Corriere di Viterbo
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VITERBO CORRIERE DI Spettacoli Scimmiasaki un concentrato di indie rock vostri brani, sia per quanto riguarda la parte musicale che per i testi? “Per quanto riguarda la parte musicale, il modo in cui iniziamo un pezzo nuovo non è sempre lo stesso. Ci è capitato di partire da un riff di chitarra che Giacomo ha portato in sala prove, da un testo, da un un' idea che esisteva solo nella nostra mente oppure jammando in sala. Una volta che c’è l’idea, inizialmente la sviluppano Giacomo e Cristian che hanno la possibilità di vedersi più spesso, abitando vicini, e tirano giù una struttura ‘grezza’. Dopodiché la portano in sala prove dove verrà completata tutti insieme...e questa è la fase che origina discussioni, a volte anche molto accese, ma poi tutto finisce e ci ri-amiamo! Come vivete il momento del live? “Per noi il live è la massima espressione di ciò che cerchiamo nella musica, amiamo moltissimo suonare dal vivo ma principalmente impazziamo per la situazione che viene a crearsi. Pochi minuti prima del live veniamo completamente investiti dalle emozioni che molto spesso sono difficili da gestire, specialmente per Giacomo che viene direttamente aggredito dall’ansia. Proprio per questi motivi non vediamo l’ora di salire sul palco per scaricare il tutto tramutandolo in energia, ed è proprio qui che inizia la parte più bella e importante del concerto, il confronto con il pubblico. Si crea una vera e propria condivisione di emozioni, dove la band cerca di dare il massimo per poter ricevere altrettanto dal pubblico. Una sinergia che, quando viene a crearsi, sprigiona un’armonia meravigliosa che chiunque ami la musica capisce e non scambierebbe con nient’altro. Come vedete la scena musicale italiana? Cd “Collasso”, l’ultimo lavoro della band, è disponibile su Spotify, ITunes e in tutti i digital store “Ce la immaginiamo come un grosso animale in letargo che non riesce ad uscire dalla sua tana. Principalmente perché nella grande distribuzione (radio, tv e tutti i media mainstream) vengono ‘spinti’ sempre e solo i soliti big della musica leggera/pop italiana alternata dai prodotti dell'esercito dei talent show. Questo ha fatto sì che alla musica indie rimanesse una piccola fetta di mercato incapace di dare una visibilità estesa alla scena. Tutto questo ha annientato la ricerca e la sperimentazione ed è proprio per ciò che ce la immaginiamo come un grosso animale dormiente. Poi per fortuna ci sono gruppi indie che riescono a tirare avanti nonostante tutte queste avversità mossi unicamente dalla passione e dall' amore per quello che fanno. E questo ci rincuora un pochino”. Secondo voi la musica ha una missione che va oltre la pura esigenza di espressione dell' artista? Per voi qual é? “Senza dubbio. Nonostante le varie trasformazioni che il mercato ha dato alla musica siamo convinti che comunque mantenga sempre i suoi importantissimi valori sociali e culturali, valori che ogni musicista deve rispettare. Oltre questo stiamo parlando di uno dei mezzi di comunicazione globale più incisivi al mondo. Non parlerei tanto di missione quanto di coscienza di tutto ciò e di tutte le conseguenti responsabilità che ne derivano. Quindi per esempio, se un artista di fama mondiale, capace di smuovere le masse con la propria musica e i propri testi, continuasse per tutta la carriera ad esprimere messaggi frivoli sia musicali che lirici, automaticamente sminuirebbe fino a rendere nulli tutti questi valori di cui parlavamo prima, utilizzandoli a proprio uso e consumo. E la musica non è un bene personale ma un tesoro collettivo”. Quale esperienza o situazione vi piacerebbe vivere grazie alla vostra musica e cosa invece vorreste assolutamente evitare? “La vita da tour è la cosa più bella che ti possa capitare, il fatto di girare l'Italia tutti e 4 insieme in un furgone e condividere non solo la quotidianità ma anche la passione per la musica che la riempie e ci accomuna. Al contrario non vorremmo mai arrivare a compromettere la nostra musica e a svenderci per qualsiasi cosa, che siano soldi, fama, belle ragazze o potere”. Insomma, non resta che lasciarsi emozionare dalla carica esplosiva dalle cinque tracce di Collasso disponibile su tutti i digiB tal store. 13 SPETTACOLI & CULTURA Nata dall’incontro di quattro giovani, la band continua a farsi largo nel panorama musicale A VITERBO Un disco dal sound dirompente, compatto e coerente. Un concentrato di indie rock, emo e punk, urlato e sincero. Cinque tracce, inedite, con una forte connotazione personale e introspettiva. In una parola “Collasso”, ovvero l’ultimo lavoro degli Scimmiasaki prodotto da Andrea “Giamba” Di Giambattista già collaboratore di Management del Dolore Post-Operatorio, pubblicato dall’etichetta indipendente Vina Records, e disponibile su Spotify, iTunes e in tutti i digital store. Nata dall’incontro di quattro giovani musicisti, la band degli Scimmiasaki (Giacomo Bronco di Sipicciano a voce e chitarra, Dobrynin Nikita di Orte al basso, Cristian Santori di Attigliano alla batteria e Giuseppe Pitaro di Amelia a voce chitarra) nell’ottobre del 2012 comincia a muovere i primi passi in quello che diventerà, da lì a poco, lo scenario della loro vita. Dopo un solo anno gli Scimmiasaki pubblicano il primo cd omonimo, fieramente autoprodotto e registrato all’interno della loro sala prove. Un primo lavoro che li lancia nel panorama musicale del Centro Italia con numerose esibizioni live in festival importanti come Rockin’ Cura, Ephebia e il Festival della birra di Fabrica a Roma dove condividono il palco con band come: Lo Stato Sociale, Gazebo Penguins, Nobraino, Luminal e Management del Dolore Post-Operatorio. Un percorso musicale che dallo scorso 22 ottobre, con “Collasso” si è arricchito di un nuovo importante tassello. Ma impariamo a conoscere meglio questa giovane band emergente che conta sempre più fan anche nella Tuscia. Da dove prendete gli spunti per comporre i t Lunedì 2 Novembre 2015