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Corriere della Sera Sabato 18 Febbraio 2017
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Risponde Aldo Cazzullo
UN BRAVO LIBRAIO
CREA LA DOMANDA DI LIBRI
 Facce nuove
di Paolo Lepri
La musica di Janson
tra country e Trump
LO DICO
AL CORRIERE
SCIOPERI DEI TAXI
Uber «ringrazia»
per la pubblicità
Caro Aldo, anch’io, come lei e
molti lettori, sono affezionato
ai tassinari, in primis a quelli
cortesi e disponibili a
conversare su tutto. Ma il costo
non deve continuare a crescere.
Le attuali, molto elevate, tariffe
escludono dal «servizio
pubblico» le fasce più povere. E
non è neppure fondata l’accusa
al governo di voler fare un
regalo alle «multinazionali»,
come Uber: pure i taxi si
affidano ad app simili, come
My-Taxi, di proprietà della
Mercedes. Il traffico
paralizzato e gli scioperi
selvaggi di questi giorni
dimostrano che il Paese non
può essere bloccato dai poteri
di veto. Comprensibili le
preoccupazioni per il futuro dei
tassisti che, tuttavia, non
devono far prevalere le loro
esigenze, scaricandole sui
concittadini angustiati, forse
più di loro, dall’aumento del
costo della vita.
Le lettere firmate
con nome, cognome
e città e le foto vanno
inviate a
«Lo dico al Corriere»
Corriere della Sera
via Solferino, 28
20121 Milano
Fax: 02-62827579
[email protected]
letterealdocazzullo
@corriere.it
Aldo Cazzullo - «Lo
dico al Corriere»
«Lo dico al Corriere»
@corriere
Caro Aldo,
ogni giorno sono pubblicati
in Italia 145 libri. Ma chi li
leggerà? Oltre 30 milioni di
italiani non hanno letto un
libro nell’ultimo anno.
Secondo l’Economist, i Paesi
in cui si legge di più sono
all’avanguardia nella
innovazione, nello sviluppo
economico, sociale e
culturale. Mentre in Svezia la
percentuale dei cittadini che
legge almeno un libro all’anno
è del 72%, in Italia è del 42.
Preoccupa l’elevato tasso
dell’analfabetismo di ritorno,
riscontrabile pure tra gli
insegnanti. Dopo gli studi
universitari, molti di loro non
prendono più in mano un
libro: viene così a mancare lo
stimolo alla lettura negli
studenti, proprio da parte di
chi dovrebbe indurlo.
Mauro Luglio, Monfalcone
Caro Mauro,
ei mi sembra da una
parte ottimista – magari
il 42% degli italiani leggesse davvero un libro
l’anno —, dall’altra parte pessimista. Non è vero che gli insegnanti non leggono. La mia
esperienza mi dice invece che
le professoresse di una certa
età sono formidabili lettrici. È
vero che le nuove generazioni
di insegnanti, con le dovute
eccezioni, tendono a leggere
meno. Ma questo è anche l’effetto della rivoluzione digitale,
che fa tutto a pezzetti — libri
film dischi giornali – e li disperde in aria come coriandoli.
Gli italiani leggono poco per
molti motivi. Alcuni preferiscono scrivere. Altri pensano
di sapere già tutto. La colpa ovviamente è anche nostra, di
chi i libri li pubblica: gli acca-
L
Cosenza
Caro Luca, anch’io come lei
sono affezionato ai tassisti, che
sono bravissime persone, con le
eccezioni che esistono in ogni
categoria. Per questo scelgo la
sua lettera e non una delle decine di mail inferocite per lo sciopero indetto contro ogni regola e
contro ogni convenienza. Ci sono scioperi che danneggiano coloro che li fanno e agevolano i loro avversari. Lo sciopero dei tassisti è il più clamoroso lancio
promozionale che Uber potesse
sognare. Pubblicità gratis, finanziata dai mancati introiti dei concorrenti. (Personalmente continuerò a prendere i taxi. Che si
salveranno migliorando il servizio, non con il proibizionismo).
Quanta tenerezza mi ha
suscitato Costanza con la frase:
«Io però penso che per tutta la
vita (la donna di mio marito,
ndr) avrà contribuito a
rendermi fragile laddove
nessuno era mai riuscito»!
Anch’io sono stata tradita e ho
toccato il fondo; eppure sono
ancora qui, forte, determinata
e più consapevole. Ti auguro,
cara Costanza, di scoprire tra
un po’ che la vendetta non ti
serve e che gioire del fallimento
dell’altra non ti interessa più.
Anche se ora sei fragile in una
parte di te dove non lo eri, sei
sopravvissuta al dolore. E
questo dolore renderà la tua
fragilità la tua forza.
LA
VOSTRA
FOTO
Sara Pedrielli
«Miami Ink Shop è uno dei negozi più conosciuti della Florida. La
passione dei tatuaggi — ci ha detto la nostra guida — è partita da qui».
Così ci scrive l’autore della foto, Angelo Marro,
(Inviate le foto, ovviamente scattate da voi, a [email protected]
e su Instagram @corriere)
FONDATO NEL 1876
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO
Luciano Fontana
Urbano Cairo
CONSIGLIERI
Barbara Stefanelli
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Antonio Polito (ROMA)
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Veronica Gava, Gaetano Miccichè,
Stefania Petruccioli, Marco Pompignoli,
Stefano Simontacchi, Marco Tronchetti Provera
DIRETTORE GENERALE NEWS
Alessandro Bompieri
Caro Aldo, si notano sempre più
corpi tatuati. Nulla di
riprovevole, semmai il fenomeno
è curioso. La psicologia si
sbizzarrisce nelle spiegazioni,
ma finisce per cadere
nell’incomprensibile.
Viaggiando in treno con un
ragazzo che aveva tatuato il
collo, parte del viso e persino un
orecchio, mi son permesso di
interpellarlo. Risposta: «Mi
piace». L’ho trovata piena di
fascino e di spirito libero. A lei
sarebbe bastata?
Alessandro Prandi, Milano
Caro Alessandro, le confesso
che quando ai Mondiali di calcio o alle Olimpiadi gli atleti
vengono a farsi intervistare all’uscita degli spogliatoi, tatuati
come marinai, pure io d’istinto
mi chiedo perché lo facciano.
Quando lo domandai a Prandelli, mi fece notare che è un fatto
generazionale, e come tale va rispettato. Mi è parsa una buona
risposta, in sintonia con quella
del suo compagno di viaggio.
T
rasformare nell’urlo «Trump Yeah!» il
ritornello camionistico di Truck Yeah,
portato al successo da Tim McGraw, è
stata la grande idea di Chris Janson, il
musicista country che la scorsa estate si è
esibito per il candidato repubblicano alla
convention di Cleveland. I delegati hanno
risposto con un coro entusiasta, le cui note
sono arrivate qualche mese dopo alla Casa
Bianca, perforando nell’incredulità generale
i timpani del mondo.
Nato nel Missouri, Janson dormiva in
macchina, a diciotto anni, nella Nashville
che abbiamo conosciuto grazie a Robert
Altman e alla geniale costruzione del suo
cinema. In qualche modo è riuscito poi a
sfondare. Il fatto che Buy Me a Boat sia salito
ai primi posti delle classifiche rientra nel
capitolo «spiegazione dei fatti a posteriori»
dell’almanacco 2016. «Non sono ricco ma
voglio maledettamente esserlo: lavorare
come un cane tutto il giorno per me non
funziona» è un messaggio da ascoltare con
attenzione senza la necessità di interpretare
le parole.
Non è il caso di contrapporre, come in
uno scontro tra male e bene, la sua filosofia
al liberalismo omologato di molti
protagonisti dello star system. Anzi, questi
ultimi hanno un po’ stancato, tranne quelli
che, come Bruce Springsteen, fanno
veramente sul serio. Ciò detto, evitiamo di
farci affascinare dallo snobismo
all’incontrario. Trump o non Trump, la
musica apre sempre i confini. Ce lo insegna
per esempio l’Orkesta Mendoza, una band di
Nogales (la città metà in Arizona e metà in
Messico), che impasta suoni che i muri
dividono.
I rumorosi sogni di molti Janson hanno
portato «The Donald» alla vittoria.
L’America non è diventata improvvisamente
«cattiva», anche se il risultato delle elezioni
è stato deciso da un sentimento di rivincita
ben presente in una parte della popolazione.
Il problema, oggi, non sono soltanto le scelte
politiche: iniziano a creare fratture profonde
ma contengono elementi di reversibilità. La
vera posta in gioco è rappresentata dalla
possibile volontà di far passare il
messaggio che la democrazia non sia
una cosa scontata. Meglio un
cantante country, insomma,
che i cultori di Julius Evola.
@Paolo_Lepri
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Chris Janson, 30 anni, è un
musicista country americano
L’addio
Il dolce ricordo di «nonna Elvira»
Nonna Elvira era una vecchia mendicante che per molti anni ha
chiesto quasi ogni giorno l’elemosina davanti all’ingresso della
facoltà di Scienze Politiche di Milano. Nonostante le continue
tribolazioni aveva sempre un bel sorriso spontaneo sulle labbra,
che né le sofferenze né la vecchiaia erano riuscite a spegnere. A lei
bastava poco per essere contenta o, addirittura, felice. Tu te ne
accorgevi subito guardandola in volto quando ringraziava col cuore
di nonna «i miei ragazzi», cioè i giovani studenti universitari che le
volevano bene, che l’aiutavano con discrezione e che le facevano
compagnia. «Grazie a questi ragazzi — mi ripeteva spesso — io
non sono mai sola». Già, la solitudine. Per la nonna Elvira era da
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TATUAGGI
Il ragazzo del treno
Luca Zandoli
RISPOSTA A COSTANZA
«Vincerai la tua fragilità»
demici pensano di essere tanto più bravi quanto più sono
oscuri; e di romanzieri italiani
che abbiano qualcosa da dire
ne conosco pochi. Poi ci sono i
librai. Purtroppo molte librerie indipendenti chiudono,
spesso per cedere il posto a librerie di catena dove si lavora
talora con passione, talora con
malavoglia. Il punto è che un
bravo libraio può creare la domanda di libri. A San Donà c’è
una libreria dove vengono
grandi autori stranieri: trovano 300 persone e vendono 300
copie. Dall’altra parte del Piave
ci sono paesi dove non esistono librerie, e neppure lettori.
Altri bravi librai indipendenti
sono a Castelfranco, Montebelluna, Bassano, Vicenza,
Asiago, Villorba: solo per restare in Veneto, regione sottovalutata.
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chissà quanto tempo una compagna fedele, anche se non
desiderata. Le sue condizioni economiche erano assai modeste. Ma
lei aveva sempre conservato una sua dignità, anche nel chiedere e
nel ricevere: non cercava mai pietà o commiserazione. Si
presentava così com’era, senza inganni o infingimenti, lasciandoti
libero di decidere, poi, cosa fare: considerarla un’invisibile o
aiutarla. All’improvviso non si è presentata più al solito
appuntamento: per lei era giunto il momento di salire sul treno che
l’avrebbe condotta al fine corsa. Una certezza, però, mi consola:
sapere che ora può vedermi dalla sua nuova e calda casa celeste.
Samuele Pirola, [email protected]
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CorBo € 0,66 + € 0,50 + € 0,84. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d
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