Passione secondo Matteo - Società del Quartetto di Milano
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Passione secondo Matteo - Società del Quartetto di Milano
Con il patrocinio e sostegno di Comune di Milano Cultura Con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali Con il patrocinio e il contributo di Regione Lombardia In collaborazione con Provincia di Milano Con il sostegno di Fondazione CARIPLO Settimane 3 aprile 2007 ore 19.30 Basilica di San Marco Internationale BachAkademie Stuttgart Helmuth Rilling direttore Carolina Ullrich, Anke Vondung, Mark Padmore, Corby Welch, Klaus Häger, Rudolf Rosen solisti J.S. Bach - Passione secondo Matteo BWV 244 Consiglieri di turno Dott. Enzo Beacco Avv. Gian Battista Origoni della Croce Con il patrocinio e il sostegno di Con il contributo di Con il patrocinio e il contributo di In collaborazione con Settore cultura Con il sostegno di Sponsor istituzionali Si ringrazia per il ciclo “Grandi Interpreti” Si ringrazia per il ciclo “Settimane Bach” Per assicurare agli artisti la migliore accoglienza e concentrazione e al pubblico il clima più favorevole all’ascolto, si prega di: • spegnere i telefoni cellulari e altri apparecchi con dispositivi acustici; • limitare qualsiasi rumore, anche involontario (fruscio di programmi, tosse ...); • non lasciare la sala prima del congedo dell’artista. Si ricorda inoltre che registrazioni e fotografie non sono consentite, e che l’ingresso in sala a concerto iniziato è possibile solo durante gli applausi, salvo eccezioni consentite dagli artisti. Internationale BachAkademie Stuttgart Helmuth Rilling direttore Carolina Ullrich soprano Anke Vondung mezzosoprano Mark Padmore tenore Corby Welch tenore Klaus Häger basso Rudolf Rosen baritono Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750) Passione secondo Matteo BWV 244 Fu Johann Kuhnau, nell’ultimo periodo della sua direzione della musica da chiesa della città di Lipsia, a iniziare la consuetudine di eseguire, ogni anno, nel giorno di Venerdì Santo, una grande Passione. Ci si incontrava al Vespero in una delle due principali chiese della città, alternando San Nicola con San Tommaso. Quell’appuntamento, iniziato nel 1721, diventato tradizione e continuato fino al 1766 (con una sola interruzione nel 1733, a causa del lutto nazionale per la morte del sovrano Augusto II), ebbe subito gran importanza. Era in fondo un momento di verifica della fede e delle capacità organizzative di una città da sempre ligia alle prescrizioni della Chiesa Riformata. Era anche un momento di massimo sforzo per i direttori musicali di turno, impegnati a predisporre partiture di proporzionale impegno, a istruire al meglio strumentisti e cantanti, a coordinare lo sforzo dell’intera comunità. Il successore diretto di Kuhnau fu Johann Sebastian Bach, che divenne direttore musicale della chiesa di San Tommaso nel 1723, dopo aver lasciato (a malincuore) il posto di maestro della cappella di corte del principe di Anhalt-Coethen. Suo compito principale era la composizione di cantate per tutte le festività dell’anno liturgico, compresa dunque la Passione per il Venerdì Santo quando era il turno di San Tommaso. Stando alle testimonianze, Bach compose cinque grandi Passioni. Tre però sono perdute. Una, quella secondo Marco, ci è giunta incompleta ed è stata parzialmente ricostruita. Intere ci sono pervenute quelle secondo Giovanni e secondo Matteo, che peraltro sono diversissime per forma e contenuto. La Passione secondo Giovanni, la prima ad essere composta (1724) è molto legata alla tradizione, ha un impianto teologico-simbolico assai articolato e una struttura musicale monolitica, o quasi. Quella secondo Matteo presenta tanti fermenti nuovi, è più che mai sensibile al gusto teatrale, inserisce numerosi tratti specifici della nuova sensibilità strumentale, in varie parti bada più alla piena realizzazione del momento espressivo che al mantenimento del perfetto equilibrio formale, ovvero privilegia il particolare rispetto al generale. Lo si capisce anche solo sfogliando la partitura, incredibilmente varia e articolata: chiede doppio coro e doppia orchestra, numerosi solisti vocali, tanti strumenti solisti antichi e nuovi; l’esecuzione integrale richiede oltre tre ore; ci sono sessantotto numeri musicali diversi, articolati in corali, arie solistiche, recitativi, ciascuno posto in corrispondenza con i tre livelli sui quali si svolge la narrazione. In recitativo si narrano le vicende della Passione, desunte dai capitoli 26 e 27 del Vangelo secondo Matteo. Il racconto più sostanzioso è affidato all’Evangelista, accompagnato dal solo basso continuo. I numerosi interventi di Gesù sono pure in forma di recitativo, ma l’accompagnamento si arricchisce di una lieve aureola fatta di note tenute degli archi. I pochi interventi delle turbe sono affidati al coro, doppio o singolo a seconda delle circostanze. Su un secondo piano si collo- cano gli interventi di commento ai fatti narrati. In questo caso il testo non è evangelico, ma adattato dalla raccolta poetica Riflessioni edificanti sulla Passione di Gesù pubblicata nel 1725 a Lipsia dal giovane poeta Christian Friedrich Henrici (1700 - 1764), noto con lo pseudonimo Picander. Un ruolo importante nella scelta e nell’adattamento del testo ebbe lo stesso Bach, tant’è che un paio di volte viene parafrasato anche Salomo Franck, autore di molti testi per cantate sacre musicati da Bach quando era attivo alla corte di Weimar (1708 - 1717). I testi poetici di Picander generano ventotto recitativi e arie che commentano, dall’esterno, con la voce di un pio testimone contemporaneo, il dramma che si svolge a Gerusalemme. In sette casi (1, 19, 27, 30, 59, 60, 67) il commento assume la forma di un dialogo fra una “Figlia di Sion” e il “Coro dei credenti”. Il terzo piano infine è formato dai quindici corali a quattro voci e serve per fondere i due altri piani, col tramite di una nuova forma di preghiera cantata, introdotta dalla Riforma e subito diventata tradizione. Il corale luterano, insomma, sembra inteso come via di mezzo tra l’universalità dell’antico Evangelo e l’individualismo moderno dei commenti di Picander. Le melodie a un tempo popolaresche e austere dei corali servono anche a legittimare l’intervento originale di Bach musicista, fornendo un tessuto connettivo che lega ogni numero della Passione e consente il naturale passaggio dal corale all’aria solistica, al recitativo secco e arioso, agli scatti corali. Tanto più che la melodia O Haupt voll Blut und Wunden, scritta nel 1601 dal grande Hanns Leo Hassler, compare non meno di cinque volte (n. 15, 17, 44, 54, 62) con piccole varianti nell’armonizzazione e diventa quasi l’ossatura tematica della Passione tutta, tanto da essere spesso citata come “Corale della Passione”. Altri accorgimenti generali, utili per amalgamare il gran materiale della Passione non sono facilmente riconoscibili anche se, come ci si aspetta, i tentativi di razionalizzazione sono stati e continuano ad essere numerosi. Sono state scoperte tante particolari connessioni di dettaglio, sono venuti alla luce molti aspetti di simbologia numerica, che talvolta fanno sospettare la mera coincidenza e talaltra convincono: come nel caso del momento della morte di Gesù e del conseguente terremoto, quando il basso continuo scandisce tre gruppi di 18, 68 e 104 note in rapida successione, alludendo (forse) ai Salmi che portano quei numeri e che descrìvono tutti il terremoto. Di sicuro le conclusioni degli studi più recenti hanno escluso, nella Passione secondo Matteo, una struttura unitaria sul tipo della precedente Passione secondo Giovanni. È evidente una forte riduzione della simbologia teologica e tutta la componente “sacra” è decisamente attenuata. La scrittura musicale stessa è assai meno legata del previsto alla tradizione corale barocca. Basta osservare che mancano le grandi fughe corali, che la polifonia si semplifica, che viene sempre privilegiato il canto, che spesso si cerca il colpo di scena, alla maniera teatrale. Non sono coincidenze e non sorprendono più di tanto. Sono precisi segni del tempo. Bach sapeva bene che la società stava cambiando in fretta e che era in corso un processo galoppante di laicizzazione della musica, cui peraltro egli stesso aveva dato un forte contributo. D’altronde, quando la Passione secondo Matteo fu eseguita la prima volta, l’11 aprile 1727, Bach aveva in pratica già concluso la parte creativa del suo incarico a Lipsia. Nei quattro anni precedenti aveva scritto un numero enorme di cantate sacre e profane, per tutte le festività annuali della città, come richiedeva il contratto. Ora Bach poteva vivere quasi di rendita, riciclando e adattando lavori già fatti. La partitura che serve per le esecuzioni oggi in uso è desunta da un manoscritto in bella copia realizzato da Bach nel 1736, in occasione della terza ripresa. Di sicuro questa stesura è ben differente da quella originale del 1727. Alcuni esempi: vengono formalmente distinti i ruoli delle due orchestre e dei due cori; un coro di bambini sostituisce l’organo nel canto fermo del coro introduttivo; un grande coro ripreso dalla seconda versione della Passione secondo Giovanni sostituisce un semplice corale come finale della prima parte. Anche nella versione originale del 1727 molte parti non erano del tutto nuove, ma ricavate da lavori precedenti non necessariamente sacri. Vale anche il discorso inverso: è sicuro che molte arie e alcuni recitativi della Passione furono riciclati in una musica funebre, oggi perduta, scritta in occasione della scomparsa del principe Leopold di Anhalt-Coethen, il 19 novembre 1728. Per tutte queste, e altre ragioni, è bene accostarsi alla Passione secondo Matteo con animo sgombro da pregiudizi e luoghi comuni, cercare un approccio diretto, il più possibile legato al dato musicale immediatamente percettibile. Cercare di più è bene, naturalmente, ma spesso ha portato fuori strada fior di musicologi e interpreti. Finora nessuno ha trovato la “vera” chiave per interpretare e soprattutto per dare un “ordine” alla gran Passione. Probabilmente non è neppure possibile, come di regola succede con i grandi veri capolavori. Enzo Beacco HELMUTH RILLING direttore Helmuth Rilling è nato a Stoccarda nel 1933. Ha iniziato gli studi nella sua città natale e si è perfezionato in seguito a Roma e New York. Nel 1957 è stato nominato maestro del coro e organista della Gedächtniskirche a Stoccarda dove ha fondato il “Figuralchor”, che ha diretto fino al 1980. Dopo molti anni di insegnamento a Spandau e Francoforte, si è dedicato completamente agli ensemble di Stoccarda: la Gächinger Kantorei, fondata nel 1954, e il suo “compagno” strumentale, il Bach-Collegium Stuttgart, nato nel 1965. Da allora la vita culturale della città si è arricchita con molte iniziative: il Festival Europeo della Musica, la “Sommerakademie Johann Sebastian Bach”, i “Stuttgarter Bach-Wochenenden” e una serie di concerti dedicati alla ricerca e alla proposta di pezzi di rara esecuzione, e prime esecuzioni; nel 1998 ha eseguito in prima mondiale il Credo a lui dedicato da Krzystof Penderecki, la cui registrazione ha meritato nel 2000 il Grammy Award. In collaborazione con insegnanti ed ensemble dell’Internationale BachAkademie Stuttgart da lui fondata nel 1981, Helmuth Rilling tiene corsi di perfezionamento dedicati a Bach in Europa, Sud America, Giappone e Israele. Dal 1970 inoltre è direttore artistico dell’Oregon Bach Festival a Eugene, negli Stati Uniti. Direttore ospite delle principali orchestre in Europa, Israele, Stati Uniti e Canada, nel 1996 ha fondato a Santiago de Compostela la Real Filharmonia de Galicia. Per il contributo alla diffusione della musica e della pace nel mondo, la BachAkademie Stuttgart e Helmuth Rilling sono stati premiati rispettivamente con il Premio per la Musica dell’UNESCO nel 1994 e il “Theodor Heuss Prize” nella categoria “Acts of Reconciliation”. Tra le numerose registrazioni di Rilling ricordiamo le Passioni secondo Giovanni e secondo Matteo, l’integrale delle Cantate di J.S. Bach oltre al Requiem della Riconciliazione e al frammento del Lazarus di Schubert con il completamento di Edison Denisov. Per l’anno di Bach è stata inoltre realizzata l’“Edition BachAkademie”, la registrazione integrale di tutta la musica di Johann Sebastian Bach. È stato ospite delle Settimane Bach nel 2000 (13° ciclo), 2001 (15° ciclo), 2003 (19° ciclo) e 2004 (22° ciclo), e della Società del Quartetto nel 2002. INTERNATIONALE BACHAKADEMIE STUTTGART Gächinger Kantorei e Bach-Collegium Stuttgart Fondata da Helmuth Rilling nel 1954, la Gächinger Kantorei Stuttgart prende il nome dalla cittadina della Svevia nella quale è nata. Protagonista di tournée in Germania e in Europa, è regolarmente ospite delle maggiori istituzioni musicali degli Stati Uniti, Canada e Giappone. A partire dal 1965, in collaborazione con il Bach-Collegium Stuttgart, ha ampliato il suo repertorio comprendendo i grandi oratori del XVIII e XIX secolo. Nel 1967, primo coro tedesco invitato in Israele, ha eseguito Ein deutsches Requiem di Brahms con la Israel Philharmonic Orchestra e Helmuth Rilling. Nel 1985, in occasione dei trecento anni della nascita di Johann Sebastian Bach, la Gächinger Kantorei ha completato la registrazione dell’integrale delle Cantate sacre e degli Oratori di J.S. Bach. Il Bach-Collegium Stuttgart, fondato nel 1965 da Helmuth Rilling, è formato da musicisti di primo piano che si trovano con regolarità per provare, tenere concerti, eseguire registrazioni di dischi e riprese televisive. Con un repertorio quasi esclusivamente barocco, sono stati ospiti dei maggiori festival europei (Salisburgo, Vienna, Berlino, Lucerna, Primavera di Praga) e molti festival bachiani a Londra, Berlino, Lipsia, Strasburgo e Ansbach. Partner principale della Gächinger Kantorei, ha tenuto concerti e master class in tutto il mondo, oltre ad aver partecipato alla registrazione integrale degli Oratori e delle Cantate Sacre di Bach. Sono stati ospiti delle Settimane Bach nel 2000 (13° ciclo), 2001 (15° ciclo), 2003 (19° ciclo) e 2004 (22° ciclo), e della Società del Quartetto nel 2002. CORO I Christine Eisenschmid, Barbara Mehr, Christiane Opfermann, Uta Scheirle, Ingrid Waldvogel, Friederike Webel soprani Miriam Bonefeld, Angela Dehmel, Tanja Haßler, Dagmar Klug, Miranda Schielein, Nicole Simml contralti Christian Aretz, Andreas Bomba, Derek Chester, Martin Frobeen, Markus Mostert tenori Martin Hermann, Hartmut Opfermann, Frank Schlichter, Gerold Spingler bassi CORO II Sabine Claußnitzer, Beate Heitzmann, Birgit Leppin, Isabel Plate-Naatz, Martina Rilling, Alexandra Winter soprani Susanne Hermann, Barbara Hetzelberger, Wiebke Kretzschmar, Birgit E. Meyer, Angela Müller, Takako Onodera contralti Karl Appel, Steffen Barkawitz, Christoph Hassler, Michael Schröck, Vladimir Tarasov tenori Klaus Breuninger, Ralf Ellinger, Florian Schmitt-Bohn, Holger Schneider bassi ORCHESTRA I Gaby Pas-van Riet, Christian Ruhnke flauti Julia Ströbel-Bänsch, Irene Draxinger oboi Günter Pfitzenmaier fagotto Wolf-Dieter Streicher, Anna Rokicka, Thomas Gehring violini primi Thomas Haug, Gotelind Himmler, Julia Greve violini secondi Erich Krüger, Carolin Kriegbaum viole David Adorjan violoncello Frithjof Martin Grabner contrabbasso ORCHESTRA II Miriam Arnold, Sascha Kristina Rathey flauti Balázs Kovács, Georgi Kalandarischwili oboi Rahel Rilling, Martina Bartsch, Christina Eychmüller violini primi Anne Roser, Judith Huber, Antje Lindemann violini secondi Nancy Sullivan, Isolde Jonas viole Matthias Wagner violoncello Albert Michael Locher contrabbasso Jörg Halubek organo Hille Perl viola da gamba CAROLINA ULLRICH soprano Nata in Cile nel 1982, Carolina Ullrich ha compiuto gli studi con Ahlke Scheffelt presso l’Università Cattolica Pontificia di Santiago del Cile, dove si è diplomata con lode. Vincitrice di una borsa di studio della Fundación Andes, una delle più importanti fondazioni sudamericane, nel febbraio 2005 si è trasferita prima ad Augsburg e poi alla Hochschule für Musik und Theater di Monaco di Baviera dove ha proseguito gli studi con Edith Wiens. Nel 2006 ha vinto il primo premio nella sezione “Concerto” e il premio speciale per la migliore esecuzione del brano contemporaneo al Bundeswettbewerb Gesang di Berlino. Nello stesso anno ha vinto il secondo premio e il premio del pubblico al concorso internazionale ARD di Monaco di Baviera. Ha inoltre partecipato nell’ambito delle Bach Wochen di Stoccarda alla master class di Edith Wiens sulla Passione secondo Giovanni di Bach ed è stata scelta da Helmuth Rilling per i concerti di Stoccarda e Napoli. È ospite regolare del Teatro Municipal di Santiago del Cile dove ha interpretato Papagena nel Flauto magico di Mozart, Peter Grimes di Britten, Despina in Così fan tutte e Suor Constance in Dialogues des Carmélites di Poulenc. Nell’aprile 2006 ha cantato nel Davide penitente di Mozart a Bilbao e Bratislava e, nell’ambito della Bayerische Theaterakademie Everding, ha interpretato nell’agosto scorso Serpetta nella Finta giardiniera di Mozart, Adele nel Pipistrello di Richard Strauss e Ännchen nel Franco cacciatore di Carl Maria von Webern. Tra gli impegni recenti la Messa in si minore di Bach, il Messiah di Händel e Ein Deutsches Requiem di Brahms. È per la prima volta ospite della nostra Società. ANKE VONDUNG mezzosoprano Anke Vondung, è nata a Speyer in Germania. A otto anni ha iniziato lo studio del pianoforte. Ha poi studiato canto con Rudolf Piernay alla Musikhochschule di Mannheim. Nel 1995 ha debuttato all’Opernschule di Mannheim in Albert Herring di Britten. Premiata in concorsi internazionali quali Chamber Music Competition, Concorso Mozart di Würzburg, “Schubert and the Music of the 20th Century”, Neue Stimmen di Gutersloh, Robert-Saar di Bad Kissingen, Hans-Gabor-Belvedere di Vienna e ARD di Monaco di Baviera, nel 1999 ha ricevuto il primo premio al concorso MendelssohnBartholdy e una borsa di studio del Ravinia Festival di Chicago. Nel 1998 ha partecipato a una produzione dell’European Opera Center diretto da Brigitte Fassbaender (Lucio Silla di Mozart) e ha ottenuto una borsa di studio dall’Associazione Richard Wagner. Membro del Tiroler Landestheater di Innsbruck fino al 2000, dalla prossima stagione farà parte della Semperoper di Dresda. Nella stagione 2001/02 ha debuttato alla Bayerische Staatsoper di Monaco e, nel 2002, al Festiva di Salisburgo in Die Liebe der Danae di Richard Strauss. Collabora stabilmente con direttori quali Helmuth Rilling, Philippe Herreweghe, Peter Schreier, Gerd Albrecht, Wolfgang Gönnenwein, Dietrich Fischer-Dieskau, Fabio Luisi, Howard Arman e Sir Roger Norrington. Ospite del 23° ciclo delle Settimane Bach, è per la prima volta ospite della nostra Società. MARK PADMORE tenore Mark Padmore è nato a Londra. Ha studiato al King’s College di Cambridge dove si è diplomato con lode nel 1982. Nel corso della sua carriera ha collaborato con direttori quali Norrington, Herreweghe, Leonhardt prevalentemente nel repertorio barocco, ed è frequente ospite di festival di primo piano (Aix-enProvence, Edimburgo, BBC Proms, Ludwigsburg, Salisburgo, Spoleto, Tanglewood, Aldeburgh, Mostly Mozart a New York). Si dedica inoltre al repertorio classico ed operistico in collaborazione con teatri e sale da concerto quali Covent Garden e Wigmore Hall a Londra, Théâtre du Châtelet, Opéra e Cité de la Musique a Parigi, Concertgebouw di Amsterdam e Frick Collection a New York. Specialista nel ruolo dell’Evangelista, ha eseguito le Passioni di Bach con Gustav Leonhardt e The Orchestra of The Age of Enlightenment, Philippe Herreweghe e Collegium Vocale di Gent, John Eliot Gardiner e English Baroque Soloists, Simon Rattle e Birmingham Symphony Orchestra, Colin Davis e Paul McCreesh. Recentemente ha interpretato il War Requiem di Britten al Festival di Edimburgo, il Messia di Händel con la New York Philharmonic, il Requiem di Mozart con Franz Welser-Möst e la London Symphony Orchestra e la Passione secondo Matteo di Bach con la Royal Concertgebouw Orchestra. Ha al suo attivo più di 50 registrazioni che comprendono le Passioni di Bach, Hippolyte et Aricie e Zoroastre di Rameau con William Christie e Les Arts Florissants, Don Giovanni di Mozart con Daniel Harding. Ospite delle Settimane Bach nel 1995 (4º ciclo), 1997 (8º ciclo), 1999 (11º ciclo) e 2004, è stato ospite della nostra Società nel 2006. CORBY WELCH tenore Nato a Minneapolis nel 1973, Corby Welch ha compiuto gli studi con Lawrence Weller all’Università del Minnesota e alla Hochschule für Musik und Darstellende Kunst di Mannheim/Heidelberg con Rudolf Piernay. Ha poi seguito le master class di Sergei Leiferkus, John Wustman, Kurt Equiluz e, come borsista del Steans Institute 2000, al Ravinia Festival di Chicago con Hakan Hagegard, Ernst Haefliger, Martin Katz, Margo Garrett e Philipp Moll. Dal 1998 risiede a Mannheim. Con un repertorio che spazia da Monteverdi a Penderecki si è esibito in tutta Europa in collaborazione con direttori quali Frieder Bernius, Semyon Bychkov, Thomas Hengelbrock, Marek Janowski, Bernard Klee, Wolfgang Sawallisch e Christoph Spering, ospite di sale da concerto e festival quali Kölner Philharmonie, Berliner Philharmonie, Europäischen Musikfest Stuttgart, Oregon Bach Festival, Oslokirchen musikfestspiel, Aix-en-Provence, Schwetzingen, Ludwigsburg. A Minneapolis ha eseguito sotto la guida di Helmuth Rilling il Te Deum di Bruckner e il Credo di Penderecki; con la Symphonie Orchester di Berlino diretta da Kent Nagano e Placido Domingo ha cantato la Nona Sinfonia di Beethoven. Dal 2003 fa parte della Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf dove ha interpretato tutti i più importanti ruoli mozartiani per tenore. Nella stagione 2004/05 ha partecipato al Teatro Comunale di Ferrara alla produzione di Arianna a Nasso di Richard Strauss diretta da Zoltán Peskó e con la regia di Toni Servillo. Tra gli impegni recenti concerti alla Ruhrtriennale, Komische Oper di Berlino, con i Düsseldorfer Symphonikern e Tamino nel Flauto magico di Mozart con Kurt Moll e Sumi Jo a Mannheim. Ha al suo attivo numerose registrazioni discografiche tra le quali Der Protagonist di Kurt Weill che ha meritato il Cannes Classical Award. È per la prima volta ospite della nostra Società. KLAUS HÄGER basso Nato a Wuppertal, in Germania, Klaus Häger ha ricevuto le prime lezioni di violoncello, pianoforte e organo nella sua città natale. Si è poi dedicato allo studio del canto con Franz Miller-Heuser, Ingeborg Most e Jürgen Glauss a Colonia e Friburgo. Ha partecipato alle master class di Sena Jurinac, Ernst Haefliger e Dietrich Fischer-Dieskau. Premiato in concorsi internazionali quali Mirjam-Helin di Helsinki (1989), Concorso Mozart di Venezia, Praga, Vienna, Premio Oberdorffer di Amburgo (1992) e il Bundeswettbewerb Gesang di Berlino (1990), ha meritato una borsa di studio della fondazione “Bundespräsident Richard von Weizsäcker – e Walter-Kaminsky”. È spesso ospite di festival quali Salisburgo, Schwetzingen, Ludwigsburg, Schleswig-Holstein e Ansbach. Collabora con direttori di primo piano quali Gerd Albrecht, Daniel Barenboim, Pierre Boulez, Michael Gielen, Philippe Herreweghe, René Jacobs, Kent Nagano, Helmuth Rilling e Christian Thielemann. Dal 1991 al 1997 ha fatto parte dell’Opera di Amburgo. Dal 1997 al 2003 è stato membro della Deutsche Staatsoper di Berlino. Ospite di numerosi teatri d’opera, nel 2002 ha partecipato al festival di Bayreuth alla produzione dei Maestri Cantori di Norimberga sotto la direzione di Christian Thielemann. Ospite del 22° ciclo delle Settimane Bach, è per la prima volta ospite della nostra Società. RUDOLF ROSEN baritono Nato a Berna, Rudolf Rosen ha iniziato gli studi alla Musikhochschule di Berna, con Jakob Stämpfli e Juliette Bise. Ha poi frequentato le master class di Jenö Sipos, Edith Mathis e Irwin Gage. Premiato in concorsi internazionali quali CIEM di Ginevra (1997), ARD di Monaco di Baviera (1998), nel 1999 ha vinto il Concorso Belvedere di Vienna che gli ha dato l’occasione di esibirsi in concerto con José Carreras. Da allora si è esibito in molte sale da concerto europee (Den Gamle Logen di Oslo, Liederhalle di Stoccarda, Gewandhaus di Lipsia, Prinzregententheater di Monaco, Tonhalle di Zurigo, Victoria Hall di Ginevra), in Messico e Israele, con direttori di primo piano quali Christoph Eschenbach, Neeme Järvi, John Nelson, Dimitrij Kitajenko, Michel Corboz e Helmuth Rilling. In recital ha cantato al Festival di Hellbrunn a Salisburgo, ha partecipato alla serie di concerti “Freunde des Liedes” a Zurigo e al Internationale Kammermusikfestival di Lipsia. Si è dedica anche al repertorio operistico; dal 2001 è membro stabile del Stuttgarter Staatstheater dove ha interpretato il ruolo principale nel Don Giovanni, Nardo nella Finta giardiniera, il Conte nelle Nozze di Figaro e Papageno nel Flauto magico di Mozart. Con l’Orchestra del Westdeutscher Rundfunk di Colonia, ha debuttato nel Castello del Principe Barbablù di Bartók. Dal 2004 è ospite regolare del New National Theatre di Tokyo (Pagliacci, Così fan tutte, Don Carlos). Tra gli impegni recenti le Nozze di Figaro al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi e l’Oratorio di Natale di Bach a Lisbona. È per la prima volta ospite della nostra Società. Prossimi concerti: martedì 17 aprile 2007, ore 20.30 Sala Verdi del Conservatorio Maurizio Zanini pianoforte In una stagione come questa, che ha “Le età dell’uomo” come filo conduttore, il prossimo concerto si inserisce perfettamente, tutto dedicato com’è alla musica per l’infanzia. Anzi, a ciò che i compositori adulti intendono, o ricordano, come infanzia. Ecco allora quattro raccolte di brevi pezzi (quelli lunghi e complessi ovviamente non si addicono) firmati da altrettanti autori nel pieno della loro maturità. Compreso Chick Corea, in una delle sue non rare incursioni nel settore classico, da ottimo jazzista di frontiera qual è. Un programma di grande interesse, dunque, per il quale non possiamo che ringraziare Maurizio Zanini, nel giorno del suo graditissimo ritorno alla nostra Società. Il concerto sarà presentato nell’ambito del Canto delle Muse, il ciclo di incontri con Emanuele Ferrari realizzati con il sostegno di Intesa Sanpaolo, martedì 10 aprile, ore 18.30, Sala Puccini del Conservatorio. Il tema dell’incontro sarà L’infanzia in musica (II): Debussy, Children’s Corner. “Alla mia cara piccola Chouchou, con le tenere scuse di suo padre per ciò che seguirà”. Biglietti: € 5. Ingresso libero per i Soci. Programma (Discografia minima) F. Mendelssohn Kinderstücke op. 72 (Barenboim, DG 453061-2) R. Schumann Kinderszenen op. 15 (Brendel, Ph 445 925-2) C. Corea Children’s Songs C. Debussy Children’s Corner (Gieseking EMI 653565655-2) martedì 8 maggio 2007, ore 19.30 Sala Verdi del Conservatorio András Schiff pianoforte Bach - Sei Suites inglesi BWV 806 - 811 (esecuzione integrale) Società del Quartetto di Milano Via Durini 24 - 20122 Milano Tel. 02.7600.5500 / 02.795393 Fax 02.7601.4281 e-mail: [email protected] www.quartettomilano.it © Copyright 2007 Società del Quartetto di Milano