di - La Provincia di Cremona
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«JUUili REGinE U 3.00 Fondatore: R O B E R T O Aibblfcaziont mensili; MARTEDÌ FARINACCI • L A VITA n ' A L I A N A , 'MAMMel E BIMBI, Rtotsu potttKa Rtoista iilttstral» r , A a o * L. 00 . . iS 16 G I U G N O 1942-XX - CREMONA - A. XXVni . N. 148 L 3I> T r i - - » U » : » J 3 ' t * C C P. I759I Ki^RwL Aaua.: PUza CMMBW CÌ«M - TtW. FUdu. I»4, IVTS: PREZZI D'ABBONAMENTO- Iklia • IBPMI A«W L . 75; L^ARMA AZZURRA SI COPRE PI GLORIA più grande battaglia aeronavale M Per ora: due incrociatori noa torpeiHiiieni, pttro piroscali aiioniiati - Una nave da baltaoila, una porlaeroL dne incrociatori, un cacciatorpediniere, gnallro niroscail p v p e n t e danneagiaH dai nostri aviatori nei Mediterraneo Grandi unità nemiche accerchiate ad ovest di Tobnilc I;' I bollettini straordinari "L'Italia è sfasciala» // Quartier Generale delle Forse Armate ha comunicato nel nomeriggio di ieri il seguente bollettino straordinario N. 746 : Uno dei due convogli, d i cui al Hollettino odierno M, 745, proveniente dall'Atlantico con scorta d i numerose unità d i linea e di due navi porterei, avviliato dalla ricogniiiono alle prime ore del giorno 13 e seguito per tutta la giornata» è stato ieri ripetutamente attaccato dalle f o n o aeree Italiane nel tratto di mare tra la Sardegna e la Tunisia. Poderose formazioni di aerosiluranti, bomi»ardieri in quota e tuffatori, tempostivamonte concentrati juHe basi pia opportuno, si sono susseguiti dairalba ai tramonto e hanno avuto ragiono della reazione di fuoco delle navi di scorta e degli accaniti attacchi dalla caccia, partita dalle navi portaerei. Sono stati affondati due incrociatori, un cacclatorpedifìlere e quattro piroscafi. Una nave da battaglia, una portaerei, due incrociatori, un cacciatorpediniere I quattro piroscafi sono stati ripeliltamente colpiti con siluri e bombe e gravemente danneggiati. Negli aspri combattimenti che si sono impegnati ad ogni ritorno dello nostre formazioni offensive, 15 velivoli nemici sono stati abbattuti in Hamme. 20 velivoli italiani non sono rientrati alia base. Alcuni equipaggi sono stati tratti in salvo da idrovolanti sii soccorso. Un comandante di stormo, un comandante di gruppo e due comandanti di squadriglia mancano all'ippello. Tra gli equipaggi parecchi feriti. Tre veiivoli crivellati di colpi hanno potuto raggiungere il territorio nazionale. Le operazioni sono state riprese sin dalle prime ore di stamane e continuano contro le superstiti unità nemiche. Successivamente veniva diramato dallo stesso Quartier Gè. nerale delle Forse Armate il seguente altro bollettino straordinario ; La nuova fase della battaglia iniziata dopo la caduta di Bir Hacheim, ha condotto dopo sanguinosi (ombattimenti, alla separazione delle forze nemiche. Le forze dell'Asse, superata Acroma e la Balbia, tianno raggiunto la costa. Tulle le grandi uniti nemiche ad ovest sono àc(erchiale. Il numero dei prigionieri e la mole dei bottino non sono per ora calcolabili. Cacciatori tedeschi ab. nizioni; mentre il nemi«r battevano in combatti- co tentava di rimormente sei uCurtìss» e chiarla, veniva colpita }:f^^ giornata di domenicon bombe e latta saltre «Hurrìcane)). ;?"Quartier Generale delle l ^^^ Armate comunicava: Azioni di bombarda- tare in aria da aeroplani ^a battaglia in Mar- mento sulle basi aero- germanici che agivano "'^ica continua. navali di Malta sono in collaborazione con i mia regione di Ain state condotte dall'Ar- «Mas». «Gazala un attacco di ma aerea, che ha svolto In data di ieri poi lo stesso Quartier delle For^Papti motorizzati e dì anche intensa attività ze ArmateGenerale ha comunicato: yi blindati contro esplorativa nei cieli meNella zona di Ain el °^^e unità di fanteria diterranei. Un nostro Gazala vivace attività di ^^^^ avuto alcun suc- velivolo da ricognizione artiglierie e di pattu.^^f' U nemico veniva non è rientrato. l'^^samente respinto Apparecchi britannici glie. Le perdite subite dal •10 aver subito note- hanno sorvolato questa m perdite. notte Taranto sgancian- nemico nei combattiJ ovest di El Adem da qualche bomba senza menti dei giorni 12 e 13 ^nazioni moto-covaz- causare vittime né pro- sono salite a 69 carri armati e 13 cannoni diS «Bell'Asse hanno vocai? danni. Nostri «Mas», nella strutti 0 catturati, 700 :^to una importante f ota delle toTze av- notte sul 13, hanno silu- uomini caduti prigioLr^^rie. Sono stati di- rato nelle acque di Se- nieri. i "^^1 54 carri armati, bastopoìi un'aìtra moto, L'aviazione ha svolto -^^ Pareeebie eentì- nave sovietica da 10.000 ellicaci attacchi su contomsBVMé carnea di MHI- centramenti di a/atómex. * * Prigiomeri, Mm ''.. mmi -.Oli BIRHACHEIM ^'%..„.^. 0 IO $0 y.*€Gh/rb^:''{f\Kt<Vf 100.. I l Ouma\\X ^ Mr^TO^-/.# * Trecento velivoli all'attacco delie unità britanniclie (DA'un juMtro inviifttt) X, lo giugno Onore e gloria una volta ancora all'Arma azzurra, l nostri aviatori, prodigandosi con l'abituale impeto e con impareggiabile ardore, hanno inflitto alla Marina hritan. nica un'altra durissima sconiitta e sono stati protagonisti di quella che è certamente la ,mù grande battaglia aeronavale-che si sia finora svolta nel Mediterraneo. Basteranno queste cifre a dimostrarlo: oltre 300 apparecchi sono andati all'attacco di una nave da battaglia, due portaerei, quattro incrociatori, una ventina di cacciatorp'ediniere, una dozzirm dì pirosea^. L'attacco olle navi nemiche, tuttora in corso, ha già dato quei risaltati che il bollettino stroordinario del Quartier Generale delte Forze Armate ha fatto conoscere, e che dice in sintesi le proporztoni della battaglia e che il dominio del Mediterraneo appar. tiene, indiscutibilmente, all'Ala e alla Marina italiane. Il blocco infrangibile Per alimentare la resistenza della battaglia della Marmarica e per aiutare i difensori di Malta il Comando britannico ha cercato di forzare tale blocco; ha nuovamente giocato una carta pericolosìssima; ma le aiate sentinelle italia. ne, sempre vigili e presenti, hanno scoperto le navi nemiche che, da quel momento, non sono più sfuggite all'occhio dei ricognitori fino a che bombardieri a tuffo ed in quota e gli aerosiluranti non hanno sferrato il loro formidobile attocco. ^ L'impresa nemica è andata cosi totalmente fallita. Le navi da guerra inglesi, che facevano imponente corona ai piroscafi, non hanno potuto forzare il canale di Sicilto; sul loro cammino hanno trovato le bombe ed i siluri degli aviatori italiani. Il convoglio e la sua pò. lente scorta hanno dovuto mutare propositi e direzione, difendersi dalla bufera di fuoco, subire perdite ingenti e gravi danni. L'importanza vitale dell'Alò ita. liana net compiti difensivi e offensivi do svolgersi nel Mediterraneo viene nuovamente provata e così pure la saggezza dei co. mandi dell'Arma azzurra, la capa, cita di manovra, la perizia, lo spirito guerriero dei suoi equipaggi. Questa grandiosa battaglia, splendidomente vinta dai nostri aviatori, si affianca con risultati evidentemente importantissimi all'altra che, vittoriosamente, si combatte in Marmortca e assume, perciò, un particolare valore. La morte ha sorpreso sulla via d^llo gloria piloti italiani, fra cui alcuni olti comandanti e uomini di equipaggio; è l'inevitabile tributo di sangue che, ogni battaglio, anche se uitforioso, vuole. Alla memoria e alle fulgide figure di zi e di truppe nelle immediate retrovie avversarie; 8 automezzi blindati venivano incendiati, alcune diecine di autocarri colpiti e danneggiati. Nel Mediterraneo è in corso da ieri uQa violenta azione aeronavale questi «fllorosi si eleva il pensiero reverente e commosso degli italiani. La cronaca che segue si riferisce alle operazioni dei giorni 13 e 14 giugno Un solitario ricognitore, che il -13 giugno, durante uno dei suoi vo. Il di osservazione esplorava la zona di mare a sud-ovest della Sar. degna e a nord della costa alge. rina, auvistoua uno squadra navale inglese. L'incessante ottivitò dalla ricognizione esercitato nel bosso Mediterraneo occidentale davo nuovomente i suoi jfrutti. Come si svolse l'aziono Erano le 16,15 quando l'occhio attento degli uomini che da ore ed ore stavano facendo la spola nella zona di cielo loro affidata, scoprivano le unità nemiche. Si trattava di uno nove do bottoglia d€l tipo Malaya, delle due portae. rei Argus ed Eagle, di alcuni incrociatori e di una ventina di cacciatorpediniere. Queste navi, che procedevano verso levante, si trovavano, in quel momento, a circa 150 chilometri a nord di Capo Bengut. Tre apparecchi da coccia si olzavano da una delle portaerei e ottoccavono, ma. senza risultato, il nostro ricognitore che, frattanto, aveva trasmesso ai comandi interessati notizia dell'avvistamento e •orovocova, cosi, l'intervento di altri ricognitori, inteso a non per. dere di visto, un solo istonte, le navi inglesi. Fra i ricognitori ed i velivoli da coccia si svolgevano continui duelli e uno dei nostri apparecchi non rientrava; ma tuttavia la vigilanza della formazione nemica veniva effettuata completamente. Cosi si poteva accertare che, calata la notte, un convoglio dì piroscafi raggiungeva al largo della costa algerina le navi do guerra. venne l'alba del 14 e si constatò che piroscafi e navi si trovavano a ponente di PhUippeville e, procedendo con rotta sul 38" pcrallelo, navigavano a circa 15 miglia ororie. Alle otto si scotevona l'attacco. £rano le -unità dislocate in Sardegna a portare i primi colpi contro le navi nemiche. Dapprima caccia-bombardieri e apparecchi plurimotori sganciavano il loro carico di esplosivo contro una delle portaerei; poi aerosiluranti e bombardieri in quota rinnovavano uh attacco. Dalle navi remiche si rispondeva con eccezionale violenza di fuoco, mentre gli Hurricane, balzati dalle portaerei si lanciavano contro i nostri bom. bardieri. La battaglia assumeva rapidamente uno sviluppo e un'intensità straord\nari e i nostri apparecchi, oltre che attaccare, dovevano impegnarsi contro i caccia nemici e nel contempo valicare la barriera di fuoco che il tiro di cento e cento pezzi formava attorno ai piroscafi, l primi risultati erano i seguenti: due piroscafi evadente, mente carichi di esplosivi saltavano letterolTnente in aria, un altro si incendiava e swccessivamen. te affondava; la nave da battaglia, una portaerei, due incrociatori, un cacciatorpediniere e un piroscafo rimanevano colpiti. A bordo della portaerei si sviluppavano incendi. Un siluro si ficcava nel fianco di uno degli incrociatori colpiti. Due apparecchi Hurricane si in^lavono in mare, un nostro pluriTUOtore e quattro caccia-bombardieri ondavano perduti. Precedentemente un nostro ricognitore che avevo abbattuto due velivoli da caccio era stato costretto a scendere nell'ocqua a sud della Sardegna per gravi avarie riportate durante il combattimento; il suo equipaggio venne pili tardi salvato. Sorprendenti risultali i\rel pomeriggio uno dei du^ in. crociatori colpiti, uscito dalla formazione, veniva avvistato e attaccato più volte da bombardieri e da aerosiluranti. L'unità, do sette, mila tonnellate, rtavigava sempre più faticosamente sotto la scorta di due cacciatorpedmiere. Poco prima del tramonto, un siluro le dova il colpo di grozio ed esso venivo tolta definitivamente dalla rotta. Uno dei cacciatorpediniere che la scortavano restava seriamente colpito. Dopo queste prime azioni, undici nostri apparecchi complessivamente non focevono ritorno alle loro basi in Sardegna. , Il convoglio avevo nel frattempo continuato, sia pure ad andatura ridotta, la sua navigazione versp Levante; e cosi nel tardo ponteriggio lo attaccavano i reparti aerei della Sicilia. Dalle 17,45 in poi, bombardieri e «erosiluranti partivono contro le noyi inglesi che venivano raggiunte al largo di Biserto. L'esito di questi nuovi attacchi è stato il seguente: gli oerosiluranti hanno scagliato quattro silu. ri contro una nave portaerei, hanno attaccato un incrociatore e un piroscafo, hanno colpito con siluri un'unità che si crede fosse la nave da battaglio. Lo coccia nemica, reagendo con violenza e assalendo gli aerosUuranti, non ha permesso che sì potesse esattamente osservare il risultato delle azioni; ma per le esplosioni e per la grande quantità di fumo causato dai diversi incendi, si presume che i donni provocati olle novi nemiche siano maggiori di quelli con prudenza volutati. Dol conto loro, i bombardieri a tuffo hanno collocato tre bombe del massimo colibro sopra un incrociatore che si è inabissato; honno affondato uno nove mercontile e colpito un incrociatore. I bombordieri in quoto honno, invece, nuovamente colpito la nave do bottaglio con tre bombe o poppa ed hanno provocato incendi su tre piroscafi. I cocciotori di scerta hanno abbattuto nove Hurricane e perduto due apparecchi; gli aerosiluranti hanno fatto pre. cipttore due Hiirricane e hanno perduto un opporecchio; un bom= bordiere a tuffo più uoUe colpito, si è dovuto posare in mare, a breve distanza dalla Sicilio; il suo equijpoggio è stato salvato. I bombardieri in quota non hanno subito perdite. contro due grossi convogli britannici tortemente scortati. A sgombro ultimato delle nmeerie, il numero complessivo delle vitti- Questi i primi particolari della battaglio che stamane all'albo è me dell'incursione ne- stufo ripresa. L'altro convoglio neprocedente da Alessandria mica su Taranto è salito mico viene frattanto sottoposta ad attacchi da parte delle Forze del. a 99, di cui IZ non iden- il'Asse. iiticate. LEONIDA FOBITA ^4ì •'4i=s >0' Il capo 'dell'aviazione americana, gen. Arnold, che trovasi in Inghilterra a preparare la grande offensiva aerea contro l'Asse, ha così parlato alla Radio B.B.C.: « Avverto l'impero del Sol Levante che sta per sorgere il giorno del giudizio. Avverto anche i Tedeschi che attacchi come quelli di Colonia sono giuochi da bambini, in confronto a quelli che verranno, quando interverremo anche noi. In quanto all'Italia essa è già sjasciatay). suggella nell'anima sua c o i i devozione religiosa il nom^ dei numerosi Caduti, che sen* za strombazzature pagliacca» sche e senza spavalde minacce hanno saputo creare nel Mediterraiteo un secondo fron* te per venire in aiuto allo nostre divisioni e a quelle té* desche nel momento più critico e decisivo della battaglia^ Ecco, o buffoni di ogni no* zione nemica, l'eroismo <fefc l'Ittdia sfasciata. Ecco i prtP' A queste parole imbecilli, pronunciate da un volgare spavaldo fiduciario di Roosevelt, ha dato degna risposta la nostra gloriosa arma del cielo. La battaglia che da ventitré giorni si combatte in Marmmrica ha costretto gl'Inglesi a tentare il tutto per il tutto pur di correre in soccorso delle loro forze stremate dall'of' fensiva 'dell'Asse. Un convoglio britannico dalVAtlantico aveva attraversato lo Stretto di Gibilterra, mentre un altro partendo 'da Alessandria doveva incrociarlo, ambedue scortati da una potente formazione della marina da guerra. Due portaerei, una grande nave di linea, numerosi incrociatori e cacciatorpediniere, a protezione del primo, dovevano anche rappresentare un monito per il Comando Supremo italiano. Ancora una volta si è così dimostrato di non conoscere neppure superficialmente lo spirito degli Italiani, grande soprattutto quando osare costa sacrifìci enormi e quando il nemico crede con la forza schiacciante di aprirsi U passo nel nostro Mediterraneo. L'onore dell'attacco è stato riservato alla nostra arma azzurra, quell'arma creata e sviluppata nella temperie fascista, capace di ogni ardimento, fino a raggiungere i fastigi della leggenda. Dal generale all'ultimo aviere vi è in questa famiglia di camerati eroici una corrispondenza di emulazione, di orgoglio, di amor di Patria. Tutti Itanno una sola volontà: combattere, fino al supremo sacrifìcio, nella luce di una gloria imperitura. nizzante, contro i suoi tmiti oppressori. Churchill aveva prmrieaséi che fra qualche giorno avreht he fatto il suo resoconto sidl^ operazioni che si svolgono 04 Libia. L'Italia non poteva offrirgR materiale più abbondanta. Ed è così che idrosiluranti, bombardieri, apparecchi a tuffo, e cacciatori, noncuranti del pericolo, e certi che molti di loro non sarebbero tornati alle basi, hanno assalito il primo convoglio infliggendo o/ nemico gravissime perdite, che il bollettino straordinario ha riassunto. Nel Mediterraneo si è svolta la più grande battaglia aeronavale di questa guerra. Ma essa non è terminata. Molti piloti nella giomaia di ieri hanno condotto con suprema, intrepida, decisione, i loro apparecchi sui resti del convoglio, perchè nessun soccorso potesse giungere al nem,ico nei porti affricani. Noi sentiamo nel cuore che essi ci avranno dato a quest'ora altre ragioni di orgoglio, altra grande gioia, altre vittorie. La Nazione esprìmm « f v e »ti figli prediletti^la ma profonda riconoseenaat mémtrd digi del popolo fascista ago-i Vivissimo entusiasmo in tutto il Reich Berlino, 15 giugno Vi-vissimo entusiasmo ha suscitato la notizia della grandiosa vittoria riportata dall'Arma aerea italiana nel Mediterraneo. Alla conferenza della stampa, il portavoce ufficioso mUitare b a avuto parole di viva ammirazione per la grandiosa vittoria e n e ha quindi sottolineato l'importanza nel quadro della presente situazione generale. Si tratta, ha detto, di un successo suscettibile di serie conseguenze per il nemico, tanto piìi che questo nemico ha subito prò.» prio nelle ultime 24 ore, nell'Affrica Settentrionale, un rovescio di grandiose proporzioni. Di tali conseguenze e così pure delle vittoriose operazioni nella zona ^ Tobruk dove, come è noto, è sta-, fo tagliato fuori ed accerchiato il grosso delle forze britanniche, non è dato ancora di rendersi conto. Certo è, intanto, che l'Italia si è dimostrata ancora una votta di essere padrona del Mediterraneo e che in Affrica le forze dell'Asse dominano Completamente la situazione. La stampa berlinese saluta con espressioni di viva soddisfazione e di schietto cameratismo ed ammirazione la grande vittoria. Il comunicato straordinario del Quartier Generale delle Forze Armate italiane, si osserva, è nella sua laconicità superbamente eloquente e rappresenta xm bilancio che deve riempire di legittimo oi^oglio ogni Italiano, ogni Tedesco, ogni . europeo. Il nemico, scrive la tNachtausgabe», ha subito una batosta di proporzioni gigantesche che deve considerare come una terribile disfatta navale. Non meno vìvo entusiasmo ha suscitato in Gtermania il secondo comunicato straordinario con la notizia della vittoria riportata dalle t r u p p e italogermaniche in Marmarica. II mirile listin ilslti H ilaH-MRdl II lanarlta Boma, 15 giugno Il comandante superiore delle Forze Armate dell'Affrica Settentrionale, gen. Bastico, ha visitato un gruppo di feriti della, battaglia della Marmarica. La rapida . visita ha dato luogo a commoventi episodi che confermano 10 • eccezionale spirito combattivo dei soldati italo - tedeschi. Accompagnato dal sanitari e da una eletta dama della Croce Rc^sa il generale Bastico ha sostato presso il capezzale di ciascun ferito avendo per t u t t i parole di compiacimento e di conforto. Lendn trufwMi ì nerctitS il intà et foem Stoccolma, 15 giugno Da Londra mandano all'Aftonbladet che quanto prima saranno emanate dal Governo britannico di8po6lzionl tendenti ad tuia forte diminuzione delle costruzioni di navi mercantili e di conseguenza ad tma riduzione dell'importasìone di prodotti dall'America. L'Inghilterra h a bisogno di quaai tutto il suo tonnellaggio per gli scopi di guerra, molte n a r i mercantili'' dovranno, quindi, esaere tBUformate a qnarto acopo.