Diario di un paesaggio che fugge

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Diario di un paesaggio che fugge
Diario di un paesaggio che fugge
di Margherita Guccione
Spesso, rivedendo le immagini raccolte per documentare una situazione, un evento, un panorama
sviluppiamo inconsapevolmente un confronto tra la realtà del soggetto e la sua riproduzione
impressa sulla carta o visualizzata sullo schermo di un computer. Per il paesaggio del cantiere
questo confronto è più difficile perché l’immagine dell’architettura finita è molto lontana dal
paesaggio del costruire, un paesaggio tecnico, segnato dalla fluida continuità dell’opera, dai ritmi e
dai suoni violenti del lavoro ma anche da segni carichi di valore architettonico ed estetico: i vuoti
che diventano pieni; i movimenti e gli attraversamenti; i tempi della produzione; le attrezzature e i
materiali che occupano lo spazio: banchinaggi e casseri, setti e solai, cemento e ferri, gru e
macchinari; i saggi e le prove I tratti sono quelli di un paesaggio mutevole che, assumendo
progressivamente le forme compiute e conclusive, cancellerà definitivamente e perentoriamente
quel luogo provvisorio e in ultima istanza assente che è il cantiere.
Monitorare il cantiere è il diario di questo paesaggio che fugge.
E’ un progetto di documentazione sistematica e puntuale che insegue il paesaggio del cantiere, lo
ferma in immagini che hanno prevalentemente un intento tecnico e documentaristico, rispondendo
alla logica precisa della testimonianza temporale.
Ma non solo. Le immagini prodotte, così lontane dall’opera finita da sembrare mai esistite, potranno
assumere nel tempo altri significati per intrecciare nuovi racconti e riannodare i temi del cantiere
alle vicende del Museo come istituzione, dalla sua nascita, avviata nel 1998, alla crescita delle sue
collezioni fino alla prossima apertura.
La selezione dei punti di vista, i temi prescelti e i fotogrammi prodotti seguono sostanzialmente
quattro fili conduttori che compongono una visione d’insieme e nello stesso tempo ravvicinata delle
tappe della costruzione.
Lo sviluppo cronologico dà corso al monitoraggio visivo dell’andamento dei lavori, con cadenza
mensile, per documentare la nascita dell’edificio dall’allestimento del cantiere alla posa della prima
pietra nel marzo 2003, alla progressiva costruzione dell’opera. Le immagini scattate da punti di
vista prefissati hanno lo scopo di descrivere il paesaggio del cantiere nello sky line del quartiere
Flaminio, la tipologia e la quantità delle opere realizzate.
La macchina cantiere sviluppa il tema dell’assetto organizzativo e spaziale del sito, come luogo di
lavoro e spazio flessibile in funzione delle diverse esigenze di produzione, in opera, a piè e fuori
opera. Documenta e descrive i movimenti dei macchinari, l’impatto delle opere provvisionali e del
sofisticato sistema di casseri di particolare dimensione e complessità tecnica messo a punto
appositamente per il MAXXI.
Il cemento descrive il processo di produzione delle strutture portanti - pareti e solai- in calcestruzzo
armato dalle dimensioni e configurazioni spaziali articolate.
È stato definito il materiale protagonista del MAXXI, perché riassume in sé quei caratteri di potenza
e astrazione che qualificano l’intero progetto. Le fotografie dei particolari ne documentano gli esiti
estetici nelle grandi superfici continue, previste dal progetto e realizzate con il controllo della
miscela, delle modalità di getto e del disegno architettonico dei casseri.
I dettagli infine raccolgono le immagini ravvicinate degli elementi costruttivi e degli elementi di
connessione tra le parti quali piastre, giunti, tiranti. Documentano da vicino anche i modi e i mezzi
del processo produttivo e di accatastamento nell’area di cantiere dei casseri, delle armature e delle
attrezzature.
I quattro livelli di lettura attraverso cui si è voluto intessere questo racconto per immagini non
vanno pensati come momenti distinti bensì come elementi complementari che nella quotidiana
realtà del cantiere si integrano e si sovrappongono generando quella molteplicità di rappresentazioni
visive la cui memoria questo progetto intende conservare.