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Dove vanno gli scapoli d’oro asiatici a cercare moglie? Nel delta del Mekong, dove, con 78mila euro si può trovare una moglie giovane, bella, capace di cucinare e, magari, anche vergine. Spesso il matrimonio funziona. Ma fino ad oggi il mercato era totalmente illegale, con il rischio di sconfinare in nuove forme di schiavitù. Così il governo di Hanoi… A.A.A. cercasi: giovane, bella, possibilmente illibata di Alessandro Ursic ASIA 2 l sole picchia, nell'aria immobile del delta del Mekong. L'umidità la senti nel respiro, e alla prima sosta per un caffè con ghiaccio le zanzare ti assalgono subito. Ma Nguyen Tham Huyen non se ne preoccupa più di tanto. Guarda la tv nel soggiorno al pianterreno, dietro la facciata della sua casa a due piani appena riverniciata, seduta sul comodo divano, ultimo arrivato nella ventilata stanza. Porte e finestre aperte, come qui usano tutti. Quando guarda dall'altra parte della strada, è come se la signora Nguyen vedesse se stessa nella vita di qualche anno fa: i suoi vicini di casa dormono ancora tra pareti di lamiera sotto un tetto impagliato, in quella che è poco più di una capanna. I loro due ragazzi, ormai più che ventenni, si arrangiano con qualche lavoretto a Thot Not, la città a pochi minuti di traghetto I da Tan Loc. Una delle figlie della famiglia Nguyen, invece, è felicemente sposata con un imprenditore di Taiwan. Da Taipei manda un po' di soldi ogni due mesi. È abbastanza per curare la fastidiosa tosse del padre, nonché per rendere la casa natia più accogliente. Casi del genere, a Tan Loc ce ne sono talmente tanti che l'isola è stata ribattezzata “Dai Loan” – Taiwan, in vietnamita. Su una popolazione di 33mila abitanti, dalla metà degli anni Novanta oltre 1500 ragazze locali hanno lasciato Tan Loc per sposarsi con stranieri, in particolare taiwanesi e sudcoreani. «L'80% delle famiglie ha una figlia all'estero», sostiene Vy, nata qui e venuta da Ho Chi Minh City in visita per qualche giorno, a trovare i genitori. L'insolito ospite italiano, guardato come un alieno in questa pigra isola che nessun 145 estraneo – vietnamita o turista – ha di solito motivo di visitare, quando viene invitato a entrare nelle case per un tè non può non notare le foto dei vari matrimoni, appese con orgoglio alle pareti. Marito e moglie, in queste coppie miste, possono entrare in contatto in un unico modo: tramite un'agenzia matrimoniale. A Taiwan, dove già la predilezione per il figlio maschio ha sbilanciato l'equilibrio demografico, le donne delle campagne si spostano ormai anch'esse in città per trovare lavoro: diventano esigenti, facendo scivolare sempre più in là l'età delle nozze. Anche in Corea del Sud, a Hong Kong e a Singapore molti uomini si ritrovano soli quando comincia a essere troppo tardi. Decine 146 di migliaia di agricoltori, operai o piccoli imprenditori, spesso ormai di mezza età, si rivolgono così ad agenzie che promettono “vacanze-matrimonio” di massimo cinque giorni. Si paga e si parte con l'obiettivo di tornare accompagnato. In Vietnam, nelle aree più povere come appunto il delta del Mekong, le agenzie hanno i loro procacciatori di potenziali spose. Aspiranti mariti e mogli vengono portati a Ho Chi Minh City, o Saigon come la chiamano ancora molti vietnamiti nel Sud, e fatti incontrare. O meglio: le ragazze vengono fatte sfilare, gli uomini scelgono la preferita. Qualche domanda sulla famiglia, sulle abitudini, spesso sulla verginità. Se lei dice di sì, è nata una coppia. Corbis_Robert van der Hilst È tutto illegale, ovviamente. Negli anni, diversi raid della polizia vietnamita hanno interrotto serate del genere: in alcuni casi le ragazze erano costrette a sfilare nude. Nell'ultimo caso, lo scorso novembre a Saigon, sono stati arrestati sette uomini coreani, due intermediari dell'agenzia e 161 giovani vietnamite raccattate nelle campagne del Sud. Ma la pratica continua. Agli occhi di questi uomini asiatici soli, la pelle chiara delle vietnamite le rende estremamente ambite: in più, hanno fama di essere fedeli, buone cuoche e attente alla cura della casa. Le ragazze, a loro volta, cercano una via d'uscita dalla povertà, e nel matrimonio con uno straniero più benestante vedono un modo per migliorare la vita dei genitori, compito per il quale sentono una responsabilità fortissima. Ciò spiega perché, dall'inizio degli anni Novanta a oggi, si calcola che oltre 100mila vietnamite abbiano sposato uomini di Taiwan, mentre altre 30mila hanno messo su famiglia in Corea del Sud. Da questo matrimonio basato su una conoscenza così superficiale, in molti casi nasce l'amore. La maggioranza delle anziane madri di Tan Loc assicura che la figlia è felice, anche se magari non l'ha mai rivista da quando è partita: ma ha un lavoro, il marito è un brav'uomo e la aiuta a prendersi cura dei 147 genitori. Piccoli album fotografici illustrano il progressivo ambientamento della giovane in una terra lontana: le immagini delle nozze, le amiche nella città d'adozione, dopo qualche anno i sorrisi del primo figlio. Ma la favola non finisce sempre bene. Spesso le spose novelle arrivano nella nuova patria senza sapere il mandarino, o il coreano: il dialogo con il partner è minimo, trovare lavoro può essere frustrante. Nel peggiore dei casi, le donne vengono costrette a prostituirsi. Divorziare è difficile, e per impedirlo il marito può diventare violento. Solo nell'ultimo anno, si sono contate almeno tre tragedie: una giovane sposa vietnamita è stata uccisa di botte dal marito sudcoreano, un'altra si è buttata dalla finestra e una terza si è impiccata 148 nel giorno di San Valentino. Sia a Taiwan sia in Corea del Sud, sono nate associazioni che aiutano le spose straniere a integrarsi. Ma c'è chi torna indietro, come Nguyen My Phuong. Ha vissuto due anni a Taiwan, ma non si sentiva a casa. Ora vive di nuovo con la famiglia a Tan Loc. Non ha un uomo, e preferisce non parlare della sua esperienza. Tan Loc, come del resto altre parti del Vietnam più arretrate, non è povera ai limiti dell'indigenza. Ma non offre neanche la prospettiva di una vita soddisfacente. Una striscia di terra lunga 15 chilometri e larga due, la vita qui scorre lenta come le torbide acque del principale fiume del Sud-Est asiatico, che giunto a questo punto del suo percorso è ormai ampio quanto un lago. Le acque che Grazia Neri_ J. Yeon-Je/AFP quaranta anni fa venivano solcate dalle lance americane, oggi sono attraversate solo dai traghetti che uniscono le due sponde. Da mangiare non manca, per quanto il pho – la zuppa di noodle e carne che è il piatto nazionale vietnamita – qui venga preparato spesso con le parti meno nobili del maiale. Ma di lavoro ce n'è poco: risaie, qualche allevamento ittico. I giovani passano le loro giornate sorseggiando tè o caffè ghiacciato, in lente partite di biliardo o affollando i due internet cafè dell'isola; più che navigare in rete, trascorrono però ore ai videogiochi. Le barche che una volta aiutavano a spostarsi lungo i canali che solcano Tan Loc, ora giacciono semi- abbandonate nella melma. Ci si sposta con gli onnipresenti motoscooter, in un interminabile viavai sull'unica strada asfaltata dell'isola. Le migliori case di Tan Loc, una volta celebre per le sue residenze coloniali risalenti al tempo della presenza francese, sono oggi quelle delle famiglie che hanno una figlia sposata all'estero. Spesso il cambiamento è evidente fin dalla prima occhiata, con miglioramenti estetici effettuati pian piano, a volte con vere e proprie aggiunte di piani alle abitazioni. Se le mura sono rimaste quelle, il denaro che arriva dalla figlia si nota nel nuovo mobile del soggiorno, o nel frigorifero appena comprato. Le rimesse continuano ad arrivare, 149 tanto che la Western Union ha da poco aperto un ufficio sull'isola. Secondo Phan An, un professore universitario che ha studiato l'impatto economico del fenomeno sulla comunità locale, almeno una famiglia di Tan Loc su cinque non vive più in povertà grazie ai contributi economici della figlia ormai lontana. Le associazioni per i diritti delle donne criticano da anni l'usanza di radunare decine di aspiranti mogli da sottoporre all'occhio di sconosciuti pretendenti. È degradante per la dignità delle giovani, dicono, e come dar loro torto? Metà delle spose ha meno di 21 anni, metà dei mariti tra i 40 e i 60. Ci sono agenzie, come la Life Partner Matchmaker, che sul loro sito si vantano di essere le uniche “specializzate in belle spose vietnamite illibate”, e che nel loro pacchetto inseriscono 150 anche il test di verginità. A Taiwan il fenomeno è talmente diffuso – tre anni fa è stato realizzato anche un film sulle spose vietnamite – che esistono oltre 300 agenzie apposite, e si calcola che un quarto dei matrimoni siano ormai misti. Gli uomini pagano fino a 7000-8000 euro pur di ritornare con una compagna per la vita: solo una piccola parte di quei soldi, qualche centinaia di euro, di regola va alla famiglia della sposa. In Vietnam, il “ratto” delle donne da parte di asiatici più benestanti è un tema scottante. Negli anni, la stampa ha sempre condannato l'attività di tali agenzie, elogiando i raid delle forze dell'ordine per stanare queste sfilate clandestine. A Tan Loc, dove la disparità numerica tra i sessi è evidente, i ragazzi sono particolarmente toccati dalla questione. «Certo Grazia Neri_C. De Torquat che mi dà fastidio», dice Trang Bay Minh, vent'anni e nessun lavoro che lo renda appetibile per una bellezza locale. «Non è solo orgoglio: ci sono amori di gioventù mai ufficializzati, perché fino al matrimonio qui non si usa. Tu magari sei innamorato di una tua ex compagna di scuola, sai che piaci anche a lei e speri di sposarla un giorno, ma contro i soldi di quegli uomini non hai speranza», conclude amaro. E ora anche il governo di Hanoi sembra averne avuto abbastanza. A inizio anno è stata annunciata la creazione di un'agenzia matrimoniale pubblica, che avrà sede a Ho Chi Minh City con il compito di supervisionare le unioni tra donne vietnamite e stranieri. L'apertura è prevista per giugno. Mentre la crisi economica globale colpisce duramente anche il Vietnam e le sue fabbriche per l'export, alcuni hanno già definito la mossa di Hanoi un tentativo di lucrare su un altro bene nazionale: le sue bellezze femminili. Ma che l'esperimento funzioni è tutto da vedere. Anche perché le agenzie matrimoniali per stranieri, temprate da anni di esperienza nell'illegalità, stanno già rivedendo verso il basso il prezzo dei loro pacchetti. Una di queste offre, in promozione limitata, una puntata in Vietnam a caccia di moglie per soli 388 dollari. Test di verginità compreso. 151