varie attività di propria competenza assicurando tutte le consequenziali operazioni. La Società Consortile Sangro-Aventino a r.l. svolge la funzione di facilitazione e integrazione tra i partner e gestisce il budget oggetto di richiesta di contributo ai sensi dell’Azione 6.2 del Programma Aggiuntivo. E’ dotata di un’organizzazione in grado di assicurare l’espletamento delle funzioni organizzative, tecniche, amministrative e contabili atte a garantire il corretto svolgimento del compiti affidati. E’ dotata di capacità di operare in un contesto di cooperazione, networking e diffusione dei risultati come si evince, oltre che dalle specifiche risorse a tale scopo destinate, anche dal profilo professionale delle risorse umane componenti lo staff tecnico del progetto (esperienze precedenti in attività di cooperazione, networking e diffusione); può supportare le attività tramite modelli e strumenti di animazione composto da strumenti e meccanismi specifici (gruppi di lavoro, dispositivi interattivi telematici, attività di sensibilizzazione ed informazione ecc.) per assicurare la collaborazione dei partner, la condivisione e la partecipazione degli attori locali per tutta la durata della partnership. 4.1 Mainstreaming orizzontale e verticale Il mainstreaming è il processo che, attraverso il trasferimento delle attività e delle sperimentazioni, contribuisce ad innovare i sistemi e le politiche locali, regionali e nazionali. Il mainstreaming interessa le azioni messe in atto dal partenariato di progetto in senso orizzontale, verticale: - Il mainstreaming orizzontale ha luogo quando le innovazioni sperimentate sono recepite dagli organismi coinvolti nel progetto e da organismi non direttamente coinvolti, ma operanti in analoghi ambiti di intervento. - Il mainstreaming verticale ha luogo quando le innovazioni sperimentate incidono a livello di programmazione politica e di normativa locale o nazionale. La strategia di mainstreaming del progetto è stata delineata in coerenza con l’approccio partecipativo che contraddistingue le modalità di progettazione. Tale approccio prevede il coinvolgimento al livello di condivisione e co-decisione dei principali stakeholder di riferimento pubblici e privati locali in tutte le fasi in modo da sviluppare un naturale senso di appartenenza nei confronti del progetto. In particolare le attività di mainstreaming saranno: 1) mainstreaming orizzontale - diffusione dei modelli innovativi elaborati anche ad altre tematiche nell’ambito territoriale; - attivazione di nuove funzioni di servizio da parte dei soggetti appartenenti alla rete; 2) mainstreaming verticale. - adozione di modalità congiunte di valutazione qualitativa dei servizi erogati, soprattutto in termini di informazione e sensibilizzazione, analisi dei bisogni e analisi del livello di soddisfazione dell’utenza da parte degli organismi partecipanti al progetto; - adozione, nell’ambito dei servizi per l’impiego di specifiche modalità di supporto alla creazione di imprese sociali; - promozione delle specifiche pratiche individuate e sperimentate nelle diverse attività del progetto, anche in ambito regionale. Visto e approvato dal coordinatore tecnico Modalità di intervento ai diversi livelli: 1) Territoriale: coinvolgimento in tutte la fasi degli stakeholders principali, realizzazione di specifiche attività di coinvolgimento della rete dei soggetti interessati a condividere l’esperienza progettuale, realizzazione di azioni di comunicazione (eventi, news ecc.) per favorire l’informazione e la condivisione dei risultati da parte della comunità locale. 2) Regionale: intensificazione della collaborazione con la Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia Servizio Politiche per lo Sviluppo Sostenibile della Giunta Regionale in termini di sperimentazione di servizi innovativi. 5 Costi e copertura finanziaria Descrizione Personale dipendente e collaboratori esterni Risorse tecnologiche Viaggi, vitto e alloggio in ambito nazionale Immobili, arredi e attrezzature Costi generali Altre spese Informazione e pubblicità Sommano Riepilogo spesa 91.372,00 1.000,00 0,00 9.000,00 2.160,00 25.000,00 128.532,00 Piano finanziario azione 6.2 Programma Aggiuntivo FABBISOGNO Immobilizzi agevolabili FONTI DI COPERTURA 128.532 Incremento mezzi propri Immobilizzi non agevolabili Agevolazioni programma richieste per Spese per servizi (a titolo indicativo) Incremento fornitori correnti Capitale di esercizio Altri finanziamenti a m/l termine Canone anticipato Cash flow il 128.532 Alte fonti (contributo straordinario soci) Totale fabbisogni 128.532 Totale fonti 128.532 I costi ricomprendono solo quelli a carico della Soc. Cons. Sangro-Aventino a r.l. e saranno coperti dall’azione 6.2 del Programma Aggiuntivo. Gli eventuali costi sostenuti dai singoli partner per le attività di supporto alla realizzazione del progetto saranno coperti dagli stessi. Visto e approvato dal coordinatore tecnico e del responsabile amministrativo 17